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Raccolta differenziata, quanta confusione sulle etichette. L’indagine sulle indicazioni di smaltimento di Junker ed Economia Circolare















A volte capire dove buttare gli imballaggi dei prodotti sembra un vero rebus. Di fronte a confezioni realizzate con materiali sempre più complessi, spesso formati da componenti differenti e multistrato, non è sempre facile individuare ...

Imballaggi in metallo: alluminio e acciaio si riciclano all’infinito. Ecco cosa gettare nella differenziata

 










Se c’è una storia d’amore destinata a non finire mai è quella tra i metalli e il riciclo. Sapevate che l’acciaio e l’alluminio sono riciclabili al 100% e lo sono all’infinito? Un processo che si ripete più e più volte e il nostro Paese è il primo in Europa proprio in fatto di capacità di recupero dei metalli. Che così diventano bici, occhiali, caffettiere…

Un mondo fantastico, insomma! Riciclare l’alluminio così come gli imballaggi in acciaio fa bene non solo all’ambiente, ma anche all’economia: ecco perché è molto importante smaltire correttamente gli utensili e gli oggetti realizzati con questi materiali.

Una vera e propria missione e in questo modo in Italia, con il 70% tra quota di riciclo e quota avviata al recupero energetico (ai termovalorizzatori) rispetto al fabbisogno industriale, si sono evitate emissioni per 370mila tonnellate di CO2 equivalente e si è risparmiata energia pari a 160mila tonnellate di petrolio equivalente (dati CiAl 2013). E con 870mila tonnellate di rottami riciclati si attesta non solo al primo posto in Europa ma anche al terzo nel mondo, dopo Stati Uniti e Cina, per capacità di recupero di alluminio secondario.

Un risultato cui noi possiamo dare un grosso contributo. Ecco come.

Perché riciclo i metalli

Pensate bene a questi numeri: se per produrre 1 kg di alluminio primario servono 15 kWh, per l’alluminio secondario ne bastano 0,75. E sapevate che nell’industria automobilistica il 90% dell’alluminio usato per produrre i cerchioni è riciclato, così come il 30% di quello utilizzato nella realizzazione di pistoni e cilindri e il 40% di quello impiegato per la struttura di tutta la vettura.


Il riciclo e recupero di alluminio e metalli, insomma, apportano numerosi benefici alla collettività in termini di:
economia, il riciclo dell’alluminio è un’attività particolarmente importante per l’economia del nostro Paese, storicamente carente di materie prime
energia: si risparmia il 95% dell’energia necessaria a produrre alluminio dalla materia prima
materia, il riciclo degli imballaggi in alluminio permette di recuperare materia prima ancora utilizzabile per la realizzazione di nuovi prodotti

Cosa conferire nei metalli

Potete conferire sia gli imballaggi in alluminio, come:
lattine per bevande
fogli in alluminio (carta stagnola)
vaschette e teglie usa e getta
vaschette e scatolette di cibo per animali
foglio sottile per tavolette di cioccolato
bombolette spray, ma attenzione: se hanno residui di prodotti tossici o infiammabili vanno portate presso gli ecocentri, poiché sono classificate come rifiuti pericolosi. Lo stesso vale per barattoli e secchi con residui di vernici
tappi e chiusure (come quello dei vasetti di yogurt)

sia gli imballaggi in acciaio, come:

barattoli e scatolette per alimenti
coperchi a vite e tappi a corona
scatole fantasia per biscotti o liquori
bombolette spray
fusti e secchielli
lattine per olio
grucce in fil di ferro

In ogni caso, tenete sempre a mente che è indispensabile sempre svuotare gli imballaggi, ma non è necessario lavarli. Anche sporchi, purché vuoti.
La APP Junker

Gli imballaggi in metallo in molti Comuni vanno conferiti alla plastica, in altri con il vetro, in altri ancora esiste una raccolta unica per plastica, vetro e metallo e in altri vengono raccolti da soli. Come conoscere le direttive del vostro Comune?


Se ha aderito a Junker, basta consultare l’app per conoscere la modalità corretta per il vostro territorio.

È infatti possibile scaricare gratuitamente la Junker App, l’applicazione intelligente che spiega Comune per Comune (ad oggi la piattaforma ha superato la soglia dei 1000 Comuni abbonati) dove buttare cosa fornendo una mappa dettagliata e come separare correttamente confezioni e imballaggi semplicemente inquadrando il codice a barre o scattando una foto.

Come funziona: il download dell’app è completamente gratuito. Una volta installata, è sufficiente fotografare l’oggetto che si vuole gettare o inquadrare il codice a barre e di cui si vogliono conoscere le modalità di smaltimento e il sistema proverà a riconoscerlo. Una volta inviata la foto, in pochi secondi arriverà la risposta.

Si crea così una bellissima sinergia, che aumenta anche la voglia di fare una accurata raccolta differenziata e in più, sempre attraverso l’app, si possono anche segnalare rifiuti abbandonati e discariche abusive: la foto geo-localizzata arriva al gestore della raccolta, che provvede poi alla bonifica.


