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Comieco, nel 2020 il tasso di riciclo di carta e cartone supera l’87%, Alberto Marchi nuovo presidente

Obiettivo raggiunto con dieci anni di anticipo. Comieco approvato il bilancio e rinnova il cda:Cecchini rimane come vicepresidente


Nel 2020 il tasso di riciclo degli imballaggi in carta e cartone ha superato l’87%, anticipando di 10 anni e superando gli obiettivi UE fissati al 2030, un traguardo che è frutto dell’impegno e del lavoro di Comieco e dell’intera filiera cartaria e che attesta come l’Italia sia un modello di eccellenza in Europa per il riciclo di carta e cartone. È quanto emerge dal Piano Specifico di Prevenzione approvato dall’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Consorziati di Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – , che ha approvato anche il Bilancio consortile 2020 e ha nominato i nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione, che saranno in carica per il prossimo triennio. Il nuovo CDA, ringraziando per l’attività svolta il Presidente uscente Amelio Cecchini e il Vice Presidente uscente Michele Bianchi, ha eletto come Presidente Alberto Marchi e come Vice Presidente Amelio Cecchini.

Ecco la composizione del neo-eletto CDA: Categoria “Produttori”: Michele Bianchi, Andrea Bortoli, Carlotta De Iuliis, Paolo Giacchi, Alberto Marchi; Categoria “Trasformatori”: Amelio Cecchini, Andrea D’Amato, Silvia Ferraro, Fausto Ferretti, Michele Mastrobuono; Categoria “Recuperatori”: Stefano Benini, Lorenzo Cini, Fabio Montinaro, Enzo Scalia, Andrea Trevisan. Fa parte del CDA anche il Collegio dei Revisori composto da Alessia Bastiani, Sergio Montedoro, Luigi Reale. Confermato il Direttore Generale Carlo Montalbetti.

fonte: www.e-gazette.it

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Un consorzio finanziato dall'UE converte la pesca e i rifiuti urbani in materiali da imballaggio



Il progetto europeo DAFIA , coordinato dal centro di ricerca spagnolo AIMPLAS , ha svelato nuovi biopolimeri e materiali di imballaggio barriera realizzati dalla pesca e dai rifiuti urbani.

Il progetto è stato avviato con l'obiettivo di recuperare i rifiuti solidi urbani e le materie prime marine rest dall'industria ittica al fine di ottenere nuovi prodotti e additivi ad alto valore aggiunto.

I risultati hanno incluso ritardanti di fiamma che forniscono un'alternativa ai modelli alogenati, imballaggi barriera e rivestimenti commestibili che prolungano la durata di conservazione degli alimenti e sostanze chimiche che possono essere utilizzate per produrre nuova plastica da risorse rinnovabili.

Gli scarti dell'industria della pesca sono stati utilizzati anche per ottenere alternative all'etilene vinil alcol (EVOH, di origine fossile) che hanno proprietà di barriera all'ossigeno. Questa formula a base di gelatina di pesce può essere incorporata nella pellicola di confezionamento alimentare o utilizzata per rivestire il cibo sotto forma di un rivestimento commestibile che ne prolunga la durata.

Nel caso dei rifiuti solidi urbani, l'uso di processi di fermentazione innovativi ha permesso di estrarre dagli zuccheri i mattoni che possono essere utilizzati per sintetizzare biopolimeri come le poliammidi a base biologica. Questi materiali provengono da fonti rinnovabili e trovano applicazione anche nell'industria automobilistica.

Questo progetto è stato finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell'Unione Europea con la convenzione di sovvenzione numero 720770.

fonte: packagingeurope.com


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Dal riciclo benefici per un miliardo di euro

Conai ha presentato il Green Economy Report con i risultati economici e ambientali generati dall’attività del sistema consortile.









Secondo quando riporta il Green Economy Report del Sistema Conai (scaricabile QUI), i benefici diretti del recupero e riciclo di imballaggi in Italia hanno superato l'anno scorso il miliardo di euro.
Più in dettaglio, il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo è stimata in 402 milioni di euro, quello dell’energia prodotta da recupero energetico si attesta intorno a 27 milioni di euro, mentre l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 592 milioni di euro.

Grazie al riciclo, inoltre, sono state risparmiate - sempre nel 2019 - 4 milioni e 469mila tonnellate di materia prima vergine ed evitate immissioni in atmosfera per oltre 4 milioni e 300mila tonnellate di CO2 equivalente.
Per quanto concerne l'utilizzo di risorse - sottolinea Conai - grazie al riciclo si sono risparmiate 433mila tonnellate di plastica - pari a 9 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un litro -, 270mila tonnellate di acciaio, oltre 19mila tonnellate di alluminio, un milione e 80mila tonnellate di carta, 907mila tonnellate di legno e un milione e 760mila tonnellate di vetro.



Un altro dato significativo riguarda il numero di discariche evitate grazie al riciclo: in 22 anni, tra il 1998 e il 2019, il sistema Conai ha garantito l’avvio a riciclo di quasi 32 milioni di tonnellate di imballaggi, evitando il riempimento di 160 nuove discariche di medie dimensioni.

"Sono numeri che fanno riflettere - commenta Luca Ruini, Presidente di Conai -. Come ricordo spesso, l’Italia in Europa è seconda solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio. Abbiamo praticamente già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo richiesti entro il 2025, e il nostro sistema Paese continua a fare scuola in Europa. Anche perché ha uno dei sistemi di responsabilità estesa del produttore meno costosi e più efficienti". "Dobbiamo continuare a lavorare per incentivare l’eco-design e per sviluppare e potenziare le tecnologie per il riciclo, auspicando al più presto incentivi fiscali per chi usa materia prima seconda: la sua domanda sta purtroppo calando, e non possiamo permetterci di lasciare inutilizzati gli enormi quantitativi di materiale che il Paese ricicla - aggiunge il Presidente di Conai -. Ci auguriamo per questo si arrivi presto anche a una concreta attuazione del Green Public Procurement e alla chiusura di nuovi provvedimenti sull’End of Waste".

Per informazioni: Green Economy Report Conai

fonte: www.polimerica.it


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Nasce CIAC, il primo Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare

Grazie al Consorzio Monviso Agroenergia e alla FIPER è nato il primo Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare, un contenitore nazionale capace di aggregare gli attori della filiera agroalimentare e renderli promotori di un’economia a basse emissioni



Rispetto del pianeta e della salute dell’ecosistema sono il cuore del Consorzio Monviso Agroenergia (CMA) il quale riunisce più di cento aziende agricole titolari di impianti di produzione di biogas e agro-energetici. Il lavoro del CMA è da sempre dedicato al ripristino di quel rapporto circolare tra ambiente ed agricoltura “dove nulla si butta e tutto si recupera, facendolo rientrare in ciclo sotto forma di materia o di energia”. È con questo obiettivo che il CMA ha creato la sua filiera agricola e ora ha fatto un altro passo verso la transizione energetica e l’agricoltura circolare.

In collaborazione con la Federazione Italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili (FIPER), ha istituito il Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare (CIAC), un “contenitore nazionale” in grado di aggregare tutti gli attori della filiera agroalimentare e renderli promotori di un’economia a basse emissioni.


Il comparto agro-economico si è infatti da sempre impegnato “nella produzione di cibo, nella valorizzazione di scarti e sottoprodotti, nella produzione di energia rinnovabile e di fertilizzanti organici, nella riduzione delle naturali emissioni degli effluenti zootecnici”. Capitalizzare questo patrimonio tecnologico e di know-how renderà possibile, nell’ottica del CMA, indirizzare il settore verso un modello economico sostenibile, in linea con gli SDGs dell’ONU e con il Green Deal europeo. L’UE ha infatti indicato nella filiera del biogas un tassello importante per l’agricoltura circolare del futuro, capace di superare l’idea di rifiuto e di promuoverne una in cui “tutto ritorna un valore”. Senza quella “visione di progetto più strutturata“ proposta dal CIAC non sarebbe possibile farsi promotori della transizione energetica che è un tassello fondamentale per l’economia e la società di domani. E sono proprio le filiere agricole e forestali, secondo il CIAC, a poter essere una guida sicura verso la transizione energetica.

Come conclude il presidente del CIAC, Luca Remmert, il percorso verso la sostenibilità, l’economia circolare, l’innovazione tecnologica è già impostato e potrà portare l’Italia a “produzioni agricole di qualità” con particolare attenzione “alle richieste di qualità, ambiente, territorio da parte delle persone, dei consumatori”.

fonte: www.rinnovabili.it


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È nato Biorepack, il consorzio italiano per il recupero delle bioplastiche

Costa: nell’ambito della direttiva Ue contro la plastica monouso l’Italia sta «negoziando con l'Unione europea la possibilità di dare spazio ad una filiera importante e che ci vede tra i primi al mondo»





















