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Fairphone lancia terza generazione smartphone etico

Fatti per durare,-30% Co2 e riciclo. Sostegno da Sky Mobile



















Fairphone, l'azienda olandese nata nel 2013, continua la sua battaglia per un'elettronica sostenibile e lancia la terza generazione del suo smartphone "etico, affidabile e sostenibile" con un "impatto positivo su tutta la catena di approvigionamento e produzione". "Vogliamo motivare l'intero settore ad agire in modo più responsabile poiché non possiamo realizzare questo cambiamento da soli" spiega il Ceo di Fairphone, Eva Gouwens e Sky Mobile è stata tra i primi a rispondere mettendolo tra i telefoni della sua offerta commerciale. "Dai rifiuti elettronici alle enormi emissioni di CO2, dalle condizioni di lavoro difficili alle devastanti pratiche di approvvigionamento delle materie prime, l'industria degli smartphone è responsabile enormemente per alcuni dei più gravi problemi ambientali e dei diritti umani" sottolinea una nota. Nasce così un telefono pensato "per supportare riparazioni facili; per durare più a lungo, risparmiare il 30% delle emissioni di CO2 o più e con una batteria a lunga durata". A bordo del telefono il Processore Qualcomm 632, fotocamera posteriore Dual Pixel da 12 MP e fotocamera frontale da 8 MP, 64 GB di memoria, che può essere espansa a oltre 256 GB con MicroSD. Sarà venduto con imballaggi sostenibili e riutilizzabili e dotato di un paraurti protettivo per una protezione extra da urti e colpi di tutti i giorni.

fonte: www.ansa.it

Quando lo smartphone è fair



Si può costruire uno smartphone che sia fatto per durare, senza dover scegliere tra qualità ed etica della catena produttiva? Negli uffici olandesi di Fairphone non hanno dubbi: la risposta è sì. Un’azienda in costante miglioramento che, da diversi anni, sensibilizza consumatori e grandi aziende sui costi nascosti della produzione contemporanea.
Oggi Fairphone è una B-Corp, società benefit certificata con 70 dipendenti nel cuore di Amsterdam, ma il viaggio del primo smartphone etico al mondo inizia già nel 2010 quando Bas van Abel, attuale amministratore delegato, lancia un movimento per sensibilizzare su una più etica catena di produzione degli apparecchi elettronici. Il movimento, nato all’interno della Waag Society, fondazione olandese che si occupa di sperimentazioni riguardanti arte, scienza e tecnologia, vuole essere un’awareness company. Durante varie campagne e laboratori, centinaia di smartphone sono scomposti per far comprendere ai consumatori la complessità e le incoerenze nascoste tra lo schermo e la scocca.
Ma nel 2013 sensibilizzare non basta più. Il fondatore Bas van Abel e i co-fondatori Miquel Ballester e Tessa Wernink decidono di passare ai fatti. Un seed investment di 400.000 euro, l’assunzione dei primi dipendenti e una campagna di crowdfunding completano il quadro. Puntando su sostenibilità di metalli e minerali, nasce il Fairphone 1. Vende il doppio del target iniziale. A fine 2015 il lancio di Fairphone 2 alza ulteriormente l’asticella: l’obiettivo non è più solo utilizzare materiali sostenibili, ma allungare la vita del prodotto, attraverso la modularità.
I minerali e metalli, presenti nei comuni smartphone, arrivano nella catena di fornitura dal settore minerario, un’industria impegnativa, spesso poco sostenibile per l’ambiente e i lavoratori. Fairphone nasce con l’obiettivo di certificare l’origine etica di tutti i materiali contenuti negli smartphone. In particolare, vuole risalire la filiera produttiva per analizzare i materiali e scoprirne le criticità connesse. 
I cosiddetti conflict minerals e i loro derivati sono il primo focus in questo processo.
[…]
Fairphone ha accettato la sfida di sostenere sviluppo economico e pratiche estrattive responsabili nella Repubblica Democratica del Congo e non solo. Dopo anni di lavoro a livello locale e di collaborazioni nella filiera, oggi è possibile tracciare tutta la catena di produzione risalendo fino alle miniere per quattro conflict minerals (stagno, tantalo, tungsteno e oro).Fairphone 2 contiene quaranta diversi minerali. Insieme a The Dragonfly Initiative, Fairphone ha sviluppato un sistema di riferimento per valutare 38 di questi materiali e le relative opportunità e problematiche generate a livello sociale, ambientale e sanitario.
La filiera del tungsteno (usato per creare il sistema di vibrazione dei cellulari), per esempio, coinvolge venti diverse aziende. Per arrivare a un tungsteno libero da conflitti, è stato necessario risalire tutta la filiera che passa dalla raffineria in Austria e arriva fino alle miniere nel nord del Ruanda.

