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I tre pilastri dell'agricoltura di domani: autoconsumo, scambio e vendita delle eccedenze
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Marsiglia, al mercato internazionale le eccedenze vengono trasformate sul posto per essere donate più facilmente
Dallo scorso dicembre Fruits et Légumes Solidarité (Frutta, verdura e solidarietà) attraverso il supporto di finanziatori pubblici e privati, ha sviluppato un laboratorio di trasformazione alimentare ad alti standard per dare vita ad una gamma di prodotti molto varia ottenuti da frutta e verdura recuperata al mercato

A Marsiglia esiste un’associazione che ha deciso di mettere fine all’enorme spreco di generi alimentari all’ingrosso nel Mercato d’Interesse Nazionale (MIN) di Arnavaux. Dallo scorso dicembre Fruits et Légumes Solidarité (Frutta, verdura e solidarietà) attraverso il supporto di finanziatori pubblici e privati, ha sviluppato un laboratorio di trasformazione alimentare ad alti standard per dare vita ad una gamma di prodotti molto varia ottenuti da frutta e verdura recuperata al mercato.
La trasformazione sul luogo
L’innovazione proposta da AFLS è quella di trasformare sul luogo ed al momento le eccedenze recuperate. In questo modo vengono prodotte conserve, succhi, minestre o surgelati che vengono donate ai più svantaggiati. Frutta e verdura confezionate sottovuoto, congelate o sterilizzate in barattoli, sono più facili da stoccare e distribuire.
Il lavoro viene svolto quotidianamente da un team di nov persone, delle quali sei arrivano da percorsi di reinserimento lavorativo, che hanno il compito di realizzare diversi prodotti, destinati ad essere ridistribuiti nel circuito solidale del Banco Alimentare. AFLS dopo un iniziale periodo di prova, vuole promuovere questa iniziativa anche in altre zona della Francia, che è la prima di questo tipo a livello di azione nei mercati all’ingrosso.
Il progetto è finanziato al 98,7% dal dipartimento di Bouches-du-Rhône ed è nato per fornire una rapida soluzione nella gestione delle scorte di prodotti freschi. La trasformazione del cibo invenduto all’interno del mercato si è rivelata una scelta vincente, in grado di evitare al massimo gli sprechi e di aumentare il tasso di recupero anche di quei prodotti che non potevano più essere più redistribuiti dal Banco Alimentare. Inoltre questa soluzione permette di assorbire i picchi di produzione, come succede con i pomodori o le insalate, e di aumentare le scorte e la relativa programmazione delle attività di redistribuzione.
AFLS vuole destinare allla vendita dal 20% al 30% della produzione, attraverso una rete in fase di costituzione. Grazie a questa operazione, l’associazione punta a bilanciare finanziariamente il suo progetto.

Il recupero di Banaste de Marianne
All’interno del Mercato Internazionale di Arnavaux opera anche l’associazione “La Banaste de Marianne” che raccoglie frutta e verdura invendute dai grossisti per poi fornirle ai negozi di alimentari solidali, membri della rete ANDES e di altre strutture di aiuto alimentare, che poi le rivendono a prezzi più bassi. L’azione di recupero si svolge dal lunedì al venerdì da parte di soggetti inoccupati che sono monitorati e supportati nel loro processo di integrazione professionale.

L’integrazione e la collaborazione attiva fra questi due innovativi progetti potrà permettere di rispondere al grande aumento dell’insicurezza alimentare che si sta registrando in Francia a causa della pandemia.
fonte: www.ecodallecitta.it
#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897. Grazie!

A Marsiglia esiste un’associazione che ha deciso di mettere fine all’enorme spreco di generi alimentari all’ingrosso nel Mercato d’Interesse Nazionale (MIN) di Arnavaux. Dallo scorso dicembre Fruits et Légumes Solidarité (Frutta, verdura e solidarietà) attraverso il supporto di finanziatori pubblici e privati, ha sviluppato un laboratorio di trasformazione alimentare ad alti standard per dare vita ad una gamma di prodotti molto varia ottenuti da frutta e verdura recuperata al mercato.
La trasformazione sul luogo
L’innovazione proposta da AFLS è quella di trasformare sul luogo ed al momento le eccedenze recuperate. In questo modo vengono prodotte conserve, succhi, minestre o surgelati che vengono donate ai più svantaggiati. Frutta e verdura confezionate sottovuoto, congelate o sterilizzate in barattoli, sono più facili da stoccare e distribuire.
Il lavoro viene svolto quotidianamente da un team di nov persone, delle quali sei arrivano da percorsi di reinserimento lavorativo, che hanno il compito di realizzare diversi prodotti, destinati ad essere ridistribuiti nel circuito solidale del Banco Alimentare. AFLS dopo un iniziale periodo di prova, vuole promuovere questa iniziativa anche in altre zona della Francia, che è la prima di questo tipo a livello di azione nei mercati all’ingrosso.
Il progetto è finanziato al 98,7% dal dipartimento di Bouches-du-Rhône ed è nato per fornire una rapida soluzione nella gestione delle scorte di prodotti freschi. La trasformazione del cibo invenduto all’interno del mercato si è rivelata una scelta vincente, in grado di evitare al massimo gli sprechi e di aumentare il tasso di recupero anche di quei prodotti che non potevano più essere più redistribuiti dal Banco Alimentare. Inoltre questa soluzione permette di assorbire i picchi di produzione, come succede con i pomodori o le insalate, e di aumentare le scorte e la relativa programmazione delle attività di redistribuzione.
AFLS vuole destinare allla vendita dal 20% al 30% della produzione, attraverso una rete in fase di costituzione. Grazie a questa operazione, l’associazione punta a bilanciare finanziariamente il suo progetto.

Il recupero di Banaste de Marianne
All’interno del Mercato Internazionale di Arnavaux opera anche l’associazione “La Banaste de Marianne” che raccoglie frutta e verdura invendute dai grossisti per poi fornirle ai negozi di alimentari solidali, membri della rete ANDES e di altre strutture di aiuto alimentare, che poi le rivendono a prezzi più bassi. L’azione di recupero si svolge dal lunedì al venerdì da parte di soggetti inoccupati che sono monitorati e supportati nel loro processo di integrazione professionale.

