Contro l'esclusione di sfalci e potature urbani dal regime rifiuti: lettera aperta del CIC al presidente ANCI

Dopo la missiva di Fiper al presidente dell'ANCI per l’impiego di sfalci e potature da verde urbano a fini energetici, arriva la replica del Consorzio Italiano Compostatori, che sottolinea gli effetti negativi della modifica contenuta nel Collegato agricolo in esame al Senato
Immagine: Contro l'esclusione di sfalci e potature urbani dal regime rifiuti: lettera aperta del CIC al presidente ANCI
"Laddove una simile radicale modifica, in contrasto col diritto europeo, venisse posta in essere si concretizzerebbe quella che viene definita nella lettera aperta di FIPER la preoccupazione del Presidente Cic, ossia un concreto e tangibile rischio sanitario su tutto il territorio nazionale. Infatti, i rifiuti derivanti dagli sfalci e le potature del verde urbano normalmente contengono materiali inquinanti e hanno una carica elevata di agenti patogeni e fitopatogeni e parassiti di vario genere (salmonelle, escherichia coli, ecc.)". Dopo la missiva di Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) al presidente dell'ANCI per l’impiego di sfalci e potature da verde urbano a fini energetici, arriva la replica del Consorzio Italiano Compostatori, che rivolgendosi alla massimo rappresentante dei Comuni, sottolinea gli effetti negativi  della modifica contenuta nel Collegato agricolo (in esame al Senato) che porterebbe sfalci e potature fuori dal regime dei rifiuti. 

Egregio Presidente,


a nome del Consorzio Italiano Compostatori – CIC, rappresentativo di oltre cento imprese e enti pubblici e privati produttori di compost in Italia, avendo preso visione della comunicazione inviatale in data 15 giugno u.s. dal Sig. Righini, Presidente della “Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili-FIPER”, (pubblicata sul sito web della stessa Federazione e ripresa da una rivista specialistica on line), recante “lettera aperta FIPER al presidente ANCI per l’impiego potature verde urbano a fini energetici” ritengo opportuno formulare le seguenti considerazioni.

Come dichiarato dallo stesso Presidente Righini, la FIPER (rappresentativa di una trentina di soggetti produttori di energia da biomasse in Italia, v. fiper.it/it/soci/biomassa.html), da anni tenta di “fare in modo che le potature del verde urbano non siano più considerate rifiuti” e possano essere utilizzate per la produzione di energia.

Tale sforzo, benché comprensibile nella logica imprenditoriale delle aziende federate alla FIPER – che trarrebbero un indubbio vantaggio dalla possibilità di utilizzare nelle proprie centrali termiche a biomasse la sola parte legnosa del rifiuto derivante dal verde urbano (corrispondente, come si dirà meglio infra, solo al 20% del totale di tale tipologia di rifiuto) – è tuttavia in netto contrasto con la normativa europea, prima ancora di quella nazionale. Come noto, infatti, l’articolo 3 della Direttiva europea 2008/98/CE relativa ai rifiuti annovera chiaramente tra i rifiuti organici “i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi”.

Il Presidente di FIPER sostiene, inoltre, che “l’utilizzo del verde urbano trasforma la gestione di questa biomassa da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo”. Sul punto cita dati economici basati su non meglio specificati studi effettuati dalla stessa Federazione, dati che tuttavia non trovano alcun conforto nella realtà dei fatti.

In relazione a tali affermazioni si evidenzia, innanzitutto, come attualmente i rifiuti urbani da sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde urbano non vengano smaltiti, bensì recuperati organicamente mediante compostaggio, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di riciclo imposti dal Legislatore. 

In secondo luogo, il riferimento alla vendita sul mercato e al relativo ricavo riteniamo indispensabile definire ancora una volta gli esatti contenuti numerici ed economici dell’argomento “sfalci e potature” per porre chiarezza alle indimostrabili teorie economiche dei guadagni per i comuni sostenute da Fiper , grazie al recupero energetico. 
- gli “sfalci e potature da giardini, parchi e aree cimiteriali” raccolti in Italia attraverso le raccolte differenziate nell’anno 2014 sono stati pari a 1.700.000 ton. (dati ISPRA) di questi quasi 1/3 raccolti nella sola Lombardia; 

- gli attuali costi di riciclo degli “sfalci e potature” con recupero di materia presso gli impianti di compostaggio a livello nazionale sono mediamente inferiori a € 30/ton. (in Lombardia i costi sono mediamente inferiori a € 25/ton.) e quindi meno della metà dei costi erroneamente rappresentati da Fiper; 

- tali costi sono inclusi, in maniera chiara e trasparente, nella bolletta rifiuti e quindi messi a carico dei Cittadini. Sottolineiamo che il settore del compostaggio, nato da più di 30 anni, non ha mai ricevuto e non riceve alcuna incentivo o contributo pubblico e ha sempre operato in regime di libero mercato; 

- del 1.700.000 ton. di “sfalci e potature” provenienti dalle raccolte differenziate la frazione legnosa, la sola utilmente impiegabile dalle centrali a biomassa, rappresenta circa il 20 % del totale corrispondente a circa 340.000 ton. a cui vanno naturalmente sottratti i materiali inquinanti normalmente contenuti quali plastiche, vetri, carte, metalli, terra e inerti con percentuali che variano dal 2-5 %. L’altro 80% dove finirebbe essendo inidoneo alla combustione? Perderebbe tracciabilità finendo in circuiti che non ne garantirebbero il corretto trattamento. 


Quindi nella “equazione” economica contenuta nella Lettera aperta di FIPER non viene, infatti, chiarito che con le matrici lignocellulosiche (e quindi solo con le potature, non con tutto il verde urbano) gli imprenditori rappresentati da tale Federazione producono energia, che questa energia gode degli incentivi e che tali incentivi vengono pagati dai cittadini nelle bollette del fornitore del servizio elettrico. E questa particolare disponibilità consente agli imprenditori di cui sopra di suggerire ai Comuni di acquistare il “rifiuto potatura” indicando addirittura un prezzo di acquisto medio di 30 €/ton, in virtù del fatto che la filiera del recupero energetico è nata e sopravvive solo grazie ai sostanziosi incentivi pubblici sulla energia.

Tale dato già da solo costituisce un fattore distorsivo della concorrenza in favore degli imprenditori rappresentati dalla FIPER. Concorrenza alla quale non si è mai sottratto, invece, il Consorzio Italiano Compostatori, consorzio non obbligatorio, non agevolato da alcun tipo di incentivo e i cui impianti, nel campo dei rifiuti, operano in regime di libero mercato, con costi certi e trasparenti. Quindi è priva di fondamento la affermazione secondo la quale i Comuni (recte: i cittadini) trarrebbero un vantaggio economico. Bensì avrebbero un aggravio dei costi sulle bollette dei rifiuti, che si aggiungerebbe all’aggravio di costi sulla bolletta energetica per gli incentivi di cui si è detto.

Ma ben più grave, ci sembra, e anch’essa taciuta nel comunicato FIPER, è la pretesa che in un contesto di Collegato Agricoltura, venga apportata una così sostanziale modifica (v. l’art. 41 del DDl AS 1328-B) al fondamento della normativa in tale materia, ovvero la richiesta che “sfalci e potature provenienti da giardini, parchi e aree cimiteriali” vengano esclusi dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti (T.U.A.).

Laddove una simile radicale modifica, in contrasto come detto col diritto europeo, venisse posta in essere, si concretizzerebbe quella che viene definita nella lettera aperta di FIPER “la preoccupazione del Presidente Cic”, ossia un concreto e tangibile rischio sanitario su tutto il territorio nazionale. Infatti, i rifiuti derivanti dagli sfalci e le potature del verde urbano normalmente contengono materiali inquinanti e hanno una carica elevata di agenti patogeni e fitopatogeni e parassiti di vario genere (salmonelle, escherichia coli, ecc.).

Rischio sanitario, invece, del tutto assente nella filiera del compostaggio, assoggettata per legge a precisi e stringenti requisiti di stabilizzazione ed igienizzazione del compost finale prima del suo riutilizzo.

Si aggiungano inoltre, in caso di approvazione dell’art. 41 del DDl S 1328B del Collegato Agricolo (che esclude dall’ambito dei rifiuti gli sfalci e le potature del verde urbano) i seguenti effetti: 
- LA DRASTICA RIDUZIONE DELL’OCCUPAZIONE E DEGLI INVESTIMENTI
dell’intero settore del recupero dei rifiuti organici delle raccolte differenziate

- LA DRASTICA RIDUZIONE DELLE RACCOLTE DIFFERENZIATE
, di cui i rifiuti organici rappresentano quasi il 40%,

- L’AVVIO DI UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
in quanto il citato art. 41 si pone in palese violazione dei principi sanciti dalla Direttiva Europea 98/2008 sui rifiuti.    


Auspicando che ANCI intenderà confermare la posizione già da tempo espressa sul tema e condivisa dal Consorzio Italiano Compostatori, si resta a disposizione per ogni eventuale chiarimento.


Cordiali saluti,

C.I.C.
Il Presidente
Alessandro Canovai

fonte: http://www.ecodallecitta.it/