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BiovaProject - Dal recupero del pane invenduto alla produzione di birra - Torino - Sabato 11 dicembre 2021
Istruzioni per il Riuso - Marco Mangione, presidente di OFFGridItalia - Torino - Venerdi 10 dicembre 21
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#Repairday: #workshop di #riparazione
Ore 16.00—21,30
#Tricircolo
Via Regaldi, 7/11 Torino
Torino, tutto pronto per la 24° edizione di CinemAmbiente: “Time for Change”
HubWater: acqua corrente contro il monouso

Hubwater è una startup torinese che fa della transizione green e della lotta alle bottigliette monouso il suo core business. Valorizzando l’acqua corrente, quella erogata quotidianamente dai nostri rubinetti, e creando reti di distributori pronti ad offrire un refill gratuito della borraccia degli utenti, punta alla minimizzazione della plastica utilizzata e troppo spesso dispersa in ambiente. Risultato? Nel primo anno di attività si stima una riduzione della plastica immessa sul mercato pari a 200 tonnellate.
Ne parliamo con Filippo Quercetti, CEO e founder di HUB
Buongiorno Filippo. Cos’è Hub e quando nasce?
Hub è un approccio differente al consumo di acqua.
L’Italia è al secondo posto mondiale nel consumo di consumo di acqua in bottiglia dopo il Messico. Eppure l’acqua corrente italiana ha una qualità mediamente molto elevata. Hub cerca di fare in modo che l’acqua corrente torni ad essere un bene godibile e gratuito, e che chi eroga gratuitamente questo bene (ad Hub aderiscono bar e ristoranti) possa avere una visibilità maggiore e maggiori flussi di persone all’interno dei propri esercizi. Il servizio offerto diventa dunque un mezzo promozionale, attira clienti nuovi, facendo in modo che, a fronte della perdita di quel poco di fatturato che deriva dalla vendita di acqua in bottiglia, si riesca a generare maggior un maggior flusso e maggior volume di affari nel locale spostando le vendite su beni a più alta marginalità.
Durante i miei sei mesi all’Università di Berkley, in California, ho notato come l’utilizzo di borracce fosse estremamente diffusi e trasversale a classi sociali e generazioni. Ho visto una grande opportunità per generare qualcosa di utile anche in Italia ed Europa.
Abbiamo pensato di creare un network di locali che potesse distribuire gratuitamente ai nostri utenti acqua depurata, refrigerata ed eventualmente gassata, così da coprire il più ampio ventaglio di opzioni possibili per poter essere sostenibili nel proprio consumo d’acqua.
Hub è innanzitutto una sfida culturale: l’acqua corrente ha una qualità molto alta, ma per decenni siamo stati bombardati da pubblicità e azioni di marketing che ci hanno fatto passare il messaggio che la qualità dell’acqua imbottigliata è molto migliore di quella dell’acqua corrente. Messaggio assolutamente non realistico. Siamo cresciuti col dogma che l’acqua imbottigliata abbia una qualità maggiore. La nostra sfida è quella di spostare il consumo verso l’acqua corrente che ha una qualità nella peggiore delle ipotesi, pari a quella imbottigliata, ma ci risparmia il consumo di quei dieci grammi di plastica rappresentati dalla bottiglietta, oltre a consentirci un risparmio notevole.
Come si può aderire ad HubWater?
È molto semplice: per accedere al servizio, ovvero per poter avere diritto al refill nel locali convenzionati, è necessario avere la nostra borraccia, acquistabile nei nostri e-commerce o presso i nostri vari distributori. Il servizio è del tutto gratuito. L’utente, dopo aver acquistato la nostra borraccia, potrà consultare la nostra applicazione dove sono segnalati tutti gli esercizi aderenti alla rete di HubWater che tra l’altro sono caratterizzati da una decalcomania sulla vetrina. Sarà sufficiente presentare la nostra borraccia, il ristoratore la riconoscerà e procederà al refill gratuito.
Ad oggi lavoriamo solo su Torino ed abbiamo circa una novantina di locali convenzionati.
Quando è partito operativamente il progetto hub?
