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Aamps, compostaggio condominiale: via al progetto ecologico

 











Compostiere gratuite e realizzate in plastica riciclata che potranno essere richieste da tutti coloro interessati a produrre compost di qualità. Prevista una riduzione della 

Tariffa rifiuti: parte il nuovo MTR-2 per valorizzare recupero e riciclo

L’ARERA ha deliberato l’avvio del nuovo metodo tariffario rifiuti per il periodo 2022-2025, ampliando il perimetro di controllo all’intera filiera. Premiato trattamento e riciclo e penalizzate le discariche.



Quando nel 2019 è stato adottato il primo Metodo tariffario rifiuti (Mtr), ha introdotto una vera e propria rivoluzione nel settore. Ha innanzitutto portato una maggiore chiarezza nella giungla della TARI, definendo l’ammontare dei costi complessivi riconosciuti al gestore del servizio, la cui copertura deve avvenire tramite il gettito tariffario. E ha garantito la sostenibilità sociale della tariffa rifiuti. Ma come per tutte le novità anche l’MTR non era perfetto. In questi anni è anche emersa la necessità di tener conto anche dei più recenti elementi normativi europei e nazionali in tema ambientale e di economia circolare.

Ecco perché, dopo aver consultato Regioni e Autonomie locali e focus group, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), ha fatto l’upgrade. Come? Lanciando il nuovo MTR-2, valido dal 2022 al 2025. Questa sorta di “seconda versione” riprende l’impianto generale del primo Metodo ma ne amplia ulteriormente il perimetro di controllo. Nel dettaglio l’MTR-2 regolerà da oggi in poi anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, premiando la strada della valorizzazione del rifiuto e penalizzando il conferimento in discarica.

Per affrontare i gap territoriali e gestionali, sia in termini di impianti presenti che flussi generati, l’Authory ha confermato un modello di regolazione tariffaria “asimmetrica”, ossia capace di tener conto delle diverse condizioni di partenza a livello territoriale, industriale e di governance. Un meccanismo di perequazione – sulla base della gerarchia dei rifiuti – fornirà componenti a compensazione o maggiorazione dei corrispettivi per l’accesso a seconda del tipo di impianto. L’obiettivo è responsabilizzare le realtà locali, supportando i percorsi di miglioramento dell’efficienza gestionale e di completamento della filiera, premiando la prossimità territoriale.

Gli impianti sono classificati secondo la natura del gestore e il ruolo che ricoprono nel ciclo (minimi o aggiuntivi). La regolazione MTR-2 oltre ad applicarsi a tutti i gestori integrati e ai loro impianti, si applica agli operatori non integrati che gestiscono impianti “minimi”, con l’introduzione di incentivi decrescenti in base al tipo di trattamento che operano sui rifiuti (compostaggio, digestione anaerobica, termovalorizzazione). È sempre penalizzato, invece, il conferimento in discarica.

“Con il nuovo Metodo ARERA conferma la propria attenzione al settore, completando il progetto avviato con il precedente metodo”, spiega il presidente Stefano Besseghini. “La regolazione del settore è certamente lungi dall’essere matura, ma il percorso procede in un dialogo cercato e costante con i consumatori e tutti i portatori di interesse […] l’Autorità è pronta ad intervenire nei casi di inerzia nell’applicazione del Metodo”.

fonte: www.rinnovabili.it


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#VivoGreen: #Facciamo la #Spesa al #Negozio del #Futuro








 

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#VivoGreen: il #Negozio del #Futuro #Presente a #Terni

#RifiutiZeroUmbria @Cru_rz ha fatto la sua visita al negozio #VivoGreen di #Terni.









E' il #Negozio del #Futuro, dove si prova a #ridurre al #minimo gli #imballaggi, dove trovare #prodottisfusi o #prodottiallaspina, a #kmzero, dove viene #regalata #acqua alla #spina, un futuro che torna dal passato e che speriamo diventi #presente prima possibile #nonsoloaTerni per #ridurre #azzerare l'#impatto della #piccola e #grandedistribuzione che possiamo annoverare tra i #maggioriresponsabili della #produzionerifiuti #daimballaggio

Anna Rita Guarducci intervista David Milani, responsabile del negozio #VivoGreen


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Tari: l’Arera avvia il procedimento per la definizione del nuovo “Metodo tariffario rifiuti” per il secondo periodo regolatorio

 







È stata pubblicata sul sito web istituzionale di Arera la Deliberazione 30 marzo 2021 n. 138/2021/R/Rif, rubricata “Avvio di procedimento per la definizione del Metodo Tariffario rifiuti per il secondo periodo regolatorio (Mtr-2)”.

La Delibera dà avvio al percorso per la definizione del “Metodo tariffario rifiuti” per il secondo periodo regolatorio (“Mtr-2”), nel quale prevedere anche la fissazione di criteri per la definizione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento.

L’Autorità si pone i seguenti obiettivi:

– indurre gli operatori a miglioramenti progressivi delle attività gestite, anche declinando le modalità di riconoscimento degli eventuali oneri aggiuntivi volti al perseguimento dei nuovi standard di qualità di cui alla Deliberazione n. 72/2021;

– assicurare la sostenibilità finanziaria efficiente delle gestioni per la sostenibilità sociale delle tariffe pagate dagli utenti finali;

– configurare meccanismi correttivi ed eventuali compensazioni alla luce dell’applicazione delle richiamate novità normative introdotte dal Dlgs. n. 116/2020;

– valorizzare la programmazione di carattere economico-finanziario, individuando criteri e modalità di redazione dei piani sulla base di un orizzonte pluriennale, prevedendo degli aggiornamenti periodici: ciò al fine di valutare compiutamente le misure adottate per il superamento delle criticità.

Ai sensi della Determinazione n. 1/2021, i soggetti che svolgevano al 31 dicembre 2019 l’attività di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, nonché di origine urbana, in Impianti di incenerimento e Discariche, entro il 30 aprile 2021 devono trasmettere all’Autorità, attraverso un’apposita raccolta dati, informazioni in materia di servizi di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, nonché di origine urbana.

La conclusione del processo di individuazione del nuovo “Mtr-2” è fissata al 31 luglio 2021.

fonte: www.entilocali-online.it


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Ecco come la Tari può aiutare la lotta al food waste

 

Cosa succederebbe se ai supermercati che si impegnano a contrastare lo spreco alimentare venissero garantite riduzioni sulla tariffa rifiuti? Se lo sono chiesti i ricercatori dell'Università della Tuscia, autori di una ricerca pubblicata nei giorni scorsi dalla rivista Waste Management. “In una città come Roma – dicono - si riuscirebbero a recuperare tra le mille e le duemila tonnellate di cibo all'anno da destinare al circuito della solidarietà”.


fonte: www.ricicla.tv


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Rifiuti. L’associazione dei riciclatori contro la manovra: “È una tari patrimoniale per imprese”

Secondo l’Unirima, la Tari va adeguata al Testo unico ambientale. “È a rischio l’economia circolare”



Stop alla Tari e adeguamento del sistema di tassazione sui rifiuti alle disposizioni introdotte dal Testo unico ambientale, con il recepimento delle direttive europee. È quanto chiede l’Unirima, l’Unione nazionale delle imprese del recupero e riciclo maceri, con un appello alle forze politiche al fine di non vanificare le importanti novità introdotte con il recepimento del cosiddetto Pacchetto economia circolare in materia di detassazione. “Se non si procede subito alla modifica del sistema di tassazione, si rischia di affossare l’intero sistema dell’economia circolare” afferma il presidente di Unirima, Giuliano Tarallo.

