Comuni Virtuosi scrive a Starbucks: “In Cordusio no a tazze e bicchieri usa e getta, difendiamo l’ambiente”

L’appello, firmato anche da Greenpeace e Wwf Italia, indirizzato ai vertici dell’azienda americana e al sindaco Sala


















Un appello lanciato dall’associazione Comune Virtuosi – di cui fanno parte oltre cento comuni italiani – per chiedere a Howard Schultz, direttore esecutivo dimissionario di Starbucks e al suo successore Myron Ullman, che non vengano introdotte tazze e bicchieri usa e getta nel primo punto vendita italiano – il Reserve Store – che aprirà a Milano in piazza Cordusio nei prossimi mesi. A sostenere l’iniziativa in difesa dell’ambiente anche Greenpeace Italia, Wwf Italia, Zero Waste Italy e alcune piattaforme europee come Zero Waste Europe e Reloop, realtà paneuropea che sostiene l’economica circolare.  

«Chiediamo a Howard Schultz e Myron Ullman di dare il via a una rivoluzione verde di Starbucks, a partire dallo Store di Milano, eliminando l’uso di tazze e bicchieri usa e getta». Perché, scrivono nell’appello i promotori, «un’azienda che conta 28 mila negozi presenti in 77 paesi ed è frequentata ogni giorno da milioni di persone ha un enorme potenziale per fare la differenza e dare un’importante contributo per fermare la crescente marea di rifiuti da consumo usa e getta». Secondo una stima realizzata proprio da Starbucks, infatti, ogni anno vengono distribuite dalla catena di caffetteria circa 600 miliardi di tazze in carta o plastica. I firmatari dell’appello chiedono quindi a Starbucks di seguire l’esempio della catena di caffè indipendente, la Boston Tea Party, che ha eliminato a partire dal mese di giugno l’impiego di tazze e bicchieri usa e getta per sostituirle con quelli riutilizzabili. L’associazione si rivolge anche al sindaco di Milano Giuseppe Sala affinché «voglia farsi portatore del nostro appello con la sua giunta, nell’interesse dei suoi concittadini e del decoro urbano della città».  

I sindaci dei Comuni Virtuosi vogliono promuovere «da subito modelli di produzione a ciclo chiuso o circolare nei comuni, senza attendere che le misure contenute nelle direttive europee, parte del pacchetto sull’economia circolare vengano recepite dal nostro governo centrale, aspettando ancora un paio di anni. Se vogliamo mantenere le temperature globali entro i due gradi è necessario intervenire al più presto a livello nazionale come locale e l’intera industria ha il dovere di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo facendo bene da subito». Questo farebbe sì che vengano contenuti i costi di gestione dei rifiuti che assorbono una parte significativa del budget dei comuni – che è finanziata dai contribuenti – e che potrebbero essere destinati ad altri progetti sociali e ambientali necessari alle comunità. 

fonte: www.lastampa.it