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In rPET, riciclabile e riutilizzabile

L'austriaca Alpla sta mettendo a punto per Vöslauer una bottiglia in PET riutilizzabile più volte, leggera e dal design accattivante.



Alpla sta collaborando con il fornitore austriaco di acque minerali Vöslauer allo sviluppo di una nuova bottiglia in PET con il 30% di riciclato e al tempo stesso riciclabile a fine vita, pensata anche per essere riutilizzata più volte.

Sugli scaffali nella primavera del prossimo anno, la nuova bottiglia avrà un peso di 55 grammi, quindi il 90% più leggera di una in vetro con la stessa funzionalità. La principale sfida è stata progettare una bottiglia riutilizzabile dalle forme aggraziate e leggera, al tempo stesso stabile e infrangibile.

La quota di riciclato, inizialmente pari al 30%, sarà progressivamente aumentata al fine di ridurre l'impronta di carbonio dell'imballaggio. In questo modo, Vöslauer ha stimato di poter eliminare circa 420 tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno. La fonte austriaca era già passata tre anni fa al 100% rPET per le bottiglie monouso.

Se passa attraverso dodici cicli, la bottiglia può rimanere in circolazione anche per tre o quattro anni. Rispetto alle bottiglie riutilizzabili in vetro, l'impronta di carbonio di quelle in plastica, sempre riutilizzabili, è valutata in circa il 30 percento in meno.

fonte: www.polimerica.it


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Carbon footprint, on line il nuovo calcolatore dell’Arpa Piemonte con consigli pratici per combattere da casa i cambiamenti climatici

L’iniziativa pensata con un taglio didattico mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici per ridurre la carbon footprint familiare





Quest'anno la Settimana Unesco per l'Educazione alla Sostenibilità 2020, che ha preso avvio il 23 novembre ha per tema "Cambiamenti Climatici e la Pandemia" e si sviluppa in tutta Italia con una ricca serie di iniziative.

In questa occasione Arpa Piemonte ha presentato il nuovo calcolatore on-line che permette di misurare quanto il nostro stile di vita familiare e personale può incidere sulle emissioni di gas serra. Ogni nostro consumo infatti, dal riscaldamento all'illuminazione, dall'alimentazione alla mobilità, genera processi diretti e indiretti di emissione di gas climalteranti, a seconda dell’utilizzo di materie prime e di energia (da combustibili fossili) coinvolte nel ciclo di produzione.

Il calcolatore si base sulla metodologia della carbon footprint (o impronta di carbonio) che esprime il totale delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto o un servizio. L’iniziativa, pensata con un taglio didattico, mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici, per ridurre la carbon footprint familiare, e permette di conoscere l’estensione forestale necessaria a compensarla.

“In questa particolare situazione pandemica, anche chiusi nelle nostre case, - scrive l’Apra Piemonte - possiamo contribuire a limitare gli effetti climatici che potrebbero ripercuotersi in aree lontane ma anche vicine a noi. Come ci dimostrano le risultanze del progetto CClimatt, gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno avvertendo già ora sui nostri territori (ghiacciai e aree urbane in primis)”.

fonte: www.ecodallecitta.it


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Arriva la prima tariffa rifiuti calcolata sulla CO2 prodotta

La rivoluzione parte da un piccolo Comune marchigiano, Terre Roveresche, che per la prima volta in Italia premierà i cittadini che producono meno rifiuti e differenziano meglio, facendoli pagare in base all’impronta di carbonio della loro spazzatura





La tariffa puntuale tende una mano alla decarbonizzazione e alla lotta climatica. Succede a Terre Roveresche, nella Marche, dove per la prima volta in Italia si applicherà una tariffa rifiuti legata alla CO2 prodotta. L’iniziativa arriva al termine di un progetto pilota chiamato Carbon WastePrint, coordinato dall’ingegnere Andrea Valentini dello studio associato Waste Lab e da Luca Belfiore di Altraleonia e condotto col supporto dell’app utility per la raccolta differenziata Junker.

L’obiettivo di Carbon WastePrint era ambizioso. Il progetto mirava a creare una nuova metodologia di calcolo che permettesse di identificare e quantificare i comportamenti delle utenze nella gestione dei propri rifiuti, sia in termini di prevenzione che di raccolta differenziata. Confrontando in questo modo la differenza di impatto tra le diverse azioni attraverso la conversione in un unico parametro di riferimento: la CO2 prodotta (o evitata).

Il risultato è un modello certificato che nel 2019 è stato testato per la prima volta in due comuni italiani: Mompeo (RI) e Terre Roveresche (PU). Oggi, ad un anno dalla sperimentazione, il piccolo comune marchigiano e i suoi 5mila abitanti sono pronti ad adottare la nuova tariffa rifiuti basata sulla CO2.

Come funziona la tariffa rifiuti basata sulla CO2?

L’amministrazione locale ha approvato un nuovo regolamento che rende questa innovazione attiva dal primo gennaio 2021. Nel dettaglio, il prossimo anno, la tariffa rifiuti sarà calcolata a partire dalla quantità di differenziata e da eventuali riduzioni dei volumi di spazzatura prodotta. Come sarà reso possibile alla pratica? Attraverso la distribuzione di bidoncini dotati di tag RFID, che contabilizzeranno ogni conferimento per ogni singola tipologia di scarto. Quindi basterà moltiplicare tali quantità per opportuni fattori di emissione, determinando così la CO2 generata da ogni utenza.

“Grazie a questo metodo – spiega Andrea Valentini – anche le buone pratiche legate al mondo del riuso o contro lo spreco alimentare troveranno soddisfazione economica nel computo della tariffa. Ma, soprattutto, gli utenti avranno immediata consapevolezza di quale azione, nella propria gestione dei rifiuti, comporti minori impatti ambientali e quindi maggiori vantaggi economici, incentivando così un miglioramento continuo dei propri comportamenti, che è lo spirito stesso dell’economia circolare”.

Fondamentale, sia per la fase di test che per quella operativa del prossimo anno, il supporto innovativo di Junker, l’app utility smart per la raccolta differenziata più usata dagli italiani. L’applicazione ha reso possibile il coinvolgimento, diretto e interattivo, della cittadinanza in tutte le fasi della sperimentazione. E per motivare gli utenti, ha lanciato una vera e propria “sfida” a premi, chiedendo di effettuare una separazione dei rifiuti particolarmente attenta e di comunicare per tempo la necessità (o meno) di ritiro dei propri rifiuti nel rispetto del calendario delle raccolte. Queste iniziative, insieme ai dati raccolti, hanno consentito di validare il modello in base alla metodologia certificata “Carbon WastePrint”.

Nella sola fase di sperimentazione, nel 2019, a Terre Roveresche è stata certificata una riduzione di 2.352 tonnellate di CO2 derivanti dalla gestione dei rifiuti. Parallelamente, l’attivazione di processi virtuosi ha permesso al Comune di risparmiare 15mila euro, risorse che saranno restituite entro la fine dell’anno ai cittadini più meritevoli.

fonte: www.rinnovabili.it

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