Quasi in contemporanea con la pubblicazione da parte del Mise della consultazione sulla strategia energetica nazionale (SEN 2030), gli scienziati e i ricercatori “Energia per l’Italia”
(Coordinatore, Vincenzo Balzani) redigono un articolo di attente
considerazioni sui nuovi indirizzi energetici dell’Italia. Pubblichiamo
di seguito il testo, in versione ridotta (Qui il documento integrale).
La bozza della Strategia Energetica Nazionale (SEN) presentata dal Governo il 10 maggio si propone tre obiettivi:
- Competitività (ridurre il gap di prezzo dell’energia rispetto ai prezzi UE);
- Ambiente (raggiungere obiettivi in linea con COP21);
- Sicurezza (flessibilità di approvvigionamento).
Esame della SEN
Dopo un’attenta lettura della bozza SEN, si possono fare le seguenti considerazioni.
– Coordinamento. Considerata
la stretta connessione fra la scelta delle fonti energetiche e le
conseguenze che ne possono derivare su clima e ambiente, risulta
difficile capire le motivazioni per cui il Ministero delle Sviluppo
Economico prepari una Strategia Energetica Nazionale e, allo stesso tempo, il Ministero dell’Ambiente prepari una Strategia energia-clima.
In altri paesi si procede solitamente alla preparazione di un unico
programma che, oltre a rispettare gli accordi di Parigi e gli obiettivi
UE, tiene conto delle caratteristiche e delle esigenze specifiche del
paese.
– Fonti rinnovabili.
L’obiettivo della SEN è in linea con quelli europei (27% di rinnovabili
nei consumi finali al 2030; ad oggi la stima è del 17,5%). C’è però chi
pensa che sia necessario giungere al 35% di energia rinnovabile per
rispettare lʼaccordo di Parigi. LʼItalia, in ogni caso, deve e può fare
di più. Alla fine del 2015 avevamo circa 19 mila MW di fotovoltaico
installato e circa 9 mila MW di eolico. Il nostro paese ha conosciuto un
forte sviluppo delle fonti rinnovabili fino al 2013, ma da più di tre
anni è in stasi con la conseguente perdita di migliaia di posti di
lavoro.
Più in dettaglio, non si può che essere
d’accordo con l’obiettivo della SEN di promuovere l’autoconsumo per i
possessori di piccoli impianti, soluzione finora fortemente scoraggiata
dalla burocrazia e persino impedita da alcune norme. Parallelamente sarà
però necessario facilitare la diffusione di metodi di accumulo.
Positiva anche la decisione di promuovere la costruzione di grandi
impianti fotovoltaici. A questo proposito, non si capisce perché Enel
sia così attiva nel costruire grandi impianti di energie rinnovabili
all’estero e del tutto assente, in questo campo, in Italia. Forse perché
disturberebbe altri importanti operatori del settore energetico?
– Efficienza energetica.
La SEN riconosce che è necessaria una riqualificazione energetica su
larga scala del nostro patrimonio edilizio, agendo su palazzi,
agglomerati di edifici e interi quartieri con metodologie simili a
quelle adottate con successo in altri paesi ed intervenendo,
contemporaneamente, sulle criticità sismiche. Perché il programma abbia
successo, è però necessario un piano adeguato di incentivi per
anticipare le risorse necessarie.
In ogni caso, il problema delle compensazioni per impianti non
adeguatamente sfruttati deve insegnarci che le grandi opere nel settore
energetico vanno valutate in base all’effettivo bisogno che ci sarà in
futuro (vide infra).
– Investimenti per il gas.
La SEN prevede di investire sul gas per ottenere elettricità in
sostituzione del carbone, come risorsa di back up delle fonti
rinnovabili e per diversificare le fonti di approvvigionamento. A questo
proposito bisogna anzitutto notare che il consumo di gas, che era di
circa 85 Gm3 all’anno nel periodo 2005-2008, è diminuito negli ultimi anni (71 Gm3
nel 2016) e certamente continuerà a diminuire. C’è quindi il rischio di
costruire infrastrutture che rimarranno inutilizzate o sotto
utilizzate, come è accaduto per i rigassificatori, con spreco di denaro
pubblico o con la necessità di successive compensazioni per il mancato
uso. Poiché in futuro per vari motivi si produrrà e si userà sempre più
energia elettrica, sarebbe meglio investire in sistemi di accumulo
dell’elettricità piuttosto che in centrali a gas di back up o in
impianti di stoccaggio geologico del gas di importazione.
– Trasporti. La SEN propone di estendere l’uso del gas come combustibile.
Questo è anche quanto sostiene Eni nelle numerose pagine pubblicitarie
sulla stampa e nei frequenti spot TV: il metano come ponte verso l’uso
(remoto) delle fonti rinnovabili. Bisogna notare, però, che l’utilizzo
del metano abbatte solo in parte l’inquinamento atmosferico e non porta alcun vantaggio per quanto riguarda il cambiamento climatico. E’ vero, infatti, che a parità di energia prodotta la quantità di CO2
generata dal gas naturale è inferiore di almeno il 20% di quella
generata quando si usano derivati del petrolio, ma è anche vero che il
metano è un gas serra 72 volte più potente di CO2quando
l’effetto è misurato su 20 anni e 25 volte più potente quando misurato
su 100 anni. Poiché nella lunga filiera del metano si stima ci siano
perdite di almeno il 3% rispetto alla quantità di gas usato, è chiaro
che passando al metano non si combatte affatto il cambiamento climatico.
Conclusioni
Definire le linee di indirizzo per una
valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve
essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse:
scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale.
A nostro parere gli obiettivi principali delle Strategia Energetica
Nazionale per un paese come l’Italia dovrebbero essere due, come già
avemmo modo di segnalare al precedente governo:-
Ridurre il consumo di energia, obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell’efficienza energetica e, ancor più, educando alla cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate.
- Facilitare e accelerare la transizione dall’uso dei combustibili fossili a quello delle energie rinnovabili, anche nell’ottica di una più generale transizione dall’economia lineare all’economia circolare.
Perseguendo questi due obiettivi, si potrebbero raggiungere importanti risultati:
– riduzione delle importazioni di combustibili fossili;
– maggiore indipendenza energetica;
– miglioramento nella bilancia dei pagamenti;
– riduzione (non espansione!) fino a
totale cessazione dell’estrazione di combustibili fossili nel nostro
suolo e nei nostri mari, evitando così la degradazione del paesaggio e
il rischio di incidenti che potrebbero compromettere il turismo, che è
un’enorme fonte di ricchezza certa per l’economia nazionale;
– superamento dei modesti obiettivi dichiarati dal nostro paese alla
COP21, con un conseguente maggiore abbattimento non solo di gas serra,
ma anche delle sostanze inquinanti e quindi dei costi sociali ed
economici da esse provocati; ricordiamo che secondo l’Agenzia Europea
per l’Ambiente in Italia avvengono più di 90 mila morti premature ogni
anno (in termini di anni di vita persi, circa 16 anni ogni 1000
abitanti).– creazione di nuovi posti di lavoro particolarmente nel settore manifatturiero.
Gruppo di scienziati di Bologna energiaperlitalia.it
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università; Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR; Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università; Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università; Enrico Bonatti, ISMAR-CNR; Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università; Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPAE; Romano Camassi, INGV; Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV; DanielaCavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università; Marco Cervino, ISAC-CNR; Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR; Sandro Fuzzi, ISAC-CNR; Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università; Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università; Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPAE; Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università; Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università; Micol Todesco, INGV; Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università; Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università; Gabriele Zanini, UTVALAMB-ENEA
fonte: www.rinnovabili.it