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Il riciclo del flessibile inizia al supermercato

Sainsbury's sperimenta in 63 punti vendita inglesi la raccolta di film e buste in polipropilene per alimenti.








La catena di supermercati britannica Sainsbury's ha avviato un progetto pilota per la raccolta nei propri punti vendita di imballaggi flessibili in polipropilene al fine di un successivo riciclo. In particolare, verranno raccolti - nei contenitori già presenti per i packaging in polietilene - film e buste per il confezionamento di insalata, alimenti surgelati, biscotti e altri prodotti da forno.

La sperimentazione è partita in 63 punti vendita Sainsbury's nel Nordest dell'Inghilterra, mentre l'avvio su scala nazionale - se il progetto pilota avrà successo - è previsto entro la fine dell'anno. Unito. É invece già attiva in 600 supermercati del Regno Unito la raccolta di film in polietilene e sacchetti per la spesa a fine vita.


L'iniziativa rientra nel piano Net Zero by 2040 che punta a dimezzare l'utilizzo di imballaggi in plastica entro il 2025 e raggiungere la neutralità climatica delle attività entro il 2040.

Gli imballaggi flessibili in polipropilene non vengono attualmente raccolti con la differenziata nella maggior parte dei Comuni inglesi, mentre l'immesso al consumo è stimato, nel paese, in 80.000 tonnellate annue (su 260.000 t/a di imballaggi in PP). I supermercati della catena britannica saranno così il principale punto di raccolta per questa tipologia di imballaggi.
Sainsbury's ha introdotto nel 2012 nei parcheggi di molti suoi supermercati cassonetti per la raccolta di bottiglie, vasi, vaschette e vassoi di plastica; dal 2019 ha avviato anche un progetto pilota di deposito su cauzione per il recupero di bottiglie per bevande.

fonte: www.polimerica.it



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Borealis dal monouso al closed-loop

In quattro impianti del gruppo i bicchierini sostituiti da tazze riutilizzabili in plastica, poi riciclate in circuito chiuso.















Il produttore austriaco di poliolefine Borealis ha avviato in quattro impianti belgi un programma pilota per la sostituzione dei bicchieri monouso utilizzati per la somministrazione di caffè e bevande con tazze EcoCore riutilizzabili più volte, sempre in plastica, che alla fine della vita utile entrano in un circuito chiuso di riciclo meccanico per trasformarsi in nuove tazze.

Il progetto rientra nel programma di sostenibilità ambientale EverMinds introdotto dal gruppo austriaco. L'obiettivo è rimpiazzare, nei quattro centri europei, 1,5 milioni di bicchieri utilizzati ogni anno con 30mila tazze leggere in materiale espanso a base di polipropilene prodotti da Miko Pac con tecnologia EcoCore della britannica Bockatech (leggi articolo), ognuna del peso di 15 grammi, con un risparmio potenziale di 4,2 tonnellate di plastica vergine.

COME FUNZIONA. Utilizzando le macchine Miko Coffee Services, i dipendenti dei quattro stabilimenti Borealis impiegano la stessa tazza per tutto il giorno, eliminando in media quattro bicchierini monouso. Al termine della giornata, le tazze vengono raccolte e lavate dalla società di servizi Goodless: ogni tazza è etichettata con un chip RFID (Radio Frequency Identification) in modo da poterne tracciare il ciclo d'uso al fine di ottimizzare il sistema, ad esempio analizzando quante tazze sono state utilizzate e, potenzialmente, riducendone il numero in circolazione. Quando le tazze non possono più essere riutilizzate a causa di usura o danni, vengono ritirate e riciclate per via meccanica in un materiale approvato per contatto con alimenti, che può essere reimpiegato per produrre nuove tazze, chiudendo così il ciclo.
Al termine della sperimentazione, i risultati del progetto pilota verranno acquisiti, analizzati e pubblicati per dimostrare la validità del circuito.


fonte: www.polimerica.it


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Come i ragazzi possono cambiare il mondo (inquinato), la sfida tra studenti per creare impatti positivi sull’ambiente

Progetti scalabili, tecnologici e circolari in grado di trasformare sprechi in risorse e di sensibilizzare i rispettivi territori di appartenenza Parola d’ordine: resilienza. Docenti, studenti, mentor e organizzatori hanno dovuto, infatti, affrontare anche la sfida del Coronavirus













Un guanto compostabile per salvaguardare l’ambiente pensato prima che il Covid-19 cambiasse le nostre vite, servizi di riuso di materiale scolastico, book-sharing e tech-sharing per combattere le diseguaglianze tra studenti, moduli fatti con materiali di riciclo in cui poi coltivare piante antismog, pannelli termoisolanti realizzati utilizzando i capelli raccolti dai parrucchieri, che sono rifiuti difficili da smaltire. Queste sono le idee alla base di alcuni tra i progetti premiati nel corso della Changemaker Competition 2020 di ‘B Corp School’, percorso PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) di formazione su sostenibilità ambientale e impresa B Corp, fondata da InVento Lab e che si è tenuta sulla piattaforma dell’impresa sociale. Diverse classi si sono sfidate in videocall sia per il progetto B Corp School e per il progetto B Circular, in entrambi i casi in due competizioni distinte, per le scuole superiori e le medie. Obiettivo comune è stato quello di creare impatti positivi: progetti scalabili, tecnologici e circolari in grado di trasformare sprechi in risorse e di sensibilizzare i rispettivi territori di appartenenza su tematiche ambientali. Parola d’ordine: resilienza. Docenti, studenti, mentor e organizzatori hanno dovuto, infatti, affrontare anche la sfida del Coronavirus.

IL PROGETTO B CORP SCHOOL E LA START UP VINCITRICE – Per la prima competizione hanno gareggiato, a colpi di sostenibilità, ragazzi provenienti da 9 istituti superiori in 4 regioni diverse d’Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio). La migliore startup del progetto B Corp School è risultata Blue Stock, gruppo misto dell’Istituto Benini di Melegnano, che si è aggiudicato anche il premio B Pop(ular) su Instangram. Al centro l’avvio di servizi di riuso di materiale scolastico durevole, book-sharing e tech-sharing, per consentire anche agli studenti provenienti da famiglie meno abbienti di disporre di materiale scolastico durevole.

GLI ALTRI PREMI – Il Premio B SDGs, invece, è andato a Isol-hair, start up della 4A (BA) dell’Itis Da Vinci di Parma, che ha scelto di realizzare pannelli termoisolanti e fonoassorbenti utilizzando i capelli raccolti dai parrucchieri, insieme ad argilla e fibra di canapa, per ridurre lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e l’uso di risorse e materiali non sostenibili in ambito edilizio. La start up Piantasì ha portato a casa il premio B Green. L’idea della 3L del Liceo Ulivi di Parma è quella di produrre moduli fatti con materiali di riciclo (pallet di legno, vasetti di yogurt o lolla di riso, fondi di caffè) in cui coltivare piante antismog con il metodo dell’idroponica. Il Premio B Community è andato al progetto della start up World Breath, della 4CAT dell’IIS Romani di Casalmaggiore, che ha realizzato un’app che permetterà di determinare la Carbon Footprint del cittadino e consigliarlo nella scelta di essenze arboree efficaci per l’assorbimento della CO2., mettendo in contatto diversi attori: cittadini, pubbliche amministrazioni, aziende e tecnici del settore. Menzione speciale alla start up E-hands della Classe 3DS del Liceo scientifico Curie di Tradate (Varese), che produce un guanto compostabile per salvaguardare l’ambiente, combattere l’eccessivo consumo di plastica in polietilene e lo spreco dei guanti monouso in plastica polietilene nel reparto ortofrutticolo dei supermercati, spesso dispersi nell’ambiente in quanto abbandonati a terra o nei carrelli. Per la Changemaker Competition Young (scuole medie) il premio Plastic free è stato assegnato a ‘Eliminiamo la plastica a scuola!’ della classe 3A Istituto San Benedetto di Parma, mentre il premio Zero Waste è stato vinto dal progetto ‘Dallo scarto nasce la vita’ della classe 3B Istituto San Benedetto di Parma.

IL PROGETTO B CIRCULAR – La migliore idea per il progetto B Circular, per il quale si sono sfidate 13 classi dai territori di Milano e della Martesana è ‘Stiamo Composti’, della 3BE dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, che propone di produrre il compost dai rifiuti organici che la scuola produce quotidianamente. Al secondo posto ‘Marconi Eco Shop’, della 3 DI dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, progetto che punta a creare un negozio all’interno della scuola, in cui potersi rifornire di borracce, lunch box, penne e quaderni. Terza miglior idea di B Circular è ‘- Indifferenza + Differenziata’, della 3BL dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, per ridurre i rifiuti smaltiti in maniera scorretta nell’Istituto con cestini per la differenziata, contest sui social per coinvolgere gli studenti e un’app per connettere l’offerta di rifiuti scolastici e la domanda degli stessi da parte degli attori locali dello smaltimento e riuso. A vincere il premio Miglior Impatto Circolare è stato il progetto Paper Plastic Pisadog della 3LB del Liceo Virgilio di Milano, che punta a chiedere agli studenti di impegnarsi a ritirare i rifiuti in carta e plastica accumulati dalla scuola, per permetterne la consegna ad aziende addette al riciclaggio, ricevendo in cambio oggetti di cancelleria fatti con i materiali riciclati. Per quanto riguarda le scuole medie, il premio Creatività è andato al progetto ‘Mangia meglio spreca meno’ della classe 3C IC Sorelle Agazzi di Milano. Premio Community , per il coinvolgimento del territorio e della comunità, è stato assegnato a “Prima ri C icliamo” della 1CT IC Locatelli Quasimodo di Milano. Il premio Educazione Circolare è stato assegnato a “Rifiutiamo i rifiuti” della classe 2A IC Faipò di Gessate.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it


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Autoconsumo collettivo in condominio, i progetti pilota scelti da RSE















Sono 9 i progetti scelti da RSE per svolgere una analisi costi-benefici dell’autoconsumo collettivo condominiale, dal punto di vista energetico, economico, ambientale e sociale.

Nell'ambito del Piano Triennale di Ricerca di Sistema 2019-2021, RSE aveva lanciato lo scorso autunno la selezione di progetti pilota con lo scopo di coinvolgere i diversi attori della filiera in uno studio sulla futura configurazione che prenderà il sistema energetico nazionale nel prossimo decennio. Anche in vista del recepimento delle direttive sulle rinnovabili (direttiva 2018/2001/Ue) e sul mercato elettrico (direttiva 2019/944/Ue), che danno la possibilità ai consumatori di energia di associarsi per realizzare forme di autoconsumo collettivo, anche sotto forma di comunità energetiche.

Tra i 24 progetti presentati da 14 proponenti, ne sono stati scelti 9 su cui condurre studi di approfondimento ed analisi dei benefici, che RSE svolgerà nei prossimi mesi.

Tra questi anche il progetto pilota di autoconsumo collettivo condominiale promosso da ènostra e Sinergia, in collaborazione con Encore e che sarà condotto sul Social Housing QUI ABITO, sito nel Quartiere sud di Padova, realizzato dal Fondo Veneto Casa e gestito dalla Cooperativa Città So.la.re.

Nell’ambito della sperimentazione saranno raccolti e analizzati i dati di consumo elettrico e domanda termica delle utenze, saranno modellizzati i prelievi e le immissioni di energia in rete e sarà effettuata una ripartizione dell’autoconsumo tra i diversi soggetti partecipanti con analisi dei costi benefici per i diversi profili.

Si prevede inoltre la simulazione dell’impatto, oltre che dell’impianto FV condominiale attuale, di un possibile incremento della potenza installata al fine di valutarne l’ottimizzazione sia sulla quota di autoconsumo sugli usi comuni (autoconsumo reale), sia su quelli dei consumi individuali (autoconsumo virtuale).

"Tra gli impatti attesi dell’esperienza pilota di autoconsumo collettivo, che ci stanno più a cuore”, sottolinea Sara Capuzzo, Presidente di ènostra e coordinatrice del progetto, "sono quelli di carattere ambientale e, ancor più, sociale: una maggiore consapevolezza e un uso più razionale dell’energia da parte dei condomini; la riduzione della spesa energetica, con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili; l’attivazione di iniziative collettive in tema di energia e di beni comuni che favoriscano l’interazione tra condomini e l’inclusione; la realizzazione di modelli equi e replicabili di produzione diffusa e autoconsumo che riconoscano ai cittadini il ruolo di protagonisti; l’evoluzione di rapporti reciprocamente vantaggiosi tra gli stakeholder coinvolti (gestore sociale, proprietario immobili, locatari, ecc.)".

Riferimenti

Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2018/2001/Ue - Direttiva sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (rifusione) - Abrogazione direttiva 2009/28/Ce
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)


Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2019/944/Ue - Direttiva relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica - Modifica alla direttiva 2012/27/Ue
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it


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