Il risultato? Le vostre piccole e quotidiane azioni virtuose potranno fare davvero la differenza.

fonte: www.greenme.it


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Quasi tutti sbagliano a differenziarle, ma queste cose vanno nell’umido





Quando si tratta della raccolta differenziata “dove lo butto?” è tra le domande più frequenti. Per fortuna esistono app come Junker che ci forniscono una risposta immediata a tutti i dubbi in merito al riciclaggio.

Più consumiamo, più rifiuti produciamo. La nostra spazzatura è il riflesso di ciò che mangiamo e compriamo, ma soprattutto, di quanto siamo davvero impegnati a rispettare il principio delle 3R. Ridurre è sempre la scelta migliore, ma altrettanto importanti lo sono riusare e riciclare, e applicarle nel quotidiano servirà a mantenere uno stile di vita sostenibile che non ipotechi quello delle generazioni future.

Non importa quanto ci sforziamo, se differenziamo i rifiuti in maniera sbagliata, il nostro lavoro non solo sarà di scarsa utilità, ma intralcerà anche la possibilità di ottenere nuove risorse e come, nel caso dell’umido, compost e, in alcuni impianti, anche biometano. Dal momento che in Italia l’organico, con il 39,5% del totale, rappresenta la parte dei rifiuti più raccolta, è bene chiarire i vari dubbi riguardo il suo corretto trattamento.

Cosa SÌ va nell’organico

Premesso che la seguente è una lista generica di ciò che si può inserire nell’umido, nel caso aveste dei dubbi, vi consigliamo di informarvi sulle regole relative alla raccolta nel vostro comune di appartenenza o di usare Junker, un’applicazione che schiarisce facilmente qualsiasi dubbio riguardo allo smaltimento di ogni singolo prodotto o elemento, offrendo indicazioni corrette in base al vostro territorio.

Dunque, cosa va nell’umido?

Avanzi di cibo

Praticamente tutti gli avanzi di cibo che escono dalla nostra cucina, sia d’origine vegetale che animale, come: bucce di frutta e verdura, gusci della frutta secca, semi, pane, pasta, fondi di caffè, filtri di tè, gusci d’uovo, avanzi di formaggio, pesce, carne e anche le ossa se sono di piccole dimensioni.

I cartoni della pizza sporchi, le lettiere vegetali e non solo

Molti non lo sanno, ma i cartoni della pizza sporchi – precedentemente ridotti di volume – possono essere inseriti nell’organico insieme ai tovaglioli, la carta Scottex, i fazzoletti di carta, le stoviglie compostabili, gli stuzzicadenti, i fiammiferi e gli stecchini in legno. Persino le lettiere vegetali, la cenere e le foglie e le piante, se in piccole quantità, vanno smaltite qui.

E i gusci di molluschi e crostacei?

Dal momento che la decomposizione dei molluschi e dei crostacei è abbastanza lunga, non tutti gli impianti di compostaggio riescono a trattarli. Per questo, non potendo dare un’indicazione precisa al riguardo, la nostra raccomandazione è di verificare su Junker come vengono trattati questi rifiuti nel vostro comune, se nell’organico o nei rifiuti non riciclabili.

Cosa NON va nell’organico

Ogni elemento va correttamente separato, quindi gli alimenti ancora contenuti nella loro confezione non vanno mai nell’umido, come anche le ossa di grandi dimensioni, i pannolini, gli assorbenti, gli stracci, i sacchetti dell’aspirapolvere e la polvere, i medicinali, i mozziconi di sigaretta e le lettiere non vegetali.

E l’olio di cucina?

L’olio di cucina esausto non è biodegradabile, quindi non va nell’organico (e neanche buttato via nel lavandino). Per smaltirlo bisogna raccoglierlo in un contenitore e portarlo nell’isola ecologica o nel punto di raccolta più vicino. Tramite l’app potrete verificare se il vostro comune ha dei punti di raccolta specifici per questo rifiuto.

Compostaggio domestico

Se avete un orto, un giardino o un terrazzo potreste trasformare voi stessi i vostri rifiuti organici in concime. Attenzione però, non tutto l’organico va nella compostiera. Per sapere cosa mettere o no, anche in questo caso potete farvi aiutare da Junker. Basterà usare il tasto cerca, e se per il rifiuto è presente la dicitura OK Compost, allora potrete inserirlo nel vostro compostaggio domestico, facendo sempre attenzione alle indicazioni riportate nell’app.

Ancora dei dubbi sulla raccolta differenziata dell’organico?

Imparare a differenziare bene i rifiuti secondo le regole della raccolta locale potrebbe sembrare un compito difficile, ma per fortuna abbiamo degli strumenti che ci aiutano a realizzarla in maniera facile e pratica. Junker non è solo un’app mobile, ma una vera a propria piattaforma smart nazionale, che permette di identificare immediatamente un prodotto e, basandosi sulla geolocalizzazione dell’utente, indicare in maniera corretta come differenziarlo.

Ognuno di noi gioca un ruolo attivo importante per garantire la corretta gestione dei rifiuti e rafforzare l’economia circolare. Differenziando bene infatti contribuiamo a non sprecare le risorse e di conseguenza a salvaguardare l’ambiente. E se aveste ancora dei dubbi? Scaricate Junker. 
Buona raccolta differenziata!

fonte: www.greenme.it


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Vi spieghiamo perché i bicchieri rotti non vanno nella raccolta differenziata del vetro

Giudicare il vetro solo dalla trasparenza non basta. Vi spieghiamo come riciclare questo materiale correttamente e cosa possiamo gettare o meno nel contenitore del vetro.



Sapevate che nella raccolta del vetro vanno conferiti solo gli imballaggi? Niente specchi, lampadine, cristallo e neanche i bicchieri. Per garantire l’intero processo, è necessario che il riciclo sia eseguito correttamente prestando attenzione a ciò che possiamo e non possiamo gettare nel cassonetto del vetro.

Questo è vetro? Allora dove lo butto? Con o senza plastica? Quando si tratta di riciclaggio i dubbi non mancano e, nonostante le nostre buone intenzioni, senza volerlo, potremmo commettere degli errori. Per evitare che ciò accada, grazie allo sviluppo della tecnologia, ora abbiamo dalla nostra parte degli alleati strategici come Junker, un’applicazione che possiamo utilizzare gratuitamente per avere una risposta immediata a tutti i dubbi e le richieste in merito al riciclaggio. Facciamo un po’ di chiarezza con il loro aiuto!

Cosa NON va nel vetro

Uno degli errori più comuni quando parliamo di raccolta differenziata, è gettare i bicchieri rotti nel contenitore del vetro. Il bicchiere, oltre a non essere un imballaggio, può contenere tracce di piombo che rendono impossibile il riciclaggio del vetro. La loro presenza nel vetro mette a rischio anche il riciclaggio dell’altro materiale raccolto correttamente, che finirebbe per essere perso. Insomma, un ostacolo per l’economia circolare che possiamo facilmente evitare.

Per evitare che il vetro venga smaltito in discarica invece che riciclato, perché a contatto con materiale improprio, basterà porre una maggiore attenzione da parte nostra. Non solo i bicchieri, anche la ceramica, il pyrex, gli specchi, il cristallo e le lampadine non vanno nel vetro, e lo stesso vale per i sacchetti di plastica utilizzati da molti per raccogliere i pezzi rotti.

Allora dove vanno?

Ceramica, pirex, cristallo, bicchieri: se sono piccole quantità possono essere gettati nell’indifferenziato, mentre per quantitativi maggiori è bene recarsi presso l’ecocentro comunale.
Specchi: non sono riciclabili e vanno conferiti come rifiuti ingombranti.
Lampadine: a parte le lampade a incandescenza e quelle alogene che vanno nel indifferenziato, tutte le altre lampade, come ad esempio i LED, a risparmio energetico o i neon, fanno invece parte della raccolta differenziata dei RAEE e vanno conferite all’ecocentro o presso gli appositi contenitori posizionati nei centri commerciali.

Ricordatevi di non inserire i sacchetti di plastica nel raccoglitore del vetro.

Cosa SÌ va nel vetro

Ora che sappiamo cosa non va nel vetro, è più semplice capire cosa invece sì. Come avevamo detto all’inizio dell’articolo qui vanno conferiti tutti gli imballaggi, quindi:
Bottiglie di vetro: di vino, di birra, di succhi, di liquori, le bottiglie di qualsiasi misura o colore.
Vasetti e barattoli: di marmellata, dei sughi, delle salse e anche quelli dei cibi sott’olio o sott’aceto.
Boccette di profumo
Deodoranti roll-on in vetro

Prima di inserire gli imballaggi di vetro nel rispettivo cassonetto, ricordatevi di svuotarli sempre, non è necessario lavarli, basterà togliere il grosso e svitare i tappi di metallo. Non preoccupatevi di separare le etichette: verrà fatto meccanicamente negli impianti.

Con Junker la raccolta differenziata è un gioco!

La raccolta differenziata a volte può sembrare complicata, quindi per evitare problemi, bisogna sempre informarsi riguardo le regole relative alla raccolta e allo smaltimento del proprio comune di appartenenza (non sono le stesse per tutti). Per farlo possiamo usare Junker che fornisce informazioni aggiornate prese direttamente dai comuni e vi aiuta a fare la differenziata domestica in maniera semplice, veloce e soprattutto senza errori.

Con questa app si risolvono facilmente tutti i problemi con la differenziata. Per sapere come smaltire un prodotto basterà scansionare il codice a barre, e Junker lo individuerà nel suo database di oltre un milione e mezzo di prodotti. E se non lo riconoscesse? niente panico: basterà fotografarlo per avere in pochi minuti tutte le info su quale bidone deve essere utilizzato in base alla zona in cui ti trovi, e indicando persino i materiali che lo compongo.

Le app come Junker giocano un ruolo strategico per il corretto trattamento dei rifiuti perché collegano le nuove tecnologie e i servizi territoriali con la partecipazione attiva dei cittadini, tutto ciò a favore della sostenibilità verso un’economia circolare.

fonte: www.greenme.it


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Nasce Save The Green, il progetto per aiutare migliorare la differenziata

Domopak Spazzy e Junker insieme per un Paese più ecosostenibile




L’attenzione nei confronti della lotta all’utilizzo di materiali non riciclabili e di azioni nei confronti dell’ambiente e del riciclo è sempre più alta. La raccolta differenziata è da tempo diventata fondamentale per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e trasformare in risorse i rifiuti che tutti noi produciamo quotidianamente, dandogli una “seconda vita”.

