Visualizzazione post con etichetta #RifiutiElettronici. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #RifiutiElettronici. Mostra tutti i post

Rifiuti elettronici, da Erion un appello al Governo con 64 proposte

 

“Il ritardo dell’Italia rispetto ai target di raccolta dell’Unione Europea rende evidente l’urgenza di intervenire sulla filiera dei RAEE. Nel 2020 Erion ha gestito circa 270.000 tonnellate di RAEE, un risultato in crescita rispetto all’anno precedente. Eppure, non è abbastanza, se pensiamo che a livello complessivo l’Italia viaggia a circa 6 chilogrammi di RAEE raccolti per abitante quando dovrebbe essere arrivata già da due anni a più di 9 kg/abitante. Siamo ancora lontani dall’obiettivo fissato dall’Unione Europea del 65% dell’immesso sul mercato. C’è un gap da colmare…”. Lo afferma Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE. Erion è il più importante Sistema multi-consortile no profit di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono. Nato nel 2020 dalla fusione dei consorzi Ecodom e Remedia, Erion rappresenta attualmente oltre 2.400 aziende del settore dell’hi-tech e dell’elettronica di consumo.

Il Sistema Erion è composto da Erion WEEE, Erion Professional, Erion Energy ed Erion Packaging, quattro Consorzi di settore che assicurano ai produttori i servizi di conformità normativa e il coordinamento delle attività di gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestici e professionali, dei Rifiuti di Pile e Accumulatori e di quelli di Imballaggi.
“Da una parte, lo Stato sembra assolutamente impotente e non sta facendo nulla per migliorare le cose, dall’altra l’UE preme per risultati concreti e non credo tollererà ancora a lungo questa situazione – prosegue -. Come può migliorare la filiera dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche? Come incrementare la raccolta? Siamo convinti che l’unico modo per trovare e implementare soluzioni efficaci sia ascoltare le esperienze dei soggetti che da anni lavorano nel settore, le loro criticità, le ipotesi di miglioramento. E’ da questa riflessione, e dal confronto con i principali stakeholder della filiera, che nasce l’idea di un Libro Bianco dei RAEE: 64 proposte frutto dell’esperienza pluriennale maturata sul campo, che mirano a far crescere un settore fondamentale per un’evoluzione sostenibile della nostra economia. Rivolgiamo, quindi, un appello alle Istituzioni – Governo e Parlamento – affinchè aprano un tavolo di confronto con tutti coloro che ogni giorno si impegnano con passione e competenza affinchè i RAEE non siano più un problema ma un’opportunità”.
Il Libro Bianco, che raccoglie i suggerimenti – non sempre coincidenti – di tutti gli attori del Sistema RAEE, contiene soluzioni di natura organizzativa e normativa che interessano tutta la filiera, suddivise in quattro le aree: riduzione della burocrazia tramite la semplificazione dei procedimenti autorizzativi relativi alla gestione dei RAEE; misure di incentivazione, sanzione e controllo; linee di intervento su settori specifici (come il riutilizzo), e comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori.
Tra le proposte più significative: introduzione di nuove modalità di raccolta dei RAEE – raccolta domiciliare, micro-centri, contenitori intelligenti – così da aumentare il numero di punti di raccolta, in particolare nell’area Centro-Sud, e ridurre il ritardo dell’Italia rispetto al raggiungimento dei target europei. In Italia, si contano circa 5.000 Punti di Raccolta, contro gli oltre 10.000 presenti negli altri stati europei (1 punto di raccolta ogni 12.000 abitanti); rafforzamento del sistema di controllo per contrastare i flussi illegali paralleli di RAEE, che intercettano circa la metà di questi rifiuti; realizzazione di impianti e centri che permettano la preparazione per il riutilizzo dei RAEE, area ancora totalmente scoperta nel nostro Paese; incremento di campagne di informazione sui temi specifici come il ritiro “uno contro uno”, “uno contro zero”, sulla necessità di separare le batterie dai RAEE e sulle tipologie di rifiuti che sono maggiormente soggette a scorretto conferimento; introduzione di meccanismi premianti per favorire il riciclo delle materie prime critiche (CRM) come cobalto, terre rare, silicio, platino e tungsteno.


fonte: ITALPRESS


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Dalla Svezia l’allarme sui rifiuti elettronici: si deve puntare di più sul riuso degli apparecchi











Il rapido processo di digitalizzazione degli ultimi anni ha innescato un incremento esponenziale nella produzione e nel consumo di apparecchi elettronici. Essendo ormai diventati parte essenziale della vita di miliardi di persone, lo smaltimento di questi dispositivi deve diventare una prerogativa di politiche industriali e governative che, nonostante le direttive, si sono sempre approcciate al problema in modo lineare (take, make, waste)”. Nonostante le complessità nelle varie fasi del processo di smistamento e riciclo dei rifiuti elettronici – specialmente nel caso di quelli tossici – il modello circolare propone di sfruttare a pieno il potenziale del riutilizzo, fino ad ora ancora inespresso.

Dati sul riciclo preoccupanti

Secondo il rapporto del Global E-waste Monitor 2020 prodotto dalle Nazioni Unite, nel 2019 sono state generate 53,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici in tutto il mondo, con un aumento del 21% in soli cinque anni. Il documento prevede anche che i rifiuti elettronici globali – prodotti scartati con una batteria o una spina – raggiungeranno i 74 milioni di tonnellate il 2030, quasi un raddoppio dei rifiuti elettronici in soli 16 anni.

Nel 2019 durante la raccolta e il riciclo sono state riciclati solo 9,3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, pari al 17,4% dei prodotti generati. Un dato che, rispetto al 2014, è cresciuto di 1,8 milioni di tonnellate. Ciò significa che oro, argento, rame, platino e altri materiali recuperabili di alto valore, valutati attorno ai 57 miliardi di dollari USA, sono stati per lo più buttati in discarica o bruciati piuttosto che raccolti per il trattamento e riutilizzo. Per capire meglio la portata del problema, i rifiuti elettronici dello scorso anno – si legge nel report – pesavano sostanzialmente più di tutti gli adulti europei, ovvero fino a 350 navi da crociera delle dimensioni della Queen Mary.

I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche – siglati RAEE – includono una vasta gamma di materiali che includono: metalli preziosi e di base, (il ferro conta per il 46%), materie prime – come vetro, ceramica indio, gallio, cobalto – plastica (22%) e sostanze pericolose per la salute e l’ambiente per via degli additivi tossici o sostanze pericolose come il mercurio. Secondo la ricerca Emergency Challenges of Waste Management in Europe commissionata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, dei RAEE in Europa solo il 37% viene riciclato. L’Italia occupa uno degli ultimi posti con il 26%, mentre la Svezia, poco sotto la Croazia e il Liechtenstein, si conferma uno dei Paesi più virtuosi riciclando il 66% dei rifiuti elettronici.