fonte: http://www.puntosostenibile.it

Allungare la vita del telefoni per ridurre costi e inquinamento

L'Ufficio Europeo per l'Ambiente, una rete di organizzazioni che si occupa di politiche ambientali, ha diffuso un comunicato per presentare una interessante novità introdotta da Fairphone, il consorzio che produce il primo smartphone sostenibile al mondo, finalizzata a combattere l'obsolescenza programmata.
I primi moduli per smartphone che si possono aggiornare sono stati presentati in questi giorni e costituiscono una novità che potrebbe aiutare i consumatori a risparmiare denaro, ridurre la produzione di rifiuti e rivoluzionare il modello produttivo di giganti come Apple e Samsung.

















I 70mila utilizzatori del Fairphone avranno la possibilità di montare moduli aggiornabili di fotocamere sui loro telefoni, appena questi saranno disponibili sul mercato, a settembre. Questi dispositivi consentiranno di mantenere aggiornati i telefoni, allungando la loro vita e riducendo gli sprechi, come sottolineano i rappresentanti dell’azienda.

Stephane Arditi, esperto di politiche del riuso dell’Ufficio Europeo per l’Ambiente, ha dichiarato: «Complimenti a Fairphone per questi innovativi moduli aggiornabili e per averci fatto fare un nuovo passo verso un telefono che possa durare una vita intera. Il grande quesito adesso è se l’industria della modularità guadagnerà terreno rispetto al superato modello di produzione di massa o se saranno i grandi marchi stessi ad adeguarsi a questa nuova tendenza. Non stiamo dicendo che la modularità è la soluzione per tutti i problemi ambientali, le guerre minerarie e lo sfruttamento del lavoro minorile. Ma se realizzata nel modo giusto, potrebbe allungare la vita media dei telefoni, abbassare la domanda e risolvere situazioni problematiche».

Foto e video sono oggi fra le funzioni principali degli smartphone. Le videocamere si rompono raramente, ma i recenti progressi tecnologici le rendono rapidamente superate. Inoltre, quello dei rifiuti elettronici è il settore che sta crescendo più rapidamente fra le varie tipologie di rifiuti. La modularità esiste da tempo in apparecchi come i computer e le automobili. Ma alcuni critici sono convinti che applicarla ai telefoni li renderebbe troppo costosi, pesanti, grossi e fragili per essere appetibili dal punto di vista commerciale. I giganti della tecnologia, compresa Apple, sono accusati di accorciare di proposito la vita media dei telefoni per mantenere vendite e profitti elevati. Proprio Apple è diventata leader del mercato e la telefonia rappresenta il suo ramo più redditizio.

La vita media di un telefono è 18 mesi. Colle irreversibili e altri ostacoli simili rendono le riparazioni sempre più difficoltose. La Commissione Europea sta studiando nuove leggi per migliorare la progettazione di questi dispositivi, prendendo in considerazione anche la modularità, e ha cominciato a indagare sull’obsolescenza programmata.

fonte: www.italiachecambia.org