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Rifiuti, gli operatori chiedono ad ARERA un nuovo metodo tariffario più adeguato al settore

Inga: i risultati derivanti dall’applicazione del Metodo Tariffario Rifiuti (2018-2021) hanno evidenziato questioni significative che richiedono correttivi


“La definizione del nuovo Metodo Tariffario Rifiuti-2, attualmente in fase di studio da parte di ARERA e che sarà in vigore dal 2022 al 2025, rappresenta l’occasione per risolvere le anomalie presenti nell’attuale metodo relativo alla gestione dei rifiuti urbani e favorire così una evoluzione del settore verso una maggiore stabilità e certezza delle regole per il raggiungimento dei nuovi target europei e Nazionali”. È questo l’auspicio espresso dal Presidente della Sezione Rifiuti Urbani di FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) Domenico Inga, dopo l’invio di un contributo associativo alla consultazione avviata da ARERA.

I correttivi necessari

FISE Assoambiente, ha spiegato Inga, è certa che l’ascolto del mondo imprenditoriale costituisca un tassello fondamentale, in assenza del quale si rischia di avere una impostazione metodologica solo teorica, che non rispecchia le sfaccettature di un comparto le cui specificità costituiscono un valore aggiunto a salvaguardia delle esigenze dei territori. “Siamo consapevoli di quanto il settore della gestione dei rifiuti urbani abbia bisogno di un soggetto regolatore per colmare alcune criticità strutturali che fanno dell’Italia un Paese con performance fortemente differenziate, tuttavia i risultati derivanti dall’applicazione del Metodo Tariffario Rifiuti (2018-2021) hanno evidenziato questioni significative che oggi richiedono correttivi; alcuni aspetti operativi, emersi nella complessa fase di transizione delle nuove regole, hanno generato effetti destabilizzanti sia dal punto di vista degli investimenti pianificati che della complessiva programmazione societaria”, ha aggiunto Inga.

Regole chiare per evitare conflitti

Nonostante il notevole sforzo per l’adattamento al waste management di un’impostazione consolidata in altri settori regolati, l’Associazione negli ultimi due anni ha continuato il confronto con l’Autorità per evidenziare le peculiarità degli assetti gestionali e contrattuali, non sempre colti dai provvedimenti ARERA. Secondo l’Associazione, servono oggi regole chiare per l’impatto della regolazione sui contratti in essere, in modo da evitare conflittualità tra gestori ed Enti Territorialmente Competenti (Comuni o enti d’ambito), ma anche strumenti a garanzia dei Gestori, che possano restituire oggettività all’applicazione del metodo. Per quanto attiene alle prime proposte regolatorie relative alla determinazione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento, l’Associazione, pur apprezzando l’approccio asimmetrico e incentivante, ha espresso preoccupazione rispetto alla sua effettiva applicazione nei tempi previsti dall’entrata in vigore del nuovo metodo. Difficilmente si riusciranno a completare in tempo gli imprescindibili atti programmatori da parte degli altri soggetti istituzionali (Stato e Regioni).

fonte: www.e-gazette.it



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Tari: l’Arera avvia il procedimento per la definizione del nuovo “Metodo tariffario rifiuti” per il secondo periodo regolatorio

 







È stata pubblicata sul sito web istituzionale di Arera la Deliberazione 30 marzo 2021 n. 138/2021/R/Rif, rubricata “Avvio di procedimento per la definizione del Metodo Tariffario rifiuti per il secondo periodo regolatorio (Mtr-2)”.

La Delibera dà avvio al percorso per la definizione del “Metodo tariffario rifiuti” per il secondo periodo regolatorio (“Mtr-2”), nel quale prevedere anche la fissazione di criteri per la definizione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento.

L’Autorità si pone i seguenti obiettivi:

– indurre gli operatori a miglioramenti progressivi delle attività gestite, anche declinando le modalità di riconoscimento degli eventuali oneri aggiuntivi volti al perseguimento dei nuovi standard di qualità di cui alla Deliberazione n. 72/2021;

– assicurare la sostenibilità finanziaria efficiente delle gestioni per la sostenibilità sociale delle tariffe pagate dagli utenti finali;

– configurare meccanismi correttivi ed eventuali compensazioni alla luce dell’applicazione delle richiamate novità normative introdotte dal Dlgs. n. 116/2020;

– valorizzare la programmazione di carattere economico-finanziario, individuando criteri e modalità di redazione dei piani sulla base di un orizzonte pluriennale, prevedendo degli aggiornamenti periodici: ciò al fine di valutare compiutamente le misure adottate per il superamento delle criticità.

