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Corepla lancia “PlasTiPremia”, il progetto che premia chi differenzia

Continuano le iniziative per incentivare la raccolta differenziata con l’iniziativa nato grazie alla collaborazione tra AMIU, Assessorato all’Ambiente del Comune di Genova, ILC (Istituto Ligure per il Consumo) e COREPLA


















Quattro nuovi eco raccoglitori entrano in funzione oggi in città a cominciare da piazza Paolo da Novi, nel quartiere Foce,creando un piccolo esercito “green” che invaderà pacificamente i diversi municipi genovesi. Gli altri eco-raccoglitori si trovano in: via Brin a Certosa (uscita metropolitana), in piazza Pestarino nel quartiere di San Teodoro e a Quinto in piazzale Rusca; entro breve saranno individuati otto punti in città dove ne saranno installati altri entro la fine dell’anno.

In poche semplici mosse, i cittadini conferendo bottiglie e flaconi in plastica accumulano punti in cambio di premi e sconti da parte delle attività del territorio che hanno aderito al progetto.

“E’ un primo passo straordinario che mette insieme più cose – dichiara Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria -: smaltire le plastiche attraverso comportamenti virtuosi che aiutano l’ambiente e per cui viene anche riconosciuta una premialità ai cittadini. In questo modo, tutelando l’ambiente si sostiene anche il piccolo commercio di vicinato, la mobilità sostenibile, la cultura, la salute e il tempo libero. Così incentiviamo le buone pratiche come la raccolta differenziata e diamo una mano alla nostra economia”.

“L’iniziativa rientra nell’accordo tra Regione Liguria, Comune di Genova e Istituto Ligure del consumo – aggiunge Pietro Pongiglione, Presidente Amiu – per la realizzazioni di iniziative di compensazione nel conferimento della plastica con titoli di viaggio o altri incentivi. Amiu si occupa della loro installazione e gestisce il conferimento della plastica raccolta alla nostra piattaforma di Sardorella. Le posizioni delle macchine sono pensate perché siano comode rispetto ai negozi e ai mercati coperti rionali. Abbiamo pensato a punti presidiati dal controllo sociale, di facile di accesso e raggiungibili anche in moto o auto per agevolare il trasporto delle bottiglie”.

La bella novità sono gli incentivi che riguardano diversi settori come la mobilità sostenibile, la cultura, lo sport, la salute e gli svaghi oppure sconti nelle attività commerciali associate che, in genere, sono legate ai Centri Integrati di Via e ai negozi di vicinato, a cui – per ora – si è aggiunta anche una catena della grande distribuzione.

“Oltre a una prima fase di premi-base, pensiamo anche a premi di maggior rilievo – sottolinea Matteo Campora, assessore all’ambiente comunale – per i cittadini più virtuosi. Inoltre l’eco raccoglitore è predisposto anche per l’accumulo sconto da utilizzare per la bolletta TARI, così come accade per chi pratica il compostaggio domestico o utilizza le isole ecologiche per i propri rifiuti ingombranti. Un segnale sempre più incisivo e forte per educare i genovesi a non disperdere questo materiale nell’ambiente e a rispettare il decoro nelle nostre strade”.

L’adesione dei partner commerciali potrà aumentare nel corso del tempo grazie a una specifica sezione “Diventa partner” del sito www.plastipremia.it. Così che, in modo trasparente, potranno aderire al progetto anche soggetti diversi dai negozi: come professionisti, scuole di cucina o di lingue straniere, artigiani e perfino banche, mettendo a disposizione dei cittadini virtuosi premi e buoni sconto per servizi e attività. La macchina è dotata di un monitor per la comunicazione istituzionale dei vari soggetti coinvolti nel progetto.

“Questo progetto si inserisce in una serie di azioni volte a migliorare il tasso di intercettazione dei contenitori per liquidi e incrementare la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Un’iniziativa volta a favorire l’integrazione di un sistema sperimentale al modello già consolidato di raccolta differenziata svolto dal Comune con evidenti benefici anche per il cittadino – afferma il Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo -. La ‘best practice’ di Genova che oggi raccontiamo rappresenta un esempio di come si possa lavorare in maniera sinergica con il territorio per contribuire in modo attivo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi eurocomunitari all’interno di una filiera ormai consolidata”.

