Ecco come alcuni comuni stanno applicando la riduzione della tassa sui
rifiuti alle utenze non domestiche che donano le eccedenze alimentari
Con la legge n. 166/2016 “Disposizioni
concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e
farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione
degli sprechi” grazie alla donazione le eccedenze alimentari
diventano risorse per chi si trova in difficoltà e si evitano
sprechi e la produzione di rifiuti che l’esercente dovrebbe gestire
pagando.
È l’art. 17 della cosiddetta legge Gadda (dal
nome della deputata Maria Chiara Gadda promotrice e prima firmataria
della proposta di legge in parlamento, ndr)
che prevede la riduzione della tariffa relativa alla tassa
sui rifiuti, per le utenze non domestiche, disponendo che “il
comune può applicare un coefficiente di riduzione della tariffa
proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei
prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione”.
Sette mesi dopo l’entrata in vigore della legge,
cerchiamo di capire come alcuni comuni si sono organizzati, con
regolamenti, strumenti di comunicazione e coefficienti di calcolo che
favoriscono le donazioni di cibo e riducono la tassa sui rifiuti.
Tra i primi comuni a mettere in pratica la
riduzione della TARI per le utenze non domestiche che donano cibo per
scopi caritatevoli ci sono Prato e San Stino di Livenza.
Quest’ultimo che si trova in provincia di Venezia, applica uno
sconto fino al 20% sulla parte variabile della tariffa attraverso un
coefficiente proporzionale alle quantità debitamente certificate di
beni e prodotti ritirati dalla vendita e donati.
Il Comune di La Spezia inserisce, a seguito
di una mozione del Consiglio, un dispositivo nel bilancio di
previsione 2017 che consentirà la riduzione della tassa sui rifiuti
fino ad un massimo del 5% dell’importo annuale. La disposizione
modifica il Regolamento TARI e consente l’applicazione del
coefficiente di riduzione, pari a 0,10 euro/Kg conferito, ad un
numero circoscritto di beneficiari che in seguito potrebbe essere
ampliato. L’applicazione della riduzione avviene sulla base di
un’attestazione rilasciata per ogni conferimento all’interno di
una piattaforma che sarà realizzata in collaborazione con la Caritas
e con la Mensa del povero.
Il bilancio di previsione 2017 del Comune di
Varese prevede uno sconto fino al 20% sulla TARI per i ristoranti
che daranno in beneficenza il cibo in esubero. Anche il Comune di
Castellanza, in Provincia di Varese, ha aggiunto nel bilancio di
previsione 2017 la possibilità di applicare uno sconto ai
supermercati che donano cibo a fini di solidarietà sociale. In
questo caso il coefficiente di calcolo tiene conto dei chili di cibo
donato e della superficie del supermercato. Per esempio, un
supermercato con una superficie di 1500 metri quadri arriverebbe a
risparmiare 750 euro sulla parte variabile
della TARI.
Anche
la Città di Torino in forma sperimentale per l’anno 2017 ha
previsto una agevolazione in favore delle utenze non domestiche che
cedono gratuitamente le eccedenze alimentari per fini di solidarietà
sociale. Una agevolazione proporzionale al peso - documentato - delle
merci donate applicata in percentuale non superiore ad 1/3
dell’incidenza del peso dei rifiuti avviati a recupero.
L’elenco
dei Comuni è
destinato ad aumentare e
se si tiene conto che, a causa dei tagli, le amministrazioni locali
non si riescono a finanziare progetti a sostegno delle fasce più
deboli, con la possibilità offerta dalla Legge n. 166/2016 si
possono almeno favorire le donazione delle eccedenze alimentari
grazie alla disponibilità dei privati e allo stesso tempo ridurre la
produzione dei rifiuti e dunque la TARI.
fonte: www.ecodallecitta.it