«Ho dato l’ok per lo statuto del primo consorzio per le bioplastiche italiano, Biorepack, ed è uno dei primi a livello europeo». La notizia arriva direttamente dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, rispondendo a un’interrogazione parlamentare della deputata LeU Rossella Muroni, e rappresenta una notizia importante per l’economia circolare italiana: si tratta del settimo consorzio di filiera all’interno del sistema Conai per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.
Le bioplastiche, ovvero plastiche non derivate da petrolio ma da risorse rinnovabili come quelle agricole o da scarti organici, rappresentano infatti una filiera industriale di grande valore per la green economy dove l’Italia eccelle a livello internazionale. Il loro crescente utilizzo di bioplastiche sotto forma di piatti, bicchieri, posate, altre stoviglie e contenitori sta però creando difficoltà per il loro recupero una volta giunte a fine vita.
Per le loro caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità vanno conferite all’interno dei contenitori deputati alla raccolta della frazione organica, ma di fatto per essere correttamente trattate richiedono impianti con caratteristiche molto diverse (in termini di condizioni di temperatura, umidità, tempo di trattamento, etc) rispetto a quelle necessarie per gli altri rifiuti organici. Il risultato è un sistema di gestione rifiuti che rischia di andare in tilt, oltre a creare confusione nei cittadini chiamati fare la raccolta differenziata.
L’auspicio è che l’arrivo di Biorepack possa migliorare il recupero a fine vita delle bioplastiche. «Noi sappiamo – argomenta Costa – che racchiude in sé 252 aziende, 2.600 addetti, 700 milioni di fatturato, lavora 90 mila tonnellate di bioplastica, è nell’ambito del Conai, del consorzio degli imballaggi, ed è parallelo al Cic, cioè il Consorzio italiano per il compostaggio. Che vuol dire? In buona sostanza, vuol dire che si lavora insieme agli impianti di compost nel compostaggio su filiere simili. Che cosa vuol dire ancora? Che in buona sostanza queste bioplastiche, quando finiscono là, riescono ad entrare nel principio dell’economia circolare e sottraggono – abbiamo fatto dei conti “spannometrici”, poi vediamo nel corso del tempo – non meno di 120 mila tonnellate di plastiche non recuperabili».
Nel corso dell’interrogazione il ministro Costa ha inoltre precisato che nell’ambito della direttiva europea Sup, la Single Use Plastics che punta a ridurre l’impiego delle plastiche monouso, l’Italia sta «negoziando con l’Unione europea proprio la possibilità di dare spazio ad una filiera (quella delle bioplastiche, ndr) che per l’Italia è importante e che ci vede tra i primi al mondo. Chiaramente è uno spazio di negoziazione che noi concluderemo entro luglio 2021, come la direttiva ci propone».
La direttiva Ue approvata lo scorso anno introduce infatti restrizioni sui prodotti in plastica monouso: si va da riduzioni al consumo – come nel caso di tazze per bevande e contenitori per alimenti – al divieto di immissione sul mercato per prodotti come bastoncini cotonate, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande e bastoncini per palloncini. Il testo prevede restrizioni esplicite per prodotti monouso in plastica tradizionale e oxo-degradabile, mentre per quanto riguarda le plastiche biodegradabili il Consiglio Ue si limita a suggerire che la definizione di “plastica” «dovrebbe riguardare» anche quelle biodegradabili.
Tutto dipenderà dunque da come la direttiva sarà recepita nell’ordinamento italiano, con la Commissione Ue che sarà poi chiamata a valutare la corretta implementazione. «Davvero ottime notizie – commenta Muroni – Ben venga finalmente il consorzio sulle bioplastiche, l’allargamento del sistema Conai».
fonte: www.greenreport.it


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L'informatica per gli olii ed i grassi vegetali ed animali esausti

Il Consorzio RenOils, nato per il perseguimento delle finalità di raccolta e recupero degli oli e grassi vegetali ed animali esausti, ha promosso la piattaforma informatica R_O_S come strumento di presidio e controllo sulle varie fasi delle procedure di raccolta e recupero




















In occasione della manifestazione Ecomondo 2018, il Consorzio RenOils ha presentato il primo studio nazionale sul tracciamento dei flussi dalla produzione al riciclo degli olii vegetali e grassi animali per la costruzione di una banca dati permanente.
La piattaforma realizzata in collaborazione con la Soc. In Time s.r.l., società spin-off dell’Università Tor Vergata di Roma, permetterà di accedere in tempo reale allo stato di avanzamento dei processi di raccolta recupero degli oli vegetali esausti.
La piattaforma popolata con le quantità di oli esauriti prodotti da operatori economici (principalmente ristoratori) e dalle famiglie, permetterà al Consorzio di contribuire alla gestione del sistema del riciclo degli olii usati, adempiendo correttamente agli obblighi di legge ed allo stesso tempo contribuire alla realizzazione di un’economia circolare.
La piattaforma R_O_S ( Recycling Oil Sistem) consentirà di esercitare puntuali verifiche sullo stato di avanzamento delle varie fasi di processo degli olii avviati alle procedure di recupero e raccolta. Sarà possibile interrogare la medesima per conoscere le quantità conferite al Consorzio distinte per Regione di produzione, elaborare i dati su base geografica.
La piattaforma offrirà la possibilità di consultare i rapporti di produzione - recupero ed i flussi di origine e destinazione degli olii usati. Il monitoraggio possibile attraverso R_O_S consentirà la suddivisione delle quantità raccolte per intervallo di tempo, tipologia di rifiuto, luogo di produzione, tipo di produttore, tipologia di raccoglitore e modalità di trattamento.
Quanto sopra, se da un lato permetterà al Consorzio RenOils di monitorare l’aumento dei volumi di raccolta e recupero degli oli, facilitandone la rendicontazione, dall’altro renderà possibile fornire una fotografia reale ed aggiornata del settore ai soggetti istituzionali preposti al controllo.
fonte: http://www.arpat.toscana.it

Oli vegetali: in aumento raccolta e rigenerazione















Ammontano a circa 37 mila tonnellate gli oli vegetali esausti raccolti nel primo semestre del 2018. Questi i dati diffusi da CONOE, consorzio nazionale impegnato nella raccolta e trattamento degli oli e dei grassi “vegetali e animali” esausti, secondo il quale la proiezione al termine dell’anno è di oltre 75 mila tonnellate di oli vegetali raccolte (+3 mila rispetto al 2017).

