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Happy Meal con meno plastica

 











Entro il 2025 McDonald’s utilizzerà per i giocattoli distribuiti nei suoi ristoranti solo materiali biobased o da riciclo.

Il colosso del fast-food McDonald’s renderà

Pfas nei contenitori dei cibi da fast food, la denuncia di otto associazioni: ancora troppo usati negli imballaggi di carta



Ci sono ancora troppi Pfas nei contenitori per i cibi da fast food e d’asporto. È la denuncia di un gruppo di otto associazioni europee, coordinate dall’organizzazione ceca Arnika, che hanno raccolto imballaggi alimentari e stoviglie monouso in carta, cartone e fibre vegetali delle maggiori catene di fast food e takeaway come McDonald’s, KFC, Subway o Dunkin’ Donuts. I campioni, provenienti da sei Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Repubblica Ceca), sono stati analizzati proprio con lo scopo di cercare le sostanze per- e polifluoralchiliche, una classe di composti chimici persistenti in grado di accumularsi nell’ambiente e negli organismi.

Per decidere quali contenitori portare in laboratorio alla ricerca dei Pfas, i campioni sono stati selezionati con un test semplicissimo. Siccome queste sostanze chimiche sono utilizzate per rendere gli imballaggi e le stoviglie in carta repellenti ai grassi, è stata usata una goccia d’olio: se non viene assorbita, è possibile che il contenitore sia stato trattato intenzionalmente con Pfas. Dopo il test della goccia, 38 imballaggi sono risultati sospetti.
Il contenuto totale di sostanze organiche fluorurate (un indicatore di Pfas) in contenitori alimentari di diverse catene di fast food in europa (Fornte: Arnika)

Alla fine, dei 42 campioni (28 contenitori scelti tra i “sospetti”, più 14 controlli) mandati in laboratorio, 32 contenevano livelli di Pfas tali da indicare un trattamento intenzionale. Ma non solo, tutti gli altri contenitori analizzati mostravano comunque la presenza di tracce di queste sostanze chimiche. Risultati che suggeriscono una contaminazione diffusa della materia prima utilizzata per realizzate questi prodotti.

I livelli più elevati di sostanze organiche fluorurate – un indicatore accettato di contenuto totale di Pfas – sono stati rilevati nelle stoviglie biodegradabili e compostabili realizzate con fibre vegetali. Talvolta, il contenuto di Pfas era 60 volte più alto del valore guida stabilito dall’Amministrazione veterinaria e alimentare danese per valutare la contaminazione dai packaging per il cibo in carta e cartone. La Danimarca è anche l’unico Paese che ha bandito, nel luglio 2020, l’uso di Pfas negli imballaggi alimentari realizzati con queste materie prime: infatti, i campioni di origine danese presentavano soltanto tracce di queste sostanze. E proprio qui McDonald’s è riuscita con successo a eliminare i Pfas dai suoi contenitori. La domanda che si fanno le associazioni: allora perché non lo fa ovunque?

McDonald’s in Danimarca ha rimosso con successo i Pfas dai sacchetti per patatine fritte, ma non negli altri Paesi europei (Fonte: Arnika)

Le associazioni hanno quindi cercato di capire quali siano le sostanze più utilizzati nella realizzazione di questi contenitori. Il risultato è stato che non è possibile identificare con certezza il 99% dei composti chimici fluorurati presenti negli imballaggi testati. La conclusione non stupisce, se consideriamo che la famiglia dei Pfas comprende oltre 5 mila sostanze e nel corso delle analisi ne sono state ricercate solo 55.

Secondo le otto associazioni, la presenza diffusa di Pfas negli imballaggi alimentari monouso è molto preoccupante per diversi motivi. In primo luogo, perché ogni giorno si crea un volume gigantesco di rifiuti contaminati da queste sostanze persistenti. Sostanze che possono poi contaminare le falde acquifere e, di conseguenza, la catena alimentare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato la capacità dei Pfas di migrare dai contenitori al cibo, da cui arrivano direttamente alle persone, esponendole a rischi per la salute.

“È il momento che l’Unione europea agisca e vieti immediatamente e in maniera permanente l’intera classe dei Pfas negli imballaggi alimentari, per proteggere in primo luogo i consumatori. – ha dichiarato Jitka Strakova, autrice dello studio e consigliera scientifica di Arnika e della Rete internazionale per l’eliminazione degli inquinanti (Ipen) – È chiaramente non essenziale l’uso di sostanze chimiche altamente tossiche e persistenti, che pongono un tale rischio per la salute e l’ambiente, in imballaggi alimentari monouso, specialmente quando esistono alternative più sicure”

fonte: www.ilfattoalimentare.it




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Ford produrrà parti delle sue auto con gli scarti dei chicchi di caffè

Accordo per la sostenibilità tra Ford e McDonald’s: il costruttore riciclerà gli scarti dei chicchi di caffè per realizzare parti delle sue auto.





Ford sta cercando di fare la sua parte per combattere gli sprechi e favorire il risparmio energetico. La casa dell’Ovale Blu ha annunciato una particolare partnership con la catena McDonald’s americana, che vedrà il costruttore americano riciclare gli scarti della lavorazione dei chicchi di caffè per utilizzarli per realizzare parti delle sue automobili come l’alloggiamento dei fari. Quando si lavorano i chicchi di caffè, l’involucro si stacca naturalmente durante il processo di tostatura.

Ford e McDonald’s hanno quindi deciso di utilizzare questi scarti per dare loro una funzione utile. È stato scoperto che il rivestimento del chicco di caffè può essere convertito in materiale durevole per rinforzare alcune parti del veicolo. Riscaldandolo a temperature molto elevate e con una bassa presenza di ossigeno, mescolandolo con plastica e altri additivi e trasformandolo in pellet, il materiale può essere modulato in varie forme.

Il materiale che si ottiene da questo particolare procedimento soddisfa le specifiche di qualità necessarie per parti come gli alloggiamenti dei fari e altri componenti interni. I materiali risultanti saranno circa il 20% più leggeri e richiederanno fino al 25% in meno di energia durante il processo di lavorazione. Secondo Ford le proprietà termiche del componente ricavato dall’involucro sono significativamente migliori rispetto al materiale attualmente utilizzato.
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McDonald’s ha fatto sapere che destinerà una parte significativa della sua miscela di caffè nel Nord America a Ford, per essere incorporata nelle parti del veicolo. Questo innovativo accordo è solo l’ultimo esempio degli approcci innovativi che le aziende hanno adottano nella gestione dei loro prodotti.

Per esempio, il costruttore americano di automobili sta sviluppando una gamma crescente di materiali sostenibili da utilizzare all’interno dei suoi modelli. McDonald’s, invece, ha intenzione di utilizzare il 100% di materiali provenienti da fonti rinnovabili, riciclate o certificate per la produzione dei suoi packaging, entro il 2025.

fonte: www.greenstyle.it

McDonald’s prova in Germania nuove soluzioni green: zero plastica, posate in legno e bicchieri riutilizzabili

















McDonald’s si attrezza per essere più sostenibile, in previsione del bando ai materiali monouso che entrerà in vigore nel 2021, e lo fa sperimentando materiali e modalità con piccoli test circoscritti a singoli locali in diversi paesi, valutandone l’esito. Uno degli ultimi test in ordine di tempo è stato condotto in Germania, dove la catena gestisce circa  1.500 ristoranti.  Tra il 17 e il 26 giugno 2019, è stato realizzato il Better McDonald’s Store nel centro commerciale Mall of Berlin, ovvero un ristorante tutto improntato alla sostenibilità e totalmente privo di plastica.
Le cannucce erano di carta, le posate di legno, gli involucri e la carta (per avvolgere  hamburger e patatine) di materiale riciclabile al 100%, mentre le ciotole per le salse erano di wafer commestibili. Oltre a ciò, per limitare e, in prospettiva, azzerare l’uso di bicchieri monouso (anche se da tempo nei ristoranti tedeschi della catena si distribuiscano bibite solo in bicchieri di vetro o porcellana), si potevano portare bicchieri e tazze da casa ottenendo uno sconto di 10 centesimi. Oppure si poteva scegliere un bicchiere riutilizzabile, aderendo a un sistema chiamato ReCup, che prevede di pagare un euro per il contenitore da asporto, da  usare  in qualunque altro ristorante, e per il quale si viene rimborsati in caso non si voglia più usare.
L’iniziativa ne segue altre come quella di McDonald’s UK di eliminare tutti gli involucri di plastica dai McFlurry, decisione che ha permesso di evitare di impiegare 383 tonnellate di plastica all’anno, e quella di sostituire anche le ciotole in plastica per le insalate, usando solo stoviglie riciclabili al 100%. Analogamente, in Canada, la dimensione dei tovaglioli è stata ridotta del 20%, e si è passati a fibre del tutto riciclabili.
Non tutto, però, è semplice, come ricorda anche il sito Food and Wine. Dai riscontri dei clienti dei vari paesi emergono infatti numerose criticità.  Ben 53 mila inglesi, che secondo la BBC ogni giorno consumano 1,8 milioni di cannucce, hanno firmato una petizione per tornare alla plastica, perché le cannucce proposte finora non funzionerebbero bene, soprattutto con i frullati. L’azienda ha sperimentato altri tipi di materiali, che però non sono riciclabili al 100%. Inoltre, molti clienti tedeschi e non solo avrebbero fatto notare il sapore di legno delle stoviglie, e avrebbero detto di trovarlo poco gradevole e di sperare che ci siano presto alternative migliori.
mcdonald's recup
McDonald’s ha sperimentato il sistema ReCup, che permette di ottenere con un deposito di 1€ un bicchiere riutilizzabile in qualsiasi ristorante della catena
Nei comunicati ufficiali l’azienda insiste nel presentare questi tentativi come esperimenti migliorabili, grazie soprattutto alle indicazioni dei clienti, e in effetti prima del 2021 c’è ancora tempo per capire come rispettare le normative e non perdere clienti, almeno in Europa. Tuttavia è chiaro che la strada per la vera sostenibilità è ancora lunga e dovrà passare necessariamente anche per un ripensamento radicale di tutto il sistema della carne a bassissimo prezzo, oltreché degli imballaggi utilizzati. 
Fonte immagini: McDonald’s
fonte: www.ilfattoalimentare.it

