Il cambio di passo è avvenuto nel 2006 quando Mario Gasbarrino, oggi presidente e amministratore delegato, entra in Unes Supermercati. Visionario e testardo, ma soprattutto attento, il manager aveva il compito di risollevare il brand. Per farlo decise di partire dal «basso» imparando dai clienti e da come sceglievano i prodotti sugli scaffali. «Ascoltare è importante, per questo vivo dentro i supermercati il 35% del mio tempo, osservo, metto a posto le corsie. Così si capisce se le cose funzionano o meno. Il nostro è un mestiere, non facciamo innovazione».
Da subito la parola d’ordine che Gasbarrino ha scelto per la sua mission è stata «risparmio»: sul tempo, sui costi e soprattutto sull’impatto sull’ambiente arrivando, oggi, a mettere al bando le stoviglie di plastica monouso dagli scaffali: mai più piatti, bicchieri e posate che inquinano. Nei punti vendita, Unes, prima che diventi obbligo di legge, anticipando anche l’ultima iniziativa di Federdistribuzione, sta sostituendo il Pet con alternative biodegradabili e compostabili. «Progetto Zero» vuole sensibilizzare i consumatori a una spesa più consapevole e prevede una serie di iniziative da mettere in campo nella catena di supermercati.
«Quando sono arrivato in azienda Unes stava perdendo vendite - spiega Gasbarrino -. Assistevamo a un cambiamento strutturale. Così abbiamo deciso di abbassare i nostri costi e quindi il prezzo dei prodotti. Il nostro mantra era “il risparmio”. Abbiamo semplificato anche la gestione degli scaffali evitando la ridondanza e offrendo un assortimento più leggibile ai clienti mentre ci rendevamo conto che stava aumentando la sensibilità per il pianeta che è uno e va salvaguardato».
Gasbarrino è partito dall’abolizione dei volantini promozionali: un costo in meno per l’azienda che si è ribaltato sui prezzi dei prodotti e sul consumo di carta: «Pur avendo un peso dell’1% delle quote di mercato - prosegue -, abbiamo risparmiato una superficie di 4.800 stadi di Sansiro. Poi, primi in Italia, abbiamo eliminato i sacchetti di plastica sostituendoli con quelli biodegradabili e con le borse riutilizzabili sulle quali abbiamo avviato una politica aziendale cambiando il disegno ogni anno e facendole diventare “oggetto di culto”».
Unes da tempo ha eliminati gli imballi in plastica delle confezioni d’acqua minerale a marchio privato, risparmiando ogni anno più di 480 camion di Pet da smaltire. E sono stati messi gli sportelli agli armadi frigoriferi per evitare la dispersione del freddo. «All’epoca compravamo le porte in Danimarca perché in Italia non esistevano - continua Gasbarrino -. L’anno scorso abbiamo lanciato Green Oasis, una gamma di detersivi ecologici, concentrati e in contenitori di plastica riciclata. Siamo stai primi a lanciare una campagna sui social. E’ importante educare il consumatore e spiegare che per un detersivo non è il costo al litro ma la concentrazione di prodotto che fa il prezzo vantaggioso. Il 90% detersivi è composto del 50% d’acqua. Se ce n’è di più, serve più prodotto e i lavaggi calano, se è concentrato ne serve meno. Per questo nelle nostre etichette segnaliamo il costo a lavaggio».
Salvaguardia ambientale e spesa consapevole fanno dunque la differenza, una battaglia che Unes ha intrapreso e che Gasbarrino combatte convinto: «Siamo a metà tra industria e consumatori - conclude -. Per molti altri aspetti non abbiamo ancora soluzioni tecniche che ci consentano di fare di più, per esempio sugli imballi di frutta e verdura. Facciamo però esperimenti e talvolta capiamo che il consumatore non è ancora pronto. Per esempio, i detersivi a spina li abbiamo già messi e tolti per tre volte, i tempi non sono ancora maturi. Le soluzioni devono essere comode e veloci. Stiamo parlando non di elementi competitivi ma di una filosofia che vale per tutti. Se qualche collega mi copia o se posso copiarlo io, ben venga un passo avanti sui temi della sostenibilità».
fonte: www.lastampa.it