La proiezione annua relativa alla raccolta di oli vegetali rappresenta, con oltre 75 mila tonnellate stimate, il 36% del potenziale raccoglibile secondo CONOE: il totale ammonta a circa 260 mila tonnellate (80 dai settori professionali e 180 dalle utenze domestiche). Dei quantitativi raccolti il 90% è recuperato per essere rigenerato e destinato alla produzione di biodiesel: dalle 72 mila tonnellate raccolte lo scorso anno sono state prodotte 65 mila tonnellate di biodiesel.

La raccolta degli oli vegetali si rivela particolarmente importante anche dal lato ambientale, con un chilo di prodotto che si rivela sufficiente a inquinare 1.000 metri quadrati di superficie idrica. Come ha sottolineato Tommaso Campanile, presidente CONOE:

"Questi numeri testimoniano la bontà del nostro operato in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, nonché delle battaglie portate avanti in questi anni per la legalità e per l’affermazione di un’economia circolare sana e trasparente. Nonostante il Consorzio continui a lavorare disponendo di risorse limitate, le nostre performance continuano a migliorare di anno in anno. Ora però è importante riuscire ad allargare la raccolta anche agli oli esausti domestici prodotti dai privati cittadini, che costituiscono il 64% del totale raccoglibile: per questo motivo stiamo lavorando alla chiusura di importanti accordi che, a partire dal mese di settembre, ci consentiranno di estendere il servizio a migliaia di famiglie di molti Comuni italiani."



fonte: www.greenstyle.it

Ecolight, eccellenza italiana contro i rifiuti elettronici



















Quasi 17.000 tonnellate di smartphone, frullatori, tablet e phon raccolti dalle isole ecologiche disseminate in tutta Italia e dalla Grande distribuzione organizzata: sono i numeri di Ecolight, consorzio che si occupa della gestione di RAEE, pile e accumulatori a fine vita. Nel 2017 l'azienda ha infatti incrementato i volumi di quasi il 6% rispetto all'anno precedente, confermando un'importante azione soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei RAEE che appartengono al raggruppamento R4, ovvero i piccoli elettrodomestici e l'elettronica di consumo.

"Tra i rifiuti elettronici, i piccoli elettrodomestici sono quelli più difficili da intercettare", ricorda il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. "Nonostante l'impegno in termini di raccolta e sensibilizzazione, poco meno di un quarto di questi rifiuti segue un corretto iter di raccolta e smaltimento. I restanti tre quarti restano con ogni probabilità chiusi in un qualche remoto cassetto di casa, per poi finire nel sacco dell'indifferenziata".

Recuperare correttamente un R4 è invece molto importante. "Sono rifiuti riciclabili fino al 97% del loro peso", sottolinea Dezio. "Sono composti prevalentemente da ferro e plastica, materiali che possono essere indirizzati verso un percorso di recupero per ottenere materie prime seconde riutilizzabili nei processi produttivi".
L'impegno di Ecolight nel 2017 si è concentrato soprattutto nella gestione dei rifiuti elettronici di piccole dimensioni: oltre il 75% di quanto è stato raccolto appartiene a questo raggruppamento, inoltre ha attivato una serie di servizi per agevolare i cittadini e i negozi per conferire e raccogliere correttamente questa tipologia di rifiuti. Considerando anche frigoriferi e forni, monitor, televisori e lampadine a risparmio energetico, nel complesso il consorzio è arrivato l'anno scorso a gestire più di 25.000 tonnellate di rifiuti elettronici con un'azione capillare ed efficiente: testimonianza sono le oltre 22.000 missioni fatte direttamente sulle isole ecologiche e il grado di efficienza (dato che viene certificato dal Centro di Coordinamento RAEE) che ha toccato quota 99,8%.















"L'impegno del consorzio è volto ancora a migliorare il servizio e a potenziare la rete di gestione. Ecolight si presenta nel 2018 come un attore principale per il mondo dei RAEE e della gestione dei rifiuti professionali. Siamo focalizzati a creare un network capace di affiancare le imprese nei compiti sempre più crescenti per quanto riguarda la tutela ambientale". Conclude Dezio: "La prossima sfida si chiama open scope e riguarda l'ampliamento della normativa RAEE ad una serie di altri prodotti. Questo significa che nella categoria rifiuti elettronici rientreranno sempre più oggetti; questi dovranno essere gestiti secondo precise regole e le aziende che li producono saranno chiamate a prendersi cura dei rifiuti affidandosi ad un consorzio".

fonte: https://www.tomshw.it

La plastica del mare per creare un’istallazione artistica. Alle Egadi un intero weekend fra arte e ambiente

Pablo Dilet, pseudonimo artistico del giornalista Dario La Rosa, dal 19 al 21 maggio inaugura il suo progetto: pulire dalla plastica le spiagge di Levanzo, Marettimo e Favignana per creare l’installazione artistica che sarà inaugurata in piena estate 
















L’arte contemporanea per accendere i riflettori sulla vita sottomarina nel Mediterraneo, messa sempre più a repentaglio dalla plastica, e per sensibilizzare ad una raccolta differenziata che possa essere sempre più attenta e sostenibile per l’ambiente. E’ Plastic, il progetto promosso dall’Area Marina Protetta delle Egadi e dal Comune di Favignana, ai nastri di partenza nelle tre isole dell’arcipelago delle Egadi.
Il progetto, che porta la firma di Pablo Dilet, pseudonimo artistico del giornalista Dario La Rosa, inizierà con un intero weekend (19-21 maggio – info@ampisoleegadi.it) che servirà a ripulire dalla plastica proveniente dal mare le spiagge di Levanzo, Marettimo e Favignana e a creare la materia simbolo dell’installazione artistica che sarà inaugurata in piena estate. Da venerdì 19 a domenica 21 maggio, infatti, associazioni, studenti e turisti potranno unirsi insieme all’artista ed al personale dell’AMP e del Comune per tre intere giornate mirate alla sostenibilità ambientale.
La plastica sta mettendo a repentaglio la vita del Mediterraneo. L’AMP e Comune delle Isole Egadi, per accendere i riflettori su una tematica ambientale di altissima importanza, lanciano un progetto che mette insieme sensibilizzazione e azione concreta. Il tutto nel segno dell’arte contemporanea, ovvero con una installazione che consentirà di riflettere sulle tematiche ambientali, sul pericolo della plastica abbandonata in mare e sull’importanza di una raccolta differenziata attenta, soprattutto nel periodo estivo, che è quello più complesso da gestire considerata la mole di turisti che popolano l’arcipelago. Da quella che si scioglie creando un brodo inquinato, a quella che viene ingerita da delfini, tonni e tartarughe sino a quella che arriva sulle nostre spiagge, la fotografia del mare è preoccupante. Ed anche la vita sottomarina, come confermato da recenti ricerche scientifiche, si avvicina ad un possibile punto di non ritorno.
Ecco allora la scelta dell’artista Pablo Dilet, quella di creare una installazione che potesse fisicamente ingabbiare la stessa stessa plastica che inquina il nostro mare. Lettere di metallo che compongono la scritta “Plastic” saranno riempite proprio con la plastica sottratta dalla mercé di pesci e volatili e da quella proveniente da una attenta raccolta differenziata.
Un progetto dal forte impatto visivo oltre che simbolico che si muove in linea con i programmi di tutela ambientale dell’AMP e del Comune.
“Il rispetto dell’ambiente - spiega il sindaco delle Isole Egadi e Presidente dell’AMP, Giuseppe Pagoto - è stato un tema cui la nostra amministrazione si è dedicata con impegno, portando a casa importanti risultati grazie ai progetti nelle scuole e anche alla sensibilità mostrata dai cittadini. Voglio ricordare che il Comune di Favignana è stato premiato a Roma per il riciclo a km 0 degli imballaggi in acciaio nell’ambito dell’iniziativa di Legambiente “Comuni Ricicloni”. Alla nostra Amministrazione è stato consegnato un riconoscimento come esempio di “best practice” dal Consorzio Ricrea. Occorre che questo impegno possa portare a risultati migliori anche nel periodo estivo, in cui il trend turistico aumenta le difficoltà di gestione”.
“La plastica - aggiunge Stefano Donati, direttore dell’AMP - è il killer silenzioso dei nostri mari. Quando recuperiamo le tartarughe marine in difficoltà, presso il nostro Centro di Primo Soccorso a Favignana, portano sempre i segni dell’incontro drammatico con la plastica, avendone ingurgitata una grande quantità o restandone fisicamente imprigionate. La plastica sta entrando nella catena alimentare e, accumulata nei tessuti dei pesci che mangiamo, arriva fino a noi. Non c’è più tempo da perdere, per salvare gli oceani, la biodiversità e anche noi stessi”.
“La plastica ha i colori della bellezza, ma nasconde i suoi veleni come la mela di Biancaneve - afferma Pablo Dilet -, ecco allora il desiderio di ingabbiarla per mettere davanti agli osservatori dell’opera una delle principali cause della distruzione del nostro ambiente. Una gabbia che ha anche il valore della speranza, ovvero di tutte quelle azioni concrete che ciascuno di noi può fare per l’ambiente che ci circonda”.

fonte: www.ecodallecitta.it

Al Giro d’Italia 2017 'Ricicloamatore', concorso online di CIAL con i campioni dell’Astana

In palio ogni giorno una RICICLETTA®. Quest’anno, inoltre, per celebrare i 100 anni del Giro d’Italia, CiAl, in accordo con il Comune di Alghero, sede della prima tappa di partenza del Giro edizione 2017, ha posizionato in pieno centro cittadino, un mega monumento realizzato con lattine in alluminio usate e raffigurante una grande bici da corsa. 
















In occasione della centesima edizione del Giro d’Italia il Consorzio CiAl lancia il concorso online “RICICLOAMATORE – CHI RECUPERA VINCE” grazie al quale, ogni giorno, sarà possibile vincere la famosa RICICLETTA® city bike ottenuta dal riciclo di 800 lattine per bevande usate in alluminio. Si gioca da venerdì 5 maggio e fino al 28 maggio compreso, all’indirizzo: www.ricicloamatore.it. E quest’anno, per celebrare un compleanno così importante, CiAl ha anche realizzato un grande monumento in lattine ad Alghero, tappa di partenza del Giro edizione 2017.


















Anche quest’anno il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo dell’Alluminio, partecipa al Giro d’Italia di ciclismo per promuovere, grazie ai campioni in gara dell’Astana Pro Team, testimonial ambientali d’eccezione, un messaggio importante e sempre più sentito: “Fare una corretta raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio (lattine per bevande, vaschette e scatolette per il cibo, bombolette spray, tubetti ed anche il foglio sottile di alluminio) consente un vantaggio enorme per l’ambiente perché l’alluminio si ricicla al 100% e infinite volte, consentendo un enorme risparmio di energia e materia”.
























Per provare a vincere la Ricicletta® , ricordiamo che ce ne è una in palio ogni giorno, basterà collegarsi al sito web: www.ricicloamatore.it e rispondere a tre semplici domande:
- la prima sul riciclo e la raccolta differenziata dell’alluminio
- la seconda sui campioni dell’Astana Pro Team
- la terza sulla storia dei 100 anni del Giro d’Italia
Quest’anno, inoltre, per celebrare i 100 anni del Giro d’Italia, manifestazione che il nostro Consorzio segue da più di un decennio, CiAl, in accordo con il Comune di Alghero, sede della prima tappa di partenza del Giro edizione 2017, ha posizionato in pieno centro cittadino, un mega monumento realizzato con lattine in alluminio usate e raffigurante una grande bici da corsa. Il monumento, alto quasi 4 metri e lungo 3,70 metri, è realizzato con circa 1.000 lattine per bevande usate, in alluminio, e sarà visibile al pubblico i giorni 4 e 5 maggio in Largo San Francesco, ad Alghero.

fonte: www.ecodallecitta.it

Arriva Capitan Acciaio, nuovo 'supereroe' che insegna il valore della raccolta differenziata

Il 3 maggio a Lecce al via il tour nazionale promosso dal Consorzio RICREA per informare ed educare i cittadini. Attività e laboratori in piazza con protagonisti gli imballaggi in acciaio come barattoli, scatolette, lattine, bombolette, tappi e chiusure. 












Cosa si può ottenere con il riciclo di 50 bombolette, 2.000 barattoli o 5 fusti tutti in acciaio? Rispettivamente il telaio di una bicicletta, una fontanella urbana e una panchina. Protagonista di questo virtuoso percorso circolare è l’acciaiomateria prima permanente che si ricicla all’infinito senza perdere le proprie qualità.
Per informare i cittadini sulle qualità degli imballaggi in acciaio ed educarli a una corretta raccolta differenziata, RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio, manda in campo un nuovo supereroeCapitan Acciaio, protagonista di un tour itinerante che quest’anno farà tappa a Lecce, Napoli, Trieste e Verona
“Il ciclo di vita dell’acciaio, da materia prima a imballaggio, fino a diventare rifiuto differenziato, raccolto e avviato al riciclo - spiega Domenico Rinaldini, Presidente di RICREA – è un perfetto esempio di economia circolare. L’acciaio infatti è un materiale permanente, e grazie al riciclo rinasce a nuova vita senza perdere nessuna delle sue qualità. Anche grazie a iniziative di sensibilizzazione come questa vogliamo migliorare ancora gli ottimi risultati raggiunti, informando dei cittadini sulla ‘convenienza ambientale’ della raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio”
Nelle piazze principali delle città in cui il tour farà tappa Capitan Acciaio sarà a disposizione per aiutare i cittadini a scoprire i vantaggi della raccolta differenziata e il valore del riciclo dell’acciaio, il materiale più riciclato in Europa.
Nel 2016 in Italia è stato avviato al riciclo il 77,5% degli imballaggi in acciaio immessi al consumo, con un miglioramento del +4,1% rispetto all’anno precedente. Le tonnellate di acciaio riciclate sono state 360.264, sufficienti per realizzare cinquanta copie della Tour Eiffel.
Ad accompagnare Capitan Acciaio nel suo viaggio attraverso l’Italia due speciali compagni di avventure, animatori di laboratori gratuiti dedicati in particolare ai più giovani.
Maurizio Capone insegnerà a fare musica attraverso originali strumenti creati con gli imballaggi in acciaio. Come la “Lattam”, strumento costruito con un barattolo di metallo per pomodori, una bacchetta cinese ed uno stringi tubo e il “Tappero”, realizzato con tappi corona delle bottiglie fissati a coppie su tre file su un lungo tronchetto di legno. 
L’artista Massimo Sirelli, invece, proporrà dei laboratori ludico-ricreativi in cui bambini e ragazzi potranno costruire il proprio robot giocattolo attraverso il riuso creativo di imballaggi in acciaio.
Maggiori informazioni su Capitan Acciaio in tour sulla pagina Facebook dedicata:  facebook.com/CapitanAcciaio