Domopak Spazzy, da sempre attenta ai principi di economia circolare, utilizza per la realizzazione dei suoi sacchi nettezza plastica riciclata da post-consumo recuperata dalla raccolta differenziata, avvalendosi da più di 20 anni di un processo di riciclo brevettato e certificato. Proprio per sensibilizzare il consumatore su tematiche relative al riciclo e aumentare la buona pratica della raccolta differenziata, Domopak Spazzy lancia il progetto Save The Green, nato in collaborazione con l’App Junker.

Junker è un’app unica in Europa, scaricabile gratuitamente, che aiuta i cittadini a differenziare in maniera semplice, veloce e soprattutto senza errori. Grazie a un database in continuo aggiornamento, composto da oltre 1,6 milioni di prodotti, basta inquadrare il codice a barre dell’imballaggio o, se non presente, scattare una foto, per sapere in tempo reale di quali materiali è composto e come va conferito. Grazie alla geolocalizzazione del device, tutte le informazioni fornite rispettano le specifiche regole del Comune in cui si trova l’utente e sono validate dai Consorzi delle materie.

Il progetto Save The Green vuole aiutare gli Italiani a fare la raccolta differenziata rendendo ancora più accessibile l’utilizzo di Junker grazie ad un QR Code, presente sul pack dei prodotti Domopak Spazzy, che permetterà di scaricare l’App. Scaricando Junker, potremo così differenziare al meglio e aiutare in questo modo il processo di economia circolare.

È importante sapere, ad esempio, che l’alluminio può essere riciclato all’infinito diventando nuovi contenitori e che riciclando 1KG di plastica si risparmiano 2,3 Kg di petrolio e 1,3 Kg di emissioni CO2. Inoltre, la vaschetta di alluminio sporca di cibo non va buttata nell’indifferenziato ma nell’apposito bidone di smaltimento e che la carta forno, se biodegradabile e compostabile come quella Cuki e Domopak, se presenta residui alimentari consistenti va smaltita nella frazione organica.

Save The Green, grazie alla collaborazione con Junker e ai cittadini che utilizzeranno maggiormente l’App per smaltire i propri rifiuti, identificherà il Comune italiano in cui sono state fatte più ricerche per differenziare bene i prodotti di consumo. Tutti i Comuni avranno la stessa possibilità di distinguersi come “più virtuoso” perché il progetto è pensato sia per le piccole comunità che per le grandi città. Infatti, sarà determinante il numero di scansioni per abitante. Il Comune più virtuoso riceverà da Save The Green un contributo per la riqualificazione di un’area verde individuata dal Comune stesso. L’attività di pulizia e ripristino sarà assegnata ad un’associazione o ad una onlus del territorio.

“Il progetto Save The Green nasce per sensibilizzare il consumatore a fare correttamente la raccolta differenziata e per capire le abitudini degli Italiani in merito a questa necessità – afferma Carlo Bertolino Direttore Marketing e dei progetti CSR di Cuki Cofresco. Abbiamo sempre avuto una naturale predisposizione e vicinanza ai temi del riciclo, temi che sono sin dall’inizio nel nostro DNA aziendale. Domopak Spazzy, infatti, si avvale da più di 20 anni di un processo produttivo brevettato e certificato, che permette di recuperare dalla raccolta differenziata della plastica materia prima rinnovata utile per la produzione dei sacchi nettezza. Ci è sembrato naturale, quindi, pensare ad un progetto come Save The Green per favorire la conoscenza dei vari materiali e loro riciclabilità. In Italia, inoltre, la raccolta differenziata è molto frammentata tra le varie amministrazioni ed è molto difficile dare informazioni valide per ogni Comune. Grazie alla collaborazione con Junker vorremmo semplificare questa buona pratica per gli Italiani, e allo stesso tempo aiutare a differenziare correttamente anche tutti i nostri prodotti, oltre al fatto che l’incentivo a differenziare consentirà di avere sempre più plastica da post consumo da rimettere in circolo per la produzione dei sacchetti nettezza”

“Siamo molto felici di dare il nostro contributo a questo progetto, mettendo a disposizione la nostra app – dichiara Noemi De Santis, co-fondatrice e responsabile comunicazione di Junker app: Junker sarà infatti lo strumento abilitante che, coerentemente con la sua mission, renderà più chiare e accessibili le informazioni che devono guidare i consumatori sia nella fase di acquisto sia in quella, successiva, di differenziazione di tutti i rifiuti. La circolarità è fatta di scelte e azioni quotidiani. E il progetto Save The Green è un chiaro esempio di quanto sia importante coordinare e valorizzare l’impegno per la sostenibilità di un’azienda come Domopak-Spazzy, da un lato, e l’attenzione dei cittadini nei confronti di una sempre maggiore riciclabilità e di un corretto conferimento dei prodotti di consumo, dall’altro. Il risultato di questo sforzo comune, al termine della campagna, sarà non solo una differenziata più corretta in moltissimi Comuni d’Italia, ma tornerà indietro concretamente sul territorio del Comune primo in classifica, contribuendo alla riqualificazione di un’area pubblica degradata o trascurata”.