Dispositivi elettronici, verso il 100% del riuso

La Svezia è uno dei Paesi più virtuosi nel processo di smaltimento dei rifiuti elettronici ma il suo segreto non è solo nel riciclo. Per esempio l’azienda svedese Inergo acquista computer, smartphone e apparecchi elettronici di seconda mano dalle aziende di tutto il mondo, che vengono testati, ricondizionati e reinventati da un team di tecnici esperti. L’apparecchiatura poi viene rivenduta a prezzi competitivi che invogliano il cliente ad acquistare i prodotti. Proprio sul tema del riuso, Inergo, su commissione dell’Unione Europea, ha presentato la conferenza “Circular electronics – Towards 100% reuse” coinvolgendo in un meeting virtuale altri attori virtuosi – operanti nei Paesi scandinavi e baltici – della filiera delle telecomunicazione che stanno adottando soluzioni interessanti per risolvere il problema dei rifiuti elettronici.

“Il flusso di rifiuti cresce rapidamente, vengono prodotti globalmente 15 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all’anno – spiega Alexandra Wu, project manager dell’istituto di ricerca svedese Svenska Miljöinstitutet – Si dovrebbe iniziare a minimizzare la perdita di materiale nella forma del rifiuto e le perdite per inefficienza”. Il termine centrale che viene menzionato spesso durante il webinar è “product life extension”, che indica quanto tempo un prodotto o un articolo può essere utilizzato, con l’obiettivo finale di massimizzarne il tasso di “utilizzo” e quindi il ciclo vita.

I vantaggi e le problematiche del riuso

“Riparare è logisticamente più efficiente di riciclare perché salta alcune lunghe fasi del riciclo come lo smistamento dei materiali e la logistica del trasporto – aggiunge Alexandra Wu – Riutilizzare è importante, soprattutto nei Paese ad altro reddito pro capite come la Svezia”. Le persone però solitamente sono sempre alla ricerca di un prodotto migliore e in questo la comunicazione svolge un ruolo fondamentale. “La percezione e le abitudine del consumatore nei confronti di un dispositivo di seconda mano rappresenta sempre un grande interrogativo – aggiunge Wu – Una ricerca ha calcolato che il 22% delle famiglie svedesi tende a tenere i vecchi telefonini, anche se questi hanno un ottimo potenziale di riutilizzo”.

Spesso è lo stesso prezzo a rendere più conveniente il nuovo rispetto che l’usato. “Comprare un prodotto è più conveniente di riparlo – spiega Henrik Lampa, Head of Sustainability alla Dustin. C’è ancora una grave mancanza di politiche a sostengo della riparazione. Queste politiche oggi si concentrano maggiormente sul riciclo e il risparmio energetico. I consumatori sono ancora troppo legati alla nozione di possedere. Il cambio di mentalità sta andando a rilento, più di quanto pensassimo”. In media, in Svezia riutilizzare o riparare un computer può evitare di emettere 289 kg di emissioni derivanti dal reperimento materie prime, produzione e trasporto.

fonte: economiacircolare.com


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Rifiuti elettrici ed elettronici, le attività illegali allontanano i target UE

Norme inefficaci e poca incisività nella lotta all’illegalità rischiano di allontanare l’Unione europea dagli obiettivi di raccolta e riciclo dei RAEE. L’analisi della Corte dei Conti.




L’Unione europea rappresenta una delle realtà più avanzate nel mondo quando si tratta di gestire i rifiuti elettrici ed elettronici. Le politiche e gli obiettivi comunitari fissati in questi anni hanno dato, infatti, una forte accelerazione alla “circolarità” degli Stati membri. Nonostante ciò, il Blocco rischia di non essere all’altezza dell’ambizione prefissata. A rivelarlo è un’analisi condotta dalla Corte dei conti europea in materia raccolta e riciclo dei RAEE.

Attualmente l’Ue ricicla circa il 40% di tutti i rifiuti elettrici e elettronici prodotti; il resto finisce nell’indifferenziata. Ovviamente le pratiche variano da paese a paese. Nel 2017, la Croazia ha riciclato l’81% di tutti i suoi RAEE, mentre a Malta appena il 21%.

Per aumentare le percentuali, a marzo 2020 la Commissione Europea ha presentato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare che ha come priorità la riduzione dell’e-waste. La proposta delinea specificamente obiettivi immediati come, ad esempio, la creazione del “diritto alla riparazione” e il miglioramento della riutilizzabilità in generale. E sarà seguita nell’ultimo trimestre del 2021 da una “Iniziativa per una elettronica circolare”, scritta ad hoc dall’esecutivo.

Ma molti dei problemi che frenano il settore non riguardano la normativa UE, quanto la capacità nazionale di farla rispettare. “Nel tempo la raccolta e il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici sono migliorati nell’UE”, ha dichiarato Joëlle Elvinger, il Membro della Corte responsabile dell’analisi. “Tuttavia, la raccolta, il riciclaggio e il riutilizzo di questi rifiuti non sono realizzati con pari efficacia in tutti gli Stati membri e potrebbero aumentare ancora. Sono state constatate alcune sfide anche nel modo in cui l’UE contrasta la gestione irregolare dei rifiuti elettrici ed elettronici, le spedizioni illegali e altre attività criminose”.

L’analisi ha evidenziato una certa difficoltà da parte di alcuni Stati membri a far rispettare le norme sui rifiuti elettrici ed elettronici: ad esempio, secondo la Corte, si possono verificare casi di gestione irregolare del trattamento di tali rifiuti (come la rimozione e il disinquinamento di sostanze potenzialmente tossiche o di altri componenti), spesso riconducibili a ispezioni e controlli sporadici o scadenti. Alcuni Stati membri non dispongono delle risorse necessarie per ispezionare adeguatamente gli operatori e le spedizioni di rifiuti al di fuori dell’UE. Gli incentivi economici per la gestione illegale o non corretta dei rifiuti sono ingenti, mentre è generalmente modesto il rischio di essere scoperti. “Il contrasto all’attività criminosa costituisce quindi una sfida notevole nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici”.

fonte: www.rinnovabili.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

L'elettronica può innescare un mondo più circolare e sostenibile: ecco come





 Un dipendente mostra una manciata di pezzi di disco rigido sminuzzati, per l'elaborazione dei rifiuti elettronici, presso E-Terra Matter Recovery and Recycling Facility a Festac, Lagos, Nigeria, 19 giugno 2020. Foto scattata il 19 giugno 2020. REUTERS / Temilade Adelaja - RC2CYH9YMIGJ


Un dipendente mostra una manciata di pezzi di disco rigido sminuzzati, per l'elaborazione dei rifiuti elettronici.
Immagine: REUTERS / Temilade Adelaja

La transizione dal settore dell'elettronica a pratiche circolari è complessa ma necessaria per un futuro più sostenibile.
Il riutilizzo dei materiali, l'adattamento delle catene di approvvigionamento e il cambiamento delle percezioni dei consumatori saranno impegnativi ma fondamentali per garantire una transizione circolare.

Vogliamo un mondo in cui ci siano meno - o idealmente, nessuno - spreco. In questo mondo più "circolare", prendiamo, produciamo e ricreamo in loop continui, evitando che i rifiuti entrino nelle discariche o inquinino il nostro ambiente.

Questo approccio può essere un ingranaggio fondamentale nell'affrontare il cambiamento climatico, poiché la transizione verso le energie rinnovabili ci porterà solo fino a un certo punto. Se il mondo non risponde al bisogno di circolarità, le risorse necessarie per i nuovi prodotti non saranno disponibili come lo sono attualmente.

