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La Rifiuthlon Hybrid Tour aggiunge nuove tappe in Sardegna

Dopo aver toccato nei mesi di giugno e luglio Porto Liscia, Sassari, Carloforte, Sant'Antioco, San Basilio e Vallermosa, la gara di raccolta rifiuti a premi ideata da Aics Ambiente farà tappa ad agosto a Castelsardo, Santa Teresa di Gallura ed Alghero, trasformando i giovanissimi in ‘moschettieri dell'ambiente’









Sono tantissimi i comuni della Sardegna che hanno chiesto di diventare tappa del Rifiuthlon Hybrid Tour, la gara di raccolta rifiuti a premi ideata da Aics Ambiente per avvicinare i più giovani alle tematiche ambientali. Dopo aver toccato nei mesi di giugno e luglio Porto Liscia, Sassari, Carloforte, Sant'Antioco, San Basilio e Vallermosa, la Rifiuthlon farà dunque tappa il 6, 7 e 8 agosto rispettivamente Castelsardo, Santa Teresa di Gallura ed Alghero, dove ad attenderla ci sarà un piccolo esercito di giovanissimi aspiranti ‘moschettieri dell'ambiente’. In ogni tappa del Rifiuthlon Hybrid Tour (che si muove sulle ruote di una Clio ibrida gentilmente offerta alla manifestazione da RRG Italia Groupe Renault) sono, infatti, i cittadini e i turisti più giovani i veri protagonisti.

A loro vengono consegnati in ogni tappa degli stick con pinza, delle pettorine e delle sacche di cotone per la raccolta di piccoli rifiuti. Ma alla fine della gara tutti i partecipanti vengono premiati per il loro contributo alla tutela dell'ambiente con una medaglia che attribuisce loro il titolo appunto di 'moschettieri dell'ambiente'.

"Ovviamente non si tratta di una vera gara. E al termine, oltre alle medaglie per tutti, c'è sempre una ulteriore premiazione, che in modo giocoso e divertente aiuta ad acquisire informazioni importanti per il rispetto dell'ambiente. La Rifiuthlon non è insomma un'attività di pulizia di un sito/area ma un sistema formativo integrato per giovani cittadini. Un gioco d'estate che semina la sostenibilità del futuro" spiega Andrea Nesi, Presidente di Aics Ambiente, che fa appello ai genitori perché aiutino i figli a partecipare all'iniziativa.

fonte: www.greencity.it


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Corri anche tu per la qualificazione al Campionato Mondiale di Plogging!

Inaugurata la virtual #ploggingchallenge: in corsa per la prima edizione del World Plogging Championship



La prima edizione del Campionato Mondiale di Plogging, lo sport che unisce la corsa alla raccolta dei rifiuti abbandonati, avrà luogo dal 1 al 3 ottobre 2021 in Valle Pellice, in Piemonte. Mentre per gli atleti professionisti continua la selezione attraverso le gare qualificanti (TMT, Trail EDF Cenis Tour, Alpe Adria Trail, TorX), per i runner amatoriali si apre una nuova sfida tutta virtuale.

L’esclusiva #ploggingchallenge selezionerà 30 runner che prenderanno parte al Campionato, sfidando così i professionisti e le professioniste della disciplina. Questa doppia modalità di partecipazione permetterà così a chiunque di mettersi in corsa per l’ambiente. Ma come funziona?


Dopo essersi registrati sul sito www.ploggingchallenge.com e aver creato il proprio profilo personale, sarà possibile inserire ogni sessione di allenamento effettuata. Basterà caricare una foto delle specifiche tecniche del percorso effettuato (distanza percorsa, dislivello e tempo impiegato, come mostrato da app e dispositivi appositi) e una foto dei rifiuti raccolti. È necessario che questi siano posti ordinatamente, in modo da agevolare agli organizzatori il conteggio della CO2 risparmiata. Il risultato atletico e l’impatto ambientale saranno i due fattori che determineranno il punteggio del corridore, segnalato nella classifica parziale aggiornata regolarmente.

Al termine della fase di selezione, il 5 settembre, saranno resi noti i nomi dei 30 runner che si sono aggiudicati un pettorale, e che potranno così partecipare al World Plogging Championship (WPC) insieme agli atleti selezionati tramite le gare qualificanti.

L’impegno per l’ambiente sarà infine riconosciuto a livello europeo, registrando ogni sessione individuale come azione di plogging all’interno della campagna europea di sensibilizzazione Let’s Clean Up Europe.

fonte: www.envi.info



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Roma, domenica 20 giugno torna “Il Tuo quartiere non è una discarica”: raccolta straordinaria di rifiuti ingombranti e di oggetti destinati al riuso

Oltre ai consueti materiali destinati allo smaltimento si potranno quindi consegnare anche libri usati (esclusi testi scolastici ed enciclopedie), vecchie biciclette o parti di esse, vecchi cellulari e tablet (purchè ancora funzionanti). Gli oggetti consegnati alle associazioni no profit saranno riutilizzati per varie attività sociali




Domenica 20 giugno torna nei municipi pari la campagna “Il Tuo quartiere non è una discarica”, la raccolta straordinaria gratuita mensile di rifiuti ingombranti, particolari, elettrici ed elettronici, organizzata da AMA in collaborazione con il TGR Lazio. Come avvenuto nei municipi dispari nell’appuntamento di maggio (domenica 23), l’evento si arricchisce con la presenza di alcune realtà del Terzo Settore (associazioni, cooperative sociali e organizzazioni di volontariato) che promuovono progetti di riutilizzo dei beni e con le quali l’azienda ha recentemente siglato degli specifici protocolli di intesa.

In alcuni dei siti messi a disposizione da AMA, domenica mattina a partire dalle ore 8, i cittadini, oltre ai consueti materiali, potranno quindi consegnare anche libri usati (esclusi testi scolastici ed enciclopedie) alle associazioni culturali Book Cycle, Libra e Nuova Acropoli, vecchie biciclette o parti di esse all’associazione Ciclonauti, ausili per disabili dismessi (stampelle, carrozzine, deambulatori, ecc.) all’associazione Joni and Friends Italia e vecchi cellulari e tablet (purchè ancora funzionanti) alla cooperativa sociale W.A.Y.S. onlus. Gli oggetti consegnati ai soggetti no profit saranno riutilizzati per varie attività sociali, pertanto chi partecipa a questa speciale raccolta parallela contribuirà anche alla campagna di prevenzione dei rifiuti.

In tutti i siti, ovviamente, il personale AMA sarà come sempre a disposizione per il conferimento dei tradizionali rifiuti ingombranti (mobili, sedie, letti, divani, scaffalature, materassi, ecc.), delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE: computer, televisori, stampanti, telefonini, frigoriferi, lavatrici, condizionatori, ecc.) e dei materiali particolari (pile, oli esausti, contenitori con residui di vernici e solventi). I rifiuti raccolti nel corso della mattinata verranno differenziati secondo la categoria merceologica (legno, ferro, plastica, altri metalli, RAEE, ecc.) e avviati alle rispettive filiere di recupero.

Nelle postazioni di raccolta, anche con il supporto della Polizia Locale di Roma Capitale, saranno adottale le necessarie misure di sicurezza a tutela di utenti e lavoratori attraverso accessi scaglionati che consentiranno di regolare il flusso di veicoli e persone. Ama per questo invita i cittadini a recarsi sul posto entro le ore 12 e ricorda che il conferimento dei materiali nei cassoni dedicati dovrà essere effettuato dai cittadini, muniti di mascherina, mantenendo le distanze minime di sicurezza.

Tutte le informazioni sulla campagna di raccolta, sui siti coinvolti e le postazioni allestite dai volontari delle varie associazioni che partecipano all’iniziativa si trovano sul sito di AMA www.amaroma.it .

fonte: https://www.ecodallecitta.it


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CS: “Riduco, riuso, riparo raccolgo-4R Lungo il fiume Tevere”


“Riduco, riuso, riparo raccolgo-4R Lungo il fiume Tevere”

“4R Lungo il fiume Tevere”, un progetto di educazione ambientale, nato nel 2019 intorno alla Discesa Internazionale del Tevere in collaborazione con il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, continua fino a giugno 2021.
Il progetto è stato finanziato anche dal Ministero dell’Ambiente MATTM, ora MITE, attraverso un bando, che ha riconosciuto la validità del messaggio da veicolare ai partecipanti alla Discesa del Tevere e ai cittadini incontrati lungo il percorso del fiume da Città di Castello per tutta l’Umbria fino a Roma, con iniziative e azioni di educazione ambientale rimodulate, causa COVID, tra giugno 2020 e giugno 2021.
Le prossime e ultime azioni del progetto sono due appuntamenti umbri con il Repair Cafè
Perugia, prima della chiusura del bando, uno a Perugia, il 30 maggio, presso SUD Osteria Popolare in Via Birago n.10 dalle 16.00 alle 19,30, luogo che ormai ospita il Repair Café Perugia con regolarità, condividendo completamente la filosofia dell’iniziativa, e l’altro il 2 Giugno sempre a Perugia, in Via F. Baracca, di fronte al Club The Circle di Madonna Alta, in un contesto di mercato etico locale ed ecosostenibile, verso il valore della cooperazione e come occasione di incontro per la comunità.
Direttamente sul fiume, invece, ci saranno iniziative legate alla consapevolezza della
problematica rifiuti ed alla raccolta di quelli dispersi in acqua e sulle banchine.
All’interno di iniziative di discesa sui fiumi Tevere ed Aniene a Roma (2 giugno), Fiumicino in zona Capo due Rami (13 giugno) ed in Sabina (22 giugno) saranno visitate barriere blocca rifiuti e realizzate attività di raccolta rifiuti solidi, nonché analisi della qualità delle acque. Tali iniziative sono inserite anche all’interno dell’edizione 2021 di “Let’s clean up Europe” e vengono realizzate in concomitanza di progetti con alunni di scuole, all’interno dei progetti dei Contratti di Fiume di bimbe e bimbi della Regione Lazio.
Educazione alla sostenibilità nell’attività sportiva all’aperto e lungo il fiume e iniziative di
riduzione dei rifiuti, con la riparazione che dona una seconda vita agli oggetti, hanno viaggiato a braccetto, nonostante le difficoltà organizzative provocate per un anno dall’emergenza sanitaria, e lo scambio è stato molto istruttivo per le due associazioni.
Tutte le esperienze del progetto verranno poi riproposte all’interno della Discesa Internazionale del Tevere dal 5 all’11 luglio 2021, percorso lungo il fiume Tevere dall’Umbria fino al mare.

Discesa Internazionale del Tevere e
Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero



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Plastic Free, bilancio più che positivo per l'evento nazionale di raccolta rifiuti

 

140 appuntamenti in contemporanea in tutt'Italia per rimuovere dall'ambiente oltre 170.000 kg di plastica e rifiuti in un solo giorno. Positivo il bilancio dell'evento nazionale di raccolta Plastic Free, che ha visto lo sforzo congiunto di 15.000 persone.


Far tornare a “respirare” suolo e ambiente rimuovendo oltre 100.000 kg di plastica e rifiuti in un solo giorno. Questo era l'intento della data nazionale dell'evento Plastic Free, organizzato in 140 Comuni in tutta Italia lo scorso 18 aprile. Un obiettivo raggiunto e superato grazie all'impegno dei volontari della rete e di migliaia di cittadini sensibili alle tematiche ambientali, che hanno permesso di raccogliere oltre 170.000 kg di plastica dispersi nelle strade, nelle aree verdi, lungo le spiagge dello Stivale.

Plastic Free, identikit e obiettivi

Plastic Free Odv Onlus è un’associazione di volontariato nata nel 2019 allo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili attorno ai danni ambientali causati della plastica, in particolare quella monouso. Nata come realtà digitale, nei primi 12 mesi ha raggiunto oltre 150 milioni di utenti e oggi, con oltre 550 referenti in tutt’Italia, rappresenta un importante punto di riferimento nazionale nella lotta alla plastica e al littering in generale. Molti i progetti a firma Plastic Free sul territorio nazionale: dalla raccolta di rifiuti ad azioni di tutela e salvataggio delle tartarughe marine messe a rischio dall'abbandono di imballaggi in plastica in natura, dalla sensibilizzazione nelle scuole alle iniziative con i Comuni, dal Plastic Free Walk al Plastic Free Diving.

18 aprile: 15.000 persone riunite contro il littering

Una media di 110 partecipanti coinvolti in ciascun evento, per un totale di oltre 15.000 persone. La data nazionale del 18 aprile ha svolto bene il suo dovere trasformandosi- come da programma - in una grande giornata di sensibilizzazione e impegno concreto, che ha visto individui e famiglie, grandi e piccini collaborare per il bene dell'ambiente. Nonostante i 39 appuntamenti annullati a causa delle restrizioni e del maltempo, le iniziative confermate sono state 140, con picchi di partecipazione a Torino, Cuneo, Milano, Cremona, Verona, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Sabaudia, Latina, Ostia, Città Sant’Angelo, Caltagirone, parco dell’Etna e Trapani. I 170.508 kg di rifiuti raccolti portano il conteggio dell'associazione a oltre 500.000 kg di spazzatura rimossa da città ed ecosistemi dalla sua nascita a oggi.

