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Happy Meal con meno plastica

 











Entro il 2025 McDonald’s utilizzerà per i giocattoli distribuiti nei suoi ristoranti solo materiali biobased o da riciclo.

Il colosso del fast-food McDonald’s renderà

Comieco, nel 2020 il tasso di riciclo di carta e cartone supera l’87%, Alberto Marchi nuovo presidente

Obiettivo raggiunto con dieci anni di anticipo. Comieco approvato il bilancio e rinnova il cda:Cecchini rimane come vicepresidente


Nel 2020 il tasso di riciclo degli imballaggi in carta e cartone ha superato l’87%, anticipando di 10 anni e superando gli obiettivi UE fissati al 2030, un traguardo che è frutto dell’impegno e del lavoro di Comieco e dell’intera filiera cartaria e che attesta come l’Italia sia un modello di eccellenza in Europa per il riciclo di carta e cartone. È quanto emerge dal Piano Specifico di Prevenzione approvato dall’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Consorziati di Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – , che ha approvato anche il Bilancio consortile 2020 e ha nominato i nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione, che saranno in carica per il prossimo triennio. Il nuovo CDA, ringraziando per l’attività svolta il Presidente uscente Amelio Cecchini e il Vice Presidente uscente Michele Bianchi, ha eletto come Presidente Alberto Marchi e come Vice Presidente Amelio Cecchini.

Ecco la composizione del neo-eletto CDA: Categoria “Produttori”: Michele Bianchi, Andrea Bortoli, Carlotta De Iuliis, Paolo Giacchi, Alberto Marchi; Categoria “Trasformatori”: Amelio Cecchini, Andrea D’Amato, Silvia Ferraro, Fausto Ferretti, Michele Mastrobuono; Categoria “Recuperatori”: Stefano Benini, Lorenzo Cini, Fabio Montinaro, Enzo Scalia, Andrea Trevisan. Fa parte del CDA anche il Collegio dei Revisori composto da Alessia Bastiani, Sergio Montedoro, Luigi Reale. Confermato il Direttore Generale Carlo Montalbetti.

fonte: www.e-gazette.it

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Rimodulato il CAC per i poliaccoppiati

Conai riduce il contributo per carta e cartone, con effetto anche per i poliaccoppiati a prevalenza carta. Dal 1° gennaio arriva il CAC differenziato per tutti i compositi.










Grazie all'aumento dei valori di mercato della materia prima seconda, Conai ha deliberato una riduzione del Contributo ambientale (CAC) da 55 a 25 euro/ton per tutti gli imballaggi in carta e cartone, con effetto il 1° luglio 2021. Il risparmio previsto per gli utilizzatori è stimato in oltre 135 milioni di euro, su un immesso al consumo pari a 4,5 milioni di tonnellate.

Contestualmente, per i poliaccoppiati a prevalenza carta destinati al contenimento di liquidi, il contributo ambientale si ridurrà da 75 a 45 euro per tonnellata, essendo rimasto invariato il contributo aggiuntivo di 20 euro.

Inoltre, dal 1° gennaio 2022, il CAC differenziato in funzione della riciclabilità sarà applicato anche agli imballaggi compositi a base carta diversi dai contenitori per liquidi. Questi sono stati suddivisi in quattro tipologie in base al peso della componente carta sul totale.
Le prime due (A e B), con una componente carta superiore o uguale rispettivamente al 90% e all’80%, pagheranno semplicemente il CAC carta senza alcun contributo aggiuntivo.
La terza fascia (C) comprende invece gli imballaggi con percentuale di carta tra il 60% e l'80%, le cui operazioni di riciclo sono complesse e onerose: per questa ragione, dal 1° gennaio 2022 sarà applicato un extra-CAC di 110 euro per tonnellata, per un totale di 135 euro.
L'ultima tipologia (D) è quella degli imballaggi compositi in cui la componente carta è inferiore al 60% (o non indicata), percentuale che compromette la riciclabilità dell’imballaggio: il contributo extra sarà quindi di 240 euro a tonnellata, arrivando così a 265 euro per tonnellata.

Conai ricorda che, in questa prima fase, il criterio adottato per segmentare gli imballaggi compositi è quello del peso della componente carta. Più avanti verrà però adottato un criterio più preciso e scientifico: la prova di laboratorio norma UNI 11743, base per l’applicazione del sistema di valutazione Aticelca 501. Le aziende che verificheranno il livello di riciclabilità dei propri imballaggi utilizzando questo approccio potranno utilizzare il risultato per la classificazione in una delle quattro tipologie di diversificazione.


fonte: www.polimerica.it


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Lettera aperta a Comieco

Occorre cambiare i criteri di riciclabilità dei materiali a prevalenza cellulosica: stanno quasi tutti diventando poliaccoppiati che nel riciclo producono scarti di pulper











Si chiama ATICELCA 501 (da Associazione Tecnica Italiana Cellulosa e Carta) approvato nel 2019 e rappresenta la modalità per valutare i livelli di riciclabilità degli imballaggi a prevalenza in carta. Esso prevede classificazioni definite A+ quando l’imballaggio non produce più di 1,5% di impurità nel riciclo, A quando produce fino al 10% di impurità, B, quando produce fino al 20% di impurità, C, quando produce fino al 40% di impurità. In pratica, a parte la prima classificazione tutte le altre ci pongono di fronte a dei “polimateriali” o a degli “accoppiati” soprattutto con plastiche. Cosa succede? Quando questi materiali vanno differenziati con la carta, nelle operazioni di riciclo, i maceri derivanti producono uno scarto plastico che va a formare lo scarto di pulper che nell’area  della piana di Lucca (tra Capannori e Lucca)  che assorbe circa il 40% di tutti i maceri italiani, produce circa 100.000 tonnellate di questo scarto.

OCCORRE MODIFICARE QUESTI CRITERI, in quanto essi appaiono troppo permissivi a produrre imballaggi che quasi fino a metà della loro composizione producono scarti plastici per i quali l’industria cartaria (incredibilmente responsabile per aver approvato i criteri di cui sopra) invoca gli inceneritori. CHE SIA IL COMIECO A FARSI CARICO DI QUESTA REVISIONE per evitare che l’attuale passaggio da parte di molte imprese dall’utilizzo di imballaggi plastici ad imballaggi a prevalenza cellulosica non significa passare di nuovo da plastica a…plastica! SI ABOLISCA almeno la “fascia C” (vedi imballaggi del tipo biscotti Balocco) di fatto praticamente in plastica ma che può essere conferito nella raccolta differenziata della carta. Ma anche molti imballaggi cellulosici che il Centro Ricerca RZ di Capannori sta studiando in particolare per quanto riguarda gli imballaggi per frutta appaiono del tutto fuorvianti in quanto mentre all’esterno risultano in cartoncino all’interno sono rivestite in polietilene (PE) provocando almeno il 20% del peso in scarto. Passare dagli imballaggi in plastica ad imballaggi in carta…plastificata E’ INACCETTABILE!Mentre tutto questo avviene, che dire poi di imballaggi misti carta e plastica come quelli adoperati da Pasta Rummo, Tortellini Rana, Emiliane Barilla ed addirittura da marche del biologico come Alce Nero che devono essere conferiti nell’indifferenziato? Dov’è la Responsabilità Estesa del Produttore? Non è più accettabile questa “esternalizzazione” dei costi ambientali! Nonostante l’evidente iniquità di questo i Governi che si succedono si occupano d’altro, salvo parlare…di “sostenibilità”. BASTA RETORICA E FALSITA’! Occorre una svolta vera. Poichè ormai i cittadini italiani hanno imparato la raccolta differenziata, anche le aziende devono fare la loro parte. Presto il Centro Ricerca RZ di Capannori e Zero Waste Italy intraprenderanno iniziative clamorose come rispedire al mittente questi imballaggi. A meno che non si apra un tavolo vero.


Rossano Ercolini 3206352017

fonte: www.zerowasteitaly.org


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Carta e cartone dove li butto? Tutti i consigli per una corretta raccolta differenziata

 












Il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (Comieco) ha avviato una nuova campagna per migliorare la qualità della raccolta di carta e cartone, correggendo gli errori di conferimento che ancora persistono. Meno errori nel cassonetto significano maggiore qualità nel riciclo. Conoscere le regole da seguire è dunque fondamentale ma ancora oggi, in base ai risultati dell’indagine, 4 intervistati su 10 nutrono dubbi su cosa sia possibile conferire e cosa no nei contenitori per la carta: il 45,4% si definisce tuttora confuso e il 44% si considera bravo ma insicuro.

Gli Italiani, nel complesso, sono un popolo virtuoso: nel 2019 la raccolta differenziata di carta e cartone ha raggiunto i 3,5 milioni di tonnellate e l’81% degli imballaggi a base cellulosica è stato avviato a riciclo. Sono questi i risultati dell’indagine di AstraRicerche che però confermano possibilità di margini di miglioramento molto ampi, soprattutto sul fronte della qualità di quanto si raccoglie. Inoltre, se da una parte è importante che nella carta non finiscano materiali estranei (ad esempio gli scontrini) è altrettanto importante che tutti i materiali cellulosici riciclabili possano avere una seconda possibilità.

Ecco allora quali sono le regole della corretta raccolta differenziata.

Carta e cartone da riciclare vanno depositati all’interno degli appositi contenitori
Non sempre quello che si chiama carta è da riciclare in questa frazione: stiamo parlando di materiali come la carta oleata o la carta stagnola…
Il sacchetto in cui tengo la carta da buttare se è di plastica, non va gettato con la carta!
Gli imballaggi con residui di cibo, o sostanze chimiche/velenose, non vanno con carta e cartone
Nemmeno i fazzoletti di carta vanno con la carta perché, anche se puliti, sono anti spappolo e difficili da trattare
Scatole e scatoloni vanno appiattiti ripuliti dal nastro adesivo e dei punti metallici eventualmente presenti, poi vanno compressi per ridurne il volume
Gli scontrini non vanno gettati con la carta perché sono fatti con carte termiche che generano problemi nel riciclo
Per i cartoni che contengono liquidi ogni comune ha la sua modalità di raccolta.

Gli scontrini non vanno gettati con la carta perché sono fatti con carte termiche

Oltre ai consigli utili su come ridurre l’impatto ambientale, è bene ricordare che parlando di carta e cartone spesso circolano delle “fake news” che vanno smentite. Ecco le più diffuse.

1. Una volta che i cittadini hanno separato correttamente carta e cartone dagli altri rifiuti, spesso viene buttato via tutto insieme e non viene riciclato. Lo pensano 3 italiani su 5.
Falso! Imballaggi e oggetti in carta e cartone differenziati correttamente dai cittadini vengono raccolti dal gestore del servizio del Comune e portati in piattaforma, selezionati e lavorati. Una volta resi idonei a essere reintrodotti nei cicli produttivi, vengono trasferiti in cartiera dove, grazie al riciclo, diventano carta e cartone pronti per essere utilizzati per nuovi prodotti nelle cartotecniche. È un vero e proprio esempio di economia circolare che conferma l’Italia leader in Europa e ad oggi il tasso di riciclo è poco sotto l’80%, ovvero 4 imballaggi cellulosici su 5 vengono riciclati.

2. Fare la raccolta differenziata costa.
Falso! Raccogliere carta e cartone in modo differenziato è un semplice gesto di senso civico utile non solo a noi stessi ma anche alla comunità. Riciclare apporta benefici ambientali e anche economici. In base all’accordo Anci-Conai, Comieco riconosce ai Comuni un corrispettivo a fronte dell’effettivo riciclo: sono stati erogati circa 97 milioni di euro solo nel 2018. Anche questo deve poter essere stimolo per fare sempre meglio.

Riciclare apporta benefici ambientali e anche economici

3. Il 60% degli italiani pensa che per produrre la carta le foreste vengono distrutte. Il suo consumo dovrebbe quindi essere ridotto.
Falso! La maggior parte del legno che viene utilizzato per produrre carta proviene da foreste gestite in modo sostenibile. In Europa per ogni albero tagliato, ne vengono piantati altri 3. Oggi l’aumento annuo delle foreste europee equivale a 6.450 km2, pari all’aerea di 4.363 campi da calcio.

4. La carta ha un forte impatto ambientale in termini di emissioni CO2.
Falso! In realtà la carta, essendo un prodotto naturale, rinnovabile e riciclabile, contribuisce al contenimento di emissioni di anidride carbonica. Leggere un quotidiano ogni giorno produce il 20% in meno di CO2 rispetto alla lettura online per circa 30 minuti.

5. La carta si ottiene da un processo di produzione inquinante.
Falso! L’industria cartaria italiana è sostenibile e costantemente impegnata nella ricerca tecnologica dedicata alla tutela dell’ambiente. Oggi per produrre 1 tonnellata di carta si usano 24 metri cubi di acqua; nel 1970 ne occorrevano 100. Generalmente il 90% dell’acqua che si impiega nel processo produttivo è acqua di riciclo, solo il restante è costituito da acqua di primo impiego.

fonte: www.ilfattoalimentare.it


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Carta riciclata, materia prima seconda di qualità

La carta è un prodotto naturale, biodegradabile, compostabile, riciclabile e rinnovabile. Può essere reimmessa nel processo produttivo fino a sette volte, ma attenzione a fare bene la raccolta differenziata











La carta è come i gatti, ha sette vite. Ma se nel caso dei gatti è un modo di dire, nel caso della carta è una realtà perché può essere reimmessa nel processo produttivo fino a sette volte. Sbaglia chi pensa che produrre la carta equivalga a distruggere le foreste: la maggior parte del legno impiegato nella produzione della carta proviene da foreste gestite in modo sostenibile. In Europa quando si taglia un albero se ne piantano tre. La carta, essendo un materiale naturale, non produce emissioni di CO2, al contrario contribuisce a contenerle. Bisogna sfatare anche il mito del ciclo produttivo inquinante: di norma, il 90% dell’acqua impiegata è riciclata.

Quello che invece è importante è fare bene la raccolta differenziata affinché la carta possa essere riutilizzata ed entrare a pieno titolo nell’economia circolare: il grande risparmio di materia prima viene da lì. Il macero è la nostra “foresta urbana”, come l’ha definita Amelio Cecchini, presidente di Comieco, il Consorzio nazionale che garantisce il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica provenienti dalla raccolta differenziata comunale.

La filiera della carta vale 25 miliardi di fatturato, ovvero l’1,5% del Pil; in più è un prodotto naturale, biodegradabile, compostabile, riciclabile e rinnovabile. Il tasso di circolarità della carta è del 57%, quello degli imballaggi raggiunge l’81%. A tale proposito, è interessante sapere che abbiamo superato la direttiva UE che indica il 75% come obiettivo da raggiungere entro il 2025; l’obiettivo al 2030 è dell’85%, quindi per l’Italia il passo è breve.

La carta riciclata rientra nel ciclo produttivo come materia prima seconda. Insomma, la carta sembra fatta apposta per inserirsi tra gli obiettivi sostenibili del PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) per l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund. Per questo le associazioni Federazione Carta e Grafica, Comieco e Unirima si sono unite per presentare insieme le proposte della filiera della carta per il Recovery Fund. La prima proposta è di aumentare la capacità di riciclo della carta delle cartiere in ottica di efficienza energetica, utilizzando i residui organici della cellulosa per produrre biogas; la seconda è promuovere ricerca e sviluppo a livello industriale; la terza è sviluppare la digitalizzazione per migliorare la logistica e la tracciabilità dei rifiuti e degli scarti.

Le tra associazioni richiedono incentivi per l’innovazione degli impianti e per la ricerca in un sistema virtuoso che fa bene all’ambiente e crea occupazione. Il fabbisogno di carta è in crescita sia perché ora si tende a preferire la carta alla plastica per gli imballaggi, sia perché a causa della pandemia c’è stata un’impennata dell’e-commerce che richiede molta più carta e cartone per gli imballaggi da spedire, sia perché si preferisce acquistare prodotti alimentari confezionati ritenuti più protetti dal virus. Anche se sono stati sviluppati nuovi materiali, come le pellicole biodegradabili, la carta è ancora il materiale preferito.

fonte: www.rinnovabili.it


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"Vecchio cartone", canzone di Elio per riciclo della carta

Idea del consorzio Comieco per insegnare a riciclare bene













Una canzone e un video di Elio e le Storie Tese per insegnare (ridendo) a riciclare correttamente carta e cartone. L'idea l'ha avuta il Comieco, il consorzio del riciclo di questo materiale. Un sondaggio sulle abitudini di riciclo degli italiani aveva rivelato che gli Elii sono il complesso ritenuto più adatto a veicolare un messaggio ecologico. Così il consorzio ha proposto loro di scrivere una canzone sul riciclo di carta e cartone. Il complesso (in teoria si sarebbe sciolto, ma con loro non si sa mai) ha accettato la sfida, e così è nata "Vecchio cartone" (disponibile su YouTube).


Uno ska demenziale, ispirato alla Canzone intelligente di Cochi e Renato, dove uno scatolone gettato da Elio rimprovera il cantante di non averlo smaltito correttamente, togliendo nastro adesivo e graffette metalliche. Fra cori di scatoloni, tormentoni demenziali e una cartomante che esce dal cassonetto, canzone e video insegnano a riciclare correttamente. "Il cartone non è bello se non è riciclarello, il polistirolo non è riciclarolo", cantano gli Elii, "getta la carta che non va nella carta, scarta la carta che non va nella carta" (cioè stagnola e carta forno)", "elimina la plastica".



Il webinar del Comieco per presentare "Vecchio Cartone", in mano ad Elio e ai suoi è diventato una perfomance demenziale. Il vocalist ha spiegato ironicamente che il suo complesso nasce ecologico, dato che già nell'89 con la canzone "Silos" del primo album propugnava il riciclo delle sostanze secrete dal corpo umano. "Lo scioglimento del nostro complesso - ha rivelato - è partito quando Rocco Tanica ha gettato uno scontrino nel bidone della carta" (cosa scorrettissima perché gli scontrini hanno sostanze chimiche che non si prestano al riciclo). Il bassista Faso ha spiegato che il complesso all'inizio della sua carriera fece lo sbaglio di gettare un disco di Maria Carta nel cassonetto della carta, ed Elio ha risposto che "i dischi di Marco Carta vanno gettati nell'indifferenziato". "E' più facile fare canzoni che insegnino quello che non va fatto", ha concluso il cantante, annunciando "e adesso una canzone dei Subsonica che dice 'me ne frego del riciclo'!".

fonte: www.ansa.it

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Packaging che sembra plastica ma va nella carta. Una lettrice chiede chiarimenti a Mulino Bianco e Misura

 

Ormai in ogni casa si fa (o si dovrebbe fare) la raccolta differenziata dei rifiuti, eppure può succedere di incontrare dei materiali o delle indicazioni di smaltimento che ci lasciano perplessi. Di seguito pubblichiamo i dubbi di una lettrice su due confezioni molto simili e le risposte delle aziende.


Ho una domanda riguardante il packaging di due prodotti. Due aziende, Mulino Bianco e Misura, impiegano lo stesso materiale per il confezionamento di alcuni prodotti e indicano entrambe lo smaltimento nella frazione della carta. Eppure il materiale sembra plastica con un sottile strato di metallo, forse alluminio. Mi ricorda il tetrapak ma molto più sottile. Vi invio anche le foto. Ma mi chiedo: siamo sicuri della correttezza delle indicazioni di smaltimento presenti sulle confezioni? Stiamo facendo del nostro meglio, oppure queste aziende continuano a prendere per i fondelli le persone che realmente credono di contribuire 
a non inquinare più? Claudia



Sia il packaging di Mulino Bianco che di Misura deve essere smaltito nella frazione della carta

Di seguito la risposta di Mulino Bianco

La riciclabilità dei nostri imballaggi a base carta è stata concordata con Comieco: i materiali, che rispettano almeno la classe B del metodo Aticelca MC501, risultano riciclabili nel flusso standard delle cartiere. Come validato con test di laboratorio dedicati, i materiali utilizzati per i sacchetti dei nostri biscotti rispondono a questi requisiti e possono quindi essere conferiti nella raccolta differenziata della carta.


Di seguito la risposta di Misura

Per quel che riguarda la tipologia del nostro incarto, pur non vedendo con chiarezza dalla foto che ci avete inviato di quale prodotto si tratti, possiamo rassicurarla che tutte le confezioni in sacchetto dei nostri biscotti e cracker Misura sono certificate carta e come tali da smaltire nella raccolta di carta e cartone, secondo le indicazioni del suo comune.

La ringraziamo per la sua segnalazione che non fa che rafforzare il nostro impegno ad andare avanti sul fronte della sostenibilità, un tema che trova sempre più persone attente e giustamente esigenti. Abbiamo intrapreso questa strada già da tempo. Siamo stati tra i primi nel mercato italiano a togliere l’olio di palma dai nostri prodotti, abbiamo introdotto uova di galline allevate a terra, abbiamo scelto la via della qualità della filiera e delle materie prime.