Le Associazioni dei Consumatori hanno fortemente creduto in questo progetto – aggiunge Furio Truzzi, Presidente dell’Istituto Ligure del Consumo– e insieme ad Amiu, Comune di Genova e Regione Liguria. La prima di queste macchine è stata sperimentata al Salone Orientamenti 2019 dove in pochi giorni sono stati raccolti migliaia di vuoti a perdere in plastica, conferiti correttamente in cambio di biglietti del bus, borracce, vasetti di miele, ingressi all’acquario, mostre di Palazzo Ducale. Questo nella forte convinzione che vanno incentivati i comportamenti virtuosi dei cittadini. Oggi sono operative 4 macchine e il totale presto arriverà a 12, grazie anche al nostro contributo di 24.000 euro destinato a finanziare l’iniziativa, utilizzando una parte dei Finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico messi a disposizione dalle associazioni dei consumatori dalla Regione Liguria”.

fonte: www.rinnovabili.it

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Alla scoperta delle operazioni di monitoraggio dei rifiuti spiaggiati















Nell’ambito della Strategia Marina, che vede Arpal e la Liguria capofila per il Mediterraneo Occidentale, un’attività rilevante è rappresentata dal monitoraggio dei rifiuti spiaggiati.
Cinque le spiagge disseminate lungo la costa ligure nelle quali, due volte l’anno viene effettuata la catalogazione dei rifiuti. Abbiamo seguito i tecnici Arpal nelle operazioni di monitoraggio effettuate nei giorni scorsi a Lavagna: ecco il servizio.



fonte: https://www.snpambiente.it

Abyss Cleanup: la nuova avventura del videomaker Igor D’India



















Genova – Bicchieri di silicone e “a rendere” allo Stadio Ferraris che diventa plastic free

















Niente più plastica all’interno dello stadio Luigi Ferraris e bicchieri di silicone “a rendere” obbligatori durante le partite del prossimo campionato.
Novità nella gestione extra sportiva dello stadio di calcio di Genova con Amiu che, dal prossimo campionato, introdurrà l’uso obbligatorio dei bicchieri in silicone al posto di quelli di plastica e con la formula del “vuoto a rendere”.
La novità è stata presentata da Amiu attraverso il suo profilo Facebook e riguarda un’anticipazione di ciò che avverrà con l’inizio della nuova stagione calcistica.
Allo stadio Luigi Ferraris di Genova arriveranno infatti i bicchieri in silicone grazie ad un accordo firmato tra PCUP Srl (i produttori dei bicchieri), B Cafè (il catering dello stadio) e Amiu, va ad inserirsi all’interno del progetto Life Tackle, che prevede una trasformazione degli impianti sportivi per renderli luoghi sempre più ambientalmente sostenibili.
I nuovi bicchieri in silicone 100% italiano e made in Genova, verranno utilizzati da prima nella Tribuna del “Ferraris” con un primo stock da 4 mila unità.
L’acquisto della prima fornitura di bicchieri è stato portato a termine grazie ai fondi del progetto Life Tackle. Con i primi bicchieri in silicone anche lo stadio di Marassi inizierà il suo percorso per diventare sempre più plastic-free.
La formula utilizzata sarà quella del “vuoto a rendere” ovvero il bicchiere dovrà essere restituito a fine partita in appositi punti di raccolta. Amiu non ha ancora chiarito se sarà necessario o meno versare una cauzione o se, invece, ci si appellerà semplicemente al “senso civico” degli utilizzatori con risultati abbastanza prevedibili.
L’esperimento con bicchieri “a rendere” è già stato effettuato in altre zone della città, interessate ad esempio alla Movida e la formula della “caparra” ha sempre dato risultati ben più incoraggianti.
Chi acquista la bevanda, insomma, paga una cifra tra 1 e 2,50 euro che vengono restituite una volta che il bicchiere è stato restituito. In questo modo anche i bicchieri “abbandonati” trovano sempre una mano gentile che li riporta ai punti di raccolta per avere la cauzione.
Nei Paesi dove si è tornati alla caparra per bottiglie, bicchieri e lattine, il numero degli oggetti abbandonati si è drasticamente ridotto.
fonte: https://liguriaoggi.it/

Gratis i Costi di Giustizia per gli Ambientalisti

Una sentenza fissa un precedente importante per le associazioni che difendono il territorio: le associazioni ambientaliste non devono pagare i costi di accesso alla giustizia
















