COMUNICATO STAMPA ISDE UMBRIA - MEDICI PER L’AMBIENTE ISDE-ITALIA
COMUNICATO STAMPA: 14 novembre 2023 davanti alla Regione Umbria (piazza Italia) per dire NO GRAZIE a un nuovo inceneritore per l’Umbria.
IsdeUmbria: Sulla incauta e pericolosa aurorizzazione dell'uso del CSS a Gubbio.

Gubbio, la guerra ai combustibili finisce sul tavolo del ministro cingolani

INQUINAMENTO - Due cementerie sono state autorizzate a
MARCO MONTANUCCI - GESTIONE DEI RIFIUTI: BASTA INCOMPENTENZA! - SABATO 2 APRILE 2022
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Gestione dei Rifiuti: Basta incompentenza! - Sabato 2 aprile 2022 - ore 16
CTS rifiuti, tra presenze inopportune, possibili conflitti di interesse, impedimento alla valutazione sanitaria e smaccata ideologizzazione.
La Giunta Regionale dell’Umbria ha prodotto un
COMUNICATO STAMPA – RIFIUTI: non basta dichiararsi ambientalisti per esserlo!
UmbriaLeft: il piano dei rifiuti in Umbria. Il termovalorizzatore - Domenica 23 gennaio 2022 - il Video
UmbriaLeft: il piano dei rifiuti in Umbria. Il termovalorizzatore - Domenica 23 gennaio 2021 Con il nostro consigliere #MarcoMontanucci Presidente #ComitatoInceneritoriZero e membro del direttivo @Cru_Rz #RifiutiZeroUmbria
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UmbriaLeft: il piano dei rifiuti in Umbria. Il termovalorizzatore
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CronacheUmbre: L’inceneritore che non serve all’Umbria
Arriva il riscontro all'avvocato PRO CSS!
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CS: RIFIUTI: grandi manovre - Perugia, 18 agosto 2021
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Lettera al Ministro Cingolani: CSS nei cementifici.
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IsdeUmbria: Lettera Aperta al Ministro della Transizione Ecologica ROBERTO CINGOLANI

Gentile ministro sono un medico di famiglia (in pensione) nonno e medico per l’ambiente ISDE-Italia. Abito e vivo a Gubbio dove ci sono (a 10 km uno dall’altro e a morsa rispetto al nostro territorio) due grossi cementifici che, oltre ai combustibili già in uso: Carbone e Olio da petrolio e dal 2002 anche il Petcok, hanno richiesto l’autorizzazione per bruciare anche CSS (100.000 t/a).
Stanno arrivando voci che nel DECRETO SEMPLIFICAZIONI, il CSS (definito CSS-combustibile) sarà messo nella posizione stabile di combustibile (green?). Lei è un fisico non posso certo ricordare a Lei, la legge di conservazione della massa, ma riporto la definizione data dallo stesso Ministero dell’ambiente attraverso l’ing Mininni (8 luglio 2020) in una trasmissione della TV locale di proprietà di uno dei due cementieri, Trg: https://www.youtube.com/watch?v=WAmEv91ZukQ&t=187s]
Giornalista: «C H E C O S’ È I L C S S C O M B U S T I B I L E ? P E R C H É E S I S T E U N C S S C O M B U S T I B I L E, U N C S S R I F I U T O E D U N C D R ; Q U A L È LA D I F F E R E N Z A ? »
R i s p o s ta i n g G. MININNI: «Il CSS-COMBUSTIBILE è un materiale che può essere ‘‘RIFIUTO-NON RIFIUTO’’ a seconda dei casi; … certamente viene prodotto dai rifiuti. …nei processi di recupero dei rifiuti, … Non è più un rifiuto ma diventa un materiale di recupero da rifiuti, … perde la sua inziale qualifica di rifiuto…”. Credo che qualsiasi persona sensata leggendo questa definizione, alla domanda cosa sia il CSS, risponda che è un materiale fatto di rifiuti!
La mia domanda è: si può trasformare per legge la pirite perchè gialla come l’oro, nell’oro stesso? Cosa che invece successe al petcok nel 2002, che da rifiuto TOSSICO-NOCIVO fu trasformato in combustibile! Stessa cosa nel 1998 per i rifiuti con un altro decreto; Ronchi trasformò i rifiuti in CDR (combustibile da rifiuti), poi sempre per decreto, Clini lo trasformò ancora, in CSS.
TUTTO PER LEGGE come se le legge può trasformare le caratteristiche fisiche e merceologiche di una sostanza in ben altro e che il solo cambiamento di nome ne decretasse implicitamente l’innocuità.
Da medico sottopongo alla sua attenzione questa immagine. Che potrà ulteriormente, spero, far comprendere la preoccupazione di chi vive, lavora e genera figli in territori dove ci sono INDUSTRIE INSALUBRI di classe 1.
Registro Tumori Umbro di Popolazione dati pubblicati nel 2009 e nel 2018

La prego da medico e da cittadino di una zona che ha già sulle spalle (sommando gli anni di attività) 110 ANNI DI PRODUZIONE CEMENTIFERA, affinchè Lei metta in atto davvero una transizione che salvaguardi l’AMBIENTE e con esso il bene più prezioso: la SALUTE.
Gubbio 5 maggio 2021
Giovanni Vantaggi (Gubbio - Pg)
gvantaggoi@gmail.com 3389358091
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Isde Umbria e Perugia: Perche' e' necessario sottoporre a VIA la richiesta di bruciare CSS Combustibile nel cementificio della Colacem S.p.A e Barbetti di Gubbio?
Oggetto: OSSERVAZIONI AI SENSI DELL ART 19 D.LGS 152/2006: Procedura di Verifica di Assog-gettabilità a VIA del Progetto” Utilizzo del CSS-Combustibile” da realizzarsi all’interno della Ce-menteria Colacem spa esistente, sita in Loc. Ghigiano nel Comune di Gubbio Proponente: Società Colacem Spa (cod. pratica 02-94-2021). Comunicazione, pubblicazione, documentazione, proce-dibilità istanza e avvio consultazioni.
Relazione ISDE per parere Colacem definitiva 12-marzo-2021
SistemaSalute: La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute
Rivista del Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l'Educazione Sanitaria dell'Università degli Studi di Perugia
#IsdeUmbria - #IsdePerugia
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Micropolis: Gubbio, primavera in fumo
fonte: Micropolis
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Comunicato stampa - Umbria, il turismo dell'immondizia
COMITATO NO CSS NELLE CEMENTERIE DI GUBBIO | COMITATO GUBBIO SALUTE AMBIENTE |COMITATO NO ANTENNA | COMITATO PER LA TUTELA AMBIENTALE DELLA CONCA EUGUBINA | ISDE UMBRIA | COMITATO PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO GUBBIO | WORLD WILDLIFE FUND PERUGIA
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La guerra del combustibile dai rifiuti. I comitati del no scrivono anche al Papa