L’iniziativa sarà attiva fino al 30 novembre 2021. Per conoscere tutti i dettagli di Save The Green basta visitare il sito di Domopak Spazzy contribuendo, in questo modo, ad uno smaltimento rifiuti più corretto, riducendo l’impatto ambientale.

fonte: www.rinnovabili.it


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Come differenziare i cinque imballaggi tipici dei prodotti pasquali. I suggerimenti di Junker app per una raccolta differenziata corretta

 









Anche la Pasqua, come il Natale, porta con sé dei prodotti caratteristici che acquistiamo e consumiamo solo in questo periodo come le uova di cioccolato, le colombe e così via. Trattandosi di prodotti che vengono comprati occasionalmente si pone il problema di dove gettare gli imballaggi in modo corretto. Junker app ha messo a punto alcuni consigli utili per il giusto conferimento dei cinque imballaggi tipici di Pasqua.

Le uova sono sicuramente il prodotto più rappresentativo della Pasqua, perché rende felici i bambini e, ammettiamolo, anche i più grandi. Partiamo dall’involucro esterno: le classiche uova da supermercato sono imballate con un involucro di plastica metallizzata. È polipropilene ed essendo imballaggio è conferibile nella raccolta della plastica. Spesso l’uovo è chiuso con un nastrino, da conferire nel secco residuo, e presenta anche una fascetta in cartoncino, che invece va nella raccolta della carta. Parte integrante dell’imballaggio è anche il bicchiere di supporto dell’uovo, che va anch’esso nella plastica. Che dire, invece, della sorpresa all’interno? Anche il contenitore della sorpresa va nella plastica, essendo imballaggio. Se poi la sorpresa non è gradita e vogliamo sbarazzarcene, via nel secco residuo poiché non è un imballaggio.

Gli ovetti di cioccolato sono ricoperti di alluminio e l’imballaggio va conferito insieme alle lattine

Gli ovetti di cioccolato di dimensioni più ridotte, ma non meno buoni dei loro cugini più grandi ce ne sono tanti tipi diversi. Una cosa li accomuna: la carta che li ricopre è alluminio. Per questo va conferita insieme alle lattine e agli altri imballaggi metallici.

La colomba simbolo della Pasqua ha un imballaggio molto simile a quello del panettone. Abbiamo infatti una scatola esterna che va nella raccolta della carta; un involucro interno che invece va nella raccolta della plastica. La maniglia nel secco residuo, così come la base che circonda il dolce. La base può essere conferita nell’organico solo se compostabile, e ciò deve essere indicato sulla confezione. In ogni caso, non va gettata nella raccolta della carta!

La gallina di cioccolato nel cestino richiede una certa attenzione. L’involucro esterno è spesso identico a quello degli ovetti, dunque va conferito insieme alle lattine. Il cestino in cui sono adagiati questi animaletti da mangiare è in vimini o legno verniciato e bisogna portarlo all’ecocentro, dove c’è la raccolta del legno. E la paglietta che riempie il cestino? Se è in materiale plastico, va conferita nella plastica, poiché è considerata imballaggio. Se è naturale, invece, va nell’organico.

Le candele decorative non si usano soltanto a Natale perché, creano atmosfera anche a Pasqua! Non sono però riciclabili e vanno purtroppo nel secco residuo. Insomma, non bisogna abbassare la guardia sulla raccolta differenziata, neanche a Pasqua! E se ci sono altri imballaggi tipici di questo periodo che non sai come conferire, il suggerimento è sempre lo stesso: chiedilo a Junker!

fonte: www.ilfattoalimentare.it


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Arriva la prima tariffa rifiuti calcolata sulla CO2 prodotta

La rivoluzione parte da un piccolo Comune marchigiano, Terre Roveresche, che per la prima volta in Italia premierà i cittadini che producono meno rifiuti e differenziano meglio, facendoli pagare in base all’impronta di carbonio della loro spazzatura





La tariffa puntuale tende una mano alla decarbonizzazione e alla lotta climatica. Succede a Terre Roveresche, nella Marche, dove per la prima volta in Italia si applicherà una tariffa rifiuti legata alla CO2 prodotta. L’iniziativa arriva al termine di un progetto pilota chiamato Carbon WastePrint, coordinato dall’ingegnere Andrea Valentini dello studio associato Waste Lab e da Luca Belfiore di Altraleonia e condotto col supporto dell’app utility per la raccolta differenziata Junker.

L’obiettivo di Carbon WastePrint era ambizioso. Il progetto mirava a creare una nuova metodologia di calcolo che permettesse di identificare e quantificare i comportamenti delle utenze nella gestione dei propri rifiuti, sia in termini di prevenzione che di raccolta differenziata. Confrontando in questo modo la differenza di impatto tra le diverse azioni attraverso la conversione in un unico parametro di riferimento: la CO2 prodotta (o evitata).

Il risultato è un modello certificato che nel 2019 è stato testato per la prima volta in due comuni italiani: Mompeo (RI) e Terre Roveresche (PU). Oggi, ad un anno dalla sperimentazione, il piccolo comune marchigiano e i suoi 5mila abitanti sono pronti ad adottare la nuova tariffa rifiuti basata sulla CO2.