Marco Preve su la Repubblica

È una sentenza che segna un punto e un importantissimo precedente a favore delle onlus ambientaliste quella con cui la Commissione Tributaria regionale della Liguria ha accolto il ricorso dell’associazione Vas (Verdi, Ambiente Società) annullando una disposizione della segreteria del Tar che obbligava il Vas a pagare il cosiddetto contributo unificato relativo all’instaurazione di una causa davanti allo stesso Tribunale amministrativo regionale …
I giudici tributari regionali hanno accolto il ricorso del Vas presentato dall’avvocato Daniele Granara ribaltando così la sentenza di primo grado della Commissione Tributaria Provinciale che era invece favorevole all’obbligo di pagamento.
La sentenza si basa sul rispetto della Convenzione di Aarhus (firmata nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, nel 1998) “ratificata – spiegano i giudici – dalla Repubblica Italiana con la legge 108 del 2001, impegna gli stati membri a prevedere l’adeguato riconoscimento e sostegno delle organizzazioni che promuovono la tutela dell’ambiente e a provvedere affinché l’ordinamento si conformi a tale obbligo, specie in materia di accesso alla giustizia, negare l’esenzione dal pagamento del contributo unificato per atti quali i ricorsi giurisdizionali finalizzati alla difesa di interessi collettivi diffusi in materia ambientale, porterebbe ad un evidente contrasto tra il diritto interno e le norme europee di pari rango, in quanto recepite nella legislazione nazionale, le quali mettono chiaramente in evidenza che il costo dei procedimenti giurisdizionali sopra indicati debba essere gratuito o non eccessivamente oneroso”.
Negli ultimi anni proprio questi costi sono aumentati e in passato l’ex presidente del Tar Liguria Santo Balba aveva spiegato come tale scelta scoraggiasse di fatto molti cittadini impossibilitati a versare alcune migliaia di euro solo per avviare la causa.
Nel caso in questione i Vas avevano impugnato davanti al Tar una deliberazione della Regione del 2014 che riguardava il “Progetto di coltivazione congiunta e recupero ambientale delle cave Gneo, Giunchetto e Vecchie Fornaci”.
Poiché il contributo unificato muta a seconda del valore della causa, per il business in ballo i questa vicenda i Vas avrebbero dovuto sborsare seimila euro in partenza.

È evidente che proprio tali costi siano un fortissimo deterrente per molte associazioni che si battono sul territorio per la difesa dell’ambiente e del paesaggio. La sentenza della Commissione Tributaria fissa un precedente importante che faciliterà l’azione delle associazioni di difesa del territorio.


fonte: http://www.casolenostra.org/


Regione Liguria orienta la chiusura del ciclo dei rifiuti con la produzione di CSS combustibile, il GCR Liguria: “Conseguenze ambientali ed economiche negative”




















Nella  delibera n. 6 del 27.7.2017 del “Comitato d’Ambito per il ciclo dei rifiuti” di Regione Liguria, si legge: “… Orientare le scelte del Piano [d’Ambito] relative alla dotazione impiantistica e alla localizzazione delle infrastrutture, coerenti con l’opzione del piano Regionale basata sulla chiusura del ciclo con la produzione di CSS combustibile…” e ancora: “Occorre garantire comunque il completamento del panorama degli impianti TMB [Trattamento Meccanico Biologico] finalizzato ad ottenere la disponibilità di una componente secca valorizzabile energeticamente in impianti di gestione rifiuti”.
Non solo.
Con la delibera n. 1077 del 5/12/2016 , la Giunta Regionale affida  “lo studio di soluzioni gestionali e tecniche sull’utilizzo e la gestione del CSS” al Consorzio Ecocarbon.

Che cosa fa il Consorzio Ecocarbon? Qual è la sua mission?
Dando un’occhiata al sito, alla voce “Le motivazioni alla base del Consorzio Ecocarbon”, si legge: “SVILUPPO DI NUOVI MODELLI DI BUSINESS. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili mediante l’utilizzo di biomasse provenienti dai rifiuti solidi urbani; di materiali derivanti dalla selezione e/o dall’avvio a recupero di prodotti ad alto contenuto energetico, plastiche, ciabattato, etc.”.


 

Riassumendo: la Regione affida le considerazioni sul CSS a un organismo che, da statuto, è privato e ha come unico scopo quello di “sviluppare e promuovere e valorizzare l’utilizzo di prodotti e materiali di cui all’articolo 1 (cioè il CSS)”, naturalmente facendo l’interesse dei suoi soci che sono proprio i produttori e gli utilizzatori dello stesso CSS: “E’ costituito un consorzio denominato “ECOCARBON” –  tra i produttori e utilizzatori di S.R.F. (Solid Recovered Fuel), ovvero C.S.S. (Combustibile Solido Secondario) e/o di Combustibile derivato da materie seconde – sottoprodotti – residui di lavorazione”.
E ancora, all’articolo 3: “Partecipano al consorzio: i produttori di materiali idonei alla trasformazione in combustibili alternativi, i trasformatori e preparatori di materiali atti alla produzione di combustibile alternativo, gli utilizzatori di combustibili alternativi”.

