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Roma, domenica 20 giugno torna “Il Tuo quartiere non è una discarica”: raccolta straordinaria di rifiuti ingombranti e di oggetti destinati al riuso

Oltre ai consueti materiali destinati allo smaltimento si potranno quindi consegnare anche libri usati (esclusi testi scolastici ed enciclopedie), vecchie biciclette o parti di esse, vecchi cellulari e tablet (purchè ancora funzionanti). Gli oggetti consegnati alle associazioni no profit saranno riutilizzati per varie attività sociali




Domenica 20 giugno torna nei municipi pari la campagna “Il Tuo quartiere non è una discarica”, la raccolta straordinaria gratuita mensile di rifiuti ingombranti, particolari, elettrici ed elettronici, organizzata da AMA in collaborazione con il TGR Lazio. Come avvenuto nei municipi dispari nell’appuntamento di maggio (domenica 23), l’evento si arricchisce con la presenza di alcune realtà del Terzo Settore (associazioni, cooperative sociali e organizzazioni di volontariato) che promuovono progetti di riutilizzo dei beni e con le quali l’azienda ha recentemente siglato degli specifici protocolli di intesa.

In alcuni dei siti messi a disposizione da AMA, domenica mattina a partire dalle ore 8, i cittadini, oltre ai consueti materiali, potranno quindi consegnare anche libri usati (esclusi testi scolastici ed enciclopedie) alle associazioni culturali Book Cycle, Libra e Nuova Acropoli, vecchie biciclette o parti di esse all’associazione Ciclonauti, ausili per disabili dismessi (stampelle, carrozzine, deambulatori, ecc.) all’associazione Joni and Friends Italia e vecchi cellulari e tablet (purchè ancora funzionanti) alla cooperativa sociale W.A.Y.S. onlus. Gli oggetti consegnati ai soggetti no profit saranno riutilizzati per varie attività sociali, pertanto chi partecipa a questa speciale raccolta parallela contribuirà anche alla campagna di prevenzione dei rifiuti.

In tutti i siti, ovviamente, il personale AMA sarà come sempre a disposizione per il conferimento dei tradizionali rifiuti ingombranti (mobili, sedie, letti, divani, scaffalature, materassi, ecc.), delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE: computer, televisori, stampanti, telefonini, frigoriferi, lavatrici, condizionatori, ecc.) e dei materiali particolari (pile, oli esausti, contenitori con residui di vernici e solventi). I rifiuti raccolti nel corso della mattinata verranno differenziati secondo la categoria merceologica (legno, ferro, plastica, altri metalli, RAEE, ecc.) e avviati alle rispettive filiere di recupero.

Nelle postazioni di raccolta, anche con il supporto della Polizia Locale di Roma Capitale, saranno adottale le necessarie misure di sicurezza a tutela di utenti e lavoratori attraverso accessi scaglionati che consentiranno di regolare il flusso di veicoli e persone. Ama per questo invita i cittadini a recarsi sul posto entro le ore 12 e ricorda che il conferimento dei materiali nei cassoni dedicati dovrà essere effettuato dai cittadini, muniti di mascherina, mantenendo le distanze minime di sicurezza.

Tutte le informazioni sulla campagna di raccolta, sui siti coinvolti e le postazioni allestite dai volontari delle varie associazioni che partecipano all’iniziativa si trovano sul sito di AMA www.amaroma.it .

fonte: https://www.ecodallecitta.it


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Monitoraggio della qualità dell’aria e dell’inquinamento odorigeno nel Lazio





L’ARPA Lazio ha eseguito, a partire dal 4 giugno 2020 e fino al 28 luglio, un monitoraggio nel comune di Colonna (Roma) con un laboratorio mobile. La campagna di misura segue quella realizzata tra febbraio e marzo dello stesso anno e ha previsto, oltre alla verifica degli inquinanti previsti dal D.lgs. n.155/2010, un monitoraggio sperimentale dell’inquinamento odorigeno.

L’assenza di un quadro normativo con riferimenti specifici ed adeguati alla complessità della problematica dell’impatto olfattivo, comporta l’insorgere di molteplici difficoltà nel valutare compiutamente l’impatto dei fenomeni osmogeni, in termini sia qualitativi che quantitativi.

L’odore è una risposta soggettiva ad una stimolazione delle cellule olfattive, presenti nella sede del naso, da parte di molecole gassose. La misura univoca ed esaustiva degli odori, in particolare per miscele complesse e con più componenti, è un problema in buona parte ancora irrisolto, anche perché la sensibilità umana nella percezione degli odori spesso si dimostra superiore ai limiti di rilevabilità delle tecniche analitiche tradizionali. Per tale motivo, non è identificabile un metodo completamente efficace per la misura degli odori ma è spesso necessario ricorrere ad un insieme di indagini e di tecniche, tra loro complementari, per riuscire ad ottenere il maggior numero di informazioni possibili.

