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Robidone, il robot che insegna la raccolta differenziata a Italia’s Got Talent

 




Questa sera possiamo dirlo, un #Robot​ ci ha effettivamente fatto comprendere tutti i nostri sbagli. Almeno, lo ha fatto sulla raccolta differenziata. Dopo la sua performance non abbiamo più scuse, non sono ammessi errori. I #Giudici​ di #IGT​ hanno apprezzato l’idea, per lui 4 si.  

Italia's Got Talent


https://www.robidone.com


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Da VW i robot di ricarica mobile per le auto elettriche

Volkswagen Group Components presenta il concept della futura ricarica autonoma: sistemi mobili, attivabili tramite app o comunicazione V2X, in grado di fare “il pieno” all’auto elettrica in completa autonomia









Che forma assumerà la futura infrastruttura dell’e-mobility? A rispondere è oggi la Volkswagen disegnando uno dei pezzi che comporranno il domani delle auto elettriche. Attraverso la sua unità di business Volkswagen Group Components, la società ha svelato in questi giorni i primi prototipi dei suoi robot di ricarica mobile, sistemi intelligenti su ruote in grado di alleggerire la fase di rifornimento.

In realtà l’idea era stata presentata quasi un anno fa, ma oggi il gruppo è pronto dare un volto al prodotto e alcuni caratteristiche di massima. L’obiettivo è portare sul mercato robot di ricarica, attivabili tramite app o comunicazione vehicle-to-X, e funzionanti in totale autonomia. In altre parole i dispositivi, una volta in funzione, svolgerebbero tutte le attività dell’utente, dall’apertura dello sportello al collegamento della spina e viceversa. In teoria il sistema dovrebbe essere in grado di ricaricare più veicoli contemporaneamente, semplicemente spostando un’unità di accumulo mobile in prossimità dei mezzi. Una volta completato il “pieno”, il robot recupererebbe il rimorchio e lo riporterebbe alla stazione base affinché possa essere a sua volta ricaricato.





Il sistema è progettato per affrontare una delle principali barriere all’ingresso per coloro che vorrebbero acquistare un veicolo elettrico: la mancanza di una rete capillare di rifornimento. Sebbene il numero di stazioni in tutto il mondo continui ad aumentare, integrarle in strutture esistenti come parcheggi sotterranei e aree di parcheggio può risultare difficile e costoso. Ed è qui che entrano in gioco i robot VW.

“La creazione di un’infrastruttura di ricarica efficiente per il futuro è un obiettivo primario che sfida l’intero settore. Stiamo sviluppando soluzioni per evitare costose misure autonome”, ha spiegato Thomas Schmall, CEO di Volkswagen Group Components. “Il robot di ricarica mobile e la nostra stazione di ricarica rapida flessibile sono solo due di queste soluzioni”. La business unit sta attualmente lavorando a una famiglia completa di caricatori auto CC e la stazione di fast-charge flessibile sarà lanciata sul mercato all’inizio del 2021.

fonte: www.rinnovabili.it



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Il robot granchio amico dell'ambiente. "Pulirà il mare dalla plastica"

Silver 2 può esplorare i fondali marini è frutto della collaborazione fra gli esperti di robotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e i biologi marini della Stazione Anton Dohrn di Napoli



Si chiama SILVER 2 il robot sub in grado di attraversare terreni accidentati e irregolari, senza modificare i fondali. Può avvicinarsi ai bersagli in sicurezza e con precisione, muovendosi silenziosamente, nel pieno rispetto dell'ecosistema marino. La macchina, nata nei laboratori dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, è descritta sulla rivista internazionale Science Robotics.


Dohrn, un robot granchio per esplorare i fondali: potrà anche raccogliere plastica




La soft robotica per difendere l'ambiente

Figlio di un approccio bio-ispirato che ha permesso di applicare al robot i principi di locomozione tipici di animali bentonici come il granchio (organismo che sfrutta l'interazione con il fondale marino per muoversi), SILVER 2 può non solo esplorare fondali e ambienti vulnerabili ancora poco conosciuti, ma in un futuro molto vicino sarà anche in grado di pulire il mare dalla plastica affondata.

SILVER 2 è stato sviluppato dal team di Marcello Calisti, ricercatore dell'Istituto di BioRobotica e uno dei più stretti collaboratori di Cecilia Laschi, pioniera della soft robotics, grazie all'applicazione dei principi della flessibilità robotica in campo marino. Il robot-granchio è in grado di muoversi prendendo di mira "bersagli" viventi e non viventi, che si tratti di bottiglie di plastica o di artefatti archeologici, strutture sommerse o organismi come i coralli o i pesci, il tutto senza interferire con l'habitat marino. Le sue sei zampe articolate e molleggiate gli permettono di muoversi agilmente sul fondale, avanzando con saltelli (anche laterali) e, grazie alla flessibilità delle sue gambe subacquee, può sfiorare il fondo del mare per raccogliere sabbia o altro materiale che serve per studiare e conoscere meglio le caratteristiche dei fondali.

"SILVER 2 - commenta Giacomo Picardi, prima firma dello studio e dottorando del PhD in BioRobotica - è attualmente comandato a distanza da un operatore attraverso una interfaccia grafica che permette di vedere ciò che vede il robot e decidere direzione e tipologia di locomozione. Attraverso l'interfaccia inoltre è possibile visualizzare le caratteristiche dell'ambiente sottomarino, come pressione o temperatura rilevati dai sensori di bordo".

SILVER 2 è stato sviluppato all'interno del Centro di ricerca sulle tecnologie del mare e la Robotica marina, laboratorio dell'Istituto di BioRobotica con sede a Livorno, grazie a due progetti finanziati da Arbi Dario S.p.A. e dalla National Geographic Society. La ricerca sul prototipo sta andando avanti e l'integrazione con un manipolatore consentirà la raccolta della plastica depositata in fondo al mare. Un passo importante che va nella direzione di proteggere l'ecosistema marino dall'inquinamento e di preservare molte specie animali.

"Quando si pensa all'esplorazione del mare - spiega Calisti - vengono in mente sottomarini o veicoli simili che nuotano fino ad arrivare in prossimità degli oggetti di interesse, tipicamente sul fondale. Noi abbiamo pensato di ribaltare il concetto: andare direttamente sul fondale, con un robot con delle gambe, per interagire in maniera più delicata ed efficace. Le difficoltà di percepire l'ambiente marino impediscono di usare gli algoritmi tradizionali che sono usati per i robot terrestri: ma con il nostro approccio bio-ispirato, siamo riusciti ad unire sia l'efficacia che la delicatezza della locomozione. La nostra ambizione è di collaborare con le tecnologie che esistono attualmente per creare un intero ecosistema di robot subacquei che possano prendersi cura, esplorare e mantenere l'ambiente marino e le attività ad esso connesse. In questo, siamo stati molto contenti di lavorare con biologi, geologi e oceanografi che hanno visto sempre con interesse il nostro approccio non convenzionale".

fonte: www.repubblica.it

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