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La guerra del combustibile dai rifiuti. I comitati del no scrivono anche al Papa

Dopo la sentenza del Tar che ha riconfermato la validità del decreto del 2013 si organizzano le associazioni contrarie all’uso del Combustibile solido secondario


Dopo la sentenza del Tar Lazio, 60 comitati di tutt’Italia contrari all’uso del combustibile solido secondario si organizzano e scrivono lettere aperte al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e otto di questi comitati si sono rivolti perfino al Papa Francesco. Chiedono che venga annullato il decreto che nel 2013 ne aveva definito le modalità d’uso.

Il decreto del 2013
Nel 2013 il ministro dell’Ambiente (era Corrado Clini) emanò un decreto applicativo per determinare gli standard di produzione e utilizzo del combustibile solido secondario (Css) in linea con il resto d’Europa. Il Css deve essere ottenuto da rifiuti selezionati, come carta e plastica, privi di componenti pericolose, e può essere utilizzato in sostituzione di combustibili più inquinanti come carbone o pet coke da petrolio in impianti come cementifici e centrali elettriche, a patto che le emissioni non siano quelle permissive consentite ai combustibili fossili negli impianti industriali bensì quelle molto rigorose imposte alla combustione di rifiuti.

La sentenza del Tar
Circa 180 cittadini della val d’Arda (Piacenza) insieme con alcune associazioni avevano fatto ricorso al Tar contro la Regione Emilia-Romagna per l’autorizzazione concessa in base al decreto al cementificio Buzzi Unicem di Vernasca. Il Tar ha invece dato ragione al cementificio e alla Regione, bocciando in modo netto la posizione dei comitati piacentini, per esempio rigettando la definizione estensiva di principio di precauzione. Secondo i giudici amministrativi, l’impatto sulla salute umana è documentato dagli atti e “non è contraddetto con argomenti specifici di segno contrario”. Le contestazioni sull’aumento del traffico di camion per alimentare il forno di cementeria riguarderebbero “6/8 mezzi al giorno nell’ipotesi estrema, ritenendola pienamente sostenibile dal punto di vista dell’ambientale e della salute”. Secondo i giudici l’accusa che il combustibile solido secondario avrebbe prodotto emissioni peggiori rispetto al pet coke è stata smentita dall’andamento delle emissioni: le “conseguenti variazioni negative”, dicono i magistrati, “sono smentiti dal rilievo effettuato a processo avviato”.

La lettera aperta di 60 comitati
Per questo motivo, 60 comitati hanno mandato una lettera aperta al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, e per conoscenza a quello della Salute, Roberto Speranza.
I comitati sottoscrittori sono di ogni tipo e tra i promotori vi sono gli attivissimi comitati di Gubbio, quelli di Monselice e ovviamente quelli di Piacenza, ma la lettera è stata sottoscritta anche da altre associazioni. Qualche nome: Acqua Bene Comune di Pistoia, Antipuzza di Assisi, Basta Nocività in Val d’Arda, Coppula Tisa, Giustizia per Taranto, Gubbio Salute Ambiente, Isde, Lasciateci Respirare, Legamjonici, Legge Rifiuti Zero, Mamme contro l’Inceneritore, Mamme Libere per la Tutela dei Figli, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, Movimento Sconforto Generale, No Antenna, Obiettivo Periferia, Rete Mamme da Nord a Sud, Salute Pubblica, Stop Solvay, Stop Veleni, Umbria Rifiuti Zero, Wwf Perugia, Wwf Salento, Zero Waste Lazio.

Che cosa dicono
Nella lunga e dettagliata lettera, 16 pagine di cui la metà di testo e la metà di firme, si chiede di abrogare il decreto del ministero dell'Ambiente n° 22 del 14 febbraio 2013 e di scongiurare l’approvazione di qualunque altro provvedimento per l’incenerimento e il coincenerimento di rifiuti e loro derivati.
A parere dei comitati, “la combustione di Css nei cementifici non è affatto un contributo alla gestione dei rifiuti e non può configurarsi come la “chiusura del ciclo”. Essa non rappresenta neanche una soluzione migliorativa riguardo all'inquinamento da CO2 prodotto dagli impianti di produzione del cemento, alimentati purtroppo con combustibili derivati per lo più dagli scarti del petrolio, perché più economici rispetto ad altri. Sostituire con i CSS una quota di pet-coke, il peggiore tra i combustibili fossili (a sua volta, in ultima analisi, un “rifiuto”), anche se il più utilizzato nei cementifici, potrebbe ridurre alcuni inquinanti gassosi, come gli ossidi di azoto, ma questa riduzione non è affatto significativa”.
Oltre alle emissioni, andrebbe considerato l’inglobamento delle ceneri prodotte dalla combustione dei rifiuti nel prodotto finale, “vale a dire quel cemento che ritroviamo poi nelle nostre case, scuole, ospedali e strade”.