L’ARPA Lazio ha quindi avviato una serie di attività finalizzate a sperimentare la definizione di un protocollo di misura che, mediante l’utilizzo di analizzatori “in continuo” di inquinanti gassosi, provi ad evidenziare la presenza di fenomeni di inquinamento odorigeno. Il protocollo è tuttora in fase di verifica, sia attraverso l’esecuzione di campagne di misura che avvalendosi di confronti con le altre Agenzie del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente.

Nel caso di Colonna, l’ARPA Lazio ha posizionato un mezzo mobile in un’area adiacente al Palazzetto Don Vincenzo Palamara in Via Bruno Buozzi. Questo sito di misura è stato scelto in accordo con il Comune di Colonna sulla base degli esposti relativi alla presenza di cattivo odore. Per valutare l’effetto odorigeno delle sostanze non singolarmente, ma tenendo conto della loro coesistenza in miscela, è stata stimata con un metodo sperimentale e per ogni ora valida della campagna, l’intensità di odore della miscela, il cui valore è raffrontabile con una scala a 5 valori che va da odore inesistente a odore intollerabile.

Dalle risultanze dello studio sperimentale si registrano, nel periodo di misura (1288 ore), un 33% di eventi con intensità di odore da discernibile a forte (424 ore durante le quali la molestia si è verificata con una certa probabilità) e un 2% con intensità di odore da forte a molto forte (28 ore durante le quali la molestia si è verificata con una certa probabilità). Le intensità di odore sono state calcolate utilizzando il concetto di intensità di picco, pertanto il valore assegnato a ogni singola ora non sta a significare che la percezione della molestia sia stata rilevata durante tutta l’ora ma che durante la stessa la molestia si sia verificata con una certa probabilità.

Esiste una parziale sovrapposizione (pari a circa il 18%) delle ore nelle quali sono state registrate intensità di odore da discernibile a molto forte, con le ore durante le quali la popolazione residente ha rilevato la presenza di odore e lo ha segnalato attraverso alcuni questionari pervenuti all’ARPA Lazio attraverso un comitato dei cittadini.



La direzione dei venti, durante le ore in cui l’intensità di odore è significativa, risulta prevalentemente dai quadranti SUD-EST e SUD-OVEST che sono coerenti con la posizione di due sorgenti conosciute di emissioni in atmosfera presenti nella zona: l’area industriale e il traffico dell’infrastruttura stradale. Report Campagna Monitoraggio Mezzo Mobile

fonte: www.snpambiente.it

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Bike Tour della Decrescita 2020















QUESTO link si trova il modulo da compilare per la richiesta di partecipazione alla pedalata del Bike Tour della Decrescita 2020 che andrà dal 10 al 19 luglio, dall’Aquila a Ripe San Ginesio (e Civitanova Marche sul mare).
Se dovete iscrivere PIU’ DI 1 PERSONA, COMPILATE PIU’ MODULI.Il costo dell’iscrizione è comprensivo di:
• Tessera dell’anno associativo 2020 del Movimento per la Decrescita Felice (MDF)
• ALCUNI pernottamenti lungo il percorso*
• ALCUNI pasti offerti dalle realtà che ci accolgono o da MDF*
*Altri pernottamenti (sempre con opzione economica in tenda) e pasti saranno a pagamento.

Solo se non ti sei ancora tesserato a MDF per il 2020, compila anche
questo form.

Le due formule di iscrizione sono, per chi compila il presente modulo ENTRO IL 31 MAGGIO:
Quota ORDINARIA: quota di iscrizione 60 euro
Quota SOSTENITORE*: quota di iscrizione 100 euro
Quota RIDOTTA**: iscriviti e troviamo una soluzione insiemePer chi compilasse il modulo DOPO IL 31 MAGGIO:
Quota ORDINARIA: quota di iscrizione 90 euro
Quota SOSTENITORE*: quota di iscrizione 120 euro
Quota RIDOTTA**: iscriviti e troviamo una soluzione insieme*la quota sostenitore prevede una quota aggiuntiva che permetterà la partecipazione anche a chi ha meno possibilità, e che sosterrà unicamente i costi dell’organizzazione del Bike Tour o di attività di MDF.**IMPORTANTE: se hai difficoltà a pagare qualsiasi di queste cifre, iscriviti lo stesso e spunta la voce “Quota RIDOTTA” nella domanda apposita. Ti contatteremo per trovare insieme una soluzione decrescente.