L’integrazione e la collaborazione attiva fra questi due innovativi progetti potrà permettere di rispondere al grande aumento dell’insicurezza alimentare che si sta registrando in Francia a causa della pandemia.
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Avanzi Popolo 2.0, le buone pratiche per contrastare lo spreco alimentare e la loro replicabilità. L’esperienza de ‘La Garra’ a Terlizzi
Paparella: “Il nostro obiettivo è realizzare progetti e azioni che siano utili alla nostra comunità. Fare cose per cambiare le cose”
Nato a Bari nel 2014, il progetto si è evoluto realizzando “attività di sensibilizzazione e di educazione rispetto alla gestione delle eccedenze di cibo che rischiano di finire in pattumiera”, creando una piattaforma di foodsharing (www.avanzipopolo.it) ed esportando questa buona pratica fuori dal capoluogo come avvenuto a Triggiano, Terlizzi e Carbonara.
Ed è proprio la replicabilità del progetto un aspetto da non sottovalutare perché rappresenta la chiave di volta per rendere centrale il tema del contrasto allo spreco, non solo all’interno dell’agenda delle istituzioni locali ma soprattutto tra i cittadini andandone a modificare nel concreto i comportamenti.
Per capire meglio, e non solo, come si fa a replicare e mutuare un progetto da un territorio a un altro abbiamo raggiunto Il Circolo Arci ‘La Garra’ di Terlizzi che, nel 2019, ha deciso di replicare l’esperienza dei “cugini” baresi con Avanzi Popolo 2.0.

“L’idea di abbracciare il progetto Avanzi Popolo – dice Gaetano Paparella, presidente de La Garra – nasce con lo stesso spirito con il quale è nata la nostra associazione, ovvero ‘fare delle cose per cambiare le cose’. Il nostro primo obiettivo è quello di realizzare progetti e azioni che siano utili al paese e alla nostra comunità. Siamo partiti dalle buone pratiche già attive attorno a noi per poi provarle a replicare e adattarle al nostro territorio. Nella città di Bari era attivo un bellissimo progetto come quello di Avanzi Popolo 2.0 quindi abbiamo chiesto ai ragazzi di Bari un incontro per confrontarci e provare ad avviare un progetto sul recupero delle eccedenze alimentari anche a Terlizzi. Ci sono voluti quasi quattro mesi per studiare il nostro territorio, capire quali fossero le criticità e creare una rete stabile e virtuosa tra donatori, recuperatori e beneficiari.”
Dove vanno a finire le eccedenze che recuperate?
Se i donatori sono rappresentati dalle attività commerciali, i beneficiari individuati sono la Caritas cittadina (con la quale già durante le prime fasi della pandemia avevamo stretto un accordo per aiutarli durante la distribuzione dei generi alimentari nell’emergenza), le Caritas parrocchiali, alcune famiglie segnalate sempre dalla Caritas e dalle parrocchie alle quali distribuiamo il fresco, ossia tutti gli alimenti deperibili e che quindi consegniamo subito dopo il recupero. Senza dimenticare le derrate che portiamo a Casa Betania, l’unica realtà che a Terlizzi ha una mesa per i bisognosi aperta tutti i giorni a pranzo e a cena e che serve una media di 40 persone.
La parola ora passa ad Elisa, una volontaria de ‘La Garra’, alla quale abbiamo chiesto qualcosa in più su come è strutturato il progetto.
La fase di avvio del progetto come è stata accolta dai commercianti?
Il progetto è partito a Terlizzi a giugno 2019 ma la fase di progettazione è cominciata a febbraio. Quattro mesi di gestazione nei quali, oltre al confronto proficuo con i nostri cugini di Bari, abbiamo dovuto studiare il nostro territorio mappando le potenziali attività commerciali che avrebbero potuto prendere parte al progetto. Andando negozio per negozio, non solo per farsi conoscere ma soprattutto per parlare di spreco alimentare e capire con loro quali potevano essere i potenziali prodotti che si potevano salvare evitando quindi di buttare cibo buono tra i rifiuti.
La risposta della categoria è stata positiva. Sia quando il commerciante decideva di aderire, sia quando non aderiva perché contemporaneamente aveva già attivato una qualche modalità di gestione delle eccedenze e in alcuni casi scoprendo che gli stessi commercianti avevano già creato una micro rete informale di aiuti alimentari.

In quanti siete a far vivere il progetto?
A gestire il progetto siamo circa una trentina. Ci siamo divisi in sotto gruppi così da garantire ogni giorno la presenza e disponibilità di cinque/sei persone per le attività di recupero e ridistribuzione. Va da se che l’orario in cui avviene il grosso delle nostre attività è quello serale dalle 19 alle 22 corrispondente all’orario di chiusura delle attività commerciali.
Quando il commerciante, prima della chiusura, si rende conto che della merce è rimasta invenduta (come per esempio pane, focaccia, croissant) ci contatta e noi passiamo a recuperarle. Non è stato semplice far comprendere ai commercianti che il nostro lavoro ha come focus la riduzione degli sprechi. Infatti all’inizio venivamo contattati per recuperare donazioni e quindi, in corso d’opera, la nostra si è trasformata anche in una azione di educazione e sensibilizzazione al contrasto degli sprechi alimentari.
Cosa recuperate e a quanto ammonta lo spreco che riuscite a evitare?
In linea generale recuperiamo pane e prodotti da forno, frutta e verdura, prodotti dolciari, scatolame e imbustati prossimi alla scadenza. Ogni giorno le quantità variano, ma questo è normale. Da giugno 2019 abbiamo realizzato più di 200 interventi di recupero in più di 20 attività commerciali che hanno deciso di aderire al progetto. A queste attività commerciali, in periodo pre-covid, si era aggiunta anche una sala ricevimento che al bisogno ci contattava per ritirare le eccedenze. Solo per fare un esempio di quello che recuperiamo, nel solo mese di gennaio con 23 interventi abbiamo recuperato 150 cornetti, 30 cassette di ortofrutta, 16 kg di focaccia e 15 kg di pane. Tutto cibo buono che sarebbe diventato un rifiuto e che probabilmente sarebbe finito nell’indifferenziata.
Stiamo notando che nell’ultimo anno la quantità di cibo recuperato sta calando, non in maniera drastica, ma il trend è quello. Probabilmente questo significa che il nostro lavoro sta dando i suoi frutti. Infatti notiamo che sono sempre di più i commercianti attenti e sensibili al tema. L’esempio più vistoso è quello dei panifici che nel tempo hanno diminuito le eccedenze perché, a loro detta, si sono concentrati di più sull’ottimizzare la produzione. Per noi questo è un successo, significa che il tema dello spreco alimentare è diventato centrale e sentito.