Abbiamo cominciato a sviluppare a maggio 2020 e siamo entrati sul mercato ad ottobre.
Hai detto che al momento Hub è solo su Torino. È in previsione uno sviluppo oltre i confini sabaudi?
Certamente pensiamo a potenziare la rete torinese, ma anche ad allargarci ad altri territori.
Il prossimo step, che salvo brutte sorprese dovrebbe compiersi agli inizi del 2022, sarà Milano.
Dopodiché ci sarà Roma. Una volta completato il trittico Torino, Milano e Roma, procederemo con l’estensione privilegiando tutti i poli universitari italiani.
Quanta plastica ha evitato Hub?
All’interno dell’App abbiamo un contatore che permette ad ogni singolo utente di tenere traccia della plastica evitata e dei soldi risparmiati. Purtroppo al momento i contatori non sono ancora “in rete”, non ne esiste uno generale. Stiamo ancora costruendo il database che ci permetterà di leggere questi dati. Possiamo però fare una stima: circa 200 tonnellate di plastica/anno su Torino. (S.C.)
fonte: esper.it
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Will Meets e RePoPP contro lo spreco alimentare: salvati 242 kg di cibo

Conclusa la tappa locale del tour di Will, community online che conta oltre 1 milione di followers su Instagram e Facebook e fenomeno social ed editoriale nato nel 2020, impegnato in queste settimane nell’iniziativa Will Meets, in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia.
Nella mattina di mercoledì 28 luglio il team di Will e alcuni volontari della community hanno partecipato a un’attività di contrasto allo spreco alimentare insieme ai collaboratori del progetto RePoPP dell’associazione Eco dalle città. In tutto sono stati 242 i chili di cibo invenduto raccolti nei mercati di Porta Palazzo, corso Palestro e piazza Foroni: la frutta e la verdura ancora commestibili, ma che sarebbero finite nella spazzatura, sono state recuperate e ridistribuite gratuitamente. Una parte dell’invenduto, inoltre, viene cucinata nella Bottega Circolare di RePoPP nel Mercato Centrale di Torino. Il progetto RePoPP, nato nel 2016, è presente anche in altri mercati cittadini (Borgo Vittoria, piazza Cincinnato, via Porpora, quartiere Campidoglio, corso Svizzera, Santa Rita e via Vigliani) e ha l’obiettivo di contrastare lo spreco alimentare e anche di migliorare le performance di raccolta differenziata e gestione rifiuti del mercato di Porta Palazzo. RePoPP è anche un’opportunità di integrazione, dato che alcuni operatori retribuiti sono accolti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

«Il lavoro di Eco dalle città e del progetto RePoPP nei mercati, e non solo nei mercati, è sia sociale sia di educazione ambientale – ha commentato Paolo Hutter, presidente di Eco dalle città – Per noi il fatto di essere appoggiati e osservati è molto importante. Avere consenso significa la possibilità di avere un aiuto in termini di ore di volontariato, ma è anche una pressione verso enti locali e aziende che hanno a che fare con i rifiuti, il commercio e gli imballaggi a supportare questa attività».
Nel tardo pomeriggio, nel cortile della Scuola Holden, il team di Will ha invece incontrato la community locale per un momento di ascolto e confronto sui temi che più stanno a cuore a chi vive in città. Sono stati circa quaranta i partecipanti all’iniziativa, soprattutto giovani, che hanno toccato temi cruciali come Europa, inclusione, mondo del lavoro e della comunicazione, parità di genere e salute mentale.
«Il tour Will Meets sta volgendo al termine, ma continua a regalarci incontri e confronti stimolanti: così è stato anche nella tappa torinese – ha dichiarato Alessandro Tommasi, fondatore e CEO di Will – Sono molto contento di avere incontrato una realtà come RePoPP, che non solo ha una valenza in termini di sostenibilità ed economia circolare, ma anche in ambito sociale, dato che mira all’integrazione di migranti all’interno della società. Quello dell’inclusione è stato anche uno dei temi più discussi nel community meeting, insieme a un vero senso di unione tra gli europei e all’innovazione nel mondo del lavoro»

Il progetto Will Meets si svolge in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia, impegnato a sua volta a stimolare la partecipazione all’iniziativa della Conferenza sul futuro dell’Europa, piattaforma lanciata dall’Unione Europea per consultare i cittadini e consentire loro di condividere le proposte per il futuro dell’UE.
Maurizio Molinari, responsabile media del Parlamento europeo in Italia, ha commentato: «Sostenibilità e diritti sono aspetti fondamentali dell’azione del Parlamento europeo. La collaborazione con Will è importante perché con un vero e proprio giro d’Italia raccontiamo i valori dell’UE e diciamo ai giovani che possono decidere il suo futuro. Invitiamo i partecipanti e i cittadini a contribuire con idee e iniziative sulla piattaforma perché l’Europa delle prossime generazioni la costruiamo solo insieme».
Il viaggio, che ha già fatto tappa in diverse regioni d’Italia, dalla Sicilia al Veneto, proseguirà ora a Genova e si concluderà a Milano il 2 agosto. Tutte le tappe verranno raccontate live sui canali social di Will.
fonte: www.ecodallecitta.it
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Negozio Leggero, dove fare la spesa alla spina per un nuovo commercio di vicinato
Torino - Di negozi sfusi, alla spina e zero waste ne sentiamo sempre più parlare in questi anni: sono diventati per molte persone un nuovo modo di acquistare generi alimentari, una filosofia di vita per un consumo più consapevole e quando si comincia a frequentarli, diventa molto difficile tornare indietro. Sì, perché attraverso un gesto quotidiano come fare la spesa, diventiamo tutti parte di quel cambiamento più urgente che mai, non solo individuale ma soprattutto collettivo. I negozi sfusi diventano quindi un punto di partenza per ripensare ai nostri stili di vita partendo dalle piccole cose quotidiane come ciò che mangiamo e beviamo, i detersivi che utilizziamo, i cosmetici che acquistiamo, quanta plastica produciamo.
L’articolo di oggi è dedicato a uno tra i primi negozi sfusi in Italia, che in questi anni, per il successo che ha avuto, si è diffuso in sempre più città uscendo perfino dai confini nazionali, come nel caso della Francia e della Svizzera: stiamo parlando del Negozio Leggero. Molti di voi lo conosceranno già, ma per chi fosse la prima volta, è questa l’occasione per scoprirne di più.

Possiamo considerare il Negozio Leggero un precursore in Italia in fatto di negozi alla spina. La prima attività ha infatti aperto a Torino nell’aprile del 2009, anno in cui in Europa ancora non esistevano progetti simili, che condividessero la volontà di creare una rete diffusa sul territorio. Come scritto sul sito, “è stato il primo negozio al mondo in cui acquistare prodotti senza imballi o con vuoto a rendere”. La parola d’ordine è zero waste: attraverso il negozio fisico e online, la vendita alla spina permette di acquistare prodotti di qualità a filiera controllata senza imballaggio, alleggerendo la produzione dei rifiuti domestici e la spesa. Non solo: acquistando prodotti sfusi si minimizzano anche gli sprechi perché, come ben sappiamo, si compra solo ciò di cui si ha realmente bisogno.
«Abbiamo dato a Negozio Leggero la forma del franchising – spiegano i fondatori – perché volevamo far arrivare il progetto in più territori e volevamo farlo con persone che ci assomigliano, che hanno voglia di fare impresa e allo stesso tempo dare il proprio contributo al cambiamento». I negozi leggeri sono infatti pensati per essere facilmente replicabili e per questo nascono come punti vendita di piccole e medie dimensioni che possono essere avviati ovunque, diventando parte di un commercio di prossimità che offre un’alternativa diversa e sostenibile.
