Secondo la Commissione il delitto di inquinamento ambientale è il reato
più contestato con almeno 47 occorrenze in 26 diverse Procure e
Tribunali, solo 5 le contestazioni del reato di disastro ambientale
È
stata approvata il giovedì 23 febbraio la Relazione
sull'attuazione della legge
n. 68/2015 in materia di delitti
contro l’ambiente.
Il perimetro della verifica è stato delimitato dalla Commissione
grazie all'acquisizione e all'esame di provvedimenti giudiziari e
all'ascolto delle autorità giudiziarie stesse. Si tratta di una
valutazione inusuale per
la nostra cultura perché sulla base dei dati e delle informazioni
raccolte propone
il tema dell’efficacia della legge e
offre un’ipotesi di metodo per la raccolta ed analisi di elementi
informativi in questo campo. Nonostante la mancanza di esperienze
parlamentari di valutazione di efficacia di leggi penali, attraverso
uno scambio costante di informazioni e competenze è stato possibile
ricostruire l’esistenza e la natura dei fenomeni illeciti, il
rischio dell’emergenza di questi fenomeni e loro strutturazione in
alcuni territori.
Da
un esame della Relazione si segnalano alcuni dati sui reati
contestati. Si evince in generale “una distribuzione abbastanza
uniforme delle contestazioni dei nuovi reati sul territorio
nazionale, con una frequenza tuttavia più accentuata dal punto di
vista quantitativo nelle Isole e nel Sud.” Mentre, scendendo
nel dettaglio, il delitto di inquinamento ambientale (Art.
452-bis del codice penale), introdotto proprio dalla legge in esame
“risulta essere, tra i nuovi “ecoreati”, la fattispecie più
numerosamente e più diffusamente contestata, con almeno 47
occorrenze in 26 diverse Procure della Repubblica presso Tribunali”.
Sono
almeno 5, invece, le contestazioni, in 5 diverse Procure della
Repubblica, del reato di disastro ambientale.
Per quanto riguarda i delitti colposi contro
l’ambiente (Art. 452-quinquies codice penale) le
contestazioni sarebbero 6 in 5 diverse Procure della Repubblica. Le
contestazioni per il delitto di traffico e abbandono di materiale ad
alta radioattività (Art. 452-sexies codice penale) sono 3 in 2
Procure.
Nell'insieme,
il quadro delineato nel lavoro della Commissione, mette in evidenza
la complessità tecnico-giuridica delle fattispecie penali esaminate
e questo ha indubbiamente conseguenze sulla durata dei procedimenti
dato che sono richiesti accertamenti adeguati per poter
correttamente configurare le fattispecie delittuose. Lo
dimostrerebbero, si legge nella Relazione, anche i numeri contenuti
delle contestazione dei delitti introdotti dalla L. n. 68/2015
(complessivamente almeno 102 indagini preliminari in corso) che
presuppongono “un’applicazione ragionata della norma e
l’effetto di prevenzione generale, a fronte della previsione di
sanzioni più gravi”.
Nella
Relazione emergono anche difficoltà e problematiche per
rendere più efficace ed efficiente l’attuazione degli strumenti
penali e processuali introdotti dalla legge n. 68/2015. Tra
queste “l’adeguata disponibilità di personale di polizia
giudiziaria specializzato, in grado cioè di affrontare con maggiore
preparazione ed efficacia le problematiche di ordine
tecnico-scientifico che emergono nel corso delle attività di
indagine relative agli "ecoreati'' …”
fonte: www.ecodallecitta.it