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Lo stile di vita delle donne è più sostenibile

Lo ha scoperto un nuovo studio svedese. I singoli consumatori risparmierebbero fino al 40 per cento di emissioni con scelte più consapevoli sul cibo, sulla casa e sulle vacanze



Cosa si può fare nel proprio piccolo per ridurre le emissioni? È una delle domande che ci si pone più spesso quando si parla di crisi climatica. La risposta sembrerebbe arrivare da un nuovo studio svedese che ha scoperto che i singoli consumatori possono risparmiare fino al 40 per cento di gas ad effetto serra semplicemente facendo scelte più consapevoli quando decidono cosa mangiare, cosa comprare per la casa e dove trascorrere le vacanze. È stato anche scoperto che, a parità di spese, le donne emettono meno degli uomini.

Lo studio attribuisce le emissioni ai consumatori

Lo studio è stato condotto dalla compagnia di ricerca Ecoloop, guidata da Annika Carlsson Kanyama, Jonas Nässén e René Benders e pubblicato sulla rivista Journal for industrial ecology. Lo scopo era dimostrare come ridurre le emissioni di gas a effetto serra generate dai consumi delle singole abitazioni e quantificare le opportunità di mitigazione con alternative già presenti sul mercato, ma non ancora popolari. L’obiettivo era proprio quello di attribuire le emissioni direttamente ai consumatori e non ai produttori, analizzando cosa viene acquistato dalla popolazione e poi tracciandone le emissioni fino alle origini.

I ricercatori hanno usato la Svezia come caso studio e tre campioni: un uomo single medio, una donna single media e una persona svedese media. Hanno poi scelto tre settori: il cibo, le vacanze e l’arredamento. Per mitigarne le emissioni, sono state proposte alternative a base vegetale, verdure coltivate localmente, oggetti di seconda mano o riparati, spostamenti con il treno o staycation, ossia vacanze fatte entro un certo chilometraggio dalla propria abitazione. Le alternative analizzate non richiedono investimenti aggiuntivi, a differenza di altre soluzioni, come acquistare una macchina elettrica o di installare pannelli solari, che necessitano di maggiori disponibilità finanziarie. “I nostri esempi sono semplici da seguire anche da un punto di vista economico”, si legge nello studio.


I risultati dimostrano infatti che il totale delle emissioni può essere abbassato del 36-38 per cento passando a soluzioni meno impattanti, senza cambiare il totale speso.
Il totale delle emissioni nei settori presi in esame dallo studio © Annika Carlsson Kanyama, Jonas Nässén e René Benders

L’importanza di scegliere vacanze sostenibili

I ricercatori hanno dimostrato che le scelte che vengono fatte quando si sceglie una vacanza sono quelle che determinano la quantità maggiore di emissioni. Per questo state analizzate varie tipologie di vacanze più sostenibili, tra cui dei tour in treno (che comprendevano sia l’alloggio sia gli spostamenti) o le staycation. Questo termine si riferisce alle vacanze fatte entro un certo chilometraggio dalla propria abitazione, durante le quali si partecipa a concerti e ad attività all’aperto.

L’analisi ha evidenziato come scegliere queste due alternative permettesse di risparmiare fino a dieci volte le emissioni prodotte da un viaggio in aereo e sei volte quelle di un viaggio in auto.


Le emissioni delle vacanze prese in esame dallo studio © Annika Carlsson Kanyama, Jonas Nässén e René Benders

La carne di agnello inquina venticinque volte più delle alternative vegetali

Le analisi riportate dai ricercatori poi non lasciano dubbi: la carne e i latticini generano emissioni nettamente più alte delle loro alternative a base vegetale e sostituirli con queste ultime permette di risparmiare tra il 32 e il 38 per cento delle emissioni. La carne di agnello inquina venticinque volte più del tofu, mentre quella di maiale cinque. Il latte di mucca inquina cinque volte di più del latte di avena e il formaggio tradizionale quattro volte di più di quello vegetale. I prezzi dei prodotti alternativi alla carne e ai latticini potrebbero essere sia più alti che più bassi dei loro corrispettivi, ma dipende sempre dalla qualità di quelli che vanno a sostituire.

Anche prestare attenzione alla provenienza delle verdure può comunque fare la differenza. Ad esempio, la lattuga che si trova nei supermercati inquina fino a dodici volte in più di quella coltivata localmente. Tuttavia, le emissioni di questi alimenti sono già di per sé basse, quindi secondo i ricercatori è l’acquisto di prodotti vegetali a far diminuire maggiormente il totale.

Le emissioni degli alimenti presi in esame © Annika Carlsson Kanyama, Jonas Nässén e René Benders

I prodotti di seconda mano emettono e costano meno

Per quanto riguarda i prodotti della casa, la ricerca ha dimostrato che quelli di seconda mano hanno in assoluto le emissioni più basse di tutte le altre alternative. In più, per alcune categorie, sono anche più economici. È il caso dei vestiti, ad esempio, i cui prezzi diminuiscono fino al 90 per cento.

Per il mobilio, i ricercatori hanno supposto che la stessa cifra venisse spesa per comprare lo stesso numero di prodotti, acquistati però di seconda mano o riparati. Il totale delle emissioni è sceso del 51-72 per cento.

Le emissioni dei prodotti per la casa presi in esame dallo studio © Annika Carlsson Kanyama, Jonas Nässén e René Benders

Le donne contribuiscono meno alla crisi climatica, ma ne soffrono di più le conseguenze

Oltre ad aver provato l’efficacia delle strategie di mitigazione, la ricerca ha anche scoperto che generalmente le donne emettono meno degli uomini. Questo scostamento non è da ricondursi ad una differenza di spesa, quanto di abitudini. Gli uomini tendono a spendere poco più delle donne (circa il 2 per cento), ma emettono il 16 per cento di gas ad effetto serra in più. Questo dipende da molti fattori: le donne spendono meno su prodotti e servizi che non emettono molto, mentre gli uomini spendono almeno il 70 per cento in più per prodotti e servizi con un impatto maggiore, come la benzina.

“È un classico: le donne spendono di più per arredare la casa, per la propria salute e per i vestiti, mentre gli uomini per le auto, per la benzina, per mangiare, bere o fumare”, ha spiegato al Guardian Annika Carlsson Kanyama, autrice dello studio. La ricercatrice si è anche detta sorpresa che non ci fossero più analisi sulle differenze dell’impronta climatica dei due sessi dato che le donne risultano essere tra i soggetti che contribuiscono meno alla crisi climatica, ma che allo stesso tempo ne soffrono di più le conseguenze. I risultati di questo studio, quindi, non dimostrano solo quanto le scelte dei consumatori possano davvero fare la differenza. Ma aprono anche un dibattito necessario sui legami tra la parità dei sessi e la protezione dell’ambiente.

fonte: www.lifegate.it


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In estate il riciclo non va in vacanza

Corepla ricorda con una campagna istituzionale e un decalogo le buone abitudini da tenere anche in ferie nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica.




















In vista delle vacanze estive, Corepla ha lanciato una campagna istituzionale su stampa, web e radio, accompagnata da un decalogo per non perdere le corrette abitudini di riciclo degli imballaggi in plastica.

La campagna “Dove tu vedi solo plastica, c’è già una risorsa” invita a guardare oltre la prima impressione e incentra il suo messaggio sul concetto che la plastica, se correttamente raccolta e riciclata, contribuisce alla salvaguardia del nostro territorio e può trasformarsi in migliaia di oggetti utili ed esteticamente piacevoli.

É già in onda da qualche giorno sui principali circuiti radiofonici nazionali la campagna di spot, firmata Armando Testa, dove la plastica, sotto forma di bottiglia, si presenta all’ufficio di “ricollocamento” per tornare nuova risorsa e rinascere in un vestito d’alta moda. Una narrazione ironica che si allinea a quella della campagna istituzionale e che investe sulla volontà generale di non concedere deroghe alla possibilità, per la plastica, di vivere vite multiple attraverso il riciclo e il riuso, a tutto beneficio dell’Ambiente.

Il Consorzio rilancia anche poche semplici regole da ricordare per aiutare l'ambiente. Prima di tutto non disperdere gli imballaggi in plastica ed inserirli sempre nei contenitori dedicati; se non si trovano nelle vicinanze, soprattutto in vacanza, basta un piccolo sforzo: portarli in paese, il 95% dei Comuni italiani ha attivato il servizio di raccolta differenziata; così si eviterà anche che dalla terra ferma finiscano nei fiumi e nel mare.

Corepla pone anche l'attenzione sul fatto che non tutti i Comuni fanno la raccolta differenziata nello stesso modo: bisogna sempre controllare se la plastica va raccolta da sola o con altri materiali. Svuotare bene il contenuto (non serve lavare) e schiacciare gli imballaggi per ridurne il volume; privarli delle etichette coprenti che ricoprono tutto l’imballaggio, per facilitarne il riciclo.

“L’estate è la stagione delle gite e del relax – commenta il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – aumentano i momenti di vita all’aria aperta e con questi la necessità di gestire con attenzione i nostri imballaggi. In questo senso, ci è parso utile ricordare a tutti, attraverso le nostre campagne, l’importanza di guardare oltre la prima impressione, immaginando già la nuova risorsa che il nostro rifiuto potrà diventare se facciamo correttamente la raccolta differenziata. Gli eventi dei mesi scorsi e anche le molte recenti, e drammatiche, vicissitudini collegate agli effetti dei cambiamenti climatici ci devono far riflettere sull’importanza vitale di proseguire sulla via dell’economia circolare e della sostenibilità di ogni singola attività umana, anche quella che svolgiamo quando ci occupiamo di gestire correttamente i rifiuti prodotti ogni giorno in famiglia. Non ci stancheremo mai di ripetere che è attraverso il comportamento responsabile di ognuno di noi che si raggiungono i grandi traguardi”.

fonte: www.polimerica.it


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Cinque consigli per un’estate plastic free

Si sa che durante le vacanze tendiamo a lasciarci andare. Lo facciamo anche per ciò che riguarda gli sprechi. Ma l'attenzione per l'ambiente non può concedersi ferie. Dalle borracce ai prodotti sfusi, ecco una serie di pratici suggerimenti per portare con sè alcune pratiche circolari. Da far circolare



L’inquinamento da plastica è uno dei più gravi problemi ambientali che affligge il Pianeta. Nel Belpaese spesso ce ne accorgiamo soprattutto d’estate quando andiamo al mare e vediamo le nuove specie alloctone che invadono le spiagge: frammenti di buste, confezioni, pacchetti di ogni colore e forma.

Pensate che in base ai dati raccolti e analizzati dal sito Our World in Data, specializzato in ricerche che mostrano come stanno cambiando le condizioni di vita nel mondo, è stato calcolato che dal 1950 ad oggi sono stati prodotti circa 8.300 milioni di tonnellate di plastica, 5.800 milioni di queste non sono più in uso, ma solo il 9% è stato riciclato, mentre il restante 91% è stato bruciato o disperso nell’ambiente. La plastica oramai si trova ovunque dalle profonde fosse marine, alle vette più alte della terra fino ai ghiacciai: se l’andamento della sua produzione proseguirà nella maniera attuale si stima che potrebbe raggiungere i 34 miliardi di tonnellate nel 2050 e di queste almeno 12 tonnellate andrebbero a incrementare la massa dei rifiuti sparsi in tutti gli ambienti.

Numeri che sono prova di come l’inquinamento da plastica è una responsabilità collettiva dell’umanità e che trae origine sia dalla cattiva gestione dei rifiuti sia dall’abuso nell’utilizzo di prodotti monouso realizzati con questo materiale che, nonostante sia stato creato per semplificare le nostre vite, si è trasformato in un problema da risolvere se si vuole garantire la sopravvivenza degli ecosistemi della Terra.

Cosa può fare ciascuno per ridurre la plastica monouso

Quello che ogni persona può sicuramente fare è porre in essere comportamenti nelle scelte di vita quotidiana che portino a ridurre drasticamente l’utilizzo di prodotti usa e getta di plastica, condotte che se per molti sono ormai diventate uno stile di vita nella routine giornaliera possono però trovare degli ostacoli nel periodo vacanziero: ammettiamolo, le vacanze sono il regno indiscusso dei prodotti monouso e del packaging superfluo.

Ecco quindi, qualche semplice consiglio per rendere il periodo più spensierato dell’anno plastic free, perché il rispetto per l’ambiente non può avere giorni di ferie.

La borraccia sempre con voi

Prima regola non cedere alla tentazione di pensare di acquistare l’acqua dove capita magari ricorrendo alle obsolete bottigliette di plastica, ma portate sempre con voi la borraccia. Oramai in commercio se ne trovano di diversi formati adatti sia per adulti che per bambini, tante poi le fantasie in grado di venire incontro ai gusti estetici di ogni persona. Inoltre, riempirla non sarà un problema neanche in vacanza con le app che segnalano i vari punti dove poterla ricaricare. Grazie, ad esempio, alla piattaforma Refill Now è possibile scoprire facilmente i punti d’acqua pubblici o privati (bar, ristoranti, hotel) nei quali poter riempire la borraccia. Simile anche l’app Fontanelle d’Italia nella quale sono già indicate 35mila fontanelle lungo tutto lo stivale per dissetarsi e fare “scorta”, una piattaforma quest’ultima dove è possibile anche dare il proprio contributo segnalando eventuali nuove fontanelle non ancora individuate.

Quindi non ci sono scuse per essere veramente green e trendy, che sia per un viaggio lungo, un’escursione o semplicemente per una passeggiata portate con voi la vostra fidata alleata nella tutela dell’ambiente.

Sapone e shampoo solido

Per la beauty routine abbandonate anche in vacanza le tradizionali confezioni di shampoo e bagnoschiuma e optate per soluzioni ecofriendly come le saponette e lo shampoo solido, quest’ultimo oramai disponibile anche nella formula due in uno con balsamo incluso. Una scelta che vi consentirà di eliminare i flaconi in plastica e di avere più spazio in valigia evitando, allo stesso tempo, il rischio che il prodotto liquido si possa rovesciare inondando gli indumenti. Sia le saponette che gli shampoo solidi hanno la stessa capacità lavante dei detergenti liquidi, diverse le profumazioni e le proprietà che dipendono dai componenti naturali utilizzati per la loro produzione, sono plastic free nel packaging e in aereo possono essere trasportati anche nel bagaglio a mano senza avere problemi con i “liquidi”. Se avete ancora dubbi sul loro utilizzo, sappiate che durano molto più a lungo dei flaconi di bagnoschiuma e shampoo, generando quindi un risparmio economico non trascurabile.

Inoltre, per chi avesse scelto per il meritato riposo di prendere una casa in affitto vi sveliamo che esiste anche il sapone solido per lavare i piatti, quindi perché continuare con i vecchi flaconi che poi magari troverete tra qualche anno come rifiuto sulla vostra amata spiaggia? Un’ottima soluzione da utilizzare naturalmente anche quando si torna nella propria abitazione.

Per i pasti non dimenticate a casa le buone regole

Durante le vacanze accade più frequentemente di concedersi pranzi e cene fuori in ristoranti e pizzerie o semplicemente nei sempre più numerosi food truck presenti sulle vie e piazze di ogni città o luogo di villeggiatura. Anche in queste occasioni è possibile fare la differenza per l’ambiente, ad esempio chiedendo che le bevande portate al tavolo siano in brocca o in bottiglie di vetro.

Se invece volete optare per del buon cibo di strada, basta dire “no grazie” a forchette e coltelli di plastica che spesso lo accompagnano, l’alternativa può essere quella di portare con voi delle posate da casa o acquistarne di pieghevoli prima di partire. E per i piatti? Sarà sufficiente avere un porta vivande riutilizzabile da riempire con ogni prelibatezza che vogliate assaggiare. Una soluzione ideale anche nel caso di una gita o di un bel picnic plastic free.

Tovaglioli di stoffa multiuso

I tovaglioli di stoffa in vacanza possono trasformarsi in un vero strumento multiuso che vi potrà essere di aiuto in numerose occasioni. Innanzitutto, è indispensabile per pulire mani e bocca dopo un lauto pasto, ma non solo. È possibile utilizzare questi tovaglioli anche per avvolgere panini, pizza o altre cibarie da riporre nello zaino per un pranzo al sacco e che “magicamente” si potranno trasformare, al momento del pasto, anche in un’utile tovaglietta.

Una volta tornati a casa o in albergo si potrà poi lavarli e utilizzarli ancora infinite volte consentendo di dire addio a prodotti per il confezionamento che se non correttamente smaltiti finiranno per andare a incrementare i cumuli di rifiuti sparsi nell’ambiente.

Prodotti sfusi una scelta di gusto

Se poi avete necessità di fare la spesa preferite i prodotti sfusi venduti nei mercati locali, una scelta che vi permetterà di evitare inutili imballaggi di plastica e che vi darà la possibilità di scoprire sia dei buonissimi prodotti a Km0 sia di conoscere la gente del posto.

E naturalmente per gli acquisti non dimenticate la shopper riutilizzabile da tenere sempre in borsa o nello zaino pronta per essere utilizzata.

Ora avete tutti gli strumenti per non mandare in vacanza il vostro impegno a tutela del Pianeta.

fonte: economiacircolare.com


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Una mini turbina eolica portatile da mettere nello zaino

La startup Aurea Technologies ha lanciato Shine Turbine, una turbina eolica ultracompatta e leggera pensata per gli appassionati di outdoor. Ma non è l’unica soluzione disegnata per sfruttare l’energia del vento nelle vacanze all’aria aperta




Generatori e accumulatori di energia portarli sono diventati, per molti, dispositivi irrinunciabili durante viaggi e vacanze all’aria aperta. Il mercato offre oggi diverse soluzioni tecnologiche, più o meno affidabili, dalle classiche power bank ai caricatori solari. Ma per gli appassionati dell’outdoor esiste anche un’opzione meno conosciuta: le mini turbine eoliche portatili. Più che mini, la parola giusta per descriverle sarebbe “micro”. Su tratta di infatti di piccolissime macchine, ultracompatte e leggere, in grado di essere infilate direttamente nello zaino e portate ovunque. Offrono una potenza da poche decine di Watt a qualche kW ma sono sufficienti ad alimentare luci, frigoriferi ecologici, smartphone e laptop. E grazie al peso ridotto posso rivelarsi utili in un’ampia gamma di applicazioni: camper, cucine ed ospedali da campo, server e router wireless per computer portatili in spiagge o campeggi, barche a vela, ecc.

Shine Turbine, micro eolico da zaino

Una delle ultime novità in questo settore arriva da Aurea Technologies, startup di Halifax guidata dalle giorni imprenditrici Cat Adalay e Rachel Carr. L’azienda ha lanciato su Kickstarter una raccolta fondi per Shine Turbine, mini turbina eolica portatile, estremamente facile da montare e utilizzare.

“Dall’esplorazione delle coste ai viaggi in pianura fino alle escursioni in montagna, tutto ciò che dovrete fare è configurare Shine e in meno di 2 minuti avrete un generatore eolico per alimentare le vostre avventure”. Il dispositivo ha una potenza di 40 Watt ed è dotato di una batteria interna agli ioni di litio da 12.000 mAh. Funziona con velocità del vento dai 3,5 ai 12,5 metri al secondo e pesa poco più di un chilogrammo. Ma il vero punto forte della mini turbina eolica portatile Shine è la compattezza. Può essere richiusa su stessa fino a raggiungere le dimensioni di una bottiglia d’acqua da un litro.

“Questo caricatore eolico ultracompatto […] può alimentare qualsiasi dispositivo USB portatile, inclusi telefoni, tablet, luci, droni, fotocamere, GPS, altoparlanti, e-reader, cuffie, power bank e altro ancora”. La raccolta fondi si è rivelata un successo ed Aurea ha già raccolto più di 135mila dollari su un obiettivo iniziale di appena 10mila.

Gli altri generatori eolici portatili

Negli ultimi anni sono emersi diversi modelli di micro turbine eoliche portatili. Un esempio? La startup danese KiteX ha sviluppato il suo Wind Catcher, generatore eolico da 10 kg, pronto all’uso in 15 minuti. Una maggiore complessità che si traduce anche in una capacità più ampia. La versione più grande da 600 Watt inizia produrre energia con venti da 8 m/s; la più “piccola” da 200 Watt si aziona con brezze da 5,5 m/s. È realizzato in plastica riciclata e, una volta montato, raggiunge un’altezza di 4 metri.



Possiede una sorta di guscio invece la piccola PowerPod, mini turbina eolica compatta progettata dalla startup Halcium. Lo speciale design fa entrare l’aria convogliandola verso uscita stretta che ne accelera il flusso sulla pala interna. E permette di sfruttare il vento proveniente da diverse direzione senza bisogno di orientarla. Il prototipo ha una potenza di 1 kW, e può produrre fino a tre volte l’energia generata da una classica turbina di simili dimensioni.


Anche l’originale O-Wind Turbine rivoluziona l’aspetto e il funzionamento del classico micro-eolico. L’invenzione, che si è guadagnata il prestigioso James Dyson Award Uk, è una turbina omnidirezionale a singolo asse, in grado di sfruttare sia i venti orizzontali che quelli verticali. Il prototipo sfrutta principio di Bernoulli per il suo movimento meccanico e mostra una semplice forma geometrica: una sfera di 25 cm di diametro con bocche collocate su un asse fisso.



fonte: www.rinnovabili.it


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Borracce plastic-free, differenziata e prodotti a KM 0: le scelte eco-friendly degli italiani in viaggio














Più consapevoli e attente all'ambiente, così saranno le prossime vacanze degli italiani. A rivelarlo è il sondaggio elaborato da bookingkit.
I nostri connazionali dimostrano di essere molto coinvolti dall'attuale tematica del cambiamento ambientale. Tanto da pensare già adesso a quali scelte "sostenibili" poter fare nel corso delle prossime vacanze. C'è chi si doterà dell'ormai immancabile borraccia plastic-free, chi punterà sulla e-mobility e su trasporti più "green", e chi, anche all'estero, coglierà l'occasione per "differenziare" i propri rifiuti: tutte soluzioni valide per offrire il proprio contributo.
A svelarci la "best practice" sono i risultati della ricerca.
La Top Ten delle scelte eco-friendly:

  • La borraccia plastic-free - Simbolo della lotta per la sostenibilità ecologica, ma anche oggetto di design alla moda. Tanto da fare la sua comparsa anche nelle sfilate in passerella di famosi brand della moda e marchi del lusso. La borraccia sarà uno degli accessori su cui faranno maggiore affidamento gli italiani (63%) per ridurre il consumo di plastica - con le famigerate bottigliette "usa e getta" - in queste vacanze eco-friendly.

  • Basta con lo spreco di carta - Quanti viaggiatori prima della partenza riempiono le tasche e le valige con fogli e foglietti (biglietti aerei, prenotazioni in hotel, ecc.) che rischiano di essere smarriti in ogni momento? Ancora tanti, ma in futuro non sarà più così: sei italiani su dieci (60%) scaricheranno un'app per la conservazione dei biglietti digitali, con conseguente risparmio di carta e anche di seccature.

  • Si al riciclo anche in viaggio - Fare la raccolta differenziata è diventata un'abitudine talmente comune nel nostro Paese che la metà degli italiani sta pensando di fare lo stesso anche in vacanza. Ovviamente, perché questa utile pratica sia efficace occorrerà informarsi per tempo su quali siano le corrette regole da seguire nel luogo scelto come meta finale del viaggio.

  • Prodotti a KM 0 - In un Paese come l'Italia, dove la qualità del cibo portato in tavola ha così grande importanza per i consumatori, non ci si sarebbe potuti attendere nulla di meno: il 42% degli intervistati nel sondaggio realizzato da bookingkit ha rivelato che nei prossimi viaggi all'estero cercherà di acquistare soprattutto a KM 0. Un modo per affidarsi alla qualità riconosciuta della filiera corta e, allo stesso tempo, premiare l'impegno dei produttori locali.

  • Mezzi di trasporto "green" - Noleggio di biciclette, car sharing e fiducia alla e-mobility. Quattro italiani su dieci (40%) affermano che quest'anno per i loro spostamenti in viaggio si affideranno volentieri a modalità di trasporto più ecosostenibili rispetto alle esperienze passate. Il problema del cambiamento climatico è un tema di forte attualità e sono molti i turisti che oggi optano per scelte più eco-friendly e consapevoli.

  • Natura e cultura - Simile è poi la percentuale (38%) di chi quest'anno sceglierà una vacanza all'insegna dello "slow travel". Ad arricchire il viaggio una vasta scelta di esperienze culturali come visite a musei, insediamenti archeologici, parchi naturali e aree incontaminate lontane dai percorsi turistici tradizionali.

  • Viaggiare informati - La preparazione prima di partire per un viaggio è un momento fondamentale: conoscere cultura, tradizioni ed economia locale permette al viaggiatore di integrarsi meglio con le persone della zona, di rispettare i luoghi e di vivere a pieno l'esperienza di viaggio. Ecco perché il 31% degli intervistati è sempre più intenzionato a informarsi al meglio. Le sue risorse preferite? Guide turistiche, siti internet specializzati e blog di viaggio su internet.

  • L'alloggio a impatto ridotto - Grandi alberghi, ostelli, housing online ma non solo. Un viaggiatore su tre tra quelli intervistati da bookingkit sta valutando una scelta ecosostenibile per la residenza delle prossime vacanze. In molti, dunque, cercheranno abitazioni a basso impatto ambientale, dove magari recuperare una dimensione del viaggio più autentica e personale.

  • Opzione tour operator - Viaggio organizzato? Meglio di no. Gli italiani mostrano di preferire le vacanze pensate in completa autonomia: solo il 13% delle persone, infatti, ha ammesso che per i viaggi futuri farà affidamento su tour operator che organizzano viaggi "etici" e sostenibili.

  • No eco-friendly - C'è anche chi non ha intenzione di aderire alle nuove tendenze e non ha alcuna intenzione di cambiare le proprie abitudini per dare una mano all'ambiente. Sono ormai pochi, anzi pochissimi (solo due italiani su cento), a fare tale affermazione, ma la loro opinione dimostra che il problema del cambiamento climatico non coinvolge ancora tutti con la stessa urgenza.

fonte: www.greencity.it

Indagine della BEI sul Clima: il 94% degli italiani intende smettere di utilizzare le bottiglie di plastica e il 66% lo ha già fatto

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha lanciato la seconda edizione dell’Indagine sul Clima, condotta in partenariato con la BVA. L’indagine è un indicatore di come i cittadini percepiscono il fenomeno dei cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti d’America e in Cina
















La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha lanciato la seconda edizione dell’Indagine sul Clima, condotta in partenariato con la BVA, una società di consulenza specializzata in ricerche di mercato. L’indagine è un indicatore di come i cittadini percepiscono il fenomeno dei cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti d’America e in Cina. La seconda serie di risultati fa luce sulle azioni che i singoli cittadini contano di fare per contrastare i cambiamenti climatici.
Paragonati al resto d’Europa, gli italiani dicono nel complesso di essere disposti a fare di più per adeguare il loro stile di vita nel segno della prevenzione ai cambiamenti climatici. L’indagine valuta le seguenti quattro categorie di azioni:
Prodotti alimentari. La sostenibilità in materia alimentare è al centro dell’impegno dei cittadini italiani. Il 93% cerca attivamente di comprare più prodotti locali e stagionali e il 48% lo fa già sistematicamente. Gli italiani si dicono anche pronti a modificare la loro alimentazione: il 73% ha ridotto il consumo di carne rossa. Vi è in ogni caso una discrepanza tra le fasce di età più giovani e quelle più anziane: rispetto ai più giovani, gli italiani più anziani si impegnano di più ad acquistare unicamente prodotti alimentari locali. 
Rifiuti. Il 97% degli italiani non usa più prodotti in plastica, o almeno ne ha ridotto il consumo. Più in particolare, il 94% degli italiani dice di avere l’intenzione di smettere di comprare le bottiglie di plastica, il 96% ha intenzione di comprare meno prodotti imballati con la plastica. Le donne, rispetto agli uomini, sembrano essere più propense a limitare il consumo della plastica: il 65% delle italiane dice di aver smesso di utilizzare i sacchetti di plastica per la spesa rispetto al 55% degli uomini.
Trasporti. Quando si tratta di optare per mezzi di trasporto più ecocompatibili, il 69% degli italiani dice di scegliere di camminare oppure di prendere la bicicletta per gli spostamenti giornalieri. Solo il 54% sceglie di usare i trasporti pubblici, percentuale che è inferiore alla media europea (64%). 
Vacanze. Il 77% degli italiani dice di trovarsi d’accordo con l’idea di fare meno viaggi in aereo per combattere i cambiamenti climatici, percentuale che è superiore di due punti rispetto alla media europea (75%). Per il 30% degli italiani si tratta già di una pratica consueta.  Analogamente, l’86% dei cittadini italiani dice che opterebbe per il treno, invece dell’aereo, per delle percorrenze pari o inferiori a cinque ore.  
Abitazione. Il 38% degli italiani dice di aver ridotto l’uso dei condizionatori, come pratica rispettosa dell’ambiente, mentre coloro che si dicono disposti a non accenderli più nell’anno nuovo raggiungono il 75%, ovvero una percentuale quasi doppia. Inoltre, il 60% della popolazione intende passare a un fornitore di energia verde, mentre il 22% sostiene di averlo già fatto. 
Marchi e società. Il 79% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni dice di aver partecipato, o parteciperà, a manifestazioni a favore del clima, cifra che scende al 69% per la fascia di età compresa tra i 30 e i 64 anni. Inoltre, il 54% degli italiani intende investire in fondi verdi, e l’11% dice di averlo già fatto.
Anche i cittadini di altre parti del mondo si dimostrano disposti ad agire fattivamente contro i cambiamenti climatici nel 2020. Sul tema del ridurre il consumo della plastica il consenso è chiaro: l’81% degli americani, il 93% degli europei e il 98% dei cinesi dicono di aver l’intenzione di comprare meno prodotti di plastica. In ogni caso, per quanto riguarda l’abitazione, gli atteggiamenti non sono uniformi: oltre il 94% degli intervistati cinesi intende passare a un fornitore di energia verde, mentre solo il 70% degli europei e il 64% degli americani ha in conto di farlo. Un andamento analogo emerge nella propensione a investire in fondi verdi: oltre l’86% della popolazione in Cina è ben disposta a farlo nel 2020, mentre quella degli Stati Uniti lo è per il 56% e quella europea per il 52%. 
La Vicepresidente della BEI Emma Navarro, responsabile dell’azione per il clima e dell’ambiente, ha affermato: Mi entusiasma vedere quanto i cittadini europei si impegnino nella nostra lotta comune contro i cambiamenti climatici. Le azioni individuali positive per il clima creano quelle tendenze economiche e sociali nelle nostre società che saranno d’aiuto nel risolvere la problematica dei cambiamenti climatici. La Banca europea per gli investimenti è decisamente impegnata a fornire i mezzi che consentono ai cittadini di portare avanti questa lotta che è la realizzazione di un futuro più sostenibile. Rincuora vedere come le persone si facciano paladine di questa causa e la rendano parte integrante della loro vita: in questa lotta ce la faremo solo se decidiamo di batterci insieme.” 

Vacanze ecosostenibili, risparmiare rispettando l’ambiente è possibile. Vi spiego come












Le scuole finiscono, le famiglie vanno in vacanza, le autostrade si intasano di auto e il mare di plastica. Ma se volete rendere le vostre vacanze più ecologiche e sostenibili, se credete che il turismo non è in contrapposizione con la natura, ecco qualche consiglio!
In primo luogo scegliete destinazioni raggiungibili in treno o bus o con intermodalità (treno+bici o treno+trekking). Le mete non mancano, sia in Italia sia all’estero e sono ben riassunte nel sito di turismosenz’auto. Qualche idea? Per cominciar bene l’estate, venite al raduno Famiglie senz’auto che si terrà a Bologna, presso la Dynamo Velostazione il 9 giugno: condivisione di esperienze, workshop per grandi e piccini, biciclettata/passeggiata lungo il Navile. L’evento è gratuito e aperto a tutti anche a chi “vorrebbe ma non può” vivere senz’auto.

Altre belle mete raggiungibili senz’auto sono il RenonAlto Adige, regione all’avanguardia per la mobilità sostenibile; Siena con il suo “trenino natura”; Pesaro con la bicipolitana ed il mare. Se vi spingete oltralpe non dimenticate di visitare il quartiere Vauban di Friburgo, ai margini della Foresta Nera, uno dei più famosi quartieri ecosostenibile e car free del mondo.
E i viaggi in aereo? Meglio limitarli. Secondo il Rapporto ambientale sull’aviazione aerea 2016, tra il 1990 e il 2014 il numero di voli e l’emissione di Co2 in valori assoluti è aumentato dell’80% e si prevede che crescerà di un ulteriore 45% tra il 2014 e il 2035 incrementando sempre di più le emissioni climalternati a livello globale, ma anche l’inquinamento dell’aria e inquinamento acustico. Questo trend non è sostenibile.
Dovremmo tornare ad essere viaggiatori leggeri, con i piedi per terra! Se proprio vogliamo “volare” verso Paesi lontani, minimizziamo l’impatto ambientale del viaggio in aereo, facciamo in modo che non sia un turismo “mordi e fuggi”. Evitiamo i viaggi organizzati che ci rinchiudono in villaggi turistici: hanno un pesante impatto ambientale e sociale, contribuiscono alla cementificazioni di luoghi naturali, portano turismo di massapoco rispettoso, riempiono di rifiuti e svuotano di acqua questi paesi già al limite della sopravvivenza. L’alternativa, se non abbiamo amici in loco, è affidarsi a operatori turistici etici e solidali che lavorano a contatto diretto con la società civile dei luoghi visitati, in progetti di sviluppo, portando un contributo positivo all’economia locale.
E le vacanze in crociera? Anche queste dovremmo imparare a ridurle, fino a bandirle del tutto. Il traffico navale comporta inquinamento, emissioni di Co2, disturbo acustico alla fauna marina, per non parlare dell’innalzamento del livello del mare e del danno a città costiere come Venezia, sempre in lotta con l’acqua alta.
Infine, come ridurre i rifiuti in vacanza? Mettete sempre in valigia una o più borracce, qualche sporta di stoffa per la spesa, una saponetta di marsiglia, (utile per lavare panni e piatti), ma anche sacchettini di bicarbonato, acido citrico, argilla bianca. Pesano pochi grammi, costano pochi euro, ma servono per creare dentifrici, deodoranti, shampoo, balsamo e detersivi (le ricette nel mio libro Impatto Zero).
Per la spesa recatevi nei mercatini di frutta e verdura locali, se possibile bio. Comprate pane dal fornaio ed evitate i grandi supermercati colmi di imballaggi. Per chi non ha voglia di cucinare e vuole solo rilassarsi esistono Hotel & ristoranti zero waste!  Il progetto, nato a Sorrento, si basa su poche semplici regole e sta coinvolgendo sempre più strutture ricettive: tutto il personale deve essere formato, la raccolta differenziata deve essere “spinta”, cioè attuata in tutte le aree dell’hotel, vanno eliminate tutte le confezioni monodose e monouso, i consumi energetici vanno ridotti, tutti gli oggetti devono essere durevoli, vanno riusati, riparati e solo in ultima opzione riciclati, viene informata e sensibilizzata la clientela.
Le soddisfazioni sono enormi, sia sul piano ambientale sia su quello economico: riduzione fino al 65% dei rifiuti prodotti, aumento fino al 95% di raccolta differenziata e più turisti (+15% di presenze annue). Inoltre, questi hotel, accordandosi col Comune, possono beneficiare di sconti sulla Tari, come è appunto successo a Sorrento. Non resta dunque che augurarvi buone e sostenibili vacanze!
Linda Maggiori
fonte: www.ilfattoquotidiano.it