Come funziona la tariffa rifiuti basata sulla CO2?

L’amministrazione locale ha approvato un nuovo regolamento che rende questa innovazione attiva dal primo gennaio 2021. Nel dettaglio, il prossimo anno, la tariffa rifiuti sarà calcolata a partire dalla quantità di differenziata e da eventuali riduzioni dei volumi di spazzatura prodotta. Come sarà reso possibile alla pratica? Attraverso la distribuzione di bidoncini dotati di tag RFID, che contabilizzeranno ogni conferimento per ogni singola tipologia di scarto. Quindi basterà moltiplicare tali quantità per opportuni fattori di emissione, determinando così la CO2 generata da ogni utenza.

“Grazie a questo metodo – spiega Andrea Valentini – anche le buone pratiche legate al mondo del riuso o contro lo spreco alimentare troveranno soddisfazione economica nel computo della tariffa. Ma, soprattutto, gli utenti avranno immediata consapevolezza di quale azione, nella propria gestione dei rifiuti, comporti minori impatti ambientali e quindi maggiori vantaggi economici, incentivando così un miglioramento continuo dei propri comportamenti, che è lo spirito stesso dell’economia circolare”.

Fondamentale, sia per la fase di test che per quella operativa del prossimo anno, il supporto innovativo di Junker, l’app utility smart per la raccolta differenziata più usata dagli italiani. L’applicazione ha reso possibile il coinvolgimento, diretto e interattivo, della cittadinanza in tutte le fasi della sperimentazione. E per motivare gli utenti, ha lanciato una vera e propria “sfida” a premi, chiedendo di effettuare una separazione dei rifiuti particolarmente attenta e di comunicare per tempo la necessità (o meno) di ritiro dei propri rifiuti nel rispetto del calendario delle raccolte. Queste iniziative, insieme ai dati raccolti, hanno consentito di validare il modello in base alla metodologia certificata “Carbon WastePrint”.

Nella sola fase di sperimentazione, nel 2019, a Terre Roveresche è stata certificata una riduzione di 2.352 tonnellate di CO2 derivanti dalla gestione dei rifiuti. Parallelamente, l’attivazione di processi virtuosi ha permesso al Comune di risparmiare 15mila euro, risorse che saranno restituite entro la fine dell’anno ai cittadini più meritevoli.

fonte: www.rinnovabili.it

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Ecospedia, il nuovo servizio app per una spesa con meno plastica

Dal 1 ottobre è disponibile su Play Store e App Store un nuovo servizio rivolto a sette comuni del Consorzio dei Navigli per scegliere dove acquistare prodotti con meno imballaggi in plastica.




Da oggi una spesa con meno plastica e più consapevole è possibile grazie al servizio ECOSPEDIA, servizio offerto all’interno dell’App Junker e rivolto ai territori di Corbetta, Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Cisliano, Cusago, Ozzero e Morimondo, su iniziativa del Consorzio dei Comuni dei Navigli e in collaborazione con Confcommercio Abbiategrasso.

ECOSPEDIA è stato realizzato da A.I.C.A. (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) nell’ambito del progetto “Plastic Challenge” indetto dalla Fondazione Cariplo.

L’obiettivo di ECOSPEDIA – accessibile scaricando l’App Junker tramite Play Store o AppStore a partire dal 1 ottobre 2020 – è quello di indicare attraverso una facile mappa l’esercizio commerciale più vicino che offre imballaggi alternativi alla plastica. I punti commerciali saranno consultabili direttamente sulla mappa oppure filtrando per prodotto (acqua, uova, latticini, carne, pesce, detersivi, ecc.). Inoltre, i negozi aderenti alla rete di ECOSPEDIA saranno identificabili tramite l’adesivo apposto all’ingresso del locale.

L’App viene lanciata con tutti i servizi informativi inerenti alla raccolta differenziata previsti da Junker, mentre nell’area dedicata a ECOSPEDIA, accessibile tramite un pulsante ben visibile, si potranno trovare già i primi negozi aderenti alla rete: da questo momento qualunque negozio dei territori selezionati sia in grado di offrire prodotti a basso contenuto di plastica o totalmente plastic-free può aggiungersi alla rete. Sarà sufficiente contattare l’associazione A.I.C.A. o rivolgersi al Consorzio dei Comuni dei Navigli.

Infine, il servizio ECOSPEDIA offre anche una serie di buone pratiche plastic-free: grazie a uno studio di benchmark realizzato prima del lancio della campagna, nell’App è stato inserito un elenco di consigli utili su come ridurre la plastica nella propria spesa e quali nuovi servizi potrebbe ospitare il proprio territorio in futuro.


“Meno plastica, una spesa fantastica”

È questo il claim che accompagna il lancio di ECOSPEDIA. In Italia, infatti, su circa 2,2 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica immessi al consumo nel 2017, circa il 43,5% è stato avviato a riciclo, mentre il 40% è stato oggetto di recupero energetico. Su un trend che vede un aumento costante dell’immissione al consumo, la quota parte di plastiche non riciclate è rimasta essenzialmente invariata negli ultimi 4 anni. Tale contesto ci dimostra che è necessario agire soprattutto in un’ottica di prevenzione e riduzione, puntando prioritariamente sul cambiamento delle abitudini di consumo e degli stili di vita, in ottica di economia circolare.

