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Le Crete: Sit in in piazza della Repubblica a Orvieto - Sabato 21 aprile 2018 - ore 16.30


















Per venerdì prossimo 20 Aprile è organizzato un sit in ad Orvieto in piazza della Repubblica alle ore 16.30 per dire no all'ampliamento della discarica. Lunedì 23 a Perugia decideranno del nostro futuro senza che noi cittadini possiamo dire la nostra. Non possiamo essere per i prossimi 20 anni discarica dell'Umbria. Ti prego a mani congiunte di aiutarmi a poter dire la nostra è scongiurare un disastro del genere ed obbligare il sindaco a dire no in conferenza dei servizi. Non possiamo subire un tale torto, Orvieto non lo merita. 

Ciro Zeno
Partito dei Comunisti Italiani 

«Umbria prigioniera dei rifiuti e arretrata»

Le riflessioni dei comitati civici: «Si grida all’emergenza ma non si fa nulla per rendere gli impianti efficienti» mentre aleggia lo spettro di un nuovo inceneritore

















Regione e Comuni appaiono sempre più inguaiati e incapaci a gestire il ciclo dei rifiuti: i conferimenti in discarica a basso costo rimangono la principale risorsa a disposizione, a dispetto delle direttive europee e delle normative vigenti. Dove si è arenata la delibera regionale del 18 gennaio che imponeva di implementare la raccolta differenziata e raggiungere finalmente gli obiettivi di legge? Si minacciava addirittura l’invio di Commissari ad acta nei Comuni più pigri. I risultati di questi mesi dimostrano che le cifre sbandierate da alcuni sindaci sono pure operazioni statistiche: dai quantitativi raccolti in modo differenziato, senza attenzione alla qualità, occorre sottrarre gli scarti e contare quanto avviato davvero a riciclo. Una presa in giro dei cittadini, in molti casi, che pagano salato un servizio lontano dalle aspettative e dai parametri di legge.
Tutti ora sanno, per esempio, dove finisce una parte importante dei rifiuti organici: in discarica come scarti provenienti dagli impianti di compostaggio! Consideriamo che i rifiuti organici, la c.d. frazione umida, rappresentano il 44% della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e che la potenzialità degli impianti autorizzati dalla Regione è di gran lunga sovradimensionata rispetto alle effettive esigenze del territorio (cfr. ARPA Umbria, La gestione dei rifiuti urbani in Umbria per l’anno 2015). E non bisogna dimenticare che la gestione degli impianti di trattamento/smaltimento e i bilanci di alcune aziende del gruppo Gesenu sono sotto indagine della Magistratura.
Non si vogliono toccare, sembrerebbe, gli interessi dei gestori (aziende partecipate dai Comuni) quindi le discariche restano strategiche e non si possono chiudere, con tutti i problemi che si portano dietro:
Belladanza (C.Castello): approvato l’ampliamento sottovalutando l’impatto ambientale ed i rischi di inquinamento delle falde sotterranee; con un costo spropositato per una volumetria aggiuntiva lorda di appena 410mila mc;
Borgogiglione (Magione): rilancio del bioreattore per i rifiuti organici senza valutazione d’impatto ambientale mentre il via vai dei camion attanaglia la Villa Colle del Cardinale, nonostante i molteplici vincoli di tutela;
Le Crete (Orvieto): in arrivo l’ampliamento e magari anche il 3° calanco? Non si vuole rinunciare nemmeno a Colognola (Gubbio) e S.Orsola (Spoleto), discariche già piene e piene di problemi.
E gridano all’emergenza imminente… Dopo tutto, ciliegina sulla torta, il governo Renzi con il decreto ‘SbloccaItalia’ impone d’autorità agli umbri un nuovo inceneritore da 130mila tonnellate annue, ‘un ferrovecchio’ che brucerebbe ogni speranza di cambiare finalmente strada! Inceneritori e discariche sono, infatti, le due facce della stessa incapacità di gestire i rifiuti in modo virtuoso e vantaggioso per tutti. La contrarietà a questa soluzione-capestro, rivendicata a parole dalla presidente Marini e dall’assessore Cecchini, sembra essersi squagliata. Già puzzava di bruciato il via libera agli impianti di smaltimento ternani, nonostante tutte le criticità evidenziate dal Comitato NoInceneritori di Terni.
Ora è l’ATI2 (Perugino), ormai ‘a fine corsa’, a proporsi per l’allocazione dell’inceneritore! Eppure ci sono anche voci autorevoli contro chi va minacciando una situazione d’emergenza: “Il tema dei rifiuti in Umbria è di una semplicità disarmante, nel senso che con meno di un milione di abitanti, meno di cinquecentomila tonnellate prodotte, l’applicazione convinta della strategia europea in materia di rifiuti, che vige ormai da quarant’anni (dalla Direttiva della Commissione Europea del 1976), tutto va… C’è una scala di priorità: in primo luogo prevenzione, ridurre all’origine la quantità e la pericolosità dei rifiuti; secondariamente, recuperare il massimo di materia possibile dai rifiuti; da ultimo, mettere in sicurezza in maniera però satellitare e marginale ciò che avanza dei cicli di trattamento, attraverso l’interramento controllato che deve diventare totalmente marginale… [W. Ganapini, Direttore generale di Arpa Umbria,allaCommissione regionale d’inchiesta sui rifiuti, 17.3.2016].
Per non arrivare davvero all’emergenza, meglio arrivare alle dimissioni dei nostri amministratori regionali, incapaci a gestire correttamente il ciclo dei rifiuti, come i fatti stanno dimostrando, e ad un ricambio ai vertici degli uffici preposti all’ambiente e alla cura del territorio! soprattutto serve pulizia, idee chiare, un nuovo piano regionale dei rifiuti e un’impiantistica innovativa, in linea con gli obiettivi dell’economia circolare, nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica. non bruciamo anche le buone pratiche fin qui sperimentate e l’impegno di tanti cittadini responsabili ! non bruciamo il futuro

Nuovo Comitato Belladanza, Comitato No Inceneritori Terni, Osservatorio Borgogiglione, Coordinamento regionale Umbria Rifiuti Zero, Italia Nostra Umbria

fonte: http://www.umbriaon.it 

Orvieto - Le Crete: Saremo in piazza per difendere il nostro territorio. E tu?

mani retro
Alle 14,30 di sabato forse pioverà. Ma noi ci saremo ugualmente. Saremo a Piazza Cahen per poi sfilare in marcia fino a Piazza Duomo. Non ci preoccupa la pioggia né una eventuale scarsa partecipazione. Essere convinti delle proprie idee è quella leva che ti porta a dire “si va avanti in ogni caso”.
Certo, ci interroghiamo. Lo facciamo da quando abbiamo scoperto che indignarsi non è un reato, né pensiamo sia lesa maestà poter dire quello che pensiamo rispetto al nostro futuro. Ci interroghiamo chiedendoci se questa consapevolezza riuscirà ad entrare nella testa e nel cuore di ognuno che vive, abita, lavora, ama questo territorio.
Non vogliamo una Regione che trascuri il nostro territorio, che scelga al posto nostro. Abbiamo detto, diciamo e diremo no al terzo calanco e all’ampliamento della discarica. Pensiamo che questo nostro no non sia solo nostro ma di tutto il territorio.
Non guardiamo indietro, cercando le responsabilità. Guardiamo avanti, tentando di spronare le istituzioni e tutta la classe politica del territorio a proseguire con forza sulla strada in cui si sono avviati.
Vorremmo che i primi a portare in mostra la nostra indignazione fossero proprio loro perché deve essere anche la loro indignazione. Vorremmo vedere insieme a noi i consiglieri comunali di tutti i nostri comuni, vedere i nostri Sindaci con la fascia tricolore sfilare con noi.
Vorremmo vedere i lavoratori della discarica con noi. Perché la nostra battaglia è anche la loro. Pensiamo che ad Orvieto ci debbano essere altri posti di lavoro, anche per loro. Lavorare in discarica non è un buon lavoro ed è giusto creare alternative. E sappiamo che tutto ciò è possibile e che abbiamo anche un po’ di tempo per farlo.
Saremo in marcia per pretendere certezze. Vogliamo analisi  sulle acque del Paglia, sull’aria che respirano intorno alla discarica, su quel che c’è dentro il primo ed il secondo calanco.
Sfiliamo per chiedere quali rifiuti speciali entrano dentro la nostra discarica.
Sfiliamo anche per dire che entro il 2020, come dice l’Europa, la discarica Le Crete deve essere chiusa. Siamo in marcia per dire alla Regione che nel mondo e in Italia sono in tanti a fare a meno delle discariche perché è possibile trattare i rifiuti in un altro modo.
Saremo lì per dire che quella parte di nostro territorio deve essere bonificata e restituita alla fruizione pubblica.
Andiamo da Piazza Cahen a Piazza Duomo per chiedere analisi epidemiologiche per quei cittadini che vivono nei pressi della discarica, per comprendere se esistono problemi per la salute.
Siamo convinti che la nostra protesta può incidere e che senza protesta sarebbe tutto facile per chi pensa di poter fare business sulle e alle nostre spalle.
Non ci fermerà la pioggia, non ci fermerà una scarsa partecipazione, non ci fermerà nulla. Ma se saremo in tanti sarà tutto più bello. E se ci sarà il sole pure. Per la partecipazione metteteci del vostro, per il sole… beh, insomma… proveremo a chiedere il miracolo.

fonte: https://saveorvieto.wordpress.com

M5S Orvieto: “Discarica già in esaurimento. Non ripetere gli errori del passato”

M5S Orvieto:
Centri del riciclo al posto della discarica prendendo le distanze dalle strategie fallimentari del passato anche recente. Vergaglia«Le Crete è in via di saturazione ed è già stata “ispezionata” dal M5S. La nostra valutazione è di pensare al post mortem, anche usando i tanti fondi Europei od Aree Interne e Contratto di Fiume, altro che allargarla.». 
Un territorio ancora incontaminato, ricco di eccellenze e tipicità, di prodotti e bellezze che ci invidiano da tutto il mondo e che da tutto il mondo vengono a visitare: questo è il territorio orvietano.
Purtroppo un territorio all’ombra di una discarica tra le più grandi della regione, una sorta di vulcano addormentato nel cui ventre si sono stratificati rifiuti speciali, quelli dell’emergenza campana e tanta spazzatura urbana che non si è voluto o potuto differenziare in presenza di una piano d’ambito che si è dimostrato fallimentare.
Oggi tante forze politiche e territoriali che hanno avuto le proprie responsabilità in questa situazione tentano di rifarsi una verginità e dettare un’agenda operativa ambigua e contraria alle esigenze di economicità e sostenibilità che i cittadini meritano.
Non vogliamo fare l’hit parade del peggiore tra l’assessore Cecchini, famosa per volere a tutti i costi l’espansione del secondo calanco, che da centro sinistra rimbrotta la vecchia amministrazione  Concina di non essersi battuta contro il terzo calanco, anzi di aver deliberato in ATI4 l’avvio del procedimento nel 2011 con l’allora assessore Tardani e con l’astensione del successivo assessore, Margottini, quando se ne discusse l’impiantistica. Ci limitiamo a dire che una corretta programmazione avrebbe permesso oggi di avere già in discussione, sia nel Contratto di Fiume che per Aree Interne dei veri distretti del riciclo altro che allargamenti di discarica o le incursioni a Roma dell’ex sindaco per avere nientedimeno che un inceneritore.
Ma non ci limitiamo a dire solo che siamo diversi, da parte nostra come MoVimento 5 Stelle abbiamo da sempre fatto dell’Ambiente uno dei nostri punti di riferimento e qui nei territori orvietani abbiamo presentato sia in campagna elettorale che annualmente una proposta a 5 stelle sul ciclo dei rifiuti chiara, economica e condivisa sul solco di quanto nei nostri documenti fondanti come la “Carta di Firenze” del 2007 che sulla strategia #RifiutiZero.
L’anno scorso purtroppo non siamo riusciti, da forza di opposizione compressa tra ex maggioranza e maggioranza attuale, a tenere viva la discussione sugli argomenti veri del ciclo dei rifiuti quando fummo ideatori ed unici firmatari in Consiglio Comunale dell’Osservatorio “Le Crete”, ora scissosi in quello originale, la cui carta fondante è accessibile e depositata in Comune,e nella brutta copia  (che usa a fini propagandistici lo stesso nome non rispettandone il manifesto originario, ed usando  un logo diverso per via del copyright) costituitosi con l’aggregazione promotrice di una legge d’iniziativa popolare in cui non ci riconosciamo per i tanti comitati e fondi che pone a metà strada dalla partecipazione dei cittadini e le scelte strategiche della regione, che non è dichiaratamente contro gli inceneritori e le discariche e , pertanto, non rientra nella nostra visione di un ambiente sano con un ciclo di rifiuti virtuoso.
Abbiamo solo potuto fare informazione, scrivere una lettera aperta ai cittadini sin da settembre mettemmo in guardia contro le possibili crisi che puntualmente si sono verificati, individuare criticità nell’inquinamento dei territori addirittura fino a Fabro in cui il Sindaco, pur respingendo ogni accusa, intanto ha dovuto emettere ordinanza per impedire l’uso dell’acqua nei pozzi ed ancora non si è scavato in profondità, ed abbiamo assistito alla pioggia di interdittive antimafia in regione che rendono “Le Crete” ancora più appetibile.
Quest’anno i nodi dell’enorme costo Tari, della messa in commercio della materia prima recuperata, dell’evitare incursioni dei capitali d’origine malavitosa e della salvaguardia dell’ambiente puntando alla chiusura ed alla gestione post mortem della discarica saranno sicuramente causa di acceso confronto, la nostra posizione resta sempre la stessa a differenza di chi ha cambiato idea troppe volte. La discarica va superata, abbiamo pochi mesi per pensare al dopo e per tentare d’inserire nei tanti fondi in arrivo anche la questione di un vero centro di riciclo.

fonte: http://www.orvieto24.it

Un disastro ambientale annunciato

Logo Osservatorio Borgogiglione
Se quanto emerso negli ultimi mesi corrisponde al vero, siamo di fronte ad un disastro ambientale annunciato, determinato da gravi negligenze nei controlli e scelte politiche dissennate locali e regionali.
Per questo, insieme a vari comitati attivi in Umbria e con il sostegno di Italia Nostra, abbiamo avviato un’azione che ponga al centro la tutela della salute e dell’ambiente, rivendicando trasparenza e partecipazione civica, finora negati da istituzioni colpevolmente incuranti degli allarmi di chi presidia da anni i territori.
Insieme porteremo avanti il punto di vista degli esposti per costruire una visione regionale dei problemi che contrasti l’inadeguatezza di chi, a spese della collettività, ha favorito gli interessi particolari di poche aziende.
Vedi sotto il comunicato di Ass. OrvietoCivica, Comitato No Inceneritori Terni, Comitato RifiutiZero Spoleto, Nuovo Comitato Belladanza, Osservatorio Borgogiglione e Italia Nostra Umbria.

Comunicato stampa
Un disastro ambientale annunciato


Se i fatti raccontati sono veri, è stato un disastro ambientale annunciato, visto che tanti cittadini, costretti a riunirsi in Comitati e Osservatori indipendenti, in questi anni avevano lanciato accuse precise sulla gestione dei rifiuti in Umbria, sempre ignorate dalle Istituzioni.
Oggi si apprende che la Procura di Perugia ha sequestrato parte della discarica di Pietramelina e indaga per traffico illecito di rifiuti e violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale, comportamenti che potrebbero aver generato un’alterazione irreversibile dell’ecosistema anche per la non corretta gestione del percolato, con tutti i risvolti futuri in materia di bonifica.
Intanto, dopo Gesenu e Gest anche alla Ecoimpianti sono arrivati i Commissari prefettizi.
E si comincia a parlare di “bomba” rifiuti umidi e di “stangata” nelle bollette…
Eppure in tutte le discariche umbre a partire da Pietramelina, centro dell’inchiesta, di proprietà del Comune di Perugia e gestita dalla Gesenu, esisteva un Piano di Monitoraggio e Controllo definito con l’Arpa, al fine di verificare e quindi intervenire prontamente in caso di inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque sia superficiali che sotterranee. Per il sito di Borgogiglione, gestito dalla TSA ed ugualmente finito sotto indagine, nel 2014 tutte le Istituzioni interessate avevano perfino stilato con ARPA un Protocollo aggiuntivo, mai sottoscritto in verità da quell’Osservatorio indipendente, che lo riteneva “inaffidabile”…
Come è stato possibile tutto ciò e a cosa siano serviti i controlli periodici, i nostri amministratori ce lo devono ancora chiarire! Il Comune di Perugia e gli altri soggetti istituzionali non hanno responsabilità, visto che il servizio rifiuti veniva svolto a favore e a spese della collettività?
Domande che devono trovare nel più breve tempo possibile una risposta certa, perché in Umbria ci sono altre discariche che pure manifestano gravi criticità e rischi per la salute dei cittadini: Belladanza (Città di Castello), Colognola (Gubbio), Sant’Orsola (Spoleto) e Le Crete (Orvieto). Per non parlare poi degli impianti di compostaggio, già oggi dichiarati poco efficienti e che le mire dei nostri amministratori vorrebbero ampliare a dismisura per allargare il giro d’affari dei gestori.
Si è parlato anche del pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata in Umbria nella gestione dei rifiuti, e ricordiamo che la Regione ha deciso recentemente di approvare l’Aggiornamento del Piano Regionale Gestione Rifiuti senza sottoporlo a VAS al fine di verificare la sostenibilità degli attuali siti e dei previsti ampliamenti: accanto alla gestione c’è, infatti, anche l’altro problema relativo alla scelta di siti idonei. Un Piano, per di più, incentrato ancora sull’incenerimento e sullo smaltimento in discarica, contrariamente alle “indicazioni normative e alle priorità della corretta gestione sancite dalla gerarchia comunitaria” (citate solo in premessa).
La visione diventa ora regionale e non più locale. Di qui la decisione dei Comitati di agire insieme con Italia Nostra per la tutela della salute e dell’ambiente, diritti costituzionalmente garantiti, per chiedere finalmente trasparenza e per conoscere che danni sono stati prodotti, la loro reversibilità o meno, e se è stato pure danneggiato l’ecosistema del Tevere.
Ass. OrvietoCivica
Comitato No Inceneritori Terni
Comitato RifiutiZero Spoleto
Nuovo Comitato Belladanza
Osservatorio Borgogiglione
Italia Nostra Umbria
[Testo del comunicato in formato PDF]

fonte: http://osservatorioborgogiglione.it

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M5S Orvieto: “Le Crete”. Vignaroli no logica dell’emergenza Al momento la discarica di “Le Crete” è al centro dell’attenzione della politica e della cittadinanza

commissione-parlamentare-ambiente-vignaroli
Ieri eravamo a Montecitorio ed abbiamo potuto organizzare le condizioni per cui Stefano Vignaroli, da sempre attivista contro il malaffare legato al mondo dei rifiuti ed ora portavoce del M5S e vicepresidente della Commissione Bicamerale sul ciclo illecito dei rifiuti (Ecomafie), sarà presto qui ad Orvieto ed alla discarica di “Le Crete”.
«Questa commissione ha una funzione importante per portare alla luce documenti, e fare chiarezza su tanti troppi punti oscuri che il traffico di rifiuti ha creato e continua a creare in Italia. Ogni giorno le inchieste e gli atti ufficiali della magistratura ci confermano che le ecomafie sono una realtà consolidata che non conosce crisi. Una piaga di proporzioni immani che avvelena la nostra terra, uccide il futuro e provoca morte. Compito di questa commissione è produrre documentazione in una inchiesta che renda coscienti i cittadini di quello che realmente gravita intorno a questo complesso sistema.
Al momento la discarica di “Le Crete” è al centro dell’attenzione della politica e della cittadinanza, così come è grande l’interesse delle istituzioni regionali tutte impegnate a scavalcare d’autorità le decisioni, legittime e democratiche, degli orvietani che ne vorrebbero al più presto la chiusura e comunque si oppongono ad ogni ipotesi di allargamento. Tutti gli approfondimenti quindi sono necessari, soprattutto in considerazione che, ad oggi, iniziative per un ciclo virtuoso dei rifiuti non solo non sono partite ma, sembra, non siano nemmeno all’orizzonte con il rischio potenziale che la stessa Orvieto, dopo i sequestri delle altre discariche regionali, entri tra gli obbiettivi sensibili per quegli smaltimenti illeciti che hanno causato danni ambientali nel ternano, nel viterbese e nel perugino.

Le Crete

L’occasione di manifestare da subito la presenza di una politica propositiva per soluzioni che non includano le discariche, come quella avanzata dal MoVimento 5 Stelle e dai tanti comitati #RifiutiZero presenti in regione, e l’intransigenza istituzionale del vicepresidente Vignaroli è sicuramente uno stimolo ad impedire che la nostra città possa cader vittima di tentazioni autoritarie e leggi d’emergenza che poi, come in tante altre occasioni è già successo, rischiano di diventare veicolo anche di quel malaffare che noi ad Orvieto proprio non vogliamo.»

Lucia Vergaglia, MoVimento 5 Stelle, città di Orvieto

fonte:  http://www.concaternanaoggi.it/

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