Ideatore del progetto è l’ente di ricerca ambientale Ecologos che negli anni è riuscito a disimballare oltre 1.500 prodotti di qualità, a filiera controllata e provenienti da produttori medio-piccoli che garantiscono condizioni di lavoro eque. La rete in franchising è invece gestita dalla società Rinova, costituita da giovani imprenditori e impegnata nello sviluppo di tecnologie e sistemi volti alla riduzione dei rifiuti: insieme, queste due realtà lavorano in modo coordinato per portare una virtuosità “circolare” nel commercio locale e fare in modo che il cambiamento di un singolo individuo porti al cambiamento della collettività verso uno stile di vita più sano ed etico.
Come ha raccontato Cinzia Vaccaneo, founder di Negozio Leggero, «scegliere sfuso non è solo semplice e sostenibile, ma anche conveniente: chi acquista risparmia in media dal 30% al 70% rispetto all’equivalente confezionato e riduce notevolmente la produzione di rifiuti. Abbiamo calcolato che una famiglia di quattro persone che fa la spesa abitualmente al Negozio Leggero arriva a risparmiare in un anno oltre 200 chili di rifiuti».
In negozio è possibile portare i propri recipienti da casa e riempirli con la quantità desiderata di prodotto, altrimenti sono presenti diverse soluzioni come contenitori riutilizzabili, principalmente in vetro, da acquistare solo la prima volta e da riutilizzare quelle seguenti. Ovviamente non ci sono delle quantità definite per l’acquisto minimo e si possono comprare dai pochi grammi a qualche chilo, in base alle esigenze di ciascuno, così da ridurre gli scarti alimentari.

Al suo interno si trova poi tutta la gamma di prodotti cosmetici e per alcuni generi alimentari è stato utilizzato il sistema di vuoto a rendere che permette di avere prodotti sigillati in imballaggi di vetro che, una volta riportati in negozio, vengono opportunamente igienizzati e riutilizzati nel circuito. «La parola d’ordine per la cosmetica è sicuramente “plastic free” e i prodotti per la cura della persona a marchio Negozio Leggero, oltre ad essere senza parabeni, EDTA, siliconi, oli minerali e derivati animali, sono tra i pochissimi, e per alcuni prodotti, gli unici, ad essere confezionati nel vetro, materiale nobile che ci permette di riutilizzare i contenitori innumerevoli volte».
Oltre alla rete del Negozio Leggero, negli anni sono stati sviluppati altri progetti per una sostenibilità a 360°: l’ultimo nato è Liberi dalla plastica, il primo “giornale di bordo” nato su Instagram che raccoglie dati, promuove soluzioni all’uso indiscriminato della plastica monouso, e dialoga con le esperienze reali degli utenti.
«Il nostro lavoro di ricerca ci permette inoltre di monitorare costantemente quanto incide a livello ambientale la mancata produzione di imballaggi: ad esempio, in un anno l’eliminazione delle confezioni sulle sole vendite di vino e detersivo porta un risparmio complessivo di risorse pari a 104.290 kWh di energia, 34 tonnellate di CO2 non emessa in atmosfera e oltre 9,8 milioni di litri di acqua che non sono stati utilizzati per la produzione e lo smaltimento del packaging in eccesso».

Da anni la diffusione dei negozi leggeri è in crescita. Il più recente progetto è il Negozio Leggero di Rivoli (TO), avviato da Sara Forlani e Stefano Premoli. Due giovani che contribuiscono a diffondere la rivoluzione zero waste: Sara lavora da sempre a contatto con il pubblico e partecipa attivamente in campagne di sensibilizzazione ambientale mentre Stefano, economista ed editore, negli ultimi anni ha deciso di dedicarsi a scelte imprenditoriali nel campo della sostenibilità ambientale. Insieme si sono lanciati in questa nuova avventura, per fare la propria parte verso un consumo più sano, etico e circolare che ci auguriamo diventi sempre più un’abitudine condivisa.
fonte: www.italiachecambia.org
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Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, ecco le migliori azioni italiane
L’evento ha visto la partecipazione di circa 200 tra action developer, cittadini e rappresentanti del Comitato Promotore italiano (Ministero della Transizione Ecologica, Regione Siciliana, Anci, Città Metropolitana di Torino, Legambiente, Utilitalia, AICA, CNI Unesco, in qualità di invitato permanente; ERICA Soc. Coop. in qualità di partner tecnico e sostenitori). La premiazione SERR è stata l’occasione per condividere esempi di buone azioni nell’ambito della riduzione dei rifiuti, specialmente sul tema centrale di quest’ultima edizione: i rifiuti “invisibili” che vengono quotidianamente prodotti a casa e a lavoro, più o meno consapevolmente.
La cerimonia, moderata da Roberto Cavallo, è stata aperta dal saluto iniziale del Ministero della Transizione Ecologica rappresentato da Eliana Caramelli, della Direzione Generale per l'economia circolare (ECI) Divisione II – Politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare. A seguire l’introduzione del Presidente del consiglio direttivo di AICA, Emanuela Rosio, la quale ha presentato l’edizione della SERR e le varie categorie.
Ecco le migliori azioni italiane della dodicesima edizione della SERR:
I premi sono stati consegnati alle cinque categorie di Action Developer (Pubbliche Amministrazioni, Imprese, Istituti scolastici, Cittadini, Associazioni) e al vincitore della menzione speciale che hanno partecipato alla SERR 2020. I vincitori, tutti presenti alla cerimonia, hanno commentato la consegna virtuale delle pergamene e dei premi raccontando la loro esperienza in prima linea per la riduzione dei rifiuti.
Ma ecco l’elenco dei vincitori suddivisi per categoria:
Categoria Pubbliche Amministrazioni:
Università degli Studi di Torino con l’azione “Spazzino digitale. Un byte alla volta contro i rifiuti invisibili”, una campagna di sensibilizzazione e call to action per una pulizia digitale, rivolta alla comunità universitaria, organizzata dal Green Office dell’Università di Torino UniToGO. L’emergenza Covid-19 ha portato ad un massiccio passaggio al digitale che ha un diretto impatto ambientale, basandosi su un’infrastruttura fisica che porta con sé un’impronta ecologica legata al suo utilizzo. UniToGO ha promosso una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, veicolando informazioni teoriche ma anche consigli pratici per ridurre la propria impronta digitale.
Categoria Imprese:
DECO SPA con l’azione “Regala Un'altra Vita Agli Oggetti Usati Su Riusogreen.Com”, il portale web finalizzato a favorire la pratica del riuso attraverso lo scambio gratuito di oggetti inutilizzati, volto a contrastare il concetto dell’usa e getta. Deco S.p.A., azienda leader nei servizi ambientali, ha l’obiettivo di mettere in rete una comunità di persone disposte a regalare i propri oggetti inutilizzati con una doppia finalità: quella ambientale, al fine di ridurre la quantità di rifiuti e la produzione di oggetti, e quella solidale, donando a chi ne ha bisogno.
Categoria Associazioni:
Comitato Mamme In Comune con l’azione “Il Rifiuto Che Non Si Vede Ma C'è”. Una campagna di sensibilizzazione on-line che ha previsto un questionario on line sui rifiuti invisibili e diversi eventi online su Facebook in cui si è parlato dei #rifiutiinvisibili, quelli che non vediamo: quelli dell'industria tessile, del Comparto Alimentare, lo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale e anche i rifiuti del Covid.
Categoria Scuole:
Eco School Triangia e Fattoria didattica Lunalpina con l’azione “UNA T-SHIRT PER TE... UN DONO PER L'AMBIENTE”. Quanto costa una t-shirt all'ambiente? I bambini hanno effettuato delle ricerche mirate per rispondere a questa domanda producendo un opuscolo informativo da distribuire alla popolazione. All'interno della scuola è stata organizzata un'azione per il libero scambio di indumenti usati, che è stata poi aperta al pubblico in una piazza del paese.
Categoria Cittadini:
Letizia Palmisano con l’azione “Digital Clean Up: rendi sostenibile il tuo smartworking”. Il mondo digitale è più simile all'ambiente di quanto si possa pensare: esiste infatti una grande quantità di "rifiuti digitali" che occupano spazio inutile nella memoria dei dispositivi elettronici e che contribuiscono a far aumentare la nostra impronta ecologica. Eliminando questi file "inutili", aumentiamo la longevità dei nostri dispositivi, riducendo al contempo la nostra impronta di carbonio nell'ambiente.
Assegnata anche una Menzione Speciale in Memoria di Giorgio Gollo, ex funzionario della Città Metropolitana di Torino mancato nel 2019: è stata assegnata a Kalat Ambiente srr, l’Ente di governo istituito nell’ATO Catania Provincia Sud, con l’azione “Trova i Rifiuti invisibili”, che ha coinvolto gli studenti di 23 istituti scolastici dei 15 comuni del Calatino. Obiettivo dell’azione è stato il generare consapevolezza nei ragazzi sulla tematica dei rifiuti invisibili e sull’enorme incremento delle emissioni di CO2 dovuto alla loro produzione.
Ad aprile saranno rese note le molte novità previste per le edizioni 2021 di Let’s Clean Up Europe e della Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti: l’obiettivo, per il nostro paese, è quello di confermarsi come leader in Europa per numero di azioni.
fonte: www.e-gazette.it
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Ricerca. Con la mobilità elettrica nel 2030 l’inquinamento delle città crollerà dell’89%

Cinque città a confronto
Lo studio prende in considerazione la dispersione in atmosfera e al suolo degli inquinanti e l'impatto delle emissioni in cinque città: Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo. L'analisi guarda a due scenari: uno al 2025 e uno al 2030, con riferimento all'attuale parco circolante di veicoli privati e della logistica.
Nello scenario di ricambio del parco mezzi, "la penetrazione di una percentuale di veicoli elettrici gioca un ruolo fondamentale nella riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 (biossido di azoto)": si passerebbe da un minimo del 47% a Bologna a un massimo del 62% a Roma nello scenario al 2025; e dal 74% a Palermo fino all'89% nella Capitale, nello scenario al 2030. Impatto ridotto, ma comunque importante per il PM10. Se si osservano i risultati dello scenario 2025 la percentuale di riduzione parte da un minimo del 28% (caso Bologna) fino ad un massimo del 38% (caso Palermo); per lo scenario 2030 l'abbattimento non è così determinante come per NO2, la riduzione varia tra 34% e 46%.
fonte: www.e-gazette.it
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A Torino nasce hub specializzato nella produzione artigianale con materiali sostenibili

A Torino c’è un’impresa sociale che sta creando il più grande hub territoriale specializzato nella progettazione e produzione artigianale realizzata con materiali sostenibili. Si tratta di Izmade, vincitrice del premio speciale Impacton nell’edizione 2020 di Welfare che impresa!, programma di capacity building per progetti di welfare ad alto potenziale di impatto sociale, economico e ambientale, promosso da Fondazione Italiana Accenture insieme a UBI Banca (Banca del Gruppo Intesa Sanpaolo), Fondazione Snam, Fondazione Bracco, Fondazione con il Sud, Fondazione Peppino Vismara, in partnership con Impacton, Aiccon e Fondazione Politecnico di Milano – Tiresia.
Izmade rappresenta una risposta imprenditoriale visionaria ad una delle sfide più complesse per la nostra società: la sostenibilità ambientale. L’impresa è stata selezionata tra i 12 progetti finalisti di Welfare che impresa! 2020 entrando a pieno titolo nello scaling program di Impacton, la cui missione è intercettare formule di impatto e trasformarle in toolkit digitali per renderle accessibili e adattabili a chiunque desideri replicarli nel proprio contesto territoriale.
La squadra di Izmade è composta da Alessandro, Giuseppe Pasquale e Paolo, giovani architetti e designer che guidano un team di professionisti altamente qualificati per la progettazione e produzione di arredi e allestimenti di design attraverso l’utilizzo creativo di materiali ecosostenibili – materiale di recupero, scarti di lavorazione industriale, materiali innovativi e riciclabili – allo scopo di diffondere e promuovere l'utilizzo delle risorse naturali e del materiale di riciclo nella vita quotidiana. Izmade è anche un MakerSpace aperto, al tempo stesso uno studio e un laboratorio dove progettare e prototipare. Obiettivo di Izmade è far crescere l’hub torinese e fare formazione sull’artigianato eco-sostenibile coinvolgendo la comunità locale e il territorio.
