Nella prima settimana di marzo l'aula del Senato riprenderà l'esame sul ddl Concorrenza.
Sulla
spinta delle associazioni ambientaliste, dei consumatori e del settore
delle rinnovabili e dell'efficienza energetica sono stati presentati
emendamenti importanti che riguardano lo sviluppo della generazione distribuita di energia rinnovabile, che potrebbero consentire il ripristino dei "sistemi di distribuzione chiusi"
(SDC), reti elettriche private che permettono di scambiare energia
prodotta verso più clienti. Ora c'è anche la possibilità di firmare una petizione (vedi a fine articolo) rivolta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Secondo i fautori di questo cambiamento, l'utilizzo dei "sistemi di distribuzione chiusi" da parte dei singoli cittadini "prosumer" o da piccole, medie o grandi aziende, romperebbe definitivamente un sistema basato su forme di oligopolio
che scaricano sui costi energetici di ognuno di noi le loro
inefficienze, i loro gigantismi organizzativi, i loro sprechi infiniti.
Sulla possibilità – al momento negata – di realizzare nuovi SDC, l’Autorità per l’Energia
ha stabilito che questi “non dovrebbero essere realizzati al fine di
promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica (che dovrebbe
invece essere effettuata tramite incentivi espliciti ove necessari) né
al fine di promuovere la concorrenza nelle reti elettriche, il che è
peraltro in contrasto con la normativa vigente, ma, eventualmente, solo
qualora ricorrano le condizioni previste dall’articolo 28 della
direttiva 2009/72/CE, cioè solo qualora, date le particolari
circostanze, tale soluzione possa risultare più efficiente rispetto allo
sviluppo della rete pubblica).”
“Una
visione, quella dell’Aeegsi – aveva commentato a QualEnergia.it
l’avvocato Emilio Sani dello studio Macchi di Cellere Gangemi – che non
tiene conto di quanto proposto nel nuovo pacchetto europeo sull’energia,
nel quale si invita esplicitamente a favorire le reti private negli
edifici per promuovere generazione distribuita e rinnovabili.”
Quella di sviluppare i SDC è una necessità sulla quale nel luglio del 2016 è intervenuta anche l'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), ritenendo che gli "ostacoli alle reti private definiscono una discriminazione a favore del modello dominante
di organizzazione del sistema elettrico, basato sulla centralizzazione
della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensione e
sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche
dell'elettricità e dell'unità di consumo”.
Per
l’AGCM questo sistema “riflette per lo più le scelte tecnologiche
compiute nel passato e non favorisce le evoluzioni delle reti verso nuovi modelli di organizzazione del sistema elettrico che
possono utilmente contribuire al raggiungimento degli obbiettivi
generali di convenienza dell'energia per gli utenti, innovazione,
sicurezza e sostenibilità finanziaria del sistema elettrico nazionale,
oltre che di tutela della concorrenza”.
L’AGCM
chiedeva al Parlamento, al Ministro dello Sviluppo Economico, al
Presidente della X Commissione e ad altre istituzioni "una revisione e
integrazione della disciplina normativa e regolamentare riguardante i
Sistemi di Distribuzione Chiusi, volta a consentire la realizzazione di
nuovi reti elettriche private diverse dalla RIU (rete Interna di Utenza)
e ad eliminare ingiustificate limitazioni alla concorrenza tra
differenti modalità organizzative delle reti elettriche e tra differenti
tecnologie di generazione”.
Durante
l'esame del ddl Concorrenza, tenuto nella Commissione Industria del
Senato, il Governo ha preso perfino un impegno con l 'approvazione
dell'ordine del giorno G/2085/48/10.
La mancata approvazione e la penalizzazione di questi sistemi impedisce fonti come il fotovoltaico ma anche a tutte le altre rinnovabili, di potersi affermare e diffondere su tutto il territorio nazionale.
L'applicazione di questa riforma non squilibra le reti,
ma le razionalizza, le rende più programmabili e le accorcia,
determinando un immediato risparmio in termini di efficienza dato che la
rete perde in trasmissione almeno il 10% di quando immette.
Sembra
che sull'esame del provvedimento in aula il Governo sarebbe
intenzionato a chiedere la fiducia sul testo, apportando alcune
modifiche.
Per questo si chiede un
impegno concreto a Governo e Parlamento affinché nell'esame in aula del
ddl Concorrenza venga finalmente approvata questa norma.
fonte: http://www.qualenergia.it/