La mega fusione Bayer-Monsanto dovrebbe essere impedita ai sensi del diritto comunitario in materia di concorrenza. Lo afferma un importante studio dell’University College di Londra, pubblicato ieri per la Giornata mondiale dell’alimentazione.
Gli autori della relazione affermano che
la Commissione Europea sia obbligata a bloccare il tentativo di
fusione, stando ad una lettura coerente della legge in vigore. Secondo
Friends of the Earth, organizzazione che ha sostenuto la ricerca, sarebbe illegittimo avallare ulteriori concentrazioni di potere economico
in un settore agricolo che rischia di concentrarsi nelle mani di appena
tre mega-società (ChemChina-Syngenta, DuPont-Dow e Bayer-Monsanto), in
grado di possedere e vendere circa il 64% dei pesticidi e il 60% dei semi brevettati.
All’inizio di quest’anno più di 200
organizzazioni della società civile hanno invitato il commissario
europeo della concorrenza, Margrethe Vestager, a fermare l’ondata di
fusioni nel settore agroalimentare. Quasi 900 mila cittadini hanno
firmato petizioni che chiedono alla Commissione di agire. Il pericolo,
infatti, è che gli agricoltori vedano aumentare i prezzi e la
dipendenza dalle multinazionali, che vendono loro pacchetti con tutti i
servizi necessari: sementi, pesticidi e anche prodotti per l’agricoltura
digitale. Una ulteriore fusione andrebbe a rafforzare un sistema in cui chi coltiva la terra è tecnologicamente dipendente da soggetti terzi e non ha potere negoziale sui prezzi di sementi e prodotti fitosanitari.
La relazione sottolinea che l’emergere dei giganti agroindustriali avrebbe anche l’effetto di soffocare le aziende che praticano una agricoltura alternativa: le
tre mega-corporazioni che controllano la catena mondiale del
cibo assumerebbero un tale potere che le pratiche sostenibili non
sarebbero incentivate allo sviluppo.
Gli accademici, inoltre, invitano la
Commissione Europea ad ampliare le indagini sulla fusione per tener
conto dei costi sociali e ambientali nel complesso, poiché è probabile
che queste grandi manovre causeranno «importanti rischi per la sicurezza
e la sovranità alimentare, la biodiversità, l’accessibilità dei
prezzi, la qualità degli alimenti, la varietà e l’innovazione».
Non è ancora chiaro quali concessioni le
multinazionali potrebbero fare per vincere la ritrosia di un
Commissario particolarmente severo con i grandi monopoli, ma è molto
probabile che nessuna strada resterà intentata.
fonte: http://www.rinnovabili.it