L’arrivo in aula della Legge di Bilancio è l’occasione per adeguare e implementare questi cambiamenti. La soluzione più efficiente - come già riportato da Unirima alle forze politiche - è adeguare la legge istitutiva della Tari alle disposizioni introdotte dal D.lgs 116/2020 nel Dlgs 152/06, che modificano le definizioni di rifiuti ed eliminano l’assimilazione, levando pertanto la privativa dei Comuni sui rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche e quindi l’esclusione dalla corresponsione della tariffa per quei rifiuti prodotti da utenze non domestiche ed avviati a recupero avvalendosi del mercato.

“Ci sono migliaia di imprese attive nel recupero e nel riciclo dei rifiuti che subiscono ancora gli effetti della obsoleta Tari, ancora slegata dal servizio erogato, e chiedono il suo superamento in favore delle nuove disposizioni tariffarie e della detassazione completa delle attività economiche che affidano la gestione dei rifiuti al mercato. Se davvero si crede nella green economy, prima di iniziare a discutere sulle modalità di gestione dei fondi del Recovery Fund e di come investire decine di miliardi nei prossimi anni, è opportuno intervenire sui problemi immediati delle imprese apportando dei benefici concreti al comparto dell’economia circolare”, conclude il presidente Giuliano Tarallo.

fonte: www.e-gazette.it


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OsservatorioBorgoGiglione: Perche' aumenta la Tari?

 

fonte: osservatorioborgogiglione.it


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Firenze città circolare

Le nostre città sono grandi generatrici di rifiuti urbani ma bisogna iniziare a pensarle come vere “miniere urbane”, ovvero luoghi in cui sono presenti risorse importanti per l’economia ma sotto forma di rifiuti











L’attuale modello di sviluppo ci rende “produttori seriali” di rifiuti, nella sola città di Firenze, i suoi 380.000 abitanti producono circa 246.000 tonnellate di rifiuti, ogni anno, a cui contribuiscono turisti e pendolari.

Il problema esiste e va affrontato sia con politiche di prevenzione ma anche con una maggiore e migliore raccolta differenziata. Alia Servizi Ambientali SpA lancia il progetto Firenze Città Circolare, per rendere il capoluogo toscano una “miniera urbana": la città da grande produttrice di rifiuti a serbatoio di importanti risorse da impiegare in molteplici processi produttivi.

Il concetto di urban mining (miniera urbana), di cui si parla da qualche anno, riguarda tutte le attività ed i processi relativi al recupero di materia e energia da prodotti e rifiuti. In ottica di economia circolare, l’urban mining e il riciclaggio sono complementari e tese a garantire l’approvvigionamento in sostituzione delle materie vergini.


Per fare questo, abbiamo bisogno di trasformare le nostre città, ripensandole nell'ottica dell'economia circolare, quindi dobbiamo dfferenziare sempre di più e farlo in modo da garantire anche una buona qualità di quanto raccolto, che significa rifiuti omogenei e privi di impurità in grado di essere avviati ad un effettivo ed efficace recupero, riciclo e compostaggio.

Rifiuti come la carta, la plastica, il vetro, i RAEE, i metalli, gli scarti alimentari e tanto altro possono essere utili in diversi comparti industriali, che possono avvalersi di queste materie seconde al posto di quelle vergini. Questo comporta la costruzione di un solido rapporto con i settori industriali presenti sul territorio, in modo da costruire delle filiere corte, toscane, volte al riciclo...
Tutto questo va chiaramente nella direzione della transizione verde, che è tra gli obiettivi dell’Unione Europea, come chiaramente indicato nel New Green Deal, ma anche del nostro Paese, tanto da farne, di recente, uno dei pilastri del rilancio economico post Covid19, nel Piano governativo di ripresa e resilienza (PNRR).

Firenze non vuole perdere quest’opportunità e si candida ad essere una protagonista dello sviluppo industriale legato alla valorizzazione dei rifiuti, accelerando il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata contenuti nelle direttive UE sull’economia circolare.


Si tratta, in concreto, di adottare un diverso modello di raccolta dei rifiuti urbani, che abbandona l’accesso libero da parte degli utenti ai contenitori stradali.

Nelle aree collinari e a bassa densità abitativa, verrà introdotto il sistema di raccolta porta a porta, mentre nelle zone centrali della città, verranno collocati nuovi cassonetti, suddivisi per tipologia di rifiuto con la possibilità di apertura e conferimento esclusivamente per chi è iscritto a ruolo per la TARI o, per i soli utenti occasionali, tramite apposita App o un A-Pass temporaneo.

Il nuovo sistema porterà dei benefici, consistenti in aumento delle raccolte differenziate e raggiungimento anticipato degli obiettivi previsti dall’UE, in particolare, smaltimento in discarica ridotto a meno del 10% raggiunto al 2025 anziché al 2035, incremento della quantità (70%) e qualità della raccolta differenziata e raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio previsti dalle direttive UE, diminuzione dei costi di smaltimento dell’indifferenziato miglioramento delle qualità delle raccolte differenziata con aumento dei ricavi dalle singole frazioni, ottimizzazione dei servizio di raccolta con minori oneri di gestione. riduzione CO2 prodotta dagli spostamenti dei mezzi per la raccolta differenziata.

Il sistema di riconoscimento dell'utenza fornisce inoltre la possibilità di introdurre sistemi premianti per i cittadini virtuosi e va nella direzione di responsabilizzare i cittadini e premiare chi mostra di essere attento all’ambiente e ai necessari cambiamenti richiesti dalla “rivoluzione verde”.

Alia ha, infine, previsto, anche dei servizi a supporto della qualità delle raccolte differenziate, prevedendo le ecotappe, gli ecofurgoni e i punti di raccolta di oli alimentari.

Per sapere “quanto e come” la zona di proprio interesse sarà coinvolta in questo processo di cambiamento, che terminerà nel 2023, è possibile consultare il sito www.firenzecittacircolare.it, inserendo il proprio indirizzo di casa e/o lavoro, si può già conoscere quando è previsto il cambiamento e quale servizio arriverà nella zona di proprio interesse.

Con questo progetto, si può affermare che Firenze entra a fare parte del gruppo di città che, in Europa, stanno sperimentando la “miniera urbana”, come Amsterdam, che ha vinto il premio World Smart Cities nel novembre 2017, e Bruxelles; in entrambe sono attive strategie circolari, che rispondono agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 previsti dalle Nazioni Unite e che stiamo cercando di attuare anche nel nostro Paese.

Ulteriori informazioni su Firenze Città Circolare e anche sul sito Web del Comune di Firenze - Direzione Ambiente

fonte: www.arpat.toscana.it


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Tari: differito al 18 febbraio 2020 il termine per l’iscrizione nell “Anagrafica operatori” di Arera














Con il Comunicato 28 gennaio 2020, pubblicato sul proprio sito web istituzionale, l’Arera ha disposto il differimento al 18 febbraio 2020 del termine per l’iscrizione nella “Anagrafica operatori”, inizialmente fissato al 31 gennaio 2020.
Arera ricorda che sono tenuti alla compilazione della raccolta dati i soggetti che al 31 dicembre 2018 gestivano unicamente l’attività di gestione tariffe e rapporti con gli utenti.
L’iscrizione riguarda principalmente i Comuni in quanto gestori dell’entrata Tari, inizialmente non compresi nell’Elenco dei soggetti obbligati.
Per maggiori approfondimenti si rimanda a quanto riportato su Entilocalinews n. 4 del 27 gennaio 2020.
fonte: https://www.entilocali-online.it

Bonus Tari 2020, arriva lo sconto in bolletta sui rifiuti: requisiti e come richiederlo

















