Visualizzazione post con etichetta #Palermo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Palermo. Mostra tutti i post

Orto Capovolto: a Palermo al posto del degrado nascono orti urbani

Dal 2015 a oggi sono più di cento i progetti compiuti nelle scuole e circa venti gli interventi di orti urbani realizzati per riqualificare spazi abbandonati di Palermo. Nata dall'idea di una donna architetto e di un educatore ambientale, Orto Capovolto sta cambiando il volto del capoluogo siciliano e diffondendo consapevolezza fra i suoi abitanti.



In questo periodo così opaco e scarso di emozioni belle, assembrate e colorate, in cui ogni cosa sembra perdere di senso e il significato delle azioni a volte è senza significante, la vita di prima del covid sembra un sogno lontano. Eppure Palermo prima della pandemia era un fiorire di iniziative, di tran tran di turisti e guide che urlavano “follow me” in giro tra i monumenti, di artigiani che aprivano botteghe, di startup geniali che nascevano, di comunità operose che valorizzavano il bene comune. La “città tutta porto” – questo vuol dire Palermo – era in continuo fermento.


In questo contesto pulsante di nuove energie e vibrante di emozioni, nasce Orto Capovolto, “la cooperativa sociale che vuole valorizzare il volto della città attraverso il verde commestibile” – questa la definizione che danno di loro stessi sul sito web del progetto. Ed era bello girare un angolo e stupirsi di trovarsi di fronte a cassoni pieni di terra con tanti ortaggi e fiori dentro. Succedeva spesso, in particolare durante Manifesta 12, la biennale di arte contemporanea che ha messo a soqquadro Palermo; c’era un progetto tutto curato da Orto Capovolto chiamato “Palermo, la città tutta orto”, dove gli orti urbani sono stati disseminati per il centro storico e non solo.

Ma come nasce l’idea di Orto Capovolto e con quali finalità? Ha origine dall’incontro di un architetto – Angelica – e un educatore ambientale – Giorgio –, che insieme immaginano una città più verde. Nel 2013 Angelica propone a un cliente di realizzare un orto sul tetto della sua casa e così inizia ad appassionarsi all’agricoltura urbana. Giorgio è convinto che solo partendo dalle nuove generazioni si può immaginare un futuro più sostenibile. Decidono quindi di aprire una startup – correva l’anno 2015 – con l’obiettivo di creare un orto diffuso a Palermo, per occuparsi tanto di progettazione e realizzazione di orti urbani, quanto di educazione ambientale e alimentare nelle scuole e non solo.



«Coltivare un orto in città non significa solo produrre la propria cena senza pesticidi», spiega Angelica Agnello. «Significa anche e soprattutto, imparare l’importanza della biodiversità, la stagionalità dei prodotti e concetti chiave come il chilometro zero, la filiera corta e l’importanza di tutti gli elementi naturali».

La cosa che i fondatori di Orto Capovolto ritengono più importante sono i progetti di riqualificazione urbana, che sono realizzati sempre in partnership con altre realtà, come associazioni e comitati di quartiere. Attraverso questi progetti cercano di coinvolgere un target che sia il più ampio possibile, principio che cozza con la pandemia e infatti da circa un anno questo filone di attività è fermo.

Ma di certo il covid non può fermare l’immaginazione: «In questo momento – spiega Angelica – abbiamo sospeso quasi del tutto le attività; manteniamo pochi progetti, come quello in partenza al Malaspina, (il carcere minorile di Palermo, ndr) dal titolo “Le buone erbe”. La maggior parte delle nostre iniziative era con i bambini. Abbiamo deciso di rimanere quasi del tutto fermi aspettando tempi migliori perché i laboratori erano dentro ludoteche o scuole. Sono in stand-by anche i progetti di riqualificazione urbana, che generalmente partono in primavera. Ma la grande bellezza è il coinvolgimento di tanta gente, cosa che per adesso è impensabile. Facciamo l’indispensabile e aspettiamo l’anno prossimo». Va molto bene però la linea di design di Orto Capovolto, prodotti legati al giardinaggio come grembiuli da orto o le bombe di semi.



Una delle azioni che più sono rimaste impresse nella memoria della città è sicuramente l’intervento su Salita Raffadali, che per un periodo è stata chiusa al traffico, colorata e addobbata con alberi, fiori e ortaggi. Un intervento di riqualificazione che ha avuto una eco nazionale, ma che adesso rappresenta una grandissima delusione per Orto Capovolto e anche per Sos Ballarò, il comitato di quartiere: «È stato un intervento che sarebbe dovuto durare solo quattro settimane – aggiunge Angelica –, poi è piaciuto a tutti e si era deciso di farlo diventare permanente, ma non è stato così, l’amministrazione è scomparsa e la strada è tornata carrabile. Molto spesso i giardini che riqualifichiamo vengono abbandonati, per questo è importante fare innamorare i residenti del progetto».

Un intervento molto positivo è stato invece quello fatto alla Kalsa, in vicolo del Pallone: «Qui gli abitanti si sono messi davvero in gioco e hanno continuato a interagire con il giardino aggiungendo dettagli, come la statua di una madonnina; anche la vicina chiesa se ne prende cura, ha anche celebrato delle messe lì, all’aperto».

«Quello che ci manca di più è lavorare con i bambini», conclude Angelica. «Una cosa che vogliamo assolutamente fare appena torneremo alla vita di prima è mappare le aree urbane di Palermo non destinate a ospitare strutture e infrastrutture e che quindi possano essere dei luoghi di aggregazione dove far nascere delle aree verde e dei giardini condivisi».

fonte: www.italiachecambia.org


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner

Ricerca. Con la mobilità elettrica nel 2030 l’inquinamento delle città crollerà dell’89%

Uno studio considera la dispersione in atmosfera e al suolo degli inquinanti e l'impatto delle emissioni a Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo nel 2025 e nel 2030


 

Con un ricambio del parco circolante di veicoli privati e della logistica verso una mobilità fatta da mezzi elettrici per il 2030, si avrebbe una riduzione dell'inquinamento fino all'89% in meno e dei costi sociali che si pagano in termini di salute fino a 3 miliardi di euro. Lo afferma il rapporto “Più mobilità elettrica: scenari futuri e qualità dell'aria nelle città italiane”, realizzato dall'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr in collaborazione con Motus-E, l'associazione italiana per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia.

Cinque città a confronto

Lo studio prende in considerazione la dispersione in atmosfera e al suolo degli inquinanti e l'impatto delle emissioni in cinque città: Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo. L'analisi guarda a due scenari: uno al 2025 e uno al 2030, con riferimento all'attuale parco circolante di veicoli privati e della logistica.
Nello scenario di ricambio del parco mezzi, "la penetrazione di una percentuale di veicoli elettrici gioca un ruolo fondamentale nella riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 (biossido di azoto)": si passerebbe da un minimo del 47% a Bologna a un massimo del 62% a Roma nello scenario al 2025; e dal 74% a Palermo fino all'89% nella Capitale, nello scenario al 2030. Impatto ridotto, ma comunque importante per il PM10. Se si osservano i risultati dello scenario 2025 la percentuale di riduzione parte da un minimo del 28% (caso Bologna) fino ad un massimo del 38% (caso Palermo); per lo scenario 2030 l'abbattimento non è così determinante come per NO2, la riduzione varia tra 34% e 46%.

fonte: www.e-gazette.it

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner

Attrezzi per il fai da te condivisi: nasce "Zero", la biblioteca delle cose a Palermo

Un luogo dove poter prendere in prestito attrezzi per i lavori di casa e dopo l'utilizzo restituirli, l'idea è venuta ad un gruppo di giovani che sta aprendo sedi in tutta la città













Quante volte vi è capitato di fare un trasloco o di voler aggiustare qualcosa in casa o ancora di volere costruire con le vostre mani un oggetto utile e però non avere gli attrezzi giusti e neanche le competenze? Non avete mai pensato quanto sarebbe bello e utile se esistesse un posto dove prendere in prestito un trapano, o un cacciavite, un martello piuttosto che chiederli sempre in prestito al vostro vicino?

Ecco finalmente a Palermo sta per aprire la prima biblioteca degli oggetti dove tutti potrenno prendere in prestito degli attrezzi per il bricolage. Si chiama "Zero" e il 2 febbraio aprirà la prima sede presso il Coworking neu [nòi] di via Alloro 64, dopo è in progetto la seconda sede in piazza Kalsa con la riapertura di Booq (la bibliofficina occupata di quartiere).

Saranno circa ottanta gli attrezzi messi a disposizione di tutti (domenica 2 febbraio aperto dalle 10.30 alle 18), per prenderli in prestito per una settimana basterà tesserarsi (la tessera è annuale) e si potranno prendere fino ad un massimo di due oggetti e utilizzarli per una settimana e poi restituirli. Il progetto sul lungo periodo prevede l'apertura di un punto Zero per ogni circoscrizione.

È un progetto selezionato per la seconda edizione del bando B-Circular – Fight Climate Change, promosso da punto.sud con il sostegno di Fondazione "Con il Sud" e finanziato da European Commission, Development & Cooperation e EuropeAid. Oltre alle varie biblioteche delle cose nei quartieri sono in progetto anche dei laboratori di falegnameria di base, giardinaggio e sartoria.

«L'idea c'è venuta perché già tutto il condominio dove si trova il coworking viene a chiederci sempre in prestito attrezzi, dalla scala al trapano - racconta Michelangelo Pavia, uno dei fondatori di neu [nòi] - così quando abbiamo letto il bando e c'è venuta in mente questa idea e di coinvolgere anche Booq che ha già sperimentato una officina condivisa e Alab ha una profonda esperienza di lavoro manuale.

L'idea è di puntare sul risparmio economico per ogni famiglia o individuo che evita di acquistare un attrezzo che userà pochissime volte e anche in termini di spazio, perché un oggetto in casa poi deve anche essere conservato, mentre così lo utilizza e poi lo riporta da Zero».


fonte: https://www.balarm.it

Il Tar accoglie ricorso contro ordinanze "plastic free" di Trapani e S. Flavia

Stop al provvedimento dei Comuni dopo il ricorso dei produttori della Federazione Gomma Plastica


















Il Tar della Sicilia accoglie il ricorso dei produttori di stoviglie monouso contro i Comuni di Trapani e Santa Flavia (PA) che hanno adottato Ordinanze cosiddette "plastic free". Il Tribunale regionale ha sospeso le ordinanze, che vietavano l'impiego di piatti, posate, bicchieri e altri articoli in materie plastiche.

Il ricorso, promosso dalla Federazione Gomma Plastica/Unionplast, è stato motivato dall'assenza di presupposti di necessità e urgenza e dal rischio di provocare inutilmente danni gravi alle imprese e ai loro occupati. "Una corretta gestione dei rifiuti deve avere come primo passo la lotta all'abbandono di rifiuti, di qualsiasi materiale: alla base della dispersione dei rifiuti nell'ambiente ci sono i cattivi comportamenti e sono quelli che vanno demonizzati" dichiara Angelo Bonsignori, Direttore Generale della Federazione Gomma Plastica.

Il confronto nel merito delle ordinanze dei due comuni siciliani proseguirà nel luglio 2020. Nel frattempo, la Federazione Gomma Plastica non esclude di avviare lo stesso percorso nei confronti di altre amministrazioni che hanno adottato provvedimenti dello stesso tenore sulla scia di una tendenza, senza valutarne adeguatamente l'opportunità e gli effetti negativi.

fonte: https://palermo.repubblica.it

Libero scambio a Palermo. Stillo (Rete Onu): ‘C’è una richiesta di regolamentazione da parte dei partecipanti’














Alessandro Stillo, presidente di Rete Onu, commenta così l’inizio della sperimentazione di un “Mercato dell’usato e del libero scambio nel quartiere Albergheria” a Palermo
05 luglio, 2019
“È il segno della necessita di una regolamentazione che dia modo di far emergere, a certe condizioni, i protagonisti di questo settore”. Alessandro Stillo, presidente di Rete Onu, commenta così l’inizio della sperimentazione di un “Mercato dell’usato e del libero scambio nel quartiere Albergheria” a Palermo.
“L’iniziativa – prosegue Stillo – è il segno che se si vuole governare un territorio bisogna cercare di far emergere in modo positivo queste esperienze, che dal punto di vista ambientale sono sicuramente positive. Un mercato come quello di Palermo, rispetto ad esempio a quello di Torino, si traduce in alcune migliaia di tonnellate annue di merce sottratte ai rifiuti” (il mercato palermitano si svolge tutti i giorni mentre quello di Torino si svolge sabato e domenica NdA).
“Da un altro lato, si tratta di sistematizzare un’esperienza storica, quella del mercato di Ballarò, per quanto riguarda l’usato. Un’esperienza da sempre esistita che viene in qualche modo riconosciuta, regolamentata. Una testimonianza del fatto che in questo settore è chiaro ed evidente che c’è una richiesta di regolamentazione da parte dei partecipanti” ha concluso il presidente di Rete Onu.
fonte: http://www.reteonu.it

Il succo di frutta te lo fai da solo, pedalando: apre a Palermo un chioschetto eco friendly

Una piccola pedalata per l’uomo, un grande passo per l’eco-sostenibilità: arriva a Palermo un "Veggie Wave", un chiosco senza energia che non sia quella delle tue gambe













Una piccola pedalata per l’uomo, ma un grande passo per l’eco-sostenibilità: sta per aprire a anche a Palermo un "Veggie Wave" (letteralmente "onda vegetariana", dovrebbe aprire il 26 maggio) il chiosco totalmente eco-friendly in cui chiunque può farsi un naturale e genuino succo di frutta semplicemente pedalando.

Come funziona? Apparentemente è un normale chioschetto ma in realtà c'è una bicicletta integrata: una comune bicicletta che si attiva semplicemente pedalando e aziona un meccanismo che permette di frullare la frutta senza necessità di utilizzare alcuna fonte di energia elettrica, così da ridurre al minimo qualsiasi tipo di impatto ambientale.

L’eco chiosco arriva in piazza Rivoluzione grazie al palermitano Lorenzo Barbera che insieme a due soci (Giovanna Albanese Trigona, la manager e Christina Andersen, l'advisor ) – si è innamorato del progetto e del piccolo chiosco interamente green e plastic free.

Neanche ci sarebbe bisogno di dirlo infatti ma è al bando l’utilizzo di qualunque materiale plastico non biodegradabile.

«La plastica è severamente vietata – spiega Lorenzo - nel chiosco sono ammessi solo bicchieri compostabili. Ci siamo uniti alla grande famiglia di "Veggie Wave" perché condividiamoi valori che ne costituiscono la base: divertimento, salute e soprattutto rispetto per il nostro amato pianeta».

«Cerchiamo di offrire al consumatore un prodotto sano, nutriente e di qualità che viene dalla terra ma senza che questa sia sfruttata - continua - con l'intenzione, al tempo stesso, di creare in ognuno di noi maggiore consapevolezza sui temi ambientali. Il tutto in un'atmosfera amichevole e divertente».

Parole d’ordine del progetto sono quindi eco-sostenibilità e rispetto per l’ambiente: l'idea di un simile brand, il primo di succhi di frutta interamente etico e sostenibile, è nata a Lisbona da due giovani imprenditori - si, italiani - Riccardo Ferragamo e Niccolò Bagarotto.


fonte: https://www.balarm.it

Cop 26, il ministro dell’Ambiente Costa: “Se sarà in Italia, si terrà a Milano”

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha fatto sapere che Milano è candidata ad ospitare la Cop 26, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite.















La prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26) potrebbe tenersi in Italia. E, se il nostro paese dovesse essere scelto come nazione ospitante, il più importante evento sui cambiamenti climatici si terrà a Milano.

L’Italia propone Palermo per ospitare i lavori preliminari della Cop 26

L’annuncio è arrivato nella giornata di venerdì 17 maggio: il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a margine di un’assemblea dell’associazione Lipu ha ricordato che l’Italia “si è candidata ad ospitare la Cop 26. E come giusto riconoscimento alla città, ho pensato di poterla ospitare a Milano”. Il membro del governo Conte ha quindi aggiunto che i lavori preliminari, la cosiddetta “pre-Cop” potrebbe avere luogo dall’altra parte della Penisola: “A Palermo, perché nella tutela dell’ambiente e non solo il Paese va sempre unito
Costa ha tuttavia sottolineato, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, che l’Italia “compete con altre nazioni come Regno Unito e Turchia ”.

Dalla Regione Lombardia “forte sostegno” alla candidatura di Milano

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo hanno accolto favorevolmente l’annuncio: “Valutiamo positivamente – hanno spiegato – le parole del ministro dell’Ambiente che oggi ha confermato la candidatura di Milano come sede della Conferenza mondiale Cop 26. È la scelta giusta per rappresentare l’Italia. Anche il Consiglio regionale lo aveva chiesto all’unanimità e in questi mesi come Regione ci siamo attivati per evidenziare l’opportunità di questa candidatura. C’è dunque un forte sostegno da parte della Lombardia e speriamo che anche il governo prosegua in questo impegno”.
La ventiseiesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite si terrà dal 9 al 19 novembre 2020.
fonte: www.lifegate.it

Rifiuti con sconti su bus e Tari Apre la prima isola ecologica

PALERMO - Apre finalmente i battenti la prima isola ecologica di Palermo, in viale dei Picciotti 84, in cui si potranno conferire i rifiuti ottenendo in cambio agevolazioni sui biglietti dell’autobus e, tra qualche mese, anche uno sconto sulla Tari, la tassa sull’immondizia. L’area è stata inaugurata questa mattina dal sindaco Leoluca Orlando, dal vice Sergio Marino, dall’amministratore della Rap Giuseppe Norata e da quello di Amat Michele Cimino.

















Si tratta di uno spazio di proprietà comunale recintato e gestito dalla Rap, che sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 7 del mattino fino alle 17 dove conferire rifiuti indifferenziati, ingombranti, rifiuti elettronici, elettrodomestici, pneumatici, batterie ma anche l’umido, carta, vetro e plastica.

Un centro rivolto esclusivamente ai cittadini, e quindi non alle imprese, in cui si potranno portare i rifiuti che saranno pesati rilasciando all’utente uno scontrino che riporterà la quantità di immondizia e darà diritto a dei “punti” da accumulare. Nell’immediato gli scontrini andranno conservati, perché poi sarà possibile usarli in due modi: in una prima fase, non appena Rap e Amat definiranno i dettagli dell’accordo già sottoscritto, si potranno ottenere in cambio agevolazioni per biglietti di autobus e tram, sconti su car e bike sharing o sulle zone blu; nella seconda fase, invece, si otterrà un vero e proprio scontro (fino al 30%) sulla Tari.

“E’ la conferma di un’azienda che vuole andare avanti – ha detto Orlando - Con questo centro comunale di raccolta incentiviamo la raccolta dei rifiuti e degli ingombranti, ne sorgerà uno per circoscrizione”. In realtà la Rap vorrebbe realizzarne almeno 20 in tutto il territorio, ma è chiaro che servirà del tempo e bisognerà soprattutto fare i conti con la Tari che potrebbe essere falcidiata: “Nessun problema – assicura Orlando – si sosterrà con la differenziata e il riuso dei materiali”.

LE REAZIONI

“L’apertura del nuovo Centro di raccolta dei rifiuti in viale dei Picciotti, avvenuta questa mattina alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, è il segnale che qualcosa a Palermo sta cambiando, anche se forse con troppa lentezza. La città è ancora sommersa dall’immondizia, ma la Rap ha assicurato che nell’arco di una decina di giorni si tornerà alla normalità: speriamo che spettacoli simili non si ripetano più e che il nuovo Crr sia il preludio di una gestione più oculata dei rifiuti”. Lo dice Paolo Caracausi (Idv), presidente della commissione Aziende del consiglio comunale di Palermo.

"Finalmente Palermo ha la sua prima isola ecologica dopo tanti troppi anni di attesa - dice Antonino Randazzo del M5s - anche se purtroppo c’è poco da gioire considerato la situazione di emergenza igienico sanitaria della città e di interi quartieri come Bonagia, Falsomiele sommersi . Auspichiamo non resti adesso una cattedrale nel deserto, che ne siano realizzate almeno una per circoscrizione e che siano attivati in tempi rapidi gli incentivi per i cittadini virtuosi, così come prevede sulla carta il regolamento Tari".

"Con l'apertura del primo Centro Comunale di Raccolta di viale dei Picciotti, in un bene confiscato alla criminalità organizzata - dichiara il Consigliere Comunale Massimo Giaconia, vicecapogruppo di "Palermo2022" - l'Amministrazione Comunale conferma ancora una volta il suo impegno a puntare sulla cultura ambientale, legata alla crescita della raccolta differenziata. Infatti, grazie soprattutto al contributo della Rap, i cittadini avranno a disposizione una maxi isola ecologica, nella quale conferire i propri rifiuti in maniera differenziata, con l'auspicio che presto si avvii un percorso premiale ed incentivante (riduzione della Tari) nei confronti degli utenti più virtuosi. L'apertura del Ccr oggi - continua Giaconia - rappresenta un risultato significativo, anche se il vero traguardo da raggiungere è l'istituzione di almeno un centro per Circoscrizione. In questa vicenda - conclude Giaconia - c'è da evidenziare un altro aspetto positivo (esempio da percorrere), quello che ha visto due Aziende partecipate lavorare in sinergia, in questo caso con Amat, che oltre a contribuire a realizzare la segnaletica orizzontale all'interno dell'area, si è impegnata a farsi parte attiva nell'attivazione di un sistema premiante ed incentivante, che non appena verrà elaborato un apposito regolamento, sarà possibile riconoscere gratuitamente ai cittadini più virtusi, ovvero che differenzieranno di più i biglietti tram/autobus o convenzioni con bike sharing e car sharing"

fonte: https://livesicilia.it



Energia elettrica con l’acqua di mare, a Palermo il primo impianto al mondo

Una soluzione rivoluzionaria in tempi di crisi energetica arriva dall’Università di Palermo.
















Accendere una lampadina con l’acqua di mare,  fornire energia elettrica alle isole minori della Sicilia sfruttando gli impianti di dissalazione. Energia pulita a basso costo e a impatto ambientale zero, che al contrario di quella eolica o solare non ha bisogno della presenza di vento o luce diurna per essere prodotta. È il risultato della ricerca condotta da un gruppo di studiosi del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo – i professori Giorgio Micale, Michele Ciofalo e Onofrio Scialdone, gli ingegneri Andrea Cipollina e Alessandro Tamburini, insieme con numerosi assegnisti di ricerca, dottorandi e tesisti – che ha prodotto il primo prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica da acque di salina e acqua di mare con la tecnologia di elettrodialisi inversa.
L’energia ottenuta è quella cosiddetta “da gradienti salini”, che si origina dalla miscelazione di due soluzioni saline a diversa concentrazione: energia chimica che può essere convertita direttamente in una forma utilizzabile come l’energia meccanica o elettrica attraverso processi controllati. Miscelando soluzioni diversamente concentrate si genera infatti un flusso di ioni che può essere catturato e sfruttato per produrre elettricità. Il prototipo messo a punto è il primo al mondo a generare energia elettrica da salamoie di salina e acqua salmastra, riuscendo a sviluppare una potenza di quasi 1 kW senza produrre alcun tipo di emissioni inquinanti nell’ambiente. Inoltre, lo sviluppo della tecnologia di elettrodialisi inversa dalla scala di prototipo di laboratorio a quella di impianto pilota funzionante è la novità tecnologica sviluppata all’Università di Palermo.













Tale sistema è reso tecnicamente possibile grazie all’impiego di speciali membrane messe a punto da Fuijfilm nell’ambito del progetto europeo Fp7 ReaPower. Rivoluzionario al punto che ha suscitato anche l’interesse di Superquark: la trasmissione televisiva di Piero Angela dedicherà nella puntata di stasera un servizio alla scoperta. “Siamo interessati a divulgare idee innovative che hanno un risvolto pratico e che possono potenzialmente cambiare la vita delle persone – commenta Barbara Bernardini, documentarista scientifica di SuperQuark – La produzione di energia da una fonte alternativa così insolita come il gradiente salino è assolutamente interessante, tutta la redazione è stata più che entusiasta di venire a Palermo a riprendere quella che si candida a essere un’eccellenza italiana”

fonte: http://www.meteopalermo.com

Differenziata, pronta la fase due Ecco dove finiscono i rifiuti

Che fine fanno e quanto "valgono" i rifiuti che i palermitani dovranno separare prima di conferirli

PALERMO - E alla fine, i rifiuti differenziati finiranno a Bellolampo? La risposta a questa domanda è no. Perché quello secondo cui tutti i rifiuti raccolti con la differenziata finirebbero comunque nella discarica a due passi da Palermo, chiaramente indifferenziati, è uno dei falsi miti più radicati. Più sbagliati. Almeno adesso, che la raccolta differenziata prende piede a tappeto, da nord a sud della città. Così, mentre gli abitanti del capoluogo sono invitati a dividere l’immondizia in diversi contenitori, tra carta, plastica, vetro e organico aspettando il conferimento di squadre addette della Rap, il Comune spedisce tonnellate di rifiuti da avviare a riciclo ai consorzi di filiera sparsi per l'isola.

Vetro, plastica, carta e cartone, legno, alluminio e acciaio, rifiuti organici e persino i farmaci, vengono dapprima differenziati in abitazione, poi spediti alle piattaforme per il riciclo. Ecco che Bellolampo come unica destinazione di rifiuti resta una leggenda metropolitana. Perché avviare un percorso virtuoso di differenziata, mandando tutto ai consorzi di smaltimento, per il Comune è un guadagno. Mentre per ogni tonnellata di indifferenziata, infatti, è l'amministrazione a dover pagare, nel caso di rifiuti differenziati sono le piattaforme stesse ad applicare delle tariffe che fruttano soldi. In altre parole, ogni consorzio paga i rifiuti che riceve in base alla quantità e anche alla qualità del rifiuto stesso.

Carta e cartone, imballaggi, inclusi i tetrapak, carta grafica, brochure, la carta non sporca, e più in generale tutto il materiale cellulosico, ad esempio, viene raccolto e trasportato nelle piattaforme Comieco per essere avviato a riciclo: una azienda è la Si.Re.In, l’altra invece è la Palermo Recepuri, ed entrambe si trovano nel capoluogo. Poca strada dunque per riciclare i due tipi di imballaggio di carta e cartone. Due tipi per due prezzi. Perché la "selettiva" viene pagata 99,28 euro a tonnellata, mentre la "congiunta" un po’ meno, esattamente 72,85. Quasi 100 euro per la carta, circa 73 per il cartone. Ben remunerati certo, anche se non sono tra i rifiuti più pagati della lista.

I più pagati della lista sono invece gli imballaggi in plastica, come bottiglie, flaconi o vasetti. Quelli raccolti durante il porta a porta vengo trasportati alle piattaforme della filiera Corepla, tra Termini Imerese, con la Rekogest come impianto di riferimento, e Palermo. Nel capoluogo la destinazione ha l'indirizzo della Palermo Recuperi, la stessa società a cui viene spedito anche il cartone. E quanto viene pagata la plastica? Ben 303,88 euro a tonnellata. Il meno pagato, invece, è il legno destinato al Rilegno, per appena 3,81 euro.

Destinazione Marsala, invece, per alluminio, acciaio e vetro. Lattine, bombolette, scatolette, vaschette per alimenti in alluminio, vanno ai consorzi Cial. In primis alla Sarco, nel marsalese, poi anche alla Rekogest di Termini Imerese e alla Palermo Recuperi, in città. La tariffa si attesta intorno ai 130 euro a tonnellata, al contrario dell'alluminio in convenzione che viene pagato fino a 451 euro. Per l'acciaio, invece, la forbice di prezzo oscilla tra i 50 euro e i 99 euro. Mentre per il vetro si arriva a pagare fino a 51,87 euro a tonnellata. Ed è proprio alla Sarco di Marsala che quest'ultimo, vera novità del porta a porta del secondo turno della raccolta differenziata, arriva. Lì viene selezionato, valorizzato e riciclato.

Scarti alimentari, sia domestici che di attività commerciali, tassativamente in sacchi biodegradabili, infine, vengono portati alla piattaforma di compostaggio di Marsala, la Sicilfert. E anche a Bellolampo, dove da poco è stato attivato l’impianto Trattamento Meccanico Biologico (TMB) per la produzione di compost di qualità. A differenza degli altri rifiuti, per l'organico non vengono corrisposte cifre, basta la trasformazione in concime. Tutto il resto viene smistato altrove. Come gli abiti usati che volano ad Andria, o le siringhe e i farmaci che sostano a Carini in attesa dell'incenerimento. Gli ingombranti, tra mobili, elettrodomestici e oggetti d'elettronica, invece vengono consegnati a ditte specializzate per il riciclo e il recupero. Ecco che, così, la leggenda Bellolampo a poco a poco svanisce. 

fonte: http://livesicilia.it