Non Sono Mai Buone Notizie. Avere Particolato Nel Tuo Cervello

Le microplastiche sono dappertutto, ma nessuno sa veramente quali pericoli possono portare una volta entrati nel corpo umano. La tossicologa britannica Rosemary Waring avverte che i nostri oceani saranno inondati con quella roba.

















Traduco la seguente intervista alla tossicologa Rosemary Waring sul
pericolo delle microplastiche, in fondo troverete il link per il testo
originale; l'intervista sulle microplastiche è stata condotta da Philip
Bethge per Der Spiegel.


Der Spiegel: La contaminazione dell'ambiente da parte della plastica sembra aver raggiunto livelli epidemici. In particolare preoccupano le minuscole particelle di microplastiche. Possono essere una minaccia per la salute umana?


Waring: Penso che rimaniamo con un chiaro forse. Un problema importante delle plastiche è che in sostanza sono indistruttibili. Anziché venir biodegradate si frammentano in pezzettini sempre più piccoli, alla fine diventano frammenti microscopici. Questi frammenti possono entrare nel corpo umano o per inalazione o per ingestione. Non sappiamo veramente dove vanno, ma in alcuni animali marini è stato dimostrato che queste particelle si accumulano nel cervello, nel fegato ed in altri tessuti. Questo potrebbe essere un problema.


Der Spiegel: Da dove vengono queste particelle?


Waring: Le microplastiche vengono da molte fonti, per esempio dalla frammentazione di oggetti più grandi, da abrasione di gomme, da micro perline nei cosmetici o da fibre di tessuti sintetici. Si stima che da un lavaggio standard da 5 kg (11 libbre) di tessuti di poliestere vengono rilasciate fino a 6.000.000 di microfibre. Attraverso il deflusso superficiale, i processi manifatturieri, l'agricoltura e gli impianti di trattamento di acque reflue, la maggior parte di questo finisce nell'ambiente ad esempio nei fiumi e alla fine va nei mari. Le estrapolazioni suggeriscono che ci saranno fino a 250 milioni di tonnellate di plastica negli oceani nel 2025.


Der Spiegel: Come avviene l'esposizione dell'uomo alle microplastiche?


Waring: Sembra che gli organismi che si nutrono mediante filtrazione come le cozze siano in grado di incorporare con facilità le microplastiche perché esse sono delle stesse dimensioni della loro dieta preferita. Si stima che i consumatori di crostacei e molluschi in Europa potenzialmente potrebbero ingerire 11.000 particelle di microplastiche l'anno. Molte di queste particelle di plastica nell'ambiente sono presenti in atmosfera e trasportate dal vento. Quando inali aria vengono anche inalate particelle microscopiche di plastica. Sono stati riportati (dati su) contaminazioni con plastica ad esempio di sale e zucchero e anche di miele e di birra tedesca. Con l'analisi di acqua d rubinetto e acqua in bottiglie hanno trovato che una parte importante dell'acqua da bere contiene frammenti di plastica.


Der Spiegel: Cosa succede quando la plastica è entrata nel corpo umano?


Waring: quello che succede dipende molto dalla dimensione del materiale plastico degradato. Le particelle più grosse non vengono prontamente assorbite. La maggior parte di queste (particelle più grosse) sembrano attraversare il corpo senza fare molto danno. Attualmente si ritiene che queste particelle più grosse non penetrano in profondità negli organi e semmai possono soltanto causare dell'infiammazione locale limitata o abrasione di tessuti. Le particelle più piccole però, che vengono chiamate nanoplastiche, sono una cosa completamente diversa.


Der Spiegel: (Il termine) nanoplastiche si riferisce a pezzettini che sono più piccoli di 0,001 millimetri.


Waring: Più è piccola la dimensione delle particelle di plastica, più è probabile che avvenga il passaggio attraverso le barriere biologiche quali le membrane cellulari. Ciò che sappiamo è che in generale le nanoparticelle sono in grado di interagire con proteine, lipidi e carboidrati nel corpo. Le nanoparticelle possono persino attraversare la barriera emato-encefalica e sembra probabile che possano avere effetti sul sistema nervoso centrale. Rapporti relativi a cambiamenti nei comportamenti di gamberetti e pesci esposti a nanoplastiche danno sostegno a questa ipotesi. I pesci esposti a nanoparticelle di plastica mangiano più lentamente ed esplorano meno l'ambiente circostante.


Der Spiegel: Potrebbero essere colpite anche le cellule del cervello umano?


Waring: Non ci sono attualmente evidenze concrete che nel tessuto del cervello umano penetrino le nanoplastiche, tanto meno che le nanoplastiche siano in grado di alterare il comportamento. È però stato riportato che le particelle di plastica causano stress ossidativo in linee di cellule umane. Questo potrebbe potenzialmente causare alcuni problemi incluso la degradazione di tessuti o l'infiammazione e segnala la possibilità che un individuo con una alta concentrazione di contaminazione da plastica nel suo sistema nevoso centrale potrebbe avere una reazione avversa. La depressione ad esempio è stata messa in relazione a tossicità da nanoparticelle nel sistema nervoso centrale. I frammenti di plastica potrebbero persino iniziare la formazione di placche e rendere più probabile l'Alzheimer. Non sono mai buone notizie avere particelle nel tuo cervello..


Der Spiegel: Ci sono ricerche che evidenziano la capacità (che hanno) le particelle di plastica di assorbire, concentrare e rilasciare inquinanti ambientali. È pericoloso questo?


Waring: I piccoli particolati di plastica hanno un alto rapporto superficie - 
volume e prontamente assorbono altri contaminanti presenti in mare quali gli inquinanti organici persistenti (i POP), potenzialmente li concentrano su tappeti di microplastiche. Trovi questi tappeti, non lontani al largo pieni di tante cose che davvero non vuoi, che potenzialmente vengono mangiati da organismi marini. Questa potenziale combinazione di agenti sia microbici che chimici sulle plastiche deve aumentare il rischio dei consumatori se i pesci, i crostacei o i molluschi sono contaminati poi vengono mangiati.


Der Spiegel: Lei è preoccupata per il fatto che il pericolo per la salute umana viene ignorato, sottostimato o frainteso?


Waring: Se io fossi estremamente preoccupata non mangerei ostriche o cozze, ogni tanto le mangio ancora. Tuttavia è necessario fare di più ricerche. Non sappiamo abbastanza relativamente ai potenziali rischi per la salute dovuti alle microplastiche. Come precauzione dovrà essere drasticamente ridotta la quantità di plastica rilasciata nell'ambiente. Abbiamo bisogno di impianti di trattamento delle acque di fognature che rimuovano le microplastiche per evitare che esse finiscano nei fiumi e nel mare. E dobbiamo togliere la plastica dall'oceano. Ma anche con un impegno globale coordinato la quantità di microplastiche nell'ambiente continuerà a crescere: Che impatto avrà questo sulla salute umana? La risposta preoccupante è che nessuno lo sa veramente.

Nadia Simonini

Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero