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Vivere a impatto zero è possibile

Una famiglia di Faenza - papà, mamma e quattro figli - stanno sperimentando un altro modo di abitare sul pianeta terra




Il titolo di famiglia a zero impatto ambientale è una grossa responsabilità per Linda, Giovanni ed i loro quattro bambini, tant'è che ogni volta che si chiede loro come ci siano riusciti, precisano di essere solamente una famiglia ad emissioni quasi zero, perché del tutto sarebbe impossibile. Responsabilità, però, per loro non significa solo doveri, ma anche sfida, precisamente, una sfida che hanno raccolto più di dieci anni fa, quando un incidente stradale ha distrutto la loro macchina e gettato la prima pietra per farli diventare quello che sono oggi.





«È stato un procedimento graduale, in cui ci sono state anche delle difficoltà», spiega Linda, di professione scrittrice. Documentarsi, mettersi a confronto con gli altri, cambiare le proprie abitudini alimentari, rinnovare il modo di fare acquisti, investire in tecnologia sostenibile per la casa ed acquistare biciclette dotate di carrelli a prova di spesa e di bambino è stata la loro strada, ognuno però può scegliere la propria. «L'importante è fare qualcosa tutti i giorni», giura la famiglia.

fonte: https://www.rsi.ch/

La famiglia zero rifiuti ci spiega 5 regole utili per non avere più scuse















Jeremie e Benedicte, marito e moglie francesi, due figli, si consideravano una coppia attenta all’ecologia e al loro impatto sull’ambiente. Eppure nel 2014, si sono fatti una domanda: “Se siamo così attenti alla natura, facciamo il compost per il giardino, cerchiamo di comprare verdura a chilometro zero… da dove viene tutta la spazzatura che produciamo ogni settimana?”. Così è iniziata la loro avventura “Zero rifiuti (o quasi) raccontata prima nel loro blog e poi in un libro, tradotto in Italia da Edizioni Sonda lo scorso anno.
“Sacchetti, blister, coperchi, capsule, barattoli, vaschette… quando ci hanno rifilato tutta questa monnezza? E come possiamo farla uscire dalla nostra vita e dai nostri bilanci spesa? Perché una cosa è certa: l’abbiamo pagata”
Da qui parte l’avventura che la famiglia Pichon ha intrapreso per eliminare i rifiuti dalla propria vita nel modo più funzionale possibile, senza mirare alla perfezione bensì al miglioramento e all’acquisto critico, nonché all’autoproduzione.
Nel libro si trovano undici capitoli che trattano tutti i temi: dalla definizione dello zero waste, passando per la spesa, la cucina, i bambini, le feste, i cosmetici e i prodotti per pulire la casa, con molte ricette già testate. Il libro, completamente illustrato da Benedicte, non è scritto da una famiglia vegana (ma lo capiamo solamente per alcuni riferimenti al formaggio), ma il volume è corredato da una prefazione e da una postfazione a cura di Beatrice Di Cesare che declina alcuni aspetti dello zero rifiuti in chiave più marcatamente 100% vegetale.
Ecco 5 consigli che possiamo trarre dall’esperienza di Benedicte e Jeremie per poter iniziare anche noi il nostro percorso “Zero rifiuti”.
Il libro tratto dal blog della famiglia francese “Zero dechet” edito in italiano

1 – Zero rifiuti non è una moda o un “trastullo radical chic”

La prima considerazione è quella di base. Gli autori del libro ci mettono in guardia dagli “zero-scettici” ossia da chi vi dirà che “non è possibile” o che “gli piacerebbe molto ma non ha tempo”. Non è così. L’unica cosa vera è che dovrete ripensare le vostre abitudini e riorganizzarvi. In particolare:
  • Non si spende di più: l’imballaggio lo paghiamo (dal 15% al 40% a seconda dei prodotti). La spesa sfusa e tornare in cucina per evitare cibi pronti (che non solo fanno male nella maggior parte dei casi ma producono rifiuti con i loro pack) ci farà risparmiare. In particolar modo l’autoproduzione di detersivi per la casa e di alcuni cosmetici, ci permetterà di notare la differenza nelle nostre tasche.
  • Non è inutile: i rifiuti e il loro impatto arrivano anche da noi. Non possiamo delegare solo i “governi” ad agire. Soprattutto in ambito commerciale, siamo noi consumatori a decidere che cosa vogliamo e saranno le aziende ad adeguarsi. E’ sempre successo così.