Nel 2020 per esempio abbiamo dato il via a una vera rivoluzione e nel settore e per primi abbiamo sostituito gli incarti di plastica di pasta e snack Misura con materiali compostabili, confezioni che possono essere conferite nella raccolta dell’umido.

fonte: www.ilfattoalimentare.it


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Rifiuti: al Sud una riscossa dimezzata

L’ECOTTIMISTA – Nella sua rubrica settimanale, il giornalista Antonio Cianciullo rivela che sul fronte del recupero dei rifiuti – in questo caso la carta – la riscossa del Meridione è possibile. Ma la buona volontà dei cittadini non basta




Sul fronte rifiuti la riscossa del Meridione è possibile. E la risposta dei cittadini arriva ogni volta che si creano le premesse giuste. L’ultimo caso è la raccolta di carta e cartone nelle aree in ritardo sugli obiettivi della differenziata. In queste zone il Comieco, il consorzio per la raccolta degli imballaggi in carta, ha impostato una campagna mirata che ha prodotto risultati. Nel 2019 la raccolta è cresciuta del 3% e nel Sud l'incremento ha toccato l'8,5%. Non solo ogni abitante ha messo da parte oltre un chilo di carta e cartone in più rispetto al 2018 superando per volumi raccolti il Centro Italia. Ma la percentuale di impurità (la chiave per definire qualità ed economicità del servizio) è scesa sotto la soglia del 3%.

Insomma lo schema un po’ di maniera che vede, in questo settore, un’Italia a tre velocità guidata dal Nord si sta cominciando a incrinare. Già nel 2015 Sardegna, Campania e Abruzzo hanno battuto, per la raccolta differenziata, Toscana, Liguria e Valle d’Aosta. Segno di una mappa che si va facendo sempre più articolata: nelle aree meridionali in cui le amministrazioni danno messaggi chiari e continuativi, la collaborazione dei cittadini si attiva.

I cittadini però possono risolvere solo metà del problema: fornire la materia che da rifiuto può rinascere trasformandosi in oggetti. Ma la bacchetta magica per realizzare la metamorfosi solo in forza della virtù ambientale non è stata ancora inventata. Per ora dobbiamo restare ai principi che governano le trasformazioni fisiche e chimiche e ai sistemi industriali che regolano il processo. Per dare gambe all’economia green ci vogliono impianti green. Senza impianti avanzati non resta che affidarsi ai vecchi sistemi, che tra l’altro hanno lasciato ampi margini di manovra alla criminalità organizzata.

“Il potenziale di miglioramento della gestione dei rifiuti nel Sud Italia si scontra con la carenza di impianti”, spiega Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys, la società di ricerca che organizza il WAS Annual Report, l’analisi degli investimenti effettuati dalle utility ambientali in questo campo. “Se i dati di raccolta differenziata mostrano un miglioramento negli ultimi anni, il trattamento e la valorizzazione dei materiali per il riciclo al Sud non decolla perché non ci sono gli impianti. Risultato? Grandi viaggi di questi materiali, con relativi costi e impatti ambientali, verso il Centro Nord”.

Secondo i dati del WAS Annual Report, a fronte di un rapporto nazionale tra investimenti e valore della produzione pari al 3,8% e uno tra investimenti e popolazione pari a 7,14 euro per abitante servito, nel Sud e nelle Isole i valori sono molto più bassi, 2,8% per gli investimenti e 3,64 euro per abitante servito. Mentre nel Nord e nel Centro Italia oltre il 60% (e fino al 74%) degli investimenti delle aziende è indirizzato agli impianti, nel Meridione e nelle Isole si scende a meno di un terzo del totale. La gran parte dei fondi serve a finanziare attrezzature e automezzi per la raccolta. Con il piccolo problema che, una volta fatta la raccolta, non si sa dove inviare i materiali.

fonte: www.lastampa.it


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Estate 2020. Il consiglio di Comieco: “Mettete in valigia anche le buone abitudini, come la raccolta differenziata”

Comieco ricorda che anche durante il tanto atteso periodo di vacanza, a non dover andare in ferie sono il senso civico e il rispetto per l’ambiente, e che anche nelle località di villeggiatura è fondamentale continuare a fare correttamente la raccolta differenziata



Anche se in quest’anno così particolare l’estate sarà vissuta con uno spirito differente, il 46% degli italiani non rinuncia alle proprie vacanze e, la maggior parte, si godrà il meritato riposo in Italia. Che sia per ragioni legate alla sicurezza o per motivi di cautela sul budget, infatti, il 96,2% degli italiani che andrà in vacanza nel 2020 (26,7 milioni di persone) sceglierà come meta il Belpaese, soggiornando prevalentemente in alloggi privati, secondo i dati raccolti da Federalberghi.

Quest’anno più che mai, quindi, Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ricorda che anche durante il tanto atteso periodo di vacanza, a non dover andare in ferie sono il senso civico e il rispetto per l’ambiente, e che anche nelle località di villeggiatura è fondamentale continuare a fare correttamente la raccolta differenziata, mantenendo invariate le buone abitudini.

Il 25° Rapporto Comieco sulla raccolta, riciclo e recupero di carta e cartone colloca l’Italia ai primi posti in Europa per tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici (circa 81%, con un aumento della raccolta pro-capite di 1,7 kg nel 2019), dimostrando come gli italiani si impegnino costantemente per differenziare correttamente carta e cartone.

Proprio per questo, Comieco ci tiene a sottolineare come l’attenzione e l’impegno di ciascuno verso questo semplice gesto civico non debbano venire meno quando ci si sposta da casa:

se ogni italiano in vacanza differenziasse dal resto dei rifiuti anche solo 3 riviste, 3 quotidiani, 2 scatole di gelati, 4 cartoni di succo di frutta e 2 fascette dello yogurt si raccoglierebbero ben 140.000 tonnellate di carta e cartone, l’equivalente di una intera discarica: rifiuti “preziosi” che possono tornare a nuova vita grazie al riciclo.
Informarsi

Il primo punto da seguire è quello di informarsi sulle modalità di raccolta nella località prescelta: raccolta porta a porta, contenitori differenziati, suddivisione nei vari giorni della settimana, conferimento, sono tutte informazioni preziose e preliminari per non sbagliarsi, a prescindere dalla regione in cui ci troviamo. È fondamentale ricordarsi che effettuare una corretta raccolta differenziata significa dimostrare attenzione nei confronti della comunità intera e contribuire attivamente al raggiungimento di importanti benefici ambientali ed economici.
Seguire le regole, come a casa

È fondamentale che, come quando si è a casa, anche in vacanza si seguano le poche semplici regole per il corretto conferimento di carta e cartone:


in spiaggia o durante un’escursione in montagna è essenziale raccogliere i propri rifiuti in sacchetti differenziati, per poi conferirli negli appositi contenitori;


carta e cartone da riciclare vanno collocati all’interno degli appositi contenitori;


gli imballaggi con residui di cibo non vanno nella raccolta differenziata di carta e cartone poiché creano problemi nel processo di riciclo e generano cattivi odori;


la carta oleata, come quella di salumi o formaggi, e la carta da forno non sono riciclabili;


i materiali non cellulosici come punti metallici, rivestimenti in plastica, basi metalliche e nastri adesivi, devono essere raccolti separatamente dalla carta;


gli scontrini vanno conferiti nell’indifferenziato, non insieme alla carta, perché sono composti di carte termiche che causano problemi nel riciclo;


per ridurne il volume, le scatole e gli scatoloni vanno appiattiti;


il sacchetto di plastica usato per portare la carta al contenitore apposito non va poi buttato con la carta;


ogni Comune ha le proprie regole di raccolta differenziata: ogni cittadino ha il dovere di informarsi su quelle in vigore.


I fazzoletti per il raffreddore non vanno buttati nella raccolta differenziata della carta, perché trattati per l’anti-spappolamento e potenzialmente contaminati.


fonte: www.ecodallecitta.it

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Riciclabilità: così viene testata in laboratorio | VIDEO

Un video che evidenzia le principali fasi a cui un imballaggio viene sottoposto per verificarne la riciclabilità in laboratorio
















Gli imballaggi cellulosici sono da sempre riciclabili all’interno dei processi cartari, ma i nuovi trattamenti o gli accoppiamenti con altri materiali e sostanze non sempre rendono le fibre disponibili per il successivo riciclo in cartiera. Per fortuna le aziende hanno a disposizione la norma tecnica UNI 11743, sviluppata dal metodo Aticelca 501/2017 promosso dalla filiera cartaria, per verificare in laboratorio se i propri imballaggi sono riciclabili e per svilupparli in ottica di sostenibilità prima che arrivino nelle case dei consumatori.

Si tratta di una procedura che simula, in scala ridotta, alcune fasi dei processi industriali necessari a produrre carta e cartone da fibre usate e analizza sia i parametri di processo sia i parametri di qualità del prodotto ottenuto dalle fibre riciclate.

Il video girato presso il laboratorio evidenzia le principali fasi a cui un imballaggio viene sottoposto per verificarne la riciclabilità.





fonte: www.ecodallecitta.it



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Comieco: la ristorazione a misura di ambiente parte da carta e cartone

Al via il nuovo step del programma di Comieco di affiancamento al settore della ristorazione per minimizzare sprechi e impatto ambientale: è la volta delle consegne a domicilio




1.500 vaschette e sacchetti in carta e cartone distribuiti ai ristoranti dell’area milanese che hanno aderito all’appello dell’Associazione “Con voi da casa”, per incentivare la consegna di pranzi e cene a domicilio in questo periodo emergenziale.

Questo è l’ultimo step del percorso che Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, ha avviato da tempo a supporto di una ristorazione attenta all’ambiente, efficiente e sostenibile: dalla “Doggy-bag: Se avanzo mangiatemi”, realizzata nel 2015 con Slow Food, a “Rimpiattino”, progetto sviluppato con FIPE nel 2019 con l’obiettivo di contribuire alla riduzione dello spreco alimentare nei ristoranti. In particolare, con Rimpiattino, sono stati coinvolti oltre 1.000 ristoranti dislocati in tutta Italia che si sono impegnati a diffondere la buona abitudine di chiedere di portare a casa gli eventuali avanzi dei pasti: 35.000 contenitori di cartone sono stati finora consegnati. L’attuale situazione che stiamo vivendo, caratterizzata dalla chiusura di bar e ristoranti e dalla conseguente esplosione delle consegne a domicilio, ha necessariamente spostato l’attenzione dallo spreco alimentare alla necessità di supportare i ristoratori con iniziative nuove e progetti focalizzati sulle alternative alla ristorazione fuoricasa, proprio in questo senso nasce il progetto sperimentale focalizzato sul food delivery.

“Stiamo assistendo ad un’esplosione delle consegne a domicilio, stando ad una recente rilevazione effettuata tra marzo e aprile*, il 60% degli intervistati dichiara di ricorrere al food delivery: tendenza che si consoliderà anche nella fase 2. È quindi molto importante proporre una riflessione e delle soluzioni concrete relative agli imballaggi per l’home delivery. La scelta del materiale è fondamentale per facilitare il recupero e il riciclo. In questo senso gli imballaggi di carta e cartone, oltre a proteggere il prodotto all’interno e ad essere facilmente riciclabili possono essere anche un importante veicolo di informazione al cliente” commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco.

“Con questa emergenza le esigenze della nostra clientela sono cambiate e quindi abbiamo dovuto cambiare velocemente il nostro approccio, esplorando strade nuove come quelle del “delivery”, che si è rivelata una scelta strategica e vincente. Utilizzare vaschette riciclabili in carta e cartone per le consegne risponde a una sensibilità sempre più diffusa dei nostri clienti verso i temi ambientali, e noi stessi siamo sempre più favorevoli all’utilizzo di questo materiale. Sono sicuro che questa iniziativa sia un modo per sottolineare l’importanza dell’utilizzo di materiali riciclabili e del loro corretto conferimento, tutelando l’ambiente e al tempo stesso migliorando la gestione di tali rifiuti nelle nostre case”, dichiara Stefano Massimino, founder della pasticceria Ammu, e tra i primi ad aderire a un’iniziativa che abbina, agli obiettivi di business, motivazioni ambientali.

Le realtà che stanno utilizzando sperimentalmente le vaschette in cartone per spedire le proprie specialità a casa sono: AS Borgia, Don Lisander, Identita’ Golose, El Peca, Ammu, GT Bistrot, Coffice, Giangusto, Beverly, 10 Luppoli e Bar Romantic.

*fonte: Osservatorio annuale sul mercato del cibo a domicilio di Just eat

fonte: www.ecodallecitta.it

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Emergenza Coronavirus Covid19 e rifiuti in carta e cartone: la parola a Comieco

Il direttore generale, Carlo Montalbetti, intervistato da Eco dalle Città: "In questo momento c’è senza dubbio una maggiore richiesta di imballaggi, dovute alle necessità della catena alimentare e delle spedizioni. La filiera sta rispondendo a questo surplus di domanda che porta di conseguenza ad un aumento del consumo interno di carta da macero"






















1) Questo periodo di “confinamento” casalingo potrebbe portare ad un aumento della produzione di rifiuti domestici: da parte vostra registrate già qualche effetto di questo periodo? Potreste fare una stima di quanto aumenterebbero i rifiuti in carta e cartone (anche in relazione all'aumento delle ordinazioni online)?

Nella situazione emergenziale che stiamo vivendo, trascorrendo molto più tempo in casa, è possibile un aumento dei rifiuti che ogni famiglia produce principalmente per due fattori: l’ecommerce (solo nell’ultima settimana di febbraio le vendite online dei prodotti di largo consumo sono aumentate dell’81% - fonte: Nielsen) e la grande distribuzione che nella prima settimana di marzo ha registrato una crescita del 10,6% degli acquisti, con punte al Sud del 20,5% (dati IRI riportati da PrimaComunicazione). La raccolta differenziata e il riciclo rappresentano in questo contesto uno sbocco strategico per garantire una gestione dei rifiuti efficiente, in termini economici ma anche ambientali. I numeri di oggi, però, sono ancora in chiaro scuro: complici le chiusure forzate e le restrizioni registriamo nelle ultime settimane un trend inferiore alle previsioni ma senza una stabilizzazione del contesto è difficile spingersi in valutazioni più complessive.
2) Le misure di contenimento dell'epidemia Coronavirus stanno producendo altri effetti lungo la filiera di carta e cartone? Questa situazione potrebbe portare a qualche cambiamento delle abitudini degli italiani in termini di raccolta differenziata?
In questo momento c’è senza dubbio una maggiore richiesta di imballaggi, dovute alle necessità della catena alimentare e delle spedizioni. La filiera sta rispondendo a questo surplus di domanda che porta di conseguenza ad un aumento del consumo interno di carta da macero (la filiera cartaria utilizza già per circa il 60% della produzione complessiva fibre da riciclo). In relazione allo scenario attuale, è lecito attendersi, una contrazione ulteriore della raccolta derivante dal circuito commerciale a favore di quella domestica.
3) Il mercato di carta e cartone stava affrontando un periodo di crisi dei prezzi: qual è la situazione attuale?
In questa fase, registriamo segnali di aumento dei prezzi del cartone, in particolare, dovuti alla crescita della domanda di imballaggi, a fronte di una disponibilità in calo in relazione alla contrazione della disponibilità del circuito non domestico.
4) C'è stato un ritorno dei Comuni all'interno dell'Accordo Quadro dovuto al crollo dei prezzi?
Nel 2019 il Consorzio ha fatto fronte a circa 600.000 tonnellate rientrate dal mercato che i Comuni italiani hanno preferito gestire tramite il sistema delle convenzioni. Le stime per il 2020 prevedono rientri per ulteriori 500.000 tonnellate. In termini economici questi quantitativi si traducono in un esborso verso il territorio di 50 milioni di euro, corrispettivi previsti dall’Accordo Anci/Conai. Questo meccanismo conferma e rafforza il ruolo sussidiario del sistema consortile, capace di garantire ai Comuni il ritiro della raccolta e l’avvio a riciclo, in qualsiasi condizione di mercato.
5) L'aumento del contributo ambientale potrà riequilibrare la situazione garantendo la sostenibilità del Sistema?
L’aumento del contributo serve proprio per far fronte all’incremento dei quantitativi gestiti dal Consorzio, con conseguenti aumenti dei costi di raccolta e trattamento. Bisognerà poi valutare in una fase successiva gli effetti da una parte della contrazione della raccolta in questo periodo e dall’altra delle riduzioni del gettito in relazione all’immesso al consumo nei prossimi mesi.
6) Dal punto di vista impiantistico ci sono novità in merito all'avvio delle nuove cartiere sul territorio italiano?
A Verzuolo e ad Avezzano Burgo Group ha avviato due cartiere e una terza cartiera è in attesa di poter far partire la produzione a Mantova. Un segnale importante che dimostra come il settore cartario italiano stia investendo aumentando la capacità interna di riciclo (queste tre cartiere infatti a regime possono assorbire 1,4 mln di ton di macero) per rendere il sistema completamente autosufficiente.

Studio Comieco, l’industria cartaria italiana tra le prime in Europa per innovazione

L’industria cartaria italiana investe 420 milioni di euro all’anno in innovazione. Riciclabilità e biodegradabilità i punti di forza degli imballaggi cellulosici



















L’industria cartaria italiana è tra le prime in Europa per capacità di innovare processi e prodotti. Lo evidenzia lo studio Comieco sullo stato dell’innovazione della filiera cartaria italiana, condotto dal professor Marco Frey della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa.
 

Un settore al passo coi tempi nell’epoca della rivoluzione digitale, in grado di distinguersi per dinamismo sia nella fase progettuale del packaging, che nell’ambito del riciclo. Un dato significativo, la cui conferma arriva dagli investimenti in innovazione: l’industria cartaria europea investe complessivamente 3,5 miliardi di euro l’anno, mentre in Italia la cifra si aggira intorno ai 420 milioni di euro.

“La vivacità del settore cartario - precisa Amelio Cecchini, Presidente di Comieco - è confermata anche dagli oltre 300 brevetti depositati in Italia per quanto riguarda lo sviluppo e la progettazione di imballaggi cellulosici negli ultimi anni. Nel 2017, lo European Patent Office ha ricevuto oltre 4.300 domande di brevetto da parte di imprese italiane (+4,3% sul 2016), di cui il 23% ha riguardato il settore delle macchine e delle tecnologie dedicate a carte e cartoni. L’innovazione in quest’area ha portato a realizzare imballaggi sempre più riciclabili e compostabili rendendo l’economia circolare una realtà e non solo uno slogan”.

Imballaggi cellulosici e innovazione sono anche protagonisti del primo Bando Invenzioni di Comieco Factory, il programma di Comieco dedicato alle imprese produttrici e utilizzatrici che punta a diffondere la cultura della sostenibilità, valorizzando nel contempo tutte le azioni che le aziende mettono in atto per lo sviluppo di imballaggi in carta e cartone sempre più innovativi ed ecosostenibili.

La giuria ha assegnato il primo premio di 20.000 Euro a Bestack, Consorzio Imballaggi in Cartone Ondulato di Forlì
, che ha presentato il brevetto per invenzioni “imballaggio per ortofrutta trattato con una soluzione antimicrobica”, per il livello di innovazione e l’esempio efficace di prevenzione dell’impatto ambientale lungo tutta la filiera.
Il secondo premio, di 10.000 Euro, è andato a SCIA Packaging Srl di Aci Sant’Antonio (CT) con il brevetto modello di utilità “scatola con separatori incorporati per contenere oggetti“, per la modalità con cui è stata affrontata una sfida particolarmente complessa che ha permesso di avere un imballaggio mono-materiale.
Il terzo premio, di 5.000 Euro, è andato a Antonio Sada & Figli S.p.A. di Pontecagnano Faiano (SA) e al suo brevetto per invenzioni “imballaggio mono pezzo in cartone ondulato con semplificato sistema di apertura a strappo per l’ottenimento di scatole a bocca di lupo”, per l’utilizzo della logica verticale del packaging che consente di ottenere vantaggi lungo tutto il processo di filiera, dal produttore al consumatore, e per i criteri ambientali adottati in fase progettuale.
La giuria ha deciso infine di riconoscere una menzione speciale al brevetto per invenzioni “materiale composito ad alta sostenibilità ambientale” di Next Materials Srl, spin-off affiliato al Consorzio Interuniversitario per la Scienza e Tecnologia dei Materiali del Politecnico di Milano, per l’alto livello di innovazione del materiale composto da fibre di cellulosa, anche riciclata, e da una matrice polimerica idrosolubile.

fonte: http://www.e-gazette.it