In via Francesco Londonio, a due passi da Paolo Sarpi, c'è una ciclofficina che ha iniziato la sua attività in maniera molto particolare. A raccontarmelo è stata Beatrice, una gentile e sorridente ragazza di 22 anni, figlia dell'iniziatore di questo progetto. Tutto nacque sei anni fa, quando il signor Cesare iniziò a recuperare le biciclette che la gente abbandonava fuori dalle discariche, le portava nella sua cantina di via Washington, le puliva, le sistemava e le riassemblava, ridando loro una nuova vita.
Cesare iniziò tutto per puro piacere personale, per poi cominciare a vendere le sue bici su internet: biciclette usate, ma sicure per la circolazione ed economiche. La richiesta da parte delle persone aumentò a tal punto che tre anni fa Cesare e la sua famiglia hanno avuto la possibilità economica di aprire la loro piccola azienda a conduzione familiare: Re-CICLI, dove la maggio parte delle biciclette esposte sono recuperate e reciclate.
Chiedo a Beatrice informazioni sul dispendio di materiale e mi racconta che anche quando ritirano bici inutilizzabili cercano di non buttare via nulla; salvano tutto quello che si può salvare, così da poter risistemare le altre bici con i vari pezzi mancanti. "L'unica cosa che non si può salvare sono i telai", mi spiega Beatrice, "si potrebbero saldare, ma è un discorso di sicurezza: quando vengono creati sono costruiti con delle geometrie precise che permettono la restistenza a urti ecc.. e andando a saldarli si va ad indebolire il metallo". Di tanto in tanto allora passa un camioncino che ritira il ferro dei telai e si crea uno scambio: chi lo ritira poi lo rivende guadagnando qualcosina, fa un favore a quelli di Re-Cicli che non devono andare in ricicleria a smaltire il ferro e, cosa molto importante, non si creano rifiuti. Un'altra bella idea che Re-Cicli ha in cantiere è creare convenzioni speciali per chi utilizza la bicicletta come mezzo di lavoro.
Mi incuriosiva poi capire, vista la zona ricca di biciclette usate come mezzi di trasporto soprattutto dalla popolazione di origine cinese, se anche loro si affidassero a Re-Cicli per fare riparazioni alle biciclette. Beatrice mi ha spiegato che vengono spesso a gonfiare le ruote, perchè c'è la pompa gratuita fuori dal negozio, e che i cinesi chiedono qualche piccola economica riparazione, ma molto di rado.
Abbiamo bevuto il caffè nel vicino bar-trattoria 'Le combattenti' dove ho chiesto, sempre nello spirito di Quartieri Ricicloni, se avessero sprechi di cibo a fine giornata e cosa ne facessero. Mi hanno spiegato, con molta simpatia, che se ci sono avanzi della cucina li offrono ai dipendenti, se lo gradiscono, oppure li portano a casa in famiglia. Le brioche invece le portano sempre ai ragazzi di Re-cicli, che le accettano molto volentieri, mi ha confermato Beatrice. Insomma, qui nulla viene inutilmente buttato.
"Quartieri Ricicloni "è un progetto cittadinanza attiva contro lo spreco, con il contributo di Fondazione Cariplo.
fonte: www.ecodallecitta.it