2 – Zero rifiuti inizia con una prima regola aurea: rifiutare

Se vi capiterà di ascoltare un’altra guru dello zero waste, Bea Johnson, donna bellissima, mamma di due bambini e autrice del best seller “Zero rifiuti in casa“, capirete che non si tratta affatto di imparare a riciclare di più, bensì meno e su questo anche Jeremie e Benedicte sono d’accordo. Ecco perché la prima regola è imparare a dire “No, grazie” nelle occasioni in cui ci vengono offerti oggetti o soluzioni che non faranno altro che generare rifiuti inutili. Niente bigliettini da visita (ci sono tablet e cellulari apposta, oppure un taccuino con una matita…), niente gadget come penne, giochi, chiavette usb che finiranno nei cassetti in mezzo alle cianfrusaglie, niente sacchetti di plastica ma anche di carta nei negozi dopo aver comprato un oggetto o un ingrediente per cui non serve affatto un pack (portatevi la vostra borsa piuttosto), niente cannuccia nel cocktail, etc. Iniziare a dire “no” genera un effetto farfalla che eviterà di creare nuovi rifiuti e muoverà qualche pensiero in più.
Il libro, riccamente illustrato, racconta con tono leggero l’avventura della famiglia francese

3 – Altra regola importante: ridurre

Il mondo dello zero rifiuti è spesso intrecciato con l’approccio minimalista e con la scelta vegana. Si tratta di ambiti connessi poiché la maggior parte dei rifiuti la produciamo acquistando prodotti che in realtà non ci servono. Quante volte vi sarà capitato di andare a fare la spesa e comprare un pacco di pasta anche se ne avevate ancora; quanti di noi comprano vestiti, libri o tecnologia anche senza che ce ne sia effettivo bisogno? Per lavorare sul nostro impatto ambientale dobbiamo imparare a farci una domanda prima di comprare: “Mi serve davvero questa cosa?“. Evitiamo sempre gli acquisti compulsivi (soprattutto online) facendo passare magari uno o due giorni dal momento in cui vediamo un oggetto che ci sembra di desiderare, al momento in cui decideremo (forse) di comprarlo: spesso quel desiderio sarà già scomparso.

4 – Attenzione alla plastica che usiamo: si ricicla una volta sola

L’ecologia è spesso associata al tema del riciclo, ma la verità è un po’ diversa. “Dei rifiuti – scrivono i due autori nel libro – abbiamo fatto una risorsa, il riciclaggio è LA soluzione ambientale ma la verità è che ci sono dei limiti al riciclo. Attualmente solo il 20% dei nostri rifiuti viene riciclato e la plastica, in particolare, può essere riciclata solo una volta; quindi anche i prodotti creati con plastica riciclata sono destinati a bruciare o ad essere seppelliti”. Inoltre, scorrendo le pagine del volume, scopriamo che solo alcune materie plastiche sono riciclabili, per esempio le plastiche alimentari o il poliuretano non lo sono: “Alla fine ricicliamo solo alcune materie come bottiglie e flaconi: è il 20%”.

5 – Un primo passo importante è cercare di fare la spesa “sfusa”

Per il fresco (verdura e frutta) è decisamente facile: basta andare al mercato e portare con sé sacchetti in stoffa creati da noi (chiedendo la tara, prima di farci fare il prezzo), oppure quelli lavabili in materiale bio che si acquistano anche online. Anche al supermercato è possibile comprare sfuso utilizzando sacchetti biodegradabili.
Per il resto non sempre è facilissimo trovare i prodotti sfusi (almeno non tutti, pensiamo ad alimenti come tofu, tempeh, seitan o affettati vegetali) ma se dopo aver fatto una ricerca online sui negozi che praticano questo tipo di vendita, non ne trovate nella vostra zona, potete optare per acquisti tramite i GAS oppure online da rivenditori che possano fornirvi quantità importanti: più prodotto con un solo imballaggio, magari biodegradabile, (sarebbe il massimo!). Per altri prodotti la soluzione zero rifiuti è l’auto produzione e qui vi diciamo come fare seitan,tofu e mopur, ma con le ricette del nostro magazine potete cucinarvi un sacco di cose!
Anche se il libro va spesso riferimento alla realtà francese, si tratta di un volume interessante e utile per iniziare a leggere l’esperienza di chi ha già compiutamente iniziato a vivere senza rifiuti e sappiamo bene che l’esempio è la prima forma di attivismo valida.
Jérémie Pichon, Bénédicte Moret 
La famiglia zero rifiuti (o quasi)
fonte: https://www.vegolosi.it/

Capannori: Tariffe Invariate e Nuovi Incentivi per Famiglie e Aziende.
