Negli ultimi anni, tuttavia, il mondo è diventato meno circolare, come più volte sottolineato nell'annuale Circularity Gap Report . Non massimizzando la circolarità, non stiamo massimizzando gli strumenti a nostra disposizione per proteggere le nostre risorse e lavorare per la decarbonizzazione.

L'applicazione di strategie circolari alla produzione di elettronica fa parte di un cambiamento molto più ampio che deve avvenire in tutti i settori. Sebbene l'utilizzo di contenuto riciclato non sia mai semplice, comprendere le sfide in un campo complicato come l'elettronica è il primo passo verso un futuro più circolare.


SOSTENIBILITÀ
Cosa sta facendo il World Economic Forum sull'economia circolare?
Cosa trattiene un'economia circolare per l'elettronica?


Con alcuni materiali e alcuni prodotti, l'uso di contenuto riciclato è semplice. Ad esempio, le persone capiscono che quando si getta una bottiglia d'acqua in un cestino, a un certo punto torna come una nuova bottiglia d'acqua o qualcos'altro fatto con la plastica. L'utilizzo di contenuto riciclato non è così semplice con i prodotti elettronici, a causa dei seguenti fattori:

Complessità dei materiali. Secondo "Una nuova visione circolare per l'elettronica" del Forum economico mondiale e della Coalizione sui rifiuti elettronici delle Nazioni Unite, i rifiuti elettronici rappresentano il 2% dei flussi di rifiuti solidi, ma costituiscono il 70% dei rifiuti pericolosi che finiscono nelle discariche in quanto sicuri le combinazioni per l'uso finale nei prodotti si scompongono. Ci sono un numero sorprendente di elementi della tavola periodica che caratterizzano l'elettronica. Fino a 60 elementi della tavola periodica possono essere trovati in elettronica complessa. Tutta questa complessità può rendere difficile lavorare con materiali a contenuto riciclato.

Trovare fonti. Per materiali come l'acciaio e l'alluminio lavorato, oggi può essere più difficile chiudere il ciclo e riconvertire i materiali dei rifiuti elettronici in forniture utilizzabili per nuovi componenti per l'elettronica. In questi casi, è necessario esaminare altri materiali riciclabili e di scarto di altre industrie, chiamati simbiosi industriale. Ad esempio, in alcuni dei nostri laptop oggi, abbiamo utilizzato la fibra di carbonio di scarto dell'industria aerospaziale per creare basi in policarbonato rinforzate con fibra di carbonio. Recuperiamo il loro scarto, lo sminuzziamo e lo mescoliamo con la resina plastica.

Catene di approvvigionamento. Le catene di fornitura globali esistenti sono prevalentemente lineari, impostate per spostare i materiali attraverso la produzione e quindi distribuire l'elettronica ai clienti in tutto il mondo. Ciò significa che è difficile intercettare e integrare il contenuto riciclato nel processo. Le catene di approvvigionamento globali devono essere riconfigurate per la capacità di spostare prodotti e materiali per consentire la circolarità per la riparazione, il riutilizzo, il riciclaggio e la produzione.

Percezione. La sfida della percezione con i consumatori è reale. I consumatori sono molto più consapevoli dell'impatto ambientale dei prodotti che acquistano e cercano di fare scelte sostenibili, ma c'è ancora l'idea sbagliata che l'uso di materiali riciclati e / o sostenibili nei nuovi prodotti significhi che sono di qualità inferiore.

Quello che abbiamo imparato finora

Un'economia circolare per l'elettronica è stata a lungo un'area di interesse e innovazione per Dell Technologies. Abbiamo aperto la strada all'uso di plastica riciclata post-consumo nei nostri desktop OptiPlex a partire dal 2008. E nel 2014 Dell è stata la prima a realizzare un processo a circuito chiuso certificato che prende la plastica dall'elettronica riciclata e la elabora per utilizzarla nella creazione di nuove parti in plastica per nuovi computer. Ad oggi Dell ha utilizzato milioni di libbre di plastica riciclata, chiudendo il ciclo sulla plastica per oltre 125 diverse linee di prodotti.

Il nostro successo ha rafforzato il nostro approccio e lo scorso anno abbiamo fissato un nuovo obiettivo lunare per il 2030 in cui per ogni prodotto acquistato da un cliente, riutilizzeremo o ricicleremo un prodotto equivalente, il 100% degli imballaggi sarà realizzato con materiale riciclato o rinnovabile e altro ancora più della metà del contenuto del prodotto sarà costituito da materiale riciclato o rinnovabile.




E ci stiamo spingendo a scoprire nuovi materiali e processi innovativi per raggiungere questo obiettivo. Recentemente abbiamo iniziato a realizzare alcuni dei nostri coperchi per laptop con bioplastiche ottenute da scarti di alberi utilizzati nel processo di produzione della carta. Abbiamo anche promosso programmi pilota per rimettere i materiali riciclati come i magneti delle terre rare dai nostri programmi di ritiro in parti.

Questi cambiamenti ci hanno insegnato lezioni chiave su ciò che è necessario per guidare davvero un'economia circolare per l'elettronica. Loro includono:

Design per la circolarità. Partiamo con la fine in mente: progettare i nostri prodotti con l'idea che dovrebbero essere facili da aggiornare, facili da riparare e, una volta raggiunta la fine del ciclo di vita, facili da smontare per il riciclaggio. Abbiamo collaborato con l'industria del riciclaggio per capire meglio cosa semplifica il loro lavoro, riducendo il numero di viti e adesivi per consentire loro di elaborare i materiali in modo più rapido e completo. In effetti, i nostri team di progettazione e ingegneria visitano regolarmente i nostri partner per lo smaltimento dei componenti elettronici (EDP) per vedere di prima mano lo smontaggio e lo smistamento dei nostri prodotti e applicare tale apprendimento ai progetti futuri. Una delle future innovazioni su cui sta lavorando il nostro team di progettazione prevede un laptop che potrebbe essere smontato con la rimozione di un singolo pin.

In linea con le migliori pratiche circolari, abbiamo da tempo progettato per una riparazione più facile e la fine del ciclo di vita in mente. Modularità, facile smontaggio e adesivo minimo sono tutti modi in cui lo facciamo oggi. Diversi modelli Dell hanno un punteggio di 10/10 in iFixit che valuta i prodotti in base alla loro accessibilità ai riparatori e noi li rinnoviamo e li rivendiamo attraverso il nostro punto vendita Dell.

Integrare la sostenibilità in tutte le unità aziendali . La sostenibilità e il nostro impegno per l'economia circolare sono sempre più radicati in tutta la nostra intera organizzazione: ogni unità aziendale, ogni funzione comprende il proprio ruolo nel raggiungere il nostro obiettivo lunare e non lasciare alcun percorso inesplorato. Ad esempio, per aumentare i nostri flussi di ritorno, stiamo incorporando il ritiro nei nostri modelli di business "as-a-service". Oggi, la nostra organizzazione Dell Financial Services (DFS) rende facile per i clienti noleggiare prodotti che, alla fine del contratto di locazione, vieni restituito per la ristrutturazione e la rivendita.

