Eco-materiali: funghi e canapa per rimpiazzare il polistirolo

Un team di studenti di ingegneria ambientale e architettura dell’EPFL ha scoperto un modo per far crescere un materiale biodegradabile sfruttando il micelio e i trucioli di legno





L’archivio internazionale degli eco-materiali ha da oggi una voce in più. In Svizzera un gruppo di giovani ricercatori sta studiando le proprietà fisiche dei funghi con l’obiettivo di realizzare un valido sostituto alla plastica. Per la precisione otto studenti della facoltà d’ingegneria ambientale e architettura del Politecnico di Losanna stanno sperimentando le potenzialità pratiche del micelio, l’insieme di filamenti costituenti il tallo dei funghi. Questa sostanza filiforme si può legare in maniera naturale a vari substrati, come la segatura, e la miscela risultante può essere modellata in oggetti come mattoni, pannelli, trucioli di imballaggio e persino mobili.

“L’idea – spiega Gaël Packer, uno studente di ingegneria ambientale – è nata quando abbiamo incontrato studenti di architettura della nostra scuola per sviluppare un’alternativa originale e innovativa ai materiali da costruzione esistenti”. Ispirati da una conferenza TED, Paker e i suoi compagni hanno voluto dare il loro contributo alla comunità di pionieri preoccupati per il futuro del nostro pianeta.

I materiali a base di micelio offrono un’alternativa promettente come eco-materiali perché non solo sono leggeri, economici e facili da realizzare, ma forniscono anche un modo per riciclare i prodotti di scarto e possono essere biodegradati in soli tre mesi.

Oggi sono disponibili online numerosi kit fai-dai-te per la coltivazione dei funghi; tutto ciò di cui si ha bisogno è il micelio, un substrato e un po’ di pazienza. Il primo passo è far crescere le “radici dei funghi” in un ambiente sterile o pastorizzato insieme al substrato e un po’ di farina e acqua. La miscela risultante viene quindi versata in uno stampo. Dopo una settimana la forma viene cotta a bassa temperatura per bloccarne la crescita e consolidare la forma dell’oggetto. Il risultato è un prodotto leggero, a bassa densità, solido e resistente, proprio come se fosse stato realizzato utilizzando la stampa 3D.

Piuttosto che usare un kit di quelli già in commercio, gli studenti hanno creato la loro versione usando il micelio di funghi ostrica locali (Pleurotus ostreatus) e fibre di canapa coltivate nella regione del Giura. “Abbiamo lavorato con diversi laboratori EPFL per testare le proprietà chiave del materiale: isolamento termico, assorbimento acustico, resistenza alla compressione e resistenza all’acqua e al fuoco”, afferma Packer. In questo modo hanno potuto scoprire come la capacità coibentante scoperto fosse alla pari con quella di altri materiali isolanti, che potesse facilmente resistere al peso di un corpo umano, che fosse in grado di galleggiare senza assorbire acqua e di come fosse abbastanza resistente al fuoco. I test di assorbimento acustico sono ancora in corso. “Sebbene siano necessari ulteriori test, i risultati finora sono molto promettenti e mostrano che le proprietà del materiale sono simili a quelle del polistirolo espanso”, ha aggiunto lo studente. “Possiamo certamente migliorare ulteriormente queste proprietà regolando la composizione della nostra miscela, sia in termini di substrato che di alimentazione dei funghi”.







fonte: www.rinnovabili.it