 CLICCA QUI PER ISCRIVERTI AL BIKE TOUR

ATTENZIONE: l’iscrizione non è automatica perché i posti sono limitati e sarà data precedenza a chi è già tesserato MDF, a chi parteciperà al Bike Tour per un numero superiore di giorni, e a chi si è iscritto in precedenza.
Ci faremo sentire per concludere l’iscrizione!
Per chi volesse ULTERIORI INFORMAZIONI:
evento Facebook – www.facebook.com/events/600484144125393/
pagina del Bike Tour – www.facebook.com/biketourdecrescita/
e-mail: biketour.decrescita@gmail.com

fonte: http://www.decrescitafelice.it

Roma: pc in disuso donati agli anziani per corsi gratuiti di informatica

Per iniziativa di Emanuele Mattei sono stati avviati in varie zone di Roma corsi gratuiti di informatica rivolti ad anziani per i quali sono stati messi a disposizione computer in disuso recuperati e donati a vari centri della città. Un’iniziativa volta all’alfabetizzazione digitale di persone di tutte le età e, al contempo, finalizzata a promuovere il benessere, la socialità ed il senso di appartenenza alla comunità.





L’Angolo Del Computer è un progetto che nasce nel 2011 a Settecamini, quartiere dell’estrema periferia est di Roma, nel centro anziani, grazie all’impegno di alcuni residenti e in particolare di Emanuele Mattei che sogna di realizzare attività culturali gratuite per i residenti e i frequentatori del centro anziani. Attività che siano occasione di integrazione, impegno, socializzazione, promotrici di un senso di appartenenza alla comunità che, in quanto periferia, è sottoposta a influssi migratori importanti e continui.
Dal 2011 viene realizzato il primo corso per l’uso base del computer e l’offerta riscuote un discreto successo, tanto che via via il numero dei corsi, degli allievi e dei docenti si moltiplica.

Il progetto si fa conoscere anche presso gli altri centri anziani della città e questo fa sì che si attivino enti pubblici e società private per la donazione di pc in disuso che vengono recuperati e offerti ai diversi centri della città permettendo così la moltiplicazione dei corsi d’informatica gratuiti.

Ad oggi i corsi di formazione d’informatica si realizzano nei centri anziani del IV III, II, VII e XIV Municipio, sono state formate più di 1000 persone, non solo anziani ma, anche giovani e stranieri, sono state allestite 26 sale computer, che contano circa 300 postazioni complete e coinvolto 27 professionisti, in modo del tutto gratuito, nella realizzazione dei corsi d’informatica, utilizzo dei social, le precompilate on-line e l’uso di skype.

Uno studio condotto dal neurologo Gary Small dell’Istituto di Neuroscienze e comportamento umano dell’Università di Los Angeles e pubblicata sull’American Journal of Geriatric Psychiatry, dimostra come l’uso della tecnologia possa contribuire a rallentare l’invecchiamento fisiologico del cervello. Il miglior antidoto per contrastare l’invecchiamento è quello di usare il muscolo-cervello. La tecnologia, nelle sue varie forme, è uno strumento che continua a stimolare il cervello e quindi, a mantenerlo giovane. D’altra parte, partecipare a corsi d’informatica, presso i luoghi di aggregazione della terza età, permette anche di coltivare relazioni, altro fondamentale antidoto all’isolamento e all’invecchiamento.

fonte: www.italiachecambia.org

Rifiuti, i Tmb di Colari in manutenzione: si rischia l'emergenza. Gli impianti ci sono, manca la discarica

Le risposte degli operatori che gestiscono gli impianti del Lazio parlano chiaro: più rifiuti da Roma se aumentano disponibilità del termovalorizzatore di Acea e della discarica di Colle Fagiolara
















L'emergenza rifiuti bussa di nuovo alla porta. Da fine maggio i due impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Malagrotta, di proprietà del Colari ma gestiti dal commissario Pier Luigi Palumbo a seguito di un'interdittiva antimafia, accoglieranno 500 tonnellate di immondizia in meno al giorno. Manutenzioni straordinarie necessarie alle strutture ne ridurranno la capacità di smaltimento fino a settembre. Alternative? E' il solito macro problema: Roma non è autonoma nella gestione del ciclo. E al primo intoppo, deve appoggiarsi a impianti terzi. 

