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La circolarità dell’olio e la mission di RenOils per salvaguardare l’ambiente















RenOils è un Consorzio senza scopo di lucro che si occupa della corretta gestione degli oli e grassi vegetali e animali alimentari esausti. La missione è la salvaguardia dell’ambiente e l’integrazione di un sistema circolare nel settore: uno scarto può diventare risorsa? Ne parliamo con Ennio Fano, Presidente del Consorzio.

Il vostro supporto a Circonomia come sponsor riflette la vostra sensibilità al tema della circolarità, ma come interpretate voi il concetto di “economia circolare” all’interno della vostra realtà?

Per noi l’economia circolare è un concetto essenziale alla base della nostra mission: gestire correttamente l’olio esausto da cucina è molto importante per l’ambiente in quanto l’olio e il grasso alimentare, dopo la cottura, acquisiscono composti carboniosi, antiossidanti e conservanti, divenendo nocivi. Non possono essere, dunque, riutilizzati e diventano un rifiuto altamente inquinante. Non tutti sanno che, se recuperati correttamente, possono essere riciclati nella produzione di biodiesel per autotrazione, in impianti di cogenerazione, nella produzione di bio-lubrificanti, di saponi, cere e altro. Gestire in maniera corretta il rifiuto “olio” rappresenta oltre che un’opportunità per l’ambiente anche un valore economico. Il mercato del recupero degli oli e grassi animali e vegetali esausti, in cui opera RenOils, è attualmente autosufficiente: il prezzo di vendita del materiale recuperato è superiore al costo della raccolta e del trattamento. Il valore del rifiuto lo rende economicamente valido e sostenibile.


Quanto conta la comunicazione ambientale nel vostro lavoro? Chi sono i vostri interlocutori?

La comunicazione è fondamentale, sensibilizzare è alla base della nostra attività. Alla raccolta del rifiuto finora, infatti, sono sempre stati affiancati eventi per istituzioni e cittadini utili a far conoscere RenOils, i risultati più importanti ottenuti nell’interesse dell’ambiente, della salute dei cittadini ma anche dello sviluppo economico e di lavoro. Il Consorzio sta lavorando con successo sul territorio, in particolare in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, per mettere in campo un dialogo chiaro e costruttivo soprattutto con le famiglie: l’obiettivo è evitare la dispersione dell’olio esausto e potenziare, quindi, la raccolta differenziata aumentando il recupero del rifiuto.

fonte: www.envi.info



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Al via il riciclo degli oli alimentari esausti da navi e porti

L’accorto siglato tra RenOils e S.E. Port eviterà la dispersione degli oli e grassi alimentari esausti in mare, offrendo alle navi che faranno scalo al porto di Civitavecchia e ai comuni limitrofi un ruolo da protagonista nell’economia circolare italiana



















Firmato dal Presidente del Consorzio RenOils Ennio Fano e dal Presidente S.E. Port Giancarlo Russo con l’obiettivo principale di “avviare azioni concrete e congiunte per la salvaguardia delle acque del mare”, l’accordo permetterà il recupero – e quindi il corretto smaltimento  – di oli animali e vegetali esausti, evitandone la dispersione in mare. 
Secondo il Protocollo di Intesa, RenOils, cioè il Consorzio Nazionale di raccolta e recupero oli e grassi vegetali e animali esausti, fornirà gratuitamente a S.E. Port le attrezzature necessarie al recupero dei rifiuti, destinati in tal modo a rientrare nel ciclo produttivo. Così attrezzato, S.E. Port, cioè la società che gestisce i servizi ecologici portuali nel Tirreno centro settentrionale, diventerà il punto di riferimento per la raccolta di oli e grassi delle navi presso  porto di Civitavecchia, fornendo un servizio anche per i comuni limitrofi alle aree portuali. 
Presentato il 9 dicembre presso la Roma Cruise Terminal, l’accordo si inserisce all’interno dei programmi nazionali per l’attuazione e lo sviluppo dell’economia circolare. 

Questa partnership è una punta di diamante per il nostro Consorzio – ha detto il Presidente del Consorzio RenOils Ennio Fano – perché il mare è uno degli ambienti più esposti all’inquinamento e i porti sono da sempre infrastrutture chiave, anche dal punto di vista della raccolta dei rifiuti. Contribuire a migliorare la situazione, raccogliendo e riciclando oli e grassi e salvaguardando ambiente, salute umana e nuova economia, è un motivo d’orgoglio per me e per tutti i soci Renoils”.
L’accordo, ha detto il Presidente di S.E. Port Giancarlo Russo, “rappresenta un momento di ulteriore crescita per la S.E.Port. e di ampliamento del servizio già reso all’interno dell’ambito portuale. Inoltre, ci auguriamo nell’immediato futuro di poter effettuare questo servizio anche al di fori dell’ambito portuale, così da perseguire l’obiettivo di concretizzazione di una relazione sinergica tra Autorità di Sistema Portuale ed Amministrazione Comunale, tale da favorire il processo di integrazione fra Porto e Città”.
Tra i presenti alla firma anche Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, principale realtà associativa dell’industria italiana della navigazione che raggruppa le imprese di navigazione e i gruppi armatoriali italiani. Sisto ha espresso soddisfazione per l’accordo che rappresenta una opportunità di sviluppo per il territorio, invitando le istituzioni locali, le università e i soggetti interessati a collaborare attivamente per dare vita ad un network virtuoso che possa contribuire alla creazione di valore per il territorio in un’ottica di economia circolare.
In materia di recupero e smaltimento di oli e grassi alimentari, va ricordato, l’Italia presenta risultati in crescita. Nei dieci anni appena trascorsi la filiera degli oli e grassi animali e vegetali usati ha visto incrementare le quantità raccolte e avviate a riciclo da 42 kt del 2009 a 76 kt del 2018. Un aumento pari all’81%.

fonte: www.rinnovabili.it

Il sistema CONOE

La raccolta ed il trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti ne permette il riuso ed il riutilizzo concedendo nuove opportunità e ricostruendo un valore economico che altrimenti sarebbe perduto


















Il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti (CONOE) è formato dai principali soggetti coinvolti nella filiera di produzione e raccolta degli oli stessi presidiando le fasi delle attività di rendicontazione, raccolta e trattamento degli oli vegetali esausti.
Questo mirato ed articolato piano di azione persegue la difesa dell’ecosistema oltre che la tutela della salute dei cittadini nell’ambito di un quadro legislativo definito. Occorre tuttavia sottolineare che il rispetto e la tutela dell’ambiente non possono scaturire solo da obblighi e norme, anche se possono aiutare a dare indicazioni ed indirizzi, ma derivare, principalmente, dalla presa di coscienza che solo i nostri comportamenti determinano le sorti ambientali del nostro territorio.
È in questo scenario che il CONOE intende esortare sempre un maggior numero di soggetti della comunità civile ai vantaggi che una corretta opera di smaltimento è un grado di generare, sotto l’aspetto ambientale ed economico, anche mediante il presidio e la verifica che ogni attore della filiera può attivamente esercitare nelle fasi di raccolta e riciclo per la quota parte e secondo le prerogative che ne caratterizzano il profilo e l’attività.
Obiettivo del CONOE è infatti quello di assicurare su tutto il territorio nazionale il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento ed il recupero della filiera di oli e grassi alimentari esausti, riducendone progressivamente la dispersione e l’inquinamento da essi derivanti ed evitarne ogni utilizzo illegale.
Il rapporto CONOE 2018 registra che ogni anno nel nostro paese sono generati 260 mila tonnellate di oli vegetali esausti così ripartiti, industria ristorazione ed artigianato 94 mila tonnellate pari 36% del totale, mentre la parte rimanente, 64% del totale pari a 166 mila tonnellate, deriva da attività domestiche. Il 90% degli oli raccolti nel 2017 è stato avviato al recupero nella filiera della produzione di bio-Diesel. Si stima che per ogni tonnellata di bio-Diesel prodotto da oli vegetali esausti, raccolti dal Consorzio, ed utilizzato come combustibile per autotrazione in sostituzione del gasolio fossile, venga evitata la produzione di 3,13 tonnellate di anidride carbonica facendo registrare una consistente diminuzione di emissioni di gas serra correlati, oltre ad ottenere un risparmio di 1,29 mila m3 di acqua. Questo ha comportato una diminuzione delle importazioni di nuovi prodotti petroliferi consentendo un risparmio sulla bolletta energetica nazionale pari a circa 21 milioni di euro.
Gli oli vegetali esausti rappresentano un agente inquinante il cui controllo e riciclo risulta fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema naturale. Anche se non viene considerato uno scarto pericoloso, a meno che non sia stato contaminato, il rifiuto di olio e grasso commestibile, indicato col codice CER 200125, è frutto di un processo di ossidazione degli oli vegetali, che modificano la propria struttura polimerica originaria a seguito dell’assorbimento delle sostanze inquinanti della carbonizzazione dei residui dei cibi in esso cotti o fritti; da qui il termine “esausto”, ovvero non più utilizzabile a causa della perdita delle sue principali caratteristiche organolettiche.
L’olio vegetale esausto, se viene impropriamente disperso nel terreno, deposita un film sottile attorno alle particelle di terra ed alle radici delle piante rendendole di fatto impermeabili all’acqua e, di conseguenza, impedendo alle stesse l’assunzione delle necessarie sostanze nutritive dal terreno. Inoltre se penetrando nel terreno raggiunge la falda freatica, l’olio esausto forma sopra di essa uno strato lentiforme che, spostandosi con la falda, può raggiungere pozzi di acqua potabile rendendoli inutilizzabili. Se invece l’olio esausto viene sversato in specchi d’acqua superficiali, questo può formare una pellicola impermeabile compromettendo l’esistenza della flora e della fauna sottostanti.
Il sistema “conoe”La capillarità del sistema di raccolta della filiera CONOE e l’incrocio con la banca dati interna consentono una valutazione piuttosto precisa delle quantità prodotte di oli usati ogni anno dal settore professionale. La cessione degli oli usati dalle imprese di raccolta alle imprese di recupero e riciclo viene comunicata al CONOE per mezzo di un formulario compilato dalle aziende.
Il Consorzio si occupa anche della raccolta residuale laddove per piccole quantità o per altri motivi i raccoglitori non eseguono il ritiro.
Il riciclo degli oli e dei grassi vegetali usati raccolti nella filiera del Consorzio riguarda principalmente la produzione di bio-Diesel ed è fino ad oggi dal Consorzio valutato come il più efficace e remunerativo in termini ambientali e sociali. Previa decantazione dei residui alimentari eventualmente contenuti, gli oli ed i grassi vegetali esausti possono essere recuperati in molteplici processi ed applicazioni, quali sorgente di energia rinnovabile in impianti di co-gerazione, oppure sottoposti a processi chimico-fisici oppure possono essere trasformati in biolubrificanti da utilizzare in macchine agricole o nautiche, nonché in prodotti della cosmesi, saponi industriali, inchiostri, grassi per la concia e cere per auto.
Ad oggi il principale mercato di sbocco per il recupero di questo rifiuto riguarda la produzione di bio-Diesel, si tratta di un combustibile vegetale non tossico che può essere utilizzato come carburante per autotrazione in sostituzione o miscelato con carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti. Il Consorzio infatti invia il 90% degli oli vegetali esausti alla produzione di bio-Diesel, la Direttiva Europea 2009/28/CE nota anche come RED (Renewable Energy Directive) sulle fonti rinnovabili, prevede infatti l‘obbligo, entro il 2020, di impiegare biocarburanti sostenibili nella misura del 10% del fabbisogno energetico del settore trasporti attraverso fonti rinnovabili.
Nel 2017 Eni e Conoe hanno firmato un accordo per favorire ed incrementare la raccolta degli oli vegetali che alimentano la bioraffineria Eni di Venezia e quella di Gela. Il protocollo sottoscritto tra il Consorzio ed Eni ha reso possibile, primo esempio al mondo, la conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità. L’accordo consente di mettere in atto buone pratiche di economia circolare realizzando la trasformazione, in impianti industriali nazionali degli oli e dei grassi vegetali esausti.
fonte: http://www.arpat.toscana.it

Economia Circolare: Dall'olio Esausto Al Biocarburante

Utilizzare gli oli vegetali esausti per la produzione di un biocarburante da utilizzare per i mezzi di raccolta dei rifiuti. È questo l’obiettivo di un accordo firmato da Eni e Gruppo Hera.







fonte: https://www.ricicla.tv









L'informatica per gli olii ed i grassi vegetali ed animali esausti

Il Consorzio RenOils, nato per il perseguimento delle finalità di raccolta e recupero degli oli e grassi vegetali ed animali esausti, ha promosso la piattaforma informatica R_O_S come strumento di presidio e controllo sulle varie fasi delle procedure di raccolta e recupero




















In occasione della manifestazione Ecomondo 2018, il Consorzio RenOils ha presentato il primo studio nazionale sul tracciamento dei flussi dalla produzione al riciclo degli olii vegetali e grassi animali per la costruzione di una banca dati permanente.
La piattaforma realizzata in collaborazione con la Soc. In Time s.r.l., società spin-off dell’Università Tor Vergata di Roma, permetterà di accedere in tempo reale allo stato di avanzamento dei processi di raccolta recupero degli oli vegetali esausti.
La piattaforma popolata con le quantità di oli esauriti prodotti da operatori economici (principalmente ristoratori) e dalle famiglie, permetterà al Consorzio di contribuire alla gestione del sistema del riciclo degli olii usati, adempiendo correttamente agli obblighi di legge ed allo stesso tempo contribuire alla realizzazione di un’economia circolare.
La piattaforma R_O_S ( Recycling Oil Sistem) consentirà di esercitare puntuali verifiche sullo stato di avanzamento delle varie fasi di processo degli olii avviati alle procedure di recupero e raccolta. Sarà possibile interrogare la medesima per conoscere le quantità conferite al Consorzio distinte per Regione di produzione, elaborare i dati su base geografica.
La piattaforma offrirà la possibilità di consultare i rapporti di produzione - recupero ed i flussi di origine e destinazione degli olii usati. Il monitoraggio possibile attraverso R_O_S consentirà la suddivisione delle quantità raccolte per intervallo di tempo, tipologia di rifiuto, luogo di produzione, tipo di produttore, tipologia di raccoglitore e modalità di trattamento.
Quanto sopra, se da un lato permetterà al Consorzio RenOils di monitorare l’aumento dei volumi di raccolta e recupero degli oli, facilitandone la rendicontazione, dall’altro renderà possibile fornire una fotografia reale ed aggiornata del settore ai soggetti istituzionali preposti al controllo.
fonte: http://www.arpat.toscana.it

Bioplastica naturale dall’olio di frittura: la scoperta tutta italiana

La bioplastica naturale prodotta attraverso l’olio esausto di frittura avrebbe le stesse proprietà termo-meccaniche delle plastiche tradizionali
















Utilizzare l’olio di frittura usato per produrre bioplastica naturale, biodegradabile al 100% e con le stesse proprietà termo-meccaniche delle plastiche tradizionali. Questa la scoperta che arriva dai laboratori Bio-on, azienda bolognese attiva nel settore della bioplastica di alta qualità, che ha pensato di utilizzare come materia prima un elemento di scarto tra i più costosi in termini di smaltimento e con un alto impatto ambientale. È la prima volta che la fonte di carbonio utilizzata per alimentare il processo produttivo è di natura lipidica. L’olio esausto di frittura, infatti, va ad aggiungersi alle materie prime già utilizzate dalla Bio-on per produrre bioplastica: melassi di barbabietola e canna da zucchero, scarti di frutta e patate, carboidrati in genere e glicerolo. Il biopolimero che ne deriva, assicurano, sarebbe un prodotto naturale e completamente biodegradabile.

La scoperta, fa sapere il Presidente e CEO di Bio-on: “è il risultato di due anni di ricerche e permette di attingere alle enormi quantità di questo prodotto di scarto, soprattutto in mercati come quello del Nord America e dell’Asia, dove il consumo di cibi fritti è elevato e la quantità di olio esausto supera, secondo una nostra stima, il miliardo di litri al giorno”. La bioplastica naturale prodotta attraverso l’olio esausto di frittura ha le stesse caratteristiche di quella generata partendo da altri scarti o altri sotto prodotti agroindustriali, risultato possibile grazie a un sistema di trattamento cui viene sottoposto preventivamente l’olio di scarto. Rispetto alle plastiche tradizionali, le bioplastiche sono ottenute da fonti vegetali rinnovabili senza alcuna competizione con le filiere alimentari e offrono possibilità di applicazione anche in settori dove la plastica tradizionale non è utilizzata.

fonte: www.rinnovabili.it

Oli vegetali: in aumento raccolta e rigenerazione















Ammontano a circa 37 mila tonnellate gli oli vegetali esausti raccolti nel primo semestre del 2018. Questi i dati diffusi da CONOE, consorzio nazionale impegnato nella raccolta e trattamento degli oli e dei grassi “vegetali e animali” esausti, secondo il quale la proiezione al termine dell’anno è di oltre 75 mila tonnellate di oli vegetali raccolte (+3 mila rispetto al 2017).

La proiezione annua relativa alla raccolta di oli vegetali rappresenta, con oltre 75 mila tonnellate stimate, il 36% del potenziale raccoglibile secondo CONOE: il totale ammonta a circa 260 mila tonnellate (80 dai settori professionali e 180 dalle utenze domestiche). Dei quantitativi raccolti il 90% è recuperato per essere rigenerato e destinato alla produzione di biodiesel: dalle 72 mila tonnellate raccolte lo scorso anno sono state prodotte 65 mila tonnellate di biodiesel.

La raccolta degli oli vegetali si rivela particolarmente importante anche dal lato ambientale, con un chilo di prodotto che si rivela sufficiente a inquinare 1.000 metri quadrati di superficie idrica. Come ha sottolineato Tommaso Campanile, presidente CONOE:

"Questi numeri testimoniano la bontà del nostro operato in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, nonché delle battaglie portate avanti in questi anni per la legalità e per l’affermazione di un’economia circolare sana e trasparente. Nonostante il Consorzio continui a lavorare disponendo di risorse limitate, le nostre performance continuano a migliorare di anno in anno. Ora però è importante riuscire ad allargare la raccolta anche agli oli esausti domestici prodotti dai privati cittadini, che costituiscono il 64% del totale raccoglibile: per questo motivo stiamo lavorando alla chiusura di importanti accordi che, a partire dal mese di settembre, ci consentiranno di estendere il servizio a migliaia di famiglie di molti Comuni italiani."



fonte: www.greenstyle.it

Milano: la raccolta dell’olio di frittura funziona in 25 supermercati. In alcuni si recuperano anche piccoli elettrodomestici e apparecchiature elettroniche



















In due supermercati Coop di Milano, oltre ai cassonetti per la raccolta dell’olio di frittura, ci sono anche quelli per il RAEE 

Il  problema di come smaltire correttamente piccoli elettrodomestici e olio di frittura utilizzato in cucina è molto diffuso tra le famiglie. Non tutti sanno dove gettare lo sbattitore elettrico che non funziona o l’olio di frittura delle patatine. La catena di supermercati Coop per venire incontro alle esigenze dei consumatori ha avviato un progetto sperimentale a Milano. In prossimità dell’entrata di due punti vendita – quello di via Palmanova e il centro commerciale La Torre in via Gozzoli – è iniziata la raccolta sperimentale di apparecchiature elettriche ed elettroniche, come smartphone e ferri da stiro, utilizzando cassonetti progettati per questo tipo di rifiuto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Amsa, l’azienda milanese per la raccolta dei rifiuti, ed Ecodom, il consorzio che si occupa del recupero dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ed è responsabile per l’Italia del progetto “Critical Raw Material Closed Loop Recovery”, finanziato dall’Unione europea, per incrementare il recupero di ‘materiali critici’.
L’idea è quella di rendere più semplice lo smaltimento di questi rifiuti domestici, portando il punto di raccolta più vicino ai luoghi maggiormente frequentati dai consumatori. Il sistema sembra funzionare. Dal momento dell’installazione (lo scorso 14 giugno 2017), i due cassonetti speciali sono già stati riempiti tre volte. La fase di raccolta sperimentale nei supermercati terminerà nel dicembre 2017, a quel punto toccherà al Comune di Milano insieme ad Amsa e Coop decidere se continuare e farsi carico dello smaltimento dei rifiuti elettronici e di valutare l’eventuale estensione del progetto.



















Oggi i piccoli elettrodomestici da buttare via possono anche essere conferiti presso le isole ecologiche oppure nei punti di raccolta rifiuti che però in genere si trovano lontano dai centri abitati e sono pochi. In alternativa, possono essere consegnati nei negozi di elettrodomestici ed elettronica al momento dell’acquisto di un apparecchio dello stesso tipo. Quando si acquista un nuovo robot da cucina è possibile restituire il vecchio: il negoziante ha l’obbligo di legge a ritirarlo e occuparsi dello smaltimento. Nei grandi negozi (dai 400 mq di superficie) il ritiro avviene anche senza acquisto.
La raccolta dei RAEE è fondamentale non solo per evitare di disperdere nell’ambiente sostanze inquinanti, ma anche per il recupero di alcuni metalli preziosi e sostanze utili per le industrie. Rame, argento, oro e platino, cobalto e grafite sono solo alcuni dei materiali recuperati.  Nonostante gli sforzi, però, si stima che i due terzi dei rifiuti elettronici vengano gestiti in maniera inappropriata, se non addirittura dannosa per l’ambiente44




















Per recuperare correttamente l’olio di frittura e quello presente negli alimenti, come ad esempio nel tonno in scatola e nei carciofini, a Milano ci sono 25 supermercati delle insegne Carrefour, Simply e anche Coop (qui la lista completa) attrezzati per questa operazione. La modalità è molto semplice. Basta raccogliere l’olio in una bottiglia di plastica, chiuderla bene e inserirla nell’apposito raccoglitore posizionato all’ingresso del supermercato quando si va a fare la spesa settimanale. Simili iniziative sono presenti anche in altre città e regioni italiane.
Gli oli alimentari non devono assolutamente essere dispersi nell’ambiente, svuotando barattoli e pentole nel lavandino, ma vanno raccolti in un contenitore – alcuni comuni e aziende dei rifiuti forniscono delle taniche apposite – e conferiti nei centri di raccolta. Chi non è così fortunato da avere un cassonetto dell’olio alimentare nel supermercato, può rivolgersi alla più vicina isola ecologica o centro di raccolta. In mancanza di centri di smaltimento, come estrema soluzione si può gettare il contenitore ben chiuso nei bidoni dei rifiuti indifferenziati.
In Italia ogni anno vengono prodotti 5 kg di olio alimentare pro capite. Recuperando gli oli prodotti dalle famiglie, dall’industria e della ristorazione, e trattandoli adeguatamente, si possono produrre lubrificanti, biodiesel, saponi, tensioattivi, inchiostri e molto altro, per un valore stimato di 180 milioni di euro. Alla fine dei conti, recuperandoli correttamente, l’olio delle patatine fritte e il vecchio cellulare dimenticato nel cassetto possono trasformarsi da rifiuto a risorsa.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it

Oli vegetali esausti: raccolta 2015 a quota 62 mila tonnellate


Ammonta a 62 mila tonnellate la quota di oli vegetali esausti raccolti nel 2015. Di queste l’85% è stato recuperato e avviato alla produzione di biodiesel. Questi i numeri contenuti nel primo bilancio degli impatti ambientali ed economici presentato oggi a Roma da CONOE, Consorzio nazionale impegnato nel trattamento degli oli esausti di origine vegetale e animale. A curare il report la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Secondo i dati presentati l’incremento nella raccolta degli oli esausti di origine vegetale ha segnato un incremento del’44% rispetto al 2010. Importante anche la ricaduta economica della filiera CONOE, il cui valore economico mediamente generato risulta superiore ai 30 milioni di euro annui in ognuno degli ultimi cinque anni. Come ha spiegato Tommaso Campanile, presidente CONOE:
L’imminente introduzione del contributo ambientale rappresenta un momento di svolta che potrà garantire un incremento della raccolta degli oli vegetali esausti provenienti dalle attività professionali, nonché una maggiore tracciabilità dei prodotti a garanzia della salute dei consumatori. L’auspicio è che a breve, attraverso una modifica legislativa, la nostra raccolta possa allargarsi anche agli oli esausti domestici prodotti dai privati cittadini, che costituiscono il 64% del totale raccoglibile
Secondo la ricerca curata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile emerge inoltre che le 62 mila tonnellate di oli esausti raccolte rappresentano ben il 22% del totale raccoglibile (pari a 280 mila t.). Dalle 53 mila tonnellate rigenerate sono state ricavate 49 t. di biodiesel CONOE.
I benefici ambientali per il Paese derivanti corrisponderebbero al risparmio di 152 mila tonnellate di CO2 e di 63 mila metri cubi di acqua. Bilancio che potrebbe crescere fino a 790 mila tonnellate di CO2 e 282 mila metri cubi d’acqua con la trasformazione di tutti gli oli vegetali esausti generati in Italia. Stando a quanto ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti:
Oggi anche il CONOE entra nella storia dei Consorzi italiani, inserendosi in un processo già avviato che ha portato a risultati positivi in un settore strategico come quello degli oli vegetali esausti. In questi mesi stiamo lavorando per adeguarci alle richieste dell’Europa, che impone di rivedere lo statuto dei Consorzi per garantire i massimi livelli di trasparenza e competitività.
Secondo quanto invece sottolineato da Andrea Olivero, vice ministro delle politiche agricole alimentari e forestali:
La nostra visione strategica di agricoltura trova piena collocazione nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che è alla base della green economy. La spinta che arriva dall’Unione Europea, con il pacchetto sull’economia circolare, comporta un ripensamento complessivo dei nostri modelli produttivi e l’attività del CONOE ne è un esempio.
Per raggiungere risultati significativi non si può prescindere da un’azione comune volta a creare e a rafforzare le filiere perché operino sul territorio in maniera integrata, avviando sinergie e forme di cooperazione con l’obiettivo di inquinare di meno e utilizzare al meglio le risorse.

fonte: http://www.greenstyle.it/