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Riciclo di rifiuti ingombranti, a Genova Amiu prepara un mercatino online














Un market place per il riciclo dei rifiuti ingombranti. Si tratta del progetto Efficacity che Amiu sta mettendo a punto, insieme a diversi partner, con un budget di due milioni di euro per metà finanziati da Regione Liguria con fondi europei. Con 6 partner (Algowatt, Camelot, Gter, Circle, Colouree, Flairbit) Amiu sta mettendo a punto il software che permetterà ai cittadini di fotografare il rifiuto da dare via e immetterlo nel mercato virtuale: da lì, potrà prendere la via del riuso, e Amiu non interverrà, oppure del riciclo, con i canali di ritiro dell’azienda dei rifiuti.

Il software è in via di elaborazione, il progetto dovrebbe partire all’inizio del 2022 per una durata, sperimentale, di 18 mesi.

“La Regione ha investito un milione di euro in questa iniziativa in cui crediamo – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti – I nostri nonni prima di dismettere un oggetto ci pensavano a lungo: lo portavano in campagna, lo passavano a un vicino. Oggi si butta via tutto appena si rompe e non si aggiusta più nulla”.
Il presidente di AMIU, Pietro Pongiglione, osserva: “Questo progetto è un esempio di prevenzione e collaborazione specie per gli ingombranti che sono più difficili da smaltire, ma anche più semplici da rielaborare dal punto di vista delle potenzialità. Poi c’è la collaborazione, tra pubblico e privato. Infine, l’aspetto ecologico che precorre i tempi della transizione ecologica”.

Tiziana Merlino, direttrice operativa: “Un anno fa abbiamo fatto il primo brain storming sul progetto e siamo stati in qualche modo precursori della transizione ecologica, non è solo un riciclo ma, anche, un riuso”.

Fonte: il Secolo XIX


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A Genova inaugurato il primo eco-compattatore per le lattine in alluminio

Inaugurato a Genova il primo ecocompattatore per le lattine in alluminio. I cittadini di Genova potranno conferirle e ricevere per questo punti e buoni spesa




Nell’ambito del Piano Integrato per il Centro Storico-Caruggi, è stato presentato martedì 9 marzo 2021 il nuovo ecocompattatore di Amiu Genova, società deputata in città alla gestione dei rifiuti urbani.

Il progetto, nato dalla collaborazione tra Amiu e l’assessorato all’Ambiente del Comune di Genova, è partito inizialmente con 12 ecocompattatori per le bottiglie e i flaconi in plastica. In questa nuova postazione nel centro storico si potranno conferire anche le lattine in alluminio, grazie alla collaborazione con CIAL e all’iniziativa europea “Every Can Counts”.

Salgono a 13 gli ecocompattatori a Genova, che si conferma prima città d’Italia per presenza di macchine, in ogni Municipio. L’ultimo ecocompattatore è stato presentato questa mattina: posizionato all’uscita della fermata della metropolitana San Giorgio rientra nelle azioni di implementazione ed efficientamento della pulizia nell’ambito del Piano Integrato per il Centro Storico – Caruggi.

Il nuovo ecocompattatore, a servizio del Centro Storico e dell’area del Porto Antico, ha una novità rispetto alle 12 macchine già presenti a Genova: oltre al conferimento di bottiglie e imballaggi in plastica, permette anche la raccolta delle lattine in alluminio – risultato della collaborazione con il CIAL, aumentando così la possibilità di raccogliere più velocemente i punti per ottenere sconti e coupon dalla rete commerciale aderente al progetto PlasTiPremia, il progetto partito a novembre da Amiu Genova e Comune di Genova, in collaborazione con Ilc-Istituto ligure per il Consumo e Corepla.

Alla messa in funzione della nuova macchina erano presenti: gli assessori comunali all’Ambiente Matteo Campora e al Centro Storico Paola Bordilli, il presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù, il presidente Amiu Genova Pietro Pongiglione, la responsabile comunicazione Corepla Valentina Meschiari, il referente dei progetti di comunicazione locale CIAL Gennaro Galdo, il presidente della Porto Antico spa Mauro Ferrando e il rappresentante dell’Istituto Ligure del Consumo Furio Truzzi.

«Siamo molto soddisfatti – spiega l’assessore all’Ambiente del Comune di Genova Matteo Campora – per il grande successo riscontrato dagli ecocompattatori, distribuiti già in modo capillare nei Municipi e che saranno ancora implementati. L’altissimo numero del materiale raccolto, in questi primi mesi, dimostra come il conferimento della plastica negli ecocompattatori si stia affermando come un’abitudine, una buona pratica apprezzata dai genovesi, grazie anche a un sistema premiante che aumenta la responsabilità sociale e la sensibilità nei confronti della raccolta differenziata. Il posizionamento della macchina in una zona ad alta frequentazione del Centro Storico, interessata anche da importanti flussi turistici in periodi di normalità, porterà questo nuovo ecocompattatore a numeri che si prevedono molto elevati con una ricaduta importante anche in termini di decoro della città vecchia».

«Dopo il successo della raccolta dei rifiuti ingombranti con l’Ecovan e il potenziamento degli Ecopunti ad accesso controllato facciamo un ulteriore passo in avanti per una sempre maggiore cura e pulizia del Centro Storico – commenta l’assessore al Centro Storico Paola Bordilli – il piano pulizia è una parte strategica del progetto Caruggi e tutte le azioni che stiamo mettendo in campo sono finalizzate, non solo al contrasto del degrado, ma anche alla promozione di buone pratiche all’interno della città storica, che ha tutte le caratteristiche per diventare una vetrina della città e un’area dove sempre più persone decidano di vivere, trascorrere il proprio tempo libero e lavorare».

«L’impegno sinergico di tutte le istituzioni, Amiu, associazioni di consumatori e consorzi per la promozione della raccolta differenziata è fondamentale per la cura e la vivibilità del Centro Storico – dice il presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù – un’area che, dopo anni di abbandono, sta finalmente riconquistando la propria centralità in termini di attenzione e di azioni per il decoro urbano, a partire dalla pulizia e dalla prevenzione dell’abbandono indiscriminato di rifiuti, anche ingombranti, in strada».