fonte: www.ecodallecitta.it

Fondi per i Centri di raccolta Raee: c’è tempo fino al 16 febbraio
















Un milione e mezzo di euro per migliorare la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche su tutto il territorio nazionale e colmare la carenza di Centri di raccolta. C’è tempo fino al prossimo 16 febbraio per inoltrare domanda di ammissione al “Fondo 13 Euro/tonnellata premiata”, il programma di contributi ai Centri di raccolta previsto dall’Accordo tra Anci e Centro di Coordinamento (CdC) Raee e annualmente costituito presso il CdC dai Sistemi Collettivi, con una contribuzione pari a 13 euro per ogni tonnellata di Raee ritirata. L’ammontare dei Raee premiati nel 2015 è stato pari a circa 101mila tonnellate. Le premialità, sommate alle giacenze dei bandi precedenti, hanno contribuito a garantire al Fondo una dotazione pari a un milione 555mila euro. Soldi che da quest’anno serviranno anche e soprattutto a finanziare l’apertura di nuovi Centri di raccolta. Esigenza particolarmente sentita nelle Regioni del Centro e Sud Italia.
Novità del bando 2016, pubblicato lo scorso 20 dicembre, è proprio l’introduzione di una specifica misura riservata unicamente ai soggetti che non hanno un Centro di raccolta esistente registrato al CdC Raee sul territorio comunale per finanziarne la realizzazione. A questa particolare tipologia di interventi il Fondo destinerà complessivamente poco meno di 778mila euro. Stessa somma che sarà destinata alle altre tre misure previste dal bando 2016 e che riguardano invece il finanziamento di interventi sui Centri di raccolta già effettuati nei 12 mesi precedenti la pubblicazione del bando, il finanziamento di interventi non ancora effettuati e la realizzazione di sistemi “integrativi” dei centri di raccolta come le unità mobili per il ritiro stradale.
Per il finanziamento di interventi già realizzati su Centri di raccolta esistenti e di sistemi integrativi ai Cdr il Bando prevede un tetto massimo di 20mila euro a copertura dell’85% del costo totale dell’intervento, mentre per gli interventi da realizzare l’importo massimo sarà di 25mila euro. Potrà arrivare invece fino a 75mila euro l’importo del finanziamento per l’apertura di un nuovo Centro di raccolta, a patto che questo serva almeno due Comuni, mentre per Cdr a supporto di un solo Comune il tetto massimo del finanziamento scende a 50mila euro. Le domande di ammissione al contributo dovranno essere predisposte e trasmesse esclusivamente online entro le ore 17.00 del 16 febbraio 2017, compilando l’apposito “Modello di Domanda” disponibile nell’area riservata ai Sottoscrittori del portale del CdC Raee, fornendo – unicamente mediante l’applicativo online – la ulteriore documentazione prevista. Per le candidature alla Misura 4 (nuovi centri di raccolta) sarà necessario preventivamente registrarsi al portale del CdC Raee.

fonte: http://www.riciclanews.it/

Raee, pile e accumulatori: si potrebbe andare verso un unico Centro di Coordinamento?

pile
Il 2015 è stato un anno di importanti cambiamenti per la gestione dei rifiuti elettrici, elettronici, delle pile e degli accumulatori: ne parliamo con il Segretario Generale del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori Luca Tepsich.


Recentemente avete presentato il rapporto con i dati di raccolta 2015: qual è lo scenario attuale in Italia?
Quest’anno abbiamo avuto un importante incremento della raccolta, spinti anche dagli obiettivi della Comunità Europea, fissati al 45% dell’immesso sul mercato entro settembre. Siamo molto vicini al target, ci manca ancora una ultima spinta. Abbiamo registrato una crescita fortissima negli ultimi tre anni: siamo passati dal 24% al 39% dell’anno scorso, mentre nel 2015 abbiamo superato la soglia del 40%. Una volta raggiunto questo traguardo, la sfida sarà poi il mantenimento del trend di crescita negli anni, soprattutto tenendo conto delle problematiche tipicamente italiane, come la drammatica disomogeneità territoriale.

Il 2015 è stato un anno di importanti traguardi dal punto di vista della raccolta, ma non solo…
È stato un anno significativo soprattutto per l’arrivo in Parlamento della Proposta di Legge Carrescia, una proposta di modifica del Decreto 188, il quale regola la raccolta e il finanziamento del trattamento delle pile e degli accumulatori. La proposta aiuta a risolvere alcune criticità che da tempo abbiamo rilevato: la normativa Raee si è evoluta, dal 2005 ad oggi, anche con diverse spinte propositive. La normativa pile, al contrario, è nata nel 2008 ed è rimasta sostanzialmente identica a sé stessa. Questa progressiva divergenza crea problemi ai consorzi, a livello pratico, gestionale, pertanto si auspica quindi un allineamento, almeno nelle linee generali, anche in termini di semplificazione.

Da queste necessità trae una spinta lo Statuto Tipo dei Consorzi, attualmente in discussione?
Esattamente, speriamo sia occasione per smettere di ragionare sul tema a compartimenti stagni e rispondere in maniera più puntuale alle mutate condizioni di mercato che vedono gli operatori del settore operare delle diversificazioni di business per raggiungere economie di scala. Senza dimenticare che anche in Europa, al di là del pacchetto della circular economy, nei prossimi anni verrà ridiscussa la direttiva pile, anche alla luce di risultati di raccolta di settembre degli Stati membri. Anche questo verrà fatto in risposta all’esigenza di dare una maggiore spinta alla raccolta, perché ad oggi sembra che circa i 2/3 degli Stati membri non riusciranno a raggiungere il target prefissato.

Quali sono le principali criticità legate alla situazione italiana? Ci sono segni di prossime evoluzioni?
Storicamente c’è sempre stata una certa e per certi versi comprensibile difficoltà a trovare un linguaggio comune tra le Istituzioni e gli operatori del settore. Negli ultimi tempi però sono indubbi i passi avanti fatti e in tal senso accogliamo con soddisfazione l’avvenuto insediamento del Comitato di Vigilanza e Controllo, che con l’emanazione del Decreto Tariffe dovrebbe cominciare ad operare a pieno regime. Nel primissimo decreto Raee si diceva che le attività correnti di segreteria e verifica sarebbero state finanziate appunto dal Decreto Tariffe, il cui ruolo sarebbe stato, sostanzialmente, quello di stabilire quanto i produttori avrebbero dovuto pagare. Dal 2005 ad oggi, però, non è mai stato implementato, per motivi prettamente burocratici (il Ministero dell’Ambiente non aveva la possibilità di inserire in un apposito capitolo di spesa quei fondi). Adesso con il Collegato Ambientale, finalmente questa situazione sembra essere stata sbloccata e pare che il Decreto Tariffe sia in dirittura d’arrivo.
(n.d.r. il Comitato di Vigilanza istituito con il cd “decreto Raee” 185/2007 svolge le sue funzioni anche in riferimento al Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori)

Ad oggi, volendo avanzare una provocazione, non c’è stato controllo nella vostra attività?
Bisogna fare una precisazione. Le attività di controllo corrente, di monitoraggio delle esportazioni, vengono effettuati direttamente dagli enti regionali e provinciali, mentre altre attività di controllo sono eseguite parzialmente dai consorzi e dai centri di coordinamento. Quello che manca è il soggetto che può rendere operative le nostre segnalazioni su eventuali anomalie o condotte scorrette.

Se questo Comitato di Vigilanza è comune ai due consorzi (Raee e Pile), e si auspica da più parti che la normativa venga equiparata, che senso ha avere due consorzi? Si può prevedere una fusione?
Da un punto di vista strategico, un domani molte attività dovranno in qualche modo convergere verso un unico soggetto. Il punto vero è che a monte di tutto questo impianto normativo e di regole operative che ci siamo dati, la Comunità Europea ha evidenziato come i flussi siano sostanzialmente monodirezionali: esiste il flusso delle pile e delle batterie, esiste il flusso degli apparecchi elettrici ed elettronici. Soprattutto, a livello italiano la differenza grossa è che mentre il centro di coordinamento Raee lavora sul comparto domestico, con una previsione di avere al suo interno quasi esclusivamente sistemi collettivi, per la parte Pile già la normativa europea non prevede più la distinzione tra domestico e professionale. Una possibile soluzione potrebbe essere allora quella di aprire, come in parte già avviene, a tutti i soggetti in linea con le esigenze del settore, con i dovuti vincoli, e vedere chi è più bravo, che è poi l’unico modo per ottimizzare davvero. Chiaro che ci sono dei comparti che si incontrano e intersecano spesso, come Raee e Pile: proprio in questi casi va modulata in maniera più specifica la normativa.

fonte: http://nonsoloambiente.it