L'annuncio di McDonald's, cannucce di plastica al bando in Gran Bretagna

Da settembre solo di carta. Test anche in Usa, Francia, Norvegia




















Cannucce di plastica al bando in tutti i McDonald's di Gran Bretagna e Irlanda. Lo ha annunciato il gigante americano dei fast-food dopo le pressioni dei gruppi ambientalisti e degli stessi clienti. In media, negli oltre 1.300 ristoranti nel Regno Unito si usano ben 1,8 milioni di cannucce al giorno. Da settembre ci saranno solo quelle di carta. Il ministro britannico per l'ambiente Michael Gove ha definito la misura "un ottimo esempio per altre grandi catene" e "un contributo significativo" per ridurre l'inquinamento. Il bando non coinvolgerà, per ora, fast-food in altri Paesi ma McDonald's ha annunciato che comincerà a fare test di "materiali alternativi alla plastica" negli Stati Uniti, Francia e Norvegia.

fonte: www.ansa.it

McDonald’s punterà su packaging sostenibile e riciclabile















Due nuovi obiettivi green per McDonald’s, che punterà a packaging sostenibile e riciclabile. Ad annunciarlo la stessa compagnia, che ha dichiarato che intende offrire entro il 2025 solo packaging proveniente al 100% da “fonti rinnovabili, riciclate o certificate”, con preferenza per la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), e provvedere al riciclo delle confezioni usate.

McDonald’s sceglie quindi di ampliare il precedente obiettivo che vedeva l’utilizzo, entro il 2020, di solo packaging sostenibile da fonti riciclate o certificate. Un traguardo complesso da realizzare per una catena presente in diversi Paesi nel mondo, sottolinea la stessa azienda, ma verso il quale viene annunciato il massimo impegno. Come ha affermato Francesca DeBiase, Chief Supply Chain and Sustainability Officer di McDonald’s:

Siamo la maggiore catena di ristorazione nel mondo e per questo abbiamo la responsabilità di dare il buon esempio, realizzando dei cambiamenti che abbiano un impatto rilevante a livello globale. I nostri consumatori ci dicono che lo spreco degli imballaggi è il primo tema di sostenibilità che vorrebbero vederci affrontare. Vogliamo dare loro ascolto e diminuire la quantità di imballaggi utilizzati, optando per materiali ricavati responsabilmente e realizzati in modo da facilitarne lo smaltimento. Si tratta di un’azione mirata che coinvolge i nostri ristoranti, e non solo, per favorire le pratiche di riciclaggio e impattare sulle comunità in cui operiamo.
Verranno coinvolti nel progetto esperti del settore, associazioni ambientaliste e istituzioni locali. Come ha aggiunto Tom Murray, Vice President di EDF+Business presso Environmental Defense Fund:
Quasi trent’anni fa McDonald’s e EDF hanno unito i loro sforzi per far fronte al problema dei rifiuti solidi e accelerare il processo di innovazione nel packaging. Nel frattempo abbiamo dato vita ad un nuovo modello di partnership per aziende e associazioni non profit. Oggi McDonald’s continua a migliorare il suo livello di sostenibilità, ponendosi obiettivi ambiziosi e collaborando con partner importanti della catena del valore della produzione.
In merito alla decisione di McDonald’s di aggiornare i propri obiettivi su riciclo e ambiente è intervenuto anche Kim Carstensen, direttore generale del Forest Stewardship Council:
La scelta di collaborare con il Forest Stewardship Council da parte di McDonald’s testimonia l’impegno della Società nel selezionare soluzioni di packaging che abbiano un impatto positivo per l’ecosistema del nostro pianeta. La partnership tra McDonald’s e FSC, il più autorevole ente di certificazione forestale, offre a McDonald’s un’opportunità unica per coinvolgere i propri clienti in semplici azioni di salvaguardia ambientale.
Positivo anche il commento di Sheila Bonini, Senior Vice President, Private Sector Engagement WWF, che ha dichiarato:
Una migliore gestione dei rifiuti comincia con un maggior recupero, una crescente collaborazione tra coloro che operano nella catena del valore e una migliore comunicazione verso i clienti. L’annuncio di oggi conferma la leadership di McDonald’s nello sviluppo di imballaggi e di soluzioni per il riciclo in grado di estendere la vita delle risorse naturali del pianeta e di incentivare l’industria ad adottare pratiche ancora più sostenibili.
fonte: www.greenstyle.it