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Nuovo Bando ANCI-CONAI per la comunicazione locale

I Comuni singoli o associati (con popolazione superiore a 5 mila abitanti) e gli enti di governo del servizio rifiuti sono invitati a presentare, a partire dal 19 luglio 2021, progetti di comunicazione locale finalizzati al miglioramento della gestione dei rifiuti di imballaggio


















I Comuni singoli o associati (con popolazione superiore a 5 mila abitanti) e gli enti di governo del servizio rifiuti sono invitati a presentare, a partire dal 19 luglio 2021, progetti di comunicazione locale finalizzati al miglioramento della gestione dei rifiuti di imballaggio. Le regole e le modalità di presentazione dei progetti sono stabilite all’intero delle “Linee Guida alla comunicazione locale 2021” (Bando_Anci_Conai_Comunicazione_Locale_2021.)

I Comuni potranno presentare i propri progetti entro e non oltre il 31 agosto 2021 accedendo, previa registrazione, al sito web bandoanciconai.conai.org o inviando una PEC all’indirizzo bandoanciconai@conai.legalmail.it.

fonte: www.ecodallecitta.it


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La raccolta differenziata in Italia sfiora il 62%, balzo del 3,5% a 6,5 mln di tonnellate

I dati dei rapporti 2019 e 2020 dell’accordo tra Anci e Conai. Quasi tutti i materiali hanno superato gli obiettivi previsti, soltanto plastica e legno necessitano di incrementi sia per raccolta che per riciclo. Si assottiglia la differenza tra Nord e Sud, anche se al Sud rimane aperta la questione della carenza impiantistica. Il ministro Cingolani: “stiamo lavorando per ridurre il divario ancora oggi esistente tra le diverse aree del Paese e assicurare una transizione giusta e inclusiva. Anche con un Piano speciale per le due tre regioni rimaste più indietro”



La raccolta differenziata in Italia è arrivata al 61,69%, con un balzo del 3,5% rispetto all’anno precedente; i materiali raccolti sono stati 6,5 milioni di tonnellate. Questo il dato principale che emerge dalla presentazione dei rapporti 2019 (pdf) – rimandato per via dell’emergenza Covid-19 – e 2020 dell’accordo Anci-Conai (il Consorzio degli imballaggi). Ne viene fuori che l’Italia è anche al secondo posto in Europa, dopo la Germania, in economia circolare per la capacità di intercettare i materiali.

Quasi tutti “i materiali hanno superato gli obiettivi previsti, soltanto plastica e legno necessitano di incrementi sia per la raccolta che per il riciclo. L’impennata negli ultimi anni c’è stata tra il 2018 e il 2019″. Inoltre “si è assottigliata differenza tra Nord e Sud”. Anche se al Sud rimane aperta la questione della carenza impiantistica.

“La nascita del ministero della Transizione ecologica è parte di quel percorso di costruzione che vede il nuovo governo impegnato nella realizzazione di una nuova visione strategica delle politiche ambientali. In quest’ottica – osserva Roberto Cingolani – stiamo lavorando per ridurre il divario ancora oggi esistente tra le diverse aree del Paese e assicurare una transizione giusta e inclusiva. Anche con la predisposizione di un Piano speciale per le due tre regioni rimaste più indietro. È necessario avere a disposizione servizi sempre più smart che consentano la condivisione delle informazioni, la creazione di una rete al servizio delle istituzioni e dei cittadini per sviluppare e far acquisire la piena consapevolezza che le loro abitudini condizionano il nostro modo di vivere”.

Le quantità gestite dai consorzi di filiera registrano un aumento di oltre il 18% sul 2018 (6,4 milioni di tonnellate di materiali). Il confronto tra i due anni mette in evidenza un trend crescente delle quantità gestite da tutti i consorzi. I dati – si osserva – fanno riferimento agli anni 2018 e 2019 (periodo di vigenza dell’Accordo quadro Anci-Conai, 2014-2019) e dei relativi allegati tecnici, in termini di quantità di rifiuti di imballaggio raccolti, della loro qualità e dei corrispettivi economici riconosciuti ai convenzionati dai sei consorzi di filiera: CiAl (alluminio), Comieco (carta), Corepla (plastica), Coreve (vetro), Ricrea (acciaio) e Rilegno (legno). Il sistema Anci-Conai nel biennio 2018-2019 ha permesso di superare in alcune categorie gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclo fissati al 2030. Che si possono considerare “sostanzialmente raggiunti a livello nazionale, con eccezione di carta e plastica”.

“Come Associazione abbiamo garantito il rispetto delle condizioni previste dall’accordo quadro Anci-Conai appena concluso, e faremo lo stesso per il nuovo accordo 2020-2024, firmato lo scorso anno – mette in evidenza Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale dell’Anci – tuttavia per perseguire i benefici dell’economia circolare serve uno sforzo congiunto visto che dai rapporti emerge a livello nazionale, la convivenza di due macroaree: Nord e Centro-Sud. La prima continua ad avere ottimi livelli di raccolta sia quantitativa che qualitativa, il centro ha fatto passi avanti mentre il Sud sconta carenze e ritardi. Per Bianco “colmare il gap non è solo possibile ma necessario al sistema Paese: auspichiamo che il Pnnr con le sue risorse, su questa misura 52,7 miliardi di euro, contribuisca a colmare il divario. Con questi interventi si potrà recuperare il gap di impianti che aggrava la distanza tra le due macroaree”.

