Visualizzazione post con etichetta #PlasticFree. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #PlasticFree. Mostra tutti i post

Plastica in mare e negli oceani: ecco gli “aspirapolvere” che la catturano e raccolgono



Il World Economic Forum prevede che nel 2050 il peso della plastica negli oceani supererà il peso degli animali marini. Che fare dunque con le tonnellate di rifiuti che inquinano i nostri mari? Dalle barriere ai robot fino fino alla barca made in Italy, sono tanti i sistemi che provano a ripulire il patrimonio blu
L’inquinamento da plastica è una delle minacce più pericolose per i mari e oceani del pianeta che compromette gravemente ...

Cinque consigli per un’estate plastic free

Si sa che durante le vacanze tendiamo a lasciarci andare. Lo facciamo anche per ciò che riguarda gli sprechi. Ma l'attenzione per l'ambiente non può concedersi ferie. Dalle borracce ai prodotti sfusi, ecco una serie di pratici suggerimenti per portare con sè alcune pratiche circolari. Da far circolare



L’inquinamento da plastica è uno dei più gravi problemi ambientali che affligge il Pianeta. Nel Belpaese spesso ce ne accorgiamo soprattutto d’estate quando andiamo al mare e vediamo le nuove specie alloctone che invadono le spiagge: frammenti di buste, confezioni, pacchetti di ogni colore e forma.

Pensate che in base ai dati raccolti e analizzati dal sito Our World in Data, specializzato in ricerche che mostrano come stanno cambiando le condizioni di vita nel mondo, è stato calcolato che dal 1950 ad oggi sono stati prodotti circa 8.300 milioni di tonnellate di plastica, 5.800 milioni di queste non sono più in uso, ma solo il 9% è stato riciclato, mentre il restante 91% è stato bruciato o disperso nell’ambiente. La plastica oramai si trova ovunque dalle profonde fosse marine, alle vette più alte della terra fino ai ghiacciai: se l’andamento della sua produzione proseguirà nella maniera attuale si stima che potrebbe raggiungere i 34 miliardi di tonnellate nel 2050 e di queste almeno 12 tonnellate andrebbero a incrementare la massa dei rifiuti sparsi in tutti gli ambienti.

Numeri che sono prova di come l’inquinamento da plastica è una responsabilità collettiva dell’umanità e che trae origine sia dalla cattiva gestione dei rifiuti sia dall’abuso nell’utilizzo di prodotti monouso realizzati con questo materiale che, nonostante sia stato creato per semplificare le nostre vite, si è trasformato in un problema da risolvere se si vuole garantire la sopravvivenza degli ecosistemi della Terra.

Cosa può fare ciascuno per ridurre la plastica monouso

Quello che ogni persona può sicuramente fare è porre in essere comportamenti nelle scelte di vita quotidiana che portino a ridurre drasticamente l’utilizzo di prodotti usa e getta di plastica, condotte che se per molti sono ormai diventate uno stile di vita nella routine giornaliera possono però trovare degli ostacoli nel periodo vacanziero: ammettiamolo, le vacanze sono il regno indiscusso dei prodotti monouso e del packaging superfluo.

Ecco quindi, qualche semplice consiglio per rendere il periodo più spensierato dell’anno plastic free, perché il rispetto per l’ambiente non può avere giorni di ferie.

La borraccia sempre con voi

Prima regola non cedere alla tentazione di pensare di acquistare l’acqua dove capita magari ricorrendo alle obsolete bottigliette di plastica, ma portate sempre con voi la borraccia. Oramai in commercio se ne trovano di diversi formati adatti sia per adulti che per bambini, tante poi le fantasie in grado di venire incontro ai gusti estetici di ogni persona. Inoltre, riempirla non sarà un problema neanche in vacanza con le app che segnalano i vari punti dove poterla ricaricare. Grazie, ad esempio, alla piattaforma Refill Now è possibile scoprire facilmente i punti d’acqua pubblici o privati (bar, ristoranti, hotel) nei quali poter riempire la borraccia. Simile anche l’app Fontanelle d’Italia nella quale sono già indicate 35mila fontanelle lungo tutto lo stivale per dissetarsi e fare “scorta”, una piattaforma quest’ultima dove è possibile anche dare il proprio contributo segnalando eventuali nuove fontanelle non ancora individuate.

Quindi non ci sono scuse per essere veramente green e trendy, che sia per un viaggio lungo, un’escursione o semplicemente per una passeggiata portate con voi la vostra fidata alleata nella tutela dell’ambiente.