Dove portare i rifiuti di Roma

La regione Lazio ha scritto una lettera a fine aprile per verificare le disponibilità al trattamento da parte di impianti analoghi presenti nel Lazio. Parliamo però, lo ricordiamo, di Tmb per la lavorazione di rifiuti indifferenziati e produzione di frazione secca e scarti organici, che poi devono trovare uno sbocco finale in discarica. Qui sta l'empasse. Rida Ambiente, gestore dell'impianto di Aprilia, Saf srl, del Tmb di Frosinone, e Porcarelli srl del tritovagliatore di Rocca Cencia, potrebbero accogliere tra le 100 e le 150 tonnellate al giorno in più. Ma il condizionale è d'obbligo, come evidente dalle risposte arrivate dalle singole società, che RomaToday ha potuto visionare. Tutto dipende da quanti rifiuti trattati si potranno poi trasferire, per l'ultima fase di smaltimento, nella discarica di Colle Fagiolara gestita da Lazio Ambiente e nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore nel Lazio. Che ancora non hanno risposto su eventuali disponibilità. 

Allarme Rocca Cencia: "Vasche piene"

Intanto si stringono i denti per le 200 tonnellate che già gli impianti di Malagrotta, da Pasqua, non prendono più. Sono destinati alle vasche del Tmb Ama di Rocca Cencia (rientrato in funzione dopo l'incendio di marzocarico al massimo. "L'amministrazione aveva garantito un'attenzione particolare all'impianto per scongiurare il rischio incendi" attacca Natale Di Cola, segretario regionale Fp Cgil. "In generale il quadro è critico, senza soluzioni si rischia l'ennesima emergenza". Il tutto si aggiunge alle criticità ordinarie più volte denunciate dagli stessi lavoratori di Ama: l'assenza di mezzi e personale, con circa 25-30 autisti al giorno che restano fermi. Da qui i giri che saltano e i cassonetti strapieni. 

Ama senza vertici e "Campidoglio immobile"

Senza dimenticare le difficoltà di Ama, ancora senza bilancio 2017 (appeso alla partita dei 18 milioni di crediti che il Campidoglio non vuole riconoscere alla partecipata) e senza Consiglio di amministrazione dall'addio dell'ex ad Lorenzo Bagnacani. "La Regione ha sempre garantito collaborazione e sostegno al Comune di Roma per superare le ripetute emergenze sui rifiuti, ma dal Campidoglio solo immobilismo" attacca l'assessore all'Ambiente della giunta Zingaretti, Massimiliano Valeriani. "Silenzio dell'Amministrazione Raggi sul Tmb Salario e su nuovi impianti di trattamento e smaltimento. Nessun assessore all'Ambiente, nessun vertice Ama, nessuna seria strategia per la corretta gestione dei rifiuti di Roma".


Già, l'azienda di via Capitan Bavastro si tiene in piedi a stento, tra conti da approvare e vertici da nominare. Ma intanto i cambi promessi nella macrostruttura dall'amministratore ad interim Massimo Bagatti, non senza malumori che serpeggiano tra gli uffici, sono quasi realtà: Marcello Bronzetti, dirigente di lungo, lunghissimo, corso, al capo del Personale e l'ingegner Emanuele Lategano, vicino all'ex assessora Paola Muraro, allontanato dall'allora presidente Stefano Bina, pronto a guidare la sezione impianti. 

fonte: https://www.romatoday.it

Nasce la mappa per fare la spesa senza supermercato

Dopo il successo del suo libro “Vivere senza supermercato”, Elena Tioli lancia una nuova iniziativa per supportare la costruzione di un’economia sostenibile, basata su relazioni di fiducia tra produttori e consumatori e su scelte di acquisto responsabili. Si tratta di una mappa della Piccola Distribuzione Disorganizzata: chiunque può segnalare sulla mappa le realtà attive nel proprio territorio e contribuire alla crescita di una comunità nazionale impegnata nel diffondere la possibilità del consumo critico e solidale.


















C’era una volta una consumista ossessiva, insoddisfatta cronica, fumatrice, dipendente a tempo indeterminato. Sembra l’inizio di una favola, e invece è la realtà di Elena Tioli. Meno di un lustro fa, Elena ha detto basta e ha cambiato la sua vita, iniziando dal lavoro e dalla spesa. Dal 2015 non è più entrata in un supermercato e, col tempo, ha acquisito una nuova coscienza nelle sue scelte d’acquisto, guadagnandone in salute, tempo e relazioni.

