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Arriva il riscontro all'avvocato PRO CSS!































Il link su articolo di Micropolis Umbria


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NoCSS Gubbio: Roma 30 giugno 2021

 






























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Le polveri di un impianto a biomassa nella campagna eugubina

È una triste storia quella di S.

Lei vive a Gubbio, in campagna e verrebbe da dire che è fortunata perché vive in un posto incantato.

Ma proprio come in un bosco incantato quello che si vede può non rappresentare la realtà.



Sarà che lei è cagionevole di salute, possiamo anche metterla così, ma in realtà la sua vita e quella dei suoi figli é diventata pressoché infernale.

Mi spiega che vicino alla sua abitazione da qualche anno, sette per la precisione, è attivo un impianto a biomasse.

La biomassa dovrebbe essere lo scarto delle lavorazioni agricole e dovrebbe essere trasformata in energia a supporto dell’impresa agricola che la produce, almeno inizialmente era così.

Ma la smania di produzione di energie alternative ed ecologiche, va oltre la produzione strettamente domestica e, in questo caso, può avere un rovescio della medaglia anche spiacevole.

Si possono verificare emissioni di odori e di polveri sottili invisibili e impalpabili che possono rendere poco sereno il vivere quotidiano e che possono anche amplificare o provocare patologie a partire da quelle dell’apparato respiratorio.




S. non sta bene e, stranamente, ogni volta che l’impianto viene acceso qualcuno finisce al Pronto Soccorso per attacchi di asma e difficoltà respiratorie.

E non è neppure facile vendere l’immobile e andarsene.

La questione non riguarda solo S., viene costituito un Comitato per dare voce alle persone che abitano nelle vicinanze, a tutela del territorio e della salute.

Inizia una vera e propria vicenda giudiziaria a seguito di un esposto del Comitato.

Si chiedono adeguamenti all’impianto, che nel frattempo rimane inattivo.

Ora si chiedono al Comitato, colpevole di aver sollevato un problema di salute pubblica e di principii precauzionali, ben 400.000,00 euro di risarcimento.

E se invece si potesse accertare che gran parte delle morti, delle malattie e della spesa sanitaria fosse riconducibile alle imprese e alle istituzioni, seppure nel rispetto di norme vigenti, quale risarcimento spetterebbe ai cittadini?

Naturalmente S. sarà sostenuta da Comitati e Associazioni Ambientalisti, perché la sua voce non venga sopraffatta.

Quando si parla di ambiente è difficile che gli animi siano tranquilli, dietro ci sono cli interessi economici, ci sono gli interessi politici... che pesano e molto!


fonte: edicolaweb.tv


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RifiutiZeroUmbria: MARTEDì 26 TUTTI A PG CONS.REGIONALE

‼COMUNICAZIONE URGENTE‼











Martedì 26 gennaio alle ore 10:00 è previsto un SIT-IN (TEMA: GESTIONE RIFIUTI) a Perugia di fronte a Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio Regionale.

Tutto ciò avverrà nel rispetto delle norme vigenti di contenimento della pandemia da Covid-19 (obbligatorio indossare la mascherina, distanziamento sociale, ecc.).
Premesso che non è necessario essere iscritti ad alcun comitato per partecipare, si ricorda che chi intende farlo deve dare la propria adesione e comunicare anche indicativamente il numero di persone che potrebbero partecipare in aggiunta (ad esempio i familiari). 

COMUNICAZIONE ENTRO LE ORE 16.00 del 21 gennaio 2021 (PER RAGIONI ORGANIZZATIVE)

Ovviamente non si preclude che poi altri potranno aggregarsi in seguito.
Dobbiamo capire l'importanza di questa prima manifestazione che si fa in concomitanza con la seduta del Consiglio Regionale in presenza (non online). Saranno presenti anche altri Comitati umbri impegnati in varie vertenze ambientali sul territorio.
SE NON ORA, QUANDO?
Facciamo di tutto per far sentire che ci siamo!
Il numero farà la differenza.
In seguito verranno date le indicazioni organizzative.

Con preghiera di massima diffusione!