Sapone e shampoo solido

Per la beauty routine abbandonate anche in vacanza le tradizionali confezioni di shampoo e bagnoschiuma e optate per soluzioni ecofriendly come le saponette e lo shampoo solido, quest’ultimo oramai disponibile anche nella formula due in uno con balsamo incluso. Una scelta che vi consentirà di eliminare i flaconi in plastica e di avere più spazio in valigia evitando, allo stesso tempo, il rischio che il prodotto liquido si possa rovesciare inondando gli indumenti. Sia le saponette che gli shampoo solidi hanno la stessa capacità lavante dei detergenti liquidi, diverse le profumazioni e le proprietà che dipendono dai componenti naturali utilizzati per la loro produzione, sono plastic free nel packaging e in aereo possono essere trasportati anche nel bagaglio a mano senza avere problemi con i “liquidi”. Se avete ancora dubbi sul loro utilizzo, sappiate che durano molto più a lungo dei flaconi di bagnoschiuma e shampoo, generando quindi un risparmio economico non trascurabile.

Inoltre, per chi avesse scelto per il meritato riposo di prendere una casa in affitto vi sveliamo che esiste anche il sapone solido per lavare i piatti, quindi perché continuare con i vecchi flaconi che poi magari troverete tra qualche anno come rifiuto sulla vostra amata spiaggia? Un’ottima soluzione da utilizzare naturalmente anche quando si torna nella propria abitazione.

Per i pasti non dimenticate a casa le buone regole

Durante le vacanze accade più frequentemente di concedersi pranzi e cene fuori in ristoranti e pizzerie o semplicemente nei sempre più numerosi food truck presenti sulle vie e piazze di ogni città o luogo di villeggiatura. Anche in queste occasioni è possibile fare la differenza per l’ambiente, ad esempio chiedendo che le bevande portate al tavolo siano in brocca o in bottiglie di vetro.

Se invece volete optare per del buon cibo di strada, basta dire “no grazie” a forchette e coltelli di plastica che spesso lo accompagnano, l’alternativa può essere quella di portare con voi delle posate da casa o acquistarne di pieghevoli prima di partire. E per i piatti? Sarà sufficiente avere un porta vivande riutilizzabile da riempire con ogni prelibatezza che vogliate assaggiare. Una soluzione ideale anche nel caso di una gita o di un bel picnic plastic free.

Tovaglioli di stoffa multiuso

I tovaglioli di stoffa in vacanza possono trasformarsi in un vero strumento multiuso che vi potrà essere di aiuto in numerose occasioni. Innanzitutto, è indispensabile per pulire mani e bocca dopo un lauto pasto, ma non solo. È possibile utilizzare questi tovaglioli anche per avvolgere panini, pizza o altre cibarie da riporre nello zaino per un pranzo al sacco e che “magicamente” si potranno trasformare, al momento del pasto, anche in un’utile tovaglietta.

Una volta tornati a casa o in albergo si potrà poi lavarli e utilizzarli ancora infinite volte consentendo di dire addio a prodotti per il confezionamento che se non correttamente smaltiti finiranno per andare a incrementare i cumuli di rifiuti sparsi nell’ambiente.

Prodotti sfusi una scelta di gusto

Se poi avete necessità di fare la spesa preferite i prodotti sfusi venduti nei mercati locali, una scelta che vi permetterà di evitare inutili imballaggi di plastica e che vi darà la possibilità di scoprire sia dei buonissimi prodotti a Km0 sia di conoscere la gente del posto.

E naturalmente per gli acquisti non dimenticate la shopper riutilizzabile da tenere sempre in borsa o nello zaino pronta per essere utilizzata.

Ora avete tutti gli strumenti per non mandare in vacanza il vostro impegno a tutela del Pianeta.

fonte: economiacircolare.com


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Fabiana: “Con Serendipity offro il mio contributo per un mondo plastic free”

Il coraggio e l'entusiasmo di una giovane che ha mollato una vita e un lavoro sicuri per dare il proprio contributo alla riduzione dell'impatto ambientale dei nostri consumi. Ecco la storia di Fabiana, fondatrice di un negozio di prodotti plastic free, ecologici e alla spina.




«Mollare il lavoro a tempo indeterminato non è stata una scelta facile: mi occupavo della parte digital in azienda, l’ambiente era giovane, ma nella mia testa c’erano altri progetti, altri sogni. Avevo in mente di creare uno spazio virtuale in cui potessi parlare di prodotti che non fossero legati a un consumo compulsivo e immediato, ma che fossero un risultato di scelte consapevoli, che non danneggiassero il pianeta».

È così che Fabiana Cakilli, 32 anni, brianzola DOC, mi racconta di Serendipity, un progetto che nasce all’esigenza di fare qualcosa di concreto per contrastare l’inquinamento da plastica usa e getta, un problema a dir poco dilagante. Un’idea carica di sfida e di coraggio che racchiude e racconta un mondo bello e buono. In pratica si tratta di un e-commerce di prodotti 100% plastic free, che vende alternative alla plastica monouso nella vita quotidiana. Ci facciamo raccontare meglio da lei la storia e la filosofia del suo progetto.

Com’è nato tutto?

