Dopo il dibattito che si è aperto a Torino sul possibile trasferimento
di rifiuti dalla Sicilia all'inceneritore del Gerbido, abbiamo
intervistato Beniamino Ginatempo (Zero Waste Sicilia): "Il trasferimento
non è una soluzione. Se anche ciò avvenisse, caricando i rifiuti sulle
navi, fra quindici giorni o un mese si riproporrebbe il problema"
Quali problematiche hanno provocato questa situazione? I rifiuti arriverebbero da un luogo in particolare?
Derivano
da una pessima organizzazione della gestione dei rifiuti in Sicilia.
Quest’annosa situazione si è poi aggravata negli ultimi tempi con
l’atteggiamento tenuto dalla Regione.
In Sicilia ormai tutte le
discariche sono sature. La raccolta differenziata è molto bassa e non si
sono realizzati gli impianti di trattamento necessari. Le discariche,
in particolare, hanno operato in un contesto di illegalità in quanto non
sono mai stati realizzati gli impianti di Trattamento Meccanico-Biologico
obbligatori per legge, come indicato dalle direttive europee in materia
di rifiuti. L’assessore regionale Marino, della prima giunta Crocetta,
tentò di imporre alle discariche di dotarsi degli impianti di TMB ma fu
mandato via. I padroni delle discariche (quasi tutte private) non
vollero adeguarsi. Ed essendo molto influenti hanno fatto in modo che si
arrivasse a questa situazione.
Oggi le discariche sono tutte
aperte in deroga e i pochi impianti di trattamento sono insufficienti.
In parallelo, il presidente Crocetta ha fatto un’ordinanza imponendo un
tetto massimo di conferito in discarica che è molto più basso della
produzione dei rifiuti. Di conseguenza nelle grandi città, ma anche nei
centri medio-piccoli, non potendo conferire la spazzatura, questa rimane
per strada.
L’esportazione rimane quindi l’unica soluzione se si vuole adottare un provvedimento emergenziale?
Ma
non è una soluzione. Se anche ciò avvenisse, caricando i rifiuti sulle
navi, fra quindici giorni o un mese si riproporrebbe il problema. È una
situazione che non può essere risolta in questa maniera. A qualche
impianto di incenerimento, probabilmente, farà piacere ricevere rifiuti
da bruciare. Ma è immorale dal nostro punto di vista, quello di Zero
Waste Sicilia. I rifiuti bruciati andranno a produrre diossine e
nanopolveri da un’altra parte.
Zero Waste è da sempre contraria
allo smaltimento. La nostra non è una filosofia. È una tecnica, che
suggerisce di recuperare il massimo possibile da tutte le materie prime
ancora presenti nei rifiuti. In un contesto europeo, con scarse
disponibilità di risorse, il recupero dei materiali diventa la strada
obbligata.
Vista la situazione siciliana, allora, quali sono
secondo lei le misure da adottare, tenendo conto anche delle tempistiche
stringenti?
Come prima cosa lo sblocco delle procedure per la
realizzazione degli impianti di compostaggio e l'incentivazione del
compostaggio domestico e di comunità. In Sicilia, da sempre, la
burocrazia è stata utilizzata per sfavorire la realizzazione di buone
pratiche, mantendo inalterata la situazione. Occorre, quindi, procedere
con la costruzione degli impianti di Trattamento Meccanico-Biologico
necessari al fabbisogno regionale favorendo il riciclo dei materiali in
modo da recuperare tutto il possibile dai rifiuti. C’è lo chiede
l’Europa: dobbiamo ridurre al minimo il rifiuto secco indifferenziato.
Non
quindi si può pensare di gestire l’emergenza con i trasferimenti. La
quantità di rifiuti che Crocetta pensa di inviare a Torino, inoltre, è
una parte molto residuale rispetto alla quantità di rifiuti presente in
strada. E poi, occorre tenere conto dei costi: chi pagherebbe il
trasferimento e lo smaltimento? Meglio realizzare depositi temporanei e
obbligare, con procedura d’urgenza, la costruzione degli impianti di TMB
da parte dei proprietari delle discariche.
Infine, la
produzione e l'incenerimento di combustibile da rifiuti proposta dal
governo e recepita dalla giunta Crocetta anch'essa non è una soluzione
all'emergenza, visto che per costruire un inceneritore ci vogliono
almeno 3 o 4 anni e comunque non ci sono gli impianti per produrre il
combustibile. Invece, dopo il TMB si potrà continuare il recupero di
materie prime seconde, realizzando le cosiddette "Fabbriche dei materiali".
fonte: www.ecodallecitta.it