Preoccupa questo conflitto d’interessi, tant’è che il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Liguria (GCR) ha organizzato, la settimana scorsa, un convegno a Palazzo Ducale proprio per aprire un dibattito sul tema del CSS come “end of waste” e sulle scelte di Regione Liguria.
Un dibattito importante, visto che la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) dei Piani d’Area Provinciale-Metropolitana per la gestione del ciclo dei rifiuti è ancora apertala Conferenza istruttoria è convocata per il 31/10/2017, e il GCR è interlocutore ufficiale della Consulta dei Rifiuti.
Come dire: non tutto è perduto!

Ma che cosa è il CSS? E, soprattutto, sappiamo con certezza quali materiali ci finiscono dentro?
Con l’acronimo CSS si indica il Combustibile Solido Secondario ottenuto da rifiuti urbani non pericolosi.
Tuttavia il Decreto Ministeriale n. 22 del 2013, che dovrebbe disciplinare i criteri per cui il CSS cessa di essere un rifiuto, prevede una deroga pericolosa per cui “i rifiuti non altrimenti specificati (codice 99) sono esclusi dalla produzione di CSS salvo diversa autorizzazione della autorità competente (cioè Regioni e Comuni, N.d.A.)”.

Ascoltiamo Federico Valerio, chimico ambientale del Comitato Scientifico Zero Waste Italy, mentre illustra la composizione del CSS e le problematiche legate al suo utilizzo nelle cementerie.





Abbiamo detto che la procedura di VAS è ancora in corso.  Sarebbe dunque possibile un’integrazione istruttoria che valutasse anche l’impatto sulla salute, come previsto dalla riforma della legge regionale sulla VAS, nonostante i piani d’area abbiano già iniziato il loro percorso?
Sentiamo Marco Grondacci, giurista ambientale, che ci chiarisce gli aspetti giuridici.






Infine, diamo un occhio ai parametri economici con Enzo Favoino, ricercatore della Scuola Agraria del Parco di Monza e coordinatore scientifico Zero Waste Europe, che durante il suo intervento ha tenuto a precisare più volte: “Più ancora delle valutazioni economiche, quello che mi sta a cuore è la flessibilità di sistema. Perché noi nel 2014 abbiamo già, in Italia, province al 78/80 % di raccolta differenziata ma, mantenendo il sistema flessibile, intanto a Treviso sono già arrivati all’85%”.



fonte: http://www.fivedabliu.it

La valle del biologico e i suoi borghi

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Nell’Appennino tra La Spezia, Genova e Parma ci sono Varese Ligure e altri sei comuni che hanno avuto l’intuizione e lo spirito giusti per invertire il declino delle “zone marginali interne” puntando sull’agricoltura di qualità, la valorizzazione dei borghi e delle risorse naturali, consorziando le imprese. A tal fine hanno ideato il biodistretto della Val di Vara, un patto pubblico/privato tra Comuni e operatori biologici (www.biodistrettovaldivara.it).
La “Valle del biologico” è diventato in pochi anni un marchio di promozione per la commercializzazione dei prodotti locali e un modello economico territoriale. Raggruppa un centinaio di aziende tra cui due cooperative zootecniche e casearie, una dozzina di agriturismi e alcuni ristoranti, due fattorie didattiche, due aziende agricole sociali per l’inserimento lavorativo di persone con disagi ed anche una comunità religiosa del tutto particolare, i Ricostruttori, che recupera terreni e immobili abbandonati e forma associazioni di famiglie e monaci che lavorano la terra, accolgono, meditano e vivono di ciò che producono.
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L’inventore del biodistretto è stato un sindaco illuminato, Maurizio Caranza, scomparso nel 2007, che ottenne dalla Regione Liguria un Piano di sviluppo rurale attento alle aree montane. La mission è stata poi raccolta da Aiab Liguria (l’associazione degli agricoltori biologici) che è riuscita a convincere novantasette aziende agricole (sulle duecento circa esistenti) a convertire più della metà delle terre coltivabili della Val di Vara: tre mila ettari di superficie certificata bio, una delle estensioni più grandi esistenti in Italia, tanto da conferire alla valle il titolo di capitale del biologico. Si tratta soprattutto di pascoli e boschi (castagne), ma si sono insediate anche nuove aziende di ortofrutta, erbe aromatiche, apicoltori. Nonostante l’asperità dei luoghi sono stati messi a coltivazione farro, grani antichi e specie pregiate di legumi come la fagiolana.
Sono giovani famiglie “neorurali” che scelgono le dure fatiche e i grandi rischi della terra pur di sfuggire alla morsa dei lavori disabilitanti che offrono le città post-industriali. Quando la vendita diretta non basta (e non basta) il circuito dei Gruppi di acquisto solidali e dei mercati contadini consente di integrare i redditi. Da parte loro i comuni si impegnano a salvaguardare le aree a vocazione agricola, introdurre alimenti biologici nelle mense scolastiche, recuperare i terreni incolti, gestire correttamente i beni frazionali (usi civici), non usare diserbanti nella manutenzione delle strade ed altro ancora.
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Alessandro Triantafyllidis è titolare di un’azienda zootecnica e il presidente dell’Associazione del Biodistretto, ci dice: “La chiave della possibile rinascita di queste terre meravigliose è riuscire a mettere assieme enti pubblici e produttori, cittadini e agricoltori, ambiente e turismo. Le potenzialità economiche si trovano solo nella ricerca della massima qualità”. Il biodistretto ci fa capire cosa potrebbero essere le bioregioni.