Scorrendo la vostra pagina Facebook ci si iabatte ne ‘La caccia alla avanzo, cosa è?
Prima della pandemia, con cadenza mensile o quasi, organizzavamo la caccia all’avanzo. Che non è altro che una vera e propria caccia agli sprechi. Grazie alla mappatura che abbiamo realizzato delle attività commerciali, muniti di biciclette, carrelli della spesa e anche con dei risciò giriamo la città recuperando le eccedenze. Vedere più di venti persone rumorose e colorate che si muovono per la città alla ricerca dello spreco non è solo una attività che ci permette di recuperare di più, ma diventa un messaggio a commercianti e cittadini per sensibilizzarli sul tema. Perché la gente quando ci vede in giro ci ferma, ci chiede cosa stiamo facendo e contemporaneamente comincia riflettere o comunque inizia a porsi il problema, e dopo ogni caccia il numero dei commercianti che si uniscono a noi aumenta. Durante l’ultima caccia all’avanzo un cittadino ci ha fermato, conosceva vagamente qualcosa in merito alla nostra attività, ma dopo un veloce scambio di pensieri e riflessioni si è allontanato per poi raggiungerci e donarci due casse di latte prossime alla scadenza dicendoci ‘prendetele voi perché io non riuscirò mai a consumare tutto questo latte’.
Come funziona la ridistribuzione?
La ridistribuzione avviene immediatamente subito dopo l’azione di recupero, semplicemente perché questa è la modalità più sicura per garantire un cibo buono e di qualità ai nostri beneficiari. Ti faccio un esempio. Alle ore 21 riceviamo la chiamata dal panificio, il referente del giorno smista la segnalazione a chi fisicamente si occuperà del recupero. Una volta ritirata l’eccedenza consultiamo i beneficiari e i recuperatori partono alla volta del beneficiario che in quel momento necessita di quel particolare prodotto. Ovviamente ottimizziamo i tempi così quando andiamo dalla signora Maria (nome comune di fantasia) portiamo tutto quello che le mancava integrandolo con le altre derrate recuperate in giornata.

Avete mai provato a fare un calcolo dei beneficiari serviti dal progetto?
Non è facile individuare il numero preciso. Parliamo di una media mensile di 15 famiglie, famiglie delle più disparate. Ci sono coppie con tre, quattro e ancora più figli, ci sono situazioni dove noi consegniamo il cibo a una famiglia di anziani ma capiamo che questa consegna servirà ad aiutare anche le famiglie dei loro figli. A Terlizzi la povertà c’è e ci sono molti più poveri di quelli che possiamo immaginare. Il lockdown ha fatto emergere ancora di più e tutti insieme i problemi delle fasce più deboli della nostra comunità.
Da volontaria cosa significa impegnarsi su queste tematiche?
Il volontariato è una attività impegnativa. Sottratte del tempo all’io per dedicarlo all’altro che ha bisogno di un aiuto perché da solo non ce la fa, è una sfida che vale la pena abbracciare. Poi se lo si fa in un progetto dalla duplice valenza come questo, da un lato quella ambientale con la lotta agli sprechi e dall’altro quella dell’emergenza alimentare cercando di aiutare il più possibile chi si trova in difficoltà, la fatica è doppia ma doppie sono anche le soddisfazioni.
fonte: www.ecodallecitta.it
Nato a Bari nel 2014, il progetto si è evoluto realizzando “attività di sensibilizzazione e di educazione rispetto alla gestione delle eccedenze di cibo che rischiano di finire in pattumiera”, creando una piattaforma di foodsharing (www.avanzipopolo.it) ed esportando questa buona pratica fuori dal capoluogo come avvenuto a Triggiano, Terlizzi e Carbonara.
Ed è proprio la replicabilità del progetto un aspetto da non sottovalutare perché rappresenta la chiave di volta per rendere centrale il tema del contrasto allo spreco, non solo all’interno dell’agenda delle istituzioni locali ma soprattutto tra i cittadini andandone a modificare nel concreto i comportamenti.
Per capire meglio, e non solo, come si fa a replicare e mutuare un progetto da un territorio a un altro abbiamo raggiunto Il Circolo Arci ‘La Garra’ di Terlizzi che, nel 2019, ha deciso di replicare l’esperienza dei “cugini” baresi con Avanzi Popolo 2.0.