Arriva il bonus Tari che prevede uno sconto in bolletta sui rifiuti per gli utenti domestici in condizioni di disagio economico, esattamente come avviene per luce, gas e acqua. Lo stabilisce l’articolo 57 bis, comma 2, del decreto 124/2019, in materia di condizioni tariffarie agevolate per la fornitura del servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani:
“Al fine di promuovere la tutela ambientale in un quadro di sostenibilità sociale, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente assicura agli utenti domestici del servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani e assimilati in condizioni economico-sociali disagiate l’accesso alla fornitura del servizio a condizioni tariffarie agevolate”.
Sarà l’Arera, Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, a stabilire le modalità attuative del bonus entro il 23 aprile, tramite apposito provvedimento. Quindi bisognerà aspettare quella data per sapere quando presentare la domanda e scoprire quale sarà l’importo del bonus.

Quali saranno i requisiti

Per richiedere il bonus sussistono gli stessi requisiti validi per il bonus idrico, luce e gas, ovvero:
  • nucleo familiare con Isee non superiore a 8.265 euro, cifra che è aumentata dal primo gennaio 2020, prima era 8.107,5;
  • famiglie con almeno 4 figli a carico e Isee non superiore a 20 mila euro;
  • nucleo titolare di reddito/pensione di cittadinanza oppure famiglie in cui una grave malattia costringa uno dei componenti all’utilizzo di apparecchiature mediche alimentate con l’energia elettrica (elettromedicali) indispensabili per il mantenimento in vita.
Potrà quindi richiederlo anche chi percepisce il reddito di cittadinanza o la pensione di cittadinanza.

Dove e come andrà presentata la domanda

La domanda andrà presentata al Comune di residenza o a un ente designato dal Comune, per esempio il Caf, tramite due moduli appositi, disponibili sul sito dell’Autorità.
Serviranno anche carta di identità e attestazione dell’Isee in corso di validità. I titolari di reddito o pensione di cittadinanza dovranno inoltre indicare numero di protocollo o attestazione che documenti la titolarità di Rdc o Pdc.

Bonus fognatura in arrivo e altre novità

A proposito di bonus luce, gas e acqua, dal primo gennaio 2021 saranno riconosciuti in automatico ai soggetti potenzialmente beneficiari, ovvero con Isee entro le soglie fissate.
E a breve potrebbe arrivare anche il bonus fognatura, purché si rispettino determinati requisiti. Sarà sempre l’Arera a stabilire le modalità di quantificazione, riconoscimento ed erogazione del bonus, che farà parte dell’agevolazione sul servizio idrico.
fonte: https://www.greenme.it

Rifiuti: studenti creano negozio che "rimborsa" la Tari

Con filosofia "meno inquino e meno pago" per economia 'verde'



















Studenti al lavoro, a Terni, per realizzare il primo negozio a consumo zero di rifiuti, in grado di rimborsare la tassa Tari ai propri clienti grazie ad un algoritmo e di abbracciare la filosofia 'meno inquino e meno pago'. Il progetto di economia circolare e sociale vede impegnato l'Istituto tecnico tecnologico Allievi-Sangallo in collaborazione con la startup Vivogreen.

In questo market sarà possibile acquistare vari prodotti nella quantità necessaria alle necessità dei clienti in imballaggi in MaterBI, bioplastica completamente biodegradabile, o vetro. L'unico rifiuto prodotto sarà dunque la frazione umida, in quanto il vetro con etichette Rfid verrà riutilizzato infinite volte.

L'aspetto green del progetto si unisce all'idea di ridurre i tempi di acquisto evitando lunghe code alle casse, perché non sono previste nel negozio futuristico. Tramite un'app scaricata sul proprio smartphone sarà inoltre possibile acquistare online e ritirare direttamente al Vivogreen drive gli ordini.

