Rifiuti urbani stabili a livello nazionale, se non addirittura in
aumento. Quanto incidono le politiche delle aziende, quelle della GDO e
le scelte dei consumatori, nella mancata riduzione dei rifiuti?
Dai
dati che Eco dalle Città ha raccolto dall'inizio dell'anno sembra che in Italia i rifiuti urbani non tendano a diminuire. In certi
casi, anche se di poco, sono addirittura aumentati. Milano ne è un esempio, con i dati AMSA che parlano di un + 0,5% di produzione dei rifiuti totali urbani (circa 3mila tonn), 2016 su 2015.
Come
mai? Parlando di rifiuti urbani, ci si aspetterebbe che possano
diminuire, anche se di poco, viste le tante iniziative in corso ogni
anno per "educare" alla riduzione dei rifiuti; prima fra
tutte, la specifica settimana europea dedicata (la SERR). Sono davvero aumentati i consumi? E'
un problema specifico degli imballaggi, che aumentano invece di
diminuire, o magari aumentano di peso? La GDO organizzata non attua
politiche efficaci in questo senso?
Secondo
Valter Molinaro, Responsabile innovazione e gestione servizi
di Coop Lombardia, la risposta non sta certo
nell'aumento dei consumi. “Dai nostri dati di vendita il 2016
è rimasto un anno di stagnazione. Soltanto nei primi 2 mesi del
2017 stiamo vedendo una piccola ripresa”. Realtà
come Coop hanno lo specifico obiettivo della riduzione dei rifiuti?
“Eccome se ce l'abbiamo. Il dentifricio che vendiamo senza
l'astuccio di cartone; la confezione da 2 pacchi di caffè macinato,
uniti dall'adesivo, eliminando il secondo imballo di cellophane; la diffusione dei detersivi ricaricabili alla
spina. Sono tutte operazioni di riduzione degli imballaggi, per
ridurre il rifiuto”. Certo la GDO non può “imporre” anche ad
una Barilla di ridurre i propri imballaggi, ma secondo Molinaro tale
tendenza da parte delle aziende c'è. Anche se, su altro fronte, c'è
l'aumento delle monoporzioni, soprattutto nel fresco, e quindi dei relativi imballaggi, ma "perchè lo
richiede il mercato".
Riguardo
città come Milano, aggiunge il manager Coop, una risposta del non
calo dei rifiuti, 2016 su 2015, potrebbe essere il costante aumento
degli city-user e dei turisti, in una città che dopo EXPO ha visto
un ulteriore forte sviluppo. Così come il conseguente aumento dei
rifiuti prodotti dai tanti esercizi della ristorazione (bar,
ristoranti, locali serali), in costante aumento nella città.
Sul
fronte imballaggi, abbiamo sentito anche l'ufficio studi di CONAI. I
dati del Consorzio Nazionale Imballaggi confermano innanzitutto un
aumento a monte della produzione, quella dell'immesso
al consumo. Nel confronto 2014-2015 è stato del 2,6%; non c'è
ancora il dato finale 2015-2016, ma la stima è simile, ossia del
2,4%. Insomma, da 2 anni il trend dell'immesso al consumo degli
imballaggi vede un aumento. Ricordando
sempre – precisa Simona Fontana del Centro Studi CONAI – che gli
imballaggi sono solo una fetta dei rifiuti a livello nazionale; circa
un quarto del totale dei rifiuti urbani (vedi tabella CONAI-dati ISPRA in foto).
Sull'aumento degli imballaggi è
fortissimo il legame con il cambio degli stili di vita dei
consumatori. CONAI registra, ad esempio, un orientamento alle
monoporzioni sempre più forte; un cambiamento in cui le aziende
seguono le abitudini del consumatore. Nei detersivi, invece, le
aziende cercano di ridurre gli imballaggi, sia come dimensione che
peso, perchè attira meno rispetto al passato il grosso flacone
(stile “vintage”) e il prodotto è sempre più concentrato. E' anche vero, aggiunge CONAI, che l'avvento delle monodosi e lo sviluppo tecnologico
degli imballaggi per i prodotti di 4° gamma (gli
ortofrutticoli freschi, “a elevato
contenuto di servizio”, confezionati e pronti per il consumo), hanno
contribuito molto a ridurre lo spreco alimentare, incidendo quindi positivamente sulla riduzione del rifiuto umido.
Ma
è soprattutto lo sviluppo del settore e-commerce, un fattore che potrebbe incidere sul non calo dei rifiuti urbani, che magari diminuiscono su altri fronti. Netcomm,
il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, registra Natali
sempre più “digitali”, con forti incrementi di vendite online (Netcomm,
+80% per le vendite online a Natale 2016). L’aumento degli acquisti online, con migliaia di prodotti (soprattutto hi-tech), che ci arrivano a casa in duplici e triplici pacchi e confezioni, portano inevitabilmente ad un aumento della carta, cartone e plastica che buttiamo nei rifiuti condominiali (pur differenziandola).
Però
la produzione nazionale di rifiuti urbani si è stabilizzata da tempo, osservano ancora in CONAI (29,8 milioni di tonnellate la stima 2016; 29,5 il dato 2015). Conclusione:
è vero che c'è una maggiore attenzione al rifiuto prodotto da parte
del consumatore, che cerca di fare meno rifiuti. Ma il consumatore è anche "figlio dei tempi in cui vive": monoporzioni pronte al consumo al supermercato e continuo aumento degli acquisti on-line lo
dimostrano.
fonte: www.ecodallecitta.it