Verso un packaging più sostenibile, dalla riduzione degli sprechi al biodesign

Il problema del packaging in eccesso è un fenomeno enorme e globale. La ricerca per trovare soluzioni sostenibili avanza, anche grazie ad alternative sperimentali come gli imballaggi alimentari edibili e compostabili.





Amplificato dall’e-commerce diventato in tutto il mondo una modalità di acquisto sempre più diffusa, il problema di come ridurre il packaging in eccesso di milioni di prodotti e del suo smaltimento è affrontato dai consorzi di produttori e dai colossi delle vendite online secondo linee guida sostenibili. Intanto, designer e biologi lavorano insieme a ricerche innovative di biodesign, per sperimentare packaging alternativi e sostenibili che utilizzano batteri e microorganismi capaci di sostituire i materiali derivati dal petrolio.




Il raffinato packaging dei prodotti Armani Dolci con la storica azienda torinese Gobino, brand di lusso molto attenti all’utilizzo di materiali riciclabili © Armani
Packaging, perché è così importante

Il packaging è considerato dalle aziende di qualsiasi tipologia merceologica un elemento molto importante per la percezione del marchio da parte dei consumatori con un impatto positivo sul suo valore e sulla sua riconoscibilità. La sua funzione va al di là dell’aspetto puramente pratico di proteggere e trasportare il prodotto. Ha il compito di differenziarlo sullo scaffale dei negozi e, soprattutto, della grande distribuzione, dove la forma, il materiale e l’elemento grafico complessivo devono essere fortemente attrattivi.

Non si spiegherebbe altrimenti la grande attenzione che le aziende hanno sempre posto nella progettazione dei contenitori dei loro prodotti in tutti i settori, ma specialmente nel campo agro-alimentare, dei cosmetici, della moda, del superfluo e del lusso. Spesso però non preoccupandosi affatto del loro riciclo. Il packaging per molti prodotti è in certi casi un surplus non strettamente necessario, sbagliato secondo i principi della sostenibilità, eccessivo e inutile agli occhi di molti anche se valutato soltanto con il criterio del buonsenso.

La progettazione del packaging va dunque ripensata a tutti i livelli, come in parte sta già accadendo, per evitare lo spreco e l’utilizzo non necessario di materiali, seppur riciclabili. Il fenomeno è oggi di dimensioni gigantesche, ma qualcosa sta cambiando e parte anche dall’atteggiamento dei consumatori e dalla globale crescente attitudine verso la sostenibilità.



Alla vigilia della nuova era plastic free. Infografica dello studio Ipsos sull’atteggiamento dei consumatori italiani nei confronti del packaging dei prodotti © Ipsos
Packaging e sostenibilità, la tendenza dei consumatori

Secondo l’indagine condotta dalla società di ricerche di mercato americana Research and markets, una delle più grandi al mondo, la domanda dei consumatori sta progressivamente orientando le aziende verso il packaging sostenibile, il cui mercato globale raggiungerà un valore di circa 440 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita annuale del 7,7 per cento. L’atteggiamento critico e sempre più sensibile delle persone sugli effetti sociali e ambientali dell’intero ciclo di vita del prodotto si estende anche al packaging che spesso è il primo e più evidente elemento e si rivela fondamentale nel processo decisionale di acquisto.

Nel 2018 il sondaggio European consumer packaging perceptions, che ha coinvolto a 7mila consumatori di sette paesi europei, ha rivelato che due terzi degli italiani tra i 50 e 60 anni vorrebbe che le confezioni dei prodotti fossero più ecosostenibili. Come materiali, l’89 per cento preferisce il cartone alla plastica. Di rilievo l’attitudine dei millennials, nati tra il 1980 e il 2000: il 55 per cento dichiara di aver cambiato marca per evitare l’uso eccessivo di packaging. Un altro dato importante è che tre quarti degli italiani dichiara che le proprie decisioni d’acquisto sono influenzate, se non determinate, dagli imballaggi e dalle confezioni dei prodotti. Porzione leggermente inferiore all’81 per cento della Spagna e al 77 per cento di Germania e Polonia, ma comunque un segnale positivo.

Altri sondaggi confermano che questa tendenza è in crescita, come quelli condotti dall’istituto di ricerche di mercato Lux Research che ha stimato che gli imballaggi biodegradabili possono competere con quelli derivati dal petrolio e garantire perfino prestazioni migliori. O l’indagine a livello mondiale condotta da Tetrapak, da cui emerge che nell’ambito delle bevande c’è una crescente importanza che gli acquirenti attribuiscono al packaging eco-friendly. I due terzi dei seimila intervistati in dodici paesi hanno, infatti, affermato di scegliere prodotti che rispettano l’ambiente, anche quando costano un po’ di più. Inoltre, secondo lo studio Ipsos, Alla vigilia della nuova era plastic free, presentato a maggio 2019 al Museo della scienza e della tecnica di Milano, l’imballaggio o la confezione secondo il 41 per cento degli 
italiani è ritenuto il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un marchio.

A lato della positiva attitudine dei consumatori, tuttavia, sono le scelte politiche i veri strumenti in grado di accelerare il processo, com’è stato per l’adozione dei sacchetti biodegradabili per l’ortofrutta ed è urgente la necessità di definire le regole all’interno del vasto settore produttivo di packaging e imballaggi.

fonte: www.lifegate.it