PER ADESIONI CONTATTARE IN PRIVATO I SEGUENTI NUMERI, TRAMITE WHATSAPP O SMS.
3289613419
3473658991


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Presentazione Proposta di #PianoAmbito alla #RegioneUmbria

Cari tutti,
con le nostre conoscenze sul tema dei RIFIUTI, vissuti e studiati ormai da anni, è stato possibile confezionare una proposta di linee guida per il nuovo piano d'ambito. L'abbiamo fatto in collaborazione con alcune associazioni storiche fondatrici di questo gruppo e con altre incontrate sulla strada delle nostre battaglie per una gestione virtuosa. Il piano era quello di raccogliere altre adesioni e poi presentare in una conferenza stampa la proposta, ma come potete immaginare adesso non è possibile, quindi per il momento abbiamo inviato il progetto agli organi competenti (la Regione e l'AURI). Per la divulgazione del contenuto aspetteremo i tempi in cui sarà possibile. Intanto vi alleghiamo la lettera di presentazione al progetto. 
Vi terremo informati. 

Anna Rita Guarducci




Viaggio nel termovalorizzatore di Torino



















Sono la bestia nera di qualsiasi comitato di cittadini. I termovalorizzatori, ossia gli impianti che bruciano la spazzatura per produrre energia elettrica. Non appena si parla di costruirne uno, sorgono comitati di cittadini contro. E se l'impianto c'è già, inevitabilmente c'è pure il gruppo di abitanti della zona che lo combatte. La paura è sempre la stessa: i fumi del termovalorizzatore sono inquinanti, fanno ammalare chi ci vive intorno.

Ma cosa c'è di vero? A Torino, dove esiste uno dei termovalorizzatori più grandi e moderni d'Italia, è stato formato un Comitato locale di controllo formato da Asl locali, Arpa e Istituto superiore di sanità. Il Comitato ha condotto un'indagine epidemiologica dal 2013 ad oggi su 200 torinesi che abitano intorno all'impianto e altri 200 che vivono in altre zone. Il risultato è che non ci sono differenze fra un gruppo e l'altro nella presenza di inquinanti nelle urine e nel sangue.

L'aria di Torino è inquinata, ma a causa delle auto e del riscaldamento, non per il termovalorizzatore.

L'impianto torinese del quartiere Gerbido è entrato in funzione nel 2013 alla periferia sudovest della città, vicino a Mirafiori. Brucia 500.000 tonnellate di spazzatura all'anno, 1.600 al giorno. Produce 65 megawatt di elettricità, sufficiente ai bisogni di 175.000 famiglie. Dall'inverno 2019-2020, produrrà anche acqua calda per riscaldare le case con il teleriscaldamento. L'impianto è gestito dall'Iren, multiutility quotata in Borsa: al 50% è dai Comuni di Torino, Genova, Piacenza, Parma e Reggio Emilia, per il resto di privati.

I tir della spazzatura indifferenziata (a Torino la differenziata è solo al 50%), quando arrivano al termovalorizzatore vengono controllati per accertare la provenienza del rifiuto (per evitare smaltimenti illegali) e l'eventuale presenza di materiali radioattivi. Quindi la spazzatura viene scaricata in una gigantesca fossa di cemento armato, lunga 150 metri, larga 10 e alta 30, pressurizzata per evitare la diffusione di odori. Stando davanti alla fossa, non si sente alcuna puzza.

Due benne a polipo buttano 7-8 tonnellate di rifiuti alla volta nella caldaia. La spazzatura brucia da sola a oltre 1.000 gradi. Deve rimanere sopra gli 850 gradi per non produrre diossina. Se scende sotto quella soglia, entrano in azione bruciatori a gas. Il fondo della caldaia è formato da griglie inclinate che si muovono, per far cadere in fondo le scorie. I fumi roventi scaldano l'acqua dentro dei radiatori. Il vapore acqueo fa girare una turbina, che produce elettricità.

I fumi, carichi di sostanze pericolose, subiscono 4 processi di pulitura: un elettrofiltro toglie il 99% delle polveri, un reattore a secco assorbe metalli e gas acidi, i filtri a maniche trattengono le polveri sottili, un reattore catalitico abbatte gli ossidi di azoto.

I fumi depurati escono da un camino alto 100 metri.

All'interno del camino ci sono rilevatori di 10 sostanze inquinanti, collegati direttamente con l'agenzia regionale ambientale, l'Arpa. Questa può sapere in tempo reale cosa esce dall'impianto, senza dover chiedere all'impianto.

Sul sito del termovalorizzatore (trm.to.it) i cittadini possono controllare i valori delle emissioni dell'impianto del giorno prima, e verificare se rimangono sotto i limiti di legge.

