Congo, le miniere come “bancomat” per il regime

Più di 750 milioni di dollari di tasse sono stati bruciati da corruzione e cattiva gestione tra il 2013 e il 2015. La denuncia dell’ong inglese “Global Witness” che punta il dito contro lo spreco di risorse in un Paese potenzialmente ricchissimo, ma dove la popolazione vive in condizioni di estrema povertà


















“Gécamines ha effettuato transazioni, talvolta per milioni di dollari in contanti, mentre non riesce a dare un contributo sostanziale al tesoro o a investire nelle proprie operazioni minerarie”, denuncia “Global Witnes”s. La compagnia mineraria di stato, infatti, è soffocata da debiti (un miliardo di dollari) e grazie alle relazioni con compagnie internazionali riceve ogni anno oltre 100 milioni di dollari. Solo una piccola percentuale di questa somma, però, finisce nelle casse dello stato. Nel 2014, tanto per fare un esempio, Gécamines ha pagato appena 15 milioni di tasse, a fronte di un guadagno dichiarato di 265 milioni.
Eppure l’azienda ha alle spalle una storia importante, dopo la nazionalizzazione negli anni Sessanta (all’indomani dell’indipendenza del Paese) per lungo tempo è stata uno dei principali produttori del Congo. Negli anni Ottanta, raggiunse il picco di produzione: 500mila tonnellate di rame estratte ogni anno e un gettito fiscale pari al 43% del bilancio dello stato Congolese.
Gécamines –denuncia “Global Witness”-  dà la priorità a debiti da saldare con amici del presidente o erogare prestiti piuttosto che pagare i propri dipendenti (che in alcune occasioni hanno trascorso mesi senza stipendio) o investire nell’attività estrattiva. Inoltre non paga i dividendi al governo (unico azionista) e a stento versa 20 milioni di euro di tasse all’anno, molto meno di quanto pagano alcune aziende private attive in RDC. “Per anni Global Witness e altri hanno denunciato come le risorse economiche provenienti dal settore minerario congolese siano state trasferite all’estero presso compagnie offshore –aggiunge Pete Jones-. Ora possiamo vedere come persino le tasse pagate al governo spariscano prima di raggiungere le casse del governo”.

fonte: www.altraeconomia.it