Chi usa questo combustibile
Sono più di 20 le cementerie italiane autorizzate a sostituire il pet coke con Css e, secondo l’industria del cemento, il nostro Paese è arretrato rispetto agli altri dell’Unione europea: il tasso di sostituzione calorica con combustibili di recupero è oggi al 20,7%, mentre in Germania i combustibili derivati dai rifiuti rappresentano due terzi dei consumi. È un contributo a ridurre la pressione dei rifiuti nelle discariche. Secondo Federbeton, usare questi combustibili alternativo “nel solco dell’economia circolare e dell’impegno alla mitigazione dei cambiamenti climatici” è necessario “un intervento da parte della politica a favore del superamento della sindrome Nimby (acronimo di Not in my back yard), così come la semplificazione dei processi autorizzativi, di durata incerta, che scoraggiano le aziende dal porre in essere investimenti, anche economicamente onerosi, senza alcuna ragionevole certezza sugli esiti dei procedimenti”.

fonte: www.e-gazette.it

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Economia circolare, Costa: nei prossimi 5 anni 1,6 milioni di lavoratori necessari al settore riparazione








Secondo alcune stime “sono oltre 230mila le posizioni di lavoro che ora occorrerebbero per i cosiddetti riparatori”, in un più vasto “cambio di paradigma, dall’economia lineare all’economia circolare, che nel prossimo quinquennio si stima necessiti di oltre 1,6 milioni di nuovi lavoratori green nel settore”, cioè “circa il 60% oltre la richiesta lavoro esistente”. Così il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intervenuto al webinar organizzato dal Movimento 5 Stelle dal titolo ‘2021 anno del diritto alla riparazione’. Insomma, “non è più banale parlare di economia circolare – dice Costa – va magnificato il tema che è emerso”.

“Sul tema della riparazione, all’esame del Senato c’è una proposta di legge per il contrasto all’obsolescenza programmata dei beni di consumo, mentre alla Camera ce n’è un’altra basata sul concetto di bene nella gestione del rifiuto. Sono proposte di legge che segnano questa sensibilità – aggiunge il ministro – oggi che ci sono le condizioni culturali, politiche e governative, si può fare ed è necessario fare questo salto di qualità”.

“Il diritto alla riparazione si fonde ad altri diritti nell’ambito dell’economia circolare che cambiano il paradigma produttivo”, spiega Costa, “una visione nella quale nel resto della legislatura vogliamo costruire questo sistema”.

l ministro ha ricordato che nel 2018, poco dopo il suo insediamento al ministero dell’Ambiente, è stata assegnata al suo dicastero la competenza sull’economia circolare, insieme al ministero dello Sviluppo economico. Inoltre, nel 2020 è stata creata la Direzione generale per l’economia circolare. “Questo va di pari passo – ha osservato – con il quadro Ue”, al quale ha fatto riferimento la direttrice generale del ministero Laura D’Aprile.

Costa ha ricordato che “nell’ambito del regolamento Ue sulla tassonomia, abbiamo costruito gli indici della green finance, tra cui l’indice della circolarità della materia: coloro che vi investono hanno un indice di rischio più basso. Siamo i primi in Europa ad applicare tutto questo in via sperimentale”.

fonte: http://esper.it

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Palloncini e bicchieri di plastica, addio! L’Italia prima in Europa a vietare quelli usa e getta

L’Italia fa da apripista e vieta anche i bicchieri e i palloncini all’interno della direttiva europea sulla plastica usa e getta. A dare l’annuncio è stato il Ministro dell’ambiente Costa.




L’Italia è dunque il primo paese europeo ad aver recepito la direttiva che dal 2021 vieterà l’uso di numerosi oggetti in plastica monouso. Ma non solo. Oltre a piatti, posate, cannucce vieterà anche i palloncini e i bicchieri di plastica.

Secondo quanto annunciato da Costa, la norma è stata approvata e ora passerà all’esame dell’Aula per l’approvazione nella legge delega europea.