Izmade è stato scelto da Impacton per l’efficacia della sua formula, per essere un progetto solido e già validato, e perchè risponde ad un bisogno trasversale a molte geografie.
Il percorso di Impacton ha coinvolto Izmade attraverso tre workshop finalizzati a identificare la migliore strategia di scalabilità, gli elementi da adattare in ogni contesto locale e le metriche di misurazione d’impatto da tracciare in occasione di ogni replicazione, permettendo così di sintetizzare il progetto in un toolkit digitale che riassume tutti gli elementi fondanti del progetto e permette di replicarne la formula. Il toolkit funziona come una ricetta di cucina: si parte dall’identificare gli “ingredienti”, le risorse chiave necessarie per avviare la replica del progetto, fino ad arrivare alla descrizione di dettaglio dei passi necessari per implementarlo.
Grazie a Welfare che impresa! e al percorso con Impacton, Izmade ha lanciato recentemente la startup Plastiz, che lavorerà in modo verticale sul tema della plastica.
“Fondazione Italiana Accenture è soddisfatta del percorso evolutivo e dai risultati raggiunti da Izmade, anche grazie al supporto di Impacton. Welfare che impresa! è un programma di capacity building, scaling internazionale e investment readiness per imprese sociali che negli anni ha saputo intercettare progetti ad elevato potenziale di crescita, che abbiamo continuato a seguire da vicino per accelerarne lo sviluppo e l’espansione.” - commenta Simona Torre, Segretario Generale di Fondazione Italiana Accenture.
“Dalla nostra esperienza internazionale, sappiamo che per molti progetti ad alto impatto sociale e ambientale come Izmade scalare significa ‘replicare il proprio modello’, adattandolo alle esigenze dei diversi contesti locali! Siamo felici di poter accompagnare con i nostri programmi di replicazione, la diffusione di Izmade, amplificando così il suo impatto, generando connessioni e reti tra giovani imprenditori sociali, studenti e attivisti, enti del terzo settore, e attori pubblici-privati - Margherita Pagani, Founder e CEO di Impacton.
Il concorso “Welfare, che impresa!” ha riaperto le porte lo scorso 16 marzo per la sua Quinta Edizione e intende premiare e supportare i migliori progetti di welfare di comunità promossi da Enti in grado di produrre benefici in termini di sviluppo locale, in settori quali: cultura, valorizzazione del patrimonio e del paesaggio, sostenibilità ambientale e circular economy, smart cities e mobilità, energia, welfare territoriale, servizi di cura e welfare aziendale, agricoltura sociale e rigenerazione e restituzione alla fruizione collettiva di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Il concorso è promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Snam, Fondazione CON IL SUD, Fondazione Peppino Vismara e UBI Banca (Banca del Gruppo Intesa Sanpaolo), con il contributo di AICCON, Fondazione Politecnico di Milano – Tiresia, Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Impacton e degli incubatori PoliHub, SocialFare, Hubble Acceleration Program, G-Factor, incubatore-acceleratore di Fondazione Golinelli; a|cube e Campania NewSteel.
fonte: www.torinooggi.it
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Poliuretano riciclato dai materassi
L’accordo prevede un finanziamento tramite equity e convertible a sostegno della fase di acquisto e collaudo degli impianti per il recupero del poliuretano e del successivo avvio della produzione e commercializzazione del materiale riciclato. Con in tasca l'autorizzazione sperimentale concessa dalla Città Metropolitana di Torino e grazie al supporto finanziario di Iren Ambiente, ReMat potrà completare il collaudo dell’impianto ed iniziare, già nelle prossime settimane, a trattare parte del poliuretano raccolto e gestito dal Gruppo Iren consentendone il recupero e la successiva commercializzazione.
fonte: www.polimerica.it
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Il Manifesto della Riparazione e il Manifesto di Torino
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Nadia e Mercato Circolare al Tavolo del Riuso-Spritz del Riuso - Torino Mercoledi 23 settembre 2020
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