“L’idea di abbracciare il progetto Avanzi Popolo – dice Gaetano Paparella, presidente de La Garra – nasce con lo stesso spirito con il quale è nata la nostra associazione, ovvero ‘fare delle cose per cambiare le cose’. Il nostro primo obiettivo è quello di realizzare progetti e azioni che siano utili al paese e alla nostra comunità. Siamo partiti dalle buone pratiche già attive attorno a noi per poi provarle a replicare e adattarle al nostro territorio. Nella città di Bari era attivo un bellissimo progetto come quello di Avanzi Popolo 2.0 quindi abbiamo chiesto ai ragazzi di Bari un incontro per confrontarci e provare ad avviare un progetto sul recupero delle eccedenze alimentari anche a Terlizzi. Ci sono voluti quasi quattro mesi per studiare il nostro territorio, capire quali fossero le criticità e creare una rete stabile e virtuosa tra donatori, recuperatori e beneficiari.”
Dove vanno a finire le eccedenze che recuperate?
Se i donatori sono rappresentati dalle attività commerciali, i beneficiari individuati sono la Caritas cittadina (con la quale già durante le prime fasi della pandemia avevamo stretto un accordo per aiutarli durante la distribuzione dei generi alimentari nell’emergenza), le Caritas parrocchiali, alcune famiglie segnalate sempre dalla Caritas e dalle parrocchie alle quali distribuiamo il fresco, ossia tutti gli alimenti deperibili e che quindi consegniamo subito dopo il recupero. Senza dimenticare le derrate che portiamo a Casa Betania, l’unica realtà che a Terlizzi ha una mesa per i bisognosi aperta tutti i giorni a pranzo e a cena e che serve una media di 40 persone.
La parola ora passa ad Elisa, una volontaria de ‘La Garra’, alla quale abbiamo chiesto qualcosa in più su come è strutturato il progetto.
La fase di avvio del progetto come è stata accolta dai commercianti?
Il progetto è partito a Terlizzi a giugno 2019 ma la fase di progettazione è cominciata a febbraio. Quattro mesi di gestazione nei quali, oltre al confronto proficuo con i nostri cugini di Bari, abbiamo dovuto studiare il nostro territorio mappando le potenziali attività commerciali che avrebbero potuto prendere parte al progetto. Andando negozio per negozio, non solo per farsi conoscere ma soprattutto per parlare di spreco alimentare e capire con loro quali potevano essere i potenziali prodotti che si potevano salvare evitando quindi di buttare cibo buono tra i rifiuti.
La risposta della categoria è stata positiva. Sia quando il commerciante decideva di aderire, sia quando non aderiva perché contemporaneamente aveva già attivato una qualche modalità di gestione delle eccedenze e in alcuni casi scoprendo che gli stessi commercianti avevano già creato una micro rete informale di aiuti alimentari.

In quanti siete a far vivere il progetto?
A gestire il progetto siamo circa una trentina. Ci siamo divisi in sotto gruppi così da garantire ogni giorno la presenza e disponibilità di cinque/sei persone per le attività di recupero e ridistribuzione. Va da se che l’orario in cui avviene il grosso delle nostre attività è quello serale dalle 19 alle 22 corrispondente all’orario di chiusura delle attività commerciali.
Quando il commerciante, prima della chiusura, si rende conto che della merce è rimasta invenduta (come per esempio pane, focaccia, croissant) ci contatta e noi passiamo a recuperarle. Non è stato semplice far comprendere ai commercianti che il nostro lavoro ha come focus la riduzione degli sprechi. Infatti all’inizio venivamo contattati per recuperare donazioni e quindi, in corso d’opera, la nostra si è trasformata anche in una azione di educazione e sensibilizzazione al contrasto degli sprechi alimentari.
Cosa recuperate e a quanto ammonta lo spreco che riuscite a evitare?
In linea generale recuperiamo pane e prodotti da forno, frutta e verdura, prodotti dolciari, scatolame e imbustati prossimi alla scadenza. Ogni giorno le quantità variano, ma questo è normale. Da giugno 2019 abbiamo realizzato più di 200 interventi di recupero in più di 20 attività commerciali che hanno deciso di aderire al progetto. A queste attività commerciali, in periodo pre-covid, si era aggiunta anche una sala ricevimento che al bisogno ci contattava per ritirare le eccedenze. Solo per fare un esempio di quello che recuperiamo, nel solo mese di gennaio con 23 interventi abbiamo recuperato 150 cornetti, 30 cassette di ortofrutta, 16 kg di focaccia e 15 kg di pane. Tutto cibo buono che sarebbe diventato un rifiuto e che probabilmente sarebbe finito nell’indifferenziata.
Stiamo notando che nell’ultimo anno la quantità di cibo recuperato sta calando, non in maniera drastica, ma il trend è quello. Probabilmente questo significa che il nostro lavoro sta dando i suoi frutti. Infatti notiamo che sono sempre di più i commercianti attenti e sensibili al tema. L’esempio più vistoso è quello dei panifici che nel tempo hanno diminuito le eccedenze perché, a loro detta, si sono concentrati di più sull’ottimizzare la produzione. Per noi questo è un successo, significa che il tema dello spreco alimentare è diventato centrale e sentito.

Scorrendo la vostra pagina Facebook ci si iabatte ne ‘La caccia alla avanzo, cosa è?
Prima della pandemia, con cadenza mensile o quasi, organizzavamo la caccia all’avanzo. Che non è altro che una vera e propria caccia agli sprechi. Grazie alla mappatura che abbiamo realizzato delle attività commerciali, muniti di biciclette, carrelli della spesa e anche con dei risciò giriamo la città recuperando le eccedenze. Vedere più di venti persone rumorose e colorate che si muovono per la città alla ricerca dello spreco non è solo una attività che ci permette di recuperare di più, ma diventa un messaggio a commercianti e cittadini per sensibilizzarli sul tema. Perché la gente quando ci vede in giro ci ferma, ci chiede cosa stiamo facendo e contemporaneamente comincia riflettere o comunque inizia a porsi il problema, e dopo ogni caccia il numero dei commercianti che si uniscono a noi aumenta. Durante l’ultima caccia all’avanzo un cittadino ci ha fermato, conosceva vagamente qualcosa in merito alla nostra attività, ma dopo un veloce scambio di pensieri e riflessioni si è allontanato per poi raggiungerci e donarci due casse di latte prossime alla scadenza dicendoci ‘prendetele voi perché io non riuscirò mai a consumare tutto questo latte’.
Come funziona la ridistribuzione?
La ridistribuzione avviene immediatamente subito dopo l’azione di recupero, semplicemente perché questa è la modalità più sicura per garantire un cibo buono e di qualità ai nostri beneficiari. Ti faccio un esempio. Alle ore 21 riceviamo la chiamata dal panificio, il referente del giorno smista la segnalazione a chi fisicamente si occuperà del recupero. Una volta ritirata l’eccedenza consultiamo i beneficiari e i recuperatori partono alla volta del beneficiario che in quel momento necessita di quel particolare prodotto. Ovviamente ottimizziamo i tempi così quando andiamo dalla signora Maria (nome comune di fantasia) portiamo tutto quello che le mancava integrandolo con le altre derrate recuperate in giornata.

Avete mai provato a fare un calcolo dei beneficiari serviti dal progetto?
Non è facile individuare il numero preciso. Parliamo di una media mensile di 15 famiglie, famiglie delle più disparate. Ci sono coppie con tre, quattro e ancora più figli, ci sono situazioni dove noi consegniamo il cibo a una famiglia di anziani ma capiamo che questa consegna servirà ad aiutare anche le famiglie dei loro figli. A Terlizzi la povertà c’è e ci sono molti più poveri di quelli che possiamo immaginare. Il lockdown ha fatto emergere ancora di più e tutti insieme i problemi delle fasce più deboli della nostra comunità.
Da volontaria cosa significa impegnarsi su queste tematiche?
Il volontariato è una attività impegnativa. Sottratte del tempo all’io per dedicarlo all’altro che ha bisogno di un aiuto perché da solo non ce la fa, è una sfida che vale la pena abbracciare. Poi se lo si fa in un progetto dalla duplice valenza come questo, da un lato quella ambientale con la lotta agli sprechi e dall’altro quella dell’emergenza alimentare cercando di aiutare il più possibile chi si trova in difficoltà, la fatica è doppia ma doppie sono anche le soddisfazioni.
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Babaco Market: ecco come evitare spreco di frutta e verdura
Evitare lo spreco facendo ricorso alla tecnologia, dando una mano ai piccoli agricoltori. Una frontiera sempre più esplorata e preziosa nell'ottica dei progetti di sviluppo sostenibile e di economia circolare. Così è nata Babaco Market, l’ultima creazione in casa MyFoody, start up impegnata ormai da un paio d’anni nel recupero delle eccedenze alimentari prossime alla scadenza. Babaco è un delivery antispreco di frutta e verdura che consegna a casa tutti quei prodotti che andrebbero gettati per piccoli difetti di buccia o con forme e misure più piccole del solito che non vengono accettati dai canali tradizionali, come i supermercati.
Come funziona il servizio antispreco

Il meccanismo per ordinare è semplice: si puoi scegliere tra la Bonsai Box, 6 kg di prodotti a 19 euro o la Jungle Box, 10 kg a 27 euro (consegna 1.90 euro), con un risparmio del 30% circa sul prezzo normale di quei generi: ogni box contiene almeno 8/10 tipi di frutta o verdura fresche, imballate senza l’utilizzo di plastica a favore di materiali riciclabili ed eco-sostenibili. Al momento dell’iscrizione si può scegliere fra un abbonamento settimanale o quindicinale e nell’eventualità disdirlo liberamente quando si vuole. Già di per sé progetto interessante, a valorizzare la mission di MyFoody è la provenienza dei prodotti: i babaco box contengono esclusivamente frutta e verdura di stagione acquistata da agricoltori attenti alla qualità e agli standard di coltivazione e piccoli produttori italiani.
Una mano ai piccoli agricoltori
Nella selezione dei fornitori, infatti, Babaco preferisce i piccoli coltivatori o comunque chi si impegna a preservare, attraverso il proprio lavoro, le specificità del proprio territorio. Per questo potreste avere la fortuna di trovare nelle box prodotti unici provenienti anche da presidi Slow Food. Il servizio è attualmente attivo solo a Milano ma l’intenzione è di renderlo esteso al resto d’Italia. I prodotti rimasti invenduti dalle babaco box saranno devoluti a Recup, associazione charity che combatte lo spreco alimentare e l’esclusione sociale redistribuendo i prodotti attraverso la rete dei mercati rionali.
fonte: https://www.impakter.it
RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542
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La lotta allo spreco alimentare non si ferma. Milano Ristorazione dona 3 tonnellate al Terzo settore
Oltre 3 le tonnellate di cibo destinate alle mense delle scuole milanesi, che saranno donate alla Fondazione Banco Alimentare Onlus e ad altre organizzazioni attive nella raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari
Milano Ristorazione, che da tempo, in linea con le priorità della Food Policy di Milano, contribuisce quotidianamente alla riduzione dello spreco alimentare grazie alla collaborazione con diverse organizzazioni del Terzo settore, ha agito con prontezza anche in questo momento particolare: “Domenica, quando è stata decisa la chiusura delle scuole, una delle nostre preoccupazioni è stata evitare lo spreco di tonnellate di cibo fresco, che non potevamo più distribuire nelle mense”, dichiara il Presidente di Milano Ristorazione Bernardo Notarangelo. “Ringrazio le associazioni, i dipendenti e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare in modo così efficace questo obiettivo”.
A seguito della sospensione temporanea delle attività nelle scuole cittadine, Milano Ristorazione, la società partecipata del Comune di Milano che prepara e distribuisce circa 75,000 pasti al giorno per gli alunni della città, ha lavorato fin da subito per evitare di sprecare tutto il cibo fresco in scadenza.
Sono oltre 3 le tonnellate di cibo, soprattutto insalata, parmigiano reggiano grattugiato, latticini e uova, destinate alle mense delle scuole milanesi, che saranno donate alla Fondazione Banco Alimentare Onlus e ad altre organizzazioni attive nella raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari, tra le quali City Angels e il Refettorio Ambrosiano.
“La collaborazione tra gli uffici della Food Policy e Milano Ristorazione è preziosa e costante – commenta la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo – e anche in una situazione come questa abbiamo saputo lavorare in sinergia per il meglio. La salute di tutti i cittadini è certamente il pensiero principale alla base di ogni azione intrapresa in questi giorni, allo stesso tempo non abbiamo dimenticato il nostro impegno per la riduzione dello spreco alimentare”.
Banco Alimentare e le altre organizzazioni coinvolte effettueranno la distribuzione del cibo attraverso i propri canali, supportando così l’azione di lotta allo spreco alimentare determinata da questa situazione eccezionale.
Milano Ristorazione conferma che le attività di ristorazione collettiva per le strutture RSA, per Casa Jannacci, per i CDD e il servizio a domicilio per gli anziani continueranno a essere svolte regolarmente.
fonte: www.ecodallecitta.it
Tre anni di progetto #RePopp al mercato di Porta Palazzo a Torino
Da una raccolta differenziata al mercato di Porta Palazzo sotto al 50% per arrivare sopra il 75%. E’ questo il primo importante risultato di tre anni di #RePopp, il progetto per la valorizzazione dell’organico,
il recupero del cibo invenduto e l’educazione ambientale al mercato all’aperto più grande d’Europa. “Un dato straordinario contando la complessità e il numero di ambulanti presenti, circa 260” sottolinea Luigi Vendola dell’associazione Eco dalle Città che coordina il progetto #RePopp. “Un altro dato significativo riguarda il recupero delle eccedenze alimentari. Nel 2017 abbiamo recuperato quasi 56 tonnellate di cibo. Nel 2018 quasi 67. E ad oggi siamo già a 79 tonnellate nel 2019. Tanto cibo che viene redistribuito al momento. E pensiamo al valore economico, calcolando 50 centesimi al chilo, possiamo dire che abbiamo reimmesso in circolo 40 mila euro di frutta e verdura”.
il recupero del cibo invenduto e l’educazione ambientale al mercato all’aperto più grande d’Europa. “Un dato straordinario contando la complessità e il numero di ambulanti presenti, circa 260” sottolinea Luigi Vendola dell’associazione Eco dalle Città che coordina il progetto #RePopp. “Un altro dato significativo riguarda il recupero delle eccedenze alimentari. Nel 2017 abbiamo recuperato quasi 56 tonnellate di cibo. Nel 2018 quasi 67. E ad oggi siamo già a 79 tonnellate nel 2019. Tanto cibo che viene redistribuito al momento. E pensiamo al valore economico, calcolando 50 centesimi al chilo, possiamo dire che abbiamo reimmesso in circolo 40 mila euro di frutta e verdura”.
“Mi sono fatto l’idea che questo sia un caso unico al mondo. Per tutte le ricerche che abbiamo compiuto fin ora, non mi pare che esista al Mondo in un mercato all’aperto un intervento che si svolge tutti i giorni, tutto l’anno, organizzato che redistribuisce sul posto la frutta e la verdura invendute e che sia anche un lavoro” sottolinea Paolo Hutter, presidente dell’associazione Eco dalle Città. “Questa non è un impegno che si basa sul volontario ma ora si svolge principalmente sul lavoro. E stiamo lavorando con un appoggio che si sta per concretizzare da parte del Comune di tipo materiale e sostanziale. Cercheremo – ha aggiunto Paolo Hutter – di portare questa esperienza unica al Mondo in sedi europee ed internazionali come la COP25 di Madrid e la Cumbre Social Alternativa in Cile”.
“Quando capita che la Città va in giro in Europa, incontriamo altri partner e parliamo di ambiente, si dicono più o meno le stesse cose. Ma quando raccontiamo il progetto RePopp a Porta a Palazzo, ci guardano come se ‘fossimo scesi dalla Luna’ e ci dicono che vorrebbero fare anche loro questo progetto” ha sottolineato l’assessore all’Ambiente, Alberto Unia. “Il progetto è iniziato nel 2016 con l’assessore che mi ha preceduto, poi io l’ho portato avanti. E’ sempre stato fortemente voluto dall’Amministrazione. Noi ci crediamo tanto in questo progetto. Ci crediamo perché ha un valore sociale, morale ed ecologico incredibile. Penso che questo sia veramente il progetto con la P maiuscola. E’ molto complicato per una Città portarlo avanti, anche per motivi burocratici. Devo dire che ce la facciamo anche grazie all’impegno di Sentinelle dei Rifiuti, Ecomori e dei partner (Amiat, Novamont, Sea) dando un importante messaggio alla cittadinanza”.