Fin dall'inizio, la società di gestione Trm (80% Iren, 20% Comuni della zona) ha tenuto un atteggiamento di dialogo con la popolazione locale. L'impianto è visitabile al pubblico e accoglie numerose scuole. (ANSA).


fonte: www.ansa.it

Il WWF aveva ragione sull’interramento di ceneri e scrive al Ministro dell’Ambiente





W.W.F.  Fondo Mondiale per la Natura
O.A. di Perugia
Il Presidente

Il WWF aveva ragione sull’interramento di ceneri e scrive al Ministro dell’Ambiente

A seguito di specifica diffida da parte delle associazioni WWF, Italia Nostra Sezione Perugia, Gruppo ecologista “Il Riccio”, Comitato “Soltanto la salute” e Comitato “No centrale biomasse a Fabro” per il tramite dell’Avv. Valeria Passeri, a stretto giro di posta, risponde l’ARPA al Ministero della Salute e al Ministero dell’Ambiente, sostanzialmente confermando quanto denunciato dalle associazioni:“laddove le indagini hanno evidenziato contaminazioni ambientali o potenziali rischi di contaminazioni ambientali, si è sempre provveduto ad informare le autorità competenti, previo nullaosta dell’Autorità Giudiziaria”. Magra la soddisfazione degli ambientalisti additati e scherniti come untori, fanatici, affamatori che compromettono i livelli occupazionali. Avevamo visto giusto e raccontato nel dettaglio, come è stato possibile il verificarsi di tutto è abbastanza semplice, si ripete uno schema classico: l’imprenditore, l’affarista e la politica distratta, tollerante, se non connivente, che come le 3 scimmiette, …non vede, non sente, non parla. Smaltire in Umbria costava meno, tariffe a saldo, metà prezzo circa, rispetto ai valori di mercato. Il risultato drammatico è, che ora ci sono 255 ettari di terreno sequestrato, decine di pozzi inquinati, altri chiusi, con superamento dei limiti di Arsenico, ma non solo, anche di tricloroetilene, vinile cloruro, dicloro propano ed altri inquinanti ritenuti cancerogeni e gli effetti sono tragicamente noti: malattie tumorali, morti, malformazioni di feti, aborti con incidenze di percentuali preoccupanti e sospette concentrate in un areale spesso sovrapponibile a quello oggetto di indagini. L’Assessore Fernanda Cecchini smentisce: “nella discarica comunale in località Trebbiano, non fu mai autorizzato lo smaltimento di ceneri”. Eppure secondo testimonianze e riscontri, ci sarebbero ceneri miste a rifiuti solidi urbani e di altro genere (dal sito web “Tuttoggi” del 05.05.2018). Il WWF indica, che se c’è da scoprire qualcosa, occorre andare in profondità nel terreno, senza limitarsi allo strato superficiale, e chiede che vengano fatte tutte le necessarie azioni per questi fatti di disastro ambientale, per il quale sono già piovuti avvisi di garanzia. Il WWF invita il Ministro Costa ad interessarsi del caso e chiede di sapere, anche per il tramite di interrogazioni parlamentari se necessario, di sapere di quali mezzi e risorse sono stati forniti gli organi di P.G. e le Procure competenti, per essere efficaci, efficienti e accelerare al massimo le indagini, rispetto ad una situazione di eccezionale gravità. Il WWF si costituirà parte civile contro chi sarà ritenuto corresponsabile per fatti gravissimi che hanno colpito la nostra Regione e la nostra popolazione in maniera tragica, latente e subdola.

Avv. Valeria Passeri Vice Presidente del WWF Perugia
Sauro Presenzini Presidente WWF Perugia


Assemblea Generale - Sabato 14 ottobre 2017 - ore 15.30 - Asso di Coppe - Deruta

Cari tutti, 
 
all'assemblea dei soci del 16 Settembre scorso abbiamo pensato di condividere una riflessione, un po' per fare il punto della situazione rifiuti e un po' per cercare di capire quanto sia efficace la nostra azione, i risultati ottenuti e se la direzione presa con le relative modalità sono quelle più utili o è necessario correggere la rotta.
Per farlo abbiamo bisogno del CONTRIBUTO di TUTTI e anche di qualche soggetto più professionale, che stiamo cercando.
L'appuntamento è per sabato 14 ottobre 2017 ore 15.30 all'Asso di Coppe - Deruta (l'abbiamo scelto per favorire la partecipazione del maggior numero di persone provenienti anche da fuori Perugia) segnatevelo!
In allegato la locandina

NON MANCATE!

Anna Rita per il
Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero
Cru-Rz RifiutiZeroUmbria