I prossimi appuntamenti

“Realizziamo più di 2.000 appuntamenti di raccolta all’anno in Italia e tanti altri eventi nazionali, con l’obiettivo di creare sensibilizzazione attraverso l’azione” ha raccontato il Presidente di Plastic Free Luca De Gaetano, durante la diretta speciale andata in onda per mostrare, in tempo reale, i momenti salienti della giornata. Il prossimo grande evento in programma è previsto per il 23 maggio, lungo gli argini del Po, per un'intensa pulizia del più grande fiume d'Italia. Non mancherà, poi, una seconda data nazionale a settembre, alla quale ogni cittadino è invitato a partecipare registrandosi sul sito ufficiale.

fonte: www.nonsoloambiente.it


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L'economia circolare mostra il suo lato umano

















Un bambino raccoglie i rifiuti riciclabili in una discarica.


Questo articolo è apparso originariamente nello State of Green Business 2021. Puoi scaricare l'intero rapporto qui .

Con la crescita dell'economia circolare, abbiamo assistito a un'impressionante innovazione nei materiali, nei prodotti, nei modelli e nei processi, ma l'innovazione sul modo in cui trattiamo le persone è stata notevolmente assente.

Tuttavia, poiché le aziende, le città e i paesi allo stesso modo adottano una lente più olistica e abbracciano principi circolari, stanno riconoscendo l'opportunità di guidare il cambiamento sociale di pari passo con una trasformazione economica che metta le persone al centro.

Nel contesto dell'approvvigionamento e delle catene di approvvigionamento, abbiamo già visto questo film. Di fronte alle pressioni legali dei governi, al rischio reputazionale dei consumatori e al respingimento delle ONG, negli ultimi due decenni si è assistito a un drastico cambiamento nei protocolli di approvvigionamento e nell'impegno dei fornitori a monte nel tentativo di sradicare il lavoro forzato e minorile, i minerali dei conflitti e altre violazioni dei diritti umani nella fornitura Catene. Tuttavia, questi sforzi hanno tradizionalmente riconosciuto solo una fase della vita di un materiale.

In una filiera circolare, l'approvvigionamento non si concentra più esclusivamente sui materiali vergini. Poiché le aziende si assumono la responsabilità dell'intero ciclo di vita dei loro prodotti, le condizioni pericolose in cui un bambino smonta uno smartphone sono problematiche tanto quanto il cobalto ottenuto utilizzando il lavoro minorile forzato in una zona di conflitto per realizzare lo smartphone in primo luogo. Mentre la Convenzione di Basilea ha criminalizzato il movimento transfrontaliero di rifiuti pericolosi (di cui la maggior parte dell'elettronica è classificata) per limitare alcune implicazioni per la salute umana dei flussi di rifiuti elettronici, i rifiuti di plastica sono un'altra storia, solo di recente sono stati inclusi nella convenzione.

In assenza di un'infrastruttura formale di gestione dei materiali, i raccoglitori di rifiuti - imprenditori qualificati nell'economia informale che raccolgono, smistano e vendono bottiglie usate, tappi e altri materiali di valore, a volte prelevandoli dalle discariche - hanno colmato una lacuna necessaria per rallentare la fuoriuscita di rifiuti di plastica nei corsi d'acqua e nelle comunità costiere. E poiché un numero crescente di aziende si impegna a raggiungere obiettivi in ​​materia di plastica riciclata e aspirazioni di plastica circolare, l'opportunità e la necessità di collaborare con queste comunità stanno diventando sempre più chiare.

Le aziende stanno iniziando ad espandere l'ambito delle considerazioni sull'approvvigionamento, implementando ciò che hanno imparato nell'approvvigionamento di materiali vergini all'approvvigionamento da prodotti e materiali utilizzati in precedenza e applicando questi apprendimenti a valle.

HP Inc. offre un esempio ormai iconico di significativa collaborazione a valle ad Haiti, avendo collaborato con le comunità di raccolta dei rifiuti con l'aiuto di First Mile Coalition, un'iniziativa dell'organizzazione senza scopo di lucro Work, per supportare l'infrastruttura sociale dei rifiuti di plastica e l'infrastruttura fisica del recupero dei materiali.

Nel 2019, HP ha investito 2 milioni di dollari in una nuova linea di lavaggio della plastica a Port-au-Prince per sostenere la raccolta di plastica oceanica nella comunità, che l'azienda acquista da un'azienda locale per utilizzarla nei suoi laptop e cartucce d'inchiostro.

Lo sforzo non solo ha fornito ad HP una fornitura affidabile di plastica riciclata post-consumo per svezzarsi lentamente dai materiali vergini, ma ha anche creato più di 1.000 nuovi posti di lavoro ad Haiti ampliando la capacità di riciclaggio della regione.

L'investimento di HP è un esempio di come il capitale venga impiegato in modo diverso nella lotta contro i rifiuti di plastica, concentrandosi sulla leadership della comunità piuttosto che esclusivamente su un intervento di sviluppo tecnico e infrastrutturale. Stiamo assistendo a un approccio olistico simile all'impiego di capitali per affrontare la crisi dei rifiuti di plastica a livello globale, compreso l'impegno dichiarato di Alliance to End Plastic Waste per l'impegno della comunità.

Proprio come le aziende hanno dato la priorità alla trasparenza e alla tracciabilità nelle operazioni a monte per affrontare i diritti umani, una catena di approvvigionamento circolare richiede lo stesso livello di controllo a valle. Le aziende stanno iniziando ad espandere l'ambito delle considerazioni sull'approvvigionamento, implementando ciò che hanno imparato nell'approvvigionamento di materiali vergini all'approvvigionamento da prodotti e materiali utilizzati in precedenza e applicando questi apprendimenti a valle.

Ma l'opportunità di miglioramento economico non si limita agli sforzi nel Sud del mondo, e attualmente i governi nazionali stanno aprendo la strada a una transizione dell'economia circolare incentrata sull'uomo.

In prima linea c'è il Green Deal europeo, il quadro politico inteso a portare l'Unione europea a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050, disaccoppiando la crescita economica dall'estrazione di risorse e senza lasciare persone o luoghi indietro. L'obiettivo non è l'uno o l'altro, ma piuttosto un approccio integrato alla gestione delle risorse, alla responsabilità e alla mitigazione del clima.

Il piano d'azione per l'economia circolare associato alla Commissione europea sottolinea l'opportunità di sviluppo sociale ed economico attraverso catene di valore circolari, per un totale di 700.000 nuove opportunità di lavoro entro il 2030 nella sola Europa.

I modelli di business circolari richiedono una serie di nuove competenze, dalla riparazione e ristrutturazione allo smontaggio, recupero e riciclaggio, lasciando spazio a una nuova classe di lavori sostenibili e dignitosi. Un esempio con sede negli Stati Uniti è Homeboy Electronics Recycling, un'impresa sociale che offre la gestione dei rifiuti elettronici e lo smaltimento IT fornendo occupazione e formazione a persone che affrontano barriere sistemiche al lavoro.

Un'economia circolare incentrata sull'uomo non può concentrarsi esclusivamente sui posti di lavoro e sulla gestione dei materiali, ma deve anche garantire l'accesso ai vantaggi di questi nuovi modelli.

Considera il vantaggio per i consumatori di risparmiare denaro acquistando all'ingrosso: che tu stia acquistando cibo per cani, riso o ibuprofene, acquistare più di una singola porzione in anticipo consente di risparmiare denaro e imballaggi. Ma senza il denaro da investire in anticipo, le comunità a scarse risorse sono gravate da una tassa sulla povertà sotto forma di un aumento - fino al 50% - per l'acquisto di cibo e altri beni di prima necessità in piccoli formati piuttosto che all'ingrosso.

La startup cilena Algramo mira ad affrontare questo problema offrendo ai consumatori la possibilità di acquistare la quantità esatta di cui hanno bisogno, ma consentendo loro di pagare il prezzo all'ingrosso. Algramo ha collaborato con aziende di beni di consumo, tra cui Colgate-Palmolive, Nestlé, Clorox e Unilever, per rendere disponibili e accessibili a tutti i prodotti eredi e i formati di imballaggio riutilizzabili.

L'economia circolare è un mezzo, non un fine, che offre strategie e quadri per creare flussi economici al di sopra dei flussi di materiali a sostegno di un sistema più sostenibile, resiliente e prospero. Funziona solo se può trasformare i sistemi, non rinforzare quelli esistenti.

Man mano che i diritti umani, l'inclusione economica e l'equità sociale sono al centro delle iniziative circolari, l'opportunità di una comprensione olistica di ciò che le economie circolari possono consentire sta diventando sempre più chiara.

fonte: www.greenbiz.com


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Raccolta e trasporto di Rifiuti Urbani, le nuove disposizioni dell'albo













Una autentica moratoria per consentire alle aziende della raccolta e del trasporto di rifiuti speciali non pericolosi di scongiurare il fermo delle attività a seguito dell’entrata in vigore della nuova definizione di rifiuto urbano a partire dal prossimo 1 gennaio. È quella adottata nella serata di ieri dal Comitato nazionale dell’Albo gestori ambientali. Ne parliamo con il presidente dell'Albo Eugenio Onori


fonte: www.ricicla.tv


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Litterati, una app per aiutare a risolvere l’emergenza rifiuti

Successo per l'app Litterati, che favorisce la raccolta dei rifiuti da parte dei cittadini e la definizione di politiche più efficaci.



Una raccolta consapevole dei rifiuti è possibile anche grazie al supporto di una app, si chiama Litterati e sta spopolando in tutto il mondo. A crearla è stato Jeff Kirschner, fondatore e CEO della stessa, sensibile alle problematiche ambientali e al problema dei rifiuti che investano le realtà urbane. In particolare la spazzatura abbandonata per strada, vera piaga sociale dei tempi moderni. L’obiettivo dell’applicazione è quella di raccogliere dati sull’immondizia abbandonata, il suo aspetto, la tipologia del materiale, dove è collocata e anche il marchio.

Una serie di immagini da condividere online così da creare una sorta di mappa virtuale della raccolta rifiuti messa in atto direttamente dai cittadini. Un’operazione che possa incidere sulle politiche locali legate al recupero della stessa, ma anche nei confronti degli imballi utilizzati. Secondo Kirschner coinvolgere la popolazione è necessario, al pari di fornire dati sulla tipologia di rifiuti che vengono indebitamente gettati per terra. Inoltre caricare il tutto sulla app rafforza il senso di collaborazione e di comunità, in tutto il mondo. Una raccolta dati globale che trasforma il recupero dei rifiuti in un modello perennemente in crescita, con 20mila articoli prelevati ogni giorno.
Una raccolta rifiuti mondiale

Il tutto è nato in modo spontaneo durante una passeggiata di Jeff con la piccola figlia, i due erano immersi nei boschi della California alla ricerca di verde e natura incontaminata. Ma la presenza di una serie di rifiuti abbandonati in un ruscello ha reso concreto un problema pressante ovvero quello del mancato rispetto nei confronti dell’ambiente. L’obiettivo di Litterati è quello di evidenziare la tipologia di spazzatura abbandonata in ogni territorio così da trovare una soluzione mirata. A San Francisco la app ha rimarcato una correlazione tra immondizia e sigarette favorendo così una causa legale tra la città e le compagnie del tabacco, ottenendo un raddoppio delle imposte sulla vendita delle stesse e generando 4 milioni di dollari di entrate annuali.

Nei Paesi Bassi Litterati ha spinto una nota azienda di caramelle ha cambiare tipologia di imballo abbandonando una vecchia soluzione poco green, in favore di una confezione riciclabile. L’obiettivo è quello di evidenziare il problema coinvolgendo le persone nella risoluzione, come ha sostenuto lo stesso Kirschner. Una maggiore partecipazione da parte delle singole comunità può davvero fare la differenza, sensibilizzando in modo naturale le persone tanto da spingerle a ragionare sulla necessità di una produzione maggiormente rispettosa e consapevole.

Fonte: TreeHugger

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Raccolta rifiuti dei malati di Covid: i kit di Amiu Genova e Sei Toscana

 

Raccolta rifiuti a domicilio per i malati di Covid in quarantena domiciliare. È la soluzione che alcune amministrazioni hanno messo in campo, o potenziato, per gestire al meglio rifiuti potenzialmente pericolosi che non possono e non devono essere differenziati.


L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ribadisce, infatti, che nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria deve essere interrotta la raccolta differenziata e tutti i rifiuti domestici – inclusi fazzoletti di carta, carta in rotoli, teli monouso, mascherine e guanti – devono essere equiparati a rifiuti indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme.

Una gestione lasciata alla responsabilità del cittadino, che anche armato delle migliori intenzioni, spesso ha difficoltà a raggiungere il cassonetto dell’indifferenziata senza violare l’obbligo di quarantena. Per rimediare almeno in parte a questa criticità, alcuni Comuni e Regioni si stanno attrezzando.

È il caso di Genova, dove la Amiu (Azienda Multiservizi e d’Igiene Urbana) ha predisposto un kit per smaltire i “rifiuti covid”: un contenitore ad hoc, sacchetti con chiusura ermetica e fascette di plastica per chiudere il tutto. Gli utenti devono sospendere la raccolta differenziata e conferire tutti i rifiuti, indipendentemente dalla loro natura, in un unico sacco.

I contenitori vengono ritirati mediamente con frequenza settimanale e nei giorni immediatamente successivi al termine della quarantena; il giorno del ritiro l’utente sarà contattato da un incaricato Amiu per concordare l’orario di esposizione del contenitore al di fuori del proprio domicilio.

Il kit di Amiu per la gestione dei rifiuti dei malati Covid è erogato solo alle persone positive sottoposte a quarantena domiciliare obbligatoria dall’Asl previa autorizzazione della Asl stessa. La richiesta può essere fatta al medico di famiglia.

Anche Sei Toscana – gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) Toscana Sud – potenzia il servizio di raccolta rifiuti “positivi”, rafforzando il contact center che già chiama i cittadini interessati per comunicare le modalità di consegna del kit e del ritiro dei rifiuti. Alle utenze interessate, che vengono comunicate dai singoli Comuni di residenza, Sei Toscana fornisce i contenitori per effettuare la raccolta, insieme a poche semplici istruzioni da seguire per il corretto conferimento dei rifiuti in piena sicurezza. I rifiuti vengono prelevati direttamente al domicilio secondo un calendario comunicato direttamente alle persone interessate.

Le operazioni sono svolte in assoluta sicurezza: il personale incaricato è dotato di tutti i DPI (dispositivi di protezione individuali) necessari e non ha alcun contatto con l’utenza, inoltre i mezzi utilizzati per la raccolta vengono sanificati e igienizzati ogni volta che terminano le operazioni di raccolta e avvio a smaltimento presso gli impianti.

Il servizio di raccolta e smaltimento viene eseguito come stabilito dalle direttive della Regione Toscana e questi rifiuti vengono mandati direttamente a incenerimento senza alcun trattamento preliminare.

fonte: www.recoverweb.it

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Gli eroi del riciclo, 10 persone comuni che stanno cambiando il mondo

Dal movimento nigeriano che promuove jogging e raccolta di rifiuti al progetto filippino che trasforma le vecchie divise scolastiche in nuovi prodotti di valore. Sono i vincitori dei 10mila dollari in premi, assegnati dalla Global Recycling Foundation















Dieci eroi del riciclo. Dieci persone, associazioni o società che stanno portando avanti con dedizione e spirito innovativo progetti di riciclo locale. La Global Recycling Foundation li ha selezionati tra oltre 2.000 realtà nel mondo, per supportarli con un piccolo riconoscimento e un premio in denaro: mille dollari per portare avanti il loro lavoro, facendo conoscere i loro sforzi al resto del mondo. “Collettivamente ci aiutano a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030, ed è loro che vogliamo celebrare in occasione del Giornata mondiale del riciclaggio 2020”, scrive la fondazione.
I dieci eroi del riciclo provengono da otto paesi di tutto il mondo. E le esperienze selezionate coprono un ampio numero di settori, dalla raccolta dei rifiuti in plastica agli articoli per la casa.
“Siamo orgogliosi di fornire un riconoscimento ai #RecyclingHeroes, bambini, scuole, insegnanti e professionisti, aziende e comunità, e tutti gli altri”, ha spiegato Ranjit S. Baxi, fondatore e presidente della Global Recycling Foundation. “Chiunque può essere un ero del riciclo – non importa quanto grandi o piccole siano le loro iniziative”.

Chi sono i 10 eroi del riciclo?

Plogging Club (Nigeria) ispira i giovani nei campus nigeriani ad agire per l’ambiente combinando l’attività di jogging con quella di raccolta dei rifiuti.
Reform Africa (Uganda) gestisce lo smaltimento dei rifiuti di plastica trasformandoli in sacchetti sostenibili, impermeabili e durevoli. L’iniziativa impiega i giovani nella raccolta e le madri single nella rielaborazione dei prodotti.
U-Recycle (Nigeria) è un’organizzazione no profit, fondata da alcuni ragazzi, che lavora per promuovere un’economia circolare in Nigeria attraverso il rafforzamento culturale nelle scuole e nelle comunità.
They Are These Foundation (Sudafrica) è un’organizzazione senza scopo di lucro che lavora con i bambini delle scuole nelle aree rurali insegnando loro i vantaggi, così come le cose da fare e da non fare per ottenere un futuro ecologico pulito a livello nazionale.
Anuya Trivedi, fondatrice di Greenbuddies (India) ha creato “aree di gioco riciclate” eco-progettate ed economiche a partire da pneumatici e altri scarti riutilizzabili.
Aribe Bajwa, fondatore degli ambasciatori sociali della gioventù (Pakistan) Con la sua organizzazione lavora per il potenziamento della comunità sul fronte ambientale, con azioni come la piantumazione di nuove alberi o sessioni formative per le istituzioni.
Made by TREID (Filippine) estende la vita di vecchi vestiti e uniforme scolastiche, trasformandoli in prodotti di valore superiore come scarpe, borse multifunzionali, accessori per la casa e nuovi tessuti. Non solo. Il progetto offre al contempo opportunità di lavoro alle persone svantaggiate.
Ecolana (Messico), società a impatto sociale focalizzata sulle pratiche di riciclaggio inclusive in Messico. Da un lato offre una piattaforma digitale con una guida al riciclaggio (una mappa e un dizionario dei materiali di scarto) per i consumatori, e dall’altro aiuta i marchi di consumo a sviluppare programmi di riciclo.
Cappabue National School (Irlanda). Questa piccola scuola di Cork sta aumentando la consapevolezza nei confronti dell’inquinamento delle spiagge attraverso un video, “One Small Change”, divenuto oggi virale.
Nick Oettinger, amministratore delegato e fondatore di The Furniture Recycling Group (Regno Unito) ha dato il via a un progetto che preleva ogni anno 400mila materassi dalle discariche britanniche. Ad oggi la società ha raccolto e riciclato oltre 1,5 milioni di materassi.
fonte: https://www.rinnovabili.it

Tassa rifiuti: dove si ricicla meno, si paga di più

Secondo l’analisi dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, la Tari nel 2019 ha raggiunto un valore medio di 300 euro a famiglia. Ma esistono forte discrepanze tra i territori



















Comune che vai, tassa rifiuti che trovi. Quando si tratta di costi di raccolta e smaltimento della spazzatura, l’Italia rassomiglia ad un puzzle. Se è vero da un lato che la TARI si aggira intorno ad una media di 300 euro per nucleo familiare, lo sono anche, dall’altro, le enormi differenze di costo che contraddistinguono i territori. Al punto da avere una forbice di oltre 400 euro tra la tariffa più economica e quella più cara.
A mappare gli esborsi degli italiani è l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ha pubblicato oggi una nuova analisi dedicata alla tariffa rifiuti. Si scopre così che Potenza è il capoluogo con le tariffe più basse d’Italia: qui infatti una famiglia composta da 3 persone con una casa di proprietà di 100 metri quadri, paga oggi 121 euro l’anno per i servizi di raccolta gestione, valore in calo del 37 per cento rispetto al 2018.
Dall’altra parte della scala, appare invece Catania, il più costoso capoluogo di provincia quando si tratta di tassa rifiuti: qui la stessa famiglia dovrà versare ben 504 euro nel 2019, dato in aumento di quasi il 16 per cento sull’anno precedente. Spostando il filtro a livello regionale, è invece il Trentino Alto Adige il territorio più economico (con una tariffa media di 190 euro) e la Campania quello più caro (421 euro).
Tra questi due valori limite si inseriscono tutte le altre regioni, mentendo però, nel complesso, una netta linea di demarcazione tra Nord (una media di 258 euro), Centro (299 euro) e Sud Italia (351 euro).

Troppo? Per una famiglia italiana su tre la risposta è sì e secondo Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva parte del problema sta nella modalità di calcolo della TARI. Sistema che “non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti perdendo così un’occasione per costruire percorsi innovativi basati sul coinvolgimento di cittadini, aziende ed istituzioni in un circuito virtuoso”. La differenza tra i capoluoghi si avverte anche sul fronte della qualità del servizio e delle eventuali agevolazioni per i cittadini. “Vivere in una città anziché un’altra  – aggiunge Gaudioso – può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso, insoddisfacente e con limitate agevolazioni a sostegno del pagamento della tariffa”.

Quello che emerge nettamente è la correlazione tra una buona gestione e una tassa rifiuti più bassa (leggi anche Rifiuti: l’Emilia Romagna accelera verso la tariffa puntuale)
La regione in cui il servizio costa meno è il Trentino Alto Adige dove la differenziata è al 72 per cento permettendo alti tassi di riciclo – ha commentato Alessandro Marangoni, AD di Althesys, il centro di ricerca che elabora annualmente il Report sul waste management. “A Catania, dove la tassa è la più alta d’Italia, la raccolta è ferma al 23 per cento. Le aree dove costa meno, come traspare dall’indagine, sono in genere quelle dove il servizio è migliore, la raccolta differenziata e il riciclo più elevati, basso o nullo il ricorso alla discarica”.

Leggi qui il dossier integrale sulla tassa rifiuti in Italia

fonte: www.rinnovabili.it