Una favola il cui lieto fine sembrava dovesse essere la pubblicazione di “Vivere senza supermercato”, il libro nel quale condivide non soltanto le tappe del suo percorso personale, ma anche una grande quantità di informazioni e conoscenze pratiche, utili a chi potrebbe decidere di percorrere la sua strada, in direzione contraria a quella comune. E invece no. Perché la favola si arricchisce ora di un nuovo episodio.

Da qualche tempo, infatti, Elena ha pubblicato sul sito del suo libro una mappa della Piccola Distribuzione Disorganizzata  – come giocosamente la chiama lei – ossia una mappa delle realtà che, nel settore alimentare, operano fuori dalla Grande Distribuzione Organizzata e che rispondono a requisiti minimi di sostenibilità ecologica e sociale.

Nata più o meno come un omaggio a quelle attività che, a cominciare da quelle del suo quartiere a Roma, le avevano consentito di vivere senza supermercato all’inizio della sua avventura, la mappa si è poi allargata; prima all’intero Municipio del quale il suo quartiere fa parte, e poi all’intera città di Roma. È lei stessa a rivelare che: “Mai avrei pensato che una simile idea potesse piacere tanto e che moltissime persone fossero così felici di farne parte.” E così, entusiasmo dopo entusiasmo, la mappatura è continuata fino a spingersi un po’ dappertutto in Italia.

In questa mappa è presente “l’Italia dei piccoli produttori, dei negozi che vendono senza imballaggi, degli agricoltori che si prendono cura della terra, dei mercati a chilometro zero, delle aziende familiari e delle filiere corte, delle botteghe e dei negozi di quartiere, dei gruppi di acquisto solidale”, spiega lei stessa sul sito. “L’Italia che, quando mette mano al portafogli, si ferma per un attimo a chiedersi se quei soldi finiranno a una delle multinazionali che stanno divorando il pianeta o a chi il pianeta sta provando a salvarlo”.
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Come tutte le mappature nate su base volontaria, la mappa dell’Italia senza supermercato è tutt’altro che un lavoro compiuto ed esaustivo. Va invece considerato un work in progress, al quale chiunque può dare un contributo. Basta collegarsi al sito ed inserire una realtà di propria conoscenza che abbia almeno qualcuna di queste caratteristiche: filiera corta, chilometro zero, GAS-Gruppi di Acquisto Solidali, gli alveari, mercati contadini, artigiani, biologico (anche se non certificato), assenza o sostenibilità degli imballaggi (es. cassette, sfuso, buste in tela), produttori che rispettano la stagionalità.

Elena ci tiene a precisare che sulla mappa nessuno fa pubblicità a pagamento e che nessuno garantisce per nessuno: “Ci fidiamo di chi inserisce un’azienda, un gruppo, un negozio, perché pensiamo sia normale che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e che sia bello costruire qualcosa di utile insieme”. Ciò non toglie che, qualora sulla mappa vengano inserite realtà non in linea con i principi sopra espressi, basterà segnalarle e verranno rimosse.

Insomma, un’iniziativa che ha lo scopo di fornire un nuovo strumento per creare una comunità nazionale sempre più grande, impegnata nel diffondere la possibilità del consumo critico e solidale, basata su relazioni di fiducia fra produttori responsabili e consumatori consapevoli. “Per favorire un’economia virtuosa, etica e sostenibile, in cui oltre al guadagno personale si pensa al bene comune”. E se poi, come nelle favole più belle, questa diventerà una mappa del tesoro per tanti altri, starà a voi raccontarcelo.

fonte: www.italiachecambia.org

Rifiuti, Zingaretti «spegne» inceneritore Colleferro: «sì» di Costa

Per l’immondizia ora impianti a freddo. Il ministro dell’Ambiente: «Nessun commissariamento». Lo sciopero dei lavoratori di Ama è rimandato al 5 novembre





















«Il superamento del concetto di incenerimento è molto gradito». Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, plaude il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per il piano di chiusura dell’inceneritore di Colleferro. Il progetto è stato presentato martedì dal governatore all’incontro voluto dallo stesso ministro per trovare un percorso condiviso con il Comune sulla questione degli impianti per smaltire gli scarti della Capitale. Il ministro Costa ha escluso l’ipotesi commissario per affrontare la questione rifiuti romani: «Non c’è alcuna intenzione da parte mia» ha tagliato corto al termine dell’incontro, durato quasi due ore.