Paolo Cacciari

fonte: http://comune-info.net

LIGURIA: RIFIUTI, APPROVATA MODIFICA DI LEGGE SU TRIBUTO PER CONFERIMENTO IN DISCARICA DEI RIFIUTI SOLIDI. ASSESSORE GIAMPEDRONE: PREMI AI COMUNI CHE RICICLANO DI PIU’. SGRAVI FINO AL 70% DEL TRIBUTO.


Rifiuti, approvata modifica di legge su tributo per conferimento in discarica dei rifiuti solidi
















GENOVA. E’ stata approvata oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone la modifica alla legge regionale 23 del 2007 relativa alle norme per i tributi previsti per il conferimento dei rifiuti solidi  in discarica. La nuova normativa prevede riduzioni del tributo per i Comuni più ricicloni, cioè che superano il 65% di raccolta differenziata, obiettivo fissato dalla normativa nazionale che doveva essere raggiunto fin dal 2012. Nello specifico i Comuni che riciclano più del 65% (dall’1 al 10%) si vedranno applicare uno sconto sul tributo del 30%, quelli che superano del 10% il quantitativo del 65% di raccolta differenziata avranno una riduzione del tributo del 40%, fino ad arrivare ad una riduzione del 70% nei casi in cui si superi del 25% il tetto stabilito del 65% di raccolta differenziata. “L’obiettivo – spiega l’assessore Giampedrone – è quello di aumentare le detrazioni  per i Comuni virtuosi che riciclano e parallelamente prevedere l’esenzione dell’addizionale per i Comuni che hanno una produzione di rifiuti inferiore di almeno il 30% rispetto alla media regionale”.  Per questi Comuni la legge prevede l’esenzione del pagamento dell’addizionale per il conferimento dei rifiuti in discarica. La normativa approvata oggi dalla Giunta Toti prevede inoltre che l’intero ammontare del gettito del tributo previsto per chi conferisce i rifiuti in discarica sia totalmente destinato a programmi ambientali. “Abbiamo portato in Giunta questa modifica di legge – spiega l’assessore Giampedrone - che va nella direzione da noi sempre auspicata di una promozione di misure di green economy, come già indicato nella nostra legge sulla raccolta differenziata, sulla base del contesto normativo nazionale ed europeo. Non ci bastava il principio del riallineamento tra le regioni, ma abbiamo voluto introdurre il concetto virtuoso degli sgravi fiscali. Alla base vi è un principio di buona amministrazione che non prevede un aumento di costi, ma la rimodulazione dei tributi in funzione dei risultati di raccolta differenziata conseguiti dai Comuni e  la non applicazione dell’addizionale in caso di minor produzione, rispetto alla media del bacino di riferimento, proprio per sollecitare un minor smaltimento di rifiuti e favorire il riciclo.  Inoltre  già dalla fine di quest’anno, sul capitolo ambientale, potranno essere a disposizione nuove risorsem,  pari a circa 5 milioni di euro, che rappresentano il gettito presunto, secondo una stima dei nostri uffici, che potrà essere destinato all’ambiente”.  Il nuovo ddl è pronto adesso a seguire l’iter in commissione per poi essere approvato in consiglio regionale. “Da parte nostra ci sarà la massima apertura ai contributi di tutte le forze politiche – conclude Giampedrone -  a patto che venga rispettata la tendenza data, fin dall’inizio, dall’attuale Giunta regionale di incentivare al massimo la raccolta differenziata e disincentivare la produzione di rifiuti”.

fonte: http://www.regioni.it/