E stiamo usando ciò che abbiamo imparato qui per scalare per il futuro. Abbiamo recentemente lanciato " Project APEX"Che fornisce un accesso semplificato alla nostra tecnologia su richiesta, che creerà opportunità per prolungare la vita della tecnologia e aumentare il volume a cui possiamo ritirare la nostra tecnologia da rinnovare o riciclare. Spanning storage, server, networking, infrastruttura iperconvergente, PC e soluzioni più ampie, l'integrazione della sostenibilità in questo programma di trasformazione segnala quanto siamo investiti nell'accelerazione dell'economia circolare. Ed è importante sottolineare che queste iniziative come servizio sono anche finanziariamente vantaggiose. Rendere circolari i programmi ha anche senso per gli affari, ottimizzando i costi e il profitto dalla catena di approvvigionamento.

Sii disposto a sperimentare . I nostri approcci guardano al futuro. Il nostro gruppo di experience design sta guidando un flusso di lavoro ambizioso per spingere i confini dell'innovazione circolare, sperimentando nuovi materiali, reinventando i processi e spingendo il design del prodotto ai limiti assoluti di ciò che è possibile. Questi concetti ambiziosi includono un laptop che dimezza il numero di materiali utilizzati per crearlo e l'idea di utilizzare futuri modelli as-a-service per aumentare e progettare apparecchiature che migliorano nel tempo grazie all'utilizzo del 5G e di una forte connettività cloud per fornire aggiornamenti automatici regolari per realizzare prodotti che non si degradano, ma migliorano.

Collaborare : uno dei maggiori contributori alla nostra leadership è la collaborazione con i nostri partner della catena di fornitura. Attraverso queste partnership e relazioni con i nostri clienti siamo stati in grado di sviluppare ulteriormente la capacità e l'infrastruttura per acquisire e riutilizzare maggiori quantità e nuovi materiali, sia dall'elettronica a fine vita che da materiali di altri settori.

E questa collaborazione sarà fondamentale mentre andiamo avanti: tra aziende, partner, ONG, governi, università e organizzazioni internazionali. A marzo è stata lanciata la prima partnership di Circular Electronics (CEP), una collaborazione che Dell Technologies si è unita a una serie di altri importanti marchi di elettronica e organizzazioni globali tra cui il World Economic Forum, delineando percorsi critici per far avanzare l'economia circolare.

Tali passaggi sono fondamentali per creare standard a livello di settore e definizioni comuni per prodotti e servizi elettronici circolari. Inoltre, l'armonizzazione delle normative a livello globale per garantire il movimento etico e responsabile dei materiali attraverso i confini contribuirebbe ad aumentare il luogo in cui possono essere utilizzati per scopi circolari che includono la riparazione, il riutilizzo e il riciclaggio.

"L'economia circolare è un viaggio, non una destinazione, ma ogni passo di ogni stakeholder sarà fondamentale".

Come industria, dobbiamo anche stimolare la domanda di prodotti e servizi circolari per stimolare l'approvvigionamento circolare di elettronica su scala globale. E per riciclare e riutilizzare i rifiuti elettronici, dobbiamo avere una fornitura consistente e robusta di materiali fuori uso e un modo per aggregare questi rifiuti per il riutilizzo e il riciclaggio. Laddove non possiamo chiudere il cerchio all'interno dei nostri flussi di rifiuti elettronici, dobbiamo trovare, definire e ridimensionare i materiali di scarto secondari di altre industrie. Solo unendo le forze l'industria elettronica può accelerare la transizione verso un'economia veramente circolare.

Guardando avanti

Non è sufficiente "fare meno danni". Per un mondo più sostenibile, il settore tecnologico deve ripensare i suoi modelli di business, allontanarsi dalle vendite lineari e verso modelli as-a-service che consentano meglio il ricircolo dei materiali e l'estensione della durata della vita.

Ci concentriamo sulla sostenibilità da decenni e abbiamo sviluppato una profonda comprensione della nostra responsabilità e del ruolo che dobbiamo svolgere nella protezione del nostro pianeta. Questo ci consente di guidare l'innovazione e nuovi modi di produrre, creare prodotti e riportare i prodotti fuori uso nella nostra catena di fornitura per accelerare l'economia circolare, producendo un impatto misurabile, scalabile e positivo.

Con queste mentalità in atto in tutto il settore, l'IT può essere un fattore abilitante per l'economia circolare più ampia. Dalla raccolta e analisi di dati affidabili in tempo reale utilizzando l'edge computing e le tecnologie wireless 5G, alla riprogettazione delle catene di approvvigionamento globali per creare maggiori efficienze e meno sprechi, la tecnologia ha il potere di rimodellare il mondo.

L'economia circolare è un viaggio, non una destinazione, ma ogni passo di ogni stakeholder sarà fondamentale.

fonte: www.weforum.org


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Rifiuti elettrici e elettronici, impatti ambientali, economia circolare e obiettivi di Agenda 2030

Quanti rifiuti elettrici ed elettronici vengono prodotti in Toscana ? e quanti nel mondo ?



Il consumo di apparecchi elettrici ed elettronici (AEE) è in continuo aumento, questo è dovuto al sempre più diffuso sviluppo economico su scala globale e alla spinta verso la digitalizzazione delle nostre vite, che rende questi strumenti imprescindibili nelle società moderne. Se questi prodotti spesso agevolano la nostra vita quotidiana, per la loro produzione, però, sono necessarie molte risorse naturali e, alla fine del loro ciclo di vita, si pone il problema della loro gestione come rifiuti.

Di recente, il Rapporto Annuale 2020 del Centro di Coordinamento RAEE ha reso noto i dati relativi ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) raccolti nella nostra regione, la Toscana, dove, nel 2020, il quantitativo ammonta a 29.372 tonnellate, quantità pressochè invariata rispetto al 2019 .

Dando uno sguardo ai singoli territori, emerge che la provincia di Firenze è quella dove viene raccolto il maggiore quantitativo di questa tipologia di rifiuti; con circa un milione di abitanti, quest'area risulta quella con la maggiore produzione, pari a 7.366 tonnellate, in crescita del 2,1% rispetto al 2019.

Prato, invece, si attesta al primo posto per dato pro capite, con 13,76 kg per abitante, con un dato complessivo pari a 3.417 tonnellate.

Oltre alle province di Firenze e Prato, anche quelle di Livorno e di Lucca, seppure con percentuali diverse, crescono. Livorno raggiunge 3.043 tonnellate, con un incremento del 6,4%,concentrato in particolare su grandi bianchi (+18,4%), mentre Lucca totalizza 3.416 tonnellate, segnando un più 2%, anche in questo caso l'aumento si concentrata nella raccolta dei grandi bianchi (+7,8%)

Al contrario, la provincia di Pistoia perde complessivamente 1000 tonnellate (-38,1%), scendendo così a 1.644 tonnellate raccolte, con una riduzione dei volumi comune a tutti i raggruppamenti. Stessa sorte per le province di Arezzo e Grosseto. La prima riduce leggermente i volumi di raccolta, attestandosi a 2.443 tonnellate, mentre la provincia di Grosseto perde un totale di 1.911 tonnellate (-3,7%).

La provincia di Siena, con 1.903 tonnellate e quella di Massa Carrara con 1.086 risultano stabili.

Per quanto riguarda il dato pro capite:
Prato si attesta al 13,76 kg/ab
Livorno raggiunge 9,07 kg/ab (+6,19%)
Lucca, 8,79 kg/ab
Grosseto, 8,65 kg/ab
Pisa, 7,60 kg/ab
Firenze, 7,46 kg/ab (+4,6%)
Siena, 7,29 kg/ab
Arezzo 7,10 kg/ab.

Pistoia si contraddistingue per la contrazione più elevata all' interno della regione (-34,6%) con un crollo del dato pro capite da 9,08 kg/ab. a 5,94 kg/ab. All’Ultimo posto, troviamo Massa Carrara con 5,45 kg/ab, in calo del 2,5%.

Raccogliere in modo corretto e riciclare risulta imprescindibile, infatti questi rifiuti contengono sostanze che possono risultare dannose per l’ambiente e per l’uomo, se gestite in modo non corretto.Al tempo stesso, il riciclaggio consente di recuperare le sostanze contenute in molte apparecchiature elettriche e elettroniche, garantendo un minore depauperamento delle materie prime con un concreto vantaggio ambientale ma anche anche etico. Questi materiali, infatti, provengono da paesi dove, per lo più, non vengono rispettati i diritti umani e dove l’acquisto incauto, cioè non attento, di certi minerali rari può contribuire a finanziare guerre e conflitti, poichè l’estrazione in molte zone è nelle mani dei cosiddetti “signori della guerra”.

Al momento, le stime, che riguardano il riciclaggio di RAEE in Europa, ci dicono che meno del 40% dei rifiuti elettronici viene riciclato.

A livello mondiale, il report Global E-Waste Monitor 2020 stima così quantità di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) prododtti:

l’Asia ha generato la più alta quantità di rifiuti elettronici pari a 24,9 Mt
l’America raggiunge 13,1 Mt,
l'Europa ne ha prodotti 12 Mt.

Valori minori sono registrati in Oceania (2,9 mt) e in Africa (0,7 mt).

Questi dati, se tradotti in produzione pro capite, portano i cittadini europei in testa alla classifica con un ammontare pari a 16,2 kg in Europa, seguiti da quelli dell’Oceania con 16,1 e dell’America con 13,3 kg, chiudono la classifica l’Asia con 5,6 kg e l’Africa con 2,5 kg pro capite.

Sempre a livello mondiale, i dati ufficiali, riferiti al 2019, parlano di 9,3 milioni di tonnellate di RAEE raccolti e riciclati, ovvero il 17,4% dei rifiuti elettronici prodotti.

Rispetto al 2014 si registra un aumento annuale di 2 milioni di tonnellate. Il continente con il più alto livello di raccolta e riciclaggio è l’Europa che raggiunge la percentuale del 42,5, seguita dall’Asia con l’11,7%, dall’America e dall’Oceania che si attestano entrambe intorno al 9%, chiude la classifica l’Africa con un tasso di riciclo che non raggiunge l’1%.

Purtroppo il destino dell’82,6% dei rifiuti elettrici ed elettronici prodotti risulta incerto, non si sa dove vengano smaltiti. Nei paesi ad alto reddito, in genere, sono presenti impianti per il riciclaggio dei rifiuti, infatti, l’8% dei rifiuti sono destinati discarica o incenerimento, soprattutto i piccoli pezzi. In altri casi, invece, questi prodotti vengono resi nuovamente funzionanti e riusati. Spesso accade che vengano spediti in paesi meno ricchi dove sono destinati al mercato dell’usato, anche se non sempre le esportazione sono legali.

Nei paesi più poveri, invece, le strutture per la raccolta e il riciclaggio non sono organizzate, in alcuni casi sono addirittura assenti quindi l’e waste (cioè i rifiuti elettrici e elettronici) è gestito senza troppe formalità, questo crea problemi di salute non solo agli operatori del settore ma anche alle persone comuni, in particolare i bambini, che vivono, lavorano e giocano vicino a queste attività, spesso discariche a cielo aperto.

Quali sono gli impatti ambientali dei RAEE ?

I RAEE contengono diversi additivi e sostanze pericolose, come ad esempio il mercurio, i ritardanti di fiamma, i clorofluorocarburi o idroclorofluorocarburi. Se queste sostanze vengono gestite correttamente non creano grossi problemi per l'ambiente ma se questo non avviene, possono nascere grossi problemi ambientali, come sottolinea il report E - Global waste 2020, che parla di 59 tonnellate di mercurio e 71 Kt di plastica rinvenuti, ogni anno, in flussi di rifiuti elettrici ed elettronici non tracciati e destinati ad essere dispersi nell’ambiente.

Tra i vari impatti ambientali, dovuti alla gestione impropria dei rifiuti elettrici e elettronici, c'è anche il contributo al cambiamento climatico. Il mancato riciclaggio dei materiali contenuti nei RAEE, non andando a sostituire le materie prime vergini, non può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas effetto serra derivanti dalle fasi di estrazione e lavorazione delle materie prime, con un evidente impatto peggiorativo sui cambiamenti del clima. A questo si aggiunge il problema dei refrigeranti che si trovano in alcune apparecchiature di scambio termico, che sono gas ad effetto serra, il report parla di 98 Mt di CO2 equivalente rilasciata in atmosfera da frigoriferi e condizionatori d’aria gettati o non gestiti correttamente.

I RAEE costituiscono una miniera urbana, in quanto contengono metalli di vario tipo che, se riciclati nel giusto modo, sostituiscono le materie prime vergini. Questo patrimonio nascosto tra i rifiuti, rappresentato in prevalenza da ferro, rame e oro, ha un valore economico importante, purtroppo, con l’attuale livello di raccolta e riciclaggio, che si attesta al 17,4%, non si raggiungono i risultati sperati; il giro di affari è inferiore a quello stimato, si immettono nel mercato solo 4 Mt di materie derivanti dal riciclo e si riducono le immissioni in atmosfera di una quota molto inferiore rispetto a quella che si potrebbe raggiungere, stimata fino a 15 Mt di CO2 equivalente.

Certamente una corretta gestione di questi apparecchi elettrici ed elettronici, una volta divenuti rifiuti, non è facile. Si tratta di rifiuti talvolta veramente complessi, che possono contenere più di 69 elementi della tavola periodica, inclusi i metalli preziosi (oro, argento, rame platino, palladio, rodio ecc), i materiali rari (cobalto, indio, antimonio ecc) e quelli non rari come il ferro e l’alluminio.

Va fatto uno sforzo per potenziare la raccolta e il riciclo in tutto il mondo, nonostante il settore del riciclaggio debba fare i conti con alti costi e con difficoltà di riciclo di alcuni materiali, come il germanio e l’indio. Dall’altra parte, vi sono anche vantaggi, alcuni metalli anche preziosi (come ad esempio l’oro) hanno una concentrazione relativamente alta in alcuni cellulari e PC (personal computers), pari talvolta a 280 gr per tonnellata di RAEE.

Ferro, alluminio e rame sono i materiali maggiormente recuperati. La domanda di questi metalli per la produzione di nuovi prodotti elettronici, nel 2018, è stata approssimativamente di 39 Mt. In uno scenario ideale, secondo quanto riportato dal report, si potrebbero recuperare 14 Mt di materiali estraendoli dai rifiuti elettrici ed elettronici, ma rimarrebbe, comunque, un divario fra quanto è possibile recuperare e quanto è necessario per la produzione di nuovi apparecchi su larga scala.