Piano a lungo termine

Per realizzare il piano su Colleferro, però, ci vorranno due o tre anni. Rimane quindi aperta la ricerca di una soluzione a breve termine per le circa 2.000 tonnellate al giorno di rifiuti romani (sulle 4.600 totali) che escono «lavorate» dai quattro Tmb (Trattamento meccanico biologico, ndr) della città per finire in parte al termovalorizzatore di San Vittore (di Acea), in parte in Abruzzo, Emilia Romagna e Austria. Intanto Ama lavora al nuovo piano industriale, che comprende anche gli impianti di smaltimento della differenziata (44,8% del totale dei rifiuti) che sarà presentato al ministro Costa entro il 15 novembre

A Colleferro impianto per il riuso

Zingaretti prima di incontrare al tavolo del ministro, la prossima settimana, anche la sindaca Raggi e la prefetta Paola Basilone, incassa il plauso di Costa che precisa: «Questo significa trovare soluzioni condivise». In pratica l’impianto di Colleferro, fermo da un anno e mezzo più per le proteste dei residenti di zona che per il necessario ammodernamento, chiamato revamping, non sarà riattivato, ma riconvertito in una nuova struttura con macchine ad alta tecnologia che separeranno i rifiuti usciti dai Tmb per riavviarli al riuso, con lavorazione a freddo, senza impatto ambientale.

Plauso per il piano della qualità dell’aria

Il nuovo impianto, secondo il piano redatto dall’assessore regionale all’Ambiente, Massimiliano Valeriani, permetterà di chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma nel Lazio entro il 2020, perché potrà ricevere tutti i rifiuti, definiti «fos» e scarti, che vengono dai Tmb che lavorano al momento il 56% della spazzatura dei romani (la parte indifferenziata). Inoltre il ministro Costa ha trovato con Zingaretti una convergenza anche sull’imminente sottoscrizione del «Piano per la qualità dell’aria».

Le polemiche

Clima dunque di esplicita cordialità tanto da suscitare un tweet ironico dei pentastellati regionali: «Dal no all’inceneritore al Piano aria - ha scritto il gruppo guidato da Roberta Lombardi - È bastata un’ora con Costa per far rinsavire Zingaretti sulle politiche ambientali». «L’unica che deve rinsavire è Virginia Raggi - la replica del vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi - da cui Costa e Zingaretti aspettano da anni le aree di Roma e dell’area metropolitana, da fornire per legge, dove collocare gli impianti». Sul tema Costa era già intervenuto in mattina alla Camera rispondendo a un’interrogazione di Roberto Morassut, rimarcando in effetti tra le criticità del sistema romano e laziale «la mancata definizione delle aree idonee a colmare il deficit impiantistico», ma si è detto nel pomeriggio «moderatamente ottimista»: è necessario adesso «stringere gli spazi di interpretazione normativa e amministrativa». «Vogliamo arrivare - ha concluso il ministro - a un momento in cui si definisce l’uscita dalla situazione di sofferenza del Lazio e in particolare di Roma».

Lo sciopero di Ama rinviato al 5 novembre

Dove intanto i sindacati Ama sono ai ferri corti col Comune: «Senza il bilancio salta ogni possibilità di rilancio», spiegano, annunciando il rinvio dello sciopero dal 22 ottobre al 5 novembre. Martedì infine è stata firmata una delibera della giunta regionale che proroga fino a fine anno il trasporto di rifiuti «talquale» della Capitale verso l’Abruzzo: 39 mila tonnellate raccolte da Ama nei cassonetti di Roma, dirette all’Aquila.

La Roma-Latina

Martedì il governatore del Lazio Zingaretti ha incontrato anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli per parlare del progetto dell’autostrada Roma-Latina. Zingaretti spiega che l’idea è quella di fare realizzare l’opera «in-house all’Anas» perchè «questo permetterebbe subito di avviare gli espropri e le gare per i cantieri». Al momento il progetto è fermo in attesa che si risolva la controversia giudiziaria con la ditta che ha vinto la gara d’appalto. «Intanto va messa in sicurezza la Pontina», concordano Toninelli e Zingaretti.


fonte: https://roma.corriere.it

Ladispoli, il comune segue Cerveteri per la nuova gara rifiuti
















Dopo Cerveteri anche Ladispoli si affida ad E.S.P.E.R. per la progettazione del servizio di igiene urbana integrata.
Per 30mila euro, infatti, l’Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti dovrà progettare il servizio di igiene urbana di Ladispoli con l’implementazione della tariffa puntuale a partire dal 7/01/2019, oltre a dover dare supporto all’ente per la redazione dei relativi atti di gara.
Un bando per la gara rifiuti certamente difficoltoso da realizzare, al punto che nella vicina Cerveteri non sono mancati gli intoppi burocratici per portare a termine l’iter, sebbene nessun ritardo sia imputabile a Esper.
Si prospetta quindi una nuova gestione dei rifiuti, mentre il tema della raccolta differenziata e dell’igiene urbana a Ladispoli rimane caldo.
Ad oggi con l’attuale appalto l’ente paga cifre salatissime con continui incrementi di servizi. Aumenti che stanno portando la tariffa per l’igiene urbana ad essere insostenibile.
fonte: esper.it

La Regione Lazio presenta la prima strategia anti-plastica

Dal premio “Comune Plastic Free” al recupero dei rifiuti dispersi in mare: la Regione presenta le azioni per contrastare l’inquinamento da plastica sul territorio





















Anche il Lazio abbraccia la lotta ai rifiuti plastici. La Giunta ha presentato ieri la memoria “Lazio Plastic Free”strategia anti-plastica contenente una serie di azioni implementante o da implementare per contrastare uno dei più diffusi problemi ambientali del pianeta. Come spiega Massimiliano Valeriani, assessore Politiche abitative, Urbanistica e Ciclo dei Rifiuti “Le linee guida del piano regionale sono contenute in una memoria approvata oggi dalla Giunta al fine di definire l’impegno dell’amministrazione sulla sensibilizzazione alle buone pratiche nella raccolta differenziata degli imballaggi di plastica”.
Il piano contiene complessivamente 10 misure in cinque campi d’azione – riduzione, recupero, riciclo, rigenerazione e riuso – restituendo un approccio al problema a 360°. “Negli ultimi anni  – ha commentato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti – abbiamo speso 180 milioni per la riconversione green delle imprese, e ora siamo la seconda regione: eravamo quarti. Sono investimenti che hanno un impatto immediato. Abbiamo poi già realizzato 155 interventi sul settore energetico su palazzi, scuole e municipi risparmiando 4 milioni l’anno. Abbiamo alle spalle una stagione in cui abbiamo molto investito. Oggi apriamo un altro fronte che vuole trasformare il ciclo aggredendo nodi strutturali come quello della plastica”.

Cosa prevede, nel dettaglio, la nuova strategia anti-plastica del Lazio:

1.La definizioni di accordi che favoriscano la riduzione degli imballaggi in plastica e il recupero delle eccedenze alimentari. Il lavoro è già iniziato e coinvolgerà da vicino strutture pubbliche come gli ospedali.

2.L’istituzione del Premio Comune Plastic Free, per incentivare agli enti locali attivi sul fronte della lotta all’inquinamento da materie plastiche.

3.Il recupero e lo studio della plastica in mare, grazie anche alla collaborazione dei pescatori.

4.L’installazione di ecocompattatori di rifiuti nei principali punti vendita.

5.La disposizione di agevolazioni per Comuni e imprese che diminuiranno la produzione di rifiuti plastici. “La Regione – si legge in una nota stampa – investe 2 milioni di euro per sostenere l’applicazione della Tarip, tariffa puntuale sui rifiuti, nei Comuni del Lazio. Il prossimo autunno partirà il primo bando”.

6.L’introduzione della figura del Green Manager per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti negli Enti Pubblici, negli ospedali, negli istituti scolastici e nelle grandi aziende.

7.La realizzazione dei centri per il riuso, con l’obiettivo di aprirne almeno uno in ogni provincia del Lazio, oltre ad uno o due nella città di Roma.

8.La realizzazione di una filiera industriale per il riciclo della plastica attraverso l’applicazione di innovazioni tecnologiche e la realizzazione di specifici impianti a chiusura del ciclo.

9.L’introduzione di criteri di merito sugli appalti regionali per chi non usa plastica o usa plastica riciclata nelle amministrazioni e nei servizi pubblici.

10.Il lancio di campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale nei Comuni e nelle scuole del Lazio.

fonte: www.rinnovabili.it

Civita di Bagnoregio: la rinascita ecologica della “città che muore”



Diventare il primo comune plastic free d'Italia ed un esempio di pratiche virtuose. È questa l'ambizione di Civita di Bagnoregio, suggestivo borgo della provincia di Viterbo noto come "la città che muore". Promotori della rinascita ecologica di questo piccolissimo comune, oggi meta di tantissimi turisti, sono il sindaco Francesco Bigiotti e l'artista scozzese James P. Graham, impegnato per l'abolizione della plastica.


















Sembrava destinata a scomparire e invece Civita di Bagnoregio, meglio nota coma la città che muore, è esplosa come fenomeno turistico internazionale, manifestando un’inarrestabile vitalità. La piccola frazione di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, conta una decina di abitanti e un giro di 800 mila visitatori che, ogni anno, attraversano il ponte pedonale (unico accesso al borgo) per addentrarsi tra viuzze e case medioevali sospese sullo sperone di roccia tufacea. Un delicato mix di equilibri che l’attuale amministrazione sembra intenzionata a gestire anche in chiave ecosostenibile. E infatti all’interno di questa vetrina mondiale del Belpaese è in cantiere un progetto ambizioso: diventare ufficialmente il primo comune plastic free d’Italia.


“Faremo guerra alla plastica – ci anticipa il sindaco Francesco Bigiotti –. Definirsi sensibili all’ambiente non basta, vogliamo continuare a mettere in campo iniziative concrete che possano cambiare in meglio il territorio. Soprattutto siamo disposti a mettere sul piatto incentivi economici. Un comune come Bagnoregio che vive grazie ai turisti, il cui impatto è centinaia di volte superiore a quello popolazione locale, ha il dovere di dare il buon esempio e di farsi portavoce di un nuovo approccio verso l’ecosistema” .

Il primo step sarà l’introduzione di piatti, posate e bicchieri biodegradabili durante le sagre e gli eventi promossi dal Comune. “In secondo luogo vogliamo sensibilizzare e coinvolgere i commercianti della zona affinché abbraccino pratiche virtuose. Certo, bisognerà misurarsi con la grande distribuzione ma sono certo che con il sostegno del Comune non sarà impossibile immaginare che bar, ristoranti e negozi facciano scelte alternative nel rispetto dell’ambiente”. Pugno duro anche contro l’abitudine di buttare a terra le cicche di sigarette: “Distribuiremo posaceneri tascabili a chiunque ce ne faccia richiesta e faremo multe di 65 euro ai trasgressori”.


Sbandierare una politica plastic free in uno dei borghi più belli d’Italia significa, in definitiva, fare da cassa di risonanza in momento in cui, su più fronti, sembra esserci spazio per un salto di qualità. E infatti l’annuncio di Civita di Bagnoregio, che aspira a diventare patrimonio Unesco, coincide curiosamente con la proposta dell’Unione Europea di tassare gli imballaggi in plastica non riciclabile.





Tra i promotori della svolta sostenibile di Civita di Bagnoregio troviamo lo scozzese James P. Graham, artista di professione e referente in Italia di A Plastic Planet, il movimento a cui si deve l’apertura ad Amsterdam di Ekoplaza, il primo supermercato balzato all’attenzione dei media mondiali per aver abolito totalmente la plastica. “A livello globale – spiega – l’obiettivo del movimento è azzerare la produzione della plastica. Altro tema su cui ci battiamo è la corretta informazione. Per esempio diamo per scontato che tutta la plastica sia riciclabile e invece non è così. In Inghilterra se ne incomincia a parlare, in Italia c’è ancora molto lavoro da fare. In compenso gli italiani hanno un grande vantaggio: su buona parte della popolazione il background contadino è ancora presente e questo permette di avere una straordinaria una vicinanza con il linguaggio della natura”.


Lo sa bene James, che ha lasciato Londra e una carriera avviata nell’industria pubblicitaria per vivere nella quiete della campagna laziale. Nel suo studio, a pochi chilometri di Bagnoregio, ci mostra gli involucri biodegrabili di alcuni prodotti acquistati da Ekoplaza. “Le alternative ci sono e non sono così difficili da adottare come si pensa. Forse non tutti sanno che anche in Italia esistono diverse aziende all’avanguardia che offrono soluzioni di imballaggio sostenibili. Novamont, per esempio, produce il mater-bi, una famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili. Per far luce sulla filiera alternativa alla plastica, gli attivisti italiani di A Plastic Planet hanno preparato un documento dettagliato da sottoporre all’amministrazione e ai commercianti di Bagnoregio”.





In attesa che il progetto “plastic free” venga preso in carico dal Comune, si pensa a un tavolo di riflessione di più ampio respiro: a luglio, infatti, James ospiterà a Bagnoregio Satish Kumar, fondatore dello Schumacher College, centro internazionale di studi ecologici, e attualmente editor della rivista inglese Resurgence/Ecologist. “Oltre che intimo amico, Kumar è una fonte di ispirazione. Siamo stati di recente in Cina, invitati dall’University of Forestry and Agriculture della Provincia del Fujian. Con grande sorpresa abbiamo appreso che la Cina ha intenzione di diventare la più grande civiltà ecologica del mondo, un piano a cui il governo sta lavorando dal 2007. Una sfida non facile ma che ci dimostra che i tempi sono ormai maturi per ripensare lo sfruttamento delle risorse del pianeta”.


fonte: www.italiachecambia.org