Resta invariato, così come da otto anni a questa parte, il piano finanziario di Ascit per il 2019 che ammonta a 8 milioni e 300 mila euro, approvato ieri (venerdì) dal consiglio comunale, insieme al piano tariffario e al regolamento della tariffa corrispettiva della gestione dei rifiuti (voti favorevoli della maggioranza, astensione gruppo misto, voti contrari dell'opposizione). Ciò significa che anche per il 2019  restano invariate le tariffe per utenze domestiche e non domestiche, a fronte però di un progressivo aumento dei servizi avvenuto negli ultimi anni. Grazie ad alcune modifiche apportate al regolamento della tariffa corrispettiva sono state  inoltre introdotte nuove importanti agevolazioni  per i  cittadini e per le  aziende  più virtuosi.
“Essere riusciti a mantenere inalterato da 8 anni il piano finanziario a fronte di un progressivo innalzamento della qualità del servizio è davvero un risultato eccezionale   – afferma l'assessore all'ambiente Matteo Francesconi -. In questo modo infatti garantiamo tariffe invariate a  famiglie ed aziende, pur essendo riusciti a migliorare progressivamente il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Ne sono esempio il ritiro gratuito del verde, con l'aumento del numero di svuotamenti a partire dal prossimo autunno, l'aumento del numero dei ritiri del multimateriale, che è passato a due volte a settimana, mentre prima si basava su un sistema a settimane alterne e l'apertura dell'isola ecologica di Coselli. Significativi gli incentivi previsti dal nuovo regolamento per famiglie ed aziende.  Si va in pratica  verso la personalizzazione della tariffa che sempre più si basa sul comportamento virtuoso degli utenti secondo il concetto che chi meno produce rifiuti, adottando buone pratiche, meno paga”. 
Tra  le novità più rilevanti del nuovo regolamento l'aumento dal 10% al 20% di sconto sulla parte variabile della tariffa per le 'Famiglie Rifiuti Zero' per le quali si crea un sistema di cumulabilità di agevolazioni. Le 'Famiglie Rifiuti Zero' con neonati che utilizzeranno pannolini lavabili vedranno salire lo sconto al 40%, che potrà raggiungere il 60% se praticano anche il compostaggio domestico.
Si conferma per tutti lo sconto del 20%, sempre sulla parte variabile della tariffa, per chi pratica il compostaggio domestico e si prevede uno  sconto del 20% per coloro che utilizzeranno le compostiere di comunità che sono al centro di un progetto sperimentale ancora allo studio. 
Un'altra misura è volta alla lotta allo spreco alimentare, prevedendo l'aumento dello sconto sulla parte variabile della tariffa dall'attuale 10% al 20% per bar, ristoranti ed altri esercizi che somministrano alimenti,  che  in via continuativa  devolvono  le proprie eccedenze alimentari  ai fini di solidarietà sociale.
Confermato lo sconto del 15% della parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche che sperimentano il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua, che può salire al 35% se adottano anche la buona pratica di donare le eccedenze alimentari. In un'ottica di contrasto alla ludopatia resta in atto anche lo sconto  del 20%  sulla parte fissa della tariffa per tutte le utenze non domestiche, soprattutto bar, che dichiarano di aver disinstallato tutti gli apparecchi di video poker, slot machine, videolottery o altri apparecchi con vincite di denaro.
Maggiori incentivazioni inoltre anche per piccoli e medi esercizi commerciali che vendono prodotti sfusi e quindi contribuiscono a diminuire gli imballaggi da smaltire. Anche in questo caso è previsto un aumento dello sconto in bolletta che sarà calcolato in proporzione alla superficie dedicata all'interno del locale alla vendita di prodotti di questo genere.
Novità infine  per quanto riguarda le seconde case:  dal 1 gennaio 2020 non saranno soggette a tariffa le abitazioni sprovviste di contratti attivi ma che hanno al loro interno il mobilio, mentre fino ad ora queste abitazioni per non pagare la bolletta dovevano essere sprovviste di mobili. 
fonte: https://www.comune.capannori.lu.it

Capannori - Famiglie Rifiuti Zero: Lo Sconto In Bolletta Sale Al 40%

Mercoledì 16 gennaio al Parco scientifico incontro pubblico con i cittadini che vogliono aderire all’iniziativa e coloro che fanno già parte della sperimentazione. L’assessore Francesconi: “Un premio per tutti i cittadini che con grande impegno vogliono sperimentare nuove buone pratiche per la riduzione degli scarti prodotti, dall’altra un incentivo per nuove adesioni al progetto”




















Le bollette dei rifiuti saranno più leggere per i cittadini più virtuosi di Capannori. Da quest’anno, infatti, salirà dal 30% al 40% lo sconto sulla parte variabile della tariffa per chi aderisce al progetto “Famiglie Rifiuti Zero”. La novità, voluta dall’amministrazione Menesini per premiare i cittadini - che grazie al progetto producono in media a testa solo 3,5 chilogrammi di “non riciclabile” l’anno - sarà introdotta con il nuovo regolamento sull’applicazione della tariffa corrispettiva per la gestione dei rifiuti che proprio in questi giorni Comune e Ascit stanno definendo e che probabilmente sarà approvato nel corso del mese di febbraio.