Finora, attivi solo per la plastica, i conferimenti alle macchine, in circa 4 mesi di attività, stanno per tagliare il traguardo della milionesima bottiglia raccolta. A febbraio è stato registrato un conferimento medio di 1.400 pezzi per ciascuna delle 12 macchine presenti nei 9 Municipi. A febbraio, si è confermata come postazione più virtuosa quella di piazza Paolo da Novi alla Foce, con oltre 56.000 tra bottiglie e flaconi conferiti, seguita da due “new entry”: piazza Vittorio Veneto a Sampierdarena con circa 44.000 conferimenti, staccata di poco da piazza Galileo Ferraris a Marassi.

Con il primo ecocompattatore per le lattine si prevede si raggiungere un risultato simile, tanto da poter prevederne l’estensione anche a tutte le altre macchine presenti in città.

Così Gennaro Galdo, referente CIAL Comunicazione locale: «Attivare una raccolta specifica per le lattine per bevande significa, per noi di CIAL, offrire ai cittadini di Genova uno strumento in più che vada oltre la raccolta differenziata che nel nostro Paese, per quanto riguarda l’alluminio, ha già di per sé ottimi risultati. In Italia abbiamo di fatto già superato gli obiettivi europei di riciclo degli imballaggi in alluminio, fissati per il 2030 al 60%. Nell’ultimo anno, infatti, abbiamo avviato a riciclo il 65% degli imballaggi in alluminio immessi nel mercato: non solo lattine, ma anche vaschette e scatolette per il cibo, tubetti, bombolette spray, tappi, chiusure ed anche il foglio sottile. Tutti imballaggi e contenitori riciclabili al 100% e infinite volte. – continua Galdo – In particolare per le lattine per bevande, questa nuova esperienza di Genova, ci permette di raccontare un progetto europeo che coinvolge 19 Paesi, al quale l’Italia ha aderito nel 2019: Every Can Counts (in Italia: Ogni Lattina Vale), che promuove la raccolta e il riciclo delle lattine in alluminio fuori casa, in strada o al lavoro, in parchi, spiagge e giardini, oppure durante grandi eventi culturali e sportivi. La lattina è un tipo di packaging che si consuma anche “on the go”, molto amato da chi fa attività all’aria aperta ed è per questo che siamo impegnati a garantirne il riciclo anche fuori dagli ambienti prettamente domestici o della ristorazione».

fonte: www.ecodallecitta.it


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La rete genovese che rivoluziona il riciclo delle eccedenze alimentari: la storia di Ricibo

Un progetto per il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari, attivo sul territorio genovese dal 2017. Grazie alla piattaforma che incrocia domanda e offerta, Ricibo ha dato vita a una fitta rete che lega pubblico e privato con profit e non-profit perseguendo un obiettivo semplice, ma ambizioso: puntare a una città a spreco zero.











Ogni settimana sprechiamo poco meno di 5 euro in alimenti che non riusciamo a gestire adeguatamente, il che ci porta a un dato nazionale di 6,5 miliardi di euro “sprecati” dalle famiglie italiane. Un dato in calo del 25% rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2019, che registrava un valore di circa 6,60 euro di cibo sprecato settimanalmente. Un buon risultato, certo, ma si può fare ancora di meglio.

A Genova un progetto coordinato dalla Comunità di San Benedetto abbassa la media nazionale: si chiama Ricibo e mette in rete le associazioni attive nella ridistribuzione di cibo a sostegno alle persone in situazione di disagio economico, offrendo strumenti per migliorare l’efficacia del proprio intervento e, allo stesso tempo, implementare il recupero delle eccedenze alimentari.

Abbiamo incontrato Marco Malfatto, il responsabile della rete RICIBO, che ci ha raccontato com’è nato e come si sta sviluppando il progetto.



COSA FA RICIBO

«Delle quasi diecimila tonnellate di cibo sprecato annualmente a Genova, Ricibo ne raccoglie circa 180 tonnellate. Si tratta di prodotti freschi e di altissima qualità, provenienti da mercati, rosticcerie, negozi, traghetti, mense scolastiche e industrie alimentari». A Genova ci sono almeno duecento realtà che si occupano di raccolta e ridistribuzione di cibo a mense sociali, case famiglia e persone in difficoltà e si contano più di 170 servizi tra mense, social market, centri di consegna dei pacchi alimentari: spesso, però, queste associazioni non si conoscono tra loro, con il risultato che il recupero di eccedenze alimentari è complessivamente molto più basso rispetto a quello potenziale.

UNA RETE, UNA COMUNITÀ, UN PROGETTO: INSIEME SI VA PIÙ LONTANO

«Nato da un accordo di rete promosso dal Comune di Genova, proprio per ovviare alle carenze logistiche e organizzative delle singole associazioni attive sul territorio, Ricibo segue fedelmente una logica di “comunità” ed è la cooperazione ad aumentare la sinergia tra i vari progetti in corso, raggiungendo con sempre maggiore capillarità le fasce più fragili dei luoghi in cui abitiamo». La rete è anche un progetto, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Carige, con la Comunità di San Benedetto come capofila, che opera in stretta collaborazione con sette partner che hanno raccolto l’istanza del Comune, sottoscrivendo l’accordo insieme ad altre cinquanta associazioni del territorio.

L’APP

Bring the food è l’App che è stata progettata per semplificare la procedura per la donazione degli alimenti: oltre a preparare in anticipo tutta la documentazione ai fini degli sgravi fiscali previsti, agevola l’incrocio di domanda e di offerta, collegando il profilo del negozio o del ristorante a quello dell’associazione e dei volontari che ritireranno in loco le donazioni. Per poterla scaricare, però, occorre inviare una mail all’indirizzo info@ricibo.org, indicando i dati dell’azienda (ragione sociale, indirizzo P. Iva e mail).