Il decreto del 2013
Nel 2013 il ministro dell’Ambiente (era Corrado Clini) emanò un decreto applicativo per determinare gli standard di produzione e utilizzo del combustibile solido secondario (Css) in linea con il resto d’Europa. Il Css deve essere ottenuto da rifiuti selezionati, come carta e plastica, privi di componenti pericolose, e può essere utilizzato in sostituzione di combustibili più inquinanti come carbone o pet coke da petrolio in impianti come cementifici e centrali elettriche, a patto che le emissioni non siano quelle permissive consentite ai combustibili fossili negli impianti industriali bensì quelle molto rigorose imposte alla combustione di rifiuti.
La sentenza del Tar
Circa 180 cittadini della val d’Arda (Piacenza) insieme con alcune associazioni avevano fatto ricorso al Tar contro la Regione Emilia-Romagna per l’autorizzazione concessa in base al decreto al cementificio Buzzi Unicem di Vernasca. Il Tar ha invece dato ragione al cementificio e alla Regione, bocciando in modo netto la posizione dei comitati piacentini, per esempio rigettando la definizione estensiva di principio di precauzione. Secondo i giudici amministrativi, l’impatto sulla salute umana è documentato dagli atti e “non è contraddetto con argomenti specifici di segno contrario”. Le contestazioni sull’aumento del traffico di camion per alimentare il forno di cementeria riguarderebbero “6/8 mezzi al giorno nell’ipotesi estrema, ritenendola pienamente sostenibile dal punto di vista dell’ambientale e della salute”. Secondo i giudici l’accusa che il combustibile solido secondario avrebbe prodotto emissioni peggiori rispetto al pet coke è stata smentita dall’andamento delle emissioni: le “conseguenti variazioni negative”, dicono i magistrati, “sono smentiti dal rilievo effettuato a processo avviato”.
La lettera aperta di 60 comitati
Per questo motivo, 60 comitati hanno mandato una lettera aperta al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, e per conoscenza a quello della Salute, Roberto Speranza.
I comitati sottoscrittori sono di ogni tipo e tra i promotori vi sono gli attivissimi comitati di Gubbio, quelli di Monselice e ovviamente quelli di Piacenza, ma la lettera è stata sottoscritta anche da altre associazioni. Qualche nome: Acqua Bene Comune di Pistoia, Antipuzza di Assisi, Basta Nocività in Val d’Arda, Coppula Tisa, Giustizia per Taranto, Gubbio Salute Ambiente, Isde, Lasciateci Respirare, Legamjonici, Legge Rifiuti Zero, Mamme contro l’Inceneritore, Mamme Libere per la Tutela dei Figli, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, Movimento Sconforto Generale, No Antenna, Obiettivo Periferia, Rete Mamme da Nord a Sud, Salute Pubblica, Stop Solvay, Stop Veleni, Umbria Rifiuti Zero, Wwf Perugia, Wwf Salento, Zero Waste Lazio.
Che cosa dicono
Nella lunga e dettagliata lettera, 16 pagine di cui la metà di testo e la metà di firme, si chiede di abrogare il decreto del ministero dell'Ambiente n° 22 del 14 febbraio 2013 e di scongiurare l’approvazione di qualunque altro provvedimento per l’incenerimento e il coincenerimento di rifiuti e loro derivati.
A parere dei comitati, “la combustione di Css nei cementifici non è affatto un contributo alla gestione dei rifiuti e non può configurarsi come la “chiusura del ciclo”. Essa non rappresenta neanche una soluzione migliorativa riguardo all'inquinamento da CO2 prodotto dagli impianti di produzione del cemento, alimentati purtroppo con combustibili derivati per lo più dagli scarti del petrolio, perché più economici rispetto ad altri. Sostituire con i CSS una quota di pet-coke, il peggiore tra i combustibili fossili (a sua volta, in ultima analisi, un “rifiuto”), anche se il più utilizzato nei cementifici, potrebbe ridurre alcuni inquinanti gassosi, come gli ossidi di azoto, ma questa riduzione non è affatto significativa”.
Oltre alle emissioni, andrebbe considerato l’inglobamento delle ceneri prodotte dalla combustione dei rifiuti nel prodotto finale, “vale a dire quel cemento che ritroviamo poi nelle nostre case, scuole, ospedali e strade”.
Chi usa questo combustibile
Sono più di 20 le cementerie italiane autorizzate a sostituire il pet coke con Css e, secondo l’industria del cemento, il nostro Paese è arretrato rispetto agli altri dell’Unione europea: il tasso di sostituzione calorica con combustibili di recupero è oggi al 20,7%, mentre in Germania i combustibili derivati dai rifiuti rappresentano due terzi dei consumi. È un contributo a ridurre la pressione dei rifiuti nelle discariche. Secondo Federbeton, usare questi combustibili alternativo “nel solco dell’economia circolare e dell’impegno alla mitigazione dei cambiamenti climatici” è necessario “un intervento da parte della politica a favore del superamento della sindrome Nimby (acronimo di Not in my back yard), così come la semplificazione dei processi autorizzativi, di durata incerta, che scoraggiano le aziende dal porre in essere investimenti, anche economicamente onerosi, senza alcuna ragionevole certezza sugli esiti dei procedimenti”.
fonte: www.e-gazette.it
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