Rimanendo concentrati solo su ferro, alluminio e rame, il riciclaggio avvenuto nel 2019 ha consentito non solo di risparmiare materie prime vergini ma anche di ridurre le emissioni in atmosfera fino a 15 Mt di emissioni equivalenti.

Questi rifiuti contengono anche molte sostanze pericolose, solitamente metalli pesanti come mercurio, cadmio, piombo e sostanze chimiche come clorofluorocarburi (CFC), idriclorofluorocarburi (HCFC) e ritardanti di fiamma. Non tutto è facilmente riciclabile, ad esempio, la plastica contenente BFR, i ritardanti di fiamma, è particolarmente complessa da riciclare a causa dei costi legati alla separazione delle plastiche contaminate dalle altre plastiche, inoltre i materiali contenenti alcuni inquinanti particolarmente pericolosi non possono essere riutilizzati per produrre altri prodotti e possono solo essere inceneriti in condizioni controllate per evitare il rilascio di diossine e furani.

Che rapporto esiste tra i rifiuti elettrici ed elettronici e gli obiettivi di Agenda 2030 dell'ONU ?

I rifiuti elettronici ed elettrici (e-waste) sono strettamente legati anche gli obiettivi di Agenda 2030, fissati dalle Nazioni Unite nel 2015. I dati e la gestione dei RAEE sono in grado di influenzare alcuni obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare:
l’obiettivo 8, che promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti. Una crescita economica sostenibile non può avvenire a scapito dell'ambiente.
l’obiettivo 11, che riguarda le città e le comunità sotenibili, infatti, se più della metà della popolazione, nel prossimo futuro, vivrà nelle città sarà necessario organizzare un'efficiente raccolta dei rifiuti, compresa quella dei rifiuti elettronici, visto che la maggior parte di questa particolare tipologia di rifiuti viene prodotta nelle città, è importante raccogliere in modo adeguato questo flusso di rifiuti e soprattutto riciclarli, riducendo la possibilità che prendano destinazioni non legali per lo smaltimento.
l’obiettivo 12, che afferisce ai consumi e modelli di produzione sostenibili, sappiamo che, dal punto di vista della produzione, entro il 2030, dobbiamo raggiungere la sostenibilità attraverso la gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti partendo dallo studio del ciclo di vita, riducendo tutti gli impatti sulle diverse matrici, mentre, per quanto riguarda i consumi, è necessario aumentare nelle persone la consapevolezza del valore della sostenibilità, quindi i cittadini devono conoscere l’impatto ambientale generato dagli strumenti elettrici ed elettronici che utilizzano quotidianamente e devono essere molto attenti alla loro gestione post consumo.

fonte: www.arpat.toscana.it/


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner

Tutte le strade portano alla circolarità, l’esperienza dei Raee

Ospitiamo l'intervento di APPLiA, che ci racconta come il mercato degli elettrodomestici sia tra i più sensibili al tema della sostenibilità. Inoltre "sta aumentando l’offerta di di modelli “prodotto come servizio” e soluzioni digitali che contribuiscono a nuovi posti di lavoro e a una migliore qualità della vita








Ci sono molteplici strade che conducono alla circolarità. Prima di tutto, un’economia circolare che funzioni per l’Ue e i suoi cittadini deve essere basata su un quadro politico dell’UE coerente che persegua maggiore sostenibilità e che preservi, allo stesso tempo, il mercato unico, la concorrenza e l’innovazione. Per funzionare, il mercato unico deve stabilire un approccio armonizzato rispetto alle misure di economia circolare messe in atto in tutta l’Unione Europea.

Il settore degli elettrodomestici supporta un tale quadro di coordinamento per mettere in atto un’economia circolare europea. Il settore degli elettrodomestici crede inoltre in un quadro europeo per la sostenibilità dei prodotti che abbia a cuore innovazione e concorrenza al fine di migliorare le possibilità di scelta dei consumatori. In questo contesto, da decenni i produttori di elettrodomestici sono promotori di un sistema circolare reso possibile attraverso i loro prodotti e impiegano sforzi significativi per innalzare ulteriormente il livello di efficienza e sostenibilità raggiunte.

Se consideriamo i frigoriferi, ad esempio, un nuovo modello oggi utilizza solo un quarto dell’energia utilizzata da un frigorifero 20 anni fa. Gli elettrodomestici hanno fornito standard di efficienza sempre più elevati nel corso degli anni. Non solo durante la fase di utilizzazione. La circolarità, infatti, viene perseguita in tutte le fasi di vita di un dispositivo: a partire dalla progettazione del prodotto, attraverso la produzione, l’utilizzo dello stesso, la riparazione e il riciclaggio, alla fine.

A quel punto, il ciclo ricomincia per poi continuare. In un’economia circolare i prodotti offrono un servizio all’utente per il più lungo tempo possibile e poi divengono qualcos’altro, per continuare ad offrire un servizio agli utenti, anche se sotto forma di un diverso prodotto. I modi di promuovere l’efficienza delle risorse e di produrre prodotti sostenibili e circolari sono molteplici: puntare sull’efficienza dei materiali alla fonte, ad esempio riducendo la quantità di materiale utilizzato nella produzione dei prodotti, aumentando la loro efficienza durante la fase di utilizzo, scegliendo materiali più sostenibili, progettando prodotti duraturi e riparabili.

Oltre a questo, sta aumentando l’offerta di nuovi servizi sostenibili, di modelli “prodotto come servizio” e soluzioni digitali che possono contribuire a una migliore qualità della vita, a posti di lavoro e a conoscenze e competenze aggiornate. Questi nuovi modelli, insieme ai sistemi di vendita tradizionali, possono contribuire a migliorare i modelli di consumo sostenibili. Anche le tecnologie intelligenti possono fare la loro parte in questo processo. Queste, in pratica, aiutano a gestire la domanda e l’offerta di energia disponibile. Attraverso un uso intelligente dell’energia e agli elettrodomestici efficienti, il consumo è ridotto e la stabilità generale della rete elettrica migliorata. All’interno di questo nuovo mercato i consumatori devono essere incentivati ad utilizzare gli apparecchi per utilizzare al meglio la disponibilità di energia ed essere ricompensati per averlo fatto.

La durabilità del prodotto è un altro aspetto chiave da considerare. I prodotti di lunga durata riducono il consumo di risorse e gli sprechi e sono pertanto un elemento centrale dell’approccio europeo alla circolarità, di cui il settore degli elettrodomestici è sostenitore. È inoltre un interesse primario dei produttori quello di vendere dispositivi duraturi per una questione di reputazione dei loro brand. Pertanto, la durabilità dei prodotti è un obiettivo comune.

