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Nasce Erion, primo sistema multiconsortile per RAEE e imballaggi

Ecodom e Remedia si fondono per dar vita al più grande Sistema italiano di Responsabilità Estesa dei Produttori



Una nuova realtà si affaccia nel mondo dell’economia circolare italiana. È Erion, il sistema multiconsortile nato dalla fusione dei consorzi Ecodom e Remedia. Quattro le arre di competenza – RAEE domestici, RAEE professionali, pile e batterie, imballaggi – gestite attraverso altrettante società no-profit: Erion Professional, Erion WEEE, Erion Energy ed Erion Packaging.

“Erion diventa l’alleato capace di affiancare i produttori non solo nell’adempimento degli obblighi normativi, ma anche nella realizzazione di iniziative e progetti strategici per sviluppare soluzioni innovative e modelli di business circolari ” – afferma Giorgio Arienti, Co-Direttore Generale della nuova realtà.

La gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è stata fin dall’inizio il cuore pulsante delle attività di Remedia ed Ecodm. Non sorprende dunque sapere che i due consorzi hanno deciso di mettere in comune le rispettive attività e competenze. “Con una quota di responsabilità pari al 70% dei RAEE domestici gestiti ogni anno in Italia – aggiunge Arienti – Erion si pone anche come un soggetto di riferimento sia per quanto riguarda il dialogo con le istituzioni sia per ciò che concerne uno sviluppo più armonico dell’intero settore del riciclo”.

Ma l’obiettivo è anche dedicare un’attenzione particolare ai rifiuti elettronici professionali, settore dove esiste un altissimo gap tra immesso al consumo e quota raccolta con la differenziata. Erion Professional è stato creato dunque per contribuire a colmare il divario generato dai bassi tassi di ritorno di queste apparecchiature attraverso un approccio innovativo e più incisivo

Nel 2019 in Italia, sono state raccolte complessivamente quasi 11mila tonnellate di pile e accumulatori portatili, pari a circa il 43% dell’immesso sul mercato, che ammonta a oltre 25mila tonnellate, mentre nel caso degli accumulatori industriali e da veicoli sono state raccolte circa 176mila tonnellate a fronte delle 317mila immesse (fonte: CDCNPA 2019). Tuttavia, con la diffusione esponenziale dell’elettronica di consumo, della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili ci saranno sempre più accumulatori da gestire sia per recuperare metalli come cobalto, argento, litio e zinco, sia per evitare il rilascio di sostanze tossiche come mercurio e cromo.

Anche a tal fine, si è vista l’esigenza di creare Erion Energy, consorzio dedicato ai Rifiuti di Pile e Accumulatori, inclusi specifici settori di business come quelli che, nell’industria automobilistica, sono rappresentati dalle vetture elettriche e ibride.

Non solo RAEE e RPA, ma anche packaging: la Responsabilità Estesa dei Produttori riguarda anche gli imballaggi che contengono le loro apparecchiature, il cui smaltimento oggi è affidato agli installatori o ai rivenditori. Erion Packaging è un consorzio creato e gestito dai Produttori per rendere più efficiente l’attuale filiera dei rifiuti di imballaggi e intercettare i flussi che attualmente non transitano dalle isole ecologiche. Erion Packaging diventerà operativo al termine del processo di accreditamento attualmente in corso presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

“Erion – dichiara Danilo Bonato, Co-Direttore Generale Erion – nasce dall’idea dei nostri Produttori di introdurre in Italia un sistema di responsabilità estesa moderno ed autorevole, capace di rinnovare il sistema di gestione dei rifiuti tecnologici, le cui performance sono frenate da carenze legislative e dalla mancanza di una robusta visione strategica”. “L’unione di Ecodom e Remedia metterà a disposizione del nostro Paese un’organizzazione di eccellenza nell’ambito dei sistemi di conformità normativa, con una posizione di rilievo europeo ed uno straordinario team di professionisti, in grado di contribuire fattivamente alla protezione dell’ambiente e alla transizione verso l’economia circolare”.

fonte: www.rinnovabili.it

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Ecodom: lasciare a casa i RAEE durante l'emergenza Coronavirus




















Anche per i RAEE c'è l'invito a restare a casa. Ecodom, il principale Consorzio italiano per la gestione dei RAEE, si unisce agli attori della filiera per rispondere all'emergenza Coronavirus garantendo il funzionamento del sistema ma a un ritmo ridotto, così da poter salvaguardare la salute di tutti gli operatori della filiera, in particolare di quelli coinvolti nel trasporto e nel trattamento di tali rifiuti. Un cambiamento necessario, rilevato anche dai dati di raccolta del mese di marzo, che segnalano un netto calo dei ritiri in tutta Italia, passati da oltre 300 a meno di 50 al giorno.  Il sistema dei RAEE è incluso tra le attività produttive industriali e commerciali che il governo, attraverso il DPCM del 22 marzo 2020, ha lasciato operative.
L'appello lanciato a tutti i consumatori arriva da una parte dalla volontà di evitare occasioni di contagio e dall'altra a seguito della momentanea interruzione della raccolta e della chiusura di numerose isole ecologiche decisa da molti enti locali sull'intero territorio nazionale. 
 "Conservare un RAEE nella propria abitazione durante il periodo di emergenza non presenta controindicazioni e può aiutare a ridurre le possibilità che gli operatori della filiera subiscano il contagio. È dunque opportuno che chiunque non abbia un'esigenza immediata e improrogabile di disfarsi dei propri rifiuti elettronici, eviti di farlo", è quanto afferma il direttore generale di Ecodom, Giorgio Arienti. Numerose sono anche le difficoltà che il settore dei RAEE sta incontrando per via del blocco di molte attività industriali, quali ad esempio acciaierie e fonderie, a cui normalmente vengono destinate le materie prime seconde, con un conseguente rischio di saturazione degli stoccaggi in entrata e in uscita dagli impianti di trattamento. Da qui, la decisione del Ministero dell'Ambiente di aumentare i limiti normativi di stoccaggio, per permettere così a tali impianti di immagazzinare RAEE oltre i quantitativi fissati dalle singole autorizzazioni.


fonte: www.greencity.it

Rifiuti, il 40% degli elettrodomestici scompare in flussi paralleli

Indagine Altroconsumo e Ecodom ha seguito la rotta con il satellite


















In Italia scompare quasi il 40% dei grandi elettrodomestici: dismessi dai cittadini, non arriva agli impianti di trattamento autorizzati e scompare in flussi paralleli. Lo rivela un'indagine - presentata oggi a Roma - condotta da Altroconsumo in collaborazione con Ecodom (il Consorzio per il recupero e il riciclaggio degli elettrodomestici) su oltre 200 Raee (Rifiuti da apparecchiatura elettriche ed elettroniche) usciti dalle case degli italiani, sparsi su tutto il territorio nazionale, e monitorati con dispositivi satellitari.
Il peso dei grandi elettrodomestici (chiamati 'grandi bianchi', per esempio il frigorifero fa parte di questa categoria) che si perdono per strada arriva a circa 44mila tonnellate, secondo l'indagine che sfrutta su larga scala la tecnologia satellitare per seguire le rotte dei rifiuti elettronici domestici: su 205 Raee, il campione valido è stato di 174 (per altri 31 non è stato possibile effettuare un'analisi completa); solo 107 esemplari (il 61% del totale) sono "effettivamente approdati in impianti autorizzati, in grado di garantire un trattamento corretto dal punto di vista ambientale.
Gli altri 67 esemplari (pari al 39%) sono stati sottratti alla filiera formale, finendo in impianti non autorizzati oppure in mercatini dell'usato o in abitazioni private". 

fonte: www.ansa.it

Rifiuti elettronici, solo tre milioni di tonnellate (su nove) sono trattati

In Europa sei milioni di tonnellate sono nelle discariche e sfuggono al trattamento previsto dalle norme. Ecodom convoca 6 paesi per risolvere il problema, tra cui l’Italia



Ogni anno in Europa si generano circa 9 milioni di tonnellate di Rifiuti Elettronici. Di queste solo un terzo, circa 3 milioni di tonnellate, vengono trattate nel pieno rispetto della legge. Il resto viene smaltito in modo non sicuro dal punto di vista ambientale, o finisce per gonfiare discariche abusive sparse per tutto il Pianeta. Ecodom, per affrontare il problema, ha organizzato un confronto tra i Sistemi Collettivi di Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia su dati operativi, metodologie e regole di raccolta dei RAEE.

È la Francia il Paese del sestetto che, nel triennio 2015-2017, ha immesso più Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche nel proprio mercato con un quantitativo medio corrispondente a 1.487.418 tonnellate all’anno. In seconda posizione si piazza il Regno Unito con 1.391.642 tonnellate, seguito da Italia (848.011 t), Spagna(551.947 t), Olanda (333.785 t) e Portogallo (141.987 t). L’Italia va bene nella raccolta generale, ma è ultima per dato medio pro capite La Francia è la prima nazione anche nel ritiro dei RAEE domestici, con un quantitativo che, nel 2018, è stato di 728.569 tonnellate.

Anche in questa classifica, il Regno Unito è secondo con 493.323 t, seguito da Italia (310.610 t), Spagna (268.003), Olanda (167.235) e Portogallo (67.692), che però conteggia nella cifra fornita sia i RAEE domestici che quelli professionali. Il nostro Paese occupa però l’ultimo posto per quanto riguarda la raccolta pro-capite (cioè i kg di RAEE raccolti ogni anno per ciascun abitante): solo 5,1 kg/abitante di RAEE, meno della metà della Francia (10,8 kg/abitante). Sul podio anche i Paesi Bassi con 9,7 kg/abitante e il Regno Unito con 7,4 kg/abitante; seguono il Portogallo con 6,6 kg/abitante e la Spagna con 5,8 kg/abitante.


Nonostante il Sistema RAEE Italiano sia considerato una “best practice” dalla Comunità Europea dal punto di vista organizzativo(per l’esistenza di un “modello multi-consortile regolato”, con più Sistemi Collettivi operanti in concorrenza tra loro sotto il controllo del Centro di Coordinamento RAEE), c’è quindi ancora un gap importante tra i risultati di raccolta italiani e gli obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sui RAEE.



Analizzando i dati del 2018, tra i sei Paesi partecipanti all’incontro organizzato da Ecodom, quattro hanno superato il target di raccolta del 45% fissato fino all’anno scorso dall’Unione Europea. Il tasso di ritorno (ovvero il rapporto tra RAEE gestiti e media delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti) è stato del 50% in Olanda, del 49% in Francia e Spagna, e del 48% in Portogallo. Non hanno raggiunto la quota minima né l’Italia, ferma al 37%, né il Regno Unito con il 35%. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembrerebbe improbabile per tutte e sei le nazioni riuscire a raggiungere il target minimo del 65% in vigore dall’inizio di quest’anno: “Dal 2019 – recita l’articolo 7 della norma - il tasso minimo di raccolta da conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti o, in alternativa, all’85% del peso dei RAEE prodotti”.

Questo è stato uno dei temi affrontati durante il convegno internazionale “RAEE: sei nazioni a confronto”, che si è tenuto a Roma, alla presenza di Christian Brabant di ESR, Mark Burrows-Smith di REPIC, Andreu Vilà di ECOTIC, Pedro Nazareth di ELECTRAO, Jan Vlak di WECYCLE e Giorgio Arienti di Ecodom. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Manuela Soffientini, Presidente di APPLIA TALIA e al senatore Luca Briziarelli, Vicepresidente della Commissione bicamerale dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Ecodom, che è al primo posto fra i sistemi collettivi operanti in italia, ha gestito nel 2018 ben 105 mila tonnellate di RAEE domestici, pari al 34 % del totale italiano e generando un taglio di 800 mila tonnellate di anidride carbonica.

“Questo incontro - afferma Maurizio Bernardi, Presidente di Ecodom - riveste particolare importanza perché in Italia è da poco iniziato il processo di recepimento delle Direttive europee sull’ Economia Circolare: i rappresentanti del Parlamento e del Ministero dell’Ambiente avranno quindi la possibilità di esaminare i risultati di raccolta, i vantaggi e gli svantaggi dei diversi modelli di Extended Producers’ Responsibility. Uno sguardo particolare è stato rivolto a quello che a oggi è il principale problema nel settore dei RAEE, i cosiddetti “flussi paralleli”, cioè l’ingente quantità di rifiuti elettrici ed elettronici che scompare senza lasciare traccia”.

“Oggi chiediamo a tutti i nostri interlocutori istituzionali, al Parlamento e al Ministero dell’Ambiente, di definire insieme a noi un modello che permetta all’Italia di risolvere il più rapidamente possibile questo problema”, ha concluso Bernardi.


fonte: www.lastampa.it

Rifiuti elettronici: i flussi secondari ‘rubano’ 2/3 dei RAEE al riciclo

Ecodom ha organizzato un confronto tra i Sistemi Collettivi di Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia. Analizzati dati operativi, metodologie e regole di raccolta nei diversi Paesi

















Solo un terzo dei 9 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, generati in Europa ogni anno, viene riciclato correttamente. Il resto finisce in flussi secondari che alimentano discariche abusive nel sud del Pianeta e il recupero illegale delle materie prime. A spiegare le debolezze del comparto, ma anche i punti di forza, è oggi il convegno internazionale “RAEE: sei nazioni a confronto”, organizzato a Roma da Ecodom. L’appuntamento è stato un’occasione di raffronto vis-à-vis tra i Sistemi Collettivi di Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia per mettere sulla stessa bilancia dati operativi, metodologie e regole di raccolta.
Si scopre così che l’Italia ,seppur dotata di un ottimo sistema di gestione dei rifiuti elettronici, con più Sistemi Collettivi operanti in concorrenza tra loro sotto il controllo del Centro di Coordinamento RAEE, e con numeri di raccolta in continua crescita, fa ancora fatica a divenire un’eccellenza dell’economia circolare. Il problema? Il dato procapite: ogni anno nello Stivale vengono raccolti  solo 5,1 kg di RAEE per abitante, una cifra che è addirittura la metà del dato francese.
Come spiegato da Maurizio Bernardi, Presidente di Ecodom, l’incontro ha rivolto uno sguardo particolare a quello che a oggi è il principale problema del settore, ossia i flussi paralleli”, “l’ingente quantità di rifiuti elettrici ed elettronici che scompare senza lasciare traccia”. “Nel nostro stesso mercato – ha sottolineato Bernardi – operano purtroppo numerosi soggetti per i quali i RAEE rappresentano solo una fonte di arricchimento, da sfruttare senza riguardo del bene sociale, dell’ambiente e dell’economia. Oggi chiediamo a tutti i nostri interlocutori istituzionali, al Parlamento e al Ministero dell’Ambiente, di definire insieme a noi un modello che permetta all’Italia di risolvere il più rapidamente possibile questo problema”.
Nel complesso analizzando i dati degli ultimi anni emerge come la Francia, tra i sei Paesi, possieda sia il più alto quantitativo medio di apparecchiature elettroniche immesse sul mercato (circa 1.487.000 tonnellate l’anno) che quello di RAEE domestici raccolti. L’Italia in confronto ha messo in commercio 848.011 ton di prodotti elettrici ed elettronici, raccogliendo a fine vita 310.610 ton dal solo settore domestico.
Tra le 6 nazioni partecipanti all’incontro, quattro mostrano di aver già superato il target UE di raccolta RAEE, fissato al 45% rispetto all’immesso in consumo. Il tasso di ritorno (ovvero il rapporto tra RAEE gestiti e media delle  Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti) è stato del 50% in Olanda, del 49% in Francia e Spagna e del 48% in Portogallo. Non hanno raggiunto la quota minima né l’Italia, ferma al 37%, né il Regno Unito con il 35%. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembrerebbe improbabile per tutte e sei le nazioni riuscire a raggiungere il target minimo del 65% in vigore dall’inizio di quest’anno.

fonte: www.rinnovabili.it 


RAEE: oltre 105 mila le tonnellate gestite da Ecodom nel 2018

Gestiti da Ecodom nel 2018 RAEE, rifiuti elettronici, per oltre 105 mila tonnellate: ecco il bilancio presentato dal consorzio italiano.















Hanno superato quota 105 mila le tonnellate di RAEE gestite nel 2018 da Ecodom. Il principale consorzio italiano impegnato nella gestione dei rifiuti elettronici ha presentato il suo resoconto per l’anno appena concluso, il cui bilancio corrisponde al peso di 232 treni FrecciaRossa 1000 da 8 carrozze o in alternativa a quello di 292 Airbus A380.

I RAEE domestici gestiti da Ecodom sono per la maggior parte (62%) di categoria R2 (lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie, ma anche forni, cappe, stufe elettriche, boiler e forni a microonde). A seguire (35%) gli R1 (frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione, la conservazione e il deposito di alimenti), mentre il restante 3% è riferito a monitor, tv e apparecchiature illuminanti.
Dai RAEE gestiti Ecodom ha ricavato 62.758 tonnellate di ferro (8 volte il peso della Torre Eiffel), 1.951 tonnellate di alluminio (equivalenti a 2,3 milioni di caffettiere), 2.098 tonnellate di rame (23 volte il peso del rivestimento della Statua della Libertà) e 10.882 tonnellate di plastica (30,2 milioni di cestini da ufficio). Risparmiati grazie al recupero di questi materiali 111.441.572 kWh di energia elettrica e l’immissione in atmosfera di 785.091 tonnellate di CO2. Ha dichiarato Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom:

"I risultati 2018 di Ecodom confermano un primato che dura ormai da undici anni; ma più che dei risultati quantitativi, siamo particolarmente orgogliosi delle performances qualitative della nostra attività, sia perché il corretto trattamento dei RAEE attuato dal Consorzio ha consentito di recuperare quasi il 90 % di materie prime seconde, sia perché su un totale di circa 45.000 ritiri dai Centri di Raccolta effettuati nel 2018 nel 99,8% dei casi abbiamo rispettato i tempi concordati tra il Centro di Coordinamento RAEE e ANCI.
L’Europa però impone al nostro Paese traguardi sempre più sfidanti: nel 2019 il target di raccolta sarò pari al 65% dell’immesso sul mercato. E’ quindi indispensabile che lo Stato italiano intervenga per intercettare i flussi di RAEE gestiti al di fuori del controllo dei Sistemi Collettivi e che introduca sanzioni amministrative e penali commisurate all’entità sia dei profitti illeciti sia dei danni ambientali e sociali provocati."

fonte: https://www.greenstyle.it

Storie di economia circolare da premiare

Ecodom e CDCA premiano i 4 vincitori del Concorso dedicato al racconto di storie virtuose dell’Italia sostenibile




















Dalla k-Alma, la falegnameria sociale di Roma, a Panta Rei, associazione che ha realizzato in Umbria un ecovilaggio biodegrabile e autosufficiente. Sono le storie virtuose raccolte dal concorso di Ecodom e CDCA. Le due realtà hanno premiato oggi chi ha saputo tradurre in parole e immagini l’italia dell’economia circolare e della sostenibilità. L’obiettivo della competizione era quello di stimolare e promuovere, tra giornalisti e addetti del mondo dell’informazione una rinnovata consapevolezza in merito ai nuovi modelli produttivi e ai benefici per l’ambiente e la società che derivano da processi di transizione virtuosi. “Il lavoro di mappatura delle esperienze di Economia Circolare già attive nel nostro Paese, che insieme a CDCA abbiamo condotto durante tutto il 2018, ci ha permesso di scoprire un’Italia attenta alla riduzione degli sprechi e alla trasformazione dei rifiuti in risorse” – afferma Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom – “Anche se nel nostro Paese manca ancora una normativa che sostenga realmente l’Economia Circolare, ci sono molte realtà che lavorano secondo principi di sostenibilità. Altrettanto sorprendente è stata la risposta degli storyteller (fotografi, vidomaker, scrittori e autori radiofonici) all’invito che abbiamo loro rivolto di provare a raccontare queste esperienze, aggiungendo bellezza alla positività: a questa prima edizione del concorso Storie di Economia Circolare sono state presentate ben 118 opere. C’è un grande desiderio non solo di costruire realtà a minore impatto ambientale e sociale, ma anche di raccontarle, di farle conoscere, di portarle alla luce”.

Oltre 17.000 utenti hanno partecipato alle votazioni on-line, a cui ha poi fatto seguito il lavoro di una giuria di esperti del mondo dell’informazione e della cultura. A vincere nelle 4 categorie – scrittura, video, fotografia e radio – sono stati:

– Le parole di Marta Facchini e Roberta Covelli sull’attività di ReCup (Milano) associazione impegnata contro lo spreco alimentare attraverso il recupero e la redistribuzione del cibo invenduto, nei diversi mercati milanesi tra viale Papiniano e Lambrate.

– Le immagini di Davide Lanzilao e Veronica Di Benedetto Montaccini sul lavoro di Panta Rei (Lago Trasimeno, Perugia), associazione no profit che ha realizzato un ecovillaggio completamente sostenibile utilizzando legno, terra cruda, sughero, paglia, pietra e canna di lago; ogni abitazione è biodegradabile ed è energeticamente autosufficiente grazie ai pannelli solari.

– Il servizio radiofonico di Valerio Maggio su K_Alma (Roma) falegnameria sociale nata nel 2016 che offre la possibilità ai richiedenti asilo di lavorare il legno  per realizzare oggetti che vengono venduti a scuole, asili nido, associazioni e privati.

– Il video di Flavio La Franca sul progetto The Circle, un impianto idroponico che permette il contemporaneo allevamento delle carpe con un’agricoltura sostenibile: grazie a un sistema a ricircolo l’acqua delle vasche di allevamento viene raccolta, filtrata e depurata e usata per irrigare le radici dei vegetali contenuti all’interno di strutture verticali, interamente fuori suolo, per poi ritornare nella vasca di allevamento.

fonte: www.rinnovabili.it

“Uno contro zero”, una pratica ancora sconosciuta
















Il decreto che stabilisce che i negozi con una superficie superiore ai 400 metri quadri abbiano l’obbligo di ritirare piccoli apparecchi elettronici fuori uso anche non a fronte di un acquisto ha compiuto ormai due anni (DM 121 del 2016).
Sembrava dover essere un punto di svolta nella raccolta (e nel successivo riciclo) dei RAEE.
Eppure qualcosa non ha funzionato: 24 mesi dopo l’entrata in vigore del DM (22 luglio 2016) una gran parte dei cittadini Italiani (quasi tre su quattro) non sono a conoscenza dell’opportunità. Ad affermarlo ECODOM, il principale Consorzio italiano nella gestione dei RAEE, che fra aprile e maggio 2018 ha svolto una ricerca molto vasta con il contributo della community FRIENDZ, coinvolgendo quasi 10mila utenti che hanno dismesso 1.203 piccoli apparecchi elettrici ed elettronici. Delle persone interpellate il 73% ha ammesso di non sapere di poter consegnare gratuitamente i piccoli Raee ai negozi più grandi, senza alcun obbligo d’acquisto. Soltanto il 27,1% degli intervistati sa di questa possibilità, ma la maggior parte di questi (il 67,1%) non l’ha mai sperimentata direttamente. A livello geografico, i siciliani e i sardi sono i meno informati sull’argomento: solo il 23,9% di loro conosce il cosiddetto “Ritiro 1 contro 0”, mentre i più informati sono gli abitanti del Nord Est (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna) con il 28,6%.
Fatto salvo un’evidente difetto di comunicazione relativa alla possibilità offerta, l’atteggiamento dei negozi si è rivelato ecquivoco: ECODOM riferisce che “in alcuni casi non è stato possibile usufruire del servizio perché i negozi non si ritenevano obbligati a offrirlo o perché mancavano i cassonetti per la raccolta dei RAEE” – S.C.
fonte: http://esper.it

Rifiuti elettronici, ecco cosa cambia. Dentro anche carte di credito e bici

Nuove regole di smaltimento dal 15 agosto. Nella lista anche prese multiple, cancelli e tende automatizzati, serrature elettriche, cavi e stufe a pellet





Del rifiuto tecnologico non si butta via nulla. Il 15 agosto entrerà in vigore la normativa che cambierà per sempre il mondo dei Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche): i prodotti che rientrano in questa definizione, infatti, diventeranno molti di più e l’elenco comprenderà tra gli altri anche carte di credito con chip, biciclette elettriche, prese multiple, cancelli e tende automatizzati, serrature elettriche, cavi e stufe a pellet. Una vera e propria rivoluzione. «La raccolta e il riciclo di Raee aumenteranno. Verranno creati – spiega Danilo Bonato, direttore generale di Remedia, società leader del settore - 15mila nuovi posti di lavoro. Verranno risparmiati 100 milioni di euro di valore economico associato alle emissioni e 1,2 miliardi di euro nell’acquisto di materie prime».

Numeri che potrebbero essere molto più alti, se la maggior parte degli italiani fosse a conoscenza del decreto ‘Uno contro zero’ del luglio 2016. Dall’estate di due anni fa, infatti, è possibile consegnare vecchi telefonini, lettori mp3, cuffiette o calcolatrici nei negozi più grandi di 400 metri quadrati senza dover comprare nulla in cambio. Per i piccoli distributori e i venditori online l’applicazione di questa norma è facoltativa. Solo i Raee che sono più piccoli di 25 centimetri e provengono da nuclei domestici possono essere rottamati a costo zero. Ma oltre 7 italiani su 10, secondo un’indagine realizzata dalla community di Friendz per Ecodom, uno dei consorzi che gestisce i Raee, non sono a conoscenza di questa possibilità. I più informati sono i residenti di Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia: il 28,6% sa di potersi recare in un grande negozio per poter consegnare i propri gadget ormai obsoleti. E proprio nel Nord Est la percentuale di utenti che ha riconsegnato gratuitamente un vecchio apparecchio ha toccato il 36,2%.

Nel 2017, secondo l’ultimo rapporto stilato dal Centro di coordinamento Raee, sono state raccolte 385mila tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questo significa che ogni italiano ha mediamente riciclato 6,3 chili di questi prodotti nei 953 impiantiautorizzati (di cui 674 nel Nord Italia, 136 nel Centro e 143 nel Sud). Si tratta, in termini di volume, dell’equivalente di tre navi da crociera grandi come la Costa Concordia.

Il 78% di questi rifiuti è di origine domestica, mentre il 22 viene dal mondo delle imprese. La crescita, rispetto all’anno precedente, è stata del 6,8%. Un ottimo trend, che però non garantisce il raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla Ue del 45%, calcolato come rapporto tra peso totale dei Raee raccolti e peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato (in media oltre 936mila tonnellate). L’asticella dal 2019 verrà alzata al 65%. Nel 2017, l’Italia si è fermata al 41,2%.

Con l’allargamento della categoria dei Raee a partire dal 15 agosto, il traguardo europeo potrebbe allontanarsi. «Dovremo attrezzarci – conclude Bonato - per andare a raccogliere e riciclare un flusso di prodotti a fine vita molto più consistente rispetto al passato. Inoltre il decreto prevede l’obbligo di gestire anche prodotti molto diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati, come macchine industriali molto pesanti o banchi frigoriferi di grandi dimensioni». La sfida è solo all’inizio.

fonte: https://www.oftentype.info/

Rifiuti elettronici, la via giusta per riciclarli

A Montalto di Castro, a nord di Roma, uno stabilimento industriale distrugge in modo controllato montagne e montagne di frigoriferi vecchi, e altro Raee, i rifiuti elettronici. Recuperando materie prime utili, e senza inquinare


















Conquistano la ribalta solo nei casi come la “Frigo Valley ” di Tivoli, il cimitero di quasi 500 frigoriferi sventrati scoperto un mese fa alle porte di Roma, oppure quando i social si scatenano come nell’ottobre 2016 sul “frigogate” e la Sindaca Raggi, che vedeva frigoriferi abbandonati ovunque, salvo scoprire che era stato proprio il Comune a sospenderne il servizio di ritiro a domicilio. 
  
Parliamo dei nostri frigoriferi vecchi, ma non solo: condizionatori, lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni, scaldabagni, tv, monitor, piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, cellulari e anche lampadine, che una volta dismessi costituiscono una miniera di materie prime; miniera al momento appannaggio, in prevalenza, di un mercato illecito, fatto di discariche abusive e che, sfruttando il lavoro nero, inquina terreni e minaccia la salute pubblica. In Italia la percentuale di Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che sfugge al sistema legale arriva al 70%: ogni anno, su una produzione di 800 mila tonnellate di Raee, circa 600 mila tonnellate non si sa che fine fanno. 














L’Italia è maglia nera d’Europa nella raccolta di rifiuti elettronici. Ogni anno in Italia ne vengono raccolti 5 chili per abitante, molto meno di Francia, Regno Unito, Irlanda, Austria e Belgio, che vanno oltre gli 8 chili, e Svizzera e Norvegia che arrivano addirittura a 15 kg. Sono i dati emersi durante l’evento per il decennale di Ecodom, il principale consorzio di gestione dei RAEE operante in Italia e che ad oggi ha smaltito 765 mila tonnellate di vecchi elettrodomestici, recuperando quasi il 90% di materie prime.                                                               
  
“C’è un buco normativo e anche di controlli non sufficienti. È importante che lo Stato italiano inizi a cercare attivamente i flussi di Raee nascosti, gestiti al di fuori dei sistemi collettivi, anche in vista del raggiungimento degli alti obiettivi di riciclo del pacchetto europeo sull’economia circolare – spiega Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom - . Chiediamo che ci siano controlli di processo e inoltre che sia al più presto approvato il Decreto sulla qualità del trattamento dei Raee con disposizioni tecniche uniformi e vincolanti per i vari operatori del settore”. 
   
Siamo andati nel centro di trattamento RAEE di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo: qui sono impiegati 40 lavoratori che hanno il compito di recuperare nella maniera corretta i rifiuti elettronici raccolti in Toscana, Umbria e soprattutto Lazio, senza alcuna dispersione di sostanze inquinanti, come per esempio i gas lesivi per l’ozono contenuti nei circuiti refrigeranti e nelle schiume isolanti. Da questa montagna di frigoriferi rotti, di televisori con il tubo catodico che fino a poco tempo fa affollavano le nostre case, si ricava plastica, rame, ferro e alluminio, si riduce la Co2 immessa in atmosfera e si risparmia energia elettrica. 

  














Al momento non esiste un obbligo di conferire la spazzatura elettronica a impianti come questo di Montalto di Castro con alti standard ambientali certificati: l’autorizzazione al trattamento non è infatti un’esclusiva dei 15 consorzi del sistema gestito dal Centro di Coordinamento Raee.  
  
In virtù della libertà di mercato, i Raee possono essere venduti al miglior offerente a patto che si possieda un'autorizzazione, fosse anche per il semplice stoccaggio. Bisognerebbe imporre disposizioni di legge che definiscano standard di qualità obbligatori relativi a tutti i processi di riciclo: dagli impianti che fanno un trattamento non ottimale dei rifiuti elettrici ed elettronici fino all’ultimo “svuotacantine”, che viene direttamente a casa a prendersi il vecchio frigo e lo smonta, prendendosi le parti che gli servono e il resto lo butta chissà dove.  
  
E infine c’è il ruolo giocato dal singolo cittadino: secondo una ricerca realizzata da Ipsos Italia, solo 18 italiani su 100 sanno che è possibile conferire gratuitamente i piccoli apparecchi elettrici ed elettronici dismessi, dai vecchi cellulari ai phon da viaggio, presso i grandi negozi di elettronica. Si tratta del decreto “Uno contro Zero”, secondo cui i negozi con una superficie superiore ai 400 metri quadrati hanno l’obbligo di ritirare i piccoli apparecchi elettronici gratuitamente senza chiedere nulla in cambio, a differenza di quello che accade per il resto dei rifiuti RAEE, per cui esiste da tempo il decreto “Uno contro Uno”, che permette di affidare il vecchio elettrodomestico a un negozio solo a patto che se ne acquisti un altro. 
  
Nel libro “L’era dei RAEE – 10 anni di Ecodom”, a proposito dell’invasione degli apparecchi elettrici nella nostra vita quotidiana, Marco Gisotti scrive: “Ciò che ignoravamo è che a tanto benessere corrispondeva la creazione di una quantità di scarti che mai avevamo prodotto in maniera così copiosa”; ora ne siamo pienamente coscienti. 

fonte: http://www.lastampa.it

Comuni ricicloni 2018: Italia virtuosa nella raccolta differenziata















Può sembrare una notizia falsa date le tante foto di cassonetti che traboccano di spazzatura condivise online, eppure l’Italia è tra i Paesi più efficienti al mondo in fatto di riciclo dei rifiuti e raccolta differenziata. Lo si evince da un nuovo rapporto di Legambiente, che spiega come siano oggi oltre 500 i Comuni italiani ad aver raggiunto ottimi risultati in tal senso.

Se l’anno scorso erano 486 i municipi italiani in cui la raccolta differenziata funziona bene, secondo il 25esimo Rapporto Comuni Ricicloni di Legambientenel 2018 il numero è salito a 505 con ogni cittadino che produce al massimo 75 chilogrammi di rifiuti indifferenziati.

Bene il Sud, che passa da 43 a 76 Comuni, mentre fa peggio il Nord Italia che ne conta 264 (26 in meno) tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, e rimane stabile il Centro passando da 38 Comuni a 43. I quattro municipi più virtuosi in assoluto in tema di raccolta differenziata sono Comunanza, Montorio al Vomano, Cerreto di Spoleto e Rieti, che sono stati premiati da Ecodom, il principale consorzio italiano di gestione dei RAEE, cioè i rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici.

CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, ha anche premiato qui i Comuni che più si sono impegnati nella realizzazione di una raccolta differenziata di qualità dei rifiuti di imballaggio. A Roma Capitale è stato assegnato il premio “Teniamoli d’occhio” in seguito alla firma di un protocollo d’intesa per la realizzazione di un progetto esecutivo da applicare ai Municipi VI e X (Prenestino e Ostia); a Bari, invece, va quello denominato “Start Up nello step 1″, dati gli incoraggianti risultati raggiunti dopo l’implementazione di un piano incentrato su un sistema di raccolta dei rifiuti prevalentemente domiciliare.

Al Comune di Potenza è stato riconosciuto il Premio “Obiettivo 65%”, che prende il nome dalla percentuale di raccolta differenziata ottenuta dal servizio introdotto di recente, mentre al Comune di Catanzaro è stato assegnato il Premio “Best Practice”, con le pratiche di raccolta differenziata che sono riuscite a moltiplicare i quantitativi di rifiuti pro-capite da 5 Kg a ben 23 Kg al mese.

Al Comune di Potenza va il Premio “Pioniere in Calabria”, poiché le azioni intraprese dall’amministrazione hanno permesso di passare in un solo anno dal 28% al 54% di rifiuti differenziati raccolti. Infine all’Ambito Territoriale Integrato n° 4 dell’Umbria è stata assegnata una menzione speciale; questo per via dell’efficienza dei sistemi di raccolta sovracomunali in ben 32 Comuni della Provincia di Terni.

L’esperienza sembra dimostrare che quando il servizio di raccolta differenziata c’è ed è efficiente, i cittadini lo usano correttamente; chi si comporta da incivile lo fa probabilmente perché non può disporre di un servizio pubblico che funziona.

fonte: http://www.greenstyle.it

RAEE: 765 mila tonnellate gestite da Ecodom in 10 anni. Italia fanalino di coda


















I RAEE sono, senza dubbio, i rifiuti più caratterizzante della nostra epoca. Tutti noi abbiamo in casa frigoriferi, lavastoviglie, cellulari, televisori, lampadine e chi più ne ha, più ne metta. È dunque logico che questi apparecchi, arrivati a fine vita, debbano essere smaltiti, in modo ambientalmente ed economicamente sostenibile, andando a estrarne le materie prime seconde, utilissime per la costruzione di nuovi apparecchi, in piena logica circolare. Ecodom, il più grande Consorzio Italiano per il Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici, è stato in questa attività un vero e proprio pioniere, vantando ben 10 anni di attività in cui ha gestito 765 mila tonnellate di elettrodomestici dismessi, riciclando la bellezza di 668 mila tonnellate di materie prime seconde. Solo per fare un esempio, il ferro estratto dagli elettrodomestici gestiti da Ecodom in questa decade è arrivato a 460 mila tonnellate, una quantità pari a oltre mille treni Frecciarossa.
Un bilancio dunque molto positivo per il consorzio, che oggi ha celebrato questo traguardo decennale presentando a Roma il nuovo rapporto di sostenibilità 2017 (consultabile online su www.ecodom.report/it) e un libro che ne ripercorre la storia di successo, “L’era dei RAEE – 10 anni di Ecodom, scritto dal giornalista Marco Gisotti. Ma oltre alle tante luci, frutto del bvuon lavoro svoloto dal consorzio, Ecodom ha anche restituito una fotografia precisa (e impietosa) dei numeri complessivi dell’Italia nella raccolta dei RAEE dove il Belpaese non ne esce affatto bene. Con circa 5 kg per abitante di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) raccolti ogni anno l’Italia è il fanalino di coda in Europa, superata di gran lunga da paesi come Francia, Regno Unito, Irlanda, Austria e Belgio che si attestano su oltre 8 kg e surclassato da Svizzera e Norvegia con ben 15 kg raccolti per abitante.
Il motivo di questo gap purtroppo va individuato nella vasta presenza nel nostro paese di sistemi di smaltimento illegali e nella mancata emanazione di leggi che impongano una qualità elevata nel trattamento dei RAEE. Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom, ha ben sintetizzato questa problematica nelle sue dichirazioni:


Considerando che la Comunità Europea ha fissato il target pari al 65% dell’immesso sul mercato per il 2019 è importante che lo Stato italiano inizi a cercare attivamente i flussi di RAEE nascosti, gestiti al di fuori del controllo dei Sistemi Collettivi. Sono necessarie attività investigative sui flussi illegali di RAEE, cui faccia seguito l’applicazione di sanzioni amministrative e penali commisurate all’entità sia dei profitti illeciti sia dei danni ambientali e sociali provocati. E’ inoltre indispensabile – conclude Arienti – che nel 2018 venga approvato il Decreto sulla qualità del trattamento dei RAEE e che l’iter di recepimento delle Direttive Comunitarie contenute nel pacchetto di Economia Circolare sia l’occasione per semplificare e rendere più praticabile la normativa italiana sui rifiuti”.

A margine del convegno sui dieci anni di Ecodom abbiamo rivolto alcune domande proprio a Giorgio Arienti, che ci ha illustrato lo stato della raccolta dei RAEE in Italia, e a Marco Gisotti, autore del libro “L’era dei RAEE – 10 anni di Ecodom”:




fonte: www.greenstyle.it