Il mio sogno era quello di realizzare uno spazio in cui la gente potesse conoscere prodotti nuovi, organici, ma senza packaging e soprattutto potesse acquistarli, ricevendoli in un pacco senza imballaggi in plastica o incarti superflui. Rimuginavo su queste idee da mesi, ma non avevo ancora realizzato che avrei potuto mettere in piedi tutto. Mi sembrava troppo grande come progetto e gestirlo da sola mi spaventava un po’. Ma davvero il supporto (morale e concreto, nel montare scaffali e altre attività) della mia famiglia è stato fondamentale, senza di esso non avrei mosso un passo.

La famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la visione di alcuni documentari su Netflix, in particolare “A Plastic Ocean”: tantissimi animali marini e uccelli che morivano per colpa del comportamento dell’uomo. Sono rimasta scioccata quando ho visto come le tartarughe soffocavano a causa dei sacchetti di plastica o come interi ecosistemi venivano distrutti dall’accumulo di rifiuti su spiagge un tempo paradisiache. Non potevo accettare tutto questo, non potevo continuare ad andare per la mia strada senza far niente. Non sarebbe bastato cambiare abitudini di consumo come singolo e renderle più sostenibili per il pianeta. Dovevo fare di più. Un anno dopo, la consapevolezza di quello che potevo creare ha raggiunto il suo apice e ho trovato il coraggio di mollare il lavoro sicuro e gettarmi in quest’avventura.

Com’è strutturato Serendipity?

Il progetto e lo shop Serendipity nascono per il bisogno di condividere con gli altri una strada più sostenibile, seguendo la serendipità: imbattersi in qualcosa che non si sta cercando, ma che si rivela la scelta giusta, il destino da inseguire. Nel negozio online si possono trovare prodotti alternativi alla plastica usa e getta per vari ambiti: bagno, cucina, viaggi, pulizie, bambini, regali ed in ogni categoria è possibile trovare il sostituto naturale e plastic free all’accessorio che usiamo nel quotidiano. Shampoo solido, dentifricio in crema in barattoli di vetro o in pastiglia, detersivo solido per i piatti, spugne in luffa, cannucce di bambù e di metallo.



Come l’ecologia e questo progetto hanno cambiato la tua vita?

Il progetto Serendipity mi ha permesso di credere nuovamente in me stessa, negli altri e nelle capacità che ognuno di noi ha di cambiare realmente la propria strada e le proprie abitudini. Sembra che quando si impara qualcosa, la si interiorizza per sempre e non si possa mettere in discussione, ma è così che cominciamo ad appassire. L’ideale sarebbe metterci in gioco su qualsiasi argomento, farci domande (anche scomode), informarci su quello che non conosciamo a fondo e non abbatterci se non troviamo risposte o se falliamo nel cambiare qualcosa. Non c’è un vero fallimento, è tutto un percorso di sperimentazione, di mattoncini da impilare, e se qualcuno di questi cade pazienza, ci si costruisce intorno oppure si inizia da un’altra parte.

In che modo la tua community familiare e social ti hanno aiutata in questo percorso?

Cerco di ritrasmettere l’entusiasmo e la positività che loro trasmettono per creare davvero un ambiente di cambiamento ottimista e senza colpevolizzazioni. Tutti possono fare la differenza nel proprio piccolo e l’energia che ci mettono è davvero contagiosa. Si cambia con l’esempio delle altre persone, senza terrorizzare nessuno. Si cambia tutti insieme, si cade e ci si rialza, sempre cercando di comprendere che ognuno ha un livello di consapevolezza diverso. In quest’ultimo anno ho notato che sempre più persone si sentono coinvolte in questo clima di cambiamento di abitudini e cercano davvero di apportare delle modifiche importanti ai propri consumi.



Che suggerimenti daresti per chi vuole avvicinarsi al plastic free nel quotidiano?

Il primo passo è sempre quello della consapevolezza di voler cambiare abitudini piano piano, perché ci si è informati da fonti attendibili e si è arrivati alla conclusione che si può agire concretamente. Se sono arrivati sui miei canali, allora hanno già sviluppato un interesse verso questo universo eco-compatibile e sicuramente sono pronti a fare il salto. Ognuno può fare la differenza, ogni persona può avviare dei cambiamenti nella propria routine quotidiana e farà la differenza per il mondo. In senso pratico, si può quindi iniziare a usare la saponetta al posto del sapone liquido; oppure cominciare a rifiutare le borse della spesa al supermercato perché se ne ha una riutilizzabile con sé. Si può cominciare a bere da una borraccia e poi passare a usare cannucce di metallo o bambù al posto di quelle monouso. La trasformazione graduale è importante e non si è mai soli in questo percorso. Tramite il blog e l’account Instagram di Serendipity si sta creando uno scambio importante tra le persone con cui ci si confronta e si dialoga attorno all’adozione di prodotti plastic free. Ci si dà consigli e cerco di offrire ogni giorno nuovi spunti per cambiare abitudini o meglio per tornare a quelle dei nostri nonni, che la plastica usa e getta non sapevano nemmeno cosa fosse. Il mio shop permette a tutti di accedere a questa tipologia di prodotti (sia per la possibilità di riceverli a casa sia per i prezzi accessibili) e, piano piano, di diminuire il proprio impatto.