Dai due rapporti emerge anche un aumento dei corrispettivi riconosciuti dai consorzi di filiera: nel 2019 sono stati in tutto oltre 601 milioni di euro, con un incremento del 15,49% rispetto al 2018. Oltre il 61% del totale degli importi è stato riconosciuto per le raccolte della plastica, mentre il maggiore incremento dei corrispettivi fatturati rispetto all’anno precedente si ha per la carta.

Conferma per la diffusione capillare dell’accordo Anci-Conai: i Comuni coperti da almeno una convenzione sono stati 7.839 nel 2018 e 7.847 nel 2019, rispettivamente pari al 98,55 e al 99,15% del totale e per una popolazione complessiva di 59.524.019 abitanti nel 2019. Al 2019, il 62% dei Comuni è coperto da 5 o 6 Convenzioni, mentre nel 2018 si attestava a poco più del 56%. La gestione dei materiali all’interno del sistema dei consorzi è molto più frequente nelle regioni del Nord rispetto al resto del Paese.

“I numeri danno nuova conferma dell’importanza del sistema consortile nel suo ruolo di sussidiarietà al mercato – afferma Luca Ruini, presidente Conai – permettendo all’economia circolare italiana di mantenere un ruolo di leadership nel panorama europeo. Conai e Anci continuano a collaborare con risultati che portano da sempre grande beneficio al Paese. Uno su tutti: oggi sette imballaggi su dieci hanno una seconda vita. Uno dei nostri obiettivi principali, del resto, è migliorare in qualità e in quantità la raccolta differenziata, sostenendo soprattutto il percorso che molti Comuni del Sud stanno facendo per arrivare a risultati paragonabili a quelli del Nord del Paese. Aiutandoli non solo a intercettare le risorse in arrivo dall’Europa, ma anche a sviluppare competenze adeguate”.

fonte: www.rinnovabili.it



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Emergenza Coronavirus Covid19 e rifiuti in carta e cartone: la parola a Comieco

Il direttore generale, Carlo Montalbetti, intervistato da Eco dalle Città: "In questo momento c’è senza dubbio una maggiore richiesta di imballaggi, dovute alle necessità della catena alimentare e delle spedizioni. La filiera sta rispondendo a questo surplus di domanda che porta di conseguenza ad un aumento del consumo interno di carta da macero"






















1) Questo periodo di “confinamento” casalingo potrebbe portare ad un aumento della produzione di rifiuti domestici: da parte vostra registrate già qualche effetto di questo periodo? Potreste fare una stima di quanto aumenterebbero i rifiuti in carta e cartone (anche in relazione all'aumento delle ordinazioni online)?

Nella situazione emergenziale che stiamo vivendo, trascorrendo molto più tempo in casa, è possibile un aumento dei rifiuti che ogni famiglia produce principalmente per due fattori: l’ecommerce (solo nell’ultima settimana di febbraio le vendite online dei prodotti di largo consumo sono aumentate dell’81% - fonte: Nielsen) e la grande distribuzione che nella prima settimana di marzo ha registrato una crescita del 10,6% degli acquisti, con punte al Sud del 20,5% (dati IRI riportati da PrimaComunicazione). La raccolta differenziata e il riciclo rappresentano in questo contesto uno sbocco strategico per garantire una gestione dei rifiuti efficiente, in termini economici ma anche ambientali. I numeri di oggi, però, sono ancora in chiaro scuro: complici le chiusure forzate e le restrizioni registriamo nelle ultime settimane un trend inferiore alle previsioni ma senza una stabilizzazione del contesto è difficile spingersi in valutazioni più complessive.
2) Le misure di contenimento dell'epidemia Coronavirus stanno producendo altri effetti lungo la filiera di carta e cartone? Questa situazione potrebbe portare a qualche cambiamento delle abitudini degli italiani in termini di raccolta differenziata?
In questo momento c’è senza dubbio una maggiore richiesta di imballaggi, dovute alle necessità della catena alimentare e delle spedizioni. La filiera sta rispondendo a questo surplus di domanda che porta di conseguenza ad un aumento del consumo interno di carta da macero (la filiera cartaria utilizza già per circa il 60% della produzione complessiva fibre da riciclo). In relazione allo scenario attuale, è lecito attendersi, una contrazione ulteriore della raccolta derivante dal circuito commerciale a favore di quella domestica.
3) Il mercato di carta e cartone stava affrontando un periodo di crisi dei prezzi: qual è la situazione attuale?
In questa fase, registriamo segnali di aumento dei prezzi del cartone, in particolare, dovuti alla crescita della domanda di imballaggi, a fronte di una disponibilità in calo in relazione alla contrazione della disponibilità del circuito non domestico.
4) C'è stato un ritorno dei Comuni all'interno dell'Accordo Quadro dovuto al crollo dei prezzi?
Nel 2019 il Consorzio ha fatto fronte a circa 600.000 tonnellate rientrate dal mercato che i Comuni italiani hanno preferito gestire tramite il sistema delle convenzioni. Le stime per il 2020 prevedono rientri per ulteriori 500.000 tonnellate. In termini economici questi quantitativi si traducono in un esborso verso il territorio di 50 milioni di euro, corrispettivi previsti dall’Accordo Anci/Conai. Questo meccanismo conferma e rafforza il ruolo sussidiario del sistema consortile, capace di garantire ai Comuni il ritiro della raccolta e l’avvio a riciclo, in qualsiasi condizione di mercato.
5) L'aumento del contributo ambientale potrà riequilibrare la situazione garantendo la sostenibilità del Sistema?
L’aumento del contributo serve proprio per far fronte all’incremento dei quantitativi gestiti dal Consorzio, con conseguenti aumenti dei costi di raccolta e trattamento. Bisognerà poi valutare in una fase successiva gli effetti da una parte della contrazione della raccolta in questo periodo e dall’altra delle riduzioni del gettito in relazione all’immesso al consumo nei prossimi mesi.
6) Dal punto di vista impiantistico ci sono novità in merito all'avvio delle nuove cartiere sul territorio italiano?
A Verzuolo e ad Avezzano Burgo Group ha avviato due cartiere e una terza cartiera è in attesa di poter far partire la produzione a Mantova. Un segnale importante che dimostra come il settore cartario italiano stia investendo aumentando la capacità interna di riciclo (queste tre cartiere infatti a regime possono assorbire 1,4 mln di ton di macero) per rendere il sistema completamente autosufficiente.

