50 progetti per la decarbonizzazione per dar forza al Piano Nazionale Energia e Clima

Monitor PEC sta raccogliendo 50 progetti concreti, proposti appunto dalle maggiori realtà produttive italiane, per l’efficienza energetica, le rinnovabili, la mobilità sostenibile e la decarbonizzazione, pronti per essere messi in cantiere


 





Il piano italiano per abbattere le emissioni di gas serra e varare la decarbonizzazione ha obiettivi molto ambiziosi, approccio innovativo con integrazione tra i vari settori, ma manca di vere e proprie azioni e direttive concrete, oltre che di politiche ad ampio respiro. E registra poca chiarezza su un dettaglio fondamentale: chi paga per le misure previste nel Piano nazionale Energia e clima. È il Monitor PEC, l’osservatorio sul PNIEC promosso da Agici Finanza d’Impresa (società di ricerca e consulenza nell’energia presieduta da Andrea Gilardoni, docente alla Bocconi) e da 20 associazioni e imprese di spicco del panorama energetico nazionale(A2A, ABB, Acea, Anigas, CESI, Edison, Elettricità Futura, Enel, ERG Renew, Falck Renewables, Hera Luce, Iren, Italtel, Montello, Motus-E, Rilegno, SECI Energia, Snam, Toyota Motor Italia, Utilitalia) a realizzare un ritratto dello strumento di policy che il Governo ha inviato a Bruxelles e che è ritornato al mittente con la richiesta di maggiori approfondimenti e chiarezza, solo qualche giorno fa.
Per dare gambe al Piano, e anche per tentare un approccio bottom up, Monitor PEC sta raccogliendo 50 progetti concreti, proposti appunto dalle maggiori realtà produttive italiane, per l’efficienza energetica, le rinnovabili, la mobilità sostenibile e la decarbonizzazione, pronti per essere messi in cantiere. Tutti insieme, valgono una parte consistente degli obiettivi italiani di riduzione dei gas che alterano il clima del Pianeta: un taglio annuale di 21 milioni tonnellate di CO2, una quantità che – oltre a rappresentare il 5% dei gas serra prodotti in un anno dal nostro Paese - è di poco inferiore alle attuali emissioni dei veicoli a benzina circolanti (22 milioni di tonnellate CO2). A questo risultato si aggiunge un risparmio di 4,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio al 2030 e una produzione di energia da fonti rinnovabili di oltre 24,5 miliardi di kWh, cioè un quarto dell’attuale produzione annua di energia rinnovabile in Italia. Valore dell’investimento necessario: 40 miliardi di euro, quanto una legge Finanziaria, da spalmare in oltre un decennio. E gli effetti non saranno esclusivamente ambientali: si stima infatti un ritorno di 18.500 occupati stabili al 2030, più del totale dei dipendenti dell’Ilva.
Il pacchetto di proposte che il Monitor PEC ha realizzato interrogando appunto le aziende è stato presentato al GSE da Raffaele Tiscar, Presidente del Monitor PEC; Marco Carta, Direttore dell’Osservatorio Rinnovabili OIR; Stefano Clerici, Direttore del Centro Studi Efficienza Energetica CESEF al sottosgretario allo Sviluppo economico Davide Crippa e a Paolo Arrigoni, coordinatore del dipartimento energia per la Lega. Si tratta di progetti immediatamente realizzabili, per l’efficienza energetica, le rinnovabili, la mobilità sostenibile. Dal revamping dei parchi eolici più vecchi in grado di triplicare la produzione a parità di suolo occupato, alla possibilità di catturare il biometano dai rifiuti e immetterlo nella rete del gas. Dai sistemi innovativi che porteranno il teleriscaldamento ben oltre l’attuale 1,5% di soddisfazione della domanda di calore degli edifici (in Svezia e Danimarca siamo al 90%), alla riqualificazione dell’illuminazione pubblica che è già in nuce il primo valido sistema di trasformazione in smart city di una media città italiana. Passando per tecnologie di avanguardia di ricarica elettrica super veloce per i bus elettrici e l’elettrificazione dei porti per spegnere finalmente i motori alle navi e ai traghetti ormeggiati, risparmiando il 30% emissioni di CO2 e oltre 95% di quelle di particolato e ossidi di azoto. Sono alcuni progetti del pacchetto per realizzare gli obiettivi di riduzione dei gas serra e di taglio dei combustibili fossili e per far decollare concretamente il PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, proprio nella direzione che l’Europa ha indicato nelle osservazioni presentate la scorsa settimana alla proposta italiana.
“Il mutamento climatico è la più ambiziosa sfida del secolo all’economia industriale del terzo millennio, e il superamento dei consolidati modelli di consumo è cosa ormai pacificamente accettata”, afferma Raffaele Tiscar, Presidente del Monitor PEC. ”Il PNIEC rappresenta lo sforzo di raccontare dove vuole andare il paese in un arco temporale che oltrepassa i bilanci annuali di previsione e cerca di allineare strumenti e misure per il raggiungimento di un risultato dichiarato. La proposta di Piano presenta qualche ombra difficile da fugare, tra cui la mancanza di concretezza sia sul lato delle politiche che su quello delle misure. Ed è proprio per questo che con il Monitor PEC e i nostri partner abbiamo deciso di raccogliere un insieme di proposte che testimoniano il grande potenziale di sviluppo e decarbonizzazione del nostro Paese”.
“Il Piano Energia e Clima non è solo una sfida ma anche un’opportunità per il Paese. La politica energetica diventa finalmente la leva per ripensare anche la politica industriale e lo sviluppo economico del paese, in un’ottica di integrazione tra i settori”, dichiara Marco Carta AD di Agici. “Il Monitor PEC ha voluto supportare questo sforzo sia con un’analisi puntuale della proposta di Piano che con la presentazione di una serie di contributi concreti frutto del lavoro di una parte importante dell’industria del Paese”.
L’incontro si svolge a una settimana da quando la Commissione Europea ha comunicato il 18 giugno scorso le sue valutazioni sui piani nazionali energetici dei 28 paesi membri, considerati nel complesso ancora insufficienti a raggiungere i target dell’Ue al 2030: 32% di rinnovabili, 32,5% per l’efficienza energetica e 30% di riduzione delle emissioni nei settori non Ets. Non è stato così per il Piano italiano, che è stato giudicato ambizioso negli obiettivi, e ha ricevuto delle osservazioni per quanto riguarda il dettaglio delle politiche e gli strumenti per realizzarle. La Commissione chiede al nostro Paese di approfondire i temi della decarbonizzazione e sicurezza energetica rispetto a mercato interno; il ruolo del gas nel mix energetico; le strategie per ottenere forte penetrazione delle rinnovabili; un ruolo maggiore per le rinnovabili nel riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni. Allo stesso tempo, secondo la valutazione europea, serve maggior dettaglio per le politiche e le iniziative di riduzione della complessità e dell’incertezza normativa. E uno sforzo maggiore per eliminare le sovvenzioni alle fonti energetiche fossili.
fonte: www.lastampa.it