Cos'è e come funziona il deposito cauzionale per i rifiuti
Alimenti e imballaggi non trasmettono il coronavirus. Lo dice il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare
Aldi sperimenta il packaging-free
Utilizzando un apposito erogatore (Refill station) e sacchetti di carta forniti gratuitamente nel punto vendita, il consumatore può scegliere tra diversi tipi di riso e pasta e acquistarli nel peso che desidera, come oggi avviene per i prodotti ortofrutticoli.
Aldi ha annunciato l'anno sorso di voler dimezzare i volumi di imballaggi in plastica entro il 2025, rimuovendo circa 74mila tonnellate di materiale. Tra gli obiettivi del piano anche l'utilizzo di imballaggi riciclabili, compostabili e riutilizzabili per i prodotti a proprio marchio entro il 2022 e di tutti quelli a scaffale entro il 2025.
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Francia, entro il 2030 il 20% della superficie dei grandi supermercati dedicata a prodotti alla spina
La Loi Climat vuole rendere più facile ai clienti fare acquisti usando contenitori riutilizzabili, magari i propri portati da casa, rinunciando quasi definitivamente all’usa e getta. Se approvata, si applicherà a prodotti alimentari secchi, come pasta, cereali, fagioli e riso. Le piccole imprese e i negozi non alimentari non saranno soggetti alle nuove regole, così come le enoteche, i negozi di cosmetici, le profumerie. A questo proposito Zero Waste Europe parla di occasione persa perchè la norma di fatto escluderebbe il vetro, accettando le “argomentazioni fallaci” di alcuni deputati come quelle che “il vetro riutilizzato emetterebbe più gas serra a causa del suo peso” o che non sia necessario riutilizzarlo “poiché è già molto ben riciclato”.
Pompili ha affermato tuttavia che la legge è progettata per “non mettere in difficoltà le reti di distribuzione”, ma piuttosto per promuovere l’eliminazione graduale degli imballaggi usa e getta per combattere la crescente crisi dei rifiuti nel mondo, soprattutto di plastica. In Francia si consumano 1,2 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica per uso domestico all’anno.
A partire dal 2023, la nuova legislazione richiederà inoltre ai produttori che i propri articoli abbiano dei componenti staccabili in modo che possono essere riparati per almeno cinque anni dopo essere stati venduti. Il disegno di legge è simile a un piano anti-usa e getta annunciato dalla Commissione europea nel marzo 2020, che costringerebbe i produttori a realizzare prodotti che durano più a lungo e possono essere facilmente sostituiti e ripristinati.
fonte: www.ecodallecitta.it
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Il riciclo del flessibile inizia al supermercato
La sperimentazione è partita in 63 punti vendita Sainsbury's nel Nordest dell'Inghilterra, mentre l'avvio su scala nazionale - se il progetto pilota avrà successo - è previsto entro la fine dell'anno. Unito. É invece già attiva in 600 supermercati del Regno Unito la raccolta di film in polietilene e sacchetti per la spesa a fine vita.

Gli imballaggi flessibili in polipropilene non vengono attualmente raccolti con la differenziata nella maggior parte dei Comuni inglesi, mentre l'immesso al consumo è stimato, nel paese, in 80.000 tonnellate annue (su 260.000 t/a di imballaggi in PP). I supermercati della catena britannica saranno così il principale punto di raccolta per questa tipologia di imballaggi.
Sainsbury's ha introdotto nel 2012 nei parcheggi di molti suoi supermercati cassonetti per la raccolta di bottiglie, vasi, vaschette e vassoi di plastica; dal 2019 ha avviato anche un progetto pilota di deposito su cauzione per il recupero di bottiglie per bevande.
fonte: www.polimerica.it
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Ecco come la Tari può aiutare la lotta al food waste
Cosa succederebbe se ai supermercati che si impegnano a contrastare lo spreco alimentare venissero garantite riduzioni sulla tariffa rifiuti? Se lo sono chiesti i ricercatori dell'Università della Tuscia, autori di una ricerca pubblicata nei giorni scorsi dalla rivista Waste Management. “In una città come Roma – dicono - si riuscirebbero a recuperare tra le mille e le duemila tonnellate di cibo all'anno da destinare al circuito della solidarietà”.
fonte: www.ricicla.tv
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Fase3: continua a crescere a Milano il fenomeno dei 'Supermercati di Condominio'
Con la Fase 3 gli italiani hanno riacquistato molte delle loro libertà, ma alle comodità non si rinuncia e il fenomeno del "Supermercato di Condominio" prende sempre più piede: la startup italiana FrescoFrigo ha installato altri 11 frigoriferi intelligenti in 7 condomini di 3 cooperative milanesi. A partire da questa settimana gli oltre 2.000 residenti delle cooperative Uniabita, Abitare e Deltaecopolis troveranno a loro disposizione negli spazi comuni i frigoriferi intelligenti di FrescoFrigo, da cui rifornirsi di prodotti freschi a marchio Coop come: frutta, verdura, latte, uova, farina, pasta, sughi e piatti pronti, allo stesso prezzo dei punti vendita tradizionali.
I frigoriferi intelligenti rappresentano un vero e proprio retail – compatto, di prossimità e ben assortito – che permette ai condomini di acquistare generi alimentari sempre freschi senza dover uscire dal proprio complesso residenziale e il cui rifornimento sarà modulato in base ai consumi, per offrire agli utenti un'offerta personalizzata di spesa in base alle loro preferenze d'acquisto.
Nei sette stabili dove la popolazione condominiale è in prevalenza anziana i cooperatori hanno pensato di offrire supporto all'acquisto, mettendo a disposizione della portineria carte di credito prepagate, per rendere accessibile il servizio anche a chi ha poca dimestichezza con lo smartphone e con le app.I condomini possono visionare i prodotti dalla grande vetrina frontale, sbloccare e aprire il frigo tramite mobile app o carte prepagate, scegliere i prodotti di cui necessitano e concludere l'acquisto semplicemente chiudendo la porta del frigo. Sarà il sistema a rilevare l'operazione e addebitare al cliente il costo dei prodotti scelti, direttamente sulla carta.
I prodotti più acquistati sono nell'ordine: uova, verdura e frutta fresca, salmone affumicato, tortellini freschi, latte, snack, formaggio spalmabile e latte di soia. Inoltre, nelle ultime settimane con il cambio di stagione si sta registrando un incremento degli acquisti di frutta di stagione come fragole e ciliegie e cibi freschi come prosciutto crudo e mozzarelle. Infine, il graduale ritorno alla normalità si vede anche dal fatto che crescono le vendite di prodotti "Ready to eat" come per esempio piatti pronti e insalate.
fonte: www.greencity.it
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Al supermercarto con il contenitore per alimenti portato da casa, a Modena si sperimenta
„Al supermercarto con il contenitore per alimenti portato da casa, a Modena si sperimenta
„Sei punti vendita si attrezzano per dare la possibilità ai clienti di acquistare gli alimenti freschi nei loro contenitori, riducendo così il consumo dei monouso: "Ma il sistema italiano non aiuta"
“
Al supermercarto con il contenitore per alimenti portato da casa, a Modena si sperimenta
„
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Niente incarti per salumi e formaggi, ora al Sigma si usa il contenitore portato da casa
Plastica, troppo pochi gli eco-compattatori nei supermercati per recuperare bottiglie in cambio di sconti. Bene solo Unes e Coop
- 26 punti vendita nella cooperativa emiliana Coop Reno dove sono attive macchine ‘schiaccia bottiglie’
- 6 supermercati Coop Liguria, dove sono attivi i ‘Ricicla Point’
- 2 compattatori in punti vendita Coop Lombardia
- 2 ‘alberi del riciclo’ nei supermercati Coop Alleanza a Formigine e Bari
- 1 compattatore installato da Coop Amiatina

Il supermercato dove la plastica è vietata
Bisogna prendere l'insalata, metterla nel sacchetto di carta e pesarla. Si pesa e si porta via quello che effettivamente si mangia".
Comprare senza plastica si può: lo conferma Patrizia, che a Ossana, in Trentino, alterna le sue giornate tra l'orto della sua azienda agricola e il supermercato biologico dove rivende il raccolto.
Sugli scaffali, solo prodotti locali e certificati, proprio come i piccoli frutti di Giacomo, socio non ancora trentenne del supermercato: "Abbiamo deciso di trovare il lavoro che ci desse la possibilità di rimanere legati al nostro territorio".
