Ogni anno, nell’Unione Europea, quasi 90 milioni di tonnellate di cibo vengono gettate nella spazzatura. La colpa non può essere assegnata in maniera esclusiva ai consumatori: gli sprechi riguardano in realtà tutta la filiera agroalimentare con danni sia a livello economico che sull’ambiente.
Fra i Ventotto sono ancora pochi gli
Stati ad aver disposto programmi nazionali per combattere i propri
rifiuti alimentari. L’Italia (Legge Gadda)
assieme alla Francia è uno dei pochi Paesi ad esser arrivato prima
sulla questione attraverso una serie di misure ad hoc. Il resto
dell’Europa però, sembra faticare parecchio a mettersi in linea e, a
guardar bene, questo ritardo potrebbe essere frutto di una scelta
consapevole.
Le ultime indiscrezioni rivelate da Euractiv.com mostrano come diversi membri del Consiglio dell’Unione Europea, tra cui il Regno Unito,
stiano cercando di affossare la nuova Direttiva Rifiuti Alimentari. Il
provvedimento è uno degli strumenti inserito dall’esecutivo europeo nel
suo Pacchetto economia circolare. Per la prima volta Bruxelles ha riservato un posto di primo piano alla questione del food waste e il Parlamento europeo ha chiesto precisi vincoli per la riduzione di tali rifiuti: meno 30% entro il 2025 e meno 50% entro il 2030. La normativa proposta include anche prescrizioni per aumentare il riciclo e il conferimento in discarica.
I documenti in discussione al Consiglio,
che si riunirà con Europarlamento e Commissione Europea per
affrontare il tema, mostrerebbero l’intenzione di demolire la maggior
parte delle novità introdotte. La posizione con cui i Ventotto
inizieranno i negoziati a tre sposerebbe, infatti, l’idea di abolire le
scadenze specifiche, tagliando addirittura fuori dal testo i rifiuti del pre-retail
(aziende e catene di approvvigionamento), l’anello della filiera a cui
corrispondono gli sprechi più ingenti. Cancellata anche la proposta
inserita dagli eurodeputati di una “gerarchia dei rifiuti alimentari”,
in base al quale i cibi commestibili sarebbero raccolti dai venditori
al dettaglio e ridistribuiti alle banche alimentari o come materia
prima.
La presa diposizione si giustificherebbe
con la necessità di stabilire una metodologia concordata, prima di
introdurre obiettivi vincolanti, ma i documenti hanno anche mostrato
come il Consiglio sia intenzionato a fare pressioni per tagliare fuori
Strasburgo dalla procedura con cui creare tale metodologia.
fonte: www.rinnovabili.it