Progetti futuri?

Per ora ci sono progetti di divulgazione e sensibilizzazione sui canali social e sul blog dello shop, con il coinvolgimento di esperti e green influencer. A settembre dovremmo riuscire a organizzare una pulizia spiagge o sul territorio di Milano con alcune associazioni. E poi chissà, tutto cambia velocemente: sono contenta che Serendipity faccia parte di questa piccola rivoluzione gentile. Stiamo andando nella giusta direzione e anche se la strada è lunga sono sicura che ne usciremo tutti migliori… e anche il Pianeta ringrazierà!

fonte: www.italiachecambia.org


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

#VivoGreen: #Facciamo la #Spesa al #Negozio del #Futuro








 

#RifiutiZeroUmbria @Cru_rz


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Aperitivo PlasticFree - Perugia, Giovedi 15 luglio 2021 dalle ore 18.00

 

#RifiutiZeroUmbria ZeroWasteItaly #FiorivanoLeViole


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

#VivoGreen: il #Negozio del #Futuro #Presente a #Terni

#RifiutiZeroUmbria @Cru_rz ha fatto la sua visita al negozio #VivoGreen di #Terni.









E' il #Negozio del #Futuro, dove si prova a #ridurre al #minimo gli #imballaggi, dove trovare #prodottisfusi o #prodottiallaspina, a #kmzero, dove viene #regalata #acqua alla #spina, un futuro che torna dal passato e che speriamo diventi #presente prima possibile #nonsoloaTerni per #ridurre #azzerare l'#impatto della #piccola e #grandedistribuzione che possiamo annoverare tra i #maggioriresponsabili della #produzionerifiuti #daimballaggio

Anna Rita Guarducci intervista David Milani, responsabile del negozio #VivoGreen


#RifiutiZeroUmbria @Cru_rz


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

#Plasticfree. Il marmo al posto della plastica

La pietra che sostituisce la plastica. Un nuovo prodotto in marmo altamente ecologico.



Un nuovo prodotto da cucina e da pasticceria “altamente ecologico” potrebbe sostituire gli oggetti di plastica provenienti dalla Cina, per giunta “a prezzi molto più concorrenziali”.

È l’idea che da qualche mese sta portando avanti Nicola Dell’Erba, titolare della ditta “Petra” di Bronte (Catania), una decina di dipendenti ai piedi dell’Etna, specializzata nell’arte, nell’innovazione e nel design attraverso la lavorazione di qualsiasi tipo di pietra, dal marmo al basalto lavico.

“Dallo scorso dicembre – dice Dell’Erba – realizziamo oggetti di uso comune che sostituiscono le materie plastiche. Ci stiamo specializzando negli utensili usati quotidianamente in cucina e in pasticceria”. Quali? In primo luogo lo “spalmino” interamente in pietra, creato in vari colori e personalizzabile (il resto è top secret “per evitare – puntualizza Dell’Erba – che ci rubino l’idea”): “Serve a distribuire la crema , nei panettoni, nelle colombe, e sulle fette di pane, ma anche per raccoglierla dai contenitori”.

Il progetto si chiama “plaka”, dalla parola greca “piastra”, da cui deriva il nome del più antico quartiere di Atene. L’iniziativa ha incuriosito diverse aziende locali – anche grosse – impegnate nella lavorazione della crema al pistacchio (specialità brontese per antonomasia; ma anche alla fragola, alla nocciola, al cioccolato, all’arancia, eccetera), specie nella farcitura di panettoni e di colombe, e in pochi mesi stanno piovendo le richieste.

Economia circolare. “In poche parole”, spiega Dell’Erba, “ricicliamo gli scarti della pietra che provengono dall’industria marmifera e facciamo dei piccoli manufatti utilissimi a determinati scopi: a cominciare dall’industria agroalimentare, in quanto possono entrare a contatto con gli alimenti”

Basta recarsi nell’azienda di questo “artista della pietra” per capire di cosa stiamo parlando. L’intero primo piano è riservato al design. Su diversi fogli sparsi sui tavoli sono presenti gli schizzi con i quali si progetta l’oggetto: “Deve avere delle linee raffinate e al tempo stesso deve essere maneggevole, altamente resistente agli urti, molto leggero (non supera i 35 grammi)”. Al centro dello “spazio creativo” una strumentazione al laser per incidere perfettamente i contorni, “in modo da adattare l’oggetto alle singole esigenze”.

Al piano terra, immensi blocchi di pietra provenienti dall’Etna, dall’Italia e dall’estero, attendono di essere plasmati e lavorati dai potenti macchinari che si trovano nel capannone, per essere esportati in tutto il mondo: fra essi, gli ultimi prodotti della ditta Petra.