Ai sensi della Determinazione n. 1/2021, i soggetti che svolgevano al 31 dicembre 2019 l’attività di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, nonché di origine urbana, in Impianti di incenerimento e Discariche, entro il 30 aprile 2021 devono trasmettere all’Autorità, attraverso un’apposita raccolta dati, informazioni in materia di servizi di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, nonché di origine urbana.

La conclusione del processo di individuazione del nuovo “Mtr-2” è fissata al 31 luglio 2021.

fonte: www.entilocali-online.it


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Rifiuti, arera: "sistema nazionale frammentato"

In Italia il sistema rifiuti è frammentato e disomogeneo, con notevoli differenze in termini di costi di trattamento e qualità del servizio. Lo scrive Arera nella relazione 2020.

















fonte: www.ricicla.tv

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Rifiuti preziosi: tariffa puntuale e raccolta differenziata convengono

Nuovi dati dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) relativi a un campione di enti locali confermano il risparmio sui costi in tariffa grazie al metodo “paga in base a quanto butti”. E il sistema è più resiliente

©shutterstock.com/g/enkiphoto



In Val di Susa alcuni comuni stanno decidendo di passare alla tariffazione puntuale. È il caso di Avignana e Almese. Altri, come Sant’Antonino di Susa e Susa, l’hanno già fatto. Alessio Ciacci, presidente di Acsel Spa, l’azienda pubblica che si occupa dell’igiene urbana in 40 comuni della valle, li sta seguendo da vicino. Dal 2007 al 2013 Ciacci è stato assessore all’Ambiente a Capannori (Lucca), il primo in Italia ad avere adottato la strategia “Rifiuti zero”. Il Comune ha introdotto la tariffa puntuale nel 2013 con l’obiettivo di incrementare la differenziata e ridurre la produzione dei rifiuti. Ha raggiunto la più alta percentuale di raccolta differenziata tra le città toscane sopra i 15mila abitanti: secondo i dati certificati dalla Regione, è stata dell’86,6% nel 2016. La sua tariffa sui rifiuti inoltre è la più bassa della provincia: nel 2017 il costo per due persone in 70 metri quadrati con un numero minimo di ritiri è stato di 141 euro, mentre quello per quattro persone in 100 metri quadrati è stato di 242 euro (nel 2016 rispettivamente i costi erano 143 euro e 245 euro).

“Il vantaggio della tariffazione puntuale è poter educare l’utenza, come avviene per gli altri servizi a rete, come l’acqua o l’energia, in cui il cittadino è abituato a pagare in funzione dei consumi effettuati. In questo caso, si tratta di spingere il singolo a produrre meno rifiuti, soprattutto quelli non riciclabili, perché una parte variabile della tariffa è legata all’effettiva produzione annua del rifiuto. Il tutto attraverso un monitoraggio di rilevazione del sacco o del bidoncino del non riciclabile grazie a sistemi di radiofrequenza o di microchip che ne rilevano facilmente ogni ritiro effettuato dagli operatori”, spiega. “Sarebbe un errore però pensare che il sistema di tariffazione puntuale valga solo per i piccoli comuni. Milano ci sta lavorando”, afferma riferendosi alle trattative che Palazzo Marino sta portando avanti con l’Amsa. “Non ho dubbi sul fatto che potrebbe arrivare anche a Roma. Sarebbe necessario un passaggio preliminare: trasformare il sistema di raccolta nei cassonetti con quello a raccolta domiciliare che responsabilizza l’utente e migliora le percentuali di raccolta differenziata. Quando il sistema è consolidato, possono volerci un paio di anni, si può passare alla tariffazione puntuale”, conclude.


40 i comuni in Val Susa dove opera l’azienda pubblica di igiene urbana Acsel. Il presidente è Alessio Ciacci, già assessore all’Ambiente di Capannori (LU), il primo comune italiano ad aver adottato la strategia “Rifiuti zero”