A seguire, qualche dato: nel 1977 la vita media di un grande elettrodomestico, cioè una lavatrice ad esempio, era di 10,87 anni. Nel 2013, quel numero è diventato di 13 anni.

fonte: economiacircolare.com

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Quando l’energia rinnovabile è anche circolare: dal metodo Gogla al brevetto Enea

Il tema dell’energia è fondamentale per il nostro Pianeta. Le fonti rinnovabili, però, non devono ripetere gli errori del fossile. Per affrontare il tema del “fine vita” sono tante le soluzioni prospettate. Tra le più interessanti c’è il processo ideato da Marco Tammaro che consente di recuperare il silicio










In un mondo che tra 30 anni o poco più potrebbe sforare i 10 miliardi di esseri umani, il tema della produzione di energia resta fondamentale. Se i combustibili fossili sono tra i principali responsabili del disastro attuale – cambiamenti climatici, sfruttamento dei territori e diritti calpestati – sempre più si guarda alle energie rinnovabili come alternativa concreta. Dalla natura verrà la soluzione? Sì, ma a patto di non ripetere gli stessi errori. Ecco perché alle fonti energetiche rinnovabili – luce solare, vento, pioggia, maree, onde e calore geotermico – vanno accompagnati principi e modelli dell’economia circolare. E, in questo senso, le soluzioni prospettate sono davvero interessanti.

L’esempio olandese contro l’ibernazione

Uno dei temi principali che si pone (anche) con le rinnovabili è quello del rifiuto. Da tempo infatti si lavora per estendere la durata del prodotto, migliorare la riparabilità e il rinnovamento, promuovendo il ritiro, la raccolta e il riciclaggio. Che fare, ad esempio, con i pannelli solari alla fine del ciclo di vita? A questa domanda prova a dare una risposta Gogla, un’associazione globale senza scopo di lucro, con sede ad Amsterdam che dal 2012 lavora nel campo dell’industria solare off grid (non in rete). Attraverso il modulo E-Waste Toolkit, sviluppato nel 2019, Gogla intende aiutare gli operatori del mercato a ridurre al minimo i rifiuti elettronici attraverso un sistema a circuito chiuso. Sono previste sei fasi: dall’individuazione delle migliori pratiche per lo stoccaggio alla definizioni di casi di studio, dallo studio delle varie normative alla fornitura di un catalogo di fornitori.

“Attualmente il settore è avanzato in termini di modelli e principi di business, ma c’è ancora spazio per miglioramenti – dice Drew Corbyn, responsabile degli investimenti di Gogla – Crediamo che la crescita nella circolarità aggiunga valore a clienti, aziende e ambiente. Se come industria saremo in grado di promuovere la circolarità nel nostro settore, potremo dare impulso anche alla crescita del mercato. È facile vedere lo spreco come un costo. Ma se guardiamo alla circolarità come un’opportunità per dare più valore ai clienti e creare posti di lavoro e opportunità di business, possiamo facilmente far capire che l’economia circolare conviene”. Resta il fatto che, dopo l’esaurimento del pannello solare, privati e aziende che non sanno come smaltirlo preferiscono tenerlo: è il fenomeno noto come ibernazione. Anche in questo caso Gogla ha delineato una possibile alternativa.

“Il primo passo è selezionare i componenti e controllare quelli che possono essere riparati o rimessi a nuovo localmente – dice ancora Corbyn – Ad esempio, le batterie possono essere riavviate e rimesse in funzione. Nell’Africa orientale, ad esempio, i componenti che non possono essere riutilizzati verranno riciclati localmente, ovvero plastica, alluminio, cavi e vetro. Pannelli fotovoltaici, batterie e PCB verranno spediti in Europa poiché non ci sono aziende che riciclano questi delicati componenti nella regione”.

E in Italia?

Per via della sua collocazione geografica e della scarsità di materie prime, il nostro Paese è “naturalmente” portato alla produzione di energia solare. A fine 2019 risultano installati oltre 880mila impianti fotovoltaici per una potenza totale di circa 21 gigawatt. I dati, ricavati dal Rapporto Statistico sul Solare Fotovoltaico 2019 che è redatto dal Gestore Servizi Energetici, parlano chiaro: in un solo anno sono stati realizzati oltre 58mila nuovi impianti, molti dei quali dedicati all’autoconsumo. In totale, rispetto all’energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili, il 20% è coperto dal sole. Ecco perché il tema del fine vita nel fotovoltaico assume un’importanza rilevante.

Recentemente Enea ha brevettato un nuovo processo a basso consumo energetico e ridotto impatto ambientale per il recupero dei principali componenti dei pannelli fotovoltaici in silicio cristallino. Il processo consente di separare i materiali utili (strati polimerici, contatti elettrici, celle e vetro) e di smaltire il resto in sicurezza. Come? In pratica il pannello viene riscaldato, in maniera tale che si posso “rammollire” in zone localizzate; da qui, poi, arriva il successivo scollamento a strappo degli strati polimerici. Vale a dire che per recuperare i componenti bisogna slegarli dallo strato che fa da collante.

“L’aumento esponenziale dei rifiuti costituiti dai pannelli fotovoltaici a fine vita ha reso estremamente urgente affrontare il problema della loro gestione, anche a fronte delle leggi nazionali ed europee che impongono regole severe”, sottolinea Marco Tammaro, responsabile del Laboratorio Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali e inventore del brevetto, i cui diritti sono condivisi al 50% con la start-up Beta-Tech Srl. “Con questo processo – continua Tammaro – si evitano il rischio di degrado dei materiali, inutili dispendi di energia e si riducono sensibilmente pericolose emissioni gassose. Inoltre, l’impiantistica necessaria è semplice, adatta a un trattamento in continuo e altamente automatizzabile, senza necessità di un’atmosfera controllata mediante uso di gas specifici”.

fonte: economiacircolare.com

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

UE: L’elettronica di lunga durata giova all’ambiente, al clima e all’economia circolare

L’industria elettrica ed elettronica contribuisce all’Europa socialmente ed economicamente da quasi 100 anni.



Tuttavia, la produzione, l’uso e lo smaltimento dell’elettronica sono attività ad alta intensità di risorse che si traducono in impatti ambientali e climatici significativi.

Estendere la durata e ritardare l’obsolescenza dell’elettronica può ridurre in modo significativo il loro impatto ambientale e climatico e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione europea (UE) in materia di ambiente, clima ed economia circolare.



Questo briefing dell‘Agenzia europea dell’ambiente ( EEA ) descrive come aumentare la durata del prodotto e migliorare la “circolarità” siano passaggi essenziali per ridurre gli impatti dell’elettronica.

I casi di studio di 4 diversi gruppi di prodotti elettronici smartphone, televisori, lavatrici e aspirapolvere mostrano che esiste il potenziale per aumenti significativi nel loro utilizzo effettivo.

Estendere la durata e ritardare l’obsolescenza dell’elettronica può ridurre notevolmente gli impatti e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di ambiente, clima e circolarità.

Messaggi chiave

Ogni anno nell’UE vengono immessi sul mercato in media oltre 20 kg di prodotti elettrici ed elettronici per persona nell’UE, inclusi grandi elettrodomestici come lavatrici, aspirapolvere, frigoriferi e congelatori, nonché elettronica e gadget come computer, TV e telefoni cellulari. (Eurostat, 2019a)
I casi di studio di quattro diversi gruppi di prodotti elettronici mostrano che tutti hanno una vita media effettiva che è di almeno 2,3 anni inferiore a quella progettata o desiderata. Esiste il potenziale per aumenti significativi nell’uso effettivo di questi prodotti.
Estendere la durata e ritardare l’obsolescenza dell’elettronica può ridurre significativamente gli impatti e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di ambiente, clima e circolarità. L’abilitazione e il potenziamento dei modelli di business circolari supportati dallo sviluppo e dall’attuazione di misure efficaci – progettazione ecocompatibile, etichettatura energetica, appalti pubblici verdi (GPP) e responsabilità estesa del produttore (EPR) – possono supportare questo.