“La voglia di creare oggetti in pietra, alternativi alla plastica – afferma Dell’Erba– ha dato forza ed energia all’intero progetto. L’ecosostenibilità non deve in alcun modo creare oggetti sostitutivi alla plastica con qualità inferiori e costi maggiori. Questo oggi è possibile grazie alla robotica industriale e alla creatività degli artisti”.
L'azienda Nicola Dell'Erba Marmi

La storia della Nicola Dell'erba Marmi affonda le sue radici nei maestri Comacini, da dove ha origine la famiglia Dell'Erba, esperta nel′arte della lavorazione della pietra naturale.

Nome storico del settore dell′industria lapidea, oggi la Nicola Dell'Erba Marmi coniuga la consolidata tradizione artigianale di sette generazioni di scultori, scalpellini e artigiani di bottega con le più avanzate tecnologie per la lavorazione di marmo e pietra, producendo in particolare per gli ambiti artistico, architettonico e design.

Ciò che contraddistingue l’azienda è la capacità di capire le reali esigenze del cliente e tramutarle in realtà, esportando il made in Italy in tutto il mondo.

Locali produttivi dell'azienda sono di recente costruzione, nel rispetto di tutte le norme urbanistiche e di sicurezza sul lavoro.

Il lotto è di circa 2mila mq, distribuiti tra capannone, uffici spogliatoi, servizi e spazi di pertinenza. Il punto di forza e vero fiore all’occhiello, è rappresentato dalla tecnologia innovativa a disposizione. Tutte le macchine sono state acquistate tra il 2010 e 2015.

www.nicola-dellerba.com
plaka@plaka.it


capannone 31 zona Artigianale Bronte CT


fonte: www.alternativasostenibile.it/


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Plastic Free, bilancio più che positivo per l'evento nazionale di raccolta rifiuti

 

140 appuntamenti in contemporanea in tutt'Italia per rimuovere dall'ambiente oltre 170.000 kg di plastica e rifiuti in un solo giorno. Positivo il bilancio dell'evento nazionale di raccolta Plastic Free, che ha visto lo sforzo congiunto di 15.000 persone.


Far tornare a “respirare” suolo e ambiente rimuovendo oltre 100.000 kg di plastica e rifiuti in un solo giorno. Questo era l'intento della data nazionale dell'evento Plastic Free, organizzato in 140 Comuni in tutta Italia lo scorso 18 aprile. Un obiettivo raggiunto e superato grazie all'impegno dei volontari della rete e di migliaia di cittadini sensibili alle tematiche ambientali, che hanno permesso di raccogliere oltre 170.000 kg di plastica dispersi nelle strade, nelle aree verdi, lungo le spiagge dello Stivale.

Plastic Free, identikit e obiettivi

Plastic Free Odv Onlus è un’associazione di volontariato nata nel 2019 allo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili attorno ai danni ambientali causati della plastica, in particolare quella monouso. Nata come realtà digitale, nei primi 12 mesi ha raggiunto oltre 150 milioni di utenti e oggi, con oltre 550 referenti in tutt’Italia, rappresenta un importante punto di riferimento nazionale nella lotta alla plastica e al littering in generale. Molti i progetti a firma Plastic Free sul territorio nazionale: dalla raccolta di rifiuti ad azioni di tutela e salvataggio delle tartarughe marine messe a rischio dall'abbandono di imballaggi in plastica in natura, dalla sensibilizzazione nelle scuole alle iniziative con i Comuni, dal Plastic Free Walk al Plastic Free Diving.

18 aprile: 15.000 persone riunite contro il littering

Una media di 110 partecipanti coinvolti in ciascun evento, per un totale di oltre 15.000 persone. La data nazionale del 18 aprile ha svolto bene il suo dovere trasformandosi- come da programma - in una grande giornata di sensibilizzazione e impegno concreto, che ha visto individui e famiglie, grandi e piccini collaborare per il bene dell'ambiente. Nonostante i 39 appuntamenti annullati a causa delle restrizioni e del maltempo, le iniziative confermate sono state 140, con picchi di partecipazione a Torino, Cuneo, Milano, Cremona, Verona, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Sabaudia, Latina, Ostia, Città Sant’Angelo, Caltagirone, parco dell’Etna e Trapani. I 170.508 kg di rifiuti raccolti portano il conteggio dell'associazione a oltre 500.000 kg di spazzatura rimossa da città ed ecosistemi dalla sua nascita a oggi.

I prossimi appuntamenti

“Realizziamo più di 2.000 appuntamenti di raccolta all’anno in Italia e tanti altri eventi nazionali, con l’obiettivo di creare sensibilizzazione attraverso l’azione” ha raccontato il Presidente di Plastic Free Luca De Gaetano, durante la diretta speciale andata in onda per mostrare, in tempo reale, i momenti salienti della giornata. Il prossimo grande evento in programma è previsto per il 23 maggio, lungo gli argini del Po, per un'intensa pulizia del più grande fiume d'Italia. Non mancherà, poi, una seconda data nazionale a settembre, alla quale ogni cittadino è invitato a partecipare registrandosi sul sito ufficiale.

fonte: www.nonsoloambiente.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Sacchetti ortofrutta riutilizzabili: boom all’estero e al palo in Italia

 














A distanza di tre anni dal provvedimento entrato in vigore nel gennaio del 2018 che vietando l’utilizzo dei sacchetti sottili in plastica ha finito per vietare anche i sacchetti riutilizzabili, tutto tace.