Rifiuti urbani: prorogato al 30 aprile 2020 l’Accordo quadro nazionale ANCI-CONAI

Anche durante questi mesi di proroga verranno applicate le medesime condizioni previste dagli Allegati Tecnici, inclusi i vigenti parametri per l’assegnazione delle fasce qualitative.










Al fine di consentire la definizione delle intese per il nuovo Accordo e la miglior negoziazione possibile dei singoli Allegati Tecnici, i presidenti di ANCI e di CONAI hanno condiviso di prorogare di altri 4 mesi l’Accordo già in scadenza al 31 dicembre 2019.
Anche durante questi mesi di proroga verranno applicate le medesime condizioni previste dagli Allegati Tecnici, inclusi i vigenti parametri per l’assegnazione delle fasce qualitative.
Resta inteso l’impegno delle parti a concludere le nuove intese entro il prossimo mese di luglio.

Accordo Quadro Anci Conai, al via la definizione della trattativa sugli allegati tecnici




















Dopo la presentazione ieri in Commissione Ambiente delle principali novità contenute nel nuovo Accordo Quadro Anci Conai, parte generale, per il prossimo quinquennio, l’Anci nazionale ha avviato la trattativa sulla parte, non meno importante ed impegnativa, degli allegati tecnici.
Soddisfazione è stata espressa a chiusura dei lavori dal delegato politico Ivan Stomeo, dal presidente del Consiglio nazionale Enzo Bianco e dai componenti tutti della delegazione trattante, che hanno illustrato alla Commissione Ambiente il lungo, complesso e delicato lavoro fatto nell’ultimo anno.Molti gli spunti innovativi già contenuti nella bozza di Accordo Quadro parte generale che hanno trovato unanime condivisione da parte dei componenti della Commissione Ambiente in cui è stato sottolineato come la negoziazione sia avvenuta in un periodo di profonda revisione dell’assetto ordinamentale in materia di rifiuti, con gli obblighi di adeguamento per il nostro Paese alle nuove direttive UE sulla responsabilità estesa del produttore e le ricadute che gli stessi avranno sugli oneri della gestione, anche dei rifiuti di imballaggio.La Commissione Ambiente ha preso atto e ha approvato la bozza di nuovo Accordo, sottolineando come sia stato raggiunto un risultato molto importante e cioè la possibilità di modificarlo, nel suo periodo di vigenza, qualora non fosse più coerente con le succitate direttive.Tra le novità più rilevanti introdotte vi è quello della terzietà delle analisi merceologiche, vera e propria conquista dell’Associazione, accettata dalla controparte e declinata, in quest’Accordo, non solo in un principio verso il quale orientarsi, ma anche nella definizione di azioni concrete. E’ stato infatti previsto il meccanismo dell’individuazione di un soggetto terzo, incaricato di scegliere le società qualificate per eseguire le analisi merceologiche, attribuendogli anche il compito della verifica e del controllo a campione delle analisi effettuate dai laboratori.Altra importantissima innovazione raggiunta, è quella relativa alla tema della tracciabilità che attiene non solo ai flussi di materia ma anche a quelli economici lungo tutta la filiera (deleghe comprese). Viene inoltre previsto che qualora vi sia una delega o sub-delega, nei casi in cui la stessa è ammessa,  i delegati debbano trasmettere ai Comuni, ogni 6 mesi, il report contenete valori economici e materiali ricevuti dai consorzi. Si tratta di uno strumento che riconosce la centralità ai Comuni e consente loro di avere conoscenza dei risvolti qualitativi ed economici derivanti dalle attività di gestione dei rifiuti da imballaggio.Infine, in materia di trasparenza, tutti i dati contenuti nella Banca Dati Anci Conai, saranno pubblicamente disponibili a chiunque, a mezzo web, ne faccia richiesta.Sono infine incrementati i fondi, per i progetti territoriali e sperimentali, da destinare ai territori e dunque ai Comuni, che ammonteranno a circa 3 milioni di euro annue.
A conclusione dei lavori, ampia condivisione del metodo e dei contenuti della bozza di Accordo da parte di tutti i presenti cui è stato chiesto, pur senza stravolgerne l’assetto, un contributo di osservazioni e proposte entro 10 giorni, in modo da poter arrivare alla chiusura definitiva celermente.Nel ricordare che la proroga dell’attuale Accordo Quadro scade il 31 dicembre, la Commissione è stata altresì informata del fatto che sono state avviate le trattative anche sugli allegati tecnici, altra fase delicata e complessa cui l’Anci dedicherà energie e attenzione per arrivare presto alla chiusura della negoziazione nei termini dati.


fonte: http://www.anci.it

Differenziata, Costa: "Accelerare La Firma Del Nuovo Accordo Anci Conai"



"Bisogna accelerare per chiudere il nuovo accordo anci conai". Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa a margine della presentazione del rapporto Anci-Conai sulla differenziata negli 8mila comuni italiani



 
fonte: https://www.ricicla.tv

Rifiuti, ecco come cambierà l’Accordo quadro Anci Conai





















Secondo il ministro Costa Si tratta dello strumento nato per garantire la copertura dei maggiori oneri sostenuti per fare la raccolta differenziata degli imballaggi: il nuovo Accordo è previsto entro fine anno
Il nuovo Accordo quadro Anci Conai, che rappresenta lo strumento nato per garantire ai Comuni, attraverso il sistema dei Consorzi di filiera, la copertura dei maggiori oneri sostenuti per fare le raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggi (perché fare la raccolta differenziata costa) sarà «sottoscritto entro fine anno per superare le attuali criticità». L’annuncio del ministro Sergio Costa arriva dopo che nei giorni scorsi l’Accordo in vigore a partire dal 2014 è stato ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 2019.
«Oggi è in via di definizione il nuovo Accordo – ha affermato Costa – nel quale verranno rafforzati i principi basilari e introdotti ulteriori criteri, anche stimolati dal mio dicastero, quali la valorizzazione di modalità di gestione locali particolarmente efficaci ed efficienti, per individuare modelli replicabili sull’intero territorio nazionale, una maggiore attenzione ai concetti di trasparenza e di tracciabilità dei flussi di rifiuti di imballaggio, anche verificando il bilancio di materia in ingresso ed in uscita dagli impianti».
Per quanto riguarda le criticità nell’attuale sistema di gestione dei rifiuti, in riferimento alla macro-area del centrosud il ministro ha sottolineato che queste riguardano in particolare «le attività di raccolta differenziata nelle grandi città metropolitane, ma siano in parte dovute anche alla sfiducia dei cittadini in merito al sistema della raccolta differenziata, che necessita di una più incisiva informazione sulle modalità di funzionamento. Occorre inoltre superare le difficoltà legate alla chiusura delle frontiere adottata dal mercato cinese, che ha causato un blocco dell’esportazione dei rifiuti di imballaggio» e dunque gravi difficoltà per la gestione di questi rifiuti nel mercato italiano, dove non sono presenti sufficienti impianti industriali per (nell’ordine) avviarli a riciclo, a recupero energetico o smaltimento.
Nonostante i rifiuti da imballaggio rappresentino solo il 7,7% di tutte le 168,5 milioni di tonnellate di rifiuti prodotte in un anno (2017) nel nostro Paese, la loro gestione è di ampio interesse pubblico in quanto protagonista (insieme all’organico, un altro 7% circa) della raccolta differenziata portata avanti ogni giorno dai cittadini: nel 2017 delle 13.065 tonnellate di imballaggi immesse al consumo, 8.819 sono state avviate a riciclo, 1.377 valorizzate energeticamente e 2.869 smaltite.
Si tratta di passaggi che mirano a gestire in modo ambientalmente virtuoso i nostri rifiuti, oltre a recuperare energia e soprattutto materiali preziosi – nel 2017 è stato evitato il consumo di circa 3,8 milioni di tonnellate di materia prima e l’immissione di 3,7 milioni di tonnellate di CO2eq –, ma hanno un costo non indifferente. Per ogni imballaggio immesso nel mercato il produttore versa al Conai il contributo Cac, complessivamente pari a 524 milioni di euro nel 2017 (ai quali si aggiungono 288 milioni di euro dalla vendita dei materiali e 36 mln da altri ricavi), che dovrebbero essere destinato a coprire i costi di raccolta sostenuti dai Comuni e dunque dai cittadini. Ma di fatto secondo l’indagine condotta dall’AgCom nel 2014 «il finanziamento da parte dei produttori (attraverso il sistema Conai) dei costi della raccolta differenziata non supera il 20% del totale, laddove invece, dovrebbe essere per intero a loro carico».
«Ritengo basilare che il Conai si adoperi, in linea con le intenzioni del legislatore europeo, affinché i maggiori oneri sostengano gli interi costi della raccolta – osserva al proposito Costa – e di conseguenza l’Anci si impegni in maniera uniforme sul territorio nazionale ad incrementare gli standard qualitativi della stessa. Si potrebbe così ipotizzare, a fronte di maggiori corrispettivi riconosciuti dal sistema consortile ai Comuni, una diminuzione della tariffa rifiuti (Tari), al fine di attenuare la pressione fiscale dell’ente locale sui cittadini». Un’operazione a dire il vero assai difficile dato che l’incremento della raccolta differenziata specialmente porta a porta, richiedendo servizi più complessi, comporta anche costi crescenti : del resto tenere pulita casa propria costa, e lo stesso la propria città.
Secondo il ministro Costa l’Accordo Anci Conai rappresenta in ogni caso «uno strumento indispensabile nel quale devono essere previste specifiche misure volte al progressivo riequilibrio tra le diverse aree del territorio, che includa maggiori investimenti soprattutto nelle aree del Mezzogiorno e in quelle Regioni dove si manifestano rilevanti difficoltà dovute sia ad una raccolta insufficiente ovvero di scarsa qualità sia all’assenza di adeguate infrastrutture relative alla selezione e al riciclaggio. Auspico, inoltre, una nuova visione del concetto dei cosiddetti ‘maggiori oneri’ in linea con la nuova legislazione europea che diversifichi la portata economica per le varie filiere e premi quei Comuni convenzionati che decideranno di intraprendere azioni sempre più virtuose finalizzate ad intercettare i materiali divenuti rifiuti»..
Tra le novità, anticipano dal ministero dell’Ambiente, il nuovo Accordo quadro dovrebbe inoltre includere un operatore affacciatosi da poco sul mercato, il consorzio Coripet, che si occupa della gestione autonoma e diretta di rifiuti primari derivanti da contenitori in Pet per liquidi alimentari: una frazione molto pregiata degli imballaggi in plastica, e dunque un passaggio che rischia però mettere in crisi il resto del sistema che si accolla anche i rifiuti da imballaggio più difficili da gestire (e da riciclare).


fonte: www.greenreport.it

Raccolta differenziata, a Napoli venerdì 1 febbraio il VII seminario formativo Anci-Conai

In vista del rinnovo del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai 2019-2024 il seminario rappresenta un’opportunità di approfondimento e aggiornamento con particolare riguardo agli aspetti tecnici, operativi ed economici dell’Accordo Quadro per la valorizzazione dei rifiuti di imballaggio da raccolta differenziata





















Venerdì 1 febbraio a Napoli si terrà la settima tappa dei Seminari di formazione Anci-Conai (leggi il programma) che rappresentano il proseguimento di un percorso virtuoso avviato grazie all’Accordo Quadro Anci-Conai e destinato a rendere continuativa la formazione di tutti quei soggetti (Comuni, aziende affidatarie del servizio, Enti di governo del servizio rifiuti ex art. 3-bis del DL n. 138/2011) che a vario titolo operano nel settore dei rifiuti.
Attraverso le esperienze dei cicli di seminari tenuti negli anni precedenti e dai risultati forniti dalla Banca-Dati, questo ciclo, calibrerà la formazione ed informazione alle necessità effettivamente emerse e alle diverse caratteristiche territoriali.
I seminari Anci-Conai rappresentano un’opportunità unica di approfondimento e aggiornamento con particolare riguardo agli aspetti tecnici, operativi ed economici dell’Accordo Quadro per la valorizzazione dei rifiuti di imballaggio da raccolta differenziata; soprattutto quest’anno, in vista del rinnovo del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai 2019-2024. Tra i molti obiettivi dei seminari di formazione: informare e formare in merito alla corretta gestione dei rifiuti; diffondere e promuovere i contenuti dell’ Accordo Anci-Conai; fornire competenze e conoscenze aggiuntive attraverso il focus di approfondimento normativo; fornire assistenza tecnica, offrendo un supporto alle criticità riscontrate con risposte puntuali; supportare l’implementazione delle forme associative tra Comuni, con lo scopo di organizzare la gestione unitaria dei rifiuti urbani, secondo criteri di efficienza ed economicità; sostenere il superamento della disomogeneità dell’attività di raccolta differenziata sul territorio nazionale.
fonte: Anci

Accordo Quadro ANCI-CONAI: Consultazione nazionale sul rinnovo



















L’accordo quadro ANCI-CONAI è in scadenza. In vista del suo prossimo rinnovo, ANCI ha lanciato una consultazione nazionale rivolta a tutti i soggetti coinvolti nella filiera dei rifiuti di imballaggio. Non solo gli incontri sul territorio ma anche una consultazione pubblica online.
L’obiettivo è identificarne le eventuali criticità e raccogliere le proposte di modifica/miglioramento provenienti dai territori.
Vi invitiamo a partecipare alla consultazione online (tramite questionario) per contribuire al punto di vista di ANCI nelle trattative con CONAI e i Consorzi di Filiera.
Grazie per la collaborazione.
Per accedere al QUESTIONARIO:


https://it.surveymonkey.com/r/ANCI-CONAI2018

fonte: esper.it

Anci: incontri territoriali in vista del nuovo Accordo Quadro con CONAI
















Ivan Stomeo lo aveva promesso: “Nella nuova veste di delegato nazionale Anci per il tema Rifiuti, il mio principale impegno sarà rivolto dunque alla collaborazione e alla valorizzazione dell’esperienza di tutti quei Comuni che hanno messo in campo le migliori pratiche per lo sviluppo di progetti locali finalizzati alla  promozione di modelli di economia circolare. Quello che vorrei promuovere dunque come nuovo delegato Anci, è una maggiore apertura verso le esperienze di gestione dei rifiuti e degli imballaggi di successo che avvengono in Italia e anche all’estero da parte di governi, enti locali e industria”[1].
Ed è stato di parola: la parola ora passa ai Comuni, a quelli più virtuosi. Quei Comuni che più di altri si sentono penalizzati per lo scarso ritorno economico determinato dai precedenti Accordi Quadro (“Il finanziamento da parte dei produttori (attraverso il sistema CONAI) dei costi della raccolta differenziata non supera il 20% del totale, laddove invece, dovrebbe essere per intero a loro carico” testimonia l’Antitrust[2]), nonostante il grande impegno profuso, sia in termini politici che in termini meramente economici.
Saranno dunque anche loro a collaborare alla definizione del nuovo accordo quadro Anci-Conai, attraverso una serie di incontri pubblici organizzati da ANCI.
Il primo della serie è stato il 5 ottobre. Bari è la prima tappa di una serie d’incontri in vista del rinnovo dell’Accordo Quadro Anci Conai. I 6 incontri territoriali sono pensati come momento di ascolto degli amministratori e degli operatori che a vario titolo sono interessati dalla gestione dei Rifiuti e raccogliere contributi quanto più possibili puntuali e concisi relativi all’articolazione ed al funzionamento dell’accordo vigente e alle modifiche che si ritiene sarebbero necessarie apportare.
La finalità è dunque quella di fornire un’occasione agli Amministratori ed operatori del settore di esprimere il proprio punto di vista, attraverso osservazioni, eventuali criticità o suggerimenti, al fine di poter elaborare insieme la nuova piattaforma negoziale dell’Accordo Quadro Anci Conai.
fonte: www.esper.it

Prorogata la scadenza del Bando di comunicazione locale ANCI-CONAI

Scadenza prorogata al 31 maggio 2018



















ANCI e CONAI hanno deciso di posticipare la scadenza per la presentazione dei richieste di co-finanziamento ai sensi delle “Linee Guida alla Comunicazione Locale 2018 (Bando_Comunicazione_ANCI_CONAI_2018)”, fissata nel bando al 18 maggio p.v., al 31 maggio 2018.
Ci sarà tempo, quindi, fino a fine mese per presentare le domande che, ricordiamo, vanno inoltrate entro la mezzanotte del giorno di scadenza alla mail bandoanciconai@conai.legalmail.it

Plastica e riciclo: forum ad Eco dalle Città con gli addetti ai lavori

Una fotografia dello stato di salute della filiera di gestione e riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica. Punto di partenza della discussione è stato un excursus su quanto accaduto nei mesi scorsi e sulle recenti novità provenienti dallo scenario internazionale



























Una fotografia dello stato di salute della filiera di gestione e riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica. E’ stato questo il centro del forum in redazione ad Eco dalle Città dove alcuni addetti ai lavori del settore si sono incontrati per una tavola rotonda di analisi e possibili scenari. Punto di partenza della discussione è stato un excursus su quanto accaduto nei mesi scorsi e sulle recenti novità provenienti dallo scenario internazionale, ad esempio, la stretta cinesa sulle importazioni di materiali. Quali conseguenze può avere la decisione del gigante asiatico? Chiariamo, come emerso all’inizio del confronto, che la scelta cinese non ha ripercussioni dirette sulla raccolta differenziata, selezione e avvio a riciclo degli imballaggi in plastica. Le conseguenze sembrano esserci, eventualmente, in modo indiretto. Ma come si verificherebbe esattamente questa eventualità? Questa è un’altra domanda che è stata posta alla tavola rotonda. Ma non solo. Il confronto ha provato anche ad analizzare quelle che possono essere le leve per agire sul sistema al fine di migliorarlo in una prospettiva sia di breve che di medio-lungo periodo. E poi qual è il modo giusto di inquadrare la questione? Non possiamo non tenere in considerazione le indicazioni che arrivano dall’Unione europea, la quale sta tracciando un percorso ambizioso attraverso il pacchetto Economia circolare e la strategia sulla plastica. Di seguito una sintesi di alcuni interventi:

Michele Rizzello, Direttore Generale Demap e Assosele (A
ssociazione delle aziende di selezione e valorizzazione degli imballaggi Multimateriali): "Correlare gli imballaggi in plastica della raccolta urbana al mercato dell’import Cinese non è corretto. Tutti gli imballaggi in plastica raccolti sul territorio Nazionale vengono gestiti da impianti di selezione, tutti in Italia, che assicurano piena tracciabilità del rifiuto e restituiscono al Consorzio rifiuti omogenei per polimero e nel caso dei contenitori per liquidi in PET, anche per colorazione. Gli impianti di selezione della plastica costituiscono il braccio operativo del consorzio Corepla consentendo allo stesso di assolvere alla sua funzione, in quanto i rifiuti raccolti tal quali non sarebbero utilizzabili dall’industria del riciclo. La decisione assunta dalle Autorità di governo cinesi di introdurre, dal gennaio scorso, nuove norme sull’import delle cosiddette materie prime seconde, ha fatto registrare, invero non solo in Italia, ma in tutta Europa un consistente ridimensionamento delle quotazioni di mercato di alcuni materiali, carta e plastica in primis.
La maggiore disponibilità sul mercato interno di materiali di miglior qualità, come imballaggi provenienti dal secondario e terziario raccolti come rifiuti speciali dagli operatori privati, di riflesso, sta determinando enormi difficoltà nella collocazione di alcuni rifiuti provenienti dall’urbano, che per le loro caratteristiche sono più “poveri”. Questa situazione rischia di intasare i centri di selezione d’Italia, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva. Gli impianti di selezione e di recupero in generale, funzionano come dei contenitori, per essere riempiti hanno bisogno di essere svuotati. Da un lato sono indirettamente coinvolti nel garantire la regolarità del servizio pubblico, dall’altro dipendono dalla programmazione dei Consorzi e hanno la responsabilità e l’obbligo di rispettare le sempre più stringenti prescrizioni autorizzative"
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Gianluca Bertazzoli, Amministratore Hub15 srl"Proprio mente l'Unione Europea si accinge a varare definitivamente l'agognato "pacchetto economia circolare", il sistema del riciclo vive su scala globale, quindi non solo in Italia, una delle sue stagioni più difficili. Il fortissimo restringimento degli accessi al mercato cinese, infatti, ha evidenziato alcuni importanti limiti del sistema di raccolta, recupero e riciclo dei paesi occidentali, e questo vale per la plastica ma anche per la carta. Si raccoglie tanto, forse troppo, e soprattutto si raccoglie male: la bassa qualità, in una fase di larga disponibilità sul mercato di materiali di qualità migliore a bassi prezzi, rende in generale poco  appetibili quelli derivanti dalla raccolta differenziata urbana, e tra questi, ovviamente, quelli con sbocchi di mercato già fisiologicamente più scarsi e precari, come le plastiche diverse dal PET e dall'HDPE. Concentrandosi poi proprio sulle plastiche, la situazione appare preoccupante soprattutto in quanto strutturale. Stante infatti che la raccolta differenziata urbana degli imballaggi in plastica partiva da quella dei soli contenitori per liquidi (bottiglie in PET e flaconi in HDPE) è fisiologico che il suo progressivo aumento complessivo comporti la decrescita della presenza percentuale di questi, che erano per così dire "sovrarappresentati". Così ad esempio il PET segna da anni incrementi risibili in termini assoluti e una continua diminuzione percentuale, tanto da far pensare che, se non si inseriscono fatti nuovi (raccolte selettive "premiate"? cauzione?) difficilmente si potrà uscire da questo sostanziale ristagno.
Fatto sta che la raccolta della plastica, che ha sfondato l'impensabile quota di un milione di tonnellate all'anno, è sempre più inquinata da "frazioni estranee" e sempre più povera di "frazione nobili", il che comporta sempre maggiori costi di selezione per i Comuni e sempre più materiali di fatto non allocabili sul mercato del riciclo da gestire, con tutte le difficoltà che ne derivano stante la non competitività di questo tipo di  materiale per i termovalorizzatori e la crisi del settore del cemento. In questo modo non c'è da stupirsi che gli impianti si riempiano e non si trovino sbocchi.
Probabilmente, come spesso accade, queste difficoltà devono provocare un ripensamento profondo del sistema che le trasformi in opportunità: ha senso raccogliere un milione di tonnellate per poi bruciarne (ammesso che ci si riesca) la metà? Il sistema creato da COREPLA, che è poi ancora sostanzialmente quello di Replastic datato ai primi anni '90 del secolo scorso, è fatto per gestire simili quantitativi o deve essere profondamente rivisto? La raccolta differenziata così come l'abbiamo pensata e praticata sino ad oggi ha ancora un senso di fronte alla sua incapacità di assicurare da sola la qualità necessaria e alla crescita tecnologica degli impianti di selezione?".

Agata Fortunato, responsabile Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino: "Uno dei temi, a mio avviso fondamentali, che sfugge alle amministrazioni pubbliche è la responsabilità in tutta la filiera del rifiuto che viene prodotto dai cittadini e raccolto dai Comuni. Già nella definizione, responsabilità estesa del produttore, si pensa immediatamente alla responsabilità di chi ha immesso nel ciclo di consumo un bene o un imballaggio, ma ci si dimentica della responsabilità che il Comune, come produttore del rifiuto (in vece del singolo cittadino), ha dalle fasi di raccolta sino all'ultimo anello della catena, che sia il riciclo per produrre materia prima seconda o recupero energetico o smaltimento in discarica. Non è, per quanto importante, rispondere solo ad un obbligo di legge, ma entrare nel processo decisionale e riappropriarsi del ruolo di definizione strategica dell'intero ciclo di gestione dei rifiuti (gli attori gestionali della filiera debbono occuparsi della esecuzione operativa).

Altro aspetto è la mancanza di una visione a livello centrale sulla riduzione dei rifiuti, in particolare dell'usa e getta e nella semplificazione delle tipologie di rifiuto, in particolare negli imballaggi. Già molti Paesi europei si stanno muovendo in questa direzione, mentre in Italia gli esempi sono sporadici e puntuali in assenza di una strategia di sistema".
Silvia Ricci, responsabile campagne Associazione Comuni VirtuosiLe criticità che potrebbero verificarsi in seguito ad un accumulo di plastiche negli impianti di selezione che non trovano sbocchi commerciali - e che neanche più i termovalorizzatori accolgono- richiedono un cambio di paradigma da parte del mondo industriale che continua ad esternalizzare sui contribuenti i costi del fine vita degli imballaggi. Il sistema di EPR Conai basato sulla responsabilità condivisa dei costi  dell'avvio a riciclo degli imballaggi a fine vita è riconosciuto dagli studi europei come un sistema che non spinge l'industria a ridurre l'impatto dei propri imballaggi. Sino a che gli utilizzatori di packaging non dovranno sostenere i costi totali generati dal fine vita degli imballaggi immessi al consumo non applicheranno i principi dell'ecodesign nella progettazione dei propri imballaggi, e quindi la prevenzione e la riduzione (come quantità immessa al consumo non solo riduzione del peso) in primis e il riuso. 
Gli imballaggi che creano disvalore economico per tutta la filiera e la mettono a rischio di implosione, devono essere pesantemente svantaggiati a livello di applicazione del cac (misura che potrebbe avere effetti positivi a breve termine). Il sistema in tre fasce contributive entrato in vigore quest'anno per gli imballaggi di plastica non porterà ad una diminuzione degli imballaggi problematici per il riciclo. Infatti per chiarire con un esempio le bottiglie in PET pagano lo stesso contributo, sia che siano trasparenti  (facilmente riciclate) sia che siano opacizzate (bottiglie latte), addittivate con nerofumo, colorate, sleevarate e quindi non riciclate (o in percentuale minima).
In Francia le bottiglie in Pet opaco pagano il doppio del contributo di una bottiglia trasparente. Poi a livello legislativo serve che vengano imposti a tutte le aziende obiettivi vincolanti di riduzione, riuso e riciclo in modo che non si saltino le prime azioni della gerarchia EU di gestione dei rifiuti. Arrivati a questo punto l'opposizione dei produttori verso il deposito su cauzione si dissolverebbe perchè è l'unico sistema che funziona da subito, si ripaga da solo arrivando a livelli di intercettazione superiori al 90% e non costa nulla ai contribuenti.

Nel corso della tavola rotonda non sono mancati momenti di dibattito in cui sono emersi differenti opinioni su alcuni nodi che svolgono un ruolo fondamentale all’interno del sistema. Uno di questi è l’accordo quadro Anci - Conai sui cui si sta preparando la trattativa per il rinnovo. Sono molti attorno al tavolo a chiedere e sperare in contributi maggiori ritenendo insufficienti quelli attuali. Di diverso avviso è Michele Rizzello secondo cui mancano elementi oggettivi per fare questa valutazione: “Quando si parla di contributo di raccolta, sento sempre parlare di poco o tanto, mai di numeri, al punto tale che mi viene il dubbio che spesso non si abbia nemmeno la conoscenza dei contributi incamerati. La legge è chiara, identifica nel maggiore onere il giusto. Un singolo Comune, che sia una metropoli come Torino o un paesino di montagna, sa quanti corrispettivi ha incassato lo scorso anno dal contributo di raccolta della plastica? Più di 300 milioni all'anno sembrano una cifra di tutto rispetto: come si fa a dire che sono pochi o tanti se non si conosce nemmeno quanti?”. Agli interrogativi posti dal direttore di Assosele ha provato a rispondere Federico Mensio, presidente della Commissione Ambiente del Comune di Torino: “Non sempre i Comuni hanno contezza dei contributi valorizzati dai propri rifiuti perché hanno fatto una cessione onerosa del rifiuto oppure perché hanno delegato l'azienda di igiene e pertanto non incamerano direttamente il contributo alla raccolta. In questi casi, anche volendo, non è semplice risalire all'effettivo ammontare dei corrispettivi Conai” ha concluso Mensio

fonte: www.ecodallecitta.it