L’amministrazione comunale punta a raddoppiare nel 2019 il numero degli aderenti al progetto “Famiglie Rifiuti Zero” promosso assieme al Centro Ricerca Rifiuti Zero e ad Ascit, che adesso coinvolge una quarantina di famiglie per un totale di circa 150 persone. Per questo mercoledì 16 gennaio alle ore 21 nella sede del Centro Ricerca al Parco Scientifico di Capannori in via Nuova 44/A a Segromigno in Monte terrà un incontro aperto sia ai nuovi interessati a partecipare al progetto, sia a coloro che ne fanno già parte. Parteciperanno l’assessore all’ambiente Matteo Francesconi, il presidente di Ascit Maurizio Gatti, il coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero Rossano Ercolini e i referenti del progetto.
“Il potenziamento dello sconto per le ‘Famiglie Rifiuti Zero’ rappresenta da una parte un premio per tutti i cittadini che con grande impegno vogliono sperimentare nuove buone pratiche per la riduzione degli scarti prodotti, dall’altra un incentivo per nuove adesioni al progetto – afferma l’assessore all’ambiente, Matteo Francesconi -. In questi primi due anni di sperimentazione del progetto, grazie alla stretta collaborazione con il Centro Ricerca guidato da Rossano Ercolini assieme a tanti attivisti e Ascit, siamo riusciti a creare una comunità di 40 famiglie fortemente consapevoli e sensibili riguardo all’obiettivo ultimo della strategia ‘Rifiuti Zero’. Grazie a una modifica coscienziosa delle abitudini, ad esempio scegliendo prodotti con minor imballaggio possibile, abbiamo dimostrato che è possibile raggiungere risultati che solo pochi anni fa sembravano utopici, come la produzione in un anno di soli 3 chili e mezzo a persona di rifiuti indifferenziati. Ecco perché vogliamo che sempre più cittadini aderiscano al progetto, estendendo i benefici economici e ambientali”.
Lo sconto del 40% sulla parte variabile della tariffa è comprensivo della riduzione del 20% applicata a chi effettua il compostaggio domestico. Possono aderire al progetto “Famiglie Rifiuti Zero” tutti i cittadini di Capannori che si impegnano a rispettare le regole previste da un apposito disciplinare: avere un composter, possedere una bilancia per la pesatura dei sacchi dei materiali differenziati, auto-pesare i rifiuti differenziati, annotare il numero di conferimenti di pannolini e pannoloni, portare gli ingombranti che possono essere riparati o riusati ai centri di riuso 'Daccapo' o conferire quelli irrimediabilmente rotti alle isole ecologiche. Tutti i dati relativi a pesature e conferimenti dovranno essere annotati su un diario che sarà fornito alla famiglia.
Per ulteriori informazioni scrivere a centrorifiutizero@gmail.com

fonte: http://www.comune.capannori.lu.it

Unomattina: Come diminuire la produzione di rifiuti

In Italia produciamo 30 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti urbani, cioè 500 kg per ciascuno di noi. Ma quanti di questi rifiuti sono recuperati e riciclati e quanti invece non lo sono? E soprattutto come facciamo a diminuirne la produzione? In studio Roberto Cavallo, esperto di sostenibilità.










https://www.raiplay.it/



Solo 3 chili di rifiuti indifferenziati all'anno: il record delle famiglie di Capannori

“Famiglie rifiuti zero”, non è solo il nome del nutrito gruppo Facebook  che dal 2015, in tutta Italia, permette a famiglie e single di confrontarsi sulla riduzione dei rifiuti. “Famiglie rifiuti zero” è anche l’innovativo progetto ideato dal Comune di Capannori  (Lu), in collaborazione con il centro Ricerca Rifiuti Zero e Ascit (azienda di smaltimento dei rifiuti comunale), che da un anno e mezzo coinvolge circa 40 famiglie.















Il progetto è in linea con la Strategia Rifiuti Zero, alla quale Capannori (primo comune in Italia) ha aderito già nel 2007: nel Comune è attiva da anni raccolta porta a porta per tutti i tipi di rifiuti, tariffazione puntuale (paghi per quanto butti) e vari progetti tesi alla riduzione dei rifiuti: centri del riuso Daccapo, fontanelle dell’acqua pubblica, incentivi per i negozi che vendono sfuso o alla spina, eventi plastic free.
“Con il progetto Famiglie rifiuti zero” spiega Matteo Francesconi, assessore all’ambiente, “vogliamo creare una comunità consapevole e sensibile: le famiglie rifiuti zero sono un motore per diffondere buone pratiche, un luogo di discussione, di sperimentazione. Queste famiglie, oltre ad adottare stili di vita sostenibili e ridurre i loro rifiuti, sensibilizzano i loro vicini a fare altrettanto, molti di loro sono volontari nelle ecofeste per vigilare sulla raccolta differenziata...In questo modo il risultato è esponenziale.”