Nessun ulteriore chiarimento o ripensamento è arrivato infatti da parte dei due ministeri, che si sono defilati dopo essersi rimpallati la decisione se ammettere o meno i sacchetti riutilizzabili almeno nel reparto ortofrutta.

Come abbiamo raccontato in precedenti post su questa questione siamo ancora fermi ad una circolare del 2018 del Ministero alla Salute, chiamato ad esprimersi dal Ministero all’Ambiente allora presieduto da Galletti, che ha escluso di fatto la possibilità di utilizzare sacchetti che non fossero monouso, onde prevenire gravi rischi sanitari.

Neanche l’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa, che è stato il primo ad entrare nel dettaglio di possibili azioni che i singoli possono compiere nel quotidiano per ridurre l’impatto ambientale della plastica con le iniziative Plastic-free, non ha voluto o potuto prendersi a cuore la questione.

L’Italia rimane così l’unico paese al mondo dove è obbligatorio usare esclusivamente sacchetti monouso (e guanti) nel settore ortofrutta dei supermercati. Nonostante non sia mai stata presentata alcuna evidenza scientifica che dimostri che queste misure abbiano prodotto benefici in termini di minori tossinfezioni nella commercializzazione dell’ortofrutta. Quello che è certo è che le fonti di tossinfezioni documentate derivano invece dai prodotti, più che dal contenitore. Anche quando confezionati.

Neanche la “sfida” di buon senso lanciata da NaturaSì che ha adottato sacchetti riutilizzabili per ortofrutta e per il pane nei suoi punti vendita è servita per provocare qualche reazione. Si rimane pertanto appesi in una tipica situazione pilatesca all’italiana dove si lasciano gli operatori commerciali nel limbo delle possibili interpretazioni. Con il risultato che non si procede ad alcun controllo (ad esempio sulla battitura a scontrino del costo del sacchetto) e i provvedimenti legislativi possono essere disattesi senza conseguenze.

Assodato che prevenzione e riuso sono strategie portanti dei modelli di business circolari non sarebbe questa un’occasione di intervento facile facile per le Direzioni per l’Economia Circolare, istituite nei Ministeri proprio per creare una task force interdisciplinare che promuova una exit strategy dai vecchi modelli di business lineari?

Il consumo di imballaggi non è diminuito

Considerando che i sacchetti leggeri e ultraleggeri in plastica usati all’interno dei reparti dei supermercati e nei negozi di alimentari sono stati sostituiti con opzioni in carta e bioplastica compostabile non può essersi verificata una riduzione del consumo. Non è pertanto possibile affermare con rigore scientifico che dal 2018 ad oggi questa sostituzione di materiale abbia comportato dei benefici per l’ambiente in termini di riduzione di rifiuti evitabili ed emissioni di CO2. In compenso quello che studi di settore hanno rilevato è stato un aumento del consumo complessivo di packaging nel settore alimentare dovuto ad un maggiore consumo di cibi freschi pronti al consumo spesso in monoporzione. Nel settore ortofrutta è aumentata sia la quota di ortofrutta comprata confezionata che il consumo di ortofrutta di IV gamma come ad esempio le buste di insalata e spinaci già lavate o le vaschette di frutta a cubetti pronta al consumo.

Cessione onerosa obbligatoria dei sacchettini non sempre avviene

Se la maggior parte dei punti vendita della GDO addebita ormai per i sacchetti compostabili un importo inferiore al prezzo di acquisto che va da 0,01 a 0,02 € , altri rivenditori fuori dal circuito della distribuzione organizzata cedono ormai questi sacchetti ultraleggeri “gratuitamente”.

Non addebitare il costo dei sacchetti ai clienti, come avviene nella quasi totalità delle farmacie, del commercio ambulante, e in misura minore nei negozi di prossimità, significa non disincentivare il consumo usa e getta. Significa soprattutto non avere chiaro che dobbiamo decarbonizzare gli stili di vita e i modelli di consumo attuali perché non sono compatibili con l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Per non parlare dell’impegno sul fronte del perseguimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) entro il 2030 e in particolare per gli obiettivi nr. 12 (Consumo e sviluppo responsabili) e 13 (Lotta al cambiamento climatico).

FRANCIA AVANGUARDIA DEL RIUSO


Decisamente un’altra attenzione stanno guadagnando i modelli di riuso nella vicina Francia dove la quota di mercato riferita alle vendite di prodotti sfusi è aumentata del 40% tra il 2018 e il 2019.

