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Aamps, compostaggio condominiale: via al progetto ecologico

 











Compostiere gratuite e realizzate in plastica riciclata che potranno essere richieste da tutti coloro interessati a produrre compost di qualità. Prevista una riduzione della 

Come si progetta un’isola ecologica condominiale? Studio dell’Arpa Campania

 









Lo studio propone una metodologia di calcolo per la progettazione di un’ isola ecologica condominiale che accolga i rifiuti in attesa dei prelievi del servizio di raccolta e che preveda anche una compostiera per la trasformazione dell’umido in ammendante per i suoli. Vengono ripercorsi i passaggi per la scelta dimensionale dell’isola ecologica e dell’apparecchiatura, il calcolo del compost prodotto ed il suo utilizzo, l’allestimento dell’impianto, i presidi adottati e la procedura autorizzativa da seguire.

Ecco l’articolo pubblicato sulla rivista Arpa Campania Ambiente.

https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2021/04/pagg.18-19.pdf

fonte: www.snpambiente.it


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Anche in condominio si può

Chissà se ora che la pandemia ha contribuito a far precipitare il prezzo del petrolio le alternative al fossile e il risparmio energetico saranno promossi sul serio. Pochi sanno che i pannelli fotovoltaici sono stati scoperti decine di anni prima del petrolio e che oggi qualsiasi condomino che vuole installare un impianto per il proprio appartamento – secondo quanto previsto da una legge e da una sentenza del Tribunale di Milano – ha sempre la possibilità di farlo. Un paragrafo tratto dal capitolo dedicato alla casa del libro di Linda Maggiori Questione di futuro. Guida per famiglie eco-logiche!




















Se si hanno vicini diffidenti, terrorizzati da ogni novità, che minacciano maledizioni e veti, che temono che i pannelli fotovoltaici si spostino con il vento, portandosi il palazzo con sé, e altre piaghe d’Egitto… niente paura, nervi saldi, la legge è dalla vostra. Secondo la Legge n. 220 dell’11 dicembre 2012, infatti, se il progetto non arreca problemi estetici o funzionali, se non modifica la destinazione d’uso di parti comuni e non consuma tutto o buona parte del tetto disponibile, allora il condomino che vuole installare un impianto (per il proprio appartamento) ha possibilità di farlo. Quindi, occorrerà dare «comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi». La sentenza n.11707/2014 è esplicativa: il Tribunale di Milano ha annullato una delibera assembleare che vietava a un condomino l’utilizzo del tetto comune per l’installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica a uso personale. Secondo il giudice, il veto dell’assemblea era in netto contrasto con quanto disposto dalla Legge suddetta, la quale dà diritto al condomino di installare l’impianto anche senza il consenso dell’assemblea condominiale. Quest’ultima può soltanto prescrivere, a maggioranza, «modalità alternative di esecuzione, imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell’edificio, oppure provvedere a richiesta a ripartire l’uso del lastrico solare o delle altre superfici comuni salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di condominio…».

Se proprio non fosse possibile, perché si vive in affitto, o perché (ahimè) ci sono vincoli architettonici sugli edifici, si può comunque utilizzare energia 100% rinnovabile da un fornitore etico (noi abbiamo scelto Ènostra25). Nel nostro caso, abbiamo scelto un appartamento appena fuori le mura, senza vincoli architettonici, in una posizione favorevole (secondo e ultimo piano, sotto al tetto) che ha semplificato molto i problemi di collegamento tra i pannelli sul tetto e il nostro appartamento. Un altro vantaggio è stato avere un tetto non troppo spiovente e quindi poter usufruire anche del lato nordovest. Meglio ancora sarebbe un tetto piatto. In Germania, sono molto più avanti di noi nello sfruttare l’energia solare, i tetti dei condomini sono piatti, erbosi e ricoperti da pannelli fotovoltaici. I pannelli fotovoltaici inoltre possono essere ondulati, seguendo la forma delle tegole, da qualche anno hanno persino inventato i coppi fotovoltaici “Invisible Solar”, togliendo ogni scusa ai “vincoli architettonici”. In conclusione, senza usare più spazio di quello destinatoci, siamo comunque riusciti a installare pannelli fotovoltaici che ci servono per illuminazione, riscaldamento, acqua calda, cucina. Quando d’inverno o di notte, il sole non basta, compriamo energia pulita dalla rete, come soci della cooperativa Ènostra (25 www.enostra.it).

Illuminarci… senza inquinare!

Il sole colpisce la terra con un’energia che è 10mila volte superiore al suo uso totale nel mondo. Uno spreco immane. Per avere energia elettrica ecologica, a zero CO2, e risolvere buona parte del riscaldamento globale, basterebbe installare pannelli fotovoltaici sul tetto di ogni casa e, per risparmiare energia, sostituire le illuminazioni casalinghe (e pubbliche) con quelle a Led.

Sembra una tecnologia recente e ancora poco diffusa ma in realtà i pannelli fotovoltaici furono scoperti decine di anni prima del petrolio e poco dopo il carbone: nel 1884, infatti, apparve il primo impianto fotovoltaico sul tetto di Charles Fritts a New York. Come in altri casi, il mondo non ha saputo sviluppare appieno questa tecnologia (attualmente produce solo il 2% dell’energia globale), perché i monopoli economici puntavano sul fossile.

Ora che il Covid-19 ha fatto precipitare il prezzo del petrolio, la speranza è che nessuno vorrà più investire in questa risorsa perché il costo di estrazione sarà troppo alto per un prezzo così basso. Nei prossimi anni, speriamo quindi di vedere più tetti solari e importanti investimenti in questo senso da parte degli Stati.

Gli impianti fotovoltaici possono essere:

• senza batterie di accumulo e connesso alla rete: nei momenti di eccesso di energia (estate, ore centrali), questa viene venduta alla rete GSE, mentre nei momenti di scarsità (notte) viene riacquistata dalla rete;

• con accumulo e connesso alla rete: le batterie di accumulo, come già ricordato, hanno un’energia grigia elevata, poiché fatte con litio e cobalto che deriva da miniere nei paesi poveri. Possono essere utili se condivisi da un condominio;

• con accumulo e stand alone: adatte a quelle situazioni abitative particolarmente isolate, per democratizzare l’accesso all’energia nelle zone rurali o sperdute, che non hanno accesso alla rete, e nei paesi poveri. Ad esempio, nel villaggio del lago Titicaca, a 4.000 metri di altezza, i pannelli solari hanno sostituito il kerosene e sono stati salutati con grande entusiasmo dalla popolazione indigena. Dal 2020 è possibile produrre e scambiare localmente l’energia in eccesso, tra i condomini, imprese, edifici pubblici e attività commerciali, per impianti fino a 200 kW di potenza.

Il dossier A Just(ice) Transition is a Post-Extractive Transition (una transizione di giustizia è una transizione post-estrattiva) ci mette in guardia però sui rischi dell’estrattivismo.

Secondo il rapporto, i metalli sono scarsi e non possiamo estrarne quanti ne vogliamo. Bisogna che l’umanità si dia una scala di priorità: cosa ci serve davvero? Energie rinnovabili per riscaldarci e illuminarci sono la priorità. L’industria degli armamenti, dell’elettronica, delle auto elettriche e dell’aviazione sono e saranno altri comparti con una domanda ingente di materie prime minerarie. Ma qui il rapporto solleva una domanda strutturale: «È giusta e necessaria l’ambizione di avere su strada entro il 2050 un miliardo di veicoli elettrici in gran parte privati e destinati al Nord globale?».

Tratto da Questione di futuro. Guida per famiglie eco-logiche (Edizioni San Paolo): pubblicato in accordo con l’editore. Questa la pagina facebook Questione di Futuro.

fonte: comune-info.net


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Fase3: continua a crescere a Milano il fenomeno dei 'Supermercati di Condominio'

Il supermercato di condominio si conferma un servizio di utilità sociale anche nella fase 3, nei complessi dove è già installato, il graduale ritorno alla normalità sta facendo aumentare il consumo di prodotti "ready to eat", la fascia oraria preferita di utilizzo è 17.00-20.00, i prodotti più venduti: uova, verdura e frutta fresca, salmone affumicato.















Con la Fase 3 gli italiani hanno riacquistato molte delle loro libertà, ma alle comodità non si rinuncia e il fenomeno del "Supermercato di Condominio" prende sempre più piede: la startup italiana FrescoFrigo ha installato altri 11 frigoriferi intelligenti in 7 condomini di 3 cooperative milanesi. A partire da questa settimana gli oltre 2.000 residenti delle cooperative Uniabita, Abitare e Deltaecopolis troveranno a loro disposizione negli spazi comuni i frigoriferi intelligenti di FrescoFrigo, da cui rifornirsi di prodotti freschi a marchio Coop come: frutta, verdura, latte, uova, farina, pasta, sughi e piatti pronti, allo stesso prezzo dei punti vendita tradizionali.
I frigoriferi intelligenti rappresentano un vero e proprio retail – compatto, di prossimità e ben assortito – che permette ai condomini di acquistare generi alimentari sempre freschi senza dover uscire dal proprio complesso residenziale e il cui rifornimento sarà modulato in base ai consumi, per offrire agli utenti un'offerta personalizzata di spesa in base alle loro preferenze d'acquisto.
Nei sette stabili dove la popolazione condominiale è in prevalenza anziana i cooperatori hanno pensato di offrire supporto all'acquisto, mettendo a disposizione della portineria carte di credito prepagate, per rendere accessibile il servizio anche a chi ha poca dimestichezza con lo smartphone e con le app.I condomini possono visionare i prodotti dalla grande vetrina frontale, sbloccare e aprire il frigo tramite mobile app o carte prepagate, scegliere i prodotti di cui necessitano e concludere l'acquisto semplicemente chiudendo la porta del frigo. Sarà il sistema a rilevare l'operazione e addebitare al cliente il costo dei prodotti scelti, direttamente sulla carta.
I prodotti più acquistati sono nell'ordine: uova, verdura e frutta fresca, salmone affumicato, tortellini freschi, latte, snack, formaggio spalmabile e latte di soia. Inoltre, nelle ultime settimane con il cambio di stagione si sta registrando un incremento degli acquisti di frutta di stagione come fragole e ciliegie e cibi freschi come prosciutto crudo e mozzarelle. Infine, il graduale ritorno alla normalità si vede anche dal fatto che crescono le vendite di prodotti "Ready to eat" come per esempio piatti pronti e insalate.

fonte: www.greencity.it


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Autoconsumo collettivo in condominio, i progetti pilota scelti da RSE















Sono 9 i progetti scelti da RSE per svolgere una analisi costi-benefici dell’autoconsumo collettivo condominiale, dal punto di vista energetico, economico, ambientale e sociale.

Nell'ambito del Piano Triennale di Ricerca di Sistema 2019-2021, RSE aveva lanciato lo scorso autunno la selezione di progetti pilota con lo scopo di coinvolgere i diversi attori della filiera in uno studio sulla futura configurazione che prenderà il sistema energetico nazionale nel prossimo decennio. Anche in vista del recepimento delle direttive sulle rinnovabili (direttiva 2018/2001/Ue) e sul mercato elettrico (direttiva 2019/944/Ue), che danno la possibilità ai consumatori di energia di associarsi per realizzare forme di autoconsumo collettivo, anche sotto forma di comunità energetiche.

Tra i 24 progetti presentati da 14 proponenti, ne sono stati scelti 9 su cui condurre studi di approfondimento ed analisi dei benefici, che RSE svolgerà nei prossimi mesi.

Tra questi anche il progetto pilota di autoconsumo collettivo condominiale promosso da ènostra e Sinergia, in collaborazione con Encore e che sarà condotto sul Social Housing QUI ABITO, sito nel Quartiere sud di Padova, realizzato dal Fondo Veneto Casa e gestito dalla Cooperativa Città So.la.re.

Nell’ambito della sperimentazione saranno raccolti e analizzati i dati di consumo elettrico e domanda termica delle utenze, saranno modellizzati i prelievi e le immissioni di energia in rete e sarà effettuata una ripartizione dell’autoconsumo tra i diversi soggetti partecipanti con analisi dei costi benefici per i diversi profili.

Si prevede inoltre la simulazione dell’impatto, oltre che dell’impianto FV condominiale attuale, di un possibile incremento della potenza installata al fine di valutarne l’ottimizzazione sia sulla quota di autoconsumo sugli usi comuni (autoconsumo reale), sia su quelli dei consumi individuali (autoconsumo virtuale).

"Tra gli impatti attesi dell’esperienza pilota di autoconsumo collettivo, che ci stanno più a cuore”, sottolinea Sara Capuzzo, Presidente di ènostra e coordinatrice del progetto, "sono quelli di carattere ambientale e, ancor più, sociale: una maggiore consapevolezza e un uso più razionale dell’energia da parte dei condomini; la riduzione della spesa energetica, con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili; l’attivazione di iniziative collettive in tema di energia e di beni comuni che favoriscano l’interazione tra condomini e l’inclusione; la realizzazione di modelli equi e replicabili di produzione diffusa e autoconsumo che riconoscano ai cittadini il ruolo di protagonisti; l’evoluzione di rapporti reciprocamente vantaggiosi tra gli stakeholder coinvolti (gestore sociale, proprietario immobili, locatari, ecc.)".

Riferimenti

Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2018/2001/Ue - Direttiva sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (rifusione) - Abrogazione direttiva 2009/28/Ce
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)


Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2019/944/Ue - Direttiva relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica - Modifica alla direttiva 2012/27/Ue
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it


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L’economia solidale condominiale

Sono molte le iniziative di solidarietà e mutuo aiuto che stanno nascendo nei territori. La rete di economia sociale e solidale romana lancia una campagna che va incontro alle esigenze delle persone in quarantena e al tempo stesso supporta i piccoli produttori locali. La proposta è semplice fare una spesa collettiva solidale, biologica e a filiera corta, autorganizzata con il vicinato per sostenere chi è stato escluso dal business della grande distribuzione



In questi tempi di emergenza, si moltiplicano le iniziative di solidarietà promosse da attivisti e gruppi e associazioni di volontariato – anche in collaborazione con i servizi sociali dei Municipi – nei confronti delle persone e delle famiglie più in difficoltà per consegnare cibo e medicine ad anziani soli o fragili o a persone in crescenti difficoltà economiche, avvalendosi della Grande Distribuzione Organizzata.

Contemporaneamente, però, molti piccoli produttori locali e cooperative sociali, a causa della chiusura dei mercati contadini e di molti mercati rionali, non hanno più sbocchi commerciali e spesso vedono distrutta la propria produzione, biologica e di qualità.

Per rispondere a questo problema e – allo stesso tempo – a quello delle persone costrette a fare lunghissime file davanti ai supermercati, la Rete Romana di Economia Sociale e Solidale (Ress) ha lanciato una campagna per attivare “Gruppi d’Acquisto Condominiali!”.

L’idea è semplice: sostenere le economie virtuose dei piccoli produttori biologici a filiera corta disponibili a fare consegne a domicilio collegandoli a gruppi di famiglie di un condominio o vicini di casa o di quartiere che si autorganizzano per ordinare insieme la spesa settimanale che arriverà loro, secondo le norme di distanziamento sociale, con cassette o pacchi distinti

Questa iniziativa è stata pensata per raggiungere tre semplici obbiettivi: aiutare le persone che, responsabilmente, hanno risposto all’appello #io resto a casa; garantire a tutti il diritto al buon cibo a filiera corta e biologico; sostenere i piccoli produttori aggregando le zone di consegna.




Sul sito della Ress Roma[1] https://ressroma.wordpress.com è on-line una piattaforma dove sono registrati oltre quaranta produttori disponibili alle consegne a domicilio. È anche online un vademecum per i cittadini e le famiglie che vorranno aderire a questa iniziativa, dove si spiega come avviare Gruppo di Acquisto Condominiali (vedi qui), se possibile anche con il supporto dei Gruppi d’Acquisto Solidale diffusi capillarmente sul territorio romano che sono rimasti attivi anche in questo periodo (vedi qui).

Questa emergenza ha cambiato ritmi e abitudini, ma questo “tempo sospeso” può essere un’occasione per riscoprire forme di mutuo aiuto e solidarietà che permetteranno di ridare forza alle nostre comunità nel costruire un modello di economia capace di mettere al centro le persone, l’ambiente e le relazioni umane.

In questi giorni i promotori della campagna stanno contattando anche diversi Municipi affinché questa iniziativa possa contribuire a supportare e allargare quelle già in atto e contribuire ad evitare il collasso di economie virtuose più fragili che si riveleranno preziose per una ripresa economica e sociale all’insegna dello sviluppo locale sostenibile e per diffondere le economie trasformative. Per contatti: ressroma@gmail.com; 3355769531 (Riccardo Troisi) 3483361685 (Soana Tortora).


fonte: https://comune-info.net/

Pannelli solari a chi non può pagare le bollette: in Puglia è legge il reddito energetico regionale. Pronti 5,6 milioni

Il provvedimento proposto dal M5s è passato all'unanimità in consiglio regionale: stanziati 5,6 milioni. Contributi per fotovoltaico e mini eolico a famiglie (prima a quelle indigenti) e condomini: come funziona










C’è l’ok definitivo: in Puglia, prima regione in Italia, il reddito energetico è legge. Dopo l’approvazione con il pieno di voti favorevoli, a marzo, in una seduta congiunta delle commissioni Industria ed Ecologia, anche il consiglio regionale ha detto la sua sulla proposta di legge del M5s, a prima firma del consigliere regionale Antonio Trevisi per l’istituzione del reddito energetico regionale. “Siamo orgogliosi – commenta l’esponente pentastellato – che la Puglia sia la prima Regione in Italia a dotarsi di una legge per l’istituzione del Reddito energetico e ringrazio i colleghi per l’approvazione all’unanimità (anche in commissione la proposta aveva ricevuto i voti favorevoli anche da parte degli esponenti del Pd delle due commissioni)”. La legge arriva dopo l’inaugurazione, a gennaio 2019, del primo progetto di fondo rotativo fotovoltaico, in Italia, inaugurato in via sperimentale dal sindaco di Porto Torres Sean Wheeler con la benedizione del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. “Auspichiamo – aggiunge Trevisi – che presto questa iniziativa sia replicata anche nelle regioniitaliane e a livello europeo”.

I VANTAGGI DELLA LEGGE – Molte Regioni, infatti, si sono interessate alla proposta che, oltre a promuovere la cultura delle energierinnovabili, può contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici grazie a un maggiore rispetto dell’ambiente. “Grazie a questa legge – spiega il consigliere regionale – coniugheremo l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili con l’inclusione sociale, favorendo principalmente i soggetti meno abbienti”. Verranno poi premiati gli utenti che provvederanno a eseguire interventi per la rimozione dell’amianto dai tetti. Il prossimo passo? “Ora speriamo che la Giunta in tempi brevi predisponga il regolamento di attuazione per dare concreto avvio alla misura” con criteri di selezione dei beneficiari per favorire i nuclei in stato di indigenza, i più numerosi e le giovani coppie. Per le utenze condominiali, saranno previsti punteggi in base a diversi criteri, come il numero di appartamenti ad uso residenziale presenti nell’edificio.

COME FUNZIONA – La misura del reddito energetico prevede la concessione di contributi da parte della Regione per ciascun intervento di acquisto e installazione di impianti fotovoltaici o microeolici a servizio delle utenze domestiche. Parte del contributo potrà anche essere utilizzato per l’installazione di impianti solaritermici per la produzione di acqua calda sanitaria. È, inoltre, prevista la possibilità per i condomini di accedere a contributi per l’installazione di impianti fotovoltaici o microeolici e di sistemi di accumulo a servizio delle utenze condominiali. L’energia autoprodotta potrà essere consumata dai beneficiari e quella non utilizzata verrà immessa in rete, mediante il contratto di scambio tra i singoli e il Gestore dei servizi energetici. I beneficiari si impegneranno a cedere alla Regione i crediti così maturati nei confronti del gestore, con cui l’Ente potrà finanziare l’installazione di nuovi impianti, ampliando la platea dei beneficiari.

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/

Multa al condominio per la raccolta differenziata, quando il tribunale respinge il ricorso

La vicenda a Milano, dove un condominio si oppone all'ingiunzione di pagamento notificata per non aver raccolto correttamente la carta. Il giudice respinge il ricorso dicendo che "essendo rimasto ignoto il trasgressore il condominio è responsabile solidale



















Un altro caso di multa ad un condominio che non fa bene la raccolta differenziata, ma questa volta il ricorso degli abitanti è stato respinto a differenza di quanto successo nel comune di Rivoli.
La vicenda, riportata dal portale condominioweb.com, è accaduta qualche mese fa a Milano, dove un condominio si è opposto all'ingiunzione di pagamento notificatagli dal comune per violazione dell'articolo 4 del Regolamento che disciplina “il decoro urbano e per l'inosservanza dell'ordinanza sindacale in ordine alle modalità ed orari di conferimento della raccolta differenziata della carta”.
Il condominio contesta la sanzione, eccependo come prima cosa l'impossibilità di addebitargli la violazione poiché “soggetto privo di autonoma personalità”, sostenendo inoltre che non poteva essergli contestata una “responsabilità solidale con il trasgressore” (cioè il singolo condòmino) per “assenza di prova in ordine alla riconducibilità, nei suoi confronti, della condotta colposa e della violazione”.
Il giudice di pace passa le carte al Tribunale di Milano che a febbraio respinge il ricorso soffermandosi invece proprio sulla “responsabilità solidale gravante sul condominio” che giustifica, quindi, la sanzione amministrativa. Il provvedimento puntualizza che la sanzione sia stata erogata al condominio "…non tanto in qualità di trasgressore persona fisica quanto piuttosto, essendo rimasto ignoto il trasgressore persona fisica, quale responsabile solidale ex art. 6 della legge 689/1981".
Il tribunale di Torino nel caso di Rivoli aveva affermato sostanzialmente il contrario, sostenendo che il condominio non ha alcun onere di verificare quello che viene conferito nei bidoni e quindi annullando la multa.
Riguardo alla mancata identificazione dell'autore materiale della violazione, la sentenza di Milano, come riporta condominio.web, rimanda ad un principio già espresso della giurisprudenza di legittimità secondo cui "in tema di sanzioni amministrative, l'identificazione e l'indicazione dell'autore materiale della violazione non costituiscono requisito di validità dell'ordinanza-ingiunzione emessa nei confronti dell'obbligato solidale, in quanto la ratio della responsabilità di questi non è quella di far fronte a situazioni di insolvenza dell'autore della trasgressione, bensì quella di evitare che l'illecito resti impunito quando sia impossibile identificare tale ultimo soggetto e sia, invece, facilmente identificabile il soggetto obbligato solidalmente a norma dell'art. 6, primo comma, della legge 689/1981" (Cass.civ. sez.II 13.5.2010 n. 11643)
fonte: www.ecodallecitta.it

Migliorare la raccolta differenziata nei condomini si può!

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L’attuazione di un corretto sistema di raccolta differenziata dei rifiuti è fondamentale per garantire il recupero dei materiali ed ottenere un riciclo di qualità. Come è noto, le utenze condominiali rappresentano una fascia particolarmente critica rispetto alle possibilità di monitoraggio e miglioramento della qualità delle raccolte differenziate. Nei casi in cui il sistema di raccolta non permetta un controllo diretto, come avviene invece nella raccolta domiciliare di utenze singole, serve una maggiore presa di coscienza, specie nell’attribuzione delle responsabilità dei conferimenti scorretti.
 
Achab Group ha svolto recentemente alcune esperienze di controllo sulla differenziazione dei rifiuti in aree condominiali, ispezionando oltre 2.500 contenitori in diversi territori geografici.
La procedura prevede un’azione di rilevamento a campione da parte di personale autorizzato e munito di tesserino di riconoscimento all’interno delle aree private presso gli stabili, con l’analisi di una serie di elementi riguardanti la correttezza dei conferimenti, in particolare la presenza di materiali differenziabili nei contenitori dei rifiuti indifferenziati. Il rifiuto secco non riciclabile (indifferenziato) contiene purtroppo ancora molto materiale riciclabile. 
Questa azione rappresenta in genere un primo avviso, avente scopo informativo e preventivo, finalizzato ad evitare possibili sanzioni da parte delle amministrazioni comunali o altre tipologie di interventi quali la mancata raccolta del rifiuto non conferito correttamente (ove disciplinato dal regolamento per la gestione dei rifiuti urbani, secondo art.198 comma 2, Dlgs 152/2006). 
 
L’obiettivo è quello di educare i cittadini rispetto agli errori più frequenti legati al conferimento dei rifiuti, rendendoli consapevoli della concreta e semplice possibilità di migliorare la qualità e la quantità delle raccolte, a partire da una riflessione sui propri comportamenti e valorizzando l’impegno di coloro che effettuano correttamente questo gesto fondamentale per la collettività. 
 
I risultati evidenziano come il sistema integrato di raccolta dei rifiuti urbani ottenga spesso risultati inferiori alle potenzialità, che devono raggiungere l’obiettivo del D.Lgs. 152/06 (65%), per effetto di una separazione a monte da parte degli utenti insufficiente. 
Si riscontra in moltissimi casi una sostanziale mancata differenziazione dei rifiuti, con grossi quantitativi di rifiuti riciclabili presenti nei contenitori dell’indifferenziato (come testimoniato dalle foto allegate). Troppi i sacchi in cui finisce ancora tutto insieme: avanzi di cibo, scarti di frutta e verdura, carta e cartone, bottiglie di plastica, lattine e vetro… rifiuti facilmente separabili e recuperabili che, se conferiti correttamente, consentirebbero un rapido aumento delle percentuali di raccolta differenziata.
 
Le anomalie più frequenti sulle altre frazioni di raccolta riguardano: la presenza di carta non conforme come carta sporca e scontrini nei contenitori della carta; la presenza di ceramica nel vetro e l’utilizzo dei sacchetti in plastica per raccogliere le bottiglie; impurità come stracci, assorbenti, mozziconi di sigaretta e sacchetti in plastica (laddove non permessi) nella raccolta dell’organico, scarsa intercettazione di quest'ultimo. 
Costruire e rendere operativi impianti di smaltimento accettati dalle comunità è sempre più impegnativo; questo bisogno è però strettamente correlato alla fidelizzazione quotidiana alla raccolta differenziata. Un altro degli obiettivi del monitoraggio è rendere consapevoli i cittadini di questo correlazione.
 
 
fonte: http://www.achabgroup.it