Il progetto ha come obiettivo quello di rendere protagonisti di questo paradigma gli esercizi commerciali di prossimità, perché siano essi stessi a farsi portatori del cambiamento.

«Il progetto Ecospedia prevede un cambio delle abitudini di acquisto dei cittadini e il coinvolgimento del territorio in un progetto innovativo che crea da un lato legami e gesti nuovi e che dall’altro coinvolge interlocutori differenti, da chi gestisce i rifiuti, ai commercianti, ai Comuni oltre al Consorzio dei Comuni dei Navigli e alla Confcommercio Abbiategrasso. – spiega Emanuela Rosio, Presidente di A.I.C.A. – L’obiettivo di A.I.C.A. è aiutare i cittadini a scegliere e renderli consapevoli che si può fare acquisti in modo diverso e soprattutto che è un diritto dei consumatori acquistare prodotti con meno imballi, rispondendo proprio alle loro richieste che abbiamo raccolto e analizzato con una survey realizzata nei mesi scorsi».

«Continuano le azioni concrete per promuovere nel territorio “buone pratiche” quotidiane, volte da un lato a ridurre l’inquinamento, dall’altro ad aumentare progressivamente gli standard di qualità della vita. – afferma Carlo Ferrè, presidente dei Comuni del Consorzio dei Navigli – I cittadini dei nostri comuni consorziati hanno sempre aderito con grande interesse ai progetti e alle campagne di sensibilizzazione ambientale dimostrando di essere virtuosi e lungimiranti. In questo modo si riesce a creare una fitta rete territoriale, fatta di persone “responsabili e consapevoli”, che permette anche di ottimizzare il sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani, per esempio riducendo le diverse tipologie di scarti, in primis la plastica, e migliorando la qualità della differenziata».

fonte: www.envi.info


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Non solo imballaggi. Con l’app Junker ora basta una foto per differenziare tutti i rifiuti grazie all’intelligenza artificiale















“E questo dove lo butto?” Una domanda che, prima o poi, tutti si sono posti davanti a un imballaggio dubbio e senza indicazioni di smaltimento, o peggio di rifiuti come piatti rotti e penne esaurite, che possono diventare un grattacapo quando non si hanno sottomano le istruzioni della raccolta differenziata del nostro comune. E allora che fare? Per aiutare i cittadini confusi, negli anni sono nate diverse app per la raccolta differenziata, come la popolarissima Junker (ne avevamo già parlato qui), prima in Europa spiegare come separare correttamente confezioni e imballaggi semplicemente inquadrando il codice a barre, che ha recentemente lanciato la nuova funzione “inquadra e differenzia” basata su tecnologie di riconoscimento immagine.

È sufficiente fotografare l’oggetto – per esempio, un cucchiaino da tè – di cui vogliamo scoprire le modalità di smaltimento e il sistema proverà a riconoscerlo. Una volta inviata la foto, in pochi secondi arriverà la risposta e l’app ci chiederà se è corretta o sbagliata. Se la risposta è giusta e il software ha riconosciuto l’oggetto, fornirà informazioni sulla sua composizione e su come smaltirlo nel modo giusto: nel nostro caso, negli ingombranti metallici. Se invece la risposta è sbagliata e il sistema non ha riconosciuto l’oggetto, lo si può comunque cercare manualmente nel database dell’app, una funzione già presente in precedenza, ma sicuramente meno immediata del riconoscimento fotografico.


Con l’app Junker si può scoprire come smaltire oggetti e rifiuti senza codice a barre grazie al riconoscimento fotografico e all’intelligenza artificiale

La funzione, infatti è ancora in beta, cioè il sistema sta ancora “imparando” a identificare correttamente gli oggetti dalle foto degli utenti. “Abbiamo lavorato molti mesi per arrivare a questo risultato – sottolinea Giacomo Farneti di Junker – Si tratta infatti di una tecnologia sperimentale, mai applicata prima d’ora in questo campo, basata su un sistema di apprendimento automatico che si evolve grazie alla collaborazione degli utenti”. Quindi, più fotografie vengono caricate, meglio il sistema imparerà a riconoscere i rifiuti. Per il momento, è lecito

In più, se il proprio comune di residenza è uno degli 800 che hanno aderito alla rete Junker, l’app dirà anche se deve essere conferito presso una piattaforma ecologica (come nel caso del nostro esperimento), con tanto di indirizzo e orari, oppure se è previsto il ritiro porta a porta e con quali modalità.