Le prime esperienze di tariffa “a consumo” sono partite a metà anni 90 in provincia di Bolzano. “Negli ultimi anni il trend di chi passa alla tariffazione puntuale è cresciuto, in particolare nelle Regioni del Nord”, spiega Lucia Muto, ricercatrice preso l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). Nell’ultimo rapporto dedicato alla produzione di rifiuti urbani (RU), che ha coinvolto 7.954 comuni italiani, l’Istituto ha dedicato un’ampia analisi ai dati economici derivanti dal sistema di tariffazione puntuale e da quello a Tari “normalizzata”. In particolare, Ispra ha condotto uno studio su un campione di 593 Comuni, per una popolazione di ben quattro milioni di abitanti, che seguono il principio del Pay as you throw: paga in base a quanto butti. Anche se i dati non sono esaustivi perché non si riferiscono a tutti i Comuni che applicano la tariffa puntuale (dato ignoto) ma solo a chi ha risposto al questionario di indagine elaborato da Ispra, il rapporto ha evidenziato che nei Comuni a tariffazione puntuale il costo totale medio pro-capite a carico del cittadino è stato inferiore rispetto a quelli a Tari “tradizionale”. Nel primo caso, nel 2018 il costo totale medio pro-capite si è attestato a 157,79 euro; nel secondo il dato medio nazionale è stato di 173,92 euro per abitante. Quasi 20 euro. Il campione di indagine è stato elaborato suddividendo i comuni per classi di popolazione (dai casi inferiori ai 5mila abitanti e ai superiori i 150mila). Nei centri tra i 5.001 e i 10mila abitanti con Tari normalizzata il costo medio per abitante è stato di 134,77 euro: nella stessa fascia ma con tariffazione puntuale si scende a 95,58 euro. “Sul costo medio pro capite incidono anche i ricavi derivanti dalla vendita di materiali, provenienti dalla raccolta urbana, che trovano una effettiva destinazione nella filiera del recupero e del riciclo”, spiega Muto ricordando come in Italia nel 2018 siano stati prodotti 30,2 milioni di 
tonnellate di RU.



I Costi medi per abitante nei comuni italiani che hanno applicato la tariffa puntuale nel 2018. Il campione analizzato dall’Ispra è di 593 enti locali per ben quattro milioni di residenti

Oltre alla tariffa puntuale, Ispra ribadisce la centralità della differenziata. Secondo il professor Enzo Favoino, tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, centro studi che ricopre un ruolo di primo piano per lo sviluppo e il rafforzamento di pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio e riduzione dei rifiuti, il rapporto consente di scardinare la credenza che la differenziata, anche se è utile, abbia costi elevati. “In realtà aiuta a risparmiare. Si tratta del meccanismo che gli economisti definiscono internalizzazione delle esternalità ambientali: se non agli inizi, la differenziata fa risparmiare rispetto alla situazione che si verrebbe a creare in sua assenza perché i costi dello smaltimento in discarica sono elevati, anche grazie alle direttive europee che stabiliscono l’obbligo di pretrattamento del rifiuto solido”, spiega. “Le zone con più raccolta differenziata sono quelle dove i costi sono minori perché il sistema diventa più resiliente rispetto all’aumento dei costi di smaltimento finale. L’incidenza del costo finale è marginalizzata”, conclude.


“La differenziata fa risparmiare rispetto alla situazione che si verrebbe a creare in sua assenza anche perché i costi dello smaltimento in discarica sono elevati” – Enzo Favoino

È il caso di Trento dove, secondo i dati Ispra, nel 2018 il dato medio ottenuto con il Pay as you throw è stato di 153,67 euro annui con un livello di differenziata pari all’81,5%. O la provincia di Treviso, dove la differenziata si è attestata all’87,3%. Insieme a quella di altri 48 comuni, la gestione dell’igiene urbana di Treviso è organizzata dal Consorzio Contarina che si occupa della raccolta porta a porta, trattamento e recupero dei rifiuti. La società è a completa partecipazione pubblica, diretta e coordinata dal Consiglio di Bacino Priula, il più ampio e popoloso bacino di Comuni con tariffazione puntuale in Italia. “La tariffa è composta da una parte fissa annuale, che copre i costi generali del servizio e attività come la pulizia delle strade e del territorio, e da una variabile che copre i costi di raccolta e il loro trattamento. La prima è calcolata in base al numero di componenti del nucleo familiare; la seconda in base al numero di svuotamenti del contenitore del secco non riciclabile”, spiega Paolo Contò, il direttore del Consiglio di Bacino Priula. Per esempio, secondo le tariffe che il Consorzio nel 2018 ha applicato su un totale di quasi 554mila abitanti, la quota fissa per una famiglia mono-nucleare è di 78,66 euro annui, 93,67 euro per due persone fino ad arrivare a 107,56 euro per una famiglia composta da cinque membri. “La tariffazione puntuale responsabilizza l’utente perché è legato alle sue scelte. Un circolo virtuoso: hai meno rifiuti, hai meno costi nella gestione e meno sforzo di raccolta”, spiega. È d’accordo Franco Bonesso, assessore all’Ambiente di Trevignano: “I cittadini la percepiscono come un dovere civico”. Nel 2018, secondo i dati Ispra, nel Bacino Priula la produzione di rifiuto secco residuo indifferenziato è stata di soli 57 chilogrammi per abitante per anno.


87,3 la percentuale della raccolta differenziata raggiunta dalla provincia di Treviso nel 2018

Parma, con 194.471 abitanti, è il comune più grande in Italia ad applicare la tariffa a consumo. L’ha introdotta nel 2015 ma prima aveva già avviato un sistema di raccolta porta a porta, muovendosi da alcuni quartieri residenziali e poi allargandosi al resto della città. “Questo passaggio preliminare ha sensibilizzato il cittadino, agendo sui suoi comportamenti. Solo dopo abbiamo introdotto la tariffa a consumo, una forma di incentivo economico”, spiega l’assessora alle Politiche di sostenibilità ambientale Tiziana Benassi. “I risultati sono stati molto buoni perché in cinque anni abbiamo aumentato la raccolta differenziata che è passata dal 46% al 80% nel 2017”. A Parma, secondo i dati del Comune, tra il 2015 e il 2017 la Tari domestica è diminuita del 6% passando da 257,8 euro a 242,40 euro. Inoltre, ci sono incentivi (meno 20% sulla quota variabile della Tari) per chi pratica il compostaggio domestico e per chi porta i rifiuti indifferenziati nei centri di raccolta. “La tariffa puntuale inserisce in un percorso virtuoso perché permette anche di diminuire la quantità di rifiuto indifferenziato che finisce in discarica. A Parma la riduzione è stata del 64%”. Aiuta a chiudere il cerchio.

fonte: https://altreconomia.it


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Tari: differito al 18 febbraio 2020 il termine per l’iscrizione nell “Anagrafica operatori” di Arera














Con il Comunicato 28 gennaio 2020, pubblicato sul proprio sito web istituzionale, l’Arera ha disposto il differimento al 18 febbraio 2020 del termine per l’iscrizione nella “Anagrafica operatori”, inizialmente fissato al 31 gennaio 2020.
Arera ricorda che sono tenuti alla compilazione della raccolta dati i soggetti che al 31 dicembre 2018 gestivano unicamente l’attività di gestione tariffe e rapporti con gli utenti.
L’iscrizione riguarda principalmente i Comuni in quanto gestori dell’entrata Tari, inizialmente non compresi nell’Elenco dei soggetti obbligati.
Per maggiori approfondimenti si rimanda a quanto riportato su Entilocalinews n. 4 del 27 gennaio 2020.
fonte: https://www.entilocali-online.it

In arrivo una stangata sui rifiuti: i Comuni tremano

Il nuovo sistema tariffario per la gestione dei rifiuti ha già provocato evidenti difficoltà ai Comuni. Ma potrebbe presto comportare anche un aumento delle tariffe a carico dei contribuenti




Il rischio di assistere a un aumento delle tariffe sui rifiuti è dietro l’angolo.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il nuovo sistema tariffario per la gestione dei rifiuti organizzato dall’Autorità per l’energia ha già provocato evidenti difficoltà ai Comuni, ma potrebbe presto provocare anche un aumento delle tariffe.

Aumento, va da sé, che andrebbe a gravare sulle spalle dei contribuenti.


A segnalare la minaccia é l’Anci Lombardia con la circolare 345 datata 12 novembre 2019, nella quale si evidenziano diverse criticità. Intanto l’Autorità di regolazione per l’energia, reti e ambiente (Arera) ha dato il via libera a un nuovo sistema inerente all’Mtr, ovvero al metodo tariffario per il servizio integrato di gestione rifiuti senza preoccuparsi di prendere in considerazione le lamentele espresse da Anci nazionale e Ifel.

Per quanto riguarda la Tari-rtributo, l’Arera ha dato il via libera all’applicazione dell’Iva e della determinazione dei crediti inesigibili sulla base della normativa vigente. Dunque, non si dovrà più attendere la trafila giudiziaria di recupero, che mediamente può dorare molti anni. Da sottolineare, inoltre, anche l’applicazione dei conguagli inerenti agli anni 2018 e 2019: la stessa che può comportare per gli utenti una rettifica monetaria "con effetti particolarmente rilevanti per i bilanci comunali". Resta al suo posto il Dpr 158/99, che tuttavia ha bisogno di aggiornamenti specifici per i coefficienti di produttività dei rifiuti.
Il rischio per comuni e contribuenti

In base a questo l’Anci Lombardia ha fatto notare come i nuovi criteri possano creare diverse difficoltà ad alcuni Comuni. Il motivo è semplice: le tariffe potrebbero presto aumentare. Come se non bastasse, quei Comuni che hanno già previsto investimenti, dovranno rifare i conti considerando l’eventuale nuovo calcolo delle tariffe in relazione al superamento dei limiti massimi tariffari imposti dalla stessa Arera.

Entro il 31 dicembre 2019 i Comuni saranno inoltre costretti ad approvare una delibera che tenga in considerazione la determinazione della Tari "secondo i nuovi criteri". E qui balza all’occhio un problema temporale non da poco: entro il 15 novembre i Comuni avrebbero già dovuto approvare i rispettivi schemi di bilancio. Ma non è finita qui, perché tutti i piani finanziari, una volta messi in cantiere, devono essere inviati dai singoli Comuni alla stessa Arera per l’approvazione definitiva. Questo significa che l’Autorità si troverebbe tra le mani 8 mila piani da visionare in tempi rapidi, rischiando di rendere inefficaci le delibere.

L’Anutel (Associazione nazionale uffici tributi enti locali) ha quindi chiesto una norma capace di rimandare al 2021 l’entrata in vigore del nuovo sistema tariffario. L’Anci Lombardia, in ogni caso, ci tiene a rimarcare come lo slittamento del piano finanziario, da solo, non basta a risolvere il problema. Già, perché la nuova tariffa potrebbe penalizzare i Comuni virtuosi nella raccolta rifiuti.

fonte: http://www.ilgiornale.it

Rifiuti, Ecco Il Nuovo Metodo Tariffario Di Arera















Incentivare il miglioramento dei servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, omogeneizzare le condizioni nel Paese, garantire trasparenza delle informazioni agli utenti. Sono questi i principi basilari del metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti varato oggi dall’Autorità di regolazione dell’energia e dell’ambiente che ha anche fissato gli obblighi di trasparenza verso gli utenti. Le nuove regole, definite con un ampio processo di consultazione che ha coinvolto tutti gli attori del settore, definiscono i corrispettivi TARI da applicare agli utenti nel 2020-2021, i criteri per i costi riconosciuti nel biennio in corso 2018-2019 e gli obblighi di comunicazione.
Un quadro di regole comune, certo e condiviso ora a disposizione dei gestori, dei Comuni e degli altri Enti territorialmente competenti, per uno sviluppo strutturato di un settore che parte da condizioni molto diversificate nel Paese, sia a livello industriale che di governance territoriale. Eventuali variazioni tariffarie in futuro dovranno essere giustificate solo in presenza di miglioramenti di qualità del servizio o per l’attivazione di servizi aggiuntivi per i cittadini, contemplando sempre la sostenibilità sociale delle tariffe e la sostenibilità ambientale del ciclo industriale, nel rispetto degli equilibri della finanza pubblica locale.
I gestori dovranno attivare tutti gli strumenti necessari per rendere accessibili e comprensibili i documenti e le informazioni agli utenti, come la Carta della qualità del servizio o i documenti di riscossione della tariffa. Il nuovo metodo – che prevede limiti tariffari e quattro diversi schemi adottabili dagli enti locali e dai gestori in relazione agli obiettivi di miglioramento del servizio – regola, in particolare, queste fasi: spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, gestione tariffe e rapporti con gli utenti.
Su queste fasi il Metodo Tariffario impone una stretta coerenza tra il costo e la qualità del servizio “consentendo ad un sistema più efficiente – afferma Stefano Besseghini, presidente di Arera – di contrastare le zone d’ombra. Dobbiamo arrivare ad avere le stesse regole per tutti i cittadini, trasparenza dei flussi economici e delle competenze, riduzione drastica dell’evasione che – oltre a creare disparità tra i consumatori – toglie risorse indispensabili al ciclo dei rifiuti. I rifiuti non sono l’emergenza di un particolare comune o di una regione, ma un sistema da integrare e gestire in modo organico in tutto il Paese”.
fonte: http://www.riciclanews.it/

Arera, a che punto è l’iter per il primo metodo tariffario nazionale sui rifiuti

Besseghini: «Le regole dell’Autorità e gli stimoli tariffari dovranno supportare tanto i cambiamenti comportamentali dei singoli utenti, quanto lo sviluppo tecnologico degli impianti di trattamento»


















Sta proseguendo secondo le tappe previste il percorso avviato dall’Arera – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente –  per arrivare entro la fine dell’anno alla definizione del primo metodo tariffario condiviso in tutta Italia per la Tari, destinato ad unificare la complessità delle tariffe e delle imposte sui rifiuti urbani e assimilati, anche differenziati. Di fronte ad una platea con oltre 650 partecipanti – tra rappresentanti delle aziende di servizi pubblici, delle istituzioni, degli enti locali e dei consorzi nazionali ma anche dei titolari delle industrie, delle associazioni datoriali e sindacali della filiera dei rifiuti – Arera ha infatti illustrato oggi gli elementi di dettaglio delle proprie proposte, in particolare in tema di metodo tariffario e trasparenza.
«Gli obiettivi che la legge finanziaria 2018 ha affidato ad Arera in materia di rifiuti erano ambiziosi –  afferma il presidente di Arera Stefano Besseghini –  miglioramento del servizio agli utenti, omogeneità tra le aree del paese, valutazione dei rapporti costo-qualità e adeguamento infrastrutturale. Ben si comprende come sarebbe difficile portare a compimento qualsiasi riforma omogenea senza un consapevole e attivo contributo di ciascun segmento della filiera. Le regole dell’Autorità e gli stimoli tariffari dovranno supportare tanto i cambiamenti comportamentali dei singoli utenti, quanto lo sviluppo tecnologico degli impianti di trattamento, tenendo ben presenti che ad obiettivi sociali e ambientali occorre affiancare una pragmatica sostenibilità economica dei percorsi che si intraprendono».
Nella consultazione sono stati dunque coinvolti tutti i soggetti interessati dal ciclo dei rifiuti, in un processo che porterà l’Autorità a definire – entro il 2019 – i criteri tariffari per favorire la trasparenza delle informazioni verso gli utenti, l’efficienza e la selettività degli obiettivi da perseguire e le misure per la corretta allocazione degli incentivi nelle diverse fasi della filiera.
Un metodo tariffario destinato ad introdurre una graduale omogeneizzazione nel Paese, partendo da condizioni molto diversificate, sia a livello industriale che di governance territoriale: ad esempio il prezzo pagato attraverso la Tari per la gestione dei rifiuti urbani varia enormemente da una città all’altra, anche vicine tra loro, dai 558€ a tonnellata di Venezia ai 306 di Verona. Non esistono parametri condivisi per l’individuazione di costi standard per la gestione rifiuti lungo lo Stivale, né il principio di legge per cui la Tari dovrebbe essere a copertura integrale di tali costi è rispettato (ad esempio per gli ampi problemi portati dall’evasione, come documentato recentemente dal Sole 24 Ore).
A partire dall’anno prossimo invece eventuali variazioni tariffarie future saranno legate alla riscontrabilità di miglioramenti nella qualità gestionale oppure a modifiche del perimetro di intervento nei servizi (aggiunta di fasi del ciclo o sviluppo di nuovi servizi). Verso gli utenti i gestori dovranno implementare gli strumenti informativi, ad esempio predisponendo e rendendo accessibile sul proprio sito la Carta della qualità dei servizi. Saranno inoltre previsti specifici obblighi in materia di trasparenza dei documenti di riscossione della tariffa, che dovranno essere chiari e completi di tutte le informazioni utili.

Per garantire un confronto continuativo con i diversi attori coinvolti nella governance del settore rifiuti Arera ha inoltre istituito un tavolo permanente con Regioni e Autonomie locali, che si è riunito per la prima volta proprio in questa occasione.

fonte: www.greenreport.it


ARERA - RIFIUTI: LE TARIFFE, LA TRASPARENZA, I TEMPI - Convegno Roma 11 Settembre












RIFIUTI: LE TARIFFE, LA TRASPARENZA, I TEMPI 
Rilanciamo la notizia pubblicata da Payt riguardante l’unico momento pubblico di confronto a livello nazionale con ARERA, per una illustrazione e un confronto sul Metodo Tariffario Rifiuti (“Orientamenti per la copertura dei costi efficienti di esercizio e di investimento del servizio integrato dei rifiuti per il periodo 2018-2021”) e sugli obblighi di trasparenza (“Disposizioni di in materia di trasparenza nel servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati”).

Si sottolinea in particolare che le indicazioni di ARERA impostano un nuovo modello tariffario, modificando profondamente quanto previsto dal DPR 158/99.
Un incontro unico, nazionale, in vista della scadenza dei termini previsti per la presentazione di memorie e osservazioni (16 settembre 2019).

Roma, 11 settembre 2019
inizio ore 10.00
Roma Eventi Piazza di Spagna
Via Alibert, 5

Un appuntamento dedicato ai gestori dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, agli operatori di igiene ambientale, all’industria del riciclo e del riuso, agli Enti di Governo d’Ambito, alle istituzioni e agli enti locali, ai consorzi nazionali e a tutte le associazioni dei consumatori, degli ambientalisti e degli operatori del settore.
ARERA presenta agli stakeholder i propri Documenti di Consultazione visionabili sul sito www.payt.it 
     
http://campaign-image.eu/zohocampaigns/12454000001605015_2_achabgroup.png

Rifiuti, dall’Arera in arrivo il primo metodo tariffario condiviso in tutta Italia per la Tari

Basseghini: «Regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard, efficienza del servizio e dotazione infrastrutturale del Paese sono alcuni degli elementi principali da fissare per uscire da questa fase ai limiti dell’emergenza»


Attraverso la delibera 303/2019/R/rif, l’Arera – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – dà il via all’iter che porterà entro la fine dell’anno alla definizione del primo metodo tariffario per il settore dei rifiuti, destinato ad unificare la complessità delle tariffe e delle imposte sui rifiuti urbani e assimilati, anche differenziati. Ad oggi infatti tutto questo non avviene: il prezzo pagato attraverso la Tari per la gestione dei rifiuti urbani varia enormemente da una città all’altra, anche vicine tra loro, dai 558€ a tonnellata di Venezia ai 306 di Verona. Non esistono parametri condivisi per l’individuazione di costi standard per la gestione rifiuti lungo lo Stivale, né il principio di legge per cui la Tari dovrebbe essere a copertura integrale di tali costi è rispettato (ad esempio per gli ampi problemi portati dall’evasione, come documentato recentemente dal Sole 24 Ore).
In questo contesto caotico prova ora a mettere ordine l’Arera: è atteso un documento di consultazione entro la fine di luglio, e verrà presentato entro il 31 ottobre, con effetti a partire dal 1° gennaio 2020, il primo metodo tariffario per il settore dei rifiuti. Pubblicando il metodo tariffario entro la fine di ottobre Arera darà ai Comuni – che devono approvare le tariffe della Tari in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani entro il 31 dicembre – gli elementi necessari ad includerne i principi già dalle tariffe in fase di approvazione per il 2020.
«L’Autorità è consapevole dell’impegno necessario per accompagnare l’accelerazione delineata dalla delibera – afferma il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini – Servirà uno sforzo da parte delle istituzioni, degli enti locali e dei gestori dei servizi di igiene ambientale. La cronaca dimostra quotidianamente, tuttavia, quanto il tema dei rifiuti sia urgente ai limiti dell’emergenza e siamo convinti che regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard, efficienza del servizio e dotazione infrastrutturale del Paese, siano alcuni degli elementi principali da fissare per uscire da questa fase».
Nel mentre, l’Arera ricorda alcuni dei passaggi principali che ispireranno la prossima azione regolatoria sui rifiuti, che riportiamo integralmente:
– definizione dei criteri di monitoraggio e di riconoscimento dei costi efficienti, da applicarsi sulle annualità 2018 e 2019, comunque coperte dall’attribuzione di funzioni regolatorie all’Autorità;
– introduzione di una prima metodologia tariffaria per il riconoscimento dei costi efficienti della gestione del ciclo dei rifiuti a partire dal 2020;
– avvio di adeguate attività informative e, ove necessario, formative per la corretta adozione dei piani finanziari richiesti entro l’anno, al fine di garantire l’efficace e rapida applicazione, ai diversi livelli istituzionali, delle regole sopra richiamate;

– avvio di attività di confronto interistituzionale, finalizzate a definire le procedure di validazione dei dati e le modalità di approvazione dei piani finanziari e dei corrispettivi, al fine di garantire, da un lato, veridicità, chiarezza, completezza e congruità delle informazioni e, dall’altro, coerenza tra corrispettivi e costi efficienti.

fonte: www.greenreport.it

Capannori: Tariffe Invariate e Nuovi Incentivi per Famiglie e Aziende.
