Ricordiamo che la direttiva sulla plastica monouso, approvata oltre un anno fa, punta a ridurre il marine littering introducendo norme più severe per i prodotti e gli imballaggi che rientrano tra i dieci oggetti inquinanti più spesso rinvenuti sulle spiagge europee. Secondo la direttiva, i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini e i cotton fioc in plastica monouso saranno vietati entro il 2021

E adesso, almeno in Italia, lo saranno anche palloncini e bicchieri

fonte: www.greenme.it


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Gestione rifiuti e Covid19: l'audizione del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa in Commissione Ecomafie

Secondo il Ministro l'impiego mensile delle mascherine protettive si ridurrà a un terzo di quanto previsto grazie a quelle riutilizzabili. Costa ha anche fatto riferimento all'ipotesi di installare nelle aree urbane appositi contenitori per la raccolta di mascherine e guanti


















La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa. L'audizione rientra nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti collegata all'emergenza COVID-19.
L'audito ha fatto una panoramica dei diversi atti di Istituto Superiore di sanità (Iss), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), Ministero dell'Ambiente e Commissione Europea concernenti la gestione dei rifiuti nell'emergenza COVID-19. Il Ministro ha inoltre richiamato le modifiche introdotte dalla legge di conversione del decreto legge «Cura Italia», che all'articolo 113-bis consente il deposito temporaneo di rifiuti fino ad un quantitativo massimo doppio rispetto a quanto previsto dal Testo unico ambientale, e con un limite temporale massimo di durata non superiore a 18 mesi.
Il Ministro ha riferito che negli impianti di incenerimento per rifiuti sanitari è al momento presente una capacità inutilizzata di 200mila tonnellate annue, mentre alcune aziende italiane avrebbero già messo a punto metodi di sanificazione per l'avvio al riciclo dei dispositivi di protezione individuale. Sempre secondo quanto riferito, l'impiego mensile delle mascherine si ridurrà a un terzo di quanto previsto grazie a quelle riutilizzabili. L’audito ha anche fatto riferimento all'ipotesi di installare nelle aree urbane appositi contenitori per la raccolta di mascherine e guanti.
Sempre sul fronte della gestione dei rifiuti collegata all’emergenza COVID-19, secondo quanto riferito dall'audito, il Ministero dell'Ambiente all'inizio dell'epidemia ha segnalato alla Commissione europea la chiusura delle frontiere da parte di alcuni Paesi membri a rifiuti italiani già trattati e pronti per l'avvio al riciclo. Il Ministro ha dichiarato che in risposta alla segnalazione la Commissione ha equiparato i rifiuti pronti per il riciclo a merci e ribadito l'impossibilità per gli stati europei di chiudere le frontiere ai flussi italiani. L’audito ha inoltre espresso la volontà di istituire un tavolo con rappresentanti di Ministero dell'Ambiente, Iss, Ispra e operatori del settore rifiuti, con l'obiettivo di monitorare i flussi di rifiuti indifferenziati, rifiuti da raccolta differenziata e rifiuti sanitari, elaborare eventuali nuove linee guida e attuare azioni di comunicazione.
L’audito ha inoltre riferito di aver attivato Ispra, le Arpa e le forze di polizia per i controlli di rispettiva competenza sulla gestione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. Sulle possibili correlazioni tra inquinamento atmosferico e contagi da COVID-19, il Ministro ha dichiarato di aver dato mandato all’Ispra di approfondire la questione.
«L’audizione del Ministro Costa rientra nell’inchiesta che la Commissione Ecomafie sta conducendo sulla gestione dei rifiuti correlata all’emergenza coronavirus. Il lavoro prosegue con altre audizioni e l’acquisizione di documenti. Vorrei intanto sottolineare l’importanza di una ripartenza sostenibile, a cominciare dai rifiuti. È auspicabile che la raccolta differenziata ricominci il prima possibile anche per gli italiani positivi al COVID-19: la stessa Commissione europea, nelle sue linee guida, non ne raccomanda infatti la sospensione come invece si è fatto in Italia», dichiara il Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli. «Ancora più importante è il futuro: pur rispettando tutte le norme igieniche necessarie a evitare ogni possibile contagio, non dobbiamo esasperarle, altrimenti ci ritroveremo sommersi di rifiuti. Significa trovare soluzioni che, pur garantendo la massima protezione delle persone, evitino un proliferare senza criterio dell’usa e getta, visto che nella maggior parte dei casi non dà maggiori garanzie dei prodotti riutilizzabili. Questi ultimi rimangono sempre, ove possibile, da privilegiare, e la loro produzione va incentivata senza troppa burocrazia», conclude il Presidente Vignaroli.
Qui link alla registrazione: https://webtv.camera.it/evento/16158#
fonte: www.ecodallecitta.it


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Riciclo degli pneumatici esausti: Costa firma il decreto EndOfWaste

Il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha confermato via Twitter la firma del decreto per il riciclo degli pneumatici esausti.




I provvedimenti in materia di ambiente in Italia non si fermano. Questo il messaggio inviato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa attraverso il suo profilo Twitter. Nello specifico viene indicato come firmato il decreto #EndOfWaste, che regolerà il recupero e il riciclo degli pneumatici esausti.

Nello specifico saranno interessate dal riciclo circa 400mila tonnellate di gomma ogni anno. Come dichiarato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un tweet:


Un raggio di sole in questo periodo buio. Firmato il decreto #EndOfWaste per gli pneumatici esausti. 400mila tonnellate l’anno che diventano asfalto, panchine, campi da calcio ecc ecc. Dobbiamo ripensare la nostra economia, dalla vecchia lineare e infinita a quella nuova circolare.

Un esempio è rappresentato dagli 8000 metri quadrati di strada asfaltata in Sardegna. Nell’ambito di un progetto Ecopneus è stato rifatto, utilizzando un asfalto ottenuto grazie anche alla gomma riciclata proveniente dagli pneumatici esausti, un tratto della centralissima via Roma a Olbia.

fonte: www.greenstyle.it

Costa: oltre la crisi, ambiente e salute al primo posto. No a logica usa e getta





“Il Covid19 è una tragedia immane, ci ha posto di fronte ad una sofferenza globale, ma dobbiamo ripartire con una speranza diversa”, lo ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa intervenendo a Radio Cusano Campus.
“Non vogliamo immaginare un mondo che non produca, ma che produca con una mentalità diversa – ha spiegato Costa – ponendo la tutela dell’ambiente al primo posto. Questo si può fare, scienziati ed economisti ce lo dicono, cambiamo il paradigma produttivo per produrre in modo più umano e ambientalmente sostenibile. Questa immane tragedia deve essere da insegnamento per il futuro”.
“La logica dell’usa e getta si inserisce in un meccanismo mentale sbagliato – ha aggiunto il Ministro – nel mondo dei rifiuti si può riciclare, riutilizzare, evitando di andare ad aggredire il nostro pianeta. Penso ai cambiamenti climatici, ora è tutto focalizzato sul Covid 19, ma approfittiamo di questa vicenda, che pur rimane una tragedia immane, per rivedere i nostri comportamenti e ripartire con una mentalità diversa. Il mondo di dopo non sarà più lo stesso”.
Il ministro ha poi parlato della campagna #ricicloincasa avviata dal Ministero dell’Ambiente: “In questo periodo siamo chiamati tutti a stare a casa – ha detto – riscoprendo le antiche tradizioni, qualcosa che fa parte della saggezza italiana, scoprendo nuovi percorsi, è un modo per guardare non solo alle piccole cose, ma anche per cambiare atteggiamento e costruire una mentalità nuova che comincia dalle famiglie e dai nostri comportamenti quotidiani”.
Parlando quindi, in senso più ampio, della gestione dei rifiuti, Costa ha affermato: “Non è solo una questione di mettere risorse in termini di fondi, che pur ci sono, quanto di modificare le norme e lo stiamo facendo: in queste settimane in cui il Ministero e la pubblica amministrazione in generale hanno rallentato le proprie attività, stiamo costruendo nuove norme per snellire la burocrazia che rende più fragile il sistema. Noi lo stiamo semplificando”.
“La criminalità organizzata si inserisce non solo dove c’è business, ma principalmente dove le norme sono fragili o dove il sistema non funziona in modo trasparente – ha aggiunto Costa – per trasparente intendo tracciabile, prevedendo anche la partecipazione dei cittadini. Questa nuova alleanza di trasparenza e tracciabilità non riguarda solo i rifiuti: dobbiamo costruire un nuovo paradigma ripartire con testa, mani e piedi nuovi”.
E rispondendo ad una domanda sull’invito rivolto a Greta Thunberg a venire in Italia, Costa ha affermato: “Lei era disponibile, poi è accaduta la tragedia che conosciamo. L’Italia ha avuto questa intuizione e il Ministero ha voluto costruire per la prima volta una Cop dei giovani, per invitarli a passare dalle proteste alle proposte. Ho costruito insieme al governo questo grande contenitore, lo Youth for Climate, un evento che era previsto a fine settembre primi di ottobre a Milano. Adesso vediamo che cosa succede però rimane l’idea, lo faremo il prima possibile, l’importante è farlo. Giovani di tutto il mondo verranno in Italia e per la prima volta proporranno il loro percorso ai grandi della Terra.
“È la prima volta nella storia del mondo in cui almeno nelle materie ambientali i giovani sono educatori dei genitori – ha aggiunto Costa – la loro sensibilità dei giovani è molto più alta di quella delle generazioni passate”.
E parlando di educazione ambientale, il Ministro ha poi concluso: “Da settembre 2020 la formazione ambientale entrerà in tutte le scuole, siamo il primo Paese ad averlo deliberato: questo vuol dire puntare sui giovani, costruire una coscienza ambientale per evitare di ripetere gli errori del passato”.


fonte: esper.it

Sostenibilità: a Roma il primo festival del giornalismo ambientale

Al Maxxi, dal 6 all’8 marzo. Il ministro Costa: “L’informazione è essenziale per aprire la porta del green”

















Un festival per dare voce e visibilità al giornalismo ambientale, alla luce dell’attenzione sempre crescente verso la questione climatica e l’ambiente in generale. Lo organizzano il ministero dell’Ambiente, l’Ispra, l’Enea e la Fima (Federazione italiana dei media ambientali) e si svolgerà il 6, 7 e 8 marzo all’auditorium del Maxxi, a Roma.
Ad inaugurarlo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che recentemente ha invitato gli editori ad avere il coraggio di investire sui giornalisti ambientali per fare un’informazione corretta, scientificamente attendibile e accattivante.
“Per cambiare il paradigma e aprire la porta del green in modo definitivo – osserva il ministro – bisogna entrare nelle case dei cittadini. Quale miglior veicolo se non quello dei mass media? Oggi l’informazione che i giornalisti fanno è essenziale per ottenere il risultato e gli editori hanno il compito di investire su di loro, per un percorso comune verso la sostenibilità. Anche di questo si parlerà al primo festival del giornalismo ambientale”.
Tra i temi di cui si dibatterà nei tre giorni, le inchieste e le fake news, i nuovi media, le sfida legate al clima, all’inquinamento, ai rifiuti e al Green new deal, il rapporto tra ambiente, energia e innovazione. Ne parleranno esponenti della carta stampata, della tv, delle radio, delle agenzie di stampa, dei new media insieme ad esperti del mondo istituzionale e scientifico.
Per i giornalisti che parteciperanno come pubblico è previsto l’accredito per la formazione professionale continua dell’Ordine. 
fonte: https://www.snpambiente.it

Plastic Tax, Costa: “Anticipare Norme Ue”

Il ministro dell’ambiente Sergio Costa, rispondendo a un question time alla Camera, difende la manovra economica e il suo più discusso provvedimento: la plastic tax.






fonte: https://www.ricicla.tv

Ecomondo 2019 - Costa: "Nasce La Direzione Generale Su Economia Circolare"

"Domani in Consiglio dei ministri daremo il via libera alla nascita della direzione generale sull'economia circolare. Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa inaugurando la 23esiama edizione di Ecomondo.





fonte: https://www.ecomondotv.ricicla.tv/

Acquisti verdi, il ministro Costa punta sui Cam e lancia il brand “Ecologia integrale”

«Plastic free non è una guerra all’industria»



















Criteri ambientali minimi all’interno del Collegato ambientale. E Cam più facili di come sono adesso. Sono queste le promesse che il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha fatto nell’ambito del forum Compraverde Buy Green organizzato dalla Fondazione Ecosistemi e giunto alla sua tredicesima edizione, che si è conclusa venerdì scorso a Roma. «Voglio che i Cam funzionino – ha continuato il ministro – e mi impegnerò al massimo per far sì che avvenga, anche perché mi serviranno per definire un nuovo brand, quello dell’Ecologia integrale, che unisca alla sostenibilità ambientale anche quella sociale, perché non è ammissibile premiare un prodotto green che è stato fatto per esempio sfruttando il lavoro dei bambini».

Nel suo intervento Costa non ha potuto fare a meno di soffermarsi sulla cosiddetta ‘tassa sulla plastica’, chiedendo aiuto alle imprese e distinguendo tra plastica ‘cattiva’ e plastica ‘buona’: «Plastic free non è una guerra all’industria – ha detto – aiutateci con proposte concrete e ben fatte perché questa tassa sia applicata solo sulle plastiche né riciclate né riciclabili. Anche perché la norma europea sull’Iva agevolata per la plastica riciclata che dovrebbe arrivare a breve mi piace tantissimo e spero a gennaio di cominciare a lavorarci per un pronto recepimento anche nel nostro Paese».

Sollecitato da una domanda dal pubblico il ministro ha poi fatto chiarezza sulle terre e rocce da scavo, che non si possono riutilizzare in loco. «E’ un problema di caratterizzazione del materiale – ha spiegato – però stiamo cercando di fare in modo che laddove le caratterizzazioni diano esito positivo si possano utilizzare in loco risparmiando trasporti ed emissioni».

Infine nell’elencare le cose fatte a tempo di record (il decreto clima) quelle su cui si stalavorando (legge di stabilità e collegato ambientale) e quelle in arrivo (i vari cam che vedranno la luce nei prossimi mesi), il ministro si è permesso anche una battuta politica: «non chiedetemi perché in un mese abbiamo fatto molte più cose che in tutto il governo Conte1 – ha concluso – diciamo che si è aperta una nuova stagione, davvero green, dove la sostenibilità è un pilastro condiviso da tutti».

fonte: www.greenreport.it

Differenziata, Costa: "Accelerare La Firma Del Nuovo Accordo Anci Conai"



"Bisogna accelerare per chiudere il nuovo accordo anci conai". Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa a margine della presentazione del rapporto Anci-Conai sulla differenziata negli 8mila comuni italiani



 
fonte: https://www.ricicla.tv

Vantaggi fiscali per chi inquina meno e per le aziende che investono nel green, il nuovo decreto di Costa per combattere i cambiamenti climatici

Un decreto legge sui cambiamenti climatici, vantaggi fiscali per chi utilizzerà l’energia pulita e un supporto alle famiglie che adotteranno una svolta green, inquinando meno. Sergio Costa il ministro dell’Ambiente riconfermato nel governo Conte 2, anticipa sui social ciò che porterà al tavolo del prossimo Consiglio dei ministri.




Una lunga lista di temi dalla gestione dei rifiuti fino alla Terra dei Fuochi, dai cambiamenti climatici fino agli sgravi fiscali per l’imprenditoria verde.


“Dobbiamo osare, non abbiamo alternative. Insieme ce la faremo. Il Ministero c’è. Ma ognuno deve fare la propria parte”, scrive il ministro su Facebook.

Partendo da una sorta di green new deal cioè una politica per la sostenibilità ambientale con taglio delle emissioni di carbone e incentivando l’economia verde, proponendo vantaggi fiscali per imprenditori e famiglie.


Cambiamenti climatici
“ Voglio portare al primo Consiglio dei ministri un decreto legge sui cambiamenti climatici, sarà il primo decreto di questo tipo EUROPEO. Non è più il tempo di dire “possiamo farlo” ma “DOBBIAMO farlo”. Con questo decreto imporremo la svolta verde a imprese, famiglie e consumatori”, scrive Costa.

Bonifiche

“Un’altra priorità è quella delle bonifiche. Non è accettabile che le bonifiche in Italia si trasferiscano di generazione in generazione. Ci sono bonifiche tramandate da padre a figlio. 30/40 anni per una bonifica non è solo un’ingiustizia, ma una vergogna. Chiaramente ci sono bonifiche più complesse di altre, penso a Napoli est, al fiume Sarno, alla Valle del Sacco, o Brescia… ma i tempi devono essere più brevi, di almeno un terzo”, continua.

Rifiuti

“Dobbiamo costruire la strada per abbandonare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti. Un sistema basato sull’incenerimento, un sistema costruito sulla quantità, un sistema stressato e al collasso. Continuare in questa direzione è fallimentare sia economicamente che socialmente. Durante lo scorso anno abbiamo strutturato la filiera dell’economia circolare, creando una specifica competenza nel ministero: oggi nel mio dicastero c’è un gruppo di persone che se ne occupa, ieri no. Non basta, chiaramente ma dobbiamo fare in modo che l’intero sistema funzioni. Ho già firmato alcuni decreti end of waste (penso a quello dei pannolini), ora l’obiettivo è andare avanti come treni”.

Terra dei fuochi

“Abbiamo lavorato tantissimo per il contrasto alla Terra dei Fuochi, ma questa estate ci dice che ancora non basta. Il Ministero c’è. Ma ognuno deve fare la propria parte. Ieri la prima cosa che ho fatto è parlare con il neoministro dell’Interno e gli ho chiesto di aiutarci. Mi ha risposto “io ci sto””


fonte: https://www.greenme.it/

Costa: «È nata la nuova Commissione Via Vas: è un’eredità che lascio con grande gioia al futuro dell’Italia»
















«L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. È nata la nuova Commissione Via Vas. Vi sembrerà una notizia di poco conto e invece è determinante per il nostro futuro e sono felice di essere riuscito a portarla a termine dopo un lavoro durato quasi un anno. La Commissione Via Vas effettua le valutazioni di impatto ambientale dei progetti, delle opere, dalle trivellazioni ai grandi impianti industriali, per intenderci».

Lo ha fatto sapere il ministro dell’Ambiente Sergio Costa con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook.

«Ebbene, quella che fino ad oggi ha operato era stata nominata più di dieci anni fa. Scaduta, ma non rinnovata e sulle nuove nomine decretate nella scorsa legislatura c’erano state inchieste e rilievi della Corte dei Conti,» ha spiegato Costa.

«In genere» prosegue il post «erano nominati dai miei predecessori con chiamata diretta. Io ho voluto un avviso pubblico, alla quale potessero partecipare i migliori professionisti del Paese. E ho predisposto che per la prima volta la commissione dovesse essere costituita anche da medici, perché tra ambiente e salute c’è un rapporto imprescindibile. Sono arrivati più di 1200 curricula e abbiamo formato varie commissioni di valutazione costituita da docenti universitari e giuristi per selezionare i curricula di tecnici, giuristi, esperti ambientali e medici».

«E quindi sono felice di annunciare che dopo mesi di lavoro da parte dei selezionatori, i nuovi 40 commissari, sono pronti ad entrare in azione per il bene del Paese, la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. È un’eredità lascio con grande gioia al futuro dell’Italia. Buon lavoro a tutti,» ha concluso Costa.

fonte: http://www.recoverweb.it/

Costa: ‘Costruire nuovi inceneritori sarebbe folle e irresponsabile’

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa torna sulla questione degli inceneritori e lo fa attraverso un post su Facebook, per ribadire un concetto ovvio ma che nei fatti non è condiviso dai principali esponenti del governo

















Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa torna sulla questione degli inceneritori e lo fa attraverso un post su Facebook, per ribadire un concetto ovvio ma che nei fatti non è condiviso dai principali esponenti del governo.
“Oggi ho letto che chi non vuole costruire nuovi inceneritori sarebbe folle e irresponsabile. Io trovo che sia folle e irresponsabile pensare l’esatto contrario. E non lo dico per motivi ideologici, ma tecnici e pragmatici. L’Europa ci dice che già al 2025 dovremo raggiungere il 65% di riciclo – continua il ministro - Il 70% nel 2030. Per costruire un inceneritore occorrono dai 5 ai sette anni. Per rientrare dall’investimento occorrono altri 20 anni. Bene: nel 2027 cosa daremo da mangiare a questi eventuali nuovi impianti visto che bruciano la parte residuale, terminale, della raccolta, cioè tutto quello che non può essere riciclato?
“Nel frattempo di alcuni impianti è stata annunciata la chiusura, come quello di Livorno e di Ravenna, proprio perché sono venute a mancare le condizioni della loro attività. Vedete? Non servono”.
Comunque io dico sì agli impianti, ma solo a quelli che servono: innanzitutto quelli di compostaggio, soprattutto al Sud. Lavorano l’organico, che è la gran parte del rifiuto da trattare. Occorre un sistema a stella, con quelli più piccoli vicino al luogo dove l’organico viene prodotto. Ne ho già parlato con le associazioni imprenditoriali di categoria e concordano. Comunque sul punto il contratto di governo è chiaro: Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi. Ed è proprio quello che stiamo facendo”.

Il comitato Salute Ambiente incontra il Ministro Sergio Costa
























La rappresentanza del nostro CSA, presente ad Assisi nella giornata del 23 luglio, ha incontrato il ministro dell’ambiente Sergio Costa.
L’evento per il quale si è impegnato moltissimo il nostro avvocato Valeria Passeri, è stato senza dubbio di grande importanza. L’opportunità di informare direttamente il ministro della penosa situazione che caratterizza le nostre vallate, con riferimento particolare alle situazioni di  Trestina e Calzolaro, è stata utilizzata dai nostri rappresentanti, Guido Baccarini e  Marco Melini, in maniera chiara ed articolata.
Da parte sua il Ministro Costa, persona notoriamente attenta e sensibile alle questioni ambientali,  ha mostrato interesse e soprattutto volontà ad approfondire in maniera seria e compiuta l’analisi delle problematiche del nostro territorio.
Il comitato Salute Ambiente Calzolaro Trestina Altotevere Sud non può che esprimere la più ampia soddisfazione per eventi simili e per la disponibilità dichiarata dal Ministro per ulteriori successivi incontri, dove le casistiche territoriali verranno analizzate in maniera dettagliata.
Grazie dunque Ministro Costa per l’attenzione riservataci e grazie soprattutto per quanto vorrà predisporre a tutela della Salute e dell’ambiente in cui viviamo.
Il comitato auspica che anche gli amministratori della nostra regione e dei nostri comuni, prendano finalmente in seria considerazione le problematiche della lavorazione dei rifiuti e le ricadute che hanno nei diversi territori dell’Umbria. Auspichiamo inoltre che le agenzie e gli enti preposti ai controlli di competenza lo facciano con grande attenzione e senso di responsabilità, osservano il principio di precauzione che ormai è alla base di tutte le legislazioni sia Nazionali che Europee.





COMITATO SALUTE AMBIENTE CALZOLARO TRESTINA ALTOTEVERE SUD 

Sesto S. Giovanni, riflettori accesi sul SIN: Costa “bonifica modello”



















In occasione della Milano Fashion Week Uomo 2019, lo stilista Ermenegildo Zegna ha scelto lo scenario “post industriale” dell’area ex Falck di Sesto San Giovanni come location della sua sfilata del 14 giugno. Un evento mondano che ha acceso i riflettori sull’insolito set di un Sito di interesse nazionale, la cui bonifica è stata identificata come modello virtuoso da prendere ad esempio per gli altri SIN ancora da risanare.

È questo, infatti, il giudizio che il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha espresso dopo aver visitato l’area il 17 maggio scorso.
Costa si è detto molto soddisfatto per quella che ha definito una “bonifica modello” e per il lavoro svolto da Arpa Lombardia, che ha permesso mediante le sue valutazioni tecniche, controlli in campo e attività analitiche, di accelerare gli interventi programmati.

La visita ha previsto una prima tappa nella sede operativa della United Risk Management, dove è stato presentato il modello di sicurezza e salvaguardia ambientale della movimentazione terre della bonifica delle aree Falck, dal quale emerge come per i materiali scavati da ogni cella, per quelli stoccati in ogni baia e per ogni mezzo che entra ed esce dal sito sia possibile ricostruire i movimenti, a garanzia della legalità delle operazioni.
Quindi, dopo aver apprezzato il plastico raffigurante le aree Falck del futuro, esposto nella sede della Immobiliare Milanosesto, il ministro ha effettuato un sopralluogo nelle aree di bonifica.
In quella denominata “Unione”, Costa ha potuto constatare la conclusione delle attività di bonifica nelle zone che saranno oggetto di riqualificazione, con la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca, e prendere visione delle attività in corso laddove sorgerà il nuovo ospedale S. Raffaele. Nell’area Concordia ha, invece, verificato come gli scavi – profondi fino a 13,5 metri dal piano campagna – abbiano messo in luce le fondamenta del capannone T5, che verrà conservato come manufatto di archeologia industriale.

fonte: http://www.snpambiente.it

Cop 26, il ministro dell’Ambiente Costa: “Se sarà in Italia, si terrà a Milano”

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha fatto sapere che Milano è candidata ad ospitare la Cop 26, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite.















La prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26) potrebbe tenersi in Italia. E, se il nostro paese dovesse essere scelto come nazione ospitante, il più importante evento sui cambiamenti climatici si terrà a Milano.

L’Italia propone Palermo per ospitare i lavori preliminari della Cop 26

L’annuncio è arrivato nella giornata di venerdì 17 maggio: il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a margine di un’assemblea dell’associazione Lipu ha ricordato che l’Italia “si è candidata ad ospitare la Cop 26. E come giusto riconoscimento alla città, ho pensato di poterla ospitare a Milano”. Il membro del governo Conte ha quindi aggiunto che i lavori preliminari, la cosiddetta “pre-Cop” potrebbe avere luogo dall’altra parte della Penisola: “A Palermo, perché nella tutela dell’ambiente e non solo il Paese va sempre unito
Costa ha tuttavia sottolineato, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, che l’Italia “compete con altre nazioni come Regno Unito e Turchia ”.

Dalla Regione Lombardia “forte sostegno” alla candidatura di Milano

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo hanno accolto favorevolmente l’annuncio: “Valutiamo positivamente – hanno spiegato – le parole del ministro dell’Ambiente che oggi ha confermato la candidatura di Milano come sede della Conferenza mondiale Cop 26. È la scelta giusta per rappresentare l’Italia. Anche il Consiglio regionale lo aveva chiesto all’unanimità e in questi mesi come Regione ci siamo attivati per evidenziare l’opportunità di questa candidatura. C’è dunque un forte sostegno da parte della Lombardia e speriamo che anche il governo prosegua in questo impegno”.
La ventiseiesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite si terrà dal 9 al 19 novembre 2020.
fonte: www.lifegate.it