Ecco in cosa consiste il progetto

Lo spiega nel dettaglio Rossano Ercolini, responsabile del Centro Ricerca Rifiuti Zero: “Le Famiglie Rifiuti Zero hanno risposto a un bando del comune pubblicato due anni fa (siamo alla seconda edizione, con circa 40 famiglie e 114 persone coinvolte). Le famiglie che aderiscono devono pesare i rifiuti e impegnarsi a ridurli, tutti quelli che partecipano ottengono uno sconto del 10% sulla parte variabile della Tari, cumulabile allo sconto del 20% già previsto per le famiglie che fanno autocompostaggio. Le famiglie devono dimostrare di poter pesare i rifiuti e quindi devono avere bilance o dinamometri. Non sono previste graduatorie: lo sconto Tari va a tutti i partecipanti, di fatto, però, questo progetto ha spinto tutti i partecipanti a ridurre drasticamente i rifiuti, anche perché le famiglie si riuniscono in incontri periodici (il Salotto delle buone pratiche) dove si parla di acquisti critici, riduzione degli imballaggi, si fanno laboratori di autoproduzione, si spiega dove e come riusare i contenitori, fare compostaggio...”
Ma chi non ha la compostiera può partecipare? “Nel disciplinare” continua Ercolini “è prevista una deroga per chi dimostra di non avere spazi per fare il compostaggio domestico. Il centro ricerca sta comunque provando a sviluppare forme di compostaggio collettivo per favorire anche chi vive in appartamento.”
Lo sgravio complessivo, per chi aderisce al progetto e usa la compostiera, ammonta quindi al 30% della quota variabile della tariffa.
“Un ottimo incentivo economico”, afferma l’assessore Francesconi “se si pensa inoltre, che da 7 anni la bolletta dei rifiuti a Capannori non aumenta, ed è la tariffa più bassa in Toscana. Essere virtuosi premia!”

Come avviene il monitoraggio

I sacchi di carta, vetro, multimateriale leggero (plastica e lattine), organico (quello che non va in compostiera), i pannoloni, i pannolini e il materiale sanitario (ma per ora non ci sono famiglie a Rifiuti Zero che usano questi presìdi), vengono pesati dalle famiglie, prima di esporli per la raccolta porta a porta. Anche gli ingombranti e i raee, prima di essere conferiti all’isola ecologica vengono pesati dalle famiglie. I dati vengono annotati su un quadernino e poi trasmessi al Centro Ricerca Rifiuti Zero per essere studiati. I sacchi di indifferenziata vengono invece pesati e certificati dai volontari del Centro Ricerca, che si recano a casa delle famiglie 2 o 3 volte l’anno. Risultati?
A dir poco strabilianti: le “famiglie rifiuti zero” di Capannori buttano, in media, 3 kg di indifferenziata procapite all’anno contro gli 88 kg procapite comunali, e contro i 300 kg procapite della media italiana. Una riduzione che comprende anche tutti gli altri tipi di rifiuti: rispetto ai dati comunali forniti da Ascit, le famiglie RZ riducono i rifiuti di plastica del 66%, i rifiuti di carta del 38%, l’organico del 91% (quasi eliminato, grazie alle compostiere), mentre il vetro viene ridotto del 32%.

Cosa ne pensano le famiglie

Secondo Daniele Stefani, che partecipa al progetto insieme alla moglie e al figlio di 7 anni, “non è troppo impegnativo. Pesare i rifiuti non ruba tempo, ormai è automatico, e producendone pochi, porta via solo qualche minuto alla settimana”.
“Prendiamo acqua pubblica dalle fontanelle,” aggiunge Marilina, che partecipa al progetto con il figlio maggiorenne e il marito ”acquistiamo tutto sfuso dal mercatino locale, i detersivi alla spina, usiamo contenitori vuoto a rendere in pescheria; l’usa e getta in plastica l’ avevo eliminato già da anni. Per noi è la normalità.”
Ma i bambini che ne pensano? “Anche per i bambini è ormai scontato” dice Daniele” mio figlio porta la borraccia a scuola,è molto attento a fare la differenziata e ridurre i rifiuti! Addirittura sgrida la nonna che vive in un altro comune, se differenzia male!”
Un progetto innovativo, di cittadinanza attiva e resiliente, da imitare in tutti i Comuni; ma è possibile replicarlo anche nei Comuni dove non si fa ancora raccolta porta a porta?

“Certo,” afferma l’assessore Francesconi ”si può fare dappertutto, ma sicuramente laddove non c’è raccolta porta a porta la gente è meno sensibile alla riduzione dei rifiuti. Occorre preparare il terreno, oltre alla raccolta porta a porta servono centri dei riuso, luoghi dove acquistare sfuso, fontanelle  o casette dell’acqua, altrimenti per le famiglie è più difficile il cambiamento.”
fonte: https://www.terranuova.it

ECOFESTE SCOLASTICHE

Questo progetto, ideato e proposto da noi associazioni ambientaliste, è stato patrocinato dal Comune di Faenza e diramato a tutte le scuole con l'invito ad aderire: una buona pratica da copiare in ogni Comune!