Resta invariato, così come da otto anni a questa parte, il piano finanziario di Ascit per il 2019 che ammonta a 8 milioni e 300 mila euro, approvato ieri (venerdì) dal consiglio comunale, insieme al piano tariffario e al regolamento della tariffa corrispettiva della gestione dei rifiuti (voti favorevoli della maggioranza, astensione gruppo misto, voti contrari dell'opposizione). Ciò significa che anche per il 2019  restano invariate le tariffe per utenze domestiche e non domestiche, a fronte però di un progressivo aumento dei servizi avvenuto negli ultimi anni. Grazie ad alcune modifiche apportate al regolamento della tariffa corrispettiva sono state  inoltre introdotte nuove importanti agevolazioni  per i  cittadini e per le  aziende  più virtuosi.
“Essere riusciti a mantenere inalterato da 8 anni il piano finanziario a fronte di un progressivo innalzamento della qualità del servizio è davvero un risultato eccezionale   – afferma l'assessore all'ambiente Matteo Francesconi -. In questo modo infatti garantiamo tariffe invariate a  famiglie ed aziende, pur essendo riusciti a migliorare progressivamente il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Ne sono esempio il ritiro gratuito del verde, con l'aumento del numero di svuotamenti a partire dal prossimo autunno, l'aumento del numero dei ritiri del multimateriale, che è passato a due volte a settimana, mentre prima si basava su un sistema a settimane alterne e l'apertura dell'isola ecologica di Coselli. Significativi gli incentivi previsti dal nuovo regolamento per famiglie ed aziende.  Si va in pratica  verso la personalizzazione della tariffa che sempre più si basa sul comportamento virtuoso degli utenti secondo il concetto che chi meno produce rifiuti, adottando buone pratiche, meno paga”. 
Tra  le novità più rilevanti del nuovo regolamento l'aumento dal 10% al 20% di sconto sulla parte variabile della tariffa per le 'Famiglie Rifiuti Zero' per le quali si crea un sistema di cumulabilità di agevolazioni. Le 'Famiglie Rifiuti Zero' con neonati che utilizzeranno pannolini lavabili vedranno salire lo sconto al 40%, che potrà raggiungere il 60% se praticano anche il compostaggio domestico.
Si conferma per tutti lo sconto del 20%, sempre sulla parte variabile della tariffa, per chi pratica il compostaggio domestico e si prevede uno  sconto del 20% per coloro che utilizzeranno le compostiere di comunità che sono al centro di un progetto sperimentale ancora allo studio. 
Un'altra misura è volta alla lotta allo spreco alimentare, prevedendo l'aumento dello sconto sulla parte variabile della tariffa dall'attuale 10% al 20% per bar, ristoranti ed altri esercizi che somministrano alimenti,  che  in via continuativa  devolvono  le proprie eccedenze alimentari  ai fini di solidarietà sociale.
Confermato lo sconto del 15% della parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche che sperimentano il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua, che può salire al 35% se adottano anche la buona pratica di donare le eccedenze alimentari. In un'ottica di contrasto alla ludopatia resta in atto anche lo sconto  del 20%  sulla parte fissa della tariffa per tutte le utenze non domestiche, soprattutto bar, che dichiarano di aver disinstallato tutti gli apparecchi di video poker, slot machine, videolottery o altri apparecchi con vincite di denaro.
Maggiori incentivazioni inoltre anche per piccoli e medi esercizi commerciali che vendono prodotti sfusi e quindi contribuiscono a diminuire gli imballaggi da smaltire. Anche in questo caso è previsto un aumento dello sconto in bolletta che sarà calcolato in proporzione alla superficie dedicata all'interno del locale alla vendita di prodotti di questo genere.
Novità infine  per quanto riguarda le seconde case:  dal 1 gennaio 2020 non saranno soggette a tariffa le abitazioni sprovviste di contratti attivi ma che hanno al loro interno il mobilio, mentre fino ad ora queste abitazioni per non pagare la bolletta dovevano essere sprovviste di mobili. 
fonte: https://www.comune.capannori.lu.it

Riduzione del 10% dei RSU (rifiuti solidi urbani) - TARIFFA UMBRIA 182,2 euro (+ 13,1%)



Produciamo meno rifiuti (negli ultimi 5 anni sono diminuiti del 10,1%) eppure le tariffe di raccolta continuano a galoppare, lievitate del 22,7% dal 2011. A pagare di più sono i cittadini del Lazio (Roma compresa) con un costo di 220,3 euro per abitante. 
Seguono Liguria con 212,7 euro/abitante, Toscana con 210,3 euro/abitante, Campania 196,7 euro ad abitante, Sardegna 192,1, Umbria con 182,2 euro (+13,1%). E spesso a fronte di strade e quartieri invasi da sporcizia. «C'è qualcosa che non va - denuncia il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti - Le tariffe dei servizi erogati da soggetti pubblici devono rispettare il mercato e non possono essere una variabile indipendente, troppo spesso utilizzata per fare cassa e mettere a posto i guasti di una cattiva gestione».
Il quadro che emerge da un rapporto realizzato dalla Confederazione è allarmante: l'igiene urbana è costata alle tasche di famiglie e imprenditori italiani nel 2014 in media 167,80 euro a testa, in totale 10,2 miliardi. E siamo ultimi in Ue per livello di soddisfazione.


fonte: Confartigianato