Buste biodegradabili e a pagamento, supermercato di Sirolo batte tutti e ne pensa una più del diavolo.
L'ha pensata una più del diavolo il "Si con Te" di Sirolo. Da oggi infatti esporrà cestini in alternativa dei sacchetti a pagamento biodegradabili, come da nuova normativa nazionale. I cestini potranno essere portati fino alle casse dove il cliente potrà provvedere ad mettere nelle buste proprie perlomeno la frutta e verdura. E il prezzo e relativa etichetta affissa anche in un post it messo a disposizione.
L'ondata di polemica sulla recente introduzione ha messo infatti in allarme molti esercenti, soprattutto quelli più piccoli. La fantasia di alcuni clienti anche nell'anconetano inoltre non ha avuto limiti: da chi suggeriva di etichettare la frutta senza imbustarla nei sacchetti a disposizione a chi proponeva di non comprare più frutta e verdura, soprattutto nei supermercati, o comunque l'invito stare un mese senza servirsi di prodotto che necessitano di essere imbustati.
Dal 1 gennaio 2018 infatti è entrato in vigore l’obbligo di usare i sacchetti biodegradabili a pagamento, per pesare e prezzare le merci sfuse. L’art. 9-bis della legge di conversione 123/2017 il cosidetto Decreto Mezzogiorno approvato lo scorso agosto, prevede infatti che non possano essere distribuite a titolo gratuito e “il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dalla scontrino o fattura di acquisto delle merci o dei prodotti”. Nei supermercati dunque e in tutte le altre attività commerciali che usano questi sacchetti come ad esempio fruttivendoli, alimentari, ma anche farmacie o panetterie...ecc non potranno continuare ad usare il tradizionale sacchetto di plastica che andrà sostituito con quello biodegradabile con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40%.
Ma ciò che più turba alcuni italiani, così come alcuni anconetani (alcuni si dichiarano infatti a favore del biodegradabile e contro i sacchetti di plastica, inquinanti e pericolosi per l'ambiente, soprattutto per i mari come denotano anche studi universitari sulla presenza di microplastiche presenti anche nel mar adriatico ndr) è che a pagare quel sacchetto saranno proprio loro, i cittadini. Questo prezzo si stima che oscillerà da 0,1 a 0,5 centesimi circa e per gli esercenti furbetti, ovvero quelli che non rispetteranno la nuova legge, continuando ad offrire buste di plastica, è prevista una sanzione da €. 2.500 ad 25.000 euro. Sanzione che aumenta a 100.000 se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica o un valore di queste ultime superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
L'ondata di polemica sulla recente introduzione ha messo infatti in allarme molti esercenti, soprattutto quelli più piccoli. La fantasia di alcuni clienti anche nell'anconetano inoltre non ha avuto limiti: da chi suggeriva di etichettare la frutta senza imbustarla nei sacchetti a disposizione a chi proponeva di non comprare più frutta e verdura, soprattutto nei supermercati, o comunque l'invito stare un mese senza servirsi di prodotto che necessitano di essere imbustati.
Dal 1 gennaio 2018 infatti è entrato in vigore l’obbligo di usare i sacchetti biodegradabili a pagamento, per pesare e prezzare le merci sfuse. L’art. 9-bis della legge di conversione 123/2017 il cosidetto Decreto Mezzogiorno approvato lo scorso agosto, prevede infatti che non possano essere distribuite a titolo gratuito e “il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dalla scontrino o fattura di acquisto delle merci o dei prodotti”. Nei supermercati dunque e in tutte le altre attività commerciali che usano questi sacchetti come ad esempio fruttivendoli, alimentari, ma anche farmacie o panetterie...ecc non potranno continuare ad usare il tradizionale sacchetto di plastica che andrà sostituito con quello biodegradabile con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40%.
Ma ciò che più turba alcuni italiani, così come alcuni anconetani (alcuni si dichiarano infatti a favore del biodegradabile e contro i sacchetti di plastica, inquinanti e pericolosi per l'ambiente, soprattutto per i mari come denotano anche studi universitari sulla presenza di microplastiche presenti anche nel mar adriatico ndr) è che a pagare quel sacchetto saranno proprio loro, i cittadini. Questo prezzo si stima che oscillerà da 0,1 a 0,5 centesimi circa e per gli esercenti furbetti, ovvero quelli che non rispetteranno la nuova legge, continuando ad offrire buste di plastica, è prevista una sanzione da €. 2.500 ad 25.000 euro. Sanzione che aumenta a 100.000 se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica o un valore di queste ultime superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
fonte: https://www.vivereancona.it