“Il Comune ha ben accettato questa iniziativa. Questo è un lavoro ed è per questo che ci siamo impegnati a sostenerlo fattivamente. Questo lavoro porta avanti una filosofia che dovrebbe essere di tutti. Per questo abbiamo invitato i protagonisti di RePopp a parlare più volte in Comune” ha evidenziato Federico Mensio, presidente della Commissione consiliare Ambiente del Comune di Torino. “Non si tratta solo di non sprecare. Si tratta di capire che stiamo facendo qualcosa di riduzione di qualcosa che neanche dovremmo buttare. E’ da incivili buttare il cibo oggi, più di quanto lo era anni fa. Un altro aspetto è l’opportunità per le persone che sono qua e che stanno lavorando per noi. Abbiamo anche ospitato in Commissione in passato alcuni richiedenti asilo che animavano il progetto, in un momento che le persone arrivate in Italia correvano il rischio di essere mandati via solo perché non avevano una firma su un foglio (oggi si è avviato l’inserimento lavorativo di alcuni dei rifugiati dell’Africa Occidentale che avevano iniziato l’esperienza Ecomori come volontari NdA)”.
“Sui mercati la raccolta differenziata a Torino c’è da tanti anni” ricorda Marco Rossi, Direttore Servizi Territoriali di Amiat. “Abbiamo iniziato a farla 15 anni fa. Ad un certo ci siamo resi conto che mentre tanti mercati avevano raggiunto percentuali interessanti intorno al 55-60%, a Porta Palazzo eravamo fermi al 30. Ci eravamo convinti che questo mercato fosse ‘un’altra cosa’ per una via della sua intrinseca complicazione, dimensione ed eterogeneità. Nel 2016 ci sono venuti a parlare di questa idea, proponendo il miglioramento della raccolta differenziata dell’organico insieme alla redistribuzione del cibo. All’inizio – racconta Rossi – ero perplesso. Ma vendendo l’entusiasmo di Eco dalle Città, dell’assessorato e dei suoi tecnici, ci siamo convinti. A tre anni di distanza possiamo dire che è stata una storia di successo. E i risultati danno ragione e non ho dubbi che in Europa venga considerata un’eccezione e una perla nel panorama delle iniziative di sostenibilità ambientale”.
Alla presentazione dei risultati di tre anni di RePopp (che si è svolta sabato 16 novembre 2019 presso il Mercato Centrale) sono intervenuti Massimo Guglielmo e Enzo Tutone della Sea srl che opera a Porta Palazzo. “Una collaborazione proficua con il progetto RePopp” secondo i rappresentanti di Sea che hanno annunciato l’arrivo di nuovi compattatori completamente elettrici che “renderanno ancora più sostenibile” l’iniziativa.
Infine, Flavia Vigoriti, Business Communication Specialist di Novamont, ha aggiunto: “L’entusiasmo di questo progetto è contagioso. Fin dall’inizio abbiamo creduto nel progetto. Vedere che dopo tre anni i numeri crescono e i risultati sia sociali che ambientali sono sempre migliori è un elemento che ci fa credere ancora di più in RePopp per supportarlo e sostenerlo in futuro. Continuate così perché Porta Palazzo può essere un modello per mostrare all’esterno che recuperare cibo, coinvolgendo persone in difficoltà, non è una follia ma può essere replicabile. Si può fare. Lo abbiamo dimostrato e lo state dimostrando” ha concluso Flavia Vigoriti.
fonte: https://www.quotidianopiemontese.it
Capannori: Tariffe Invariate e Nuovi Incentivi per Famiglie e Aziende.
Resta invariato, così come da otto anni a questa parte, il piano finanziario di Ascit per il 2019 che ammonta a 8 milioni e 300 mila euro, approvato ieri (venerdì) dal consiglio comunale, insieme al piano tariffario e al regolamento della tariffa corrispettiva della gestione dei rifiuti (voti favorevoli della maggioranza, astensione gruppo misto, voti contrari dell'opposizione). Ciò significa che anche per il 2019 restano invariate le tariffe per utenze domestiche e non domestiche, a fronte però di un progressivo aumento dei servizi avvenuto negli ultimi anni. Grazie ad alcune modifiche apportate al regolamento della tariffa corrispettiva sono state inoltre introdotte nuove importanti agevolazioni per i cittadini e per le aziende più virtuosi.
“Essere riusciti a mantenere inalterato da 8 anni il piano finanziario a fronte di un progressivo innalzamento della qualità del servizio è davvero un risultato eccezionale – afferma l'assessore all'ambiente Matteo Francesconi -. In questo modo infatti garantiamo tariffe invariate a famiglie ed aziende, pur essendo riusciti a migliorare progressivamente il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Ne sono esempio il ritiro gratuito del verde, con l'aumento del numero di svuotamenti a partire dal prossimo autunno, l'aumento del numero dei ritiri del multimateriale, che è passato a due volte a settimana, mentre prima si basava su un sistema a settimane alterne e l'apertura dell'isola ecologica di Coselli. Significativi gli incentivi previsti dal nuovo regolamento per famiglie ed aziende. Si va in pratica verso la personalizzazione della tariffa che sempre più si basa sul comportamento virtuoso degli utenti secondo il concetto che chi meno produce rifiuti, adottando buone pratiche, meno paga”.
Tra le novità più rilevanti del nuovo regolamento l'aumento dal 10% al 20% di sconto sulla parte variabile della tariffa per le 'Famiglie Rifiuti Zero' per le quali si crea un sistema di cumulabilità di agevolazioni. Le 'Famiglie Rifiuti Zero' con neonati che utilizzeranno pannolini lavabili vedranno salire lo sconto al 40%, che potrà raggiungere il 60% se praticano anche il compostaggio domestico.
Si conferma per tutti lo sconto del 20%, sempre sulla parte variabile della tariffa, per chi pratica il compostaggio domestico e si prevede uno sconto del 20% per coloro che utilizzeranno le compostiere di comunità che sono al centro di un progetto sperimentale ancora allo studio.
Un'altra misura è volta alla lotta allo spreco alimentare, prevedendo l'aumento dello sconto sulla parte variabile della tariffa dall'attuale 10% al 20% per bar, ristoranti ed altri esercizi che somministrano alimenti, che in via continuativa devolvono le proprie eccedenze alimentari ai fini di solidarietà sociale.
Confermato lo sconto del 15% della parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche che sperimentano il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua, che può salire al 35% se adottano anche la buona pratica di donare le eccedenze alimentari. In un'ottica di contrasto alla ludopatia resta in atto anche lo sconto del 20% sulla parte fissa della tariffa per tutte le utenze non domestiche, soprattutto bar, che dichiarano di aver disinstallato tutti gli apparecchi di video poker, slot machine, videolottery o altri apparecchi con vincite di denaro.