Al progetto daranno il loro contributo le diverse articolazioni della scuola: gli studenti di elettronica e automazione si occuperanno delle antenne, del reader e della realizzazione dei gate, gli elettrotecnici cureranno la progettazione e realizzazione del quadro elettrico con sensori, la specializzazione di informatica provvederà alla lettura dei tag Rfid e del software per il conto automatico.

Ma il progetto coinvolgerà anche le altre scuole tecniche e professionali del territorio, ognuna con le proprie professionalità. L'obiettivo della Vivogreen è creare occupazione e devolvere parte degli utili in borse di studio agli istituti coinvolti nella concretizzazione del progetto, favorendo una cultura d'impresa nei giovani allievi. 

fonte: www.ansa.it

Tassa rifiuti: dove si ricicla meno, si paga di più

Secondo l’analisi dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, la Tari nel 2019 ha raggiunto un valore medio di 300 euro a famiglia. Ma esistono forte discrepanze tra i territori



















Comune che vai, tassa rifiuti che trovi. Quando si tratta di costi di raccolta e smaltimento della spazzatura, l’Italia rassomiglia ad un puzzle. Se è vero da un lato che la TARI si aggira intorno ad una media di 300 euro per nucleo familiare, lo sono anche, dall’altro, le enormi differenze di costo che contraddistinguono i territori. Al punto da avere una forbice di oltre 400 euro tra la tariffa più economica e quella più cara.
A mappare gli esborsi degli italiani è l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ha pubblicato oggi una nuova analisi dedicata alla tariffa rifiuti. Si scopre così che Potenza è il capoluogo con le tariffe più basse d’Italia: qui infatti una famiglia composta da 3 persone con una casa di proprietà di 100 metri quadri, paga oggi 121 euro l’anno per i servizi di raccolta gestione, valore in calo del 37 per cento rispetto al 2018.
Dall’altra parte della scala, appare invece Catania, il più costoso capoluogo di provincia quando si tratta di tassa rifiuti: qui la stessa famiglia dovrà versare ben 504 euro nel 2019, dato in aumento di quasi il 16 per cento sull’anno precedente. Spostando il filtro a livello regionale, è invece il Trentino Alto Adige il territorio più economico (con una tariffa media di 190 euro) e la Campania quello più caro (421 euro).
Tra questi due valori limite si inseriscono tutte le altre regioni, mentendo però, nel complesso, una netta linea di demarcazione tra Nord (una media di 258 euro), Centro (299 euro) e Sud Italia (351 euro).

Troppo? Per una famiglia italiana su tre la risposta è sì e secondo Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva parte del problema sta nella modalità di calcolo della TARI. Sistema che “non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti perdendo così un’occasione per costruire percorsi innovativi basati sul coinvolgimento di cittadini, aziende ed istituzioni in un circuito virtuoso”. La differenza tra i capoluoghi si avverte anche sul fronte della qualità del servizio e delle eventuali agevolazioni per i cittadini. “Vivere in una città anziché un’altra  – aggiunge Gaudioso – può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso, insoddisfacente e con limitate agevolazioni a sostegno del pagamento della tariffa”.

Quello che emerge nettamente è la correlazione tra una buona gestione e una tassa rifiuti più bassa (leggi anche Rifiuti: l’Emilia Romagna accelera verso la tariffa puntuale)
La regione in cui il servizio costa meno è il Trentino Alto Adige dove la differenziata è al 72 per cento permettendo alti tassi di riciclo – ha commentato Alessandro Marangoni, AD di Althesys, il centro di ricerca che elabora annualmente il Report sul waste management. “A Catania, dove la tassa è la più alta d’Italia, la raccolta è ferma al 23 per cento. Le aree dove costa meno, come traspare dall’indagine, sono in genere quelle dove il servizio è migliore, la raccolta differenziata e il riciclo più elevati, basso o nullo il ricorso alla discarica”.

Leggi qui il dossier integrale sulla tassa rifiuti in Italia

fonte: www.rinnovabili.it