È possibile esaminare la durata dei prodotti elettronici confrontando la durata effettiva con la durata progettata e desiderata:
La durata effettiva si riferisce all’intervallo tra il momento in cui un prodotto viene venduto e il momento in cui viene scartato o sostituito.
La durata di vita progettata è la durata in cui un produttore intende che il suo prodotto rimanga funzionale, modellato attraverso il design e il servizio post-vendita ecc.
La durata desiderata è stata definita come il tempo medio in cui i consumatori desiderano che i prodotti durino.

La differenza tra la durata effettiva, progettata e desiderata di smartphone, aspirapolvere, televisori e lavatrici (che sono stati analizzati nei casi di studio alla base di questo briefing) è mostrata nella Figura qui sotto
Durata di vita di smartphone, televisori, lavatrici e aspirapolvere

Immagine: eea.europa.eu/

Come si può vedere da questo studio dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) smartphone, televisori, lavatrici e aspirapolvere vengono utilizzati in media ( almeno 2,3 anni) per periodi più brevi rispetto alla durata prevista e desiderata.

Ciò significa che esiste un potenziale significativo per aumentare la durata di vita di questi prodotti, ad esempio, rendendoli più facili da usare per periodi più lunghi, il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione o il riciclaggio.

Smartphone, televisori, lavatrici e aspirapolvere

Al fine di esaminare più in dettaglio la durata e gli impatti ambientali dell’elettronica, nell’ambito di questo studio sono stati elaborati quattro casi di studio per smartphone, televisori LCD, lavatrici e aspirapolvere.

I materiali utilizzati in un prodotto elettronico sono un fattore importante nel determinare la durata e la possibile obsolescenza di quel prodotto. I materiali utilizzati nell’elettronica variano considerevolmente, come mostrato nella Figura sotto.

Per gli smartphone , il materiale principale è il vetro seguito da alluminio, rame e materie prime critiche. Per i televisori LCD i materiali principali sono ferro, plastica e vetro.Anche gli aspirapolvere sono realizzati principalmente con plastica e ferro, mentre le lavatrici sono realizzate principalmente con ferro, cemento e plastica. 

Contenuto medio di smartphone, televisore LCD, lavatrice e aspirapolvere

Immagine: eea.europa.eu/

Per migliorare la “circolarità” dei prodotti elettronici, il briefing dell’AEA sottolinea la necessità di rafforzare i requisiti di progettazione ecocompatibile dei prodotti e di migliorare il loro potenziale di riparazione, smaltimento e rifabbricazione.

CONTINUA A LEGGERE QUI TROVI IL REPORT COMPLETO

INFO: https://www.eea.europa.eu/highlights/longer-lasting-electronics-benefit-environment

fonte: www.economia-circolare.info

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!


=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

E-Waste Day 2020: il 14 ottobre Giornata internazionale dei rifiuti elettronici

Dopo il successo ottenuto nel 2019, oggi 14 Ottobre 2020 viene promossa la terza Giornata internazionale dei rifiuti elettronici per promuovere il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici in tutto il mondo.




L’evento, organizzato dal WEEE Forum (l’associazione europea dei Sistemi Collettivi di gestione dei RAEE che riunisce membri da oltre 40 Paesi), punta a sensibilizzare i cittadini di tutto il mondo sull’importanza del corretto riciclo dei rifiuti elettronici.

L’anno scorso sono state coinvolte più di 100 organizzazioni provenienti da quasi 50 paesi diversi in tutto il mondo e hanno organizzato diversi tipi di attività promozionali, che vanno da conferenze e workshop, raccolte scolastiche e per strada, concorsi e campagne sui social media, guide e giochi online.
Il tema scelto per la terza edizione della Giornata è l’educazione

Viene utilizzato per evidenziare ai consumatori l’importanza di riparare o smaltire correttamente i propri apparecchi usati con l’obiettivo di aumentare i tassi di riutilizzo, recupero e riciclaggio.

Nel corso della Giornata si svolgeranno in tutto il mondo conferenze a tema, campagne informative, raccolte organizzate di rifiuti elettronici nelle scuole, competizioni sui social media e altri eventi mirati per infondere consapevolezza fra i consumatori e invitarli ad attuare le corrette pratiche di conferimento dei propri rifiuti.


Il tema scelto dagli organizzatori per l’edizione 2020 dell’International E-Waste Day è l’educazione.


I numeri dell’ e-waste nel mondo

Un record di 53,6 milioni di tonnellate metriche (Mt) di rifiuti elettronici è stato generato in tutto il mondo nel 2019, con un aumento del 21% in soli cinque anni, secondo il Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite.

Si stima che entro il 2030 questo numero raggiungerà 74 Mt.

Solo il 17,4% dei rifiuti elettronici globali è stato raccolto e adeguatamente riciclato nel 2019, il che significa che 44,3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, del valore di 57 miliardi di dollari, sono stati collocati in discarica, bruciati o scambiati illegalmente e trattati in un modo standard, e questo nonostante il 71% della popolazione mondiale sia coperta dalla legislazione sui rifiuti elettronici.


Ciò si traduce nell’enorme perdita di materie prime preziose e critiche dalla catena di approvvigionamento e causa gravi problemi sanitari, ambientali e sociali attraverso spedizioni illegali di rifiuti nei paesi in via di sviluppo.

I dati del Global E-Waste Monitor rivelano che è l’Asia il continente che ha generato il maggior volume di rifiuti elettronici nel 2019 (circa 24,9 milioni di tonnellate) seguita da Americhe (13,1 Mt) ed Europa (12 Mt), mentre Africa e Oceania hanno generato rispettivamente 2,9 Mt e 0,7 Mt.
E-waste in Europa

In Europa, che è leader mondiale nel riciclaggio dell’E-Waste, solamente il 42,5% dei rifiuti elettronici viene ufficialmente registrato come raccolto e riciclato, e la mancanza di consapevolezza pubblica impedisce ai Paesi di sviluppare economie circolari per le apparecchiature elettroniche.

In un messaggio dedicato per l’edizione 2019 della Giornata internazionale dei rifiuti elettronici, Karmenu Vella, l’allora commissario dell’UE per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, ha espresso il suo sostegno alla Giornata internazionale dei rifiuti elettronici, dicendo:


“Tutte le attività che richiedono luogo in tutto il mondo durante questa giornata mostra che i rifiuti elettronici sono un grosso problema e cosa possiamo fare per ridurre, riutilizzare e riciclare. I rifiuti elettronici sono davvero un grosso problema. È il flusso di rifiuti in più rapida crescita a livello globale. 3-4% all’anno. Dobbiamo agire rapidamente e con decisione per affrontarlo “.Karmenu Vella

Ecco perché, sostengono gli organizzatori del WEEE Forum:

“i consumatori sono figure chiave per la crescita dei sistemi di riciclaggio dei rifiuti elettronici e noi abbiamo grandi speranze che questa campagna possa avere un enorme impatto sulle loro abitudini”.


Qui puoi trovare alcuni dei promotori di eventi in Italia: https://weee-forum.org/international-waste-country/it/?year=%222020%22.

Info: https://weee-forum.org/


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!


=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria