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Aperitivo PlasticFree - Perugia, Giovedi 15 luglio 2021 dalle ore 18.00

 

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Direttiva SUP e scorte, chiarimenti da Bruxelles

Federazione Gomma Plastica riporta una serie di considerazioni in merito all'applicazione della Direttiva sugli articoli monouso che entrerà in vigore a luglio.











Secondo quanto riporta Federazione Gomma Plastica (FGP) - associazione dei trasformatori italiani di materie plastiche e gomma - la Commissione europea ha fornito chiarimenti in merito alla definizione di immissione sul mercato e conseguente possibilità di smaltire le scorte a magazzino dopo l'entrata in vigore della Direttiva sugli articoli monouso (Direttiva SUP), il 3 luglio 2021.

In particolare, il divieto di vendita e l’obbligo di marcatura non si applicano ai prodotti già immessi sul mercato prima del 3 luglio 2021 e presenti successivamente a tale data nei magazzini di produttori, grossisti, distributori, negozianti e retailers. Unica condizione - segnala FGP, è che la vendita, dopo la messa a disposizione da parte del produttore, continui ad avvenire nel territorio dello stesso Paese non in un Paese diverso.

Lo stesso criterio vale per gli obblighi di marcatura: i prodotti privi di marchio possono essere venduti dopo il 3 luglio 2021 nello stesso Stato membro dal negoziante che li detiene nei propri magazzini, se entrati nelle sue disponibilità prima di tale data.

Quando un prodotto entra nella fase di distribuzione, può essere messo a disposizione (e quindi immesso sul mercato) attraverso un accordo o un’offerta. Esempi sono offerte on line, campagne pubblicitarie, inviti all’acquisto tramite e- mail, consegna di un preventivo, informazioni sul prodotto e sul loro costo. In ogni caso l’offerta deve riguardare specifici prodotti già realizzati.

Nel caso in cui chi fabbrica i prodotti SUP sia diverso da chi figura come produttore (ad esempio nel settore dell’imballaggio),i prodotti stoccati presso il magazzino del brand owner non sono considerati già immessi sul mercato in quanto è questo soggetto ad essere considerato produttore, e non il fabbricante.

La Commissione, invece, ha affermato di non poter prevedere un periodo transitorio per l’esaurimento delle scorte in quanto contrario a quanto stabilito dal Consiglio e dal Parlamento europeo, anche se Unionplast ha chiesto al Governo italiano, nel recepire la Direttiva, di prendere in considerazione questa opzione.

La Direttiva non prevede invece specifici obblighi per i distributori riguardo la conformità dei prodotti. Saranno i singoli Stati Membri a decidere come implementare la Direttiva in tal senso.

fonte: www.polimerica.it


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Tari e nuovi rifiuti urbani: corsa al decreto “sostegni”









La circolare del Ministero della Transizione Ecologica non ferma lo scontro sulla nuova classificazione dei rifiuti urbani. Sulle agevolazioni Tari plaudono le imprese, i comuni lanciano l'allarme ma per tutti è corsa agli emendamenti alla legge di conversione del decreto “sostegni”



 



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No all'esenzione dei poliaccoppiati dalla Direttiva SUP

PlasticsEurope prende posizione contro le richieste provenienti dall'industria cartaria di esonerare gli imballaggi rivestiti con materiali polimerici.



PlasticsEurope interviene nella discussione in merito alla richiesta di esenzione dei poliaccoppiati carta/plastica dall'ambito di applicazione della Direttiva UE sugli articoli monouso in plastica (SUP), sostenendo che sarebbe sbagliato concedere una deroga al loro impiego se l'obiettivo è quello di ridurre l'inquinamento da rifiuti marini.

La tesi è che la direttiva non pone un limite minimo al contenuto di plastica nell'imballaggio e quindi, il packaging in carta o cartone rivestito con polimero, senza il quale la sua funzione protettiva non verrebbe garantita, debba essere ricondotto nell'ambito di applicazione, poiché la discriminante non è la quantità di materiale plastico presente nel packaging (come chiedono le associazioni della carta), ma la sua funzione e la probabilità che questo possa finire in mare.

Secondo PlasticsEurope, le domande che vanno poste per determinare se un prodotto debba essere escluso dal campo di applicazione della direttiva sono: questo articolo potrebbe svolgere la sua funzione principale se privato della componente polimerica? É probabile che questo articolo venga disperso nell'ambiente in modo improprio dopo il suo utilizzo?


Su quest'ultimo punto, l'associazione europea dei produttori di materie plastiche afferma che i prodotti di carta o cartone monouso contenenti una sostanza polimerica incorporata nel materiale o utilizzata come rivestimento sono generalmente percepiti dal grande pubblico come più rispettosi dell'ambiente, un "malinteso" che aumenta con la diminuzione della quantità di plastica presente; effetto che potrebbe indurre i consumatori a prestare una minore attenzione alla dispersione dell'imballo, poiché minore sarebbe la consapevolezza sulle conseguenze del gesto a livello ambientale.

Secondo PlasticsEurope, la Direttiva SUP dovrebbe spingere verso la modernizzazione e la ricerca di sostituti realmente 'green', in grado di garantire sia alti livelli di protezione ambientale, sia elevati standard prestazionali. Un processo che - si legge nel parere pubblicato su EurActivand (leggi QUI) - dovrebbe coinvolgere senza discriminazioni tutti i settori industriali al fine di consentire un adeguamento unificato al quadro normativo UE; quindi senza escludere prodotti la cui componente principale non è la plastica, ma in cui i polimeri, sebbene presenti in quantità inferiore, non possono essere sostituiti da altri materiali in grado di garantire standard di prestazioni comparabili. "La lotta contro i rifiuti marini dovrebbe essere la principale preoccupazione, indipendentemente dal settore di attività", conclude la nota.


fonte: www.polimerica.it


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Critiche alle Linee guida sulla Direttiva SUP

Le associazioni europee del settore plastica, carta e imballaggio segnalano alcune incongruenze del documento di orientamento per l'applicazione.




In una nota diramata dalle principali associazioni europee del settore plastica, carta e imballaggio viene analizzata e criticata la bozza che sta circolando delle Linee guida della Commissione europea relative alla direttiva sugli articoli monouso in plastica (direttiva SUP, 2019/904 del 5 giugno 2019).

I firmatari - tra i quali PlasticsEurope, EuPC, Plastics Recyclers Europe, Eumpes - si dicono preoccupati per l'ampliamento del campo di applicazione rispetto al testo pubblicato in GUCE e per i riflessi sulla tenuta del mercato unico per il comparto degli imballaggi. Invece di fornire i chiarimenti necessari alla sua applicazione - si legge nel documento - le linee guida potrebbero ostacolare la riduzione dei rifiuti e la transizione verso un'economia circolare per la plastica.

Le associazioni rispondono al documento con due osservazioni volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi politici fissati dalla direttiva SUP.

La prima riguarda l'assenza di un riferimento per il recepimento armonizzato della direttiva a livello comunitario, lasciando così troppa discrezionalità a livello nazionale, anche perché le disposizioni fondamentali della direttiva SUP non sarebbero state chiarite in modo adeguato nel testo. Toccherebbe invece alle linee guida favorire un recepimento omogeneo e armonizzato per prevenire la frammentazione del mercato, l'incertezza e gli ostacoli al commercio intracomunitario che potrebbero innescarsi da interpretazioni diverse a livello locale.


Il secondo punto critico - forse quello più rilevante per il nostro settore - concerne il disallineamento delle linee guida rispetto al testo della direttiva riguardo l'ambito di applicazione, ovvero gli articoli monouso sottoposti a restrizioni, che potrebbe costituire un precedente allarmante per l'integrità del processo decisionale all'interno della UE. Viene citato, a questo proposito, l'articolo 12 della Direttiva SUP che indica, tra i criteri utili a definire se un articolo è o non è monouso: "la tendenza del contenitore a essere disperso nell’ambiente, in ragione del suo volume o delle sue dimensioni, in particolare nel caso dei contenitori per alimenti monoporzione". Nella bozza, invece, questo criterio verrebbe messo in secondo piano, addirittura non citato nell'ultima edizione. Ciò significa che potrebbero ricadere nell'ambito della direttiva SUP anche i multipack venduti nei supermercati, quindi destinati ad un uso domestico.

Un altro esempio riguarda all'allegato, Parte A, che identifica gli articoli soggetti ad una riduzione dei consumi (quindi non vietati), tra i quali i contenitori per alimenti pronti per il consumo senza ulteriore preparazione, per esempio cottura, bollitura o riscaldamento. Nelle linee guida in bozza si afferma che lavaggio, pelatura o affettatura, come nel caso di frutta e verdura, non dovrebbero essere considerati una preparazione e quindi non andrebbero considerati criteri di esclusione dall'ambito di applicazione.

fonte: www.polimerica.it

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Direttiva SUP: l'Italia potrebbe vietare anche i bicchieri in plastica monouso

Al bando non solo piatti e stoviglie, ma anche i bicchieri di plastica monouso. È quanto potrebbe accadere in Italia se venisse approvato l'emendamento presentato da alcuni senatori che hanno messo nero su bianco la proposta dell'associazione ambientalista Marevivo




Giuseppe Iasparra


Al bando non solo piatti e stoviglie, ma anche i bicchieri di plastica monouso. È quanto potrebbe accadere in Italia se venisse approvato l'emendamento presentato da alcuni senatori che hanno messo nero su bianco la proposta dell'associazione ambientalista Marevivo per allargare il perimetro della Direttiva europea SUP (Single use plastics).

La Direttiva europea sulla plastica monouso vieterà piatti, stoviglie, cannucce e altri manufatti monouso. Ma non i bicchieri. O meglio, come ricorda Marevivo, la Direttiva SUP “mette al bando solamente i contenitori per liquidi realizzati con polistirolo espanso, cioè quelli di schiuma espansa usati soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti per bevande calde. Rimanevano consentiti tutti gli altri bicchieri di plastica, come quelli bianchi di polistirolo sottile o quelli trasparenti di polipropilene della consistenza più morbida e tenace”. Ora la situazione potrebbe cambiare se venisse approvato l'emendamento inserito nell'iter di recepimento della direttiva (e che dovrebbe essere votato la prossima settimana al Senato).

“Noi in Italia consumiamo 20 milioni di bicchieri monouso al giorno. Si tratta di quantitativi enormi perché l'utilizzo dei bicchieri usa e getta viene fatto in maniera continua, basti pensare quando siamo al bar” sottolinea ad Eco dalle Città Raffaella Giugni, responsabile delle relazioni istituzionali di Marevivo. “Molti di questi bicchieri finiscono poi nell'indifferenziato e diventa anche difficile il loro riciclo, come invece avviene per il PET delle bottiglie. Si stima poi che almeno un 20% dei bicchieri in plastica monouso finiscano dispersi nell'ambiente. Per questo abbiamo ritenuto che fosse necessario aggiungerli per dare un senso a questa normativa che a nostro avviso manca di un elemento fondamentale” conclude Raffaella Giugni.

Testo emendamento

AS 1721

Emendamento 22.105 (TESTO 2)

Articolo 22

LOREFICE

Al comma 1, sostituire la lettera d) con la seguente:

«d) prevedere che, laddove nell'Allegato alla direttiva (UE) 2019/904 si richiamano le tazze per bevande, si intendono ricompresi anche i bicchieri, coerentemente con gli orientamenti previsti dall'articolo 12, par.2 della medesima direttiva;».

fonte: www.ecodallecitta.it


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Stretta ai monouso in Francia

Il 1° gennaio sono scattate una serie di divieti che riguardano articoli 'à usage unique' in materiale plastico. Esenzione temporanea per quelli biobased e destinati al compostaggio domestico.



Secondo la legge sulla transizione energetica varata dal Parlamento francese nel 2015, modificata l’anno scorso con la legge Égalim, dal 1° gennaio 2020 è messa al bando in Francia una serie di articoli monouso in plastica, quali bicchieri e tazze, stoviglie e posate, cannucce, vaschette per gelato e carni, insalatiere, contenitori e agitatori per cocktail, chiusure di vetro usa e getta.

Il decreto attuativo, pubblicato nei giorni scorsi (testo integrale), introduce la categoria dei prodotti monouso (à usage unique) ed esenta dal divieto di commercializzazione i prodotti compatibili con il compostaggio domestico e costituiti da almeno il 50% di risorse rinnovabili, deroga valida però solo fino al 3 luglio 2021. Per gli imballaggi previsti dalla normativa, inoltre, l’interdizione scatterà più tardi, anche in questo caso il 3 luglio 2021, per uniformarsi ai dettami della direttiva SUP e non entrare in contrasto con la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio. Fino alla stesa data sarà consentito l’uso di posate in plastica negli istituti penitenziari, ospedali e nel trasporto aereo, ferroviario e marittimo.




Inoltre, il decreto del 27 dicembre introduce una proroga di sei mesi per i prodotti fabbricati o importati prima del 1° gennaio 2020, al fine di consentire lo smaltimento delle scorte eventualmente in magazzino.

Il 1° gennaio scatteranno altri due divieti, relativi alla vendita di bastoncini in plastica per la pulizia delle orecchie e alla distribuzione di acqua in bottiglie di plastica nella ristorazione scolastica.

Infine, il Parlamento francese sta attualmente esaminando progetto di legge sulla lotta contro i rifiuti e l’economia circolare (antigaspillage o anti spreco) che, in virtù di un emendamento, punta a vietare l’immissione sul mercato di tutti imballaggi monouso in plastica entro il 2040

fonte: www.polimerica.it