Nel 2020 la Francia contava già oltre 560 negozi specializzati nella vendita di prodotti sfusi, ma se il disegno di legge sul clima e la resilienza che ha ottenuto il via libera dall’assemblea nazionale il 29 marzo verrà approvato anche al senato, questa modalità di acquisto potrebbe conoscere un vero boom negli anni a seguire. La Francia diventerà il primo paese a rendere la vendita sfusa materia di legge, anche se gli operatori commerciali e i grandi marchi non ne sono entusiasti per paura di perdere gli spazi conquistati a scaffale e le vendite correlate.

L’articolo 11 al Titolo 1 del DDL intitolato “Consumare” impone infatti ai negozi di oltre 400 mq di dedicare alla vendita di prodotti sfusi il 20% della superficie di vendita entro il 2030. Il testo prevede inoltre che gli imballaggi riutilizzabili possano essere forniti dal cliente che diventa il soggetto responsabile dell’igiene e dell’idoneità degli stessi. Dal canto suo il rivenditore può rifiutarli qualora non conformi.

Obiettivo del DDL è quello di supportare i cittadini nelle loro scelte di consumo sostenibile quotidiane attraverso misure che riguardano l’educazione ambientale, la pubblicità (come riduzione e regolamentazione del greenwashing), l’etichettatura ambientale obbligatoria e l’economia circolare.

Presentato da Barbara Pompili, Ministro della Transizione Ecologica, il testo del DDL prevede che i punti vendita coinvolti debbano dedicare almeno il 20% della loro superficie di vendita a prodotti venduti senza imballaggio oppure utilizzare altre metriche di rendicontazione come il numero di referenze di prodotti venduti sfusi versus confezionati, oppure in termini di percentuali di fatturato di prodotti venduti sfusi e non, che possano dimostrare il rispetto della legge. L’obbligo riguarda sia i punti vendita con servizio assistito che self service, e anche il settore del commercio online. Questo obbligo coprirebbe inoltre tutti i prodotti di consumo per l’uso quotidiano, ad eccezione dei medicinali e prodotti che non possono essere venduti sfusi per motivi di salute e sicurezza. Inoltre, per scoraggiare l’uso di bicchieri usa e getta, il disegno di legge prevede che i venditori di bevande da asporto debbano praticare prezzi più bassi sulle bevanda vendute in contenitori riutilizzabili quando forniti dai consumatori.

Albert Heijn verso l’azzeramento dei sacchetti ortofrutta monouso

L’insegna leader della GDO olandese Albert Heijn (AH) ha deciso di sospendere la distribuzione dei sacchettini di plastica nei reparti ortofrutta dei suoi punti vendita in Olanda che verranno sostituiti da sacchetti in poliestere riutilizzabili e lavabili.

Una volta a regime la decisione porterà ad un risparmio annuo di 130 milioni di sacchetti monouso che corrisponde a 243.000 chili di plastica evitati che non verranno sostituiti – come è prassi in Italia – con altre opzioni in carta o bioplastica compostabile.
Da metà aprile i clienti dei reparti ortofrutta della catena verranno informati che i sacchetti ortofrutta vanno “in pensione” e potranno ricevere per due settimane con i loro acquisti di ortofrutta
dei sacchetti ortofrutta riutilizzabili in omaggio . Entro la fine di quest’anno i sacchetti in plastica saranno scomparsi da tutti i negozi.
In Olanda gli shopper in plastica alle casse non sono stati vietati e sostituiti con opzioni compostabili ma è stato introdotto dal 2016 l’obbligo di farli pagare ai clienti un minimo di 25 centesimi, sia quando in plastica che in bioplastica. Il consumo si è notevolmente ridotto ma AH prevede di intercettare ancora 645.000 chili di plastica che corrispondono a 31 milioni di shopper attraverso le consegne a domicilio introducendo nel corso dell’anno la possibilità di restituire gli shopper per la spesa in plastica al momento della consegna della spesa. Dal riciclo di questi shopper AH ne ricaverà delle borse riutilizzabili disponibili in una nuova linea di 10 modelli in plastica riciclata, facilmente ripiegabili e igienizzabili che verranno lanciate con una campagna ad hoc.
Albert Heijn è stata riconfermata con il voto dei consumatori come la catena di supermercati più sostenibile dei Paesi Bassi. E’ il risultato dell’indagine Sustainable Brand Index ™ 2021 , un’indagine annuale su oltre 58.000 consumatori in Europa sui marchi di consumo e sulla sostenibilità.
Ci sono altre insegne di supermercati olandesi che che hanno introdotti i sacchetti ortofrutta come Lidl , Aldi che carica 1 centesimo di euro sui sacchetti monouso per incentivare il passaggio alla versione riutilizzabile e Carrefour. In netto contrasto con il divieto esistente nel nostro paese che non ha pari negli altri paesi europei, in qualsiasi supermercato olandese è possibile usare sacchetti ortofrutta riutilizzabili.

La bilancia permette al cliente di selezionare 3 opzioni di acquisto: sacchetto monouso, riutilizzabile, senza sacchetto.