Il cavallo di battaglia di Junker, però, resta il sistema di ricerca dei prodotti basato sui codice a barre, che già oggi riconosce oltre 1,6 milioni di prodotti, di cui 220 mila segnalati dagli utenti. Infatti, se un prodotto o un oggetto non sono presenti nel database dell’app è possibile inviare una segnalazione, così che le informazioni di smaltimento vengano inserite e rese disponibili agli altri 1,3 milioni di utenti che l’hanno scaricata gratuitamente.

fonte: www.ilfattoalimentare.it


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Ecolamp e Junker, una partnership per smaltire i RAEE con un clic


























Come e dove è possibile conferire correttamente un RAEE - Rifiuto da Apparecchiatura Elettrica o Elettronica? La risposta da oggi arriva in un clic, grazie alla partnership tra Ecolamp, il consorzio per il recupero e lo smaltimento dei RAEE, e Giunko, la startup italiana che ha realizzato Junker, la app gratuita che aiuta a fare la differenziata domestica in modo semplice, riconoscendo ogni prodotto con un clic.
L’utilizzo della app è intuitivo: dopo aver inquadrato il barcode sul prodotto con la fotocamera dello smartphone, l'applicazione individua tutti i materiali che lo compongono e, per ognuno di essi, viene indicato il bidone corretto in cui conferirlo in base alla località. Per i RAEE sono disponibili anche una serie di tag, che consentono la corretta identificazione del prodotto e la visualizzazione su mappa, con una grafica dedicata, dei diversi punti di conferimento per questa categoria di rifiuti. I RAEE, infatti, non sono tutti uguali: le lampadine, ad esempio, necessitano di appositi contenitori, i frigoriferi non vanno smaltiti con i telefonini e i RAEE di piccolissime dimensioni possono essere consegnati anche presso alcuni punti vendita della distribuzione senza alcun costo e senza dover effettuare alcun acquisto.
Queste sono solo alcune curiosità e informazioni utili che Ecolamp ha condiviso con gli sviluppatori dell’app Junker, uno strumento innovativo ed integrativo rispetto ai tradizionali canali di informazione sulla raccolta differenziata. L’obiettivo comune è quello di favorire l’incremento dei conferimenti presso i diversi centri di raccolta diffusi sul territorio e, al contempo, di contrastare l’abbandono dei RAEE nell’ambiente o nell’indifferenziato.
Ecolamp, fondato dai principali produttori nazionali e internazionali del settore illuminotecnico presenti sul mercato italiano, è un consorzio senza scopo di lucro attivo dal 2008 nella corretta gestione dei RAEE. Con oltre 3mila tonnellate di rifiuti avviati a riciclo ogni anno, da cui viene recuperato più del 95% di materie prime, il consorzio sostiene da sempre la comunicazione al cittadino attraverso eventi, campagne informative, attività di comunicazione su web e social, a cui oggiAggiungi un appuntamento per oggi si aggiunge anche l’app Junker.
"Siamo certi che questa collaborazione rappresenti un’opportunità per rendere sempre più informati e consapevoli i numerosi cittadini sensibili ai temi della sostenibilità ambientale, che da oggi avranno a disposizione uno strumento in più - dichiara Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp -. Grazie all’app, i consorzi come Ecolamp, i Comuni e altri operatori del settore possono veicolare ad un pubblico ampio di consumatori, in modo intuitivo e immediato, le informazioni sulla raccolta dei RAEE, e non solo, proponendo approfondimenti e buone pratiche che contribuiscono alla realizzazione di una concreta economia di tipo circolare".
La mission di Junker è fornire agli utenti l’informazione sul packaging di oltre un milione di prodotti specifici e indicare il corretto bidone di smaltimento in base alle regole del Comune in cui l’utente è localizzato ed è fra l’altro l’unica app in Europa capace di offrire questo servizio. L’applicazione, che di recente è stata anche inserita nel Libro Bianco delle Buone Pratiche di Economia Circolare del Parlamento Europeo, codifica più di un milione e 500mila prodotti singoli e mille categorie di materiali generici. Se il prodotto non è presente nel database di Junker, è sufficiente inviare una foto e si riceve un feedback in pochi minuti. Una modalità intuitiva e alla portata di tutti che in pochi passaggi produce un vantaggio informativo per l’intera comunità, garantendo la massima usabilità e sostenendo la partecipazione degli utilizzatori.
”Junker nasce dalla volontà di aiutare i cittadini a differenziare correttamente e rapidamente anche i prodotti più difficili, come ad esempio i RAEE, e per contrastare gli abbandoni in discariche abusive, favorendo il riciclo delle materie prime di cui sono composti. Ma risultati significativi possano essere ottenuti solo grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, che, nell’era delle applicazioni in mobilità, chiedono un servizio semplice e di facile utilizzo. In quest’ottica, la collaborazione con il consorzio Ecolamp è particolarmente importante per una categoria di prodotti tra le più ricercate nel nostro database” sostiene Benedetta De Santis, fondatrice di Giunko.

fonte: http://www.e-gazette.it

TGR Piemonte: la città di Torino lancia Junker per la raccolta differenziata

Il TGR Piemonte annuncia l'arrivo di Junker a Torino, come strumento abilitante per i cittadini per un miglioramento di quantità e qualità della raccolta. In più calendari con notifiche e punti di conferimento su mappa.







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JUNKER sul TG di Ricicla TV

29 dicembre 2017: Junker è stata accolta con grande entusiasmo dai Baresi, che lo hanno già scaricato in 8000 per fare la differenziata porta a porta con attenzione e puntualità, a dimostrazione che quando hanno gli strumenti gli italiani, ovunque siano, sono volenterosi e pronti a cambiare abitudini e comportamenti.

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