LA MATRICE IDENTITARIA

«Ricibo costruisce un senso di identità delle associazioni aderenti rispetto al tema del cibo: le realtà che aderiscono sono consapevoli di essere all’interno di un rete che funziona e che consente di conoscersi, collaborare e creare reti dentro le reti». In questo modo, i valori e la filosofia di ogni singola realtà si fondono insieme, mantenendo la propria identità, ma riconoscendosi in un obiettivo comune. Attraverso la sua rete, Ricibo mette, quindi, insieme i tasselli di una comunità solidale a tutto tondo. Per cambiare il mondo, un chilo di cibo recuperato alla volta.

fonte: www.italiachecambia.org


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Corepla lancia “PlasTiPremia”, il progetto che premia chi differenzia

Continuano le iniziative per incentivare la raccolta differenziata con l’iniziativa nato grazie alla collaborazione tra AMIU, Assessorato all’Ambiente del Comune di Genova, ILC (Istituto Ligure per il Consumo) e COREPLA


















Quattro nuovi eco raccoglitori entrano in funzione oggi in città a cominciare da piazza Paolo da Novi, nel quartiere Foce,creando un piccolo esercito “green” che invaderà pacificamente i diversi municipi genovesi. Gli altri eco-raccoglitori si trovano in: via Brin a Certosa (uscita metropolitana), in piazza Pestarino nel quartiere di San Teodoro e a Quinto in piazzale Rusca; entro breve saranno individuati otto punti in città dove ne saranno installati altri entro la fine dell’anno.

In poche semplici mosse, i cittadini conferendo bottiglie e flaconi in plastica accumulano punti in cambio di premi e sconti da parte delle attività del territorio che hanno aderito al progetto.

“E’ un primo passo straordinario che mette insieme più cose – dichiara Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria -: smaltire le plastiche attraverso comportamenti virtuosi che aiutano l’ambiente e per cui viene anche riconosciuta una premialità ai cittadini. In questo modo, tutelando l’ambiente si sostiene anche il piccolo commercio di vicinato, la mobilità sostenibile, la cultura, la salute e il tempo libero. Così incentiviamo le buone pratiche come la raccolta differenziata e diamo una mano alla nostra economia”.

“L’iniziativa rientra nell’accordo tra Regione Liguria, Comune di Genova e Istituto Ligure del consumo – aggiunge Pietro Pongiglione, Presidente Amiu – per la realizzazioni di iniziative di compensazione nel conferimento della plastica con titoli di viaggio o altri incentivi. Amiu si occupa della loro installazione e gestisce il conferimento della plastica raccolta alla nostra piattaforma di Sardorella. Le posizioni delle macchine sono pensate perché siano comode rispetto ai negozi e ai mercati coperti rionali. Abbiamo pensato a punti presidiati dal controllo sociale, di facile di accesso e raggiungibili anche in moto o auto per agevolare il trasporto delle bottiglie”.

La bella novità sono gli incentivi che riguardano diversi settori come la mobilità sostenibile, la cultura, lo sport, la salute e gli svaghi oppure sconti nelle attività commerciali associate che, in genere, sono legate ai Centri Integrati di Via e ai negozi di vicinato, a cui – per ora – si è aggiunta anche una catena della grande distribuzione.

“Oltre a una prima fase di premi-base, pensiamo anche a premi di maggior rilievo – sottolinea Matteo Campora, assessore all’ambiente comunale – per i cittadini più virtuosi. Inoltre l’eco raccoglitore è predisposto anche per l’accumulo sconto da utilizzare per la bolletta TARI, così come accade per chi pratica il compostaggio domestico o utilizza le isole ecologiche per i propri rifiuti ingombranti. Un segnale sempre più incisivo e forte per educare i genovesi a non disperdere questo materiale nell’ambiente e a rispettare il decoro nelle nostre strade”.

L’adesione dei partner commerciali potrà aumentare nel corso del tempo grazie a una specifica sezione “Diventa partner” del sito www.plastipremia.it. Così che, in modo trasparente, potranno aderire al progetto anche soggetti diversi dai negozi: come professionisti, scuole di cucina o di lingue straniere, artigiani e perfino banche, mettendo a disposizione dei cittadini virtuosi premi e buoni sconto per servizi e attività. La macchina è dotata di un monitor per la comunicazione istituzionale dei vari soggetti coinvolti nel progetto.

“Questo progetto si inserisce in una serie di azioni volte a migliorare il tasso di intercettazione dei contenitori per liquidi e incrementare la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Un’iniziativa volta a favorire l’integrazione di un sistema sperimentale al modello già consolidato di raccolta differenziata svolto dal Comune con evidenti benefici anche per il cittadino – afferma il Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo -. La ‘best practice’ di Genova che oggi raccontiamo rappresenta un esempio di come si possa lavorare in maniera sinergica con il territorio per contribuire in modo attivo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi eurocomunitari all’interno di una filiera ormai consolidata”.

Le Associazioni dei Consumatori hanno fortemente creduto in questo progetto – aggiunge Furio Truzzi, Presidente dell’Istituto Ligure del Consumo– e insieme ad Amiu, Comune di Genova e Regione Liguria. La prima di queste macchine è stata sperimentata al Salone Orientamenti 2019 dove in pochi giorni sono stati raccolti migliaia di vuoti a perdere in plastica, conferiti correttamente in cambio di biglietti del bus, borracce, vasetti di miele, ingressi all’acquario, mostre di Palazzo Ducale. Questo nella forte convinzione che vanno incentivati i comportamenti virtuosi dei cittadini. Oggi sono operative 4 macchine e il totale presto arriverà a 12, grazie anche al nostro contributo di 24.000 euro destinato a finanziare l’iniziativa, utilizzando una parte dei Finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico messi a disposizione dalle associazioni dei consumatori dalla Regione Liguria”.

fonte: www.rinnovabili.it

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Raccolta rifiuti dei malati di Covid: i kit di Amiu Genova e Sei Toscana

 

Raccolta rifiuti a domicilio per i malati di Covid in quarantena domiciliare. È la soluzione che alcune amministrazioni hanno messo in campo, o potenziato, per gestire al meglio rifiuti potenzialmente pericolosi che non possono e non devono essere differenziati.


L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ribadisce, infatti, che nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria deve essere interrotta la raccolta differenziata e tutti i rifiuti domestici – inclusi fazzoletti di carta, carta in rotoli, teli monouso, mascherine e guanti – devono essere equiparati a rifiuti indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme.

Una gestione lasciata alla responsabilità del cittadino, che anche armato delle migliori intenzioni, spesso ha difficoltà a raggiungere il cassonetto dell’indifferenziata senza violare l’obbligo di quarantena. Per rimediare almeno in parte a questa criticità, alcuni Comuni e Regioni si stanno attrezzando.