In genere i prezzi dei sacchetti ortofrutta sono molto abbordabili come si può vedere dalla comunicazione presente presso l’angolo bilancia di Carrefour dove si può acquistare un set di sacchetti a oppure uno singolo a 0,60 centesimi. La bilancia e cartellonistica che appare nella foto riproduce la soluzione al problema del settaggio della tara – qualora i sacchetti utilizzati abbiano pesi differenti– proposta oltre 10 anni fa alla GDO all’interno di una campagna specifica denominata Mettila in rete. Il cliente che mette il prodotto sulla bilancia trova a video tre opzioni da selezionare che regolano la tara : a) acquisto con sacchetto riutilizzabile, b) con sacchetto monouso, c) senza alcun sacchetto. Va detto che i sacchetti che vengono utilizzati in Italia da NaturaSì e nella maggior parte delle esperienze che abbiamo raccontato utilizzano un sacchetto in poliestere che ha un peso corrispondente o molto vicino a quello delle opzioni in bioplastica e carta più usate.

Belgio

L’ultimo post su queste pagine del 2019 aggiornava sulla situazione in Belgio in cui la riduzione della plastica monouso secondo la direttiva è di competenza regionale, con il risultato che Fiandre, Bruxelles e Vallonia hanno ciascuna il proprio approccio.
Nelle Fiandre OVAM, l’Agenzia pubblica per i rifiuti incaricata a di sviluppare le misure politiche in merito ha deciso di non vietare i sacchetti in plastica leggeri inferiori ai 15 micron e a spingere sui sacchetti riutilizzabili mentre la regione di Bruxelles e la Vallonia li hanno vietati a favore di alternative biodegradabili. Secondo il portavoce di OVAM non è un atto di debolezza. “Non vogliamo vietare quei sacchetti perché temiamo che le alternative – anche la carta – danneggino ancora di più l’ambiente. OVAM vuole concentrarsi principalmente sul riutilizzo degli imballaggi“, afferma Verheyen.

Regno Unito

L’insegna Asda dopo avere testato con successo i sacchetti ortofrutta riutilizzabili in 9 punti vendita ha annunciato l’eliminazione dei sacchetti ortofrutta in plastica.
La mossa che comporta un risparmio di 101 milioni di pezzi segue una sperimentazione avvenuta in nove punti vendita dove i sacchetti riutilizzabili hanno incontrato il favore dei clienti e addetti del reparto. Durante il periodo di prova, Asda ha dichiarato di aver venduto una media di 30.000 sacchetti riutilizzabili ogni settimana, prova che i clienti sono disposti a sostenere gli sforzi per contrastare l’inquinamento da plastica.
I sacchetti ortofrutta costano 30 pence al pezzo e sono realizzati con poliestere ottenuto dal riciclo delle bottiglie in PET .
Oltre ad Asda ci sono state anche altre catene inglesi tra cui Sainsbury e Waitrose ad avere introdotto sacchetti riutilizzabili per l’ortofrutta.

“Abbiamo avuto modo di rilevare con questa sperimentazione che i nostri clienti e colleghi hanno aderito con passione reputandola una scelta giusta per l’ambiente e questa iniziativa è solo un altro modo in cui aiutiamo i nostri clienti a fare scelte sostenibili, senza compromettere la qualità dei nostri prodotti. La rimozione dei sacchetti di plastica in tutti i nostri negozi è parte del nostro impegno aziendale di riduzione della plastica monouso” ha dichiarato il responsabile del settore Ortofrutta di Asda, Dominic Edwards .

Asda ha lanciato lo scorso anno una sperimentazione in un nuovo punto vendita a Leeds in collaborazione con grandi marche tra le quali Kellogg’s, Unilever, Quaker Oats, Lavazza, Radox e Persil. Alcuni dei prodotti di queste marche possono essere acquistati con contenitori riutilizzabili attraverso 15 stazioni self service di rifornimento in una zona dedicata del negozio.

Dal 2018, il gruppo dei Big 4 a cui appartiene Asda insieme a Tesco, Sainsbury’s e Morrisons ha eliminato 9000 tonnellate di plastica e si è impegnato ad eliminare almeno 3 miliardi di pezzi di plastica dai prodotti a marca propria entro il 2025. Nella maggioranza dei casi si tratta ancora di azioni in cui si sostituisce la plastica monouso con altri materiali monouso senza fornire dati analitici sul consumo di materia complessivo. Per escludere qualsiasi tentativo di greenwashing sarebbe auspicabile nei casi in cui si comunicano le tonnellate di plastica risparmiata all’ambiente specificare se si tratta di eliminazione totale dell’imballaggio o meno. Nella seconda ipotesi sarebbe più corretto precisare la natura e le quantità in peso delle opzioni alternative introdotte.

fonte: comunivirtuosi.org

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner

LineaVerdeLife: VivoGreen, il supermercato del futuro

 




LineaVerdeLife


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria