Appello per unirsi il 25 marzo all’evento globale, Ora della Terra/Earth Hour
A una settimana dall’Earth Hour-Ora della Terra il
Wwf punta il dito verso su uno degli effetti del cambiamento climatico
che ci tocca più da vicino: la nostra salute: «I cambiamenti climatici,
con le ondate di calore e l’aumento delle temperature, gli eventi
meteorologici estremi come alluvioni e siccità aumentano i rischi per la
salute e il benessere umano. Oltre ai danni diretti, gli impatti
influenzano l’alimentazione, l’approvvigionamento di acqua ma anche
la diffusione di malattie, tramite vettori come le zecche e la zanzara
tigre asiatica che aumentano il rischio di insorgenza di patologie quali
la malattia di Lyme, l’encefalite da zecche, la dengue e la febbre del
Nilo occidentale».
Il Wwf ricorda che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità,
tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare circa
250.000 ulteriori morti all’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e
stress da calore. A livello globale, il numero di disastri legati al
clima è più che triplicato dal 1960. Questi disastri si traducono in
oltre 60.000 morti, principalmente nei paesi in via di sviluppo. Il
Panda cita anche il V rapporto dell’Ipcc, secondo il quale gli effetti
del cambiamento climatico sulla salute sono destinati ad esacerbare i
problemi pre-esistenti, inclusi quelli derivanti dalle condizioni
cliniche (disturbi psichici, depressione, patologie
cardiocircolatorie). «Durante l’ondata di calore del 2003 in Europa, ad
esempio, sono stati registrati oltre 70.000 morti oltre la media. Le
alte temperature alzano anche i livelli di ozono e altri inquinanti,
esacerbando le malattie respiratorie e cardiovascolari – sottolineano
gli ambientalisti – Si estenderà anche la diffusione dell’asma, con
l’aumento della diffusione di pollini e altri allergeni favorito dal
caldo estremo. L’Europa meridionale e il Medio Oriente costituiscono una
delle regioni del mondo che rischiano gli impatti negativi peggiori del
cambiamento climatico. Stiamo già affrontando forti aumenti degli
eventi estremi, con ondate di calore e diminuzioni nelle precipitazioni e
della portata dei fiumi, che hanno incrementato il rischio di siccità
gravi, di calo dei rendimenti dei raccolti, di perdita della
biodiversità e di incremento del rischio di incendi boschivi. Se verrà
superata la soglia di 1,5°C, gli effetti sul Mediterraneo e Medio
Oriente potrebbero portare alcune zone a sperimentare temperature
superiori a 50°C per molti giorni l’anno, rischiando così di diventare
inabitabili: questo porterebbe indubbiamente all’aumento della mobilità
interna ed esterna».
Tra le malattie che rischiano di diffondersi per effetto del
cambiamento climatico il Wwf cita la malaria: «Trasmessa dalle zanzare
Anopheles, la malaria uccide quasi 600.000 persone ogni anno –
soprattutto bambini africani sotto i 5 anni. L’areale della malaria si
sta estendendo verso il Mediterraneo. La zanzara Aedes, vettore della
febbre dengue è anche molto sensibile alle condizioni climatiche,
alcuni studi suggeriscono che il cambiamento climatico è probabile che
continui ad aumentare l’esposizione alla dengue».
Proprio per questo, secondo la presidente del Wwf Italia, Donatella
Bianchi, «I Paesi del Mediterraneo, Italia in testa, dovrebbero essere
leader nella lotta al cambiamento climatico, visto che dal progredire
della situazione attuale hanno tutto da perdere. Diventa sempre più
urgente, poi, l’integrazione dei rischi dovuti al cambiamento climatico
nei sistemi sanitari pubblici, sistemi sanitari che devono essere sempre
più efficaci ed efficienti. Il cambiamento climatico ha volti e impatti
diversi in ogni angolo del pianeta, ma la realtà è uguale per tutti: il
momento per cambiare il clima che cambia è ora. E’ una sfida che
centinaia di milioni di persone in tutto il mondo hanno compreso e il 25
marzo, in occasione di Earth Hour, faranno sentire la propria voce.
Vogliamo che agli accordi e agli impegni seguano finalmente i fatti».
Per Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf
Italia, «Servono azioni concrete a cominciare dal prossimo G7 che deve
sancire la volontà di accelerare l’attuazione dell’Accordo di Parigi E’
importante che il G7 Salute affronti il tema perché è necessario
integrare i rischi dovuti al cambiamento climatico nei sistemi sanitari
pubblici».
Tra una settimana queste richieste verranno ribadite in occasione
dell’Ora della Terra attraverso lo spegnimento simbolico per un’ora,
dalle 20.30 di ciascun paese, delle luci in casa, degli uffici, dei
ristoranti. Una grande ola di buio planetaria di 24 ore, dalla mattina
di sabato 25 fino al giorno successivo, che farà il giro della Terra e
alle 20.30 ‘toccherà’ il nostro paese. Il Wwf sta organizzando per
quella giornata eventi in piazza, balli, cene a lume di candela. A Roma
l’evento centrale si svolgerà al Museo Maxxi che per la prima volta
spegnerà la sua facciata. Al buio per un’ora decine di altre icone tra
cui la Basilica di San Pietro, il Colosseo, la Mole Antonelliana e
l’Arena di Verona. Nel 2016 ben 178 Paesi parteciparono spegnendo le
principali icone mondiali come l’Opera House di Sydney, il Cristo
Redentore a Rio de Janeiro, la Torre Eiffel, il Ponte sul Bosforo.
fonte: www.greereport.it