ECOFESTE SCOLASTICHE

Il Comune di Faenza e il Centro Educazione Ambientale (Ceas)
in collaborazione con il
Comitato Ambiente Unione Romagna Faentina
 (Legambiente Lamone, Gruppo Acquisto Solidale di Faenza, No al Nucleare, Sì alle Rinnovabili, Rete Rifiuti Zero Emilia Romagna, Ass. Fuori dal Coro, Comitato Acqua Pubblica, Fiab Faenza Forlì, Salvaiciclisti Faenza, Comitato Ambiente e Paesaggio Castelbolognese, Comitato Brisighella Bene Comune)

Propongono a tutte le scuole il seguente progetto sperimentale:

Contesto e obiettivi del progetto:
La scuola svolge da tempo una funzione educativa molto importante in tema “ambientale”, ne è prova il progetto “Ecolabel-Schools” a cui varie scuole hanno aderito. Le feste scolastiche sono un’ottima occasione per sensibilizzare grandi e piccini al rispetto dell’ambiente e dovrebbero essere gestite in modo coerente con quanto gli alunni praticano durante l’orario scolastico: ridurre i rifiuti e differenziarli. Questo progetto è in attuazione dell’ODG 30/5/2016 “Disimballiamoci” che impegna il Comune di Faenza (tra le altre azioni) a favorire e incentivare le ecofeste, con materiali lavabili o compostabili.

Descrizione del progetto:
Il Comune mette a disposizione delle scuole un KIT di 1200 bicchieri e 1200 piatti  di plastica dura, lavabile, atossica, da usare durante le feste scolastiche, le feste di classe o altre occasioni, in modo da evitare l’uso di plastica usa e getta. I volontari del Comitato Ambiente si rendono disponibili a informare, collaborare e aiutare i comitati organizzatori delle feste.
Verrà dato il logo Ecofesta Scolastica (da esporre durante la festa, nel sito della scuola e nel sito del comune) alle feste scolastiche che rispettano i seguenti punti  (nell’anno 2018 dovranno rispettare almeno i primi 3 punti, dall’anno 2019 tutti i punti):
1.                  Nominare un “responsabile ambiente” (genitore o insegnante) per ogni scuola: quest’ultimo si relazionerà con le associazioni e il Ceas, e garantirà il rispetto del progetto “ecofesta”.
2.                  Vigilare sulla raccolta differenziata in modo scrupoloso: dovranno essere posizionati bidoni di carta, PLV, organico, indifferenziato. I volontari del Comitato Ambiente aiuteranno (se richiesto) nell’organizzazione prima e durante la festa. Si consiglia di coinvolgere anche i bambini nella “vigilanza ambientale”.
3.                  Utilizzare unicamente posate e stoviglie lavabili oppure compostabili. Se le scuole hanno scorte in plastica usa e getta possono finire le scorte, ma non dovranno comprarne di nuove. Nell’anno 2018 la Gemos fornirà stoviglie compostabili alle scuole che aderiscono al progetto. Mentre se si utilizzano stoviglie lavabili, queste saranno ritirate e lavate al termine della festa dai volontari del Comitato Ambiente presso la lavastoviglie industriale gentilmente messa a disposizione dal C.A.B. di Samorì Andrea (via Calzi 3 Faenza).

4.                  Distribuire acqua pubblica tramite caraffe, borracce, distributori alla spina, evitando di vendere/usare bottiglie e bottigliette di acqua minerale in plastica usa e getta. Si può in alternativa contattare Romagna Acque per prenotare l’autocisterna gratuitamente ma bisogna prenotarsi con un certo anticipo. [1]

Stoccaggio del kit lavabile:
Legambiente si rende disponibile a stoccare piatti e bicchieri lavabili, in sede da definire. I volontari di Legambiente si rendono disponibili a portare il kit nelle scuole in occasione delle feste scolastiche, su richiesta delle stesse e ritirarli per lavarli.
Nel caso in cui due o più feste scolastiche saranno organizzate lo stesso giorno su due diverse scuole, il kit sarà diviso in base alle esigenze, cercando di soddisfare tutti. Su richiesta, le scuole potranno tenere durante tutto l’anno scolastico una parte del kit, da usare nelle feste di compleanno organizzate in classe o altre occasioni (feste di Natale, ecc…). Va da sé che il giorno precedente, il giorno stesso e il giorno successivo alla festa scolastica, questi bicchieri e piatti non potranno essere usati in feste di classe, ma dovranno essere messi a disposizione della festa più grande. Durante il periodo estivo, si può prevedere il noleggio gratuito di una parte del kit ai centri estivi, ma tale utilizzo va concordato volta per volta con il Comitato Ambiente.
Valutazione e monitoraggio del progetto:
Il Ceas in collaborazione con il Comitato Ambiente provvederà a somministrare ai responsabili ambiente dei comitati festa un questionario di autovalutazione e sarà disponibile a discutere sui punti critici e su eventuali miglioramenti.  
Durata e estensione del progetto:
A settembre 2018, in base all’andamento del progetto sperimentale, il Comune, il Ceas e il Comitato Ambiente decideranno con quali modalità estendere il progetto a tutte le scuole di Faenza.
Info: Per adesione e info sul progetto: legambientelamone@libero.it

fonte: famiglie-rifiutizero.blogspot.it

Capannori, ecco le famiglie Rifiuti Zero: in un anno solo 3,8 chili a testa di secco non riciclabile

Risultati strepitosi quelli raggiunti da trenta nuclei familiari del Comune di Capannori che nel 2017 hanno prodotto una quantità di rifiuti cinque volte in meno rispetto alla media comunale, abbattuto del 90 per cento l’organico e del 95 per cento il secco non riciclabile



















Produrre una quantità di rifiuti cinque volte in meno rispetto alla media comunale, abbattere del 90 per cento l’organico e del 95 per cento il secco non riciclabile. Obiettivo centrato per trenta nuclei familiari,100 persone in totale, del Comune di Capannori che nel corso del 2017 hanno partecipato al progetto pilota Famiglie Rifiuti Zero promosso dallo stesso comune, dal Centro Ricerca Rifiuti Zero e Ascit. Un percorso virtuoso che è stato “premiato” con uno sconto in bolletta del trenta per cento sulla parte variabile della tariffa rifiuti e che sarà riproposto anche nel 2018 con l’obiettivo di raddoppiare il numero delle famiglie aderenti.
La nuova sfida viene lanciata mercoledì 28 febbraio alle 21 nella sede del Centro ricerca Rifiuti Zero al parco scientifico di Capannori in un'assemblea pubblica a cui hanno partecipeto l’assessore all’ambiente del comune di Cpanannori Matteo Francesconi, il presidente di Ascit Maurizio Gatti e i referenti del Centro ricerca Rifiuti Zero.“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – commenta Francesconi -. Grazie a comportamenti coscienziosi, ad esempio facendo la spesa scegliendo prodotti con pochi imballaggi ed evitando quelli di difficile differenziazione, è possibile arrivare molto vicini all’obiettivo Rifiuti Zero con vantaggi concreti per la comunità. Meno rifiuti si producono, infatti, minori sono i costi di raccolta e smaltimento. Ringrazio le famiglie che hanno aderito al progetto dimostrando una particolare sensibilità verso queste tematiche nonché il Centro Ricerca e Ascit che hanno dato un contributo prezioso alla sua riuscita. Visto che l’obiettivo che ci eravamo dati è stato centrato appieno, ripeteremo il progetto Famiglie Rifiuti Zero’ anche quest’anno con le stesse modalità e con lo sconto del 30 per cento sulla parte variabile della tariffa. Invito quindi tutti i cittadini interessati a partecipare alla riunione di mercoledì”.
“Un progetto che, a dieci anni dall’adesione di Capannori ai Rifiuti Zero, abbiamo voluto lanciare per creare una comunità sempre più consapevole e sensibile – aggiunge il coordinatore del Centro ricerca Rifiuti Zero, Rossano Ercolini -. Anche noi siamo soddisfatti dei risultati, perché abbiamo avuto un riscontro molto positivo, e ringraziamo le famiglie che durante tutto il percorso sono sempre state aperte a recepire i nostri consigli. Proseguiamo quindi molto volentieri questo progetto che grazie a piccoli cambiamenti nelle abitudini quotidiane porta rilevanti benefici”.
La principale tipologia di rifiuto prodotto dalle Famiglie Rifiuti Zero è stata la carta con un’incidenza del 38,4 per cento. A seguire ci sono stati il vetro (28 per cento), il multimateriale leggero (18 per cento) e l’organico (10,9 per cento). All’ultimo posto si è posizionato il non riciclabile con il 4,6 per cento.
Di quest'ultima frazione le Famiglie Rifiuti Zero hanno prodotto una media annuale di 3,882 chili a persona, ossia 22 volte meno rispetto alla media comunale (pari a 85,909 chili a persona l’anno). I rifiuti complessivi, invece, sono stati 89,582 chili a persona l’anno per le famiglie aderenti al progetti contro 443 chili a persona l’anno della media comunale (5 volte meno).
Rispetto alla media comunale, oltre all’abbattimento del 95 per cento del non riciclabile e del 90% dell’organico, è diminuita del 64,5 per cento la produzione di multimateriale leggero, del 33,8 per cento di carta e del 32,1 per cento di vetro.

Nell’incontro di mercoledì sarà anche presentato il programma di formazione sui 10 passi Rifiuti Zero previsto per il 27, 28 e 29 aprile.

fonte: www.ecodallecitta.it

Zero rifiuti, famiglia riduce spazzatura a 1 litro all'anno

Bea Johnson, 5 eco-regole che tagliano anche 40% spese



















Zero rifiuti in casa. Non è soltanto un motto, ma anche un obiettivo cui tendere. E nella vita di una famiglia di quattro persone più cane, è diventato realtà: tanto da riuscire a comprimere tutta la spazzatura prodotta in un anno all'interno di un barattolo da un litro. E' quello che è successo a Bea Johnson, autrice del libro che si chiama proprio 'Zero rifiuti in casa', presentato nella sede del Gse (Gestore dei servizi energetici), in cui racconta come replicare la sua 'eco-storia'.
    Per farlo, bisogna iniziare con cinque regole: rifiutare (ciò di cui non abbiamo bisogno), ridurre (ciò di cui abbiamo bisogno, ma che non possiamo rifiutare), riutilizzare (ciò che consumiamo e non possiamo né rifiutare né ridurre), riciclare (ciò che non possiamo né rifiutare né ridurre né riutilizzare), ridurre in compost (il resto). In questo modo, la famiglia è riuscita a ridurre il budget del 40%.
    La storia racconta tante piccole soluzioni e consigli pratici per vivere in modo sostenibile: fabbricarsi il dentifricio, confezionare il pranzo per i figli senza usare la plastica, evitare montagne di pubblicità indesiderata nella cassetta postale.
    Le 'misure' verdi che rendono la vita più leggera, osserva nella prefazione la presidente di Legambiente Rossella Muroni, ci dicono che "è questo il segreto: difendere il Pianeta non è più un limite allo sviluppo economico, ma ne rappresenta invece un orizzonte di crescita. E' uno sviluppo diverso: più giusto, più equo, più partecipato, e tutti abbiamo voglia e possibilità di partecipare".

fonte: www.ansa.it

Impatto Zero - Vademecum per famiglie a RifiutiZero


Presentazione libro Linda Maggiori
IMPATTO ZERO – Vademecum per famiglie a Rifiuti Zero
by Coordinamento Regionale Umbria RifiutiZero

L’esempio di una famiglia che si è organizzata per vivere riducendo il più possibile i rifiuti prodotti.
Sapendo che ancora la nostra società è strutturata su un’economia fondata sulla produzione di rifiuti. Con imballaggi la cui progettazione si ferma all’obiettivo dell’acquisto, lasciando alla volontà e coscienza dei cittadini lo smaltimento che invece è un vero e proprio lavoro. Fino a quando non interverremo sulla progettazione i rifiuti rappresenteranno un problema.
E nel frattempo le famiglie a Rifiuti Zero saranno l’eccezione, ma noi operiamo perché diventino la regola.

Il 25 marzo 2017 ore 10
Linda Maggiori incontra gli studenti delle prime alla Scuola Media Bernardino Di Betto di Perugia

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Sapendo che ancora la nostra società è strutturata su un’economia fondata sulla produzione di rifiuti. Con imballaggi la cui progettazione si ferma all’obiettivo dell’acquisto, lasciando alla volontà e coscienza dei cittadini lo smaltimento che invece è un vero e proprio lavoro. Fino a quando non interverremo sulla progettazione i rifiuti rappresenteranno un problema.
E nel frattempo le famiglie a Rifiuti Zero saranno l’eccezione, ma noi operiamo perché diventino la regola.


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L’esempio di una famiglia che si è organizzata per vivere riducendo il più possibile i rifiuti prodotti.
Sapendo che ancora la nostra società è strutturata su un’economia fondata sulla produzione di rifiuti. Con imballaggi la cui progettazione si ferma all’obiettivo dell’acquisto, lasciando alla volontà e coscienza dei cittadini lo smaltimento che invece è un vero e proprio lavoro. Fino a quando non interverremo sulla progettazione i rifiuti rappresenteranno un problema.
E nel frattempo le famiglie a Rifiuti Zero saranno l’eccezione, ma noi operiamo perché diventino la regola.


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Capannori, ecco le famiglie "rifiuti zero"















A Capannori, in provincia di Lucca, la raccolta differenziata raggiunge l'88%: "L'obiettivo è quello di diminuire sempre di più la quantità di rifiuti prodotti", dice il sindaco Luca Menesini. Il Comune ha così avviato un progetto, una sperimentazione avviata con un gruppo di famiglie dal nome "Famiglia rifiuti zero". Le famiglie aderenti avranno uno sconto sulla quota variabile della Tari del 10%

 
 
fonte: http://video.repubblica.it/