Con loro, c'è Marina, più esperta ma non meno entusiasta: "Ho trovato la ricetta dell'aceto che si faceva in casa con le mele coltivate. Se uno va a cercare su internet le proprietà dell'aceto di mela selvatica e sono l'unica in Italia a farlo".
Il primo a crederci è stato il Comune, che ha indetto un bando ad hoc. "L'abbiamo fortemente voluto perché aprisse una strada verso il biologico, il sano, il consumo di energia minimo e la plastica assolutamente vietata".
E la risposta dei clienti è sorprendente: "Piace molto anche alle persone anziane eravamo un po' in dubbio che capissero questo sistema ma in realtà loro lo sanno già perché qua cinquant'anni fa si faceva così".
fonte: https://www.rainews.it/
Nude food, no agli imballaggi per tutelare l’ambiente
Un caso emblematico è quello degli agrumi, facilmente pelabili anche a mani nude, già porzionati in spicchi pronti al consumo, fatto, questo, magnificamente descritto già da Bruno Munari nel 1963 nel suo libro “Good Design”.
Fortunatamente per tutti, a far argine a questa deriva di etichette e imballi ha pensato la cultura dominante del consumatore attuale, che in contrasto con la tendenza descritta percepisce sempre più la qualità quando questa si esprime in modo naturale, meno “lavorato” o “manipolato”, e quando il prodotto mette in mostra senza timore l’imperfezione dettata dalla sua qualità naturale.
Sulla scia di tale tendenza, rafforzata anche da un’attenzione normativa crescente, nel limitare i fattori inquinanti e l’indiscriminato uso delle plastiche e di altri materiali da imballo, vanno diffondendosi movimenti come il “Nude food”, che promuove la rimozione totale degli imballi dagli alimenti affinché questi possano essere distribuiti e acquistati, appunto, “nudi”. Prendono vita così, in modo sempre più frequente, supermercati che propongono la vendita di prodotti sfusi, diverse aziende reintroducono il “vuoto a rendere”, prassi commerciale ormai quasi totalmente estinta, che trova una nuova vita e dignità, apprezzata dal pubblico e virtuosa per l’ambiente, e non ultimo l’utilizzo di sistemi alternativi di etichettatura.
Poiché se, da una parte, l’eliminazione di ogni superfetazione, che vuole riportare il prodotto alla sua semplicità e nudità, può essere del tutto condivisibile e realizza un principio virtuoso oltre che per l’ambiente anche per l’economicità del prodotto, che diminuisce i costi che eccedono la sua produzione, come nel caso dei prodotti vegetali, dall’altra permangono le esigenze delle aziende produttrici (oltre che indicate dalla norma) di tracciabilità e comunicazione ai consumatori sia per ragioni sanitarie che commerciali e di marketing.

A tale scopo cresce l’applicazione di strumenti digitali che minimizzano le dimensioni e la complessità delle etichette, rimandando ad apposite app la possibilità di comunicare al consumatore molte più informazioni e in modo molto meno restrittivo, tutti i messaggi che l’azienda definisce utili, oltre agli inderogabili obblighi di legge, questo attraverso strumenti di realtà aumentata o di semplici Qr code.
Altro sistema che prende sempre maggior piede è l’utilizzo di laser per l’incisione di messaggi, note e loghi sul prodotto stesso, con il vantaggio di non aver alcun ulteriore materiale a contatto con l’alimento, il cui impiego oltre ad avere un costo dovrà essere costantemente verificato. Storicamente l’uso della tecnologia di marchiatura a caldo è sempre stato impiegato nelle aziende lattiero-casearie per la marchiatura della crosta dei formaggi o di alcuni salumi. Con l’impiego del laser però si ha un aumento più che sensibile della precisione del messaggio, che può quindi sostituire in toto un’etichetta cartacea sui prodotti la cui superficie consenta un’incisione visibile.
La richiesta di un consumo più responsabile offre quindi nuove aperture di mercato e la possibilità di sviluppo di nuove tecniche comunicative, un “mercato nel mercato”, terreno fertile per innovazioni e startup destinate a crescere rapidamente e imporsi in un sistema altrimenti stanco e saturo.
fonte: https://www.italiaatavola.net
La svolta green di Unes Supermercati