Maggiori incentivazioni inoltre anche per piccoli e medi esercizi commerciali che vendono prodotti sfusi e quindi contribuiscono a diminuire gli imballaggi da smaltire. Anche in questo caso è previsto un aumento dello sconto in bolletta che sarà calcolato in proporzione alla superficie dedicata all'interno del locale alla vendita di prodotti di questo genere.
Novità infine per quanto riguarda le seconde case: dal 1 gennaio 2020 non saranno soggette a tariffa le abitazioni sprovviste di contratti attivi ma che hanno al loro interno il mobilio, mentre fino ad ora queste abitazioni per non pagare la bolletta dovevano essere sprovviste di mobili.
fonte: https://www.comune.capannori.lu.it
Capannori: Uno Sconto Del 40% Sulla Parte Variabile Della Tariffa Ascit Per Le Famiglie Che Usano Pannolini Ecologici.
Più Incentivi Per Le Utenze Non Domestiche Che Donano Eccedenze Alimentari
E Vendono Prodotti Sfusi
Nuove proposte dell'amministrazione Menesini in diversi ambiti per incentivare cittadini ed aziende alle buone pratiche ambientali e ridurre così la quantità di rifiuto prodotto sul territorio. Novità che saranno introdotte nel nuovo regolamento di Ascit che nel mese di marzo sarà all'ordine del giorno del consiglio comunale.
Sono previste tre tipi di incentivazione. La prima riguarda le famiglie con neonati per le quali si vuole promuovere l'uso di pannolini lavabili e quindi riutilizzabili prevedendo uno sconto del 40% sulla parte variabile della tariffa Ascit per coloro che li utilizzano. Queste utenze entreranno direttamente a far parte delle 'Famiglie Rifiuti Zero' e saranno seguite e affiancate dal Centro di Ricerca rifiuti Zero.
La seconda nuova misura prevede l'aumento dello sconto sulla parte variabile della tariffa Ascit dall'attuale 10% al 20% per bar, ristoranti ed altri esercizi che somministrano alimenti, che donano le proprie eccedenze alimentari.
Il terzo tipo di incentivazione è rivolto agli esercizi commerciali che vendono prodotti sfusi e quindi contribuiscono a diminuire gli imballaggi da smaltire. Anche in questo caso è previsto un aumento dello sconto in bolletta che sarà calcolato in proporzione alla superficie dedicata all'interno del locale alla vendita di prodotti di questo genere.
“Con queste nuove misure vogliamo implementare le buone pratiche per diminuire la produzione dei rifiuti sul nostro territorio e avvicinarsi sempre più all'obbiettivo rifiuti zero. Il fine è anche quello di responsabilizzare ulteriormente i cittadini sull'importanza di uno stile di vita sostenibile che passa anche da ciò che si acquista. - spiega l'assessore all'ambiente Matteo Francesconi -. I pannolini 'usa e getta', ad esempio, costituiscono ad oggi circa il 15% del rifiuto indifferenziato e quindi riteniamo importante incentivare le famiglie ad utilizzare quelli lavabili in modo che venga ridotta la produzione di quelli tradizionali. Per quanto riguarda le aziende vogliamo premiare quelle che orientano la loro attività a scelte innovative e rispettose dell'ambiente, come l'utilizzo di prodotti sfusi e l'impegno contro lo spreco alimentare. Siamo di fronte a tre nuove misure che portano vantaggi ambientali, economici e sociali e che saranno inserite nel nuovo regolamento Comune-Ascit”.
fonte: https://www.comune.capannori.lu.it
Spreco alimentare, ecco i progetti vincitori del bando ministeriale
Sono 14 i vincitori del bando del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che finanzia per complessivi progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze alimentari
Si è conclusa la selezione nazionale per il finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze alimentari. Il bando, previsto dalla legge contro gli sprechi alimentari, assegna complessivamente 700mila euro. Sono stati oltre 130 i progetti pervenuti al Mipaaft da parte di enti pubblici, università, Enti caritativi, imprese individuali e reti di imprese. Quattordici i vincitori. Per loro è previsto un finanziamento massimo di 50mila euro.
In particolare, si tratta di progetti che puntano a prolungare la data di scadenza dei prodotti alimentari, e quindi farli durare di più, al miglioramento e allo sviluppo di nuove tecnologie di confezionamento, alla creazione di applicazioni e piattaforme digitali, al recupero delle eccedenze nelle varie fasi della filiera, soprattutto per favorire la redistribuzione alle persone indigenti.
"Semplificare, velocizzare, coinvolgere tutti i protagonisti della filiera per far sì che il cibo non venga sprecato e distribuito invece alle persone in difficoltà - commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen. Gian Marco Centinaio - Da parte del Mipaaft c'è massima attenzione su questo tema che interessa da vicino la nostra società. Il gran numero di progetti pervenuti dimostra che tante energie possono essere messe in campo in modo trasversale, sfruttando al meglio anche le nuove tecnologie. Solo così possiamo davvero dare vita a un circuito virtuoso a spreco zero."
Disponibili sul sito del Mipaft (www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12437) le descrizioni dei progetti vincitori.
fonte: www.ecodallecitta.it
Si è conclusa la selezione nazionale per il finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze alimentari. Il bando, previsto dalla legge contro gli sprechi alimentari, assegna complessivamente 700mila euro. Sono stati oltre 130 i progetti pervenuti al Mipaaft da parte di enti pubblici, università, Enti caritativi, imprese individuali e reti di imprese. Quattordici i vincitori. Per loro è previsto un finanziamento massimo di 50mila euro.
In particolare, si tratta di progetti che puntano a prolungare la data di scadenza dei prodotti alimentari, e quindi farli durare di più, al miglioramento e allo sviluppo di nuove tecnologie di confezionamento, alla creazione di applicazioni e piattaforme digitali, al recupero delle eccedenze nelle varie fasi della filiera, soprattutto per favorire la redistribuzione alle persone indigenti.
"Semplificare, velocizzare, coinvolgere tutti i protagonisti della filiera per far sì che il cibo non venga sprecato e distribuito invece alle persone in difficoltà - commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen. Gian Marco Centinaio - Da parte del Mipaaft c'è massima attenzione su questo tema che interessa da vicino la nostra società. Il gran numero di progetti pervenuti dimostra che tante energie possono essere messe in campo in modo trasversale, sfruttando al meglio anche le nuove tecnologie. Solo così possiamo davvero dare vita a un circuito virtuoso a spreco zero."
Disponibili sul sito del Mipaft (www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12437) le descrizioni dei progetti vincitori.
fonte: www.ecodallecitta.it
Nasce a #Milano , il primo quartiere dedicato allo #sprecoalimentare e alla donazione del #cibo.
Nasce a #Milano , il primo quartiere dedicato allo #sprecoalimentare e alla donazione del #cibo. L'inaugurazione avverrà lunedì 14 gennaio alle 14.30. @FoodPolicyMi @ComuneMI @Assolombarda @RicettaQuBi
Ecco il modello logistico: 14 supermercati, 4 mense aziendali per recuperare 60 tonnellate/anno
Milano Food Policy - ZeroSprechi
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