È il caso di Genova, dove la Amiu (Azienda Multiservizi e d’Igiene Urbana) ha predisposto un kit per smaltire i “rifiuti covid”: un contenitore ad hoc, sacchetti con chiusura ermetica e fascette di plastica per chiudere il tutto. Gli utenti devono sospendere la raccolta differenziata e conferire tutti i rifiuti, indipendentemente dalla loro natura, in un unico sacco.

I contenitori vengono ritirati mediamente con frequenza settimanale e nei giorni immediatamente successivi al termine della quarantena; il giorno del ritiro l’utente sarà contattato da un incaricato Amiu per concordare l’orario di esposizione del contenitore al di fuori del proprio domicilio.

Il kit di Amiu per la gestione dei rifiuti dei malati Covid è erogato solo alle persone positive sottoposte a quarantena domiciliare obbligatoria dall’Asl previa autorizzazione della Asl stessa. La richiesta può essere fatta al medico di famiglia.

Anche Sei Toscana – gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) Toscana Sud – potenzia il servizio di raccolta rifiuti “positivi”, rafforzando il contact center che già chiama i cittadini interessati per comunicare le modalità di consegna del kit e del ritiro dei rifiuti. Alle utenze interessate, che vengono comunicate dai singoli Comuni di residenza, Sei Toscana fornisce i contenitori per effettuare la raccolta, insieme a poche semplici istruzioni da seguire per il corretto conferimento dei rifiuti in piena sicurezza. I rifiuti vengono prelevati direttamente al domicilio secondo un calendario comunicato direttamente alle persone interessate.

Le operazioni sono svolte in assoluta sicurezza: il personale incaricato è dotato di tutti i DPI (dispositivi di protezione individuali) necessari e non ha alcun contatto con l’utenza, inoltre i mezzi utilizzati per la raccolta vengono sanificati e igienizzati ogni volta che terminano le operazioni di raccolta e avvio a smaltimento presso gli impianti.

Il servizio di raccolta e smaltimento viene eseguito come stabilito dalle direttive della Regione Toscana e questi rifiuti vengono mandati direttamente a incenerimento senza alcun trattamento preliminare.

fonte: www.recoverweb.it

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Una rete di famiglie genovesi condivide oggetti, vestiti e buone pratiche per bimbi “a basso impatto”

Un’associazione di famiglie green ha creato TOORNA (“turna” in genovese vuol dire: di nuovo), una web app per scambiare e regalare oggetti, libri e vestiti dei propri bambini e che si avvale anche di trentacinque punti di ritiro a Genova. Perché “di nuovo è meglio che nuovo”.




Quando nasce un bambino, ci si trova inondati da giochi e vestitini passati da amici, regalati o prestati. Ci si rende conto di cosa serva effettivamente, solo imparando a conoscere il proprio figlio: c’è chi non userà mai le sdraiette e chi invece le amerà, c’è chi apprezzerà molto quel giochino musicale, chi invece lo ritroverà sempre in giro, lanciato come una pallina da baseball. Ogni bimbo ha i suoi gusti e il proprio carattere, certo è che le case sono sempre più piccole e lo spazio è sempre più ridotto.

Preziosa in queste situazioni è TOORNA, una vivace rete di scambi gratuiti che favorisce il riuso di oggetti e abbigliamento per l’infanzia: «Inizialmente veniva gestita su una chat Whatsapp, ma poi abbiamo visto quanto stimolava l’interesse, così, nel 2018, è diventata web app», racconta Marta Prisco, p.r. dell’associazione tRiciclo – Bimbi a Basso Impatto, ricordando gli esordi di quest’App, usatissima a Genova.

L’APP

Grazie al bando “Partecipa digitale”, lanciato dall’associazione Open Genova, l’associazione tRiciclo ha vinto con il progetto TOORNA e oggi l’iniziativa è sostenuta dal Comune di Genova e da Amiu: «La web app è stata sviluppata grazie al supporto tecnico dell’azienda genovese Dot Next e il giorno del lancio ha visto una bella partecipazione da parte delle istituzioni che si sono fatte portavoce insieme a noi di questo messaggio importante per l’ambiente e la città».



Come funziona in concreto? TooRNA consente di donare, prestare e chiedere in regalo oggetti per i bimbi nella fascia d’età 0-12 anni e per le mamme in dolce attesa. E sono quasi 5000 gli oggetti scambiati in questi primi due anni, dallo scaldabiberon alle tutine fino al triciclo, passando anche per oggetti più “strani”: «C’è una tortiera – sorride Marta – a forma di 3, che può essere usata per il terzo compleanno, ma anche per il tredicesimo o il trentatreesimo, e sta viaggiando molto, ce la siamo passata un po’ tutti… anche questo è il bello di TOORNA».

L’ASSOCIAZIONE

tRiciclo è un’associazione di genitori volontari nata da un gruppo di famiglie genovesi che ha deciso di crescere i propri figli all’insegna della sostenibilità ambientale. «Dal 2016, promuoviamo comportamenti virtuosi per la riduzione dei rifiuti, incoraggiando la condivisione di cose e saperi». Ed è iniziata con gruppi di acquisto solidale, per poi evolversi sempre di più.

GLI ALTRI PROGETTI

Oltre all’app, l’associazione porta avanti altre iniziative, come PANNOLINI VERDI, che promuove l’uso di pannolini lavabili e di pannolini biodegradabili, attraverso gruppi di acquisto e la sperimentazione negli asili nido genovesi. Risale, poi, al 2019 un grande censimento svolto dai volontari per indagare e mappare le abitudini dei vari istituti scolastici del territorio e diffondere l’uso di stoviglie lavabili. «In diversi casi, siamo riusciti a far virare nella direzione più ecosostenibile diversi plessi, facendo adottare borracce in metallo da ogni alunno, sostenendo le famiglie organizzando gruppi di acquisto dedicati».



«A breve lanceremo un video animato di presentazione dell’associazione che verrà proiettato nei corsi prenascita negli ospedali di Genova: Carla Signoris ci ha prestato la sua voce ed è stato realizzato da YOGE, un’agenzia genovese di comunicazione sensibile, grazie al sostegno di ERG e al supporto di IREN».

Altro tema molto sentito dall’associazione è quello della mobilità. Proprio in queste settimane stanno promuovendo il pedibus, con l’hashtag #desideriodipedibus, un “trenino” di bambini e genitori diretti a scuola nel modo più ecologico e divertente: a piedi! E vedere questi bambini camminare insieme fino alla scuola, attraversando in sicurezza il centro città, è emozionante.

«Quello che desideriamo è che diventi la regola: stiamo lavorando per istituire “zone 30”, dove non si possono superare i 30km/h nei pressi delle scuole, e sensibilizzare le scuole sulla necessità di investire tempo ed energie sull’importanza della mobilità sostenibile».

E i piani per il futuro riguardano l’adozione di TOORNA da realtà associative non genovesi: «Vorremmo condividere l’App, essendo opensource, con associazioni simili alla nostra in altre città, liguri e d’Italia: in soli due anni abbiamo risparmiato alla discarica quasi 5000 oggetti, quindi la nostra iniziativa può essere importante per tante famiglie che si vogliono aprire agli scambi anche al di fuori dai confini regionali».

Grandi idee combinate a piccole azioni, che danno un segnale forte alla cittadinanza: per l’ambiente e per vivere meglio.

fonte: www.italiachecambia.org


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Rifiuti, a Coronata il primo negozio Amiu per riuso e riparo

 



Una compravendita di mobili e arredi e un laboratorio per il riparo. E' stato inaugurato oggi, a Coronata, il primo centro surpluse di Amiu, la municipalizzata per la gestione del ciclo dei rifiuti a Genova. Il centro sarà gestito attraverso un patto di collaborazione tra la stessa azienda, il municipio medio ponente e un pool di associazioni e sarà aperto dal lunedì al mercoledì, dalle 15.30 alle 18. Si tratta del primo centro del riuso e del riparo di una rete che si diffonderà nei prossimi anni nel capoluogo ligure, grazie ai finanziamenti del progetto europeo force, per cui Genova ha ottenuto 2,2 milioni dedicati alla promozione dell'economia circolare nella filiera del legno. Il secondo centro, che sarà anche il più grande della rete, aprirà nel 2022 all'ex mercato di via Bologna."Attraverso i centri del riuso e del riparo surpluse, vogliamo promuovere la prevenzione della produzione di rifiuti, allungando la vita degli oggetti, prima regola dell'economia circolare", spiega il direttore generale di Amiu, Tiziana Merlino. "Entro il 2030 dobbiamo ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo- aggiunge l'assessore comunale all'ambiente, Matteo Campora- ci stiamo attivando per rendere i cittadini attori principali di questo processo, dandogli gli strumenti per orientare le loro azioni verso l'economia circolare. Se riutilizzare è facile, avremo più cittadini che collaborano".
Nella rete surpluse sono già entrati il "centro di vico Angeli", gestito dall'associazione sc'art e di proprietà Amiu, e alcuni piccoli negozi di seconda mano aperti dalla parrocchia delle Vigne: "mani d'oro" in vico canneto il curto, "secondo tempo" nella zona delle Vigne e "libratevi" in Sottoripa, dedicato ai libri usati.

fonte: https://genova.repubblica.it



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Genova – Bicchieri di silicone e “a rendere” allo Stadio Ferraris che diventa plastic free

















Niente più plastica all’interno dello stadio Luigi Ferraris e bicchieri di silicone “a rendere” obbligatori durante le partite del prossimo campionato.
Novità nella gestione extra sportiva dello stadio di calcio di Genova con Amiu che, dal prossimo campionato, introdurrà l’uso obbligatorio dei bicchieri in silicone al posto di quelli di plastica e con la formula del “vuoto a rendere”.
La novità è stata presentata da Amiu attraverso il suo profilo Facebook e riguarda un’anticipazione di ciò che avverrà con l’inizio della nuova stagione calcistica.
Allo stadio Luigi Ferraris di Genova arriveranno infatti i bicchieri in silicone grazie ad un accordo firmato tra PCUP Srl (i produttori dei bicchieri), B Cafè (il catering dello stadio) e Amiu, va ad inserirsi all’interno del progetto Life Tackle, che prevede una trasformazione degli impianti sportivi per renderli luoghi sempre più ambientalmente sostenibili.
I nuovi bicchieri in silicone 100% italiano e made in Genova, verranno utilizzati da prima nella Tribuna del “Ferraris” con un primo stock da 4 mila unità.
L’acquisto della prima fornitura di bicchieri è stato portato a termine grazie ai fondi del progetto Life Tackle. Con i primi bicchieri in silicone anche lo stadio di Marassi inizierà il suo percorso per diventare sempre più plastic-free.
La formula utilizzata sarà quella del “vuoto a rendere” ovvero il bicchiere dovrà essere restituito a fine partita in appositi punti di raccolta. Amiu non ha ancora chiarito se sarà necessario o meno versare una cauzione o se, invece, ci si appellerà semplicemente al “senso civico” degli utilizzatori con risultati abbastanza prevedibili.
L’esperimento con bicchieri “a rendere” è già stato effettuato in altre zone della città, interessate ad esempio alla Movida e la formula della “caparra” ha sempre dato risultati ben più incoraggianti.
Chi acquista la bevanda, insomma, paga una cifra tra 1 e 2,50 euro che vengono restituite una volta che il bicchiere è stato restituito. In questo modo anche i bicchieri “abbandonati” trovano sempre una mano gentile che li riporta ai punti di raccolta per avere la cauzione.
Nei Paesi dove si è tornati alla caparra per bottiglie, bicchieri e lattine, il numero degli oggetti abbandonati si è drasticamente ridotto.
fonte: https://liguriaoggi.it/

A Genova la biblioteca del giocattolo per insegnare ai bambini a non sprecare


















Bambole e vecchi giochi, peluche, puzzle e libri usati: un modo diverso per inculcare nei bimbi la cultura del recupero e del non spreco è creare una… Biblioteca! Come per i libri, perché non dare in prestito anche i giocattoli e dare loro una nuova vita?
L'obiettivo? Beh, se vogliamo un mondo migliore sin dalla più tenera età possiamo insegnare ai nostri piccoli che ogni oggetto può avere una vita più lunga e che se un bimbo un giocattolo non lo usa più è un vero peccato gettarlo! Un giocattolo, insomma, qui può essere oggetto di un divertente baratto e l’occasione buona per conoscere altri amichetti.

E non solo, all’interno di queste eccezionali biblioteche si svolgono anche una serie di attività come laboratori ludico-formativi per insegnare ai bambini a riparare e a riscoprire l’utilità di pezzi di giocattoli non più recuperabili, oppure a riciclare i materiali di scarto per la creazione di nuovi giochi “sostenibili”.

Dal 2016 e nel giro di pochi mesi la Biblioteca ha trovato ben due sedi: a via Lugo (Genova San Teodoro) e negli spazi di Palazzo Verde (ex Magazzini dell’Abbondanza, via del Molo).

fonte: https://www.greenme.it

A Genova nasce la risposta al problema della plastica: dagli scarti vegetali si ricavano nuovi materiali ecologici








Gli scarti di frutta e verdura da oggi possono trasformarsi in plastica biodegradabile. Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di spazzatura plastica, di cui solo il 31% finisce in discarica, mentre il resto si disperde in natura andando a impattare negativamente sull’ambiente e l’ecosistema. Il 95% del valore degli imballaggi di plastica (70-105 miliardi di euro all’anno) viene perso a causa dell’utilizzo usa e getta dei contenitori in plastica.
Alla ricerca di alternative ecosostenibili alle plastiche che conosciamo, il team di ricerca sugli smart materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sperimentato e brevettato diverse tecnologie che permettono, già da ora, di ottenere bioplastiche ecologiche che azzerano l’impatto ambientale, provenendo dagli scarti del mercato ortofrutticolo e risultando quindi completamente biodegradabili.

Prestazioni analoghe alle plastiche convenzionali per contenitori e imballaggi che normalmente utilizzano polimeri inquinanti che impiegano fino a 5.000 anni prima di smaltirsi completamente, mentre in futuro potrebbero essere realizzate con gli scarti di carciofi o lattughe, carote o caffè. “Le procedure per la realizzazione di questi materiali sono estremamente semplici e riproducibili – spiega a ilfattoquotidiano.it Giovanni Perotto, post-doc in Smart Materials del laboratorio centrale di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia – per questo ci auguriamo che queste tecnologie raggiungano in breve tempo processi di produzione su larga scala”.



fonte: www.ilfattoquotidiano.it

Grande successo nei primi due mesi del Centro riuso di Sestri Levante











Centro di raccolta urbano e Mercato del riuso, un primo bilancio: in meno di due mesi quasi 700 ritiri al mercato del riuso per oltre 25 tonnellate di materiali tolti dal ciclo dei rifiuti. Aumentano anche i dati della raccolta differenziata, oltre il 76% da gennaio a marzo 2017.
Arrivano i primi dati relativi al Mercato del Riuso, inaugurato lo scorso 18 febbraio alla presenza delle istituzioni, delle associazioni e dell’Osservatorio rifiuti zero di cui fa parte l’esperto di gestione rifiuti, Alessio Ciacci. Nei primi due mesi di apertura i ritiri presso il Mercato sono stati molto numerosi, con 685 schede di ritiro.
Si registra una grande richiesta di oggetti per la casa, sia per quanto riguarda i casalinghi (piatti, bicchieri, stoviglie in genere) che per l’arredamento (sedie, lampadari, tavoli, ecc). Ottima risposta anche per quanto riguarda libri, giocattoli e oggetti per bambini; da qualche giorno è stata aperta anche la possibilità di depositare capi di vestiario – purché in ottimo stato – e anche in questo caso il riscontro da parte degli utenti è decisamente positivo.
“Ci aspettavamo un buon successo per questa iniziativa” dichiara Valentina Ghio, Sindaca di Sestri Levante “ma i dati comunicati da Docks Lanterna vanno al di là di quelle che erano le nostre aspettative. L’Amministrazione Comunale ha da subito creduto molto nel percorso della Strategia Rifiuti Zero e la risposta sempre ampiamente positiva della cittadinanza ai nuovi strumenti di raccolta rifiuti ma anche di riciclo dei beni che non ci servono più conferma la bontà delle scelte compiute e il senso etico e civico dei miei concittadini.”
L’80% dei ritiri avviene a opera dei cittadini di Sestri Levante ma sono in crescita i prelievi da parte degli abitanti dei Comuni limitrofi e, con l’arrivo dei flussi turistici, da parte di proprietari di seconde case, di persone che vivono fuori Regione, i quali molto spesso si complimentano per l’iniziativa ancora poco diffusa nel panorama nazionale.
Dall’analisi dei primi due mesi di apertura del mercato del riuso si stima che il nuovo servizio ha consentito di avviare a nuova vita circa 25 tonnellate di oggetti e mobili vari, che diversamente sarebbero stati smaltiti come rifiuti, sebbene in modo differenziato. Il Mercato del Riuso ha consentito pertanto non solo di risparmiare il costo di smaltimento e/o trattamento all’impianto di riciclo di tali oggetti, oltreché di trasporto all’impianto, ma anche di rimettere in circolazione beni con un valore economico a volte anche significativo, il tutto nello spirito della Strategia rifiuti zero, che indirizza in prima battuta alla riduzione dei rifiuti, oltre che nello spirito di una economia circolare e altresì di una politica sociale del nuovo servizio.
La media gennaio – marzo relativa alle percentuali di raccolta differenziata è pari al 76,19%, con un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A seguito dell’elaborazione dei dati e trasmissione agli Enti sovra comunali (Regione ed ARPAL), attraverso la compilazione del Censimento Regionale dei Rifiuti, è stato possibile calcolare la percentuale di raccolta differenziata annua 2016, che ha raggiunto il traguardo del 74,86% (dato tuttavia in attesa di convalida da parte della Regione), cui corrisponde una produzione totale di rifiuti pari a 10.914 tonnellate, di cui 2.532 di rifiuto indifferenziato, quantità sensibilmente diminuita rispetto al 2015 per una percentuale pari al 10% circa.
Si ricorda che il Mercato del Riuso è aperto il martedì, giovedì, sabato e la domenica con orario 9 – 12. Possono depositare beni i soli utenti TARI di Sestri Levante ma gli stessi possono essere ritirati da chiunque, nel limite di tre pezzi al mese.
Il Centro di Raccolta Urbano, punto di riferimento per il conferimento dei rifiuti e di piccoli ingombranti nel caso in cui, per qualche motivo, non si potesse usufruire del servizio di raccolta porta a porta, è aperto negli stessi giorni e orari: anche in questo caso la quantità di rifiuti conferibile è soggetta a un limite, in relazione agli spazi della struttura: si ricorda che permane la possibilità di utilizzare l’Ecocentro di Bargone – aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 15 – e la possibilità di prenotare il ritiro gratuito a domicilio per i rifiuti ingombranti (800 352 650).
Si informa inoltre che quest’anno sarà possibile ritirare la fornitura sacchetti per la raccolta differenziata presso il capannone di via Valle Ragone 18 il mercoledì dalle 15.30 alle 18.30 e il sabato dalle 9 alle 12. Chi fosse impossibilitato a ritirare personalmente la fornitura può delegare un altro soggetto.

fonte: http://www.ciaccimagazine.org

Il miglior rifiuto è quello che non c’è













Che fine fa la raccolta differenziata dei genovesi?
Lo abbiamo scoperto nell’impianto AMIU di via Sardorella, a Bolzaneto, insieme all’Associazione Amici del Chiaravagna che ha organizzato la visita nell’ambito degli eventi “A tutto Sesto”.

Questo centro per la lavorazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata, inaugurato nel 2013, occupa un capannone di oltre 3.000 metri quadri e opera sulla frazione secca, cioè multimateriale leggero (plastica, ferro, alluminio) e frazione cellulosica (carta e cartone).
Il vetro ha un’altra filiera che non è gestita da AMIU.

Le quantità trattate oggi si aggirano intorno alle 19.000 tonnellate all’anno per la frazione cellulosica e alle 7.500 tonnellate all’anno per la linea del multimateriale, per un fatturato che nel 2016 ha toccato i 4 milioni di euro e a fronte di un costo di esercizio pari a circa 3 milioni di euro.
La raccolta differenziata rende bene e, considerato che il centro è costato 3 milioni e mezzo di euro nel 2013 impiantistica compresa, è anche molto rapido il recupero dell’investimento.

Ma cosa succede ai materiali?
All’arrivo vengono separati e accatastati: carta e cartone da un lato e plastica e metalli dall’altro. Poi, a seconda della lavorazione, appoggiati sui nastri trasportatori e separati meccanicamente attraverso passaggi specifici a seconda che si tratti di plastica, contenitori ferrosi, alluminio, cartone oppure carta mista a cartone.
Ogni flusso subisce anche un controllo manuale: nell’impianto, infatti, si fa la pulizia del materiale, cioè si estrae la frazione estranea, e lo si rende trasportabile trasformandolo in balle pressate.
Due numeri: la frazione estranea che arriva all’impianto di via Sardorella è dell’1% per carta e cartone e sale al 30% per il multimateriale che, dopo la cernita, esce con un residuo del 14%.


Cos’è la frazione estranea?
La frazione estranea è costituita da tutto ciò che il Decreto Ministeriale 22 aprile 2014 non considera imballaggio, per esempio le custodie per cd, le posate usa e getta, i vasi da fiori o le bacinelle da bucato.
Una confusione normativa che complica la vita al cittadino e che si potrebbe superare trasformando i consorzi di filiera in consorzi di materia, così da recuperare anche tutto ciò che non è imballaggio.
Non solo. La presenza di frazione estranea incide negativamente sul corrispettivo riconosciuto ai comuni dai consorzi di filiera: quante più impurità sono contenute nel materiale conferito, tanto più bassa è la somma riconosciuta al comune.

Per saperne di più leggi l’allegato tecnico ANCI-COREPLA  e l’allegato tecnico ANCI-COMIECO (ANCI è l’Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Come funzionano i consorzi?


Il sistema Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi – nasce nel 1997 con il Decreto Ronchi per recepire la Direttiva Europea n. 62/1994 in tema di imballaggi e rifiuti di imballaggi.
Il Conai indirizza l’attività e garantisce i risultati di recupero di 6 Consorzi di filiera: Ricrea che si preoccupa di assicurare il riciclo degli imballaggi in acciaio, CiAl per gli imballaggi in alluminio, Comieco per il recupero e riciclo di carta e cartone, Rilegno che ha il compito di recuperare i rifiuti di imballaggio di legno, Corepla per gli imballaggi in plastica e Coreve che è responsabile del riciclo e del recupero dei rifiuti d’imballaggio in vetro.
Il sistema consortile funziona così: per ogni tonnellata di imballaggi che immettono sul mercato, i produttori versano il contributo ambiente Conaicac – al Conai, che distribuisce ai consorzi di filiera le quote spettanti.
Questo contributo è la forma di finanziamento che permette a Conai di intervenire a sostegno delle attività di raccolta differenziata e di riciclo dei rifiuti di imballaggi.
Tra le entrate del Conai si contano anche i ricavi ottenuti con la vendita dei materiali conferiti dai comuni, e dunque si riconosce a questi un corrispettivo a tonnellata per compensare gli extra costi sostenuti per la raccolta differenziata degli imballaggi.
Lo strumento attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti è l’Accordo Quadro ANCI-CONAI, che si rinnova ogni cinque anni.





fonte: http://www.fivedabliu.it

Centrale carbone Genova: WWF protesta contro decisione Governo













Dure critiche del WWF contro la riapertura della centrale a carbone Enel di Genova. Nonostante l’annuncio della chiusura fosse giunto appena sei mesi fa, la struttura potrebbe già riaprire i battenti a causa del blocco delle centrali nucleari francesi. Una scusa insostenibile secodìndo l’associazione, che attacca duramente il Governo Gentiloni.
Di particolare gravità secondo il WWF è il fatto che la decisione di riaprire la centrale a carbone di Genova sia stato presa proprio dall’Esecutivo attraverso il Ministero per lo Sviluppo Economico, su segnalazione di Terna. Le motivazioni legate al calo della produzione francese vacillerebbero, prosegue l’associazione, anche in virtù delle “moltissime centrali a gas a ciclo combinato, più efficienti e meno impattanti dal punto di vista sanitario e ambientale”.
Una struttura quella genovese nata negli anni ’50, per un totale complessivo di 295 MW. Composta in origine da tre elementi, due di minore grandezza (chiusi rispettivamente nel 2012 e nel 2014), la centrale a carbone Enel di Genova ha prodotto (con il solo elemento centrale attivo) 807.445 tonnellate di CO2 nel solo 2015 (dati ufficiali ETS). Tale riapertura porterebbe, prosegue il WWF, al finanziamento della struttura attraverso:
Meccanismi di capacity payment a carico dei consumatori tramite la bolletta, veri e propri sussidi ai combustibili fossili, in questo caso addirittura al peggiore dei combustibili fossili.
La centrale deve essere chiusa, prosegue l’associazione ambientalista, senza che un singolo euro a favore del carbone vada a gravare sulle bollette degli italiani. Il Governo deve scegliere la via di un vero sviluppo sostenibile e non cedere alle pressioni delle lobby italiane e straniere secondo quanto ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia:
È una decisione gravissima che usa scuse rese risibili dalla enorme sovra capacità italiana: siamo in grado di produrre quasi 117 GW di energia elettrica a fronte del massimo picco di domanda interna di 60,5 GW. In realtà, si riapre al carbone dopo che erano venute prese di posizione e impegni formali per l’abbandono di questa fonte pericolosa sia per la salute che per l’ambiente e letale per il clima (produce 2 volte di più CO2 delle centrali a gas).
La richiesta di riapertura di Genova si configura addirittura come una violazione del libero mercato, dal momento che Enel è diventata una SPA e ci potrebbero essere altri operatori interessati a soddisfare la domanda di energia francese o il mancato acquisto dell’energia nucleare d’Oltralpe a fini speculativi (visto che viene rivenduta a caro prezzo e importata praticamente a costo zero, non perché ne abbiamo bisogno).
Questa è una vicenda che certamente segnaleremo alla Unione Europea. La richiesta del MISE denuncia, oltretutto, che nel Nord Italia si è fatto e si sta facendo poco per le rinnovabili, mentre al Sud la situazione è migliore. In Liguria, ad esempio, il fotovoltaico non copre nemmeno il 2% del fabbisogno elettrico regionale.
 fonte: http://www.greenstyle.it

SERR 2016: Amiu e Comune di Genova ci spiegano i RAEE!

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) fanno parte a tutti gli effetti della nostra vita quotidiana. Ma quanto sappiamo su come smaltirli correttamente quando arrivano a fine vita e diventano rifiuti (RAEE)? Questo il fulcro delle domande poste ai dipendenti del Comune di Genova tramite un questionario online diffuso sulla intranet del Comune in occasione della SERR per testare la consapevolezza riguardo ai RAEE e, soprattutto, sui servizi rivolti ai cittadini per lo smaltimento degli stessi.


 

 

 

Cellulari, mouse, mp3

Per i ragazzi, invece, è stata pensata un’attività per imparare divertendosi con un pizzico di competizione, per rendere il tutto più coinvolgente. In occasione del salone dell’orientamento scolastico ABCDorientamenti, svoltosi dal 14 al 16 novembre presso i Magazzini del Cotone area Expo/Porto Antico, il Comune di Genova e Amiu hanno promosso l’iniziativa “porta un piccolo RAEE e fai vincere la tua classe!”. La competizione prevedeva che i studenti consegnassero un piccolo apparecchio elettrico o elettronico inutilizzato, ad esempio mouse, telefoni cellulari, phon, lettori mp3 ecc., compilando un coupon con i propri dati e quelli della scuola. Sono stati raccolti ben 355 kg di piccoli RAEE. In palio tra i partecipanti saranno estratti a sorte tre premi di 1.000, 800 e 700 euro, per arricchire la classe di libri e dispositivi multimediali.
Il progetto, promosso grazie al progetto europeo Weeenmodels, finanziato dal programma LIFE Ambiente, nasce per incentivare la corretta gestione della raccolta differenziata dei rifiuti elettronici che contribuisce alla riduzione delle emissione di CO2, al risparmio di energia, al recupero di materie prime e al contrasto al traffico illegale di apparecchi elettronici verso i cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Ma non solo: durante il salone dell’orientamento sono stati distribuiti questionari volti a misurare la consapevolezza dell’importanza di separare e riciclare correttamente i RAEE, e la conoscenza degli strumenti messi in atto dal Consorzio del progetto Weeenmodels per favorire ed incentivare la loro raccolta. Infine, Unimore ha realizzato conferenze di presentazione di corsi e-learning sui RAEE.
Le attività svolte durante il salone verranno rilanciate in occasione della SERR sul sito del progetto Weeenmodels e sulla relativa pagina Facebook e verranno diffusi i risultati dei questionari e verranno annunciate le scuole vincitrici dell’estrazione.



 

 

 

 

Da rifiuto a risorse

Non solo i dipendenti del Comune e gli studenti delle scuole di Genova verranno informati sui RAEE durante la SERR. Anche tutti i cittadini che saranno di passaggio presso il centro commerciale Aquilone, dove Amiu e Coop promuoveranno un’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della corretta raccolta differenziata delle piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche. Informatori ambientali Amiu supportati dai Soci Coop opportunamente formati, presidieranno nel pomeriggio di giovedì 17 novembre un punto di informazione presso il quale i cittadini potranno ricevere tutte le informazioni necessarie e i pieghevoli informativi per poter riconoscere e poi disfarsi in maniera corretta delle piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche non più funzionanti.
Infine, nel pomeriggio di sabato 19 novembre il furgoncino ECORAEE stazionerà presso uno degli ingressi di un centro commerciale per un’ulteriore attività di sensibilizzazione e per la raccolta i piccoli RAEE. Anche qui è previsto un premio: i primi 100 genovesi che consegneranno un piccolo RAEE, riceveranno in regalo una borsa Weeenmodels! Se siete di Genova o siete di passaggio non perdetevi queste interessanti attività su delle apparecchiature che usiamo quotidianamente, ma di cui ancora si